AAE: il Siero Genico non è Salvifico, e Fa Male in Tanti Modi…

30 Aprile 2022 Pubblicato da

 

Marco Tosatti

Cari amici e nemici di Stilum Curiae, mi sembra giusto offrire alla vostra attenzione questo articolo di Arrendersi All’Evidenza (AAE), tanto più interessante in quanto piano piano tutta la colossale quantità di menzogne accumulata in due anni a proposito della psico-pandemia e del siero e della malattia – curabile come alcuni hanno detto sin dall’inizio – vengono alla luce. Buona lettura e indignazione...

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IL SIERO GENICO NON E’ SALVIFICO E I GUAI CHE DA’ FAN MALE IN TANTI MODI.  

Pochi giorni fa Stilum Curiae ha proposto un articolo sulle ammissioni che i propalatori globali di vaccini anti-Covid stanno facendo ai propri azionisti.

Big Pharma Ammette: Potremmo non Poter Dimostrare che il Siero Funziona…

In un documento della fine del 2021 inviato da Pfizer alla SEC, l’autorità statunitense che regolamenta gli scambi e i titoli societari (la borsa), compare un’affermazione esplicita: “Potremmo non essere in grado di dimostrare l’efficacia o la sicurezza sufficienti del nostro vaccino COVID-19 e/o delle formulazioni specifiche per la variante per ottenere l’approvazione normativa permanente per USA, UK, UE e altri paesi in cui è stato autorizzato per l’uso di emergenza o concessa l’approvazione all’immissione in commercio condizionata”.

Che cosa sta succedendo? Senza avventurarsi in fantasiose ipotesi, semplicemente emerge la verità: gli azionisti delle imprese arricchite dai contratti per fornire vaccini al mondo intero vengono informati del rischio che nel prossimo futuro l’affare non prosegua con gli stessi profitti sin qui realizzati.

Quale è il rischio?  Che i problemi di scarsa efficacia del vaccino e di aumento degli effetti avversi provocati, nonché della concorrenza di altri approcci terapeutici, potrebbero indurre le autorità competenti a non ricorrere ancora ai sieri sperimentali (si noti: tuttora sperimentali) sin qui somministrati a miliardi di persone. E’ già un problema se concederanno le nuove approvazioni secondo criteri canonici e non più emergenziali. Un altro rischio (dal loro punto di vista) è ovviamente che la pandemia finisca e/o che i ceppi mutati rendano inutile l’istruzione genica degli attuali preparati.

Qualcuno si chiederà se non fosse esattamente quello che sostenevano i cosiddetti no-vax circa la mancanza di studi adeguati e l’assurdità di forzare a vaccinarsi quasi tutta la popolazione, con le relative variazioni sul tema (ad esempio i mix vaccinali o il booster delle terze e quarte dosi).

In effetti è così, ma adesso viene detto agli azionisti da chi finora hanno venduto molto bene il proprio siero anti-Covid. Purtroppo per questi signori (e per chi ha assunto i loro prodotti) il rischio maggiore, e lo sanno, è che i vaccini stessi possano presto essere individuati come un pericoloso fattore di rischio per la salute pubblica.

Innanzitutto il fluire delle informazioni confidenziali tra Pfizer e FDA, che ad ogni inizio del mese vengono rese pubbliche per ordine di un giudice statunitense, sta fornendo più di una ragione per dubitare dello scrupolo con cui furono valutati i dati allora disponibili, mancando di una sufficiente verifica dell’inoculo nel caso di molte categorie a rischio e in genere di un accurato esame degli effetti collaterali dei vaccini a m-RNA.

Queste stesse informazioni (ribadiamolo: sono i dati di un esperimento tuttora in corso che coinvolge miliardi di persone firmatarie di un consenso che scarica i produttori da ogni responsabilità) indicano che l’iter che ha portato all’utilizzo emergenziale dovrà concludersi con dei dati a favore dell’utilità del vaccino. Il che, anche se è sempre stato dato per sicuro dalla grancassa mediatica, è tutt’altro che certo.

Questa “leggerezza” ha consentito qua e là l’imposizione di pesanti limitazioni alle libertà personali, senza che vi sia stata l’evidenza di un vantaggio sulla diffusione della pandemia e mentre si comincia a contare un preoccupante aumento di determinate patologie (es. miocarditi) e anche della mortalità generale (non per Covid-19) anche in quelle fasce di età che non avrebbero dovuto temere gravi danni dal coronavirus.

Non vale la pena di scadere in inutili polemiche e recriminazioni: è più interessante contribuire alla circolazione delle informazioni che permettono di valutare al meglio lo scenario.

Il vaccino è efficace per evitare il contagio dal coronavirus?

Qualora lo fosse stato sulla variante iniziale, è chiaro che lo è meno man mano che il virus muta (non senza che la vaccinazione di massa possa aver contribuito a favorire il propagarsi di varianti virali). Va ricordato che dati di efficacia vantati dalle aziende produttrici riguardano la riduzione del rischio relativo (RRR) e non assoluto (ARR).

La formula utilizzata per l’efficacia del vaccino (VE) è la seguente:

E’ ovvio che non tutti coloro che non sono vaccinati (placebo group) si contagiano.

Sembrerebbe ovvio che nel gruppo dei vaccinati il numero di contagiati sia più basso.

Pertanto la differenza tra il numero dei contagiati non vaccinati (risk for placebo group) e il numero dei contagiati vaccinati (risk for vaccinated group) dovrebbe essere un numero positivo.

In base ai dati ufficiali pubblicati dal Ministero della sanità britannico, dall’inizio del 2022 non è così. Il numero dei positivi che hanno ricevuto tre vaccinazioni è superiore a quello di chi non è vaccinato e questo dato non è soltanto in numero assoluto (spiegabile con il maggior numero di vaccinati rispetto ai non vaccinati), ma lo resta rapportando il tasso di positività e lo status vaccinale a 100000 individui.

Che cosa è emerso infatti dal confronto tra i dati di positività al Covid-19 a fine gennaio, fine febbraio e fine marzo, in tutte le fasce di età (da 18-29, 30-39, 40-49 etc) nei tri-vaccinati rispetto ai non vaccinati?

Sorprendentemente che, in ogni fascia di età e di più tra i 30 e i 70 anni, la differenza che nella formula compare a numeratore è sempre negativa! Ovvero che il numero di tri-vaccinati infetti è superiore al numero di non vaccinati positivi. Inoltre questa differenza negativa sta aumentando di mese in mese; questa cosa è riscontrabile in tutte le fasce di età e sta peggiorando più rapidamente per i più anziani.

Ad esempio nell’intervallo di età tra 30 e 39 anni, il tasso di positivi ogni 100000 persone a fine gennaio nei tri-vaccinati era 1,8 volte più elevato che nei non vaccinati. A fine marzo il rapporto è salito a 3,8!

L’aumento prescinde dal numero assoluto di positivi (a gennaio l’8% tra i trentenni) sceso a marzo al 5,5%.

Tra 70 e 79 anni il tasso a gennaio era 1,9 volte più elevato tra i tri-vaccinati. A marzo 4,0!  Le cose stanno peggiorando di mese in mese a svantaggio dei tri-dosati.

Perché? I fautori della vaccinazione dicono perché l’effetto del vaccino svanisce più rapidamente e perché ci sono le varianti virali, dunque è necessario ricorrere rapidamente ad un’ulteriore dose di richiamo!

Chi è più realista invece pensa che stia verificandosi uno dei rischi teorizzati, ovvero l’immuno-deficienza acquisita per cause ascrivibili a questo tipo di vaccini. Non c’è stata solo l’assurdità di vaccinare a pandemia in corso. Non ci sono solo gli effetti collaterali che portano alle patologie tromboemboliche o a quelle autoimmunitarie. Non c’è solo il potenziale pericolo dell’ADE. Non bastano le perplessità per l’accumulo dei nanolipidi cationici (mai utilizzati prima nell’uomo) che sono il veicolo dell’istruzione genica e fonte di potenziali problemi di salute  ( https://dailyexpose.uk/2022/04/29/pfizer-study-mrna-vaccines-suspended/).

In aggiunta dobbiamo fare i conti anche con il danno provocato al sistema immunitario che riceve reiterate somministrazioni di questo pseudo-vaccino sperimentale. Infatti la risposta anticorpale all’istruzione genica non è tutta dovuta alle meraviglie del siero, ma alla sua interazione con il sistema immunitario ricevente.

Se il sistema immunitario si deteriora e diventa deficitario, la risposta che ne consegue sarà inferiore all’atteso rendendo l’organismo più esposto non solo ai coronavirus, ma anche a tutte le altre potenziali minacce che quotidianamente fronteggia (alcune delle quali portano a sviluppare tumori).

Riprendendo la formula di Pfizer per definire efficaci i vaccini, tenuto conto che i valori sono tutti algebricamente dei numeri negativi, ecco il quadro che presenta il Daily Expose il 28 aprile con i dati del Ministero britannico:

 

Ironicamente l’autore dell’articolo fa notare che questa discesa al di sotto dello zero non somiglia affatto al 95% di efficacia vantato inizialmente per lo pseudo-vaccino. Di qui i rischi per gli azionisti, ma soprattutto quelli per chi hanno ricevuto le dosi.

Giova ripeterlo: non è che il vaccino sia meno efficace (e che potrebbe essere utile una dose ulteriore); è il sistema immunitario ad essere meno prestante. L’efficacia del vaccino (di qualunque vaccino) assomma la presenza del preparato somministrato e del sistema immunitario che lo riceve e che deve compiere il suo dovere. Anche chi non è vaccinato ha comunque un sistema immunitario che compie il suo dovere.

Tutti questi numeri in negativo sulla positività al Covid-19 (e si è visto che non migliorano le cose andando a conteggiare ospedalizzazioni e decessi) dimostrano che il sistema immunitario vaccinato è meno efficiente.

Il fatto che di mese in mese (riferimento ancora lo stesso articolo del 28 aprile apparso sul Daily Expose) le cose peggiorino, in ogni fascia di età, rende ancora più preoccupante il quadro.

 

Il calcolo dell’effetto in negative delle vaccinazioni abbisogna di una modifica alla formula, mettendo a denominatore il tasso di positivi tra i vaccinati e non quello dei non vaccinati.

Perché il sistema immunitario può venire danneggiato dal vaccino a m-RNA?

Stilum Curiae ha già pubblicato l’ennesimo articolo per aiutare a capire come stanno le cose: c’è differenza tra l’immunità naturale (in parte innata e in parte acquisita/adattativa) e quella tramite la vaccinazione a mRNA,  specifica per un solo componente del virus (la proteina spike), che è il il più soggetto a mutazione.

Pro Memoria: Moderna Sapeva che il Siero non Dà Immunità. Un Anno fa.

L’immunità naturale innata i vaccini a mRNA la scavalcano. L’istruzione genica che porta a far sintetizzare alle cellule una proteina spike punta tutto sull’immunità acquisita che viene tuttavia limitata dal fabbricare anticorpi specializzati per la sola proteina spike del ceppo originario del virus (che non c’è più).

Dopo la vaccinazione a mRNA si osserva la riduzione della frazione dei linfociti T CD8 che circolano nel sangue per intercettare i patogeni. I CD8 sono dei linfociti T killer. Inoltre il sistema immunitario naturale, normalmente ben congegnato per allarmarsi con i giusti strumenti anatomici, fisiologici e biochimici, si attiva tramite l’interferone. Diversi ricercatori stanno evidenziando l’abbattimento del sistema immunitario innato come conseguenza delle dosi di vaccino mRNA anti-Covid. La Dr.ssa Stephanie Seneff, scienziata del MIT per decenni, ha illustrato (in un lavoro che ha coinvolto altri noti ricercatori) come l’immunità innata risenta negativamente della vaccinazione anti-Covid con ripercussioni preoccupanti in ordine a molte patologie. Il meccanismo fine che determina questo indebolimento consiste nell’inibizione della via metabolica dell’interferone 1, coinvolto nei processi infiammatori, quelli immunoregolatori, il riconoscimento di cellule tumorali e la risposta delle cellule T.

Il messaggio mRNA del vaccino è inserito all’interno di nanoparticelle lipidiche che lo veicolano all’interno delle cellule umane. Dopo la vaccinazione è stato osservato che le cellule immunitarie innate riducono la risposta TLR4, TLR7 e TLR8 che sono recettori chiave nella difesa dell’organismo.

Il vaccino provoca pertanto un indebolimento o comunque un’alterazione della risposta immunitaria innata.

Ogni somministrazione incide negativamente sull’immunità innata. Le risposte delle citochine a determinati stimoli diminuiscono dopo la vaccinazione. Alcune ricerche hanno rilevato la minor produzione di IFN-γ (un interferone con funzioni antivirali, antitumorali stimolante il sistema immunitario). Al contrario le risposte immunitarie all’agente infettivo fungino Candida Albicans risultano più alte dopo la vaccinazione.

Sono tutti studi indicanti effetti del vaccino non solo sul sistema immunitario adattivo (l’immunità acquisita dall’organismo tramite il vaccino), ma in grado di riprogrammare le risposte immunitarie innate.

Anche per questo aspetto critico, che sta mostrandosi nei riceventi tre o più dosi degli pseudo-vaccini, una spiegazione c’è e la sanno anche i propalatori.

Arrendersi All’Evidenza

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5 commenti

  • Paoletta ha detto:

    Domanda per AAE: se uno prende il covid e poi si “vaccina”, il suo sistema immunitario continua a generare correttamente anticorpi o no? Grazie per la risposta.

    • arrendersi all'evidenza ha detto:

      In un organismo non affetto da disordini immunitari pregressi il contagio del virus (in questo caso il coronavirus del Covid-19) attiva la normale risposta immunitaria naturale comprensiva della memoria anticorpale.
      Se una persona che ha già gli anticorpi riceve il siero sperimentale (per scelta o per obbligo è successo a moltissime persone che avevano già incontrato il virus, alcune delle quali a loro insaputa) il suo sistema immunitario possiede già anticorpi in grado di riconoscere la proteina spike. Il problema è che il cosiddetto vaccino veicola l’istruzione che porta alla produzione della proteina spike (l’antigene) anche in parti dell’organismo dove il virus non sarebbe andato.
      Si crea perciò un intervento immunitario (una vera e propria battaglia condotta dalle difese immunitarie verso chi produce l’antigene: in questo caso le nostre stesse cellule!) anche in zone delicate.
      Tra i rischi c’è l’infiammazione nei distretti dove lo scontro è più sostenuto. Gli anticorpi prodotti in seguito alla vaccinazione saranno specifici per un virus che non c’è più (quello fotografato dall’istruzione genica mRNA), mentre l’immunità naturale presenta un ventaglio molto più ampio di anticorpi (hanno fotografato un virus intero, non solo una sua parte; e in molti casi il virus è più recente di quando fu preparato il siero genico).
      Quello che si sta constatando è che il “vaccino” indebolisce il sistema immunitario in generale.
      Pertanto alla produzione degli anticorpi specifici per la spike virale codificata dall’istruzione genica, si accompagna una minor efficacia generale della risposta immunitaria, essendo diminuiti alcuni normali processi (per esempio quelli che i coinvolgono linfociti T CD8 o
      l’interferone).
      Il risultato complessivo può essere che, in caso di ulteriore esposizione al coronavirus, possa avvenire un contagio anche se si è già guariti e poi (per scelta o per obbligo) ci si è vaccinati.

      Senza trascurare che un sistema immunitario indebolito diventa meno efficace su tutte le altre minacce che deve affrontare. Il Covid-19 non va sottovalutato (ascoltare il link della Dr.ssa Bolgan già citato), ma è certamente curabile con dei semplici medicinali noti ai medici da tempo. Molti dei gravi danni che ha fatto sono dipesi da terapie errate o ritardate.
      Invece se il sistema immunitario fa meno del suo solito, possono risultarne altre patologie molto più gravi.

  • arrendersi all'evidenza ha detto:

    Per chi fosse interessato ad approfondire:

    a-sulle frottole raccontate:
    https://doctors4covidethics.org/the-covid-lies/

    b-sui danni al cuore e ai vasi sanguigni:
    https://scenarieconomici.it/vaccinazione-dei-giovani-e-gravi-malattie-cardiache-israele-conferma-il-collegamento/

    c-su effetti per interferone e immunità innata:
    https://covidcalltohumanity.org/2022/04/18/peer-reviewed-study-confirms-mrna-covid-jabs-dangerous-suppress-innate-immune-system/

    d-sul long covid, immunità naturale e i danni da vaccino:
    https://www.francescocappello.com/2022/04/27/meccanismo-del-danno-da-vaccino-e-long-covid/
    Sentite ad esempio da 1.14.00 per una decina di minuti!

    e-su quello che hanno trovato dentro le fiale:
    https://doctors4covidethics.org/investigation-of-metallic-contaminations-found-in-vector-and-mrna-based-covid-19-vaccines-preliminary-results/

    f-in particolare ciò che spiega il Prof. Bhakdi di ben altra levatura dei televirologi nostrani:
    https://doctors4covidethics.org/dr-peter-breggins-recent-interview-with-dr-sucharit-bhakdi-of-d4ce/

    • SOLDATO AGLI ORDINI DI CRISTO ha detto:

      In Israele, incremento del 25% dei casi cardiaci gravi tra i giovani vaccinati. L’estate scorsa, in visita da Biden, il primo ministro israeliano Netanyhau affermava che i vaccini funzionavano.
      La successione temporale tra vaccinazione ed effetti avversi non è considerata valida, nemmeno a far sorgere un dubbio. Come si fa ad ‘incolpare’ il vaccino? Non hai fatto le analisi prima dell’inoculo: eri già malato! (Se però lo avevi chiesto al medico, questi aveva risposto: ‘Non ci sono analisi da fare. Si sottoponga serenamente alla vaccinazione’). Oppure arriva in soccorso l’algoritmo dell’Oms: avevi patologie pregresse? Sono quelle! Hai una predisposizione genetica: è quella! Nel caso di effetti avversi poi, che hanno condotto alla morte, bisogna stabilire il nesso causa-effetto. Se però la spike si trova nei tessuti, è già una cosa. Ma perché i patologi tedeschi la trovano fino ad avere stabilito il nesso causa-effetto nel 90% dei casi? Sono più bravi degli altri?
      Intanto tu continui a leggere di gente che muore per ‘malore’ ed ogni volta che fai la ricerca, trovi casi di poche ore prima…

      https://youtu.be/6G_sFdXtOww

  • SOLDATO AGLI ORDINI DI CRISTO ha detto:

    Il buon Dio, nella sua Sapienza, ha dotato l’uomo delle difese necessarie, ma l’uomo sciocco le fa cadere. E a discapito di se stesso, naturalmente! Che guaio quando l’uomo si lascia ammaliare dal canto delle sirene (chiasso, più che altro) perché il primo posto lo ha riservato ad altro.