Un Prete in Cammino per Diritti e Libertà. Oggi da Berchidda a Telti.

5 Maggio 2022 Pubblicato da

Marco Tosatti

Cari amici e nemici di Stilum Curiae, continua il pellegrinaggio di don Emanuele Personeni da Bergamo a Roma, toccando tutta l’Italia, in difesa di diritti e libertà negate da un governo di malfattori, contro la Costituzione, che nessuno si perita di difendere, tantomeno il cosiddetto garante. #camminaeascolta. E per far giungere al pontefice regnante una lettera firmata da molte persone a cui viene proibito di lavorare e avere una vita sociale. Ecco la tappa di oggi.

 

 

TAPPA da BERCHIDDA a TELTI

circa km 30

GIOVEDI’ 05/05/2022

in bicicletta.

Partenza ore 9

BERCHIDDA (SS) -Parrocchia San Sebastiano Martire

MONTI (SS) -Parrocchia di San Gavino Martire

TELTI (SS) -Parrocchia di Santa Vittoria

 

***

VANGELO DI GIOVEDÍ 5 MAGGIO

TEMPO DI PASQUA

Dal Vangelo secondo Giovanni

In quel tempo, i Giudei si misero a mormorare contro Gesù perché aveva detto: «Io sono il pane disceso dal cielo». E dicevano: «Costui non è forse Gesù, il figlio di Giuseppe? Di lui non conosciamo il padre e la madre? Come dunque può dire: “Sono disceso dal cielo”?». Gesù rispose loro: «Nessuno può venire a me, se non lo attira il Padre che mi ha mandato; e io lo risusciterò nell’ultimo giorno. Sta scritto nei profeti: “E tutti saranno istruiti da Dio”. Chiunque ha ascoltato il Padre e ha imparato da lui, viene a me. Non perché qualcuno abbia visto il Padre; solo colui che viene da Dio ha visto il Padre. In verità, in verità io vi dico: chi crede ha la vita eterna. Io sono il pane della vita. I vostri padri hanno mangiato la manna nel deserto e sono morti; questo è il pane che discende dal cielo, perché chi ne mangia non muoia. Io sono il pane vivo, disceso dal cielo. Se uno mangia di questo pane vivrà in eterno e il pane che io darò è la mia carne per la vita del mondo».

Commento

Il fatto dei pani aveva provocato reazioni scomposte. La gente voleva prendere Gesù per farlo re; i capi mormoravano perché Gesù aveva detto: “Io sono il pane disceso dal cielo”. É il paradosso della buona notizia, invece di luce e gioia produce talvolta confusione e irritazione. Il cuore filtra la buona notizia come un prisma filtra la luce. Se il prisma é opaco o deforme non c’è modo che la luce riveli i suoi colori. Perché la buona notizia mostri la sua ampiezza e bellezza é necessario che il cuore sia di carne, abbia sete e fame di verità, la desideri come un bimbo desidera sua madre. La parola di Gesù produce confusione e irritazione perché il cuore della gente cerca sottomissione e quello dei capi cerca potere. Questa faccenda di un Dio che si avvicina all’uomo e si lascia avvicinare da chiunque, addirittura si lascia mangiare come un pezzo di pane, é del tutto intollerabile agli orecchi dei capi i quali fondano il loro potere precisamente sulla distanza incolmabile tra Dio e l’uomo. Nella cultura giudaica tale distanza poteva essere superata attraverso azioni rituali compiute in via esclusiva da coloro che ne avevano la prerogativa in quanto depositari del potere di mediazione, i sacerdoti del tempio, mica da chiunque. I capi intravvedono nell’annuncio di Gesù, “io sono il pane disceso dal cielo” il rischio che il popolo non senta più la necessità di rivolgersi a loro, di dipendere da loro, di dover ricorrere a loro per comunicare con Dio. A scandalizzarli é poi il fatto che Gesù attribuisca a sé stesso un’origine divina quando con tutta evidenza é fragile come qualsiasi essere umano e di lui sono conosciuti i genitori. Gesù viene dalla terra come tutti gli altri, come può dire: “Io sono il pane disceso dal cielo”? La questione é decisiva per la fede cristiana. Credere che Gesù é “il Dio con noi” é essenziale e al contempo sconvolgente. La condizione umana di Gesù, quella per cui egli é uguale a qualsiasi altro essere umano (tranne che per il peccato), é tale per cui l’uomo non può certo vedervi le caratteristiche tipiche che gli uomini attribuiscono normalmente a Dio, onnipotenza, invincibilità, inavvicinabilitá. L’uomo Gesù non suscita il sacro terrore che gli uomini pensano che un Dio debba suscitare. Il fatto di poterlo guardare, di parlargli, di sentirne la voce, di mangiare con Lui, di vederlo insieme a gente impura, di vederlo camminare e sporcarsi di polvere come ogni altro uomo, di vederlo assettato e affamato, di vederlo discutere e conversare con chiunque, perfino con i pagani, di vederlo commuoversi, esultare, ridere, prendere parte a una festa e infine morire umiliato…Ecco tutte queste cose sono per il popolo e per i capi incompatibili con la condizione divina. Come fare a credere una cosa del genere? Per questo Gesù dice: “nessuno può venire a me se non lo attira il Padre che mi ha mandato”.

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1 commento

  • non ci casco ha detto:

    LE VERITÀ ETERNE e l’obbligo vaccinale
    Papa Leone XIII, 8 settembre 1899
    «…Sì, più che mai, i giorni in cui viviamo reclamano il concorso e la dedizione di sacerdoti esemplari, pieni di fede, di discrezione, di zelo, che, ispirandosi alla dolcezza e all’energia di Gesù Cristo di cui sono i veri ambasciatori, “pro Christo legatione fungimur” (2Cor 5,20), annuncino con una coraggiosa e indefessa costanza le VERITÀ ETERNE, che sono per le anime i semi fecondi delle virtù.»