Un Prete in Cammino per Diritti e Libertà. Oggi da Nazzano a Capena.
10 Maggio 2022
Marco Tosatti
Cari amici e nemici di Stilum Curiae, continua il pellegrinaggio di don Emanuele Personeni da Bergamo a Roma, toccando tutta l’Italia, in difesa di diritti e libertà negate da un governo di malfattori, contro la Costituzione, che nessuno si perita di difendere, tantomeno il cosiddetto garante. #camminaeascolta. E per far giungere al pontefice regnante una lettera firmata da molte persone a cui viene proibito di lavorare e avere una vita sociale. Ecco la tappa di oggi.
TAPPA di MARTEDÌ 10/05/2022
da NAZZANO a CAPENA
km 15 a piedi.
Partenza ore 9/9,15 circa.
NAZZANO (RM) -Parrocchia di Santa Maria Consolatrice
FIANO ROMANO (RM) -Parrocchia Santo Stefano Protomartire
CAPENA (RM) -Parrocchia San Michele Arcangelo
***
VANGELO DI MARTEDÍ 10 MAGGIO
TEMPO DI PASQUA
Dal Vangelo secondo Giovanni
Ricorreva, in quei giorni, a Gerusalemme la festa della Dedicazione. Era inverno. Gesù camminava nel tempio, nel portico di Salomone. Allora i Giudei gli si fecero attorno e gli dicevano: «Fino a quando ci terrai nell’incertezza? Se tu sei il Cristo, dillo a noi apertamente». Gesù rispose loro: «Ve l’ho detto, e non credete; le opere che io compio nel nome del Padre mio, queste danno testimonianza di me. Ma voi non credete perché non fate parte delle mie pecore. Le mie pecore ascoltano la mia voce e io le conosco ed esse mi seguono. Io do loro la vita eterna e non andranno perdute in eterno e nessuno le strapperà dalla mia mano. Il Padre mio, che me le ha date, è più grande di tutti e nessuno può strapparle dalla mano del Padre. Io e il Padre siamo una cosa sola».
Commento
Quando l’evangelista Giovanni utilizza il termine Giudei, si riferisce alla leadership ebraica, cioè ai Sacerdoti del Tempio, agli esperti di scritture (gli Scribi), ai Farisei (il partito religioso dei rigorosi osservanti della Legge) e ai Sadducei (la classe nobile, i ricchi ebrei che facevano affari con i romani). Cos’è che li spingeva ad importunare continuamente Gesù incalzandolo sulla sua condizione di Messia? Che non amassero Gesù era evidente e che neppure credessero alle sue parole, altrettanto. Perché dunque insistevano nell’interrogarlo come nell’episodio odierno riferito da Giovanni: «Fino a quando ci terrai nell’incertezza? Se tu sei il Cristo, dillo a noi apertamente». Gesù rispose loro: «Ve l’ho detto, e non credete». L’incredulità di costoro non nasceva da una posizione di natura intellettuale. In tal caso avrebbero lasciato in pace Gesù, l’avrebbero considerato un ciarlatano senza valore. Invece no, le parole di Gesù, unite al suo agire, erano per loro un pungolo insopportabile. Evidentemente c’era qualcosa nel loro cuore e nel loro agire che le parole di Gesù scoperchiavano e che essi invece volevano tenere ben nascosto. Che cosa? C’era che essi amavano il potere, c’era che essi sarebbero stati disponibili a riconoscere qualsiasi messia, perfino Gesù, se Lui si fosse sottomesso a loro almeno qualche volta, se avesse dato loro ragione in qualche discussione pubblica, davanti a tutti, così da rinforzare la loro posizione, se avesse fatto un pò di buon viso alla loro autorità, se si fosse adeguato un pochino, se si fosse trattenuto dal mettere in evidenza le loro ipocrisie, se avesse lasciato loro l’ultima parola. Se insomma Gesù avesse deciso di inchinarsi e di fare inchinare tutti invece di invitare la gente ad alzare la testa. Il fatto é che Gesù non li temeva, faceva ciò che diceva, ma non faceva né diceva ciò che loro volevano. Si comportava da Messia ma in un modo diverso da ciò che loro pensavano dovesse essere un Messia. Conquistava la fiducia della gente non certo seducendola con discorsi dolci né terrorizzandola con minacce. Diceva alla gente semplicemente la Verità, l’unica Verità, quella che salva le persone, quella che le risveglia, quelle che le invita ad alzarsi, a camminare, a vedere, a parlare, a sentire invece di spingerle a chiudere orecchi, occhi e bocca per paura. Una verità che liberava le persone dalle potenze interiori (superbia, egoismo, avidità) e dalle potenze esteriori a cui l’uomo, per paura, decide di vendere la dignità in cambio delle briciole che esse lasciano cadere dal tavolo. La Verità per cui il Padre Dio non vuole schiavi ma figli, non vuole clienti ma amici, non vuole dipendenti ma appassionati alla comune causa di liberare fino all’ultimo degli oppressi per renderlo partecipe della gioia di Dio. Questo é il punto. Che nel Regno di Dio annunciato da Gesù il potere dei capi non trovava posto. Non c’era posto per la paura da cui essi traevano prestigio, non c’era posto per privilegi di cui essi vivevano, non c’era posto per il servilismo, la piaggeria, la malizia, l’avidità con cui ingrassavano. A farla breve non c’era posto per loro. Non sorprende dunque che fossero infastiditi.
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