Sul significato di Occidente Anglosfera, Russia, Cristianità. Samuele Cecotti.

31 Maggio 2022 Pubblicato da

Marco Tosatti

Cari amici e nemici di Stilum Curiae, riceviamo e volentieri pubblichiamo questo intervento di don Samuele Cecotti, dell’Osservatorio Internazionale Cardinale Van Thuan. Buona lettura.

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Sul significato di Occidente

Anglosfera, Russia, Cristianità

Di don Samuele Cecotti

 

Con la Nota del 20 aprile scorso [linkare la pagina della Nota in italiano], il nostro Osservatorio ha inteso portare il proprio contributo di chiarificazione attorno al significato di Occidente e, facendo ciò, delineare il quadro culturale per pensare la crisi attuale e una pace stabile e cristiana in Europa.

Secondo la migliore tradizione classico-scolastica si è proceduto, adottando l’explicatio terminorum come premessa ad ogni argomentazione, a denunciare le equivocità e a porre il discorso sulle solide basi di una comprensione definita di ciò che si dice Occidente.

Dalla Nota si può tuttavia, anzi si deve, ricavare anche lo spunto per una riflessione circa l’impegno socio-politico-culturale dei cattolici oggi.

Volendo sintetizzare l’ampio testo della Nota in brevi e nette asserzioni, possiamo iniziare la nostra riflessione con alcune semplici premesse:

– L’Occidente “essenziale” è la Civiltà nata dal provvidenziale incontro tra logos greco, ius romano e Divina Rivelazione ovvero l’Europa (dall’Atlantico agli Urali) + la Magna Europa (le proiezioni europee oltre il continente europeo) nella sua identità classico-cristiana;

– L’Occidente “essenziale”, ovvero la Civiltà cristiana europea, conosce una declinazione latina-romana e una greca-bizantina secondo l’antica divisione in Impero Romano d’Occidente e Impero Romano d’Oriente cui si sovrappone, sul piano teologico-ecclesiale, lo scisma del 1054;

– Il Protestantesimo implica in se stesso l’impossibilità della Civiltà cristiana e dunque si pone come anti-Occidente “essenziale”[1];

– Comunemente oggi per Occidente si intende il sistema delle liberal-democrazie egemonizzate dall’Anglosfera (Stati Uniti d’America e Regno Unito + Australia, Nuova Zelanda e Canada);

– Tra l’Occidente “essenziale” e ciò che oggi si intende per Occidente vi è una radicale inconciliabilità;

L’inconciliabilità dottrinale tra l’Occidente “essenziale” e ciò che oggi si intende per Occidente è autoevidente appena si abbia compreso l’identità dell’Occidente “essenziale” come Cristianità e l’identità di ciò che oggi si intende per Occidente come il sistema delle liberal-democrazie (a guida anglo-americana) infatti tanto il liberalismo quanto il democraticismo sono ideologie della modernità, duramente condannate dal Magistero della Chiesa[2], che negano in radice l’idea stessa di res publica christiana, tanto sul piano ideale quanto su quello storico fattuale.

L’egemonia esercitata dall’Anglosfera su ciò che si dice oggi Occidente segnala, poi, la matrice protestante del sistema culturale-sociale-politico in oggetto, non nel senso che solo i Paesi (storicamente) protestanti siano oggi considerati Occidente, ma nel senso che è l’eredità filosofico-politica del protestantesimo a definire l’orizzonte ideologico del sistema. I Paesi e i popoli cattolici od ortodossi (ma anche islamici, buddhisti, scintoisti, etc.) ascritti all’Occidente sono così protestantizzati in forme e modi variabili che vanno dal proselitismo diretto (si veda l’azione esercitata negli ultimi cent’anni dagli USA in America Latina per diffondervi le sette protestanti) al mero intervento politico-culturale per ridefinire la politica, il diritto e la cultura locale secondo il paradigma protestante liberale (è ciò che è avvenuto in Italia, ma anche in Giappone, dal ’45 in poi) passando per il tentativo di protestantizzare dall’interno le istituzioni religiose-morali-culturali così da farne strumento del sistema “occidentale” (è innegabile, ad esempio, che la Chiesa Cattolica abbia subito un massiccio processo di protestantizzazione e di “conversione” liberale; analoga considerazione deve essere fatta, per l’universo greco-scismatico, riguardo al Patriarcato di Costantinopoli).

Dove non si opta per una diffusione diretta del protestantesimo si opera ugualmente per una protestantizzazione sistemica del Paese, della sua cultura politica e delle sue istituzioni religiose-morali. Ciò che non è mai consentito è la realizzazione d’un modello sociale-politico altro da quello laico-liberale; il mantenimento o il ristabilimento di una Weltanschauung alternativa a quella protestante liberale.

Sarà consentito in “Occidente” e dallo “Occidente” essere cattolici, ortodossi, ebrei, mussulmani, buddhisti, scintoisti, etc. ma in senso protestante liberale, ovvero come opzione volontaristica e come fatto privato. Non sarà invece mai consentito instaurare una Civiltà metafisicamente fondata, ovvero una Civiltà in senso classico. Non sarà dunque mai consentita la ri-nascita della Cristianità, della res publica christiana.

Compreso ciò, si deve con amarezza concludere che l’Occidente così come inteso oggi è il principale ostacolo alla restaurazione dell’Occidente “essenziale”. È proprio il sistema delle liberal-democrazie guidato dall’Anglosfera a opporsi radicalmente sempre e comunque ad ogni sforzo di instaurazione della res publica christiana. Tale sistema non può che volere e agire così: dalla prospettiva protestante e liberale la res publica christiana e la stessa Cristianità (civiltà e società organica con propria solida dottrina sintesi di Divina Rivelazione, filosofia greca e diritto romano) sono delle mostruosità inaccettabili. Impedirne la rinascita un dovere imperativo!

Carlo Magno redivivo sarebbe immediatamente giudicato come nemico dell’Occidente e così Teodosio il Grande, sant’Enrico Imperatore e tutti i grandi monarchi cristiani, da santo Stefano d’Ungheria sino al beato Carlo d’Asburgo, passando per san Luigi IX di Francia. Per non parlare dei grandi Papi della Cristianità come san Gregorio VII o Innocenzo III. Il Sacro Romano Impero, così come tutto ciò che è classificato Chiesa “costantiniana”, è oggi giudicato autocratico, illiberale e autoritario, teocratico e antidemocratico, ovvero implicitamente (se non esplicitamente) come non-occidentale, contrario ai valori dell’Occidente[3]. Quale Occidente?

L’Occidente inteso come modernità ideologica, quella modernità di cui Lutero fu padre, che da cinque secoli infesta l’Europa e da tre si è imposta, prima culturalmente nelle élites, poi politicamente-giuridicamente al seguito di rivoluzioni e baionette e, in fine, come pensiero comune indiscutibile.

L’odierno “Occidente” a guida anglo-americana ama presentarsi come liberal-democratico e così lo abbiamo inteso nella sua inconciliabile alterità con la Cristianità o Occidente “essenziale”. Sarebbe più giusto però parlare di ciò che si chiama comunemente Occidente come il sistema della modernità/postmodernità ideologica, infatti da Lutero al transumanesimo tutto trova spazio nel sistema “Occidente”. Tutto tranne l’ordine naturale e la res publica christiana.

L’Occidente attuale (in modo particolare l’Anglosfera e l’Europa occidentale che ne dipende più direttamente) si pone ormai come ideologicamente oltre la stessa liberaldemocrazia, si afferma ormai come sistema-processo sintetico di tutte le ideologie della modernità e della postmodernità. Si pensi solamente al marxismo, che trionfa oggi in Occidente nelle forme dello statalismo social-democratico, del neo-socialismo, del marxismo culturale neo-gramsciano e del trotskismo variamente declinato[4].

Durante la crisi-Covid se ne è avuta la prova sperimentale con le libertà liberali sospese e il mito della sovranità popolare sconfessato da una tecnocrazia sovranazionale capace di imporsi sulla quasi totalità del “mondo occidentale”.  L’odierno Occidente resta liberaldemocratico nella sua autorappresentazione ma, pur senza rinnegare l’ideologia liberale e l’ideologia democraticistica che sono poste a fondamento, il sistema giuridico, politico e culturale è già abbondantemente oltre nel processo della Rivoluzione. Per capire il sistema “occidentale” odierno, più che le “vecchie” Costituzioni liberaldemocratiche, urge studiare l’Agenda 2030 per lo Sviluppo Sostenibile, i documenti programmatici delle Organizzazioni internazionali e dell’UE, le pubblicazioni dei grandi think tank USA, oltre a saggi come La quarta rivoluzione industriale di Klaus Schwab e Homo deus. Breve storia del futuro di Yuval Noah Harari, senza dimenticare maîtres à penser meno pop ma non meno significativi come Jacques Attali o Bernard-Henri Lévy.

*****

Il nostro Osservatorio ha dedicato il suo 13° Rapporto sulla Dottrina sociale della Chiesa nel mondo a “Il modello cinese: capital-socialismo del controllo sociale” sottolineando come il capital-socialismo del controllo sociale realizzato dal Partito Comunista in Cina sia perseguito, per altra via e con diverse sfumature, non di meno dal sistema occidentale. La Cina in questo si pone come laboratorio sperimentale d’una nuova forma socio-politico-cultural-economica della modernità/postmodernità, non sotto l’aspetto della forma costituzionale (repubblica popolare a partito unico) o dell’ideologia manifesta (comunismo marx-leninista) ma come sistema totalitario sintesi di capitalismo e socialismo attraverso un massiccio impiego della tecnologia integrata alla psicologia di massa per un controllo capillare e una pervasiva opera di manipolazione delle coscienze.

In questo il modello cinese è più “occidentale” di quanto si possa immaginare e l’odierno Occidente è più “cinese” di quanto si voglia comunemente ammettere. Date le premesse attuali si rischia concretamente di avere, nei prossimi anni, lo scontro geopolitico tra Cina e “Occidente”[5] per l’egemonia globale nella forma di uno scontro di forza in presenza di una unica ideologia (quel capital-socialismo del controllo sociale che porta/porterà con sé anche l’opzione transumanista e tutto il corredo della Rivoluzione) declinata in senso radical, in Occidente, in senso mao-confuciano, in Cina. Saremmo in presenza di una non-alternativa o di una falsa alternativa portando le due vie entrambe al totalitarismo capital-socialista (transumanista)[6]

*****

Innanzi ad un simile quadro e a scenari tanto inquietanti qual è la posizione del cattolicesimo politico? Purtroppo si deve constatare l’assenza, da vecchia data, d’un reale cattolicesimo politico e ancor da più tempo l’assenza di Potenze che si concepiscano come Potenze Cattoliche. Il cattolicesimo è evanescente come dottrina politica e inesistente come forza geopolitica.

Tali evanescenza e inesistenza sono la conseguenza dell’imporsi storico della modernità ideologica in Europa e dell’accomodamento operato de facto tra cattolicesimo e Rivoluzione. Proprio l’accomodamento tra la Rivoluzione e il cattolicesimo, prima condannato poi tollerato in fine lodato e promosso anche in seno alla stessa Chiesa, ha fatto sì che il cattolicesimo politico non avesse più ragion d’essere. Oggi i cattolici in politica non sono portatori di una dottrina politica cattolica ma sono, piuttosto, esponenti delle diverse opzioni della postmodernità politica, solitamente tutte ricomprese nell’universo liberaldemocratico. Si giunge così al paradosso che i cattolici sono oggi i primi e più zelanti apologeti della liberaldemocrazia e dei suoi sviluppi odierni dimenticando completamente la radicale inconciliabilità tra liberaldemocrazia e res publica christiana, tra modernità/postmodernità ideologica e Cristianità.

La secolare battaglia tra la Cristianità (l’Occidente “essenziale”) e la Rivoluzione (l’Occidente come modernità/postmodernità ideologica), non possiamo nascondercelo, è stata vinta dalla Rivoluzione che oggi si pone come l’Occidente tout court, pretendendo pure di incarnare quanto di meglio dovrebbero desiderare gli stessi cristiani. La sconfitta è tale che non vi è oggi nessuna Potenza temporale che incarni il cattolicesimo politico e gli stessi cattolici da molto tempo sono indotti nella più gran parte a identificarsi con e a parteggiare per il proprio secolare gran nemico: la modernità/postmodernità ideologica assurta a “unico Occidente”. Una collettiva sindrome di Stoccolma che da decenni ottunde le menti dei più.

Precondizione a qualunque discorso sul cattolicesimo politico è la denuncia di questa sindrome collettiva di Stoccolma e il suo superamento. Ci può essere cattolicesimo politico solo ove i cattolici ricomincino a pensare secondo le categorie della Dottrina Cattolica (e non secondo i paradigmi ideologici della modernità/postmodernità) e a lottare per l’instaurazione della res publica christiana (e non per il sistema delle liberaldemocrazie), a concepire libertà e popolo secondo la tradizione politico-giuridica della Cristianità, a intendere lo Stato secondo quanto, ad esempio, insegnato da Leone XIII nell’Immortale Dei.

Volendo riassumere in pochi punti il cattolicesimo politico nella sua essenzialità potremmo elencare:

  • Regalità sociale di Cristo;
  • Fondamento in Dio di ogni autorità, compresa quella politica;
  • Distinzione ma non separazione tra res publica e Chiesa;
  • Primato dello spirituale sul temporale e potestas in temporalibus della Chiesa;
  • Doveri pubblici di religione;
  • Giusnaturalismo classico e principio di legittimità (d’origine e d’esercizio);
  • Concezione etico-finalistica del diritto e della politica;
  • Finalizzazione della politica al bene comune metafisicamente inteso;
  • Principio di sussidiarietà nel riconoscimento di famiglia e corpi sociali, dei loro fini e delle connesse libertà naturali-tradizionali;
  • Concezione organica e gerarchica della società e della res publica;
  • Unità profonda della società nella unità della Verità Cristiana.

Non necessita neppure, essendo autoevidente, la dimostrazione della incompatibilità di tutti e singoli i punti con il sistema ideologico-(geo)politico oggi detto Occidente, con le sue premesse, con i suoi valori, con i suoi sistemi costituzionali.

*****

Se è sindrome di Stoccolma il pensarsi come cattolici “dalla parte dell’Occidente liberaldemocratico”, grave ingenuità sarebbe anche l’eleggere acriticamente a modello altre Potenze oggi operanti sulla scena del mondo. Purtroppo nessuna Potenza temporale incarna oggi il cattolicesimo politico, nessuna può essere presa a modello.

Certo vi sono Paesi dove maggiormente sviluppato è il senso critico verso l’ideologia liberal, i “nuovi diritti”, la globalizzazione, dove la distopia transumanista e il capital-socialismo del controllo sociale sono apertamente giudicati come pericoli da combattere. Si deve certamente notare che anche una Grande Potenza come la Russia, nella sua dirigenza politica e nella gerarchia ecclesiastica del Patriarcato di Mosca come nella cultura diffusa, presenta un elevato grado di consapevolezza critica circa il sistema ideologico-politico dell’Occidente moderno/postmoderno. Il sistema politico russo si presenta oggi come estraneo al laicismo liberale e alle derive radical dell’Occidente, volutamente la Federazione Russa si mostra in armonia con la Chiesa Ortodossa Russa e si concepisce come espressione di una Civiltà di cui il Cristianesimo è nota essenziale. Tutto ciò non può che essere guardato con interesse.

Tuttavia la Russia attuale è carica di contraddizioni, non solo sul piano della prassi politica ma anche a livello ideologico, contraddizioni che rendono il “modello russo” un insieme disomogeneo di moderno e antimoderno, di ideologico e di tradizionale, di rivoluzionario e di controrivoluzionario.  Ciò detto, anche qualora tali contraddizioni fossero risolte a favore della tradizione (e ciò è, ovviamente, auspicabile), l’Impero russo si darebbe come una Potenza cesarea-bizantina, ovvero come una sorta di Impero Romano d’Oriente restaurato nella sua consistenza post 1054.

Sarebbe certamente un interlocutore interessante, offrirebbe certamente numerose opportunità di intesa e convergenza senza però essere identificabile come Potenza espressiva del cattolicesimo politico. Il cattolicesimo politico è altra cosa, è quella tradizione socio-politico-economico-giuridica stratificatasi nei secoli del medioevo latino (e proseguita nell’età barocca, specie nei domini asburgici delle Spagne e dell’Impero) che la Dottrina sociale della Chiesa ha come distillato nei grandi documenti sociali di papi quali Leone XIII.

*****

Da troppo tempo il cattolicesimo politico è scomparso dalla scena del mondo, da troppo tempo il cattolicesimo politico verace è stato surrogato da un liberaldemocratismo, con maggiori o minori innesti di socialismo, abusivamente gabellato per cattolicesimo. Il processo è antico e risale almeno a fine ‘700 per poi crescere nell’800 con il cattolicesimo liberale e l’americanismo sociale sino alla vittoria delle potenze liberal-massoniche (Inghilterra, USA, Francia e Italia) nella Prima Guerra Mondiale e il conseguente processo di assimilazione del cattolicesimo politico alla liberaldemocrazia. Processo che dopo la vittoria anglo-americana nella Seconda Guerra Mondiale ha visto una accelerazione potente e quasi senza ostacoli. Da 70 anni assistiamo ormai alla compiuta assimilazione del cattolicesimo politico alla liberaldemocrazia, ovvero alla estinzione suicida del cattolicesimo politico.

L’attuale crisi della globalizzazione e dell’unipolarismo (egemonia globale americana dopo il crollo dell’URSS), così come il ribollire interno dello stesso Occidente (si pensi al trumpismo in USA e ai movimenti sovranisti-populisti in Europa) aprono scenari interessanti per un riemergere del cattolicesimo politico sul piano delle masse popolari e, in prospettiva, delle stesse proiezioni geopolitiche.

Condizione previa per il darsi del cattolicesimo politico è la rottura di qualunque dipendenza dall’universo ideologico liberaldemocratico (o meglio moderno/postmoderno), il che implica la presa di distanza, sul piano delle istituzioni internazionali, da tutte quelle realtà che della liberaldemocrazia sono struttura proiettiva, per poter pensare nuovamente la politica e il diritto secondo le categorie classiche e cristiane. Necessario superare ogni complesso di inferiorità verso la modernità ideologica, guarire dalla sindrome di Stoccolma, ricominciare a lavorare per la Cristianità, per la res publica christiana.

Si deve anche avere il coraggio politico di porre talune questioni di rottura, ad esempio chiedersi se sia compatibile l’impegno per la res publica christiana con l’appartenenza a NATO, UE, OCSE o Consiglio d’Europa. O se, piuttosto, l’impegno per la res publica christiana non esiga l’impegno ad emanciparsi da istituzioni sovranazionali espressione di un paradigma ideologico, quello laico liberaldemocratico, inconciliabile con la concezione tradizionale del cattolicesimo politico. Porsi la questione senza complessi e rispondere con verità, senza autocensure.

In questo è interessante notare come già si diano esempi di governi conservatori-populisti, dalla chiara connotazione identitaria cristiana, che hanno compreso la necessità di pensare alternativamente al paradigma liberaldemocratico e di collocare il proprio Paese secondo una linea geostrategica altra da quella dell’Anglosfera, tra tutti il governo Orban in Ungheria e il governo Bolsonaro in Brasile. Numerosi poi i governi africani di ispirazione cristiana che ormai ricercano apertamente una via socio-politico-culturale alternativa a quella dell’Occidente liberal, riconosciuto incompatibile con il Cristianesimo e con i valori tradizionali (africani).

Gli stessi USA sono contemporaneamente il centro decisionale (politico, economico, militare, culturale) dell’Occidente, inteso come Rivoluzione, come modernità/postmodernità ideologica, e pure il campo di una battaglia culturale-politica vivacissima dove è messa in discussione proprio l’idea di quello stesso Occidente ideologico. Il trumpismo, ormai fenomeno ben più importante dello stesso Trump, rappresenta negli USA questa storica occasione per mettere in discussione il modello “occidentale” impostosi almeno negli ultimi cent’anni. Dentro il mondo trumpiano vi sono, infatti, punte critiche intellettualmente molto avanzate che giungono a mettere in discussione buona parte del sistema ideologico “occidentale” portando con sé, invece, paradigmi propri della Cristianità e della Dottrina sociale della Chiesa classica[7]. Trump è ben lontano dall’esprimere una idea politica cattolica ma il movimento che attorno a lui si muove consente finalmente di mettere in discussione l’idea di America e di Occidente sinora egemone e, così, offre lo spazio e dà agibilità politica ad un pensiero schiettamente cattolico in senso tradizionale.

I cattolici devono saper cogliere le opportunità offerte dal momento storico per uscire dalla cattività liberaldemocratica e ricominciare a pensare la politica secondo le categorie della Dottrina Cattolica. Le modalità di ciò non possono che variare da Paese a Paese, da situazione a situazione. L’azione possibile in Ungheria non lo sarà forse in Francia, quella possibile in un Paese dell’Africa cattolica non lo sarà in un Paese NATO, ciò che si potrà in Brasile non è detto sia realizzabile in un Paese dell’UE, ciò che si può sperare in una Nazione tradizionalmente cattolica è diverso da ciò che è realistico perseguire nelle Nazioni tradizionalmente protestanti. Con modalità, tempi, tattiche e strumenti diversi, anche molto diversi, da Paese a Paese, ovunque però i cattolici hanno la responsabilità storica di cogliere la presente crisi dell’Occidente moderno/postmoderno e di profittarne per scrollarsi di dosso le catene ideologiche della liberaldemocrazia e dei suoi inquietanti sviluppi. Solo emancipandosi dall’Occidente ideologico moderno/postmoderno si rende possibile all’Occidente “essenziale” di riaffacciarsi al mondo e si aprono possibilità di una rinnovata Cristianità. Ai cattolici d’oggi il compito di tale impresa!

Don Samuele Cecotti

 

[1] Per comprendere la forza radicale dissolutrice del Protestantesimo, la sua essenziale inconciliabilità con la Civiltà Cristiana rimandiamo a tre testi tra i molti che meriterebbero essere menzionati: J. Maritain, I tre riformatori; P. Correa de Oliveira, Rivoluzione e Controrivoluzione; D. Castellano, Martin Lutero. Il canto del gallo della modernità.

[2] Le condanne magisteriali del liberalismo sono numerosissime e senza pari per durezza, dalla Mirari vos di Gregorio XVI alla Ubi arcano Dei di Pio XI, passando per la Quanta cura del beato Pio IX. Bastino le parole di papa Leone XIII che indica in Lucifero il capostipite dei liberali: «Ma già sono assai numerosi gli emuli di Lucifero – che lanciò quell’empio grido non servirò -, i quali in nome della libertà praticano un’assurda e schietta licenza. Sono siffatti i seguaci di quella dottrina così diffusa e potente che hanno voluto darsi il nome di Liberali traendolo dalla parola libertà» (Libertas praestantissimum).

[3] Per avere contezza dei “valori occidentali” non è necessario fare riferimento alla ormai celebre omelia del patriarca Cirillo I di Mosca (Ecco la “scandalosa” omelia del Patriarca di Mosca – Aldo Maria Valli), è sufficiente considerare l’autocoscienza stessa dei poteri atlantici: il capo del MI6 (il Secret Intelligence Service britannico) sir Richard Moore scriveva il 25 febbraio 2022: «With the tragedy and destruction unfolding so distressingly in Ukraine, we should remember the values and hard won freedoms that distinguish us from Putin, none more than LGBT+ rights». L’ambasciatore degli Stati Uniti d’America in Afghanistan non trova di meglio che issare la bandiera arcobaleno dell’orgoglio gay sull’ambasciata di Kabul poco prima della indecorosa ritirata americana dal Paese. E si potrebbe proseguire con altre decine o centinaia di esempi.

[4] Con il crollo dell’URSS, ad essere sconfitto fu il marx-leninismo sovietico, non il marxismo tout court (e neppure il marx-leninismo in se stesso) che ha preso stabilmente casa all’Ovest, dove era nato e da dove si era propagato verso est. Il diamat, ovvero il materialismo dialettico assunto a sistema filosofico ufficiale dell’URSS, non è certamente la forma speculativamente più forte e corrosiva di marx-leninismo, ne è piuttosto una versione “stabilizzata” al fine di fornire una impalcatura concettuale e metodologica all’allora regime sovietico. Altre forme di marxismo sono la social-democrazia (Seconda Internazionale) tanto diffusa nell’Europa continentale, il gramscismo (interpretazione italiana del marx-leninismo della Terza Internazionale), il trotskismo (Quarta Internazionale. Interessante notare come la Quarta Internazionale Comunista, teorizzatrice della “rivoluzione permanente mondiale” si svolse nel 1938 in Francia alla presenza di rappresentanti delle maggiori potenze di Europa e America), il maoismo, il marx-freudismo, etc. È un errore comune ma, non per questo meno grave e fuorviante, identificare il marxismo con il solo sovietismo (sul diamat si veda il saggio del 1948 Il materialismo dialettico sovietico di padre G.A. Wetter s.j.) dimenticando che l’intrinseca perversità del comunismo non è legata ad una statualità (quella sovietica) ma ad un paradigma ideologico ateo-materialista contrario a verità e giustizia presente tanto nel diamat sovietico quanto nel pensiero social-democratico, liberal-socialista, gramsciano, trotskista, maoista, marx-freudiano, etc.

[5] Non ci si dimentichi il legame profondo che lega USA e Cina comunista da almeno 50 anni. Furono gli USA, in funzione anti-sovietica, a favorire l’ascesa geopolitica ed economica della Cina comunista dagli anni ’70 in poi, sempre gli USA a volere la Cina nel WTO per farne un attore della globalizzazione, sempre gli USA (+ Europa occidentale) ad aver promosso l’industrializzazione della Cina negli ultimi 30 anni facendo del gigante comunista “l’industria manifatturiera globale”.

[6] Interessante notare quanto dichiarava il 15 agosto 2020 alla trasmissione tv Segnalibro (SEGNALIBRO PUNTATA DEL 15 AGOSTO 2020 GIULIANO DI BERNARDO – YouTube ) il professor Giuliano Di Bernardo, filosofo della scienza, già Gran Maestro del Grande Oriente d’Italia, poi fondatore e Gran Maestro della Gran Loggia Regolare d’Italia (l’unica obbedienza massonica italiana riconosciuta dalla Gran Loggia d’Inghilterra), in merito a Cina, governo mondiale, pandemia Covid, transumanesimo, uno-divino, etc.: https://www.liberoquotidiano.it/articolo_blog/blog/andrea-cionci/29380859/massoneria-gran-maestro-di-bernardo-stop-democrazia-uno-dio-cinese-pandemie.html

[7] A solo titolo d’esempio indichiamo i volumi Why Liberalism Failed di Patrick J. Deneen e The Tyranny of Liberalism di James Kalb e l’articolo The Catholic Case for Secession? di Eric Sammons (https://www.crisismagazine.com/2020/the-catholic-case-for-secession ). Si veda anche la elaborazione dottrinaria in sede giuridico-costituzionale e giusfilosofica del professor Adrian Vermeule.

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12 commenti

  • OCCHI APERTI! ha detto:

    Un eccellente intervento, don Samuele!
    Se ne leggono pochi di articoli così interessanti e meticolosi.

  • Agostino Nobile ha detto:

    Carissimo don Samuele, lei rappresenta un raggio di luce in una Chiesa oscurata dall’ideologia più nefasta, per il corpo e per l’anima, della storia. La ringrazio per la sua impeccabile analisi.

  • FANTASMA DI FLAMBEAU ha detto:

    Ho questa paginetta di Giancarlo Zizola sottomano che rende perfettamente l’idea, quindi mi limito a ri-postarla.

    -Dopo aver contribuito a scuotere le basi morali della piramide del «socialismo reale», il papa polacco non ha tardato a condurre la Chiesa lungo un percorso differente da quello tracciato dalla sola potenza mondiale rimasta, su alcuni dei massimi problemi di politica internazionale: egli si è dissociato apertamente dalla guerra condotta nel 1991 dagli Stati Uniti e dai loro alleati in nome dell’ONU per la restaurazione della legalità internazionale in Kuwait, violato dall’invasione di Saddam Hussein. La campagna guidata da Wojtyla nei viaggi in Polonia, in Ungheria e nei Paesi Baltici, a ridosso del fatidico 1989 del Muro infranto, è stata dominata da una critica martellante dei modelli materialistici diffusi in Occidente. Nei viaggi in Africa e in America Latina il Papa ha impegnato la Chiesa cattolica – seconda forza religiosa mondiale per numero di seguaci dopo l’Islam – a misurarsi sulle questioni delle «strutture perverse» dell’economia mondiale e in una enciclica, la Centesimus annus, la prima che affrontasse i problemi del mercato, ha sostenuto che lo scacco del sistema comunista non squalifica qualsiasi forma di socialismo né accredita il capitalismo liberale di virtù incontestabili. In un discorso all’Università di Vilnius, il 4 settembre 1993, egli ha sottolineato che «il marxismo non è stata l’unica tragedia del nostro secolo» e che «le stesse democrazie, organizzate secondo la formula dello Stato di diritto, hanno registrato e ancor oggi presentano, vistose contraddizioni tra il formale riconoscimento delle libertà e dei diritti umani e le tante ingiustizie e discriminazioni sociali che tollerano nel proprio seno». Proseguendo nel suo viaggio nei Paesi Baltici il papa che ha «abbattuto il comunismo» ha invitato – in un discorso all’Università di Riga il 10 settembre – a riconoscere «l’anima di verità del marxismo» nella critica allo sfruttamento capitalistico e all’alienazione della merce: una tesi difficile da sovrapporre allo stereotipo del comunismo come «intrinsecamente perverso» che aveva alimentato alcune condanne del passato. Egli ha fatto rilevare che «dopo il fallimento storico del comunismo, io stesso non ho esitato a sollevare seri dubbi sulla validità del capitalismo», ricollegandosi a una tradizione della dottrina sociale della Chiesa che, «fin dalla Rerum Novarum di Leone XIII, ha sempre preso le distanze dall’ideologia capitalista, ritenendola responsabile di gravi ingiustizie sociali».-
    (“Il conclave”, 1993, cap. XVI)

    Per trovare tutte le conferme che si desiderano basta una superficialissima ricerca sui documenti del pontificato. A meno di non pensare che anche Giovanni Paolo II fosse infettato di “catto-marxismo”.
    Visto che non si vuole aspettare di aver vinto (prospettiva oggi a portata di mano quanto la Luna dal balcone di casa) per cominciare a prendersi a calci negli stinchi, mi permetto di rivolgere a don Cecotti alcune domande retoriche, forse, ma imprescindibili per non lasciare adito a sottintesi e malintesi.

    – La “questione proletaria” (operaia a partire dalla rivoluzione industriale, contadina dalla notte dei tempi), con situazioni di sfruttamento -strutturali- tra il subdolo e il subumano, esisteva, o fu un’invenzione di Marx, e la società classista prodromica di quella capitalista era/è giusta e “cristiana”?
    – La soluzione a tutti i mali della Modernità è il ritorno a una (mai esistita) Cristianità realizzata?
    – Vi sono oggettivi punti di contatto, su cui costruire insieme un’alternativa al montante orrore nichilista e antiumano, tra dottrina sociale della Chiesa e socialismo umanista, oppure il nostro destino è combattere noialtri soli contro il Moloch liberale (e finire come san Luigi IX in Egitto)?
    – Pur con i suoi limiti, soprattutto umani quindi di ignavia e infedeltà, la Costituzione del ’48 è un accettabile compromesso e punto di partenza, oppure la Costituzione del Regno dei Cieli trasposto in terra è la scelta di Hobson per selezionare amici e alleati?

    In fede, senza intenzioni polemiche né secondi fini. Solo per capire se è il caso o meno di lasciare la penna e prendere la canna da pesca.

  • daouda ha detto:

    Facendo presente che l’impegno politico dei cattolici lungo 2000 anni di storia è stato quantomai osceno, ricordando che il diritto romano cela la sua origine dall’ebraismo, ricordando che la filosofia greca non è mai esistita ma è figlia del continuum italico-pelasgico e dunque sempre inerente i figli di Eber, l’occidente in questione è praticamente presente politicamente ma anche culturalmente in ogni parte del globo, dai conservatori paratradizionalisti induisti ai salafiti compresi.

    Ora per partire a profusione con queste stupidaggini per non scrivere parole più volgari è autoevidente che si deve inventare la “cristianità” che ad esser sinceri già dal basso medioevo andrebbe cosiderata estinta, sempre se fosse esistita.

    Continuare poi a tratteggiare l’anglosfera come l’egemonia imperante dimeneticando come quanto essa produce ha soltanto funzione corrosiva e dunque non potente assurgere a collante ricostruttivo e stabile del futuro regno del male, è abbastanza miope dimenticare quel che la Russia ha compiuto dai primordi della Moscovia contro la cristianità, senza tralasciare le sue fitte relazioni occultiste e gesuitiche.

    Inoltre è buono addossare le colpe al protestantesimo solo e soltanto? Eh no ragazzi, la perversione ed il tradimento derivano da ben prima e volendo vedere l’opera del Signore anche nelle deviazioni che non possono sottrarsi alla sua Provvidenza, esso fu un’occasione oltre che una punizione.
    Il tradimento del cattolicesimo non ha alcuna inerenza alla protestantizzazione che anzi serve per creare il mostro tradizionalista , anch’esso eretico ed avverso alla Rivelazione ( ed anche il mondo ortodosso fra filetismo e neo-patristicismo prende degli abbagli anti evangelici disgraziati ) e tutto ciò proprio in nome dell’anti protestantizzazione! Che miopia non capire questo.

    E’ poi ben strano come un cattolico possa dispiacersi se regimi pagani di ogni tipo ( dall’Islamismo ismaelita agli induisti alla Nigeria al Giappone ) perdano le loro identità, come se questo potesse aver senso ai nostri occhi.
    Le direttive di coloro che vogliono trarre il maggior guadagno dalla morsa a tenaglia fra oriente ed occidente ( entrambi occidentalizzati ovviamente ) corrispondono esattamente a direttive gnostico palingenetiche apoteosiche più universaliste e globali delle mere questioni etniche delle mere tradizioni parziali, ossia sono assolutamente della stessa risma su scala diversa.
    Una civiltà metafisicamente fondata…è questo che chiedono i cattolici tradizionalisti rinnegando il Signore e quindi giustificando a posteriori lo gnosticismo politico che per natura non può non perseguitare la Rivelazione Santa di DIO?

    Tralasciamo Carlo l’usurpatore, che solo gli ignoranti chiamerebbero magno. Ma l’occidente di cui cianciate esiste aprescindere in ogni governo gerarchico legittimo e fondato su qualsivoglia religione sapienziale che non potrebbe non distruggere la cristianità.
    Tale occidente trova in Russia la sua potenza maggiore, checché ne dicano gli idioti ed i plagiati di ogni risma, talmente è così che la Chiesa ortodossa è infiltrata da agenti del FSB con altissima probabilità di sacramenti invalidi e miriadi di cosidetti cristiani probabilmente privi di eucarestia. Una Chiea come loro deviazione da tempo immemore del tutto cesarista.

    Quanto si è stolti! Il nemico potrebbe compiere il vetus ordo alla maniera solenne e perfetta e non meno essere un comunista travestito che recita la sua parte e voi tutti a gongolare!

    Tant’è che il problema è il capital-socialismo ( ma il sistema nevvero è sempre neo-liberista o perché non avete il coraggio di chiamarlo neo socialista? Frutta meno? ) ed il legame con il governo di turno gisutificando la liberal-democrazia quanto a rigore ogni regime è osteggiato dalla Legge di DIO dovendoLo aspettare, essendo il mondo in balia di Beliar.
    Ecco cosa traspare…la politica…e solo questo è quel che a costoro importa, ed allora piangano su sè stessi questi ipocriti! Sono duemila anni che avete avuto politici battezzati e zelanti ed ora vi chiedete perché? MESCHINI!
    Troppo comodo per voi puntualizzare che tale battaglia persa ( allora perché dolersene? ) abbia date precise nella storia quando non solo il tradimento ma proprio le incestuose unioni ideologiche furono ben prima del vostro inventato spartiacque , ed il Vangelo Santo subito lo precisò, come infiltrazione e deviazioni furono e continueranno perennemente.

    Ma l’apice è questo: sperare nella restaurazione quando essa è sobillazione satanica, che le scritture ritengono impossibile.Sarebbe troppo sviscerare i concetti su quei punti espressi ma la migliore di tutti è la Regalità sociale del Cristo, che fu una festa antitradizionale, una festa di idea, contro-storica visto che tutte le feste della nostra Fede sono storia, e soprattutto negatrice del dominio del Principe di questo mondo.

    Inutile ricordare che Mosca recita solo la sua parte pretabilita e tutti gli elogi che ci si spertica a fare sono illusori e segno o di collusione o di totale stupidità, ma non si può pretendere troppo da chi crede secondo la propaganda che ci sia stato anche solo un momento unipolare…veramente questo consorzio parla del comunismo non conoscendo come agisce né premurandosi di espungersi dall’abbeverarsi alle retoriche che essi hanno voluto che si cavalcassero e l’esempio più grande è tutti coloro che sono usciti fuori negli ultimi 10 anni contro il NWO e poi il Great Reset comportandosi come allodole davanti ai famosi specchietti.

    Unica cosa su cui concordare: gli USA stanno combattendo una disperata guerra di resistenza, ed il mondo trumpiano ed il mondo quanoniano non c’entrano niente, né le milizie né il movimento patriota che sono sussunzioni preparate da 60 anni. Viva la Old Right statunitense, anche se protestante.

    Per il resto seguire questo qui è cadere dalla padella alla brace. Il problema è che il comunista la maschera la cala, dopo esserti stato il miglior amico anche per anni.
    Veramente non si capisce come operano, né queste paraculate e menate politicanti denotano umiltà e comprensione della spiritualità, l’unica e l’una, che è il cristianesimo.

    DIO abbia misericordia di noi, il Tripersonale Unico Uno ci visiti e ci illumini giacché le reti aumentano soprattutto da parte di chi le dissimula eo da parte di chi non lo avresti detto mai. Anche Beliar si fa angelo di luce d’altronde. Ci aiuti il Signore…Amen

  • acido prussico ha detto:

    Dopo questa lucida disamina (complimenti don Samuele!!) della Città Terrena dell’uomo moderno, la cosa piú dignitosa che dovrebbero fare gli “intellettuali” laici è tacere e quelli “religiosi” nascondersi per aver venduto l’anima al diavolo.
    Invece no. Gli gnomi parlano… parlano… e puttaneggiano con l’Anglosfera.
    “L’uomo del Vaticano a Davos dice che la Chiesa sta attuando l’agenda del Forum.
    Padre Leonir Chiarello, Superiore Generale dell’Ordine Scalabriniano e rappresentante del Vaticano al World Economic Forum di Davos.
    Intervistato da Vatican News, Chiarello, … ha affermato che la Chiesa è all’avanguardia nell’attuazione di molti degli ideali globalisti del forum. Il sacerdote, nominato da Francesco membro della Congregazione per gli Istituti di vita consacrata e le Società di vita apostolica, ha spiegato che sono otto i “temi fondamentali” che il forum di Davos sta prendendo in considerazione nel suo incontro annuale, tra cui “clima e natura, economia più giusta… salute e assistenza sanitaria, cooperazione globale e società ed equità”.
    In particolare, Chiarello ha detto che la Chiesa deve lavorare con le organizzazioni laiche per “costruire un consenso e un’agenda comune per affrontare i temi della cura della natura, dell’economia, del lavoro, della tecnologia, delle imprese, della salute, dell’equità sociale e le altre questioni considerate dal forum”.”
    (https://infovaticana.com/2022/05/30/el-hombre-del-vaticano-en-davos-senala-que-la-iglesia-esta-aplicando-el-programa-del-foro/)
    ….
    Per gli GNOMI prostituiti riporto due brani di Sacerdoti d’antan:
    “Il liberalismo, nella misura in cui è un errore in materia di fede e religione, è una dottrina multiforme che più o meno emancipa l’uomo da Dio, dalla sua legge, dalla sua Rivelazione, e di conseguenza stacca la società civile da ogni dipendenza dalla società religiosa, cioè dalla Chiesa, che è custode della legge rivelata da Dio, sua interprete e maestra.” (Card. Billot)
    “I pericoli per la fede del popolo cristiano in questi tempi sono molti (come hanno detto recentemente i saggi e coraggiosi Prelati della Provincia ecclesiastica di Burgos); ma sono contenuti in uno, che è, diciamo così, il loro grande denominatore comune: il naturalismo…. Che si chiami Razionalismo, Socialismo, Rivoluzione o Liberalismo, sarà sempre, per la sua stessa condizione ed essenza, la franca o abile, ma radicale negazione della fede cristiana, e di conseguenza è importante evitarlo con diligenza, come è importante salvare le anime”. (Felix Sardà y Salvany, Il Liberalismo è peccato, Sabadell, 1884).

  • stefano raimondo ha detto:

    Articolo condivisibile.

  • Mimma ha detto:

    Analisi chiara e puntuale, magistrale nel delineare i confini di ciò che si intende perOccidente.
    Grazie, don Samuele!
    La Rivoluzione è indubbiamente una delle bestie dell”Apocalisse ed è oggi vincente, ma dev’essere così, nell’approssimarsi delle altre bestie…
    Il Protestantesimo è dolore perenne al Divin Cuore di Cristo e radice dei mali odierni , preludio alla fine dei tempi.
    Esso infatti si pone non solo come via eretica del Cristianesimo, ferita mai rimarginata alla civilta cattolica europea, come Lei ben descrive, ma soprattutto come padre del. Liberismo e del liberalismo ormai degenerato in libertinismo e reificazione delle persone. Il transumanesimo veniente é figlio della filosofia nichilista e del pensiero fluido.
    Non solo, data la maglia larga della sua morale, relativista e opportunistica,, ha consentito l’infiltrazione di elementi sionisti, pseudo religiosi e massonici nei gangli vitali delle società, favorendone in definitiva la scristianizzazione.
    Sono pessimista, Don.
    Non risaliremo la china , nemmeno con la migliore volontà.
    Siamo pochi i fedeli allineati all’Occidente tridentino, senza guida, sparpagliati e soprattutto in ritardo sul ruolino di marcia degli Angeli.

  • Enrico Nippo ha detto:

    «L’inconciliabilità dottrinale tra l’Occidente “essenziale” e ciò che oggi si intende per Occidente è autoevidente appena si abbia compreso l’identità dell’Occidente “essenziale” come Cristianità e l’identità di ciò che oggi si intende per Occidente come il sistema delle liberal-democrazie (a guida anglo-americana) infatti tanto il liberalismo quanto il democraticismo sono ideologie della modernità, duramente condannate dal Magistero della Chiesa], che negano in radice l’idea stessa di res publica christiana, tanto sul piano ideale quanto su quello storico fattuale».

    Queste poche righe rappresentano il cul de sac per i cattolici contemporanei, specialmente per i più agguerriti, nessuno dei quali osa proclamarsi anti liberal-democratico ed anzi si mostra liberal-democratico per esprimere il proprio ininfluentissimo pensiero imbottito di dottrina cattolica.

    Cul de sac = Paralisi. Si spera nella restaurazione della Cristianità facendo salva la liberal-democrazia? Insomma si vuole la botte piena e la moglie ubriaca?

    E poi: forse che anche l’Occidente “essenziale” non è stato liberato dal nazi-fascismo ad opera delle liberal-democrazie? Perciò, si può sputare nel piatto in cui si è mangiato e si continua a mangiare?

    Cul de sac.

  • EGT ha detto:

    Eccellente analisi DonCeccotti . Grazie .EGT

  • Nuccio Viglietti ha detto:

    C’era da aspettarsi che ricorrenti richiami a libertà sempre più sfrenate di ultimi cinquant’anni… altro no fossero che giganteschi specchietti per allodole ove nostri confusi stormi sono stati condotti a schiantarsi…!!…https://ilgattomattoquotidiano.wordpress.com/