Carissimi StilumCuriali, ecco un altro Bestiario, sempre sui due binari paralleli della guerra e della psico-pandemia. E sempre affinché possiamo fare memoria di quanto è apparso sulla rete, e fissarlo, prima che scompaia dalla memoria. Un bestiario in parte scritto e in parte visivo, come al solito. Buona lettura e visione.
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Mi scuso in anticipo perchè non ho niente da dire. La situazione è diventata cosi ridicola che posso solo ridere e attendere. Fake continue con rispettive smentite vengono diffuse ogni giorno con i nostri politici e giornalai che senza vergogna le ripetono come un mantra, tanto sono abituati a mentire. Draghi che confonde l’Algeria con l’Argentina (che fine che hai fatto, oh potente banchiere. Stare tra le fogne di Montecitorio ha abbassato di livello pure uno della tua statura), Di Maio che si inventa dei forni crematori, Sallusti che sostiene con convinzione che la Polonia non confina con l’Ucraina, Mentana che ci delizia dicendo che i nazisti di Azov sono buoni… Boh, sentite, io non so come ancora possiate dare credito a questa gente e sopportare i soprusi a cui vi obbligano. ‘Per la vostra saluteh dovete sacrificare la liberta, ma per la libertah dovrete sacrificare la vostra salute’. Stai vivendo il peggiore film distopico che tu abbia mai visto e non sei scandalizzato. Non so cosa augurarti se non una Buona Pasqua. (Black Out)
https://t.me/LuceeTenebre
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Francesco Agnoli da Facebook
L’intransigenza verso l’aggressore russo è direttamente proporzionale alla LONTANANZA dai teatri di guerra.
Più lontani geograficamente ed economicamente, più intransigenti si è (vedi Usa ed Inghilterra).
La storia infatti insegna che gli Usa sono diventati la prima potenza del mondo con due guerre mondiali combattute su suolo europeo. Più l’Europa si divide, più gli Usa crescono.
Lo sa bene anche l’Inghilterra, un’isola che è entrata tardi, nel 1973, e mai interamente, nell’UE,
che nel 2016 è uscita dall’UE (“crollerà! Maledetti britannici! Perfida Albione!” ricordate?), e a cui non è mai piaciuta l’idea di un’Europa forte.
Biden e Johnson soffiano sul fuoco, dunque, non perchè abbiano a cuore il povero popolo ucraino, ma perchè hanno a cuore i loro affari e si sentono sufficientemente lontani dall’orrore cui stiamo assistendo.
Come disse la Nuland, delegata americana per l’Ucraina, parlando dell’Europa: “Fuck Eu”.
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Sempre Francesco Agnoli.
Ascoltando la narrazione russa, propagandistica (“denazificare l’Ucraina”) e quella anti russa, egualmente propagandistica (“i neonazisti ucraini sono quattro gatti”), viene voglia di approfondire per capire meglio cosa siano davvero Azov (https://it.insideover.com/…/che-cos-e-il-battaglione… ), in prima linea a Mariupol, Pravyj Sektor, SNA, Patrioti dell’Ucraina e Svodoba (che nel 2012 aveva 10.45% dei voti e 38 seggi e che svolgerà un ruolo importante nei fatti decisivi del 2014)., tutti gruppi neonazisti con riti e idee più che inquietanti.
Ebbene l’idea che mi sono fatto è che siano due narrazioni faziose e quindi in parte vere in parte false (un po’ come tutta questa guerra). Ciò che pensavo lo ho ora trovato poi descritto molto bene da Nicola Melloni, ricercatore e docente a Londra, Bologna e Toronto.
Afferma Melloni:
“Mi sembra che questo discorso ruoti intorno a due miti che hanno dell’assurdo: da un lato l’idea della “denazificazione” e quindi di una società ucraina nazista; dall’altro il discorso opposto, portato avanti da diversi analisti, che sminuiscono il peso sociale e politico dei gruppi neonazisti ucraini, in relazione al loro scarso peso percentuale in termini elettorali. Anzitutto, la società ucraina non è una società nazista e basti sottolineare l’assenza di strutture di potere politico e sociale naziste e la presenza di elezioni relativamente competitive. Poi, per quanto riguarda i gruppi neonazisti va fatto un discorso un po’ più complesso. Questi, effettivamente, non hanno mai avuto gran peso elettorale, ma ciò ha poca rilevanza all’interno di un sistema democratico così debole. Nondimeno, tali organizzazioni – piccole ma ben organizzate e motivate – sono state determinanti nel rovesciamento di governo nel 2014, in maniera completamente sproporzionata rispetto alle loro dimensioni, che non sono cresciute ma sono rimaste grossomodo stabili. Va poi detto che, se anche la pervasività dei gruppi in sé nella società ucraina è relativa, lo stesso non vale per alcune influenze che esercitano o che potrebbero esercitare. Per prima cosa, il fatto che parte di questi gruppi siano stati integrati nell’esercito ufficiale può essere presentato come tentativo di istituzionalizzazione ma, cionondimeno, esiste anche il rischio di una loro normalizzazione. Mi preme sottolineare che, in un momento in cui tutti ci diciamo preoccupati della vittoria di Orban in Ungheria e del crescente consenso verso forze di estrema destra, si dovrebbe considerare con maggiore attenzione il peso che potrebbe avere il battaglione Azov, il suo riconoscimento nelle forze armate ucraine e il ruolo che sta assumendo nella guerra: le idee che vengono portate avanti durante una resistenza fanno la differenza rispetto alla società che verrà costruita in futuro. Infine, il problema dell’influenza agisce molto in ambiti culturalmente dirimenti: non esiste, infatti, alcun Paese in Europa che glorifichi collaborazionisti filonazisti come nel caso di Stepan Bandera. La figura di Bandera è stata assunta a mito fondativo nazionale trasversale, tanto dai neonazisti quanto dal parlamento di Kyiv. La costruzione della rappresentazione di questo personaggio, non più come collaborazionista filonazista ma come eroe nazionalista, difensore della nazionalità ucraina contro l’Unione Sovietica, è stata coltivata dalle élite al potere in funzione anti russa e per creare miti fondativi comuni per la popolazione ucraina. È un mito che nasconde interessi e crea egemonia diffusa, dicendoci molto delle forze nazionaliste che attraversano un territorio al centro dei giochi di potere e degli equilibri geopolitici di altri Paesi”.
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Quelli che hanno dimestichezza con l’inglese troveranno molto interessante quello che dice questa giornalista americana, Lara Logan.
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E questo è il capo del principale partito di opposizione in Ucraina al governo di Zelensky che è stato arrestato senza motivo e per la cui liberazione la moglie ha chiesto aiuto a Erdogan..
Ma è mai possibile che una giornalista si permetta di scrivere “ci occuperemo…”? Siamo alle minacce?
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Francesi in armi per la sovranità ucraina, agli ordini del Pentagono
Régis Le Sommier, ex vicedirettore del Paris Match, ha raccontato la sua esperienza in Ucraina,al fianco di connazionali intenzionati ad arruolarsi nelle “brigate internazionali”
“Sono rimasto sorpreso dal fatto che per entrare a far parte dei ranghi delle forze armate ucraine, si debba passare attraverso gli americani, sono loro che comandano.Siamo quasi stati arrestati.Un americano si è avvicinato dicendo:”qui comando io, non gli ucraini”.Si trattava di un veterano della guerra in Iraq.Ci ha obbligati a consegnare le sim dei telefoni, dopo di che abbiamo dovuto firmare un contratto inmpegnandoci a combattere fino alla fine della guerra.Lì comandano gli americani.Naturalmente, ufficiosamente… Pensavo che saremmo stati con le brigate internazionali, ma siamo finiti ad avere a che fare con il Pentagono. Si tratta di una guerra tra Russia e Stati Uniti, dove l’Europa ha un ruolo marginale”.
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Vik van Brantegem, da Facebook.
L’Ambasciatore ucraino presso la Santa Sede, in un’intervista all’AGI ha chiesto a Papa Francesco di non incontrare Sua Santità Kirill, Patriarca di Mosca e di Tutta la Russa. Papa Francesco da tempo cerca di apportare un contributo affinché si possa raggiungere una tregua o una mediazione in Ucraina, tra Kiev e Mosca. Numerosi i suoi appelli e le sue condanne tanto da avere in progetto anche una visita nel Paese. In occasione della Pasqua la Santa Sede ha pensato di far portare insieme la croce nella Via Crucis del Venerdì Santo al Colosseo a una donna russa e una ucraina. Un simbolo di unione e amore. L’Ambasciatore Yurash (come anche l’Arcivescovo maggiore di Kiev- Halyč e Capo della Chiesa Greco-Cattolica Ucraina, Svjatoslav Ševčuk) si oppone e chiede al Papa di non far presenziare la donna russa. Inoltre ritiene sbagliato anche un incontro tra il Pontefice e il Patriarca KirillI. Quest’ultimo è stato considerato come un leader dell’Isis nonché uno strumento in mano al Presidente russo Putin. Tuttavia la Chiesa ha una missione spirituale sul mondo: perseguire la pace e la fratellanza. Motivo per cui il Pontefice ha sia condannato l’aggressione russa e le stragi dei civili, sia l’invio delle armi da parte dell’Occidente a Kiev in quanto strumenti che alimentano altra morte. La partecipazione di una donna russa e una ucraina, al contrario, dimostrerebbe come tale invasione derivi solo dalla volontà di un leader politico e non di un popolo.
“L’ingerenza del Governo ucraino nella vita politica degli altri stati è sempre più pesante e inaccettabile. Il Governo di Kiev attraverso i suoi apparati sta diffondendo un clima di odio e di terrore che non si può tollerare, specialmente verso l’unico Capo di stato che sta cercando di veicolare messaggi di distensione e di pace”. Lo affermano i deputati di Alternativa, commentando le reazioni di Yurash e Ševčuk, sulla decisione di Papa Francesco di far portare la Croce alla XIII Stazione della Via Crucis del Venerdì Santo al Colosseo a due donne, una ucraina e una russa.
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Un sorriso amaro su Draghi e condizionatori (ma come si fa a essere così stupidi?). E i mass media dei suoi padroni lo esaltavano e lo esaltano…
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E torniamo ai drammi che da due anni sconvolgono le nostre vite.
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“ANCHE SAGAN KO. CRESCE L’ALLARME NEL CICLISMO”. MAGNI, MEDICO DELLA ASTANA: “SI AMMALANO FACILMENTE E STENTANO A RECUPERARE, SOLO OGGI 3 VISITE MIOCARDICHE”
Il grido di allarme è stato lanciato proprio dalle colonne de Il Giornale la settimana scorsa: troppi sono i ciclisti malati. Troppe le forme influenzali, le tracheiti, le defezioni. L’ultimo che si porta dietro da tempo uno stato di stanchezza è Peter Sagan, tri-campeon del mondo. “Non sto bene, mi sento sempre stanco e adesso bisogna capire il perché”.
Sagan non ne fa mistero, e parla del suo senso di spossatezza che lo accompagna. «Pure nella vita quotidiana, non mi sta abbandonando».
«Questa storia ci ha preso alla sprovvista. Nella fase acuta, avevamo da affrontare uno stato di emergenza, adesso per certi aspetti siamo però in una situazione anche più complessa perché ci stiamo misurando quotidianamente con conseguenze inattese ammette il dottor Emilio Magni, responsabile sanitario del Team kazako Astana, la formazione di Vincenzo Nibali.
Siano di fronte a realtà cliniche che sono un vero e proprio ostacolo. Però mi lasci dire che al momento se ne sa ancora troppo poco per dare delle risposte. Stiamo raccogliendo dati. Quello che ci preoccupa è che i ragazzi si ammalano facilmente e, soprattutto, faticano a recuperare. Ogni squadra di World Tour (la massima serie del ciclismo, ndr) sta raccogliendo i propri dati, ma non le nascondo che c’è un continuo e costante feedback con i colleghi. In questo momento, stiamo andando a Torino a fare tre risonanze magnetiche cardiache con mezzo di contrasto, questo per escludere le miocarditi. Cosa le posso dire? È una situazione molto delicata, che merita attenzione e prudenza». (Fonte: IlGiornale)
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In riferimento a quanto sta succedendo in Cina (prendo a motivo il post di sopra del dott. Bassetti).
Riguardo al porto di Shangai é uscito un articolo in maurizioblondet.it. In questo viene ventilata l´ipotesi che il blocco del relativo porto non abbia nulla a che fare con epidemie varie, ma proprio si voglia bloccare il porto per altri motivi che l´autore non riesce a trovare (anche il dott. Bassetti, secondo un articolo uscito su Imolaoggi.it, dice “E’ evidente che c’è di mezzo anche qualcosa di diverso rispetto alla gestione sanitaria”).
Ma una ipotesi ci potrebbe essere: ammettiamo che la Cina prevede/sappia che gli Usa saranno impegnati militarmente con l´Europa e che decida di sfruttare questo futuro momento di “distrazione/debolezza” per attaccare Taiwan (facendo sí che gli USA si trovino a combattere su due fronti) ed ammettiamo che molta della componentistica per le armi americane vengano importate dalla Cina e che deve trovare una scusa per non fargliele piú arrivare (ma anche tutto il resto, in maniera da far interrompere la catena dei rifornimenti in tutto l´Occidente – qui ci sono, credo, anche contratti per milioni e forse miliardi di dollari ed una causa di forza maggiore, la pandemia di non si sa cosa, sarebbe proprio un buon motivo).
Cosa potrebbe fare la Cina giá da ora per facilitare la propria vittoria sugli USA e cosí occupare Taiwan? (infatti volerebbero meno aerei e ci sarebbero meno navi militari USA in giro a causa della scarsitá dei pezzi di ricambio). Dichiarare apertamente la cosa e cosí mettere in allarme gli USA (e tutto l´Occidente) oppure tentare di mascherare questo embargo di fatto con il pretesto di una pandemia? (chiudendo appunto il suo porto principale).
E poi … potrebbe essere che si debbano sostituire i macchinari per cambiare la produzione ed i lavoratori non debbano essere d´intralcio nelle fabbriche e quando vi ritorneranno, quelli che rimarranno, dovranno non piú produrre giocattoli ma, anche con il fucile puntato alla tempia, cannoni e mortai?
I bambini vengono levati ai genitori? Ma se i lavoratori dovranno lavorare diciotto ore su ventiquattro e quindi saranno costretti a fare dei turni di lavoro massacranti e saranno costretti a dormire in una brandina sul suolo della fabbrica, quando potranno accudire a loro? Morirebbero, naturalmente. È quindi meglio che se ne prenda carico il Partito Comunista … del resto, non esiste migliore indottrinazione.
E poi Shangai non é mica molto lontano da Taiwan. Forse 800-1000 km. in linea d´aria? Cosa succederebbe se tutta la popolazione, in caso di contrattacco, finisse nel panico divenendo quindi lei stessa non solo un problema di per sé ma intralcialse anche le operazioni militari? Meglio pensarci ora.
Ecc. ecc. ecc.
Insomma io vedo la possibilitá che la Cina si stia preparando alla guerra contro gli USA (e questo potrebbe anche dire che un confronto diretto NATO – Russia non é molto lontano).
Mia preferita ipotesi che potrebbe spiegare il tutto.
Nota: l´idea che si tratti di lock-down per tenere i lavoratori lontano dalle fabbriche per sostituire i macchinari non é mia, ma l´ho letta da un opinionista in internet.
A STASERA ITALIA su rete 4 va in onda un servizio su di un dibattito in corso in quel di Bari.
Ai baresi nel 2003 fu fatto dono , dalla Russia, di una statua di san Nicola. Collocata su uno dei lati della basilica al santo dedicata. Opera pregevole. Qualche anno dopo venne a Bari Vladimir Putin e, in quell’occasione fu murata una targa sulla parete della basilica retrostante la statua. Ottime le condizioni della statua, non altrettanto quelle della targa.
Il dibattito in corso verte sull’opportunità o meno di rimuovere la statua, la targa o entrambe vista l’aggressione della Russia all’Ucraina. Opinioni diverse tra i baresi.
Una signora ha pensato bene di sanare la situazione avvolgendo una bandiera arcobaleno attorno ai fianchi della statua e ponendole in mano un ramoscello d’ulivo.
No comment.
Una delle notizie più interessanti del bestiario riguarda l’arruolamento dei volontari francesi nei reparti combattenti ucraini. Francesi tra virgolette, s’intende. Si deve pensare che i russi bianchi, dopo la rivoluzione e la guerra civile furono autorizzati a lasciare la Russia e la maggiore meta del loro esodo forzato fu la Francia. Erano per la maggior parte nobili e quindi parlavano spesso la lingua francese.
I volontari francesi probabilmente sono i discendenti di questi esuli di un secolo fa.
Perfettamente francesi ma con la patria di origine nel cuore. Mi domando se la notizia che i nuovi arrivati fossero presi in carico da uno statunitense sia vera o falsa.
Ma anche gli USA divennero meta degli esuli russi. Quindi anche l’americano avrebbe potuto essere un discendente degli esuli di un secolo fa.
Si deve aggiungere che, per gli ortodossi combattere per difendere la patria è considerato una cosa buona e giusta.
Ci fu un tempo, una quarantina di anni fa, che all’accademia di West Point si dovette nominare un cappellano ortodosso perché il numero dei cadetti ortodossi era in continuo aumento.
Sempre discendenti dei cosiddetti russi bianchi, oggi divisi tra ucraini e russi.
In riferimento a quanto sta succedendo in Cina (prendo a motivo il post di sopra del dott. Bassetti).
Riguardo al porto di Shangai é uscito un articolo in maurizioblondet.it. In questo viene ventilata l´ipotesi che il blocco del relativo porto non abbia nulla a che fare con epidemie varie, ma proprio si voglia bloccare il porto per altri motivi che l´autore non riesce a trovare (anche il dott. Bassetti, secondo un articolo uscito su Imolaoggi.it, dice “E’ evidente che c’è di mezzo anche qualcosa di diverso rispetto alla gestione sanitaria”).
Ma una ipotesi ci potrebbe essere: ammettiamo che la Cina prevede/sappia che gli Usa saranno impegnati militarmente con l´Europa e che decida di sfruttare questo futuro momento di “distrazione/debolezza” per attaccare Taiwan (facendo sí che gli USA si trovino a combattere su due fronti) ed ammettiamo che molta della componentistica per le armi americane vengano importate dalla Cina e che deve trovare una scusa per non fargliele piú arrivare (ma anche tutto il resto, in maniera da far interrompere la catena dei rifornimenti in tutto l´Occidente – qui ci sono, credo, anche contratti per milioni e forse miliardi di dollari ed una causa di forza maggiore, la pandemia di non si sa cosa, sarebbe proprio un buon motivo).
Cosa potrebbe fare la Cina giá da ora per facilitare la propria vittoria sugli USA e cosí occupare Taiwan? (infatti volerebbero meno aerei e ci sarebbero meno navi militari USA in giro a causa della scarsitá dei pezzi di ricambio). Dichiarare apertamente la cosa e cosí mettere in allarme gli USA (e tutto l´Occidente) oppure tentare di mascherare questo embargo di fatto con il pretesto di una pandemia? (chiudendo appunto il suo porto principale).
E poi … potrebbe essere che si debbano sostituire i macchinari per cambiare la produzione ed i lavoratori non debbano essere d´intralcio nelle fabbriche e quando vi ritorneranno, quelli che rimarranno, dovranno non piú produrre giocattoli ma, anche con il fucile puntato alla tempia, cannoni e mortai?
I bambini vengono levati ai genitori? Ma se i lavoratori dovranno lavorare diciotto ore su ventiquattro e quindi saranno costretti a fare dei turni di lavoro massacranti e saranno costretti a dormire in una brandina sul suolo della fabbrica, quando potranno accudire a loro? Morirebbero, naturalmente. È quindi meglio che se ne prenda carico il Partito Comunista … del resto, non esiste migliore indottrinazione.
E poi Shangai non é mica molto lontano da Taiwan. Forse 800-1000 km. in linea d´aria? Cosa succederebbe se tutta la popolazione, in caso di contrattacco, finisse nel panico divenendo quindi lei stessa non solo un problema di per sé ma intralcialse anche le operazioni militari? Meglio pensarci ora.
Ecc. ecc. ecc.
Insomma io vedo la possibilitá che la Cina si stia preparando alla guerra contro gli USA (e questo potrebbe anche dire che un confronto diretto NATO – Russia non é molto lontano).
Mia preferita ipotesi che potrebbe spiegare il tutto.
Nota: l´idea che si tratti di lock-down per tenere i lavoratori lontano dalle fabbriche per sostituire i macchinari non é mia, ma l´ho letta da un opinionista in internet.
Rigurgiti neonazi… beh per la meloncina si tratterebbe solo… di un ritorno a casa…!!…https://ilgattomattoquotidiano.wordpress.com/
A STASERA ITALIA su rete 4 va in onda un servizio su di un dibattito in corso in quel di Bari.
Ai baresi nel 2003 fu fatto dono , dalla Russia, di una statua di san Nicola. Collocata su uno dei lati della basilica al santo dedicata. Opera pregevole. Qualche anno dopo venne a Bari Vladimir Putin e, in quell’occasione fu murata una targa sulla parete della basilica retrostante la statua. Ottime le condizioni della statua, non altrettanto quelle della targa.
Il dibattito in corso verte sull’opportunità o meno di rimuovere la statua, la targa o entrambe vista l’aggressione della Russia all’Ucraina. Opinioni diverse tra i baresi.
Una signora ha pensato bene di sanare la situazione avvolgendo una bandiera arcobaleno attorno ai fianchi della statua e ponendole in mano un ramoscello d’ulivo.
No comment.
https://www.iltempo.it/attualita/2022/04/15/news/anpi-resistenza-ucraina-polemica-armi-reazione-catena-apocalittica-differenze-guerra-gianfranco-pagliarulo-31232428/
Una delle notizie più interessanti del bestiario riguarda l’arruolamento dei volontari francesi nei reparti combattenti ucraini. Francesi tra virgolette, s’intende. Si deve pensare che i russi bianchi, dopo la rivoluzione e la guerra civile furono autorizzati a lasciare la Russia e la maggiore meta del loro esodo forzato fu la Francia. Erano per la maggior parte nobili e quindi parlavano spesso la lingua francese.
I volontari francesi probabilmente sono i discendenti di questi esuli di un secolo fa.
Perfettamente francesi ma con la patria di origine nel cuore. Mi domando se la notizia che i nuovi arrivati fossero presi in carico da uno statunitense sia vera o falsa.
Ma anche gli USA divennero meta degli esuli russi. Quindi anche l’americano avrebbe potuto essere un discendente degli esuli di un secolo fa.
Si deve aggiungere che, per gli ortodossi combattere per difendere la patria è considerato una cosa buona e giusta.
Ci fu un tempo, una quarantina di anni fa, che all’accademia di West Point si dovette nominare un cappellano ortodosso perché il numero dei cadetti ortodossi era in continuo aumento.
Sempre discendenti dei cosiddetti russi bianchi, oggi divisi tra ucraini e russi.
La fonte della notizia è un giornalista francese molto noto già vicedirettore di Paris Match.