Mons. Viganò: Riflessioni sulla Riforma della Settimana Santa del 1955.

8 Maggio 2022 Pubblicato da

viganò, medias

Marco Tosatti

Cari amici e nemici di Stilum Curiae, mi sembra opportuno portare alla vostra attenzione questa risposta di Mons. Carlo Maria Viganò pubblicata su Medias Presse Info, che ringraziamo per la cortesia. Buona lettura.

§§§lo

Caro Signor…, 

 

vi ringrazio per avermi sottoposto la domanda dell’abbé… a proposito della riforma della Settimana Santa.  

 

Concordo con lui sul fatto che essa può effettivamente considerarsi una sorta di ballon d’essay con cui gli artefici della successiva riforma conciliare hanno introdotto tutta una serie di modifiche – a mio parere del tutto opinabili ed arbitrarie – all’Ordo Majoris Hebdomadæ fino ad allora in vigore.  

 

Direi anzi che queste modifiche possono essere apparse quasi innocue, ancorché cervellotiche, perché la mens che le aveva partorite non si era ancora palesata né con la riforma di Giovanni XXIII né tantomeno con quella ben più devastante inaugurata dalla Costituzione Sacrosanctum Concilium e poi ulteriormente esasperata dal Consilium ad exsequendam; ma ciò che per un parroco del 1956 poteva sembrare una semplificazione dettata dalle esigenze di adattare la complessità dei riti della Settimana Santa ai ritmi della modernità – e che probabilmente fu presentata per tale allo stesso Pio XII, tenendone nascosta la portata dirompente – acquisisce ai nostri occhi ben altro senso, poiché in essa vediamo anzitutto all’opera la disinvolta mentalità sfrondatrice dei modernisti e degli allievi del mai abbastanza deprecato rénouveau liturgique; e in secondo luogo perché riconosciamo nelle scelte di presunta semplificazione delle cerimonie la stessa impostazione ideologica delle più ardite innovazioni del Novus Ordo. Infine, tra i personaggi che fanno capolino in quella riforma compaiono i protagonisti della riforma conciliare, promossi a più alti incarichi proprio in virtù della loro notoria avversione alla solennità del culto: è difficile pensare che quanto essi avviarono tra il 1951 e il 1955 non fosse concepito come primo passo verso gli stravolgimenti portati a compimento meno di vent’anni dopo.  

 

Certo, l’aria che si respira in certe parti del rito di Pio XII – penso al Pater noster recitato dal celebrante e dai fedeli, ad esempio – è la stessa che ritroviamo nel Novus Ordo: vi si percepisce quel “qualcosa” di estraneo, di innaturale che è tipico delle opere che non sono ispirate dal Signore e che sono palesemente umane, intrise di un razionalismo che nulla ha di veramente liturgico ma che puzza di quella presunzione gnostica che giustamente Pio XII condannò nell’immortale Enciclica Mediator Dei. Desta stupore che quegli stessi errori provvidenzialmente condannati nel 1947 siano riusciti a riemergere proprio nella riforma che egli promulgò: non dimentichiamo però che il Pontefice era in età avanzata e molto provato nel fisico e nell’animo dal recente conflitto mondiale; includere Pio XII nell’elenco dei demolitori della Tradizione sarebbe quindi tanto ingiusto quanto ingeneroso.  

 

Fatta questa premessa, rimane da valutare se per il rito promulgato da Pio XII con il Decreto Maxima Redemptionis nostræ Mysteria del 16 Novembre 1955 valgano le medesime eccezioni sollevate per il Novus Ordo Missæ promulgato da Paolo VI con la Costituzione Apostolica Missale Romanum del 3 Aprile 1969. O meglio: premesso che il Motu Proprio Summorum Pontificum riconosce ai Cattolici il diritto di avvalersi del rito precedente in ragione della sua specificità rituale, dottrinale e spirituale; premesso che il Motu Proprio non entra nel merito di una valutazione di ortodossia del Novus Ordo ma si limita ad una questione – per così dire – di gusto liturgico; possiamo estendere tale principio anche ai riti precedenti il Motu Proprio Rubricarum Instructum di Giovanni XXIII e lo stesso Decreto Maxima Redemptionis nostræ Mysteria, esprimendo questa nostra “preferenza” per il rito cosiddetto di San Pio X?  

 

Questa è in realtà una provocazione. Anzitutto perché non condivido la compresenza di due forme dello stesso Rito nella Chiesa di rito romano; in secondo luogo perché considero gravemente mancante e certamente favens hæresim il rito riformato, facendo mia tanto la denuncia dei Cardinali Ottaviani e Bacci, quanto quella di Mons. Marcel Lefebvre, e sono convinto che il Novus Ordo vada semplicemente abolito e proibito, e il rito tradizionale dichiarato unico Rito Romano in vigore. Solo in quest’ottica, infatti, ritengo sia possibile “impugnare” canonicamente anche l’Ordo Hebdomadæ Sanctæ instauratus e, volendo essere puntigliosi, anche il Motu Proprio Rubricarum Instructum, soprattutto in ragione della loro coerenza di impostazione con il Novus Ordo e della loro evidente rottura con l’impostazione del Missale Romanum precedente.  

 

Ora, vista la vacatio legis in cui ci troviamo, credo che se la Fraternità San Pio X ritiene legittimo far riferimento al Messale di Giovanni XXIII perché riconosce in tutte le successive riforme che portarono al Messale di Paolo VI la medesima mente dolosa; per lo stesso motivo – di natura principalmente prudenziale – essa potrebbe applicare il medesimo principio alla riforma della Settimana Santa, anche se in essa – come nel Messale di Giovanni XXIII – non vi è alcunché di eterodosso o di nemmeno lontanamente incline all’eresia.  

 

Questo, credo, fu il motivo per cui mons. Lefebvre scelse appunto il rito del 1962. D’altra parte, avendo egli una mente giuridica in virtù della sua solida formazione, comprendeva bene che non sarebbe stato possibile applicare una sorta di “libero esame” alla Liturgia, perché questo avrebbe autorizzato chiunque a adottare qualsiasi rito. Allo stesso tempo, però, non gli sfuggiva – come non sfugge a noi oggi – l’indole eversiva della riforma conciliare, volutamente aperta alle deroghe ad experimentum, agli infiniti ad libitum, col pretesto di ritrovare una presunta purezza originaria dopo secoli di sedimentazioni rituali. Proprio per questo Mons. Lefebvre decise di tornare al rito meno compromesso, ossia quello del 1962, forse senza cogliere alcuni aspetti controversi delle riforme di Pacelli e di Roncalli che solo un esperto liturgista avrebbe colto, soprattutto in quei travagliati anni Settanta. Non dimentichiamo inoltre che il Rénouveau liturgique iniziò in Francia ben prima che in Italia, e che molte novità poi diventate norma della Chiesa universale furono sperimentate sin dagli anni Venti in Diocesi francesi, ad iniziare dall’uso dei paramenti gotici e dell’altare versus populum, sempre in nome di quell’archeologismo che avrebbe cancellato con un tratto di penna un intero millennio di vita della Chiesa. Immagino che agli occhi di un Prelato italiano celebrare coram populo con la casula medievale apparisse una stravaganza, mentre per un Arcivescovo francese era ormai un uso acquisito e per certi versi addirittura incoraggiato.  

 

Dobbiamo inoltre comprendere – e in questo credo di essermi ampiamente espresso – che la mens della riforma iniziata a livello locale ben prima di Pio XII e poi progressivamente diffusa nell’orbe cattolico è del tutto antigiuridica: i loro artefici si sono avvalsi dell’autorità del Legislatore per imporre con forza di legge un rito che doveva essere tutto, fuorché un’applicazione pedissequa del testo liturgico; il Messale non doveva più contenere i testi che il celebrante doveva recitare fedelmente, ma una sorta di canovaccio che autorizzasse le peggiori eccentricità e insinuasse nel corpo ecclesiale una inesorabile perdita del senso del sacro. Questo non è ancora visibile né nell’Ordo Hebdomadæ Sanctæ instauratus, né nel Messale di Giovanni XXIII; ma il principio della perpetua mutevolezza del rito e del suo disinvolto aggiornamento (assieme all’erronea persuasione che esso si sia corrotto col passare dei secoli e che in quanto tale necessiti di essere “sfrondato” dalle superfetazioni, mentre esso è invece il risultato di uno sviluppo armonico dato dalle circostanze, dal tempo e dai luoghi) era già posto. E certamente la modifica del Canone Romano da parte di Roncalli con l’inserimento del nome di San Giuseppe andava nella stessa direzione, toccando addirittura la preghiera più antica e sacra del Santo Sacrificio.  

 

Concludo con una constatazione. Molte comunità che si avvalgono del Motu Proprio Summorum Pontificum celebrano i riti della Settimana Santa seguendo il Messale precedente alla riforma di Pio XII: la stessa Commissione Ecclesia Dei ha autorizzato questa deroga, considerando legittime le motivazioni addotte da chi la chiedeva. Non vedo quindi per quale motivo la Fraternità, che nella custodia della Messa tradizionale è stata all’avanguardia in tempi ben più difficili, non possa fare altrettanto. Di certo, quando la Chiesa ritroverà se stessa, tutto ciò dovrà essere ricondotto nell’alveo della legge; una legge che, possiamo sperare, terrà saggiamente conto delle criticità sollevate.  

 

Auspico che queste mie considerazioni possano in qualche modo essere di aiuto al reverendo abbé …. 

 

L’occasione mi è grata per impartire a tutti voi, cari amici, la mia paterna benedizione. 

 

 

+ Carlo Maria Viganò, arcivescovo

 

 

§§§

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87 commenti

  • Slave of JMJ ha detto:

    The Church of Atonement, a church within a church:
    https://www.holylove.org/wp-content/uploads/2020/04/med_1568741966.pdf

    “My brothers and sisters, never allow discouragement to be a part of your heart; rather, have hope always, for hope comes from the Lord. The Father desires that you unite your will to His, and this is only possible if you overcome the obstacle of discouragement that Satan sets upon you. Every moment holds precious grace with which to be victorious. Therefore, live in joy, hope and peace, and always trust
    that victory is ours.” -holylove.org message May 9, 2005

    I extend to the reader the baptism of truth, the anointing of St. Michael, St. Joseph’s fatherly blessing, and the Complete Blessing of the Holy Trinity and the Immaculate Heart of Mary. Mary, Protectress of the Faith and Refuge of Holy Love, come to my aid. Amen.
    holylove.org
    May the God of wisdom, truth and justice truly bless you today, now and always!

  • Mimma ha detto:

    @Il Matto
    Certamente.
    Chiedo scusa.
    La Fede è virtù Teologale. Grazie della correzione.
    Chi è dubbioso, incredulo, eretico, può ammettere l’esistenza di Dio, penso.
    Al Signore basta poco per attirare a Sé i suoi figli.
    Se poi questi insistono…allora fa Lui tutto il resto.
    Sono sicura di quello che dico.
    Buona giornata, caro Matto!

    • OCCHI APERTI! ha detto:

      Cara signora Mimma, il libero arbitrio non è uno scherzo. È volontà di Dio la nostra libertà. E il NON SERVIAM una terribile opzione…

  • Mimma ha detto:

    Che cos’è la Fede?
    La Fede è una forma di conoscenza soprannaturale delle verità rivelate da Dio.
    Essa procede direttamente dall’Alto, come ricorda San Giovanni ( Gv.6, 45) ” tutti saranno istruiti da Dio”.
    Perciò, in quanto tale ,l a Fede è ” la forma di conoscenza più certa che esista sulla terra”, secondo le parole del Catechismo Cattolico, proprio perché ciò che porge proviene da Chi, essendo Verità Assoluta,i non può mentiire.
    Alla Fede è connesso il possesso della Vita eterna, come si legge nello stesso meraviglioso passo giovanneo.
    Essa è fondamento di tutte le virtù, compresa la Carità che pure la supera in valore ma dalla quale è preceduta .i
    Stiamo parlando della Fede, cioe della Virtù Cardinale, e non di fedi, per le quali valgon bene le definizioni laiche dei vari dizionari.
    Proprio perché essa si basa sulla Parola di Dio, non può essere soggetta a : dubbio volontario, incredulità, eresia.
    Ancora il Catechismo ci viene in aiuto: se davanti al Santissimo mi crogiolo nel dubbio sulla realtà della Divina Presenza, commetto peccato mortale.
    Se non credo alla perpetua Verginità di Maria prima durante e dopo il parto, commetto peccato mortale.
    Se stravolgo, ereticamente, la verità dell’Inferno, negandone l’esistenza e la sostituisco con l’errore del condono generale di tutti i misfatti senza la necessità del pentimento e della espiazione, commetto peccato mortale.
    Quindi, la Fefe si configura come un abbandono totale della volontà e dell’intelletto al Creatore, il quale ci istruisce e ci svela i Suoi misteri in maniera proporzionale alle nostre limitate capacità intellettive.
    Non è vietato ragionare su di essa, purché si rispettino le verità che essa comunica. La superbia é la sua nemica acerrima, in quanto madre di tutti i vizi e di Satana .
    Chi è dubbioso, incredulo, eretico, preghi. Preghi molto
    Prima per chiedere perdono, poi per ottenerla.

    • Enrico Nippo ha detto:

      Scusi, Mimma,

      la Fede è virtù teologale (con Speranza e Carità) e non cardinale (Giustizia, Fortezza, Prudenza e Temperanza).

      E poi: come fa chi è dubbioso, incredulo, eretico, a pregare molto? Deve avere … fede nella preghiera?

      • Nemo ha detto:

        Temo proprio di sì. Ovvero tu comincia a pregare e poi… sarà quel che sarà !

    • Rolando ha detto:

      Minna cara, vedo, leggendo questo tuo intervento e forse ti è sfuggito il mio con Nippo e STILUMCURIALE proprio sulla Fede.
      Non condivido il tuo concetto di Fede proprio perché non deriva dalle sacre scritture né del NT e tanmeno dell’AT e peggio ancora non è la fede di Gesù nel Padre suo.
      Ti sarei comunque molto grato e debitore in charitate se tu trovassi qualcosa nel mio scritto del 9 maggio ore 12;35 da correggere. Sono assetato di conoscenza, non di Fede perché questa è un dono gratuito di Dio e son più che fiducioso che il suo dono è perfetto. Lo amo sopra ogni cosa. Grazie di cuore.

    • Rolando ha detto:

      Scusami: MIMMA.
      La fede una forma di conoscenza? Ma scherziamo?!!!

    • Rolando ha detto:

      Cara Mimma, è la Fede che ti dà il possesso della vita eterna o Colui che ti dà il dono della fede?
      E tu Lo ameresti perché ti dà la vita eterna, perché sei sicura che al dono della Fede è abbinato quello della vita eterna? Spero non sia così. Invano allora la rivelazione ci avrebbe svelato che Dio è Amore ed è per questo che dona gratuitamente la Fede a chi vuole e la nega ( in modi Suoi reconditi) a chi non la vuol dare a causa di troppo antropocentrismo.

    • Rolando ha detto:

      Cara Mimma non sta scritto nei dieci comandamenti che chi non crede a qualsiasi cosa, eccetto Dio, fa peccato.
      Ho scritto eccetto Dio, appunto perché la Fede in Lui è un suo dono esclusivo: la dona a chi vuole.
      Ascoltare troppe prediche e troppi catechisti si corre il rischio di non sentire lo Spirito del Signore Dio.

  • Il Matto ha detto:

    E poi bisognerebbe diventare selvatici e irriflessivi come i Santi.

    Avevo scritto un pezzo al riguardo ma Tosatti sensei deve averlo cestinato 🤣🤣🤣🤣🤣

    • Rolando ha detto:

      Caro IL MATTO. Come l’Innocente (The Idiot) nel Boris Godunov di Modest Mussorgsky?
      “Piangi Russia. Piangi”

  • Il Matto ha detto:

    A mio modesto parere, il Silentium è la medicina.

    Più numerosi sono i soggetti che praticano il Silentium e più l’immondizia del mondo viene spazzata via.

    🖐

    • acido prussico ha detto:

      Appunto. Soprattutto Silentium scritto che straripa, stra-bocca, esonda dal tema del post: ieri era (era..) NO vs. VO.

  • Adriana 1 ha detto:

    O.T. ( apparentemente ),
    Gentile Tosatti, mi affretto a postare qui il link dell’articolo di oggi di Maurizio Blondet. Vi sono riprodotti, in particolare, il discorso del prof. Frajese e del prof. Bizzarri al Senato della Repubblica.
    https://www.maurizioblondet.it/espulso-dallordine-il-professor-frajese-cosa-aveva-detto/
    A me pare che proprio loro abbiano compiuto un autentico ” atto d’amore “, non quello -falso – che è stato gabellato da qualcuno non qualificato come vero.

  • Mimma ha detto:

    Dott. Tosatti, sono sicura che il correttore e manovrato da un satana.
    Legga come, storpiando il
    commento di Alessandro DS e confondendo il sacro col…profano che cosa ha combinato a Pio Dodici, per giunta vecchio e rinc…
    Ne conviene?
    Sto ridendo con le lacrime
    Nel.mio commento i preti si inginocchiano, si inchinano, stanno con le mani giunte…
    Ohhh!

  • Mimma ha detto:

    Senza il N.O. sarei orfana di Gesù Cristo.
    Dalle mie parti infatti è raro trovare il Vetus, che conosco bene tuttavia, perché era il Sistema della mia infanzia che ha retto fino agli ultimi anni sessanta.: indimenticabile l’ultima Missa Angelorum cui ho potuto assistere, alla parrocchia San Domenico di Messina.
    Anticamera del Paradiso…
    Direi, in base alla mia esperienza, beninteso, che il difetto non sta tanto nell’Ordine, quanto in coloro che lo usano .
    A parte le considerazioni già fatte in tanti commenti che condivido, così come sottoscrivo l’elenco delle storture da eliminare, focalizzerei l’attenzione sui preti.
    Ci sono sacerdoti molto dignitosi all’altare, composti, che stanno con gli occhi bassi, intenti alla liturgia, consapevoli del mistero, coinvolti dalla Divina Presenza che si degna di scendere nelle loro mani; si inginocchiato si indignano, tengono le mani giunte.
    Ci sono invece preti istrionici, che parlano coi chierichetti mentre si purificano le dita e scherzano con le chierichette ( altro obbrobrio da eliminare, secondo me), fanno battute ai fedeli, coi quali interloquiscono,sono frettolosi, guardano dappertutto, si distraggono persino.
    C’è il nodo dell’ omelia, quasi sempre riassunto o ripetizione letterale delle letture, come se i fedeli fossero sordi o rimbambiti.
    Stamattina non ne ho potuto più e sono uscita durante l’omelia, una tiritera di trenta minuti senza capo né coda con molti spunti di eresia.
    Secondo il poveretto, il Signore ci vuole felici e contenti nella vita, non nel dolore, perché é il Dio della gioia. Detto così, ai piedi della Croce e rivolto a vecchi cadenti, a vecchie con quattro capelli tinti, infiacchiti da innumerevoli mali e da pseudovaccini, a madri orbate dei figli e a figli coi genitori irraggiungibili dentro le case di cura, con un futuro incerto, senza lavoro, senza spiegare il senso del dolore e il significato di quella gioia misteriosa che nessuno può togliere, capite che catechesi fulminante!
    Altra roba da eliminare: l’omelia.
    I preti di oggi ignorano le regole minime dell’oratoria, conoscono male la lingua italiana, non avendo piu la base indispendabile del Latino, storpiano la dottrina, tramandata loro da seminari corrotti dal protestantesimo, hanno come capo un apostata che seguono pedissequamente, secondo il quale il peccato non esiste, la misericordia é concessa a tutti senza bisogno di pentimento e l paradiso é spalancato a tutte l’ore altrimenti Dio non è Dio.
    Quindi, secondo me, prima del problema liturgico, c’è da risolvere il problema della formazione dei sacerdoti e quindi dei seminari, non più all’altezza del. loro compito o forse i due aspetti sono complementari e andrebbero considerati insieme.

    • Rolando ha detto:

      ” ALTRA ROBA DA ELIMINARE: L’OMELIA.”
      Mimma ispirata, non me lo sarei mai aspettato!
      Veramente lo Spirito soffia dove vuole e quando vuole e nessuno può prevedere da che parte venga!
      Più i preti sbrodano prediche, più i cristiani abitudinari si allontanano infastiditi. Più soffrono i fedeli sensibili.

    • Pater Luis Eduardo Rodríguez Rodríguez ha detto:

      Carissima Mimma, ho avuto un compagno seminarista a Roma, Marco…da Messina! Che piacere sapere che lei è da Messina. Lui era molto serio ma simpatico. Mi ha raccontato sul terribile terremoto del 1908, certo perchè conosceva la vostra storia…ed una tragedia simile ma a livello mondiale capiterà con la Tribolazione. Se Dio mi donerà la Grazia di ritornare in Italia, abbia la certezza che la visiterò, e vi celebrerò in quel rito della sua infanzia e dell’ anticamera del Paradiso…che è l’ unico che io celebro e sarà riprestinato, anche se oggi sembra impossibile, non così nel Tempo del TRIONFO DEL CUORE IMMACOLATO!

      https://m.youtube.com/watch?v=AOYNKApP33k

    • Forum Coscienza Maschile ha detto:

      Vari cardinali hanno osservato decenni fa che il Novus Ordo provoca una lenta deriva verso l’apostasia. Basta guardarsi intorno per capire che la loro predizione si è rivelata esattissima, del resto anche Giovanni Paolo II parlò di apostasia silenziosa.
      Il problema dei preti con poca dignità è “a monte”, perché nella liturgia tradizionale certi svarioni non sarebbero neppure pensabili mentre la nuova li incoraggia sin dalle rubriche

      • Rolando ha detto:

        Deriva verso l’apostasia o libertà dei figli di Dio verso l’Amore dell’imperscrutabilità divina Principio di Tutto?
        E se avessimo tutti capito a vantaggio egoistico personale o politico-sociale la supposta manifestazione del Dio, attraverso la dottrina religiosa in cui ci è capitato di nascere?
        Credo che le dottrine siano messe ai ferri di prove molto dure, ma forse liberatrici e più umane. Lo postula la stessa imperscrutabilità comune di tutte le Divinità.

        • Enrico Nippo ha detto:

          Osservazione da non sottovalutare.

        • Forum Coscienza Maschile ha detto:

          “Deriva verso l’apostasia o libertà dei figli di Dio verso l’Amore dell’imperscrutabilità divina Principio di Tutto?”

          Basta guardarsi intorno per capire che il cristianesimo occidentale è diventato un guscio vuoto.
          Il protestantesimo si è dissolto nella secolarizzazione, il cattolicesimo è in fase di protestantizzazione spinta (e pianificata a partire dal Novus Ordo) per cui sta per fare la stessa fine, come aveva predetto Amerio decenni fa.

  • alessandro ds ha detto:

    Mo’ è diventato eretico modernista pure San Pio XII???
    Dicendo che i cambiamenti portati da Pio XII non vengono da Dio, ma dalla presunzione gnostica, cosa state dicendo? Io per il momento sono ancora in grado di capire il significato delle parole e il loro significato implicito.
    Poi, visto che non vuole dare implicitamente dell’erezione a Pio XII, lo fa passare per idiota, dicendo che quando gliela hanno presentata era vecchio e rincoglionito, non aveva capito cosa si celava dietro la proposta.. Insomma Pio XII era un’idiota che non era nel pieno delle sue facoltà mentali, un demente.
    Quindi delle 2 cose dette da Mons. Viganò solo 1 può essere vera, quindi San Pio XII era o eretico o demente, quale delle 2 ??

    • stilumcuriale emerito ha detto:

      Chiedo scusa, ma non mi risulta che PIO XII sia stato proclamato Santo. Qui uno di noi due è male informato.

      • alessandro ds ha detto:

        Hai ragione, è solo Venerabile. Ma il contenuto del discorso non cambia. Nelle dichiarazioni di Mons. Viganò si sta dando chiaramente dell’eretico a Pio XII, poi non potendolo dire gli si da dell’idiota rincoglionito che non ha capito cosa gli stavano presentando. Quindi si dice chiaramente che Pio XII era o eretico o idiota rincoglionito. Quale dei 2?

    • Adriana 1 ha detto:

      Alessandro AD,
      “dare dell’erezione al papa ” proprio non si può sentire e neanche leggere…forse sarebbe stato accettabile in un copione di Fantozzi in tonaca ” casual “, alle prese con la signorina Silvani, forse!

      • alessandro ds ha detto:

        Ovviamente è stato il completatore automatico del telefono a cambiare la parola, la parola era “eretico”.
        Quindi Papà Pio XII era un eretico o era un idiota rincoglionito?

        • Adriana 1 ha detto:

          Mi pare che la risposta l’abbia già data Mons. Viganò.

          • alessandro ds ha detto:

            Cara Adriana, o io non capisco più la lingua italiana oppure Mons. Viganò non da nessuna “risposta”.
            Lancia 2 accuse molto pesanti a Papà Pio XII. 1) ha avallato una riforma liturgica con presunzione gnostica, perché siccome era un’idiota incapace che non sapeva fare il Papa non ha saputo intravedere; 2) era vecchio e rincoglionito e non era più in grado di fare il Papa e gli hanno fatto. Una specie di circonvenzione di incapace.
            Poi con la solita aggiunta di un pizzico di complottismo, accusando chiaramente che chi ha presentato la proposta a Papa Pio XII aveva in mente un piano trentennale per riagganciarsi alla futuro riforma liturgica di 20 anni dopo.
            Praticamente, se un piromane appicca un’invenzione in un bosco oggi, dobbiamo, prendercela con gli uomini primitivi che hanno inventato il fuoco.
            Capisco il “dialogo ecumenico” Con i fratelli separati Lefevbriani, ma a questo punto bisogna chiedere a Mons. Viganò perché continua a far finta di rimanere nella Chiesa cattolica quando è ormai notorio che egli si è separato da essa.
            La Chiesa cattolica non sono le “strutture”, se egli pensa di essere nel giusto, perché continua a rimanere attaccato alle stesse strutture che non riconosce più?
            Lefevbre almeno ebbe la coerenza morale di rifiutare le strutture “E lo stipendio e pensione faraonici di Vescovo + privilegi…” Che TUTTI i Vescovi ricevono ogni mese… Anche gli emeriti….. Chi ha orecchie per intendere, intenda.
            A questo punto se si deve seguire una linea, bisogna essere coerenti, come fu mons. Lefevbre.

          • Adriana 1 ha detto:

            Alessandro DS,
            non è adoperando un semplicismo interpretativo- lessicale del testo in questione che si può sperare di approcciarsi alla verità -dei fatti e dell’ anima- di chi è stato testimone effettivo e attivo dei travagli della Chiesa.
            Mons. Viganò, -per sua stessa e reiterata ammissione – si trova a ” giocare la partita con la morte ” che è metafora della presa di coscienza della fine della vita da parte dell’uomo. Non è cosa da poco per un sacerdote l’aver riconosciuto precedenti ingenuità, errori di valutazione…è difficile per ciascuno di noi riconoscere gli sbagli educativi, le aberrazioni ricevute da un’educazione famigliare distorta vivendo in famiglia. E’, soprattutto, doloroso.
            Lei chiede perchè non se ne sia andato come ha fatto Mons. Léfèbvre. Ebbene, neppure Mons. Léfèbvre ” se ne andò ” come il cavaliere della valle solitaria, come agisce in un film western l’eroe sdegnoso, solitario ed incompreso. Se ha letto i libri di Mons. Léfèbvre dovrebbe aver scoperto che così non fu.
            Lei presume che si tratti di un miserabile calcolo da parte del Monsignore, del desiderio di spassarsela comodamente ( alla sua età ) con i soldi che riceve da quella ” sciocca e impotente” agenzia che egli va criticando e sulla quale lancia proiettili di fango, divertendosi malignamente al gioco come un vecchietto astioso e “rinfanciullito”. Insomma, oltre a tutte le altre ” colpe” gli addossa anche quella di soggiacere ad una mentalità ” bassamente bottegaia “.
            Al contrario, io credo che egli ritenga cosa fondamentale il NON relativizzare la tradizione della Chiesa e il suo magistero, e che sia proprio questa la autentica ragione per la quale egli non le volta le spalle né si sogna di fondarne una sua particolare.
            Sotto molti aspetti la ” missione ” del sacerdote è stata paragonata a quella del medico , non da ieri, bensì da millenni. Ma come l’arte del medico è stata limitata e umiliata dalla subordinazione alla burocrazia, allo Stato, ai protocolli, così quella del sacerdote lo è stata dalla subordinazione alle direttive interne della Curia, alla fuga in avanti del CVII, all’ obbligo di trasformarsi in frastornati e frastornanti gestori di breckfast domenicali…loro, che erano stati l’Alter Christus sull’altare della Passione. Assai probabilmente il richiamo di Mons. Viganò disturba perchè distingue e divide come quello del Maestro: ” Non sono venuto a portare la pace ma la spada “.

          • alessandro ds ha detto:

            Questa ultima tua risposta mi è piaciuta Adriana, solo l’ultima parte dove paragoni le azioni di Mons. Viganò alle azioni di Gesù l’ho trovata un troppo estremizzata, ma tutto il resto del ragionamento mi è piaciuto.
            Io stimavo Mons. Viganò all’inizio, lo vedevo come una possibile testa d’ariete che avrebbe potuto indirizzare anche altri verso qualcosa di buono. Poi ha perso la mia stima e in alcuni tratti si è guadagnato il mio disprezzo, dopo che ho visto con chi si accompagnava (De Mattei e associazioni americane, escludendo i normali fedeli come se essi contassero meno del letame) , poi quando ha attaccato papa Benedetto XVI accusandolo din modernismo e cercando di elevare e dare potere a De Mattei come “laico competente segno di poter confrontarsi con i Vescovi” nel blog settimo cielo di Sandro Magister, li mi è proprio calato sotto le scarpe.

          • Adriana 1 ha detto:

            Alessandro DS,
            sono ” scomparsi tutti i ” rispondi ” perciò posto qui.
            Ignoro completamente le ragioni delle scelte personali di Mons.Viganò ( così come ne ignoro le scelte tout-court ), perciò mi astengo dal discuterne.
            L’osservazione però che mi riporti sul sostanziale hegelismo di Ratzinger mi trova d’accordo, lo stile da studioso spicca nelle sue pagine con straordinaria eleganza, ( in vita sua non deve aver mai vagheggiato di fare il macellaio ). Eppure, secondo il mio modesto parere, in esse Gesù diviene un’entelechia, una specie di entità fantasmatica cui l’uomo sente il bisogno “naturale ” di rivolgersi, così come in epoche precedenti sentì la necessità “naturale ” di rivolgersi ad altre divinità. Perciò quello ” storico ” va perdendo di consistenza e di importanza: ( e, se non la perde per gli intellettuali, da tempo adusi a siffatti pensieri, la perde però per il comune fedele sempre più in balìa degli ” idola fori” – dei feticci mondani e mediatici-). Viene costituita così la premesssa per cui il Cristo rischia di essere accettato e acclamato unicamente nella forma di una ” Superstar virtuale ” e con Lui, naturalmente, le “persone ” che nei Vangeli Gli sono più vicine.

  • Amparo Simeon ha detto:

    El ilustre benedictino español Dom Germán Prado (del Real Monasterio de Santo Domingo de Silos, cerca de Burgos, en Castilla la Vieja) decía en la Introducción a un opúsculo editado por la Acción Católica española en 1956 y titulado NUEVO RITUAL DE LA SEMANA SANTA, DECÍA DOM GERMÁN PRADO O.S.B.: “NADA HABÍA QUE REFORMAR PROPIAMENTE COMO ABUSIVO”.

  • Enrico Nippo ha detto:

    L’atto di fede esige un soggetto che crede ed un oggetto in cui credere.

    E qui si apre uno scenario impossibile da inquadrare razionalmente.

    L’atto di fede concerne l’intimità animica dell’essere umano che costituisce un mistero e non può essere regolata da leggi ferree stabilite dall’esterno da altri soggetti, che oltretutto, a loro volta, di intimità animica non conoscono la propria.

    Ora, se l’atto del soggetto è soltanto volontario, quindi in un certo senso forzato, ha senz’altro valore?

    L’atto di fede presuppone un certo “sentir vero” ciò in cui si crede. Chi non fruisce di tale “sentire”, non se lo può “creare” e non può compiere l’atto di fede, senza che questo possa venirgli imputato come mancanza o colpa da chi, invece, ne fruisce.

    Scenario dalle mille e mille sfaccettature.

    • Massimiliano ha detto:

      Quanto è bella e quanto è semplice la fede del cristiano! Quante poche sfaccettature e quante certezze nella rivelazione! E se non riesci ad averla fai in modo di vivere la vita come se tu la avessi. Saluti.
      Massimiliano

      • Enrico Nippo ha detto:

        Le sfaccettature sono riferite alle anime che sono tante quante gli uomini e ciascuna diversa dalle altre.

        Per chi ha la fede è troppo facile dire a chi non l’ha: “fai in modo di vivere come se l’avessi”.

  • Mara Iapoce ha detto:

    Fate che il Venerdì Santo sia giorno di festa civile in Italia!!! Il Paese sede del papato, la terra dei santi snobba un giorno così importante. Semplicemente vergognoso. Paesi laici (o laicisti) come Inghilterra, USA, Sud Africa, Germania, Spagna, America Latina hanno in questo giorno uno stop per tutte le categorie lavorative (e molti Paesi latini anche nel Giovedì Santo). Quando scrissi al direttore di Famiglia Cristiana qualche anno fa, dopo essermi sentita dare timidamente ragione, mi sono sentita dire: “non ci avevo pensato”. Come si fa a non pensare che senza la Croce non si arriva alla Resurrezione? Come lo si fa in particolare quando si veste l’abito talare?

  • Claudio Gazzoli ha detto:

    Ha ragione, ovviamente, mons. Viganò. Chi ha vissuto quella innovazione, o rivoluzione, non può non vederci lo strumento dello sfacelo nella Chiesa, nella società, nella cultura, nella bellezza.

  • acido prussico ha detto:

    Monsignore,
    Le sue “uscite dalla tana” mi fanno sempre contento. Questa volta, però, la sua “eversiva” proposta mi sembra incompleta. Per ottenere fruttuosi risultati secondo me bisogna modificare anche l’alimentazione dei pastori. Occorre istituzionalizzare nell’Ordine Sacerdotale la “Dieta di Leone XIII”.
    L’ho letta su Libero di ieri l’altro (che a sua volta l’ha ripresa da Repubblica).
    Eccola:
    “Leone XIII è stato eletto Papa quando aveva 68 anni. Il pontefice però era cagionevole di salute e, rivela in un articolo il Venerdì, il magazine de La Repubblica, era anche abituato “a un regime alimentare strampalato”. Leone XIII, infatti per colazione prendeva del “brodo ristretto e tuorli d’uovo con il marsala”. A pranzo gli veniva servita “un’ala di pollo” e a cena mangiava sempre “mezzo petto di pollo”.
    A seguirlo in questa dieta a dir poco bizzarra, era il dottore Giuseppe Lapponi che si era convinto che i disturbi del Papa potessero essere alleviati con il consumo di una “birra pilsener non filtrata e prodotta a Praga”. Proprio da allora la Pilsener Urquell, capostipite di tutte le chiare e prima pilsener al mondo, è entrata in Vaticano con la sua “birra benedetta” e non ne è più uscita.
    Ma attenzione perché oltre a questo regime alimentare severo e ristretto, Giuseppe Lapponi faceva bere a Leone XIII “anche tre dosi di Vino tonico Mariani”: ognuna, di 30 millilitri, conteneva l’11 per cento di alcol e 6,5 milligrammi di cocaina. Consigli di “salute” alquanto discutibili che però sembrano avere dato beneficio all’anziano Papa Leone XIII che regnò per 25 anni, conservando una memoria fine e una vista perfetta. Tanto che il Pontefice in quegli anni scrisse ben 86 encicliche e compose diverse preghiere e poemi latini. Non solo, era anche un gran lettore di giornali e libri.”

    https://www.liberoquotidiano.it/news/personaggi/31485712/vaticano-papa-curava-cocaina-nome-pontefice-vizietto.html?fbclid=IwAR1BruQy2s3rBdTuKTjwI6WDnVaeu6S25OuCNP4mqWQeFzpIWzLB-3HF06U
    ………
    Eccellenza, non le sembra un’eccellente proposta?

    • Adriana 1 ha detto:

      Nessuna meraviglia! Era l’epoca in cui i viaggiatori portavano con sé, in appositi contenitori, consommé densissimi ridotti a cubi gelatinosi per riscaldarli -a rate- e nutrirsene a ogni tappa del viaggio. Era anche l’epoca del brodo ” viperato ” ( se ne trova testimonianza perfino nelle pagine dell’Artusi ). Il procedimento era ” semplice e lineare “: si faceva mordere una gallina o un cappone da una vipera. Il pollastro o il cappone avvelenato, veniva cucinato per ore e trasformato in denso brodo, giudicato particolarmente ” corroborante ” dai consumatori…dava vita lunga, denti sani, capelli folti fino a tarda età… e niente dolori artritici. Fu la civiltà industriale a eliminare questi usi e consuetudini e a sostituire il brodo autentico con quello di dado…Liebig.

  • miserere mei ha detto:

    La Corte Suprema degli Stati Uniti sta mettendo in discussione un diritto di uccidere (l’aborto) trasformatosi in “salute riproduttiva”. Può dunque un monsignore esprimere le proprie opinioni sul degrado liturgico, riandando alle sue premesse gravide di buone intenzioni, proprio come le hanno i favorevoli all’aborto.
    Questi sono tempi speciali, dopo una sessantennio abbondante di allucinogeni e stupefacenti di massa. Di rivoluzione in rivoluzione l’ultima generazione comincia a scoprirsi imbrogliata. Ben venga quindi una voce che, apparentemente volgendosi al prima, lascia intravvedere qualche luce nel prossimo futuro di un presente assai tenebroso e ottenebrato.
    C’è chi si preoccupa di un mondo senza l’aborto e c’è chi non riesce ad immaginare liturgie senza Novus Ordo.
    Personalmente non riesco ad immaginare un futuro con l’aborto più facile di un permesso edilizio e una liturgia talmente snaturata e desacralizzata da averne fatto un contenitore per celebrare le iniziative degli uomini che fanno la comunità a propria misura, nel mondo e nel tempo (hic et nunc, quando sciorinano avanzi di latinorum).
    Grazie a Mons. Viganò per l’ennesimo spunto non banale. Il banal Grande sta andando in secca e per quasi tutti il MOSÈ è molto più interessante e attuale dì Mosè.
    I comandamenti si riassumono nel “volemose bbene”?
    Non proprio, se il Signore disse che non se ne tocca iota unum.
    Allora l’aborto e il Novis Ordo sono comandamenti divini?
    No! Dunque una volta smaltita la sbornia sarà meglio disintossicarmene.

    • Rolando ha detto:

      È vero. Sta scritto.Il Signore disse che non cadrà un solo iota. [Quanti errori di ogni tipo han combinato auditori diretti, traduttori, copisti! Qualcuno è senza dubbio caduto in errore. Omnis homo fallax, sicut Ipse dixit. Fuor di metafora: il tradimento è dappertutto!.]
      Bene. Logica e buon senso postulano che Gesù abbia sposato Mosè in tutto e per tutto. Tabor docet.
      Peggio che te peggio! Paolo è stato più furbo allora: autentico collaborazionista doloso alla conquista di Roma, cioè dell’impero. I Romani hanno conquistato Gerusalemme con le armi e Gerusalemme conquistò Roma con la sua cultura. Peccato che per gli Ebrei Paolo sia un degenere. E di discutere di teologia col Sommo Pontefice (e pure con Viganò) di Roma non ne vogliano sapere! Un motivo in più per democraticamente apprezzarli, stimarli e amarli.

  • Enrico Nippo ha detto:

    C’è da chiedersi se è il Rito che fa l’uomo o è l’uomo che fa il Rito.

    • Rolando ha detto:

      Enrico Nippo. È il rito che fa il credo e non il credo che fa il rito. È il “congemisci” di sempre, dell’Indiculus tanto caro ai tradizionalisti conservatori così come agli innovatori. Ma le parole, la logica ed il messaggio di quell’antichissimo documento della Chiesa cattolica romana è fonte e forza per ogni innovazione. È la teoria evoluzionistica di ogni dottrina religiosa così come quella darwiniana per la scienza. LEX SUPPLICANDI STATUAT LEGEM CREDENDI.
      E non il contrario come pensano coloro che col si si no no vogliono darla da intendere del contrario.

      • Enrico Nippo ha detto:

        L’uomo compie il Rito perché il Rito ricrei l’uomo.

        Senza il Rito (in senso lato) l’uomo vegeta.

    • Adriana1 ha detto:

      Secondo Confucio Li, il rito, aiuta moltissimo la concentrazione e la elevazione dello spirito umano.

      • Enrico Nippo ha detto:

        👍👍👍

      • Adriana 1 ha detto:

        Diciamo che, per Confucio, senza il giusto rito, verrebbe a mancare ogni rispetto, devozione e amore nei confronti della società e della famiglia, in breve: ogni forma di civiltà.. Le righe che egli dedica al Li sono profonde e memorabili.

      • Rolando ha detto:

        Non so quale sia la portata per te, Adriana 1 cara, di quel tuo ” aiuta moltissimo ” , ma anche questo saggio è in linea per suo conto col principio di questa antica norma della Chiesa cristiana romana: come si supplica così si crede.

        • Adriana 1 ha detto:

          Ha!, la portata era dovuta esclusivamente al fatto che avevo sotto mano solo lo smartphone su cui scrivo male. 🙂
          Ma, semplifico: in qualunque tipo di danza, da quella tradizionale a quelle moderne ci vuole l’obbedienza a precise regole fisiche, psichiche, formali, sostanziali, spirituali…e come la danza dell’Anima- la più importante- non ne avrebbe bisogno?

  • Forum Coscienza Maschile ha detto:

    E’ dai tempi dei Cardd. Ottaviani e Bacci che un alto prelato non diceva quel che dovrebbe apparire ovvio: il Novus Ordo è nocivo e va abolito, magari gradualmente.
    Del resto quanti se ne accorgerebbero, le chiese N.O. sono praticamente vuote.
    Senza contare che il N.O. non si può “migliorare”, anzi continuerà sempre più veloce la sua deriva verso il rito protestante o peggio (“rugiade”, riforme del Gloria e del Pater Noster e via dicendo) perché i suoi principi fondanti sono quelli.
    Per capire la fondatezza dell’argomento (peraltro vago) del “non si può tornare indietro” basta applicarlo alle dittature del ‘900: se non fossimo “tornati indietro” e se si fossero “evolute” in un comunismo “buono” o in un nazismo “positivo” dove saremmo oggi?
    Come in altri ambiti, la scarsa risposta ai lucidi appelli di Mons. Viganò conferma ancora una volta che quello occidentale è un cristianesimo che per mettere giudizio e rinascere, dovrà passare per una dissipazione quasi totale, in cui resteranno (se mai resteranno) pochi fedeli sparsi.

    • Claudio Gazzoli ha detto:

      mi sa che il paragone non regge… non siamo forse oggi in un “comunismo buono”… ?

      • Forum Coscienza Maschile ha detto:

        Al contrario, è proprio il “comunismo buono” di oggi a farci capire che occorre tornare indietro, e di corsa

  • stilumcuriale emerito ha detto:

    Non sono uno storico, ma, per quel poco che so, le restaurazioni non hanno mai funzionato. Se qualcuno è in grado di dimostrare il contrario si faccia avanti.
    Per quanto riguarda il Rito della Santa Messa, se la cosa dipendesse da me, anzichè ad una soppressione con restaurazione del VO penserei ad una evoluzione. E per prima cosa sopprimerei le due o tre cose più stucchevoli del NO: il Salmo responsoriale sostituendolo con una semplice lettura integrale di un Salmo consono alle altre letture del giorno. Sopprimerei totalmente la Preghiera dei Fedeli, che col tempo è diventata una forma di indottrinamento camuffata da preghiera, e i canti durante la somministrazione dell’Eucaristia. Tanto per iniziare.

    • acido prussico ha detto:

      … e continuando, sogno questa “riforma” purificatrice. Abolirei:
      – I miagolii dei coretti…
      – le schitarrate zum…zum.. zum…
      – la gnagera delle omelie…
      – il segno della pace con mani untuose o con la testa asinina…
      – la “prospettiva” del celebrante che ha la tentazione di sbirciare di sottocchio le gambe delle signore del primo banco..
      – il “laico” del “pubblico” invitato a distribuire il “corpo di cristo”…
      – i commiati “buona digestione…buona serata… buona notte…”…

    • Rolando ha detto:

      Bravo. Hai usato il termine esatto. EVOLUZIONE. Come il “congemisci” dell’Indiculus richiede. Ognuno prega col proprio cuore e va a pregare assieme a quelli che pregano con le formule a lui consone. Niente obblighi, né abrogazioni. Ognuno pregando rivela come ha stabilito di credere. Importante non è il credo ma la Fede.
      È il “congemisci” umano che esprime fiducia e poi stabilisce un credo d’insiemi.

  • OCCHI APERTI! ha detto:

    Un articolo lungimirante. Che aiuta a discernere, in parallelo…Per chi ha voglia di capire.

    https://www.corrispondenzaromana.it/si-puo-essere-devoti-e-insieme-cattivi-la-risposta-di-san-francesco-di-sales/

    Buona festa della Madonna di Pompei e di san Michele Arcangelo!

  • Rolando ha detto:

    PROIBIRE. ABOLIRE. Ma chi può proibire? Chi può abolire? E chi-che cosa?
    Ma se l’uomo che non può abolire la morte dalla naturale condizione umana, si serve crudelmente di questa possibilità di uccidere gratuitamente ed indiscriminatamente in nome di Dio che usa a difesa ed offesa, perché mai dovrebbe sempre pensare di proibire ed abolire? Non è proprio costui l’assassino degli altri e di se stesso? ” Ora che siete diventati come uno di noi ELOHIM, capaci di conoscere ciò che vi conviene e ciò che vi costa, ” arrangiatevi, vivete pure in Democrazia Occidentale, ma ricordatevi che tramite la Donna ci sono sempre Io a suscitare la guerra contro chi rifiuta la mia santa Dittatura.
    Questo arcivescovo cos’altro fa se non usare Dio per la sua (=Viganò, arcivescovo cristiano cattolico fondamentalista ed integralista) Dittatura?
    È fin troppo evidente che il cristianesimo non è portatore di alcun amore universale, come ben dimostra Paolo, il suo fondatore, che butta il vecchio Dittatore Mosè dalla finestra, per farlo entrare, mascherato, dalla porta.
    Eppure penso ancora che gli uomini siano capaci di Amore, ma ad ostacolarli sia proprio un concetto materiale e doloso di “valore” e di “Autorità”. La scienza Finanziaria fonda il suo reale valore solo in una compiuta e familiare democrazia, cioè su tutti gli uomini, non nei beni materiali in sé, né nel loro possesso da parte di pochi o di un popolo solo, e nel rispetto democratico di ogni singolo autòs prima di quello eletto a funzione pubblica. UNICUIQUE SUUM NON PRAEVALEBUNT. Senza barare. Ma è possibile? Fin che si usa Dio, NO! Lo ha detto anche papa Francesco. E lo ha scritto anche Joseph Ratzinger: “la dottrina della divinità di Gesù non sarebbe stata intaccata, qualora fosse stato il frutto di un normale matrimonio umano”(Introduction to Christianity). In questa sua affermazione scritta, ciò che gli preme di salvare è sempre e comunque la ” divinità ” ad uso umano. Solo l’uomo democratico può arginare la strumentalizzazione di Dio, che è la vera, unica Empietà delle Empietà. E direi anche disumanità. Scrivo questo perché amo Dio ( qualunque mistero ineffabile Esso sia ) sopra ogni cosa e non ha bisogno degli uomini.

    • Enrico Nippo ha detto:

      “Solo l’uomo democratico può arginare la strumentalizzazione di Dio”,

      Manca il rovescio della medaglia:

      solo l’uomo democratico può fregarsene di Dio ed insozzarne la Purezza.

  • Tobia ha detto:

    Ho conosciuto un Sacerdote, anima vittima, che si è santificato a livelli stratosferici celebrando sempre, nella sua comunità, in Novus Ordo. Ho conosciuto, in Portogallo, un’anima vittima, una donna immobilizzata a letto da 45 anni, che vive la Santa Messa seguendo in televisione ogni giorno le Celebrazioni (Novus Ordo) dal Santuario di Fatima, raramente riceve la visita di un Sacerdote. Faccio molta fatica a pensare che il Novus Ordo vada vietato…
    Tobia

    • LA VERITÀ VI FARÀ LIBERI (originale) ha detto:

      Conosco un uomo mussulmano va sempre in moschea a pregare, un uomo davvero onesto, responsabile, generoso, buono, si spezza la schiena per la sua famiglia ed è sempre allegro e gioviale, accogliente con tutti.
      Faccio molta fatica a pensare che l’Islam vada vietato.

      Il problema è che non va confusa la Fede con la buonafede.

      • Tobia ha detto:

        Buona fede? Sto parlando di anime vittime, che forse…non lo diventano col senso comune, ma con un cammino in salita che a noi comuni mortali dà le vertigini solo a conoscerne una minima parte. Forse ci vedono un tantino più lontano di noi…
        Tobia

        • OCCHI APERTI! ha detto:

          Santa Teresa di Calcutta si sentì chiedere da un giornalista cosa andava cambiato nella Chiesa. Rispose: “me e lei”.

    • Enrico Nippo ha detto:

      Cos’è la fede?

      • stilumcuriale emerito ha detto:

        Io nella mia conferenza su Scienza e fede ho detto questo:
        DEFINIZIONE DI FEDE.
        Genericamente possiamo definire come fede qualsiasi “Credenza piena e fiduciosa che procede da intima convinzione o si fonda sull’autorità altrui più che su prove positive”.

        Ci può quindi essere anche una fede non religiosa, e nel campo religioso, possiamo dire che ci sono tante fedi quante sono le religioni. Stando a quello che sentiamo dire dalla gente potremmo anche dire, esagerando un po’, che ci sono tante fedi quante sono le persone.

        Ma non bisogna confondere la fede, con le sue manifestazioni e i modi personali di viverla.

        È quindi necessario che quando si parla di fede si definisca anzitutto fede di chi e in che cosa.

        Ho detto bene?

        • Enrico Nippo ha detto:

          Mi pare di sì.

          Soltanto un’osservazione: la fede come ce la porge la definizione è astratta, e se non si deve confonderla con le sue manifestazioni e i modi personali di viverla è anche vero che senza tali manifestazioni e modi rimarrebbe astrattamente chiusa nella descrizione.

          Un po’ come l’arte che prende vita dall’artista.

          Che ne dici?

          • stilumcuriale emerito ha detto:

            Giusto. Infatti io, se vai a vedere, ho proseguito precisando in che termini intendevo la Fede.
            –Ritengo quindi doveroso affermare che qui, stasera, col termine fede intendo parlare della Fede del cristiano cattolico, pur non escludendo che il problema della fede possa essere ricondotto al minimo denominatore comune della sola credenza nella esistenza di un Dio, cioè di un essere soprannaturale, trascendente, onnipotente, creatore del cosmo e in grado di intervenire in maniera più o meno diretta nella vita e nella storia dell’uomo.

            Ricordo che i punti fondamentali della nostra fede sono espressi nel simbolo di Nicea, comunemente denominato “il Credo”, ed hanno il loro fondamento in una particolare interpretazione della Sacra Scrittura, ossia della Bibbia Cattolica, composta di 73 libri canonici, intesa come autorivelazione di Dio agli uomini, e nella Tradizione, cioè in quelle nozioni che sono state tramandate nei secoli dalla Chiesa, Cattolica e Apostolica, come verità di fede.

          • Rolando ha detto:

            Caro STILUMCURIALE EMERITO, vedo adesso il tuo delle ore 12;04 in cui parli di quell’aspetto della Fede che “possa essere ricondotta al minimo denominatore comune della sola credenza in Dio”.
            Penso con Meister Eckart che tale tipo di fede (dottrinale) sia alquanto equivoco perché “interessato” e nulla ha da spartire con l’amore. Perché se uno ama “questo” suo Dio dovrebbe essere in grado di amarlo anche se con la morte ne seguisse eterno e totale annientamento materiale e “spirituale” (anima).
            Pertanto questo tipo di fede, cui accenni tu, mi sembra piuttosto essere il naturale legame (=religio) all’istinto ( il primo) umano di sopravvivenza, supportato dal basso continuo di una “tristezza di pensiero” individuale.

          • Enrico Nippo ha detto:

            Il possente Eckhart non è alla portata del comune fedele.

            Dico “comune” non per sminuire ma per evidenziare che la maggioranza dei fedeli, legittimamente s’intende, si “appoggia” alla dottrina che le parla “di” Dio.

            Il comune fedele non può fare un passo senza la stampella della dottrina, e senza di essa si sentirebbe perduto.

          • Rolando ha detto:

            Enrico Nippo caro, se il possente Eckart non è alla portata del comune fedele, come scrivi tu; io mi chiedo allora quale fedele, ignorante, teologo, filosofo, scienziato, sacerdote, santo, papa, profeta, matto, saggio, ecc… può mai scalfire l’insondabile imperscrutabilità del Dio?
            Quindi più che guardare alle sue promesse espresse nel Patto (o patti geografici) di rivelazione, non ci resta che ABBANDONARCI, cioè come indica etimologicamente il verbo: consegnarci volontariamente nelle “Sue Mani” (le mani della sua amorosa imperscrutabilità) come ha fatto Jehoshua innalzato in croce dopo aver emesso un forte grido.
            La grande portata di Jehoshua uomo ebreo rimane comunque integra per l’uomo di ogni generazione.
            DUM VOLVITUR ORBIS STAT CRUX. “Non ci spingere dentro la battaglia, e salvaci dalla sconfitta finale”. Questo l’autentico senso dell’invocazione nella sua semantica e nel contesto epistemologico del PRIMO PATTO CON ISRAELE.
            E questo era pure il pensiero contestuale DELL’UOMO Gesù NZR. Consacrato dallo Spirito di YHWH fin nel seno materno, zelante della casa del Padre suo Yhwh e fedele a LUI fino alla fine. “Ecco l’opera fatta da Yhwh” conclude il salmo del forte grido, prima di spirare. Solo Dio è buono.

        • Rolando ha detto:

          Cari ENRICO NIPPO e STILUMCURIALE EMERITO.
          Cos’è la FEDE?
          Espongo ora cosa io intendo col termine FEDE concettualmente e semanticamente e tralasciando le relative citazioni scritturistiche scritte ed orali (Traditio) per non appesantire l’esposizione che tento nella forma più scarna ed elementare possibile.
          Fede/Fiducia/Fedeltà (emunà ebraico) da parte di un “io” al Patto/Promesse, stretto con un altro “io”.
          Quindi fiducia tra due “io”. Ed in senso religioso, dottrinale, fiducia nelle promesse di Dio.
          Quindi:
          1)Fede/Fiducia/Fedeltà al Patto della (prima) Alleanza e cioè: UN SOLO SIGNORE (YHWH). UN SOLO TEMPIO. UN SOLO POPOLO.
          2)Fede/Fiducia/Fedeltà al NUOVO PATTO NEL SANGUE DI CRISTO e cioè: UN SOLO SIGNORE E DIO. UN SOLO BATTESIMO. UNA SOLA CHIESA.
          Adesso consideriamo i tre doni divini (o di Natura per chi la pensa diversamente) e cioè: FEDE, SPERANZA, CARITÀ.
          Circa la Fede, tutto è già contenuto nei punti 1) e 2) esposti.
          La Speranza consiste nella perseveranza/costanza della Fiducia nelle Promesse del Patto.
          La CARITÀ poi, ovverosia, ciò che intendiamo per AMORE, è quel dono che supera i primi due destinati a cessare con l’attuazione delle Promesse del Patto.
          Ma cosa sia l’amore, al di là di ogni umana e laica considerazione, spiegazione o concetto inesatti, c’è lo rivela proprio la Parola del Nuovo Patto nel Sangue di Cristo Gesù. Rivelazione che non ammette dubbi, né esclusioni di sorta: L’AMORE TUTTO COPRE, TUTTO SPERA, TUTTO CREDE, TUTTO OSA.
          (Η ὰγἀπη)  7. πάντα στέγει, πάντα πιστεὐει, πάντα ελπίζει, πάντα ὐπομένει. (1Cor13,7)

          7.omnia suffert, omnia credit, omnia sperat, omnia sustinet.

          – στἐγω, verbo greco da dove deriva tegola in italiano. Cioè ciò  con cui si copre e si fa il tetto. Copro, difendo, nascondo,  custodisco, tengo occulto, celo.

           – υπομένω, sopporto, tollero, sostengo, ammetto, ardisco, oso.

           La CEI traduce: tutto scusa, tutto crede, tutto spera, tutto sopporta.

          Io invece traduco: tutto copre (cela, tiene segreto), tutto crede, tutto spera, tutto osa.

           E ciò  mi sembra più  consono sia alla semantica dei termini greci, sia al temperamento dell’ autore che li usa in uno slogan incisivo e totalizzante, nonché interessato, conveniente per sé.
          Il teologo che prova a spiegare dottrinalmente si trova ipso facto nel pericolo della funzione di IMPOSTORE (moktheròs) di turno. Guardone. Ficcanaso. Servo del Potere di Satana. Traditore.

        • Rolando ha detto:

          Caro STILUMCURIALE EMERITO, nel tuo intervento dell’8 maggio alle 18;35, tu scrivi questa proposizione.
          “Ci può quindi essere anche una fede non religiosa”. Nel contesto dell’intervento ho capito bene, penso, cosa volevi dire e cosa intendevi con questo “non religiosa”. Cioè una fiducia/fede di tipo non dottrinale che riguarda la Divinità.
          Vorrei però porre in rilievo come i termini/parole che usiamo spesso sono equivocabili. Intendo dire: non ci sono, non esistono fedi/fiducie che non siano “religiose” perché la semantica di questo aggettivo, così come il relativo sostantivo, indicano solo “legame” anzi doppio legame o forte legame. E ciò riguarda innanzitutto la realtà della nostra esperienza sensoriale e sentimentale di questa nostra umana condizione.
          Perdonami la pignoleria. Ho voluto esporre questo pensiero di mia riflessione innanzitutto per me e per ricordare come sia normale amministrazione equivocare in buona fede. Oggi infatti si parla sempre più spesso di fede nella scienza. E chi mai è completamente senza fiducia ad esempio nella medicina o in un bravo ed esperto medico?
          Certo è una fiducia relativa perché si basa su assiomi, che di fronte a nuove scoperte che li smentisca, sono riformulabili. Ma non è così (sembra non sia così) per la dottrina che ci chiede un vincolo totale alla Divinità ed ammette il miracolo.
          Insomma, lo dico per me, è difficile non incorrere in equivoci in buona fede, sia parlando e scrivendo che ascoltando e leggendo.

  • Pater Luis Eduardo Rodríguez Rodríguez ha detto:

    Carissimo Mgr. CARLO MARIA, non solo al reverendo abbé, ma a tutti noi Sacerdoti nel mondo intero, specialmente diocesani che celebriamo l’ unico Rito Cattolico di sempre. Grazie per suo sempre coraggio che ci porta alla Vera Speranza: 60 anni di bruttalità non potranno contro 2000 di Fede e Fedeltà.

    Fino che ha potuto parlare, il colossale Mgr. Antonio Livi, pure diceva che bisogna cancellare il CV II e tornare a quello CV I, e da li ripartire…così sarà dopo la Tribolazione e nel tempo del Trionfo del Cuore Immacolato.

    Adesso il mondo, specialmente l’ ex cattolico, si ritrova nel mito della caverna di Platone…in fondo al buio ora ci sono le ultime ombre di pagliacciate eretiche di schwaberORGOGLIO e sua banda delinquenziale…ma come oggi in fondo a quella in Monte Gargano apparve San Michele Arcangelo 1532 anni fa, con la Potenza Divina, Chi come Dio? riprestinerà la Vera ed Unica Chiesa, e per quanti siamo nati per il Sacerdozio, e lo siamo, pure si riprestinerà come luminoso modello nostro patrono, che oggi 236 anni fa era nato in questo mondo, in Francia, per la precissione, San Giovanni Battista Maria Vianney.

    Ex sacerdote che passò a fumare quello di satana:
    https://youtu.be/vSX8EdYU3h8

    ET EXPECTO TRIUMPHUM CORDIS IMMACULATI MARIÆ.

  • don Z ha detto:

    son d’accordo con lo spirito che ispira questa intervista di mons Viganò, ma se oggi venisse abolito il Novus Ordo e imposto esclusivamente il Vetus ,mi domando quanta genta andrebbe alla celebrazione. Per partecipare interiormente al Vetus Ordo ci vuole preparazione ,

    • Maria Grazia ha detto:

      Concordo: soprattutto non occorre saper danzare.

      • don Z ha detto:

        però occorre conoscere il latino , che neppure i preti conoscono più…

        • Forum Coscienza Maschile ha detto:

          Ci sono i messali con le traduzioni. Credo poi sia stato Amerio a dire che nella Messa non conta la comprensione letterale delle parole, ma l’insieme del rito, con la sua dignità e anche la possibilità di raccogliersi nel silenzio

        • Forum Coscienza Maschile ha detto:

          Dal Breve Esame Critico del Novus Ordo dei cardd. Ottaviani e Bacci:

          “Il popolo non chiese assolutamente mai, onde meglio comprenderla, una liturgia mutata o mutilata. Chiese di meglio comprendere una liturgia immutabile e che mai avrebbe voluto si mutasse.”

          • Rolando ha detto:

            Esattamente: meglio comprendere! Ma siamo sicuri che chi spiega di turno abbia lui stesso per primo ben compreso?
            C’è un salmo in cui YHWH dice testualmente in prima persona: ” Io, YHWH, una sola parola ho pronunciato, due ne ha intese l’uomo “.
            E non è forse amaramente vero oggi?
            Vale la pena ricordare l’ammonimento di Gesù in Matteo: “Ma non avete un cervello con cui ragionare?”
            Le pecore per il Pastore, anche quello buono, son sempre valori di consumo padronale. Buono o cattivo che sia. O tutte due le funzioni insieme come dice Isaia 45,7 con estrema chiarezza lessicale.

        • Maria Grazia ha detto:

          Infatti, sapranno magari l’inglese per mostrarsi evoluti con i tempi ma in fatto di latino ….. che in passato, quando era la lingua ufficiale della Chiesa, qualsiasi persona che si trovasse all’estero non aveva alcun problema a partecipare alla Messa e a sentirsi un elemento attivo della liturgia mentre adesso se si va, anche solo in Germania, se non si sa il tedesco, oltre a non poter partecipare attivamente alla celebrazione, prova un senso di disagio e di inadeguatezza che non lo lascia per tutto il corso della liturgia.

    • ex : ha detto:

      Perché oggi quanta gente ci va, alla Massa N.O., che – già prima pochissimo frequentata – negli ultimissimi tempi tutti dicono la frequenza da parte dei fedeli essere in caduta libera? Mentre invece molte testimonianze dicono che Le messe V.O. sono seguite sempre più, soprattutto da giovani e famiglie intere? Tutti già preparati a comprenderla? Non ci sarà qualcosa in essa che va al di là e al di sopra della semplice comprensione intellettiva?

      • Maria Grazia ha detto:

        @ EX – E’ l’esperienza che faccio anch’io quando, purtroppo raramente, mi capita di entrare in una chiesa dove viene celebrata la Messa V.O. : mi sento avvolta dal senso del sacro che favorisce la concentrazione su ogni atto singolo della celebrazione, qui il silenzio ha una dimensione più profonda che permette la percezione del divino nel contatto con L’Eterno in un rapporto armonioso fra Creatore e creatura.

      • Forum Coscienza Maschile ha detto:

        Concordo. Il N.O. segna a mio parere uno spartiacque, tra la Chiesa in via di sparizione (anche numerica) e sempre più esplicitamente apostata e la Chiesa di sempre che, deo adiuvante, rimarrà in un piccolo numero di fedeli.
        E proprio “rimanere” è il verbo tra i più ricorrenti nelle lettere dell’Evangelista, perché già allora c’era chi voleva andare oltre la Fede inseguendo vanità che non giovano a nulla.

  • Nuccio Viglietti ha detto:

    No altro che demoniaco frutto…!!…https://ilgattomattoquotidiano.wordpress.com/