Il Cancro del Mondo, l’Anno Giubilare e la Preghiera di Gesù.

10 Maggio 2022 Pubblicato da

Marco Tosatti

Carissimi StilumCuriali, R.S. ci offre un articolo tutto da meditare , molto ricco di spunti e suggestioni, sulla situazione che stiamo vivendo, ciò che ci vogliono imporre e la nostra, di ciascuno, possibile risposta. Buona lettura e riflessione.

§§§

 

LA SAPIENZA DELLA BIBBIA E LA PREGHIERA DI GESU’

Per centinaia di milioni di persone la vita si è complicata moltissimo. Per fare un esempio banale, il Fondo Monetario Internazionale e la FAO registrano in tre mesi un aumento di 30 punti nell’indice dei prezzi alimentari senza che vi siano segnali di rallentamento ed anzi con la salita in ulteriore accelerazione.

Questa è semplicemente una catastrofe umana. La stessa che riguarda chi, a stipendio fisso, deve fronteggiare l’inflazione o ben oltre il tasso di inflazione il pagamento di bollette quasi raddoppiate.

 

L’ARIA CHE TIRA

Se guidando sbadatamente, con gomme lisce e strada bagnata, provoco un incidente a un tizio in bicicletta con l’ombrello, potrebbe farmi comodo spostare l’attenzione sulle gomme, sulla pioggia o sull’andatura del ciclista con l’ombrello. In realtà il vero problema sarebbe la sbadataggine. Così succede per chi pilota l’attenzione sulla pandemia, sulla guerra, sul clima e su altre spiegazioni, evitando di parlare del vero problema, la causa prima, che è la crisi del sistema finanziario mondiale fondato sul debito.

 

Le menti che controllano il discorso (il WEF di Schwab e consimili) spingono per alimentare i conflitti e parlano di quarta rivoluzione industriale e altri grandi reset sistemici e culturali, sottintendendo che sia l’umanità a richiederlo per poter progredire. Tuttavia queste ricette servono soltanto a nascondere le responsabilità del cancro che sta distruggendo i popoli, una distruzione voluta per resettare tutto senza mollare la presa su un sistema di potere concentratosi in pochissime mani con menti dalle idee pericolose (green pass e microchip).

L’umanità (e l’Occidente in particolare) sonnecchia al volante, tambureggiata di distrazioni sociali e preoccupazioni prefabbricate, mentre le volontà maligne che spacciano i sedativi penetrano in tutti i gangli vitali della società (a cominciare dalla scuola), corrompendone l’agire. Con le idee che ci sono dietro l’eugenetica non deve sorprendere, né la propensione a creare schiavi, ma parlando sempre di libertà.

A monte di tutto c’è il sistema del debito e dei suoi gestori. Il PIL mondiale attualmente è meno della metà del debito globale (216000 miliardi di dollari). I geniali gestori del debito, favorita l’esplosione dell’inflazione e pilotata l’economia verso la recessione, si accingono a finanziare l’ecosistema globale mantenendo il potere e continuando a detenere le leve del comando per decongestionare il pianeta (ognuno si immagini come).

La piccola cricca della grande finanza fa suonare l’orchestrina del Titanic godendosi le prospettive della dipartita di molti. Il dopo nei loro desiderata è transumano: così vuole chi ha impedito di vedere l’iceberg.

 

L’ANNO GIUBILARE

Se tutti i problemi vengono dal debito (un debito non reale, ma promosso da chi ha il potere di creare soldi dal nulla) la soluzione sarebbe semplicemente quella di eliminare il debito o ridurre al vuoto di potere chi sta trascinando l’umanità nel baratro dentro un delirio di onnipotenza che, non estraneo a certe simpatie per la creatura nota come Scimmia di Dio, scimmiotta ben altro Creatore.

Nella Bibbia è molto interessante il comando che il Signore diede al popolo liberato dall’Egitto di celebrare l’anno giubilare, rimettendo i debiti e liberando gli schiavi. C’è una sapienza divina che oggi, dopo un secolo di crisi finanziarie e disastri associati, vediamo in tutta la sua saggezza e concretezza.

Non sfugga che l’anno della sua vita pubblica in cui Nostro Signore insegnò il Padre Nostro (rimetti a noi i nostri debiti, come noi li rimettiamo ai nostri debitori) era un anno giubilare! Si era aperto nel mese di tishri del nostro anno 30 (il discorso di Gesù a Nazaret, riportato nel vangelo di San Luca al capitolo 4,14-19 citando Isaia) e si sarebbe concluso alla fine dell’estate del 31, quando Gesù inizia a trattare il tema del seminatore (c’è in tutti i sinottici), ruolo di grande attualità dopo un anno sabbatico e successivo giubilare, senza lavorare la terra.

Ne troviamo l’eco esplicita in Luca 6,1: parla di un sabato deuteroproto, smarrito in molte traduzioni, cioè il secondo-primo. Il settimo anno è sabbatico, ma il settimo sabbatico è seguito da un anno giubilare, il cinquantesimo, il primo del successivo gruppo di sette (nel Pentateuco è spiegato bene).

Non è l’unico caso nella Bibbia: nella vicenda di Ezechia (Is 37,30 e 2 Re 19, 29-31) il segno per il re assediato consiste in un biennio di anni (un sabbatico + il giubilare) con tanti saluti all’ironia di Sennacherib (2 Cr 32, 10-11): gli anni in questione sono il 707-706 a.C. sabbatico seguito dal 706-705 a.C. giubilare.

Che il calcolo non sia astruso lo confermano questi altri due passi.

Il primo è 1 Mac 6, 49 c’è l’unico anno sabbatico esplicitamente citato nella Bibbia, collocabile cronologicamente con sicurezza anche in base ai dati di Giuseppe Flavio che lo mette in relazione alle olimpiadi antiche. L’anno è il 161-160 a.C. ed è esattamente un anno che sta nella lista che va di sette in sette a ritroso dal 29-30 d.C. o proseguendo dal 707-706 a.C.

Il secondo è Ger 34, 8-22 (e anche Ger 52,6) con le sorti dell’assedio di Gerusalemme che precipitano nel 586 a.C. anche a seguito del comportamento del re Sedecia, che non rispettò l’anno sabbatico del 588-587 a.C.

 

LA VERITA’ RENDE LIBERI

Gesù insegna a pregare il Padre spronando a santificarne il Nome, a chiedere la venuta di quel Regno (che non è quello dei dominatori di questo mondo che ha un principe malevolo e ribelle a Dio) e soprattutto a fare la Sua volontà. Insegna a chiedere al Padre quel Pane che non si limita a sfamare la fame materiale e a entrare in una logica in cui i debiti vengono rimessi (secondo la volontà di Dio) e non generati ad arte e sfruttati per rendere schiavo il prossimo.

Adesso siamo nella prova e chiediamo al Padre di saperla affrontare nella Sua volontà, senza cadere nei tranelli di quel Maligno dal quale chiediamo a Lui la liberazione definitiva.

La libertà viene dalla Verità, mai viceversa. Il Maligno di questi tempi detiene una gran quantità di mezzi e strumenti di distrazione e di inganno, nonché la leva per rendere indebitati e pilotare di crisi in crisi.

Bisogna essere disponibili a portare la croce: solo perdendo la propria vita è possibile salvarla.

Questa è la tentazione satanica dei gestori del debito: indebitare e creare crisi per non perdere il proprio potere e la propria faccia davanti al mondo, volendolo possedere credendosi nelle veci di “dio” proprio mentre ne disprezzano la volontà, la croce e gli insegnamenti di redenzione per l’umanità che nei loro intenti va transumanizzata.

Il mese di maggio è dedicato alla devozione all’umile Ancella del Signore.

Ci aiuti il suo Cuore Immacolato, un tenero amore di mamma, a essere figli capaci di pregare il Padre Nostro come ci ha insegnato Gesù, il Verbo incarnato, vero uomo e vero Dio. Per essere uomini liberi nella Sua Verità.

 

R.S.

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17 commenti

  • OCCHI APERTI! ha detto:

    Io sono venuto in questo mondo per giudicare, perchè coloro che non vedono vedano e quelli che vedono diventino ciechi. Alcuni dei farisei che erano con lui udirono queste parole e gli dissero: Siamo forse chiechi anche noi? Gesù rispose loro: Se foste ciechi, non avreste alcun peccato; ma siccome dite: Noi vediamo, il vostro peccato rimane.

    Gesù in Gv 9, 39-41

  • Il Matto ha detto:

    E’ noto (o forse no) che il battito di ciglia simboleggia (dunque esprime realmente) l’interruzione del “vedere”: quell’attimo interrompe l’eternità.

    Gli occhi aperti vedono eternamente, ma il battito di ciglia interrompe l’Eternità ei fa piombare lo sguardo nel tempo, con tutti gli inconvenienti più o meno tragici (ma anche comici 😅) che l’immersione nel tempo comporta.

    Non è quindi un caso che nella meditazione, anzi contemplazione zen, gli occhi vadano mantenuti sempre aperti, senza battere le ciglia, ovvero senza interrompere l’Eterno.

    • OCCHI APERTI! ha detto:

      Ah ecco…ora capisco a cosa serve la trave nell’occhio (e guai a toglierla!)..hahaha…: a non battere mai le ciglia!!!!!

      Simpatico Nippo oggi ho letto un suo commento direi cattolico e ho esclmato – WOW!! ora lo applaudo – ma poi mi imbatto in sta contemplazionezen…accidempolina…Molli sta spada sincretista e afferri il Santo Rosario che è arma ben più valorosa e utile al momento (sempre)!

      Buona prosecuzione!

      OCCHI APERTI!

      • Enrico Nippo ha detto:

        Il Rosario e la Spada vanno di pari passo col Silentium.

        Mi aspetto un altro suo sberleffo.

        Che Dio la benedica.

        • OCCHI APERTI! ha detto:

          Lei sfruculia e io sberleffo? Ma no, affatto. Forse con lei esce un poco la mia vena burlona, a volte, è vero, ma provo dell’affezione sincera e se non mi imbatto nei suoi commenti mi preoccupo (a proposito, il sacerdote Rodrìguez Rodrìguez manca all’appello…forse il fuso orario?). La diversità, per fortuna, non ostacola lei nè me. Almeno possiamo dimostrare di metterci sotto i piedi la stramaledetta distanza sociale che a volte colgo anche in questa bella e variopinta comunità.

          Dio ci benedica, allora, e la Madonna ci protegga!

          p.s: ha mai letto san Juan de la Cruz?…Todo/Nada..?

          • Il Matto ha detto:

            San Giovanni della Croce?

            Un maestro zen di altissima levatura?

            Un maestro strepitoso dell’abbandono di sé?

            Come potrei non conoscerlo, io che sono un Matto in cerca dell’Assoluto? 😉

  • OCCHI APERTI! ha detto:

    Il “culto del silenzio” non può e non deve essere confuso con la passività; non è assenza dalla scena o menefreghismo. Il culto del silenzio è proprio degli oranti, dei dialoganti con la Santissima Trinità. Solo chi è chiamato alla contemplazione, lo pratica davvero. E’ un dono, non una disciplina. E’ una grazia, non una conquista.

    Essere cristiani cattolici non è un insieme di norme e regolette: è un incontro! L’incontro può avvenire prima di farsi cristiani o può avvenire dopo (e può, ahimè, non avvenire mai).
    Se non avviene si finisce coll’essere cristiani di nome, non di fatto. E come chi guarda una cattedrale dall’esterno non può sbalordirsi di fronte al caleidoscopio di colori delle vetrate, chi resta “esterno” allo Spirito di Cristo non coglie nulla della Sua vita e della Sua morte. Niente ha significato.

    “Ti benedico, o Padre, Signore del cielo e della terra, perché hai tenuto nascoste queste cose ai sapienti e agli intelligenti e le hai rivelate ai piccoli. Sì, o Padre, perché così è piaciuto a te. Tutto mi è stato dato dal Padre mio; nessuno conosce il Figlio se non il Padre, e nessuno conosce il Padre se non il Figlio e colui al quale il Figlio lo voglia rivelare.” Mt 11, 25-27

    • Il Matto ha detto:

      No, no! E’ anche una disciplina e una conquista!

      C’è un prezzo da pagare!

      C’è una scalata da compiere!

      C’è un dimenticarsi del proprio io fittizio!

      C’è un gettare via ciò che si è, che si ha e che si sa!

      Occorre sapere di che si parla!

      • OCCHI APERTI! ha detto:

        per sapere di che si parla e, dunque parlare a ragion veduta, occorre porsi in ascolto. Se lei praticasse ciò di cui ciarla, lo farebbe senza porsi sempre sulle difensive.
        Oltre a sapere di che si parla, è importante sapere con chi/Chi si parla.
        Buon Silentium, alla maniera sua naturalmente: i frutti son noti.

  • Maria Michela Petti ha detto:

    Il “tenero amore di mamma” ci renda “figli capaci” non solo “di pregare il Padre Nostro come ci ha insegnato Gesù”, ma anche – sul Suo esempio di obbedienza al Padre e servizio al piano salvifico dell’umanità – di corrispondere alla Sua esortazione: «fate quello che vi dirà» pronunciata alle nozze di Cana. In una delle pochissime esternazioni.
    Fare quello che ci ha detto il Figlio. Partendo dal rinnegamento di sé per conquistare la liberazione dalle catene del proprio “io”, molto molto limitato, per seguire Cristo sulla Via della Verità che ci rende liberi, accettando “ogni giorno” (cfr. Lc 9,23) il non leggero peso della croce aggravato dalle non poche miserie della natura umana.

  • OCCHI APERTI! ha detto:

    Ho apprezzato.

  • Il Matto ha detto:

    Certo che il Padre nostro non è una preghiera del tutto abbordabile dall’intelligenza umana.

    Si dice al Padre: “venga il tuo regno”. Ora, dove deve venire questo regno? Sulla terra? Ma se è detto che tale regno “non è di questo mondo” il conto non torna.

    Poi si dice al Padre: “sia fatta la tua volontà come in cielo così in terra”. Questa frase è davvero sibillina: primo, perché la volontà del Padre nessuno la conosce nella sua integrità (nemmeno il Figlio!); secondo, perché resta il solito dilemma tra “volontà” e “permissione” del Padre. Infatti, come afferma Meister Eckhart, “come in cielo così in terra” significa “come nel bene così nel male”.

    Queste brevi considerazioni possono indurre a pregare senza porsi domande nel tentativo – illusorio – di “capire”.

    Di fatto, nessuna esegesi può giungere al Mistero di Dio, ed infine la preghiera ha da essere ignorante, nel senso che l’orante ignora ciò che della preghiera ne farà o non e farà Dio.

    Per questo, a mio parere, meglio darsi al Silentium della “dotta ignoranza”, per dirla con Cusano, ove, alla lettera, non si capisce niente di niente, e quel che si capisce si mostra per quello che è: un’illusione.

  • Nuccio Viglietti ha detto:

    Avvicina redde rationem…in fondo danaro altro no è i che carta straccia… senza dimenticare che… piccoli debiti si onorano… medi debiti si onorano quasi sempre… grandi enormi debiti si onorano solo facendo altri debiti…!!…https://ilgattomattoquotidiano.wordpress.com/

  • Maria Giulia Scacchi ha detto:

    Grazie. Bellissimo.