L’Attualità della Lezione di Antigone, Oggi. Una Riflessione di Alessandro Bifulco.

17 Maggio 2022 Pubblicato da

 

Marco Tosatti

Cari amici e nemici di Stilum Curiae, mi sembra interessante rendervi partecipi di questa riflessione che mi è giunta in una chat di amici. L’autore è Alessandro Bifulco, Bifulco, autore di “Antologia della contrapposizione. La lotta del bene contro il male”, con prefazione di Giovanni Formicola, Franco Di Mauro editore, ed è amico della Comunità Opzione Benedetto di Napoli-Salerno. Buona lettura e meditazione. 

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«A proclamarmi questo non fu Zeus, né la compagna degl’Inferi, Dike, fissò mai leggi simili fra gli uomini. Né davo tanta forza ai tuoi decreti, che un mortale potesse trasgredire leggi non scritte, e innate, degli dèi. Non sono d’oggi, non di ieri, vivono sempre, nessuno sa quando comparvero né di dove» (Sofocle, Antigone, 450-457)

Salve amici,
questi anni di notevoli travagli tra pandemie e guerre dovrebbero spingere l’umanità alla riflessione sugli errori della società. L’uomo dimostra di non cambiare e di non evolversi come ci si dovrebbe attendere dopo millenarie  esperienze. A tal proposito in questi ultimi tempi ripensando al green pass, al vaccino e da ultimo alle sanzioni alla Russia, ho colto tutti gli spunti della tragedia Antigone di Sofocle.
La società attuale ripercorre fedelmente il dramma del mancato ascolto, dall’intransigenza del pensiero unico dominante (che pretende, erroneamente, di derivare dal diritto positivo in una società fintamente laica e sempre più metafisicamente schierata), fino all’esoterismo ideologico e spirituale.
Dunque riemerge, oltre al mancato ascolto, con inatteso vigore il confronto mai sopito tra il “diritto positivo” e il “diritto naturale”.
In questa prospettiva, prepotentemente, viene in mente, per chi ha rimembranze liceali, la figura icastica di Antigone.

Il mito di Antigone ci parla infatti dell’importanza di comprendere e ascoltare l’altro.
La tragedia ha inizio quando Creonte, Re di Tebe, ordina di lasciare insepolto il cadavere di Polinice (Polinice aveva tradito la sua patria). Sua sorella Antigone però infrange il decreto. Scoperta, viene arrestata e quando viene condotta dal Re suo zio, afferma che la sepoltura di un cadavere è un rito voluto dagli dei, potenze superiori a Creonte. Il re reagisce furiosamente e la condanna a vivere il resto dei suoi giorni imprigionata in una grotta. In seguito alle profezie dell’indovino Tiresia e alle suppliche dei famigliari, Creonte decide di liberarla, ma è troppo tardi: Antigone si è impiccata. Questo porta al suicidio suo figlio, (promesso sposo di Antigone), lasciando Creonte solo a maledire la propria intransigenza.

Creonte è il difensore delle legge, Antigone invece è mossa dalla “pietas”, dal rispetto dei legami di sangue e dei valori familiari. Agisce seguendo la propria Coscienza, che è più forte dei divieti del Potere.

Antigone cioè pone un Limes tra il metafisico e l’uomo.

Ecco il punto d’incontro con gli errori del Forum di Davos e di ciò che si prefigge la IV Rivoluzione di Klaus Schwab. La governance occulta e il controllo totale senza dissenso con la soppressione del diritto naturale spingono verso un Transumanesimo dove l’uomo non è più ad immagine e somiglianza di Dio, ma della volontà di una èlite che non è Dio ma crede di esserlo.

G.Middei in un suo scritto ci ricorda che l’Antigone ci spinge a domandarci: come dobbiamo agire? Obbedendo ciecamente alle leggi o agendo secondo coscienza?

È un conflitto ancora insanabile tra ciò che sentiamo giusto e ciò che ci viene imposto, un amletico braccio di ferro tra l’individuo e la società.

Da ciò scaturisce che il diritto positivo porta inevitabilmente a riflettere sul tema della disobbedienza. Forse la disobbedienza può essere una salvezza se è una disobbedienza ragionata.

“Ragionata perché la disobbedienza richiede un’intelligenza di ordine leggermente superiore. Qualsiasi idiota può essere obbediente, anzi solo gli idioti possono essere obbedienti.

Non significa infatti che bisogna disobbedire solo per disobbedire… anche quello sarebbe un modus da idiota.

La persona intelligente si chiederà prima o poi: PERCHÈ? Perché devo fare questa cosa? Se i motivi sono irragionevoli e le conseguenze negative, non voglio essere coinvolto. Così si diventa responsabili di sé”.

Cosa hanno insegnato i Martiri? Che la conoscenza non è astratta, ma nasce dalla consapevolezza. La Fede dunque non è un dono per pochi ma è il premio per chi la ricerca e la trova.
“Non appena avrai scorto un’ingiustizia e l’avrai compresa – un’ingiustizia nella vita, una menzogna nella scienza, o una sofferenza imposta da altri – ribellati contro di essa! Lotta! Rendi la vita sempre più intensa!” Questo hanno gridato i martiri nella polvere dell’Arena sotto lo sguardo dell’Imperatore (non Dio fatto uomo, ma uomo che si ritiene dio). Ed ecco anche perché il diritto naturale non può soccombere al diritto positivo, bensì è il diritto positivo che dovrebbe acquisire l’essenza del diritto naturale.
Per cui viene da riflettere e pensare che nella vita non bisogna dividersi da se stessi, dalla propria natura, dal proprio codice scritto nel diritto naturale.

“Essere se stessi in un mondo che cerca continuamente di uniformarti è la più grande delle conquiste”.

Un caro abbraccio,

in J et M
A.B.

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