Benedetta De Vito, e la Comunione dei Beati e dei Santi. Un Ricordo d’Infanzia.

3 Maggio 2022 Pubblicato da

 

Marco Tosatti

Cari amici e nemici di Stilum Curiae, nell’archivio del sito – vecchio di qualche giorno – abbiamo trovato questo scritto delicato e poetico di Benedetta De Vito, che offriamo alla vostra attenzione, e meditazione. Buona lettura. 

§§§

Al numero 96 di via Appia nuova, in un condominio di palazzine giallo ocra, alte a quadrato, come sentinelle, su un giardino d’ombre e di erbe, vivevano i miei nonni paterni. Eccomi, eccomi, sono io, bambina, con la treccia sul dorso, gli occhi d’aprile, racchiusa nella divisa bianca e blu dell’istituto Mater Dei, trotto dietro ai miei genitori fino al portone d’ingresso e poi mangiata dall’ascensore vetusto, lentissimo, in rumore di catenaccio. S’apre, cupo, l’ingresso nero di parenti. Qualcuno, perduti i miei, mi prende per mano: “Bacia, bacia la zia”.

Sul letto, la sorella bella di mia nonna, Cecilia, della Cilia o anche, che grazia, Cillì. Non è seduta come di consueto  nel nimbo di luce della vecchia lampada di velluto verde, a fare i suoi solitari in orologio, ma distesa sul letto, bianca, di cera, in capo, un velo di trine nero. Tra le mani intrecciate, il serpentello di un rosario. La baciai, e in quel bacio gelato corse in me un brivido e tutta quanta, pur non sapendolo, ero già immersa, io piccina, nel mistero della vita che quaggiù si fa carne e pellegrinaggio nel mondo e di là, la vita che noi chiamiamo morte, anima tra anime, in lode perenne e contemplazione. Corsi via a rompicollo, confusa tra gli altri, in fuga, viva e morta insieme.

Fu quel primo, incontro con la morte, normale per i bambini antichi, come antica sono anche io a squadrar l’intera mia esistenza e a donarmi la bussola che, tra il su e il giù, mi avrebbe condotta, seguendo nel labirinto il filo d’oro che conduce al cielo, sui passi della Comunione dei Santi, dogma della Chiesa cattolica che ora non sembra andar più tanto di moda, ma che per me è faro, lume, vita, respiro.

Prima di seguitar nelle povere parole mie che non sono teologa, vi offro le parole sante di San Pio X, prese dal suo bel Catechismo: “Comunione dei santi significa che tutti i fedeli, formando un solo corpo in Gesù Cristo, profittano di tutto il bene che è e si fa nel corpo stesso, ossia nella Chiesa universale, purché non ne siano impediti dall’affetto al peccato” E ancora: “I beati del paradiso e le anime del purgatorio sono anch’essi nella Comunione dei santi, perché congiunti tra loro e con noi dalla carità, ricevono gli uni le nostre preghiere e le altre i nostri suffragi, e tutti ci ricambiano con la loro intercessione presso Dio”.

Per vedere, fatto luce, volti, colori, con gli occhi buoni, il mistero del cammino trionfale, tra cielo e terra, di chi in Cristo a passi sicuri, in fortezza e prudenza, procede nella carità, vi vorrei condurre con me in una chiesa bellissima, una Basilica, che si trova nel rione Celio a Roma: la Chiesa dei Santi Quattro Coronati, parte di un antico complesso monastico tutto cortili e cripte. C’è ancora oggi il monastero delle monache agostiniane e c’è un antico palazzo cardinalizio. C’è un’aria di poesia all’intorno, nel volo dei gabbiani, con i merli a saltellar tra le buche e i sassi. Andar lassù è come far un passo indietro nella storia. L’aria è più pulita nella semplicità delle pietre.   Io, se a lenti passi, mi reco ai Santi Quattro – che furono soldati, forse, i quali si rifiutarono, sotto Diocleziano, di uccidere i marmorari che si rifiutavano di scolpir idoli – lo faccio di solito verso sera, quando stanco delle scempiaggini degli uomini il cielo indossa il suo mantello più bello, incendiato dal sole in calante riposo, e si prepara a dormire. Sono lì per liberare il cuore dalle cure quotidiane e sentirmi rinata in quel silenzio d’oro, nel respiro profumato di quel fazzoletto di campagna a Roma. “Il Regno dei cieli è simile a un monastero posto nel cuore della città”, scrivono le sorelle agostiniane, ed è proprio così. Prima di entrare in paradiso, dunque, mi siedo   sul muricciolo sghembo che dà il benvenuto e, nel su e giù dei sassi di cui è fatto, sono lì, tutta in me, perduta in un esicasmo  muto, lontana dalla città che laggiù s’immagina  in fucina.

Già la posizione, seduta com’è come su un piedistallo, in basso la città, è grazia della magnifica Chiesa, color mattone. Il suo vestito poi è da regina, nell’eleganza medievale del cotto romano. Si sale un poco, almeno io, verso il Creatore e, ritrovato lo spirito che tutti ci pervade, si entra in un gran cortile dove mutolo è l’intorno e vuoto di vita mondana il canto della serenità. Sulla destra, per chi lo desidera (ma bisogna chiedere la chiave alla monaca agostiniana che aspetta, immobile, dietro la grata) si può ammirare l’oratorio di San Silvestro e non vi svelo la festa di colori, nel disegno elegante del pavimento cosmatesco…

Io, invece e voi con me se vorrete, entro in Chiesa e, seduta in un banco proprio in fondo, ai piedi dell’entrata, alzo lo sguardo  verso il catino absidale della Chiesa che splende in oro acceso. Di lassù, tanti santi, dall’abside, mi sorridono nella loro nuvola d’oro come in un gioco di figurine antiche. E gioco, infatti, a riconoscerli nei simboli loro di testimoni e illuminati: Santa Caterina d’Alessandria con la sua ruota, Sant’Antonio nel giglio bianco, Santa Rita, col soggolo grigio, San Girolamo che medita sul teschio. Non è un gioco facile perché il collo è torto e duole. Lo sguardo si perde nell’insieme caldo e salgo, salgo, insieme alle figure alate ed ecco, alto su tutti gli altri, San Giovanni Battista, il precursore, il cugino di Gesù. E, in faccia lui, bella nei panni azzurri, c’è Maria, la nostra mamma in cielo. Nella nube della non conoscenza, seduti su nuvole come in trono, Gesù Cristo e il Padreterno. Come poggiata sulla mano destra del Figlio, la spirale terrena che a Lui conduce. Il Signore è un vecchio canuto, vestito di bianco. E’ ritratto in un gesto impetuoso che par regolare l’intero Creato e anche l’ultimo dei nostri capelli. Vicino a Lui la bianca colomba dello Spirito Santo che Egli invia sulla terra per attirarci a Lui…

Noi sotto, loro lassù, tutti uniti, anche chi è in Purgatorio, dall’Amore sublime di Dio.  In loro mi specchio, sola, e da loro sollevata, trasformata la solitudine in armonia, me ne ritorno a casa. E prima di congedarmi, tornata a piedi saldi nel mondo, vi dico che l’affresco da me e da voi ammirato ai Santi Quattro Coronati ha per titolo “Gloria dei Santi ed è opera di Giovanni Mannozzi, detto Giovanni da San Giovanni. E prima di chiudere una risposta, piccina, a chi mi vorrebbe veder festeggiar in bella ciao il 25 aprile.

Ma come si fa, tanto per dirne una e la più semplice, a inneggiare alla libertà in un Paese, il nostro, che libero non è e dove ancora oggi si usa un feroce apartheid al color verde vipera? Sì, io, nel silenzio della vera vita, cammino silente, in gioia, dietro al Re dei Re… Un saluto rosa nel cielo acceso dal sole d’oro a tutti quanti!

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11 commenti

  • Paola Caporali ha detto:

    Grazie. Di cuore. Sono una degli insegnanti che saranno sbattuti nello sgabuzzino, nonostante la guarigione e nonostante io abbia da portare agli esami di maturità (italiano) la mia quinta. Ma le sue parole mi hanno consolato. Grazie.
    Ps pregate per noi. Ma penso che già lo facciate.

    • OCCHI APERTI! ha detto:

      le esprimo tutta la mia vicinanza e la esorto a non sfiduciarsi, signora PAOLA. E’ in buona compagnia, anche se il distanziamento sociale non gliela fa percepire. Il suo esempio è importantissimo per i suoi ragazzi, a cui oggi, più che insegnare italiano, insegna il coraggio che ci vuole per essere italiani liberi…

      un caro saluto in unione di Rosari!

  • Mimma ha detto:

    Pater Luis reverendo,
    pregherò anch’io per la sua cara mamma.
    La mia se n’è andata a 101 anni, ma durante la chiusura coatta, senza funerali, senza parenti né amici : solo Lei e io.
    Non dimentico il gelo di quella notte d’aprile del 2020, in cui il dolore si macerò in una solitudine totale, consolata solo dalla fede. All’alba, col gemito delle tortore, spuntò pallida la fioraia, col suo fascio di rose e il sorriso gentile.

    • Pater Luis Eduardo Rodríguez Rodríguez ha detto:

      Bella sempre carissima MIMMA, con Benedetta ed altre Donne di questo blog, piuttosto famiglia virtuale…siate degl’ oasis di sapienza, amore, gentilezza, ecc. Mia amatissima mamma si chiama Eglée María, e domani, come ogni mercoledì li porto Nostro Signore nella Sacra Ostia e glielo dirò, e sarà felicissima sapere che una straordinaria Signora come Lei, pure pregarà per lei…appunto domani è Santa Monica, che fu sua santa l’ anno scorso…come spiega Benedetta, anzi, San Pio X, la Comunione dei Santi.
      Vi contraccambio offrendo da domani i Santi Sacrifici in suffraggio dell’ anima della sua amata mamma, che Volò nella Vita Eterna con la straordinaria età di 101 anni !!! chè Grazia immensa! caso mai non avrà bisogno più del potente aiuto d’ ogni Santo Sacrificio, lei stessa provvederà lo riceva qualche anima che ne ha bisogno. La ringrazio se mi può dare il nome.
      Colgo la bella e così simbolica cifra di 101 e la invito alla meditazione leggendo sul significato che spiegò l’ Angelo alla veggente sr. Agnes Sasagawa, ad Akita, in relazioe alle 101 lacrimazioni della statua prodigiosa ed in relazione al DOGMA DELLA IMMACOLATA MADRE SEMPRE VERGINE ASSUNTA ED IL QUINTO ED ULTIMO DELLA CORREDENZIONE.
      Se non trova informazione in internet, con grandissimo piacere glielo racconto io.
      Posso immaginare l’ arrivo della fioraia con le rose, e non palida, ma splendente, l’ arrivo dell’ anima della sua mamma al cospeto Divino.

  • Mimma ha detto:

    Che bello andare a passeggio per Roma con la Signora Benedetta!
    La mente si purifica e il cuore riposa.
    Grazie

  • acido prussico ha detto:

    Binomio Perfetto: Poesia e Cristianesimo.
    Ossia: Delicata, Comprensibile, Suggestiva Lezione del Vero Benessere.

  • alessandro ds ha detto:

    Dott. Tosatti, lei non ci vuole bene 😄😄

  • Forum Coscienza Maschile ha detto:

    Benedetta ha il dono di trasportarci in un mondo di pietà cristiana e umanità che abbiamo dimenticato

    • Enrico Nippo ha detto:

      Vero.

      La potenza immaginifica della Signora De Vito è eccezionale.

      E’ quella potenza che fa vivere le cose.

  • Pater Luis Eduardo Rodríguez Rodríguez ha detto:

    Ah che meraviglia! Grazie carissima Donna Benedetta!!! Ti prego nel resto di questo 2022 pregare per mia mamma di 91 anni, che ha proprio santi patroni in quest’ anno i SANTI QUATTRO CORONATI, quando tornerai.
    Mi hai fatto ritornare alle visite fatte tanti anni fa li.

    Ed oggi inizio novena a SAN PANCRAZIO martire, per sua festa il 12 maggio…mio santo patrono in questo 2022…posso chiederti di visitare sua Basilica…in linea dritta si potrebbe tracciare dai Quatro Santi Coronati dove si trova all’inizio dei Colli Portuensi, per farcila rivvedere con tuoi occhi di FEDE! Andavo ogni settimana li dal mio confessore!

    GRAZIE !!!