Un Prete in Cammino per Diritti e Libertà. Oggi da Trapani a Marsala.

21 Aprile 2022 Pubblicato da

 

Marco Tosatti

Cari amici e nemici di Stilum Curiae, continua il pellegrinaggio di don Emanuele Personeni da Bergamo a Roma, toccando tutta l’Italia, in difesa di diritti e libertà negate da un governo di malfattori, contro la Costituzione, che nessuno si perita di difendere, tantomeno il cosiddetto garante. #camminaeascolta. E per far giungere al pontefice regnante una lettera firmata da molte persone a cui viene proibito di lavorare e avere una vita sociale. Ecco la tappa di oggi.

 

 

 

TAPPA da MARSALA a TRAPANI

circa km 28

GIOVEDI’ 21/04/2022

in bicicletta.

Partenza ore 9 circa

MARSALA (TP) -Parrocchia San Tommaso di Canterbury

TRAPANI -Parrocchia del Santissimo Salvatore

***

 

VANGELO DI GIOVEDÍ OTTAVA DI PASQUA

21 APRILE

Dal Vangelo secondo Luca

In quel tempo, [i due discepoli che erano ritornati da Èmmaus] narravano ciò che era accaduto lungo la via e come l’avevano riconosciuto nello spezzare il pane. Mentre essi parlavano di queste cose, Gesù in persona stette in mezzo a loro e disse: «Pace a voi!». Sconvolti e pieni di paura, credevano di vedere un fantasma. Ma egli disse loro: «Perché siete turbati, e perché sorgono dubbi nel vostro cuore? Guardate le mie mani e i miei piedi: sono proprio io! Toccatemi e guardate; un fantasma non ha carne e ossa, come vedete che io ho». Dicendo questo, mostrò loro le mani e i piedi. Ma poiché per la gioia non credevano ancora ed erano pieni di stupore, disse: «Avete qui qualche cosa da mangiare?». Gli offrirono una porzione di pesce arrostito; egli lo prese e lo mangiò davanti a loro. Poi disse: «Sono queste le parole che io vi dissi quando ero ancora con voi: bisogna che si compiano tutte le cose scritte su di me nella legge di Mosè, nei Profeti e nei Salmi». Allora aprì loro la mente per comprendere le Scritture e disse loro: «Così sta scritto: il Cristo patirà e risorgerà dai morti il terzo giorno, e nel suo nome saranno predicati a tutti i popoli la conversione e il perdono dei peccati, cominciando da Gerusalemme. Di questo voi siete testimoni».

Commento

Tre considerazioni. La prima. Se Gesù non fosse apparso di sua iniziativa, in nessun modo le donne e i discepoli avrebbero potuto immaginare la sua Resurrezione. A ben guardare i discepoli non riescono neppure a credere a ciò che vedono. Credevano di vedere un fantasma, commenta l’evangelista Luca descrivendo la paura e lo sbalordimento dei dodici. La morte aveva plasmato a tal punto il loro sentire da renderli incapaci di credere ad altro. La morte d’altra parte esige proprio questo, che l’uomo creda soltanto a lei. Poiché é lei alla fine a mostrare di avere ragione di tutto e di tutti. Permettersi di pensare che qualcuno l’abbia sconfitta sarebbe come sfidare le potenze delle tenebre insieme alle evidenze scientifiche e all’esperienza quotidiana. Dunque non era possibile che Gesù fosse vivo. Ciò che stava davanti a loro doveva essere per forza un fantasma e sicuramente non poteva aver a che fare col Crocifisso. La resistenza dei discepoli mostra quanto l’uomo finisca per credere più facilmente all’evidenza del male che all’evidenza del bene e per avere più timore della morte che timor di Dio. Seconda considerazione. I discepoli avevano abbandonato Gesù al suo destino e non si erano neppure presi cura del suo corpo dopo la sua morte. Furono le donne a pensarci insieme a un tale di nome Giuseppe d’Arimatea. Fosse dipeso dai discepoli il corpo di Gesù sarebbe finito in una fossa comune insieme a quello di tutti i condannati a morte. Colpisce che le prime parole di Gesù risorto in mezzo ai dodici siano state: “pace a voi”. Nessuna ombra di risentimento, nessuna intenzione di fare i conti e neppure traccia di delusione. Com’é possibile? Il fatto é che Gesù aveva sempre saputo che i suoi l’avrebbero abbandonato in molti modi. Per questo aveva detto loro: io ho scelto voi e non voi avete scelto me. Affinché essi sapessero che il fondamento del legame con lui sarebbe stato non la loro fedeltà verso di lui ma la sua verso di loro. Non dobbiamo negare a noi stessi di essere mancanti, cioè testimoni non sempre credibili. Perché é la verità. Non dobbiamo né angosciarci per questo né farci l’abitudine. Essere Chiesa significa essenzialmente essere annunciatori che Dio in Gesù ha davvero avuto misericordia di noi. Non dovrebbe averne dunque per gli altri? Terza considerazione. Il Risorto non é abitato da risentimento ma neppure da spirito di rivincita. Non é un caso che appaia alle donne e ai dodici e non appaia ai suoi accusatori, ai sacerdoti, ai farisei e agli scribi che avevano tramato contro di lui. Per costoro sarebbe stata la dimostrazione incontestabile che Gesù aveva ragione.

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