BDV. Il Padre, il Patrigno, e la Nostra Conversione.

15 Aprile 2022 Pubblicato da

Marco Tosatti

Cari amici e nemici di Stilum Curiae, con raccapriccio mi sono accorto di avere sul computer da non so quanto tempo questa riflessione di Benedetta De Vito. Me ne scuso con lei e con voi. Buona lettura e meditazione.

§§§

 

In questo giorno che nasce, sotto il bel manto celeste di Maria, mi piace qui consigliarvi un libro bello che parla della Sardegna com’era e come ancora è sotto il velo fragile della modernità. La Sardegna che è cucita stretta nel mio cuore perché lì, sotto un firmamento di stelle, ho incontrato, bambina, il Signore. Il libro si intitola “Il paese dei contos”. E il perché lo scoprirete da soli. Invece io vi porto a pagina 6, diritti, exprés, e leggiamo insieme che cosa scrive l’autore, Raffaele Piroddi, del “nonno”. “Egli era noto in paese per la sua probità e per la sua saggezza; possedeva terre, bestiame e una grande  casa patriarcale piena di cortili, loggiati, magazzini, legnaie, pergolati, stalle. Assieme a lui abitavano i sette figli con le loro famiglie ed egli regnava  sulla sua risonante tribù come un arcaico re pastore”.

Ecco, sì, un tempo di grazia, il cosmo, con tutte le riserve terrestri del caso, certo. E poi, poi, è arrivato un altro libro “Padre, padrone”, di Gavino Ledda. Era il 1974. Il ’68, che condannava a morte il padre, imbrigliandolo in una finta rete di male, si agitava, furente, nella sua coda di serpente. La fantasia al potere cioè il carnevale al potere. Il caos.  Il padre, il vecchio re pastore, che è immagine di Dio (quel Dio unico che già i sessantottini avevano confuso con le loro credenze esoteriche, indianeggianti, pagane) sulla terra, veniva assassinato, fatto a brandelli e messo in un canto.

L’agonia del re pastore dura fino ai nostri infelici tempi in cui i padri, resi impotenti, oramai effemminati, depilati, ossigenati, pur di guadagnarsi un posto al sole e di piacere al mondo, hanno completamente abbandonato il loro ruolo di preminenza nelle famiglie. Essi, evanescenti, cercano di scomparire. Lasciano lo scettro e anche la responsabilità, sdraiandosi sul divano dell’ignavia, rendono orfani i loro figli che lo hanno spodestato. Quando ci sono (perché il mito della donna single con figlio va ancora per la maggiore), si comportano da deboli, a volte diventano “mammi”, altre, iracondi e quindi perseguibili per legge. Così lasciano che le figlie si perdano, che i figli prendano strade senza uscita, che le moglie, fatte Lilith, spadroneggino inique. Non sanno più dire a un fidanzato: “Mi scusi, lei che intenzioni ha con mia figlia?” E a un ragazzo non sono più capaci di dir no e stan lì a rigirarsi sulla lingua risposte logiche e politicamente corrette che confondono ancora di più i già confusi figli.

Se non ci sono, poi, peggio mi sento, le mamme allora, coccolate dai media, dai film, dalle serie televisive, indossano loro i pantaloni, distorcendo tutto. Creano così famiglie sataniche, dove la verità si corrompe nella menzogna, dove i figli non capiscono più i ruoli che il Signore ha distribuito nel mondo ai maschi e alle femmine, e così diventano persone cotte a puntino per finire tritati dalla propaganda martellante che uccide l’anima. A volte i padri, disperati nella solitudine e nell’abbandono, finiscono per uccidere se stessi e le creature che hanno messo al mondo. L’ipocrisia dei media, allora, circonda il loro gesto di pietas. Allora, finalmente, si capisce quanta sofferenza è nel cuore di questi padri reietti che compiono gesti estremi, peccati contro il Signore. Ma bisognava farlo prima, quando erano ancora vivi. Contro il padre han lavorato tutti quanti. Media, psicanalisti, medici. Ucciderlo era unico obiettivo e ci sono riusciti benissimo perché morto è il re pastore che, con fermezza, diceva i suoi no che erano carezze.

Anche Dio, il mio adorato Padreterno, Padre Altissimo e riferimento di tutti i padri sulla terra è stato (da loro, i “captivi diaboli”) archiviato. Le Chiese sono vuote. Il catechismo, unica salvezza, disprezzato, disertato. Tutti, padri e madri del nostro tempo, credono di poter fare da soli. Poveri illusi, rami secchi, tagliati via dall’albero della vita. I bambini, orfani di Dio e del loro “San Giuseppe” sono in balia del mondo e del suo re luciferino. A volte succedono loro cose tremende perché, se non c’è più il padre né la responsabilità nei confronti delle creature più indifese, allora tutto diventa lecito. E in certi circoli (piango e prego) è già così, da millenni. E mentre penso a tuto questo e il cuore s’addolora, sento qualcuno che picchia alla porta: toc, toc, toc. Chi è? Sono il patrigno, posso entrare? Vorrei dirgli, no grazie, ma quello è già entrato, spalancando le porte. Porta un mantellaccio rosso sangue e vedo che zoppica.

Ma cara la mia Benedetta, piccola stupida, io sono già qui, sono entrato, domino incontrastato e tu nemmeno te ne sei accorta? Guarda (e mi mostra un cofanetto pieno di pennarelli e di colori a cera), dimmi che cosa ti ricorda? Ma certo, rispondo, le Regioni colorate! Poi mi fa dondolare sul muso una mascherina orrida color sala chirurgica. E dice, ridacchiando: “E questa?” Sì, sì certo, il bavaglio dell’obbedienza che non ripara da nessunissimo virus (ammesso che ci sia stato per davvero e mmmm). Infine, tira fuori una serpe verde. Oh no, il grim path! Il simbolo stesso dell’iniquità al potere. Certo. E ridendo come un matto, quasi si strozza, dice: “Io sono il patrigno, l’usurpatore, che ha preso il posto del “tuo” Padre! Io ho riempito quel vuoto nella mente e nel cuore di tutti gli addormentati che mi seguono, bisognosi come sono di un paparino! Io li conforto, sussurrando loro che li proteggerò, li salverò, non li farò morire. E blandendoli così li rinchiudo nella gabbia della prigionia. Prigionieri ora, domani schiavi!”.

D’un tratto ricordo le parole di Monsignor Fulton Sheen in casi del genere. E urlo: “Per il sangue di Gesù, vai via!”. E invoco la Madonna, stringo tra le dita il mio santo rosario. Il patrigno non c’è più, ma c’è ancora nel mondo e finché non ci convertiremo al vero Padre, che ci ama e ci castiga, quell’altro, con gli zoccoli ai piedi, trasformato in paparino, continuerà nei suoi diabolici piani. Convertiamo il nostro cuore in questo santo tempo di Quaresima!

§§§




SE PENSATE CHE

 STILUM CURIAE SIA UTILE

SE PENSATE CHE

SENZA STILUM CURIAE 

L’INFORMAZIONE NON SAREBBE LA STESSA

 AIUTATE STILUM CURIAE!

*

Chi desidera sostenere il lavoro di libera informazione, e di libera discussione e confronto costituito da Stilum Curiae, può farlo con una donazione su questo conto, intestato al sottoscritto:

IBAN:  IT24J0200805205000400690898

*

Oppure su PayPal, marco tosatti

*

La causale può essere: Donazione Stilum Curiae




Ecco il collegamento per il libro in italiano.

And here is the link to the book in English.

Y este es el enlace al libro en español


STILUM CURIAE HA UN CANALE SU TELEGRAM

 @marcotosatti

(su TELEGRAM c’è anche un gruppo Stilum Curiae…)

E ANCHE SU VK.COM

stilumcuriae

SU FACEBOOK

cercate

seguite

Marco Tosatti




SE PENSATE CHE

 STILUM CURIAE SIA UTILE

SE PENSATE CHE

SENZA STILUM CURIAE 

L’INFORMAZIONE NON SAREBBE LA STESSA

 AIUTATE STILUM CURIAE!

*

Chi desidera sostenere il lavoro di libera informazione, e di libera discussione e confronto costituito da Stilum Curiae, può farlo con una donazione su questo conto, intestato al sottoscritto:

IBAN:  IT24J0200805205000400690898

*

Oppure su PayPal, marco tosatti

*

La causale può essere: Donazione Stilum Curiae




Questo blog è il seguito naturale di San Pietro e Dintorni, presente su “La Stampa” fino a quando non fu troppo molesto.  Per chi fosse interessato al lavoro già svolto, ecco il link a San Pietro e Dintorni.

Se volete ricevere i nuovi articoli del blog, scrivete la vostra mail nella finestra a fianco.

L’articolo vi ha interessato? Condividetelo, se volete, sui social network, usando gli strumenti qui sotto

Condividi i miei articoli:

Libri Marco Tosatti

Tag: ,

Categoria:

37 commenti

  • Michele ha detto:

    Vorrei spendere due parole in difesa del Padreterno che essendo molto impegnato dall’eternità a far sussistere l’intero creato, noi compresi, non ha avuto tempo di aggiornarsi e di fototocopiare tanti codici in lingue morte che non ripassa da millenni: propongo ai lettori di Stilumcuriae di fare una colletta per pagare all’Onnipotente un rapido corso di aggiornamento professionale privato (tipo sei anni in uno) presso l’eruditissimo (onnisciente? Immortale?) lettore.

    Coraggio! Cristo è risorto ed ha sconfitto la morte fisica e spirituale per tutti, compresi coloro che si scandalizzano, gli invidiosi, i superbi, i mortali fondatori di religioni umane, i falsari, i calunniatori, gli analfabeti, i minorati fisici, i peggiori criminali della storia…proprio tutti, purché di buona volontà e umili nel riconoscersi figli macchiati dalla concupiscenza e bisognosi della Sua Misericordia. Dipende dalla nostra libertà.

  • Bah ha detto:

    Gentilissima B.D.V.
    leggo sempre con molto interesse e … affetto i suoi scritti che mi ricordano mia madre, un insegnante all’antica (nata nel 1925!): ligia al dovere, severa con i figli e gli alunni, rigida sui valori ed i principi, ma con una sincera e profonda fede, tanta carità verso i bisognosi, tanto amore per tutti, per cui … si notava solo la sua bontà e la serenità.
    Anche riguardo a questo Suo articolo (che in buona parte rispecchia la mia situazione dì padre e marito-bancomat) devo riconoscere che … ‘non ci sono più le donne dì una volta!’
    Donne che, nonostante le difficoltà ed i sacrifici, con l’aiuto dì Dio e della fede, riuscivano anche a valorizzare il ruolo ed i compiti del marito/padre e a dare il meglio della vita ai propri figli.
    Grazie per tutti i suoi scritti che mi fanno rivivere i tempi passati della mia giovinezza e … quelli futuri, del Regno dei Celi.

  • Rolando ha detto:

    E poi, caro Pilato, praefectus Judeae, a proposito di storiella falsa, permettimi da diplomato ed appassionato in paleografia e buon intenditore del greco classico e della coinè, nonché lettore (e detentore in fotocopie) di tantissimi codici maiuscoli e minuscoli, onciali e non, greci e latini, nonché papiri ed altro dai più antichi al IX-X secolo e.v. possa avere anch’io le mie idee in merito e possa, forse, meno di te confondere tra ragione, ragioni storiche, e Fede.
    Sai tu qual è il libro del NT che annovera in sé più errori che parole, a detta degli stessi studiosi vaticanisti? Prakseis Apostolon: Atti degli Apostoli.
    A gridare poi non c’era il popolo tutto, “i suoi”, cui alludi tu. Lo ha categoricamente e razionalmente smentito da papa lo stesso benemerito ed insospettabile pontefice massimo Benedetto XVI.

    • PILATO ha detto:

      Può darsi che troppa auto-incensazione faccia male.

      Caro Rolando, c’è qualcosa di ciò che pensi, che sei disposto a mettere in dubbio?

      Oppure la tua testa è ingombra di verità?

      • Rolando ha detto:

        Non si tratta di autoincensazione, ma di piacere di conoscenza. Conoscenza inesauribile. E perché nò del massimo Mistero, Dio, se vuoi? Tormento ed Estasi.

      • Rolando ha detto:

        Scusami, Pilato, se dimentico quasi sempre di esternare il mio “basso continuo”, l’unica verità che conosco: “Patendo conoscere” (Eschilo. Agamennon).

      • PILATO ha detto:

        Tante, tantissime sono le conoscenze.

        Tanti, tantissimi sono i Tormenti e le Estasi.

        O anche tu ritieni di essere un “eletto”?

        • Rolando ha detto:

          “Eletto”? E che vuol dire? Se non lo sai tu, Pilato, che sei un Praefectus! Quanto a me, mi sforzo in tutti i modi e prego solo di poter acquisire una serena coscienza della mia personale irrilevanza.
          Ave Caesar. Morituri te salutant!

    • R.S. ha detto:

      Quanto livore… Quanta bava. Un travaso di bile.
      Poverino… Tutti questi anni e ancora rabbia.
      Sarà che proprio non sanno più come imbrogliare.
      Buona Pasqua!
      La Verità rende liberi!

  • Rolando ha detto:

    Io, sinceramente, non riesco a comprendere come possa un Padre amare l’amore così tanto da sacrificare crudelmente il suo stesso unico figlio. Anzi, essere lui l’amore!
    Trovo siano più sinceri e vicini alla verità gli Islamici che per non incorrere in sì incredibile assurdità non annoverano tra i 99 bei nomi di Dio quello di Padre. Anzi attorno alla cupola di Omar, nella spianata del Tempio, sta scritta una maledizione per chi crede che Dio abbia un figlio.

    • Milli ha detto:

      Con tutto il rispetto, ma che ci fa ancora qui? Corra in moschea che è venerdì!

      • Ambra ha detto:

        Milli , applausi di cuore !
        👏

      • Brasi ha detto:

        Hahaha…da Imola oggi: Ramadan: anche Casellati, Lamorgese, Speranza e La Russa alla cena Iftar🤦‍♂️
        Comunque oggi notavo con tristezza quanta gente nelle gelaterie del mio paese… Almeno oggi dico Venerdì Santo! Ma nessuno crede più

      • Rolando ha detto:

        Per carità, Milli, non mi mandi da una rivelazione all’altra. Sii pietosa, almeno oggi per amore dell’uomo Gesù finito in croce tradito dai sacerdoti collaborazionisti della Banca del Tempio.

  • unaopinione ha detto:

    Non so se é giá uscita in Stilum Curiae, ma questa é davvero una cattiva notizia:
    https://www.breitbart.com/middle-east/2022/04/10/world-is-silent-as-palestinian-rioters-torch-josephs-tomb/ (in inglese)
    In breve, la stampa dice che la tomba di S. Giuseppe é stata distrutta da dei manifestanti palestinesi.
    Io sono dubbioso di queste affermazioni perché per i musulmani Maria e quindi anche il suo Sposo, sono delle figure religiose altamente venerate. Per cui non mi meraviglierei che i palestinesi siano stati additati come colpevoli per questo atto vandalico commesso da qualche altro gruppo che cosí non la pensa di Maria e Giuseppe (soprattutto se hanno in odio Dio).
    Mi pare che in italiano non sia uscito niente al riguardo (con il motore di ricerca che uso io non trovo niente al riguardo – almeno nelle prime pagine).

    • Attenzione, prego ha detto:

      Letto l’articolo. Lette le parole del primo ministro Naftali Bennet. Sorto un dubbio : le parole del primo ministro sarebbero state così accorate per San Giuseppe ? Breve verifica e mia ipotesi : si tratterà della tomba del Patriarca Giuseppe ?
      Verifichiamo su Wikipedia: sì, la tomba del Patriarca Giuseppe è in Israele. È a Nablus e quindi ora si trova in Cisgiordania. Distruggerla, per i palestinesi è un atto della guerra che conducono , da decenni, contro Israele.

    • MARIO ha detto:

      Non si tratta di certo della tomba di S.Giuseppe, ma di quella di Giuseppe figlio di Giacobbe, entrambi sepolti a Sichem (o Sicar_attuale Nablus) in Samaria, loro città natale,
      L’articolo infatti parla di Nablus/Sichem… Dove peraltro c’è ancora anche il famoso pozzo di Giacobbe, dove Gesù chiese da bere alla Samaritana.
      (Fra parentesi: negli anni ’70 ebbi la ventura di conoscere e ospitare il fratello del sindaco di Nablus/Sichem …).

      • Post Scriptum ha detto:

        Sembra però che non si sappia dove sia la tomba di San Giuseppe, se a Gerusalemme o a Nazareth.
        È stata tanta l’umiltà in cui ha vissuto che non si sa neppure dove sia sepolto.

        • stilumcuriale emerito ha detto:

          Non solo non si sa dove sia sepolto ma nemmeno quando sia morto. L’ultima volta che si parla di lui nei vangeli, Gesù aveva dodici anni. E’ molto probabile che Maria ormai cinquantenne fosse vedova quando assistette alla crocifissione del figlio. Ma di tutto ciò non c’è accenno nei vangeli.

          • MARIO ha detto:

            Stando a quanto riportato nell’ “Evangelo come mi è stato rivelato” di Maria Valtorta, S.Giuseppe sarebbe morto poco prima della missione pubblica di Gesù.
            Nell’apposito capitolo sulla morte di S.Giuseppe, Gesù dice nel commento: “Maria amava intensamente il suo Giuseppe, al quale aveva dedicato sei lustri di vita fedele.”
            https://scrittivaltorta.altervista.org/01/01042.pdf

            Buona Pasqua.

        • Rolando ha detto:

          ” È stata tanta l’umiltà in cui ha vissuto….”.
          Se è per questo anche Mosè non si sa dove sia sepolto, eppure tanto umile non sembra se chiese ad YHWH (Kyrios) di mostrarsi a lui di persona per poterlo vedere in faccia.

    • unaopinione ha detto:

      Caro dott. Tosatti, se cambia il primo testo con questo:
      Beh, chiedo scusa per aver aggiunto il “San” di mia pura iniziativa. Anche io prendo qualche volta qualche (o forse piú?) granchio (compreso tutto il commento che ho fatto). Il mio cuore comunque é sollevato (perché non si tratta dello Sposo di Maria).
      Grazie a tutti per avermi corretto.

    • unaopinione ha detto:

      Mia svista (cade anche il mio commento).
      Grazie a tutti per avermi corretto.

  • Pater Luis Eduardo Rodríguez Rodríguez ha detto:

    NON DIMENTICARE INIZIARE OGGI LA NOVENA ALLA VERA ED UNICA MISERICORDIA DIVINA, IN PREPARAZIONE PER LA SUA FESTA DOMENICA IN ALBIS 24.4

    Corona Divinae Misericordiae

    Pater noster, qui es in caelis, sanctificetur nomen tuum. Adveniat regnum tuum. Fiat voluntas tua, sicut in caelo et in terra. Panem nostrum quotidianum da nobis hodie, et dimitte nobis debita nostra sicut et nos dimittimus debitoribus nostris. Et ne nos inducas in tentationem, sed libera nos a malo, Amen.
    Ave Maria, gratia plena, Dominus tecum. Benedicta tu in mulieribus, et benedictus fructus ventris tui, Iesus. Sancta Maria, Mater Dei, ora pro nobis peccatoribus, nunc, et in hora mortis nostrae, Amen.
    Credo in Deum Patrem omnipotentem, Creatorem caeli et terrae. Et in Iesum Christum, Filium eius unicum, Dominum nostrum, qui conceptus est de Spiritu Sancto, natus ex Maria Virgine, passus sub Pontio Pilato, crucifixus, mortuus, et sepultus, descendit ad inferos, tertia die resurrexit a mortuis, ascendit ad caelos, sedet ad dexteram Dei Patris omnipotentis, inde venturus est iudicare vivos et mortuos. Credo in Spiritum Sanctum, sanctam Ecclesiam catholicam, sanctorum communionem, remissionem peccatorum, carnis resurrectionem et vitam aeternam, Amen.
    Primo: Dómini Nostri Iesu Christi oratiónem in horto contemplamur:

    Pater aeterne, offero tibi Corpus et Sanguinem, animam et divinitatem dilectissimi Filii Tui, Domini nostri, Iesu Christi, in propitiatione pro peccatis nostris et totius mundi.

    Pro dolorosa Eius passione, miserere nobis et totius mundi. (decies)

    Pater aeterne, offero tibi Corpus et Sanguinem, animam et divinitatem dilectissimi Filii Tui, Domini nostri, Iesu Christi, in propitiatione pro peccatis nostris et totius mundi.

    Pro dolorosa Eius passione, miserere nobis et totius mundi. (decies)

    Pater aeterne, offero tibi Corpus et Sanguinem, animam et divinitatem dilectissimi Filii Tui, Domini nostri, Iesu Christi, in propitiatione pro peccatis nostris et totius mundi.

    Pro dolorosa Eius passione, miserere nobis et totius mundi. (decies)

    Pater aeterne, offero tibi Corpus et Sanguinem, animam et divinitatem dilectissimi Filii Tui, Domini nostri, Iesu Christi, in propitiatione pro peccatis nostris et totius mundi.

    Pro dolorosa Eius passione, miserere nobis et totius mundi. (decies)

    Pater aeterne, offero tibi Corpus et Sanguinem, animam et divinitatem dilectissimi Filii Tui, Domini nostri, Iesu Christi, in propitiatione pro peccatis nostris et totius mundi.

    Pro dolorosa Eius passione, miserere nobis et totius mundi. (decies)
    In conclusione, ter dicitur:

    Sanctus Deus, Sanctus Fortis, Sanctus Immortalis, miserere nobis et totius mundi.

  • Paola Caporali ha detto:

    Grazie, carissima Benedetta. Aspettavo da tanto un suo nuovo articolo. Io insegno, per cui vedo con dolore i segni dell’assenza dei padri. Cerco di rimediare un po’ raccontando l’Eneide. Grazie. Felice e santa Pasqua.

  • Enrico Nippo ha detto:

    “ …finché non ci convertiremo al vero Padre, che ci ama e ci castiga …”.

    Amore e Castigo: potrebbe essere il titolo di un libro o di un film, che vede protagonista una persona mite, onesta, che non farebbe male ad una mosca, tartassata da disgrazie una dopo l’altra. (e di queste persone ne ho conosciute parecchie, cristiane e non).

    Siamo, o almeno io sono, al solito punto di interdizione: un Amore violento, che non di rado picchia con una sproporzione agghiacciante tra peccato e castigo. Come un padre che rifila al figlio un fracco di legnate perché non si è lavato le mani prima di mettersi a tavola.

    Per fortuna c’è la parabola del Figliol Prodigo che mi tira su il morale: un figlio che se ne va a dissipare la sua parte di eredità e poi fa ritorno a casa, avrebbe dovuto come minimo essere bastonato a sangue e poi cacciato via, e invece (che bello! che consolazione!) il padre non solo non lo “castiga” ma addirittura lo accoglie e braccia aperte e indice una festa!

    Che la Creazione sia diventata “questo mondo” non è, almeno per me, un motivo sufficiente per dare conto dell’orrore che la spazza in quanto “castigo” di Dio. E’ qualcosa che mi ripugna.

    Non posso credere che il “miglior mondo possibile”, poiché creato da Dio, dovesse fatalmente – ripeto fatalmente – piombare in un crogiolo di dolore. Non riesco ad ammetterlo. Mi fa accapponare la pelle. E’ più forte di me.

    Il prezzo del Bene è il Dolore come Castigo!

    Questa la sentenza elaborata dagli uomini.

    Oddio! Mi sento venir meno!

    • Simone ha detto:

      Il figlio che torna al Padre si è convertito per fame (piccolo castigo che si procurato) altrimenti sarebbe rimasto nel suo mondo.

      • Rolando ha detto:

        Esatto, caro Simone. Per fame. Sto morendo di fame e mio padre ha cibo in abbondanza. Meglio ritorni, faccia finta di niente, mangi ed i piaceri me li procuro anche da mio padre. Se il vecchio mi aspettasse e fosse di buonumore meglio ancora. E sembra che il vecchio padre stravedesse per questo figlio libertino e drogato così tanto da non mandare a chiamare il suo figlio maggiore perché banchetti e faccia festa con loro!
        Anzi. È il figlio devoto e buono che da lontano sente aria di festa e di baldoria. Si chiede il perché. Ma la risposta viene proprio da parte del padre sbadato, per niente sensibile ed ingiusto che fa quello che vuole secondo il proprio piacere.
        È la più amara e diseducativa delle parabole.
        Fame. Pane. Alcune ore ho trascorso nella Tenda del Pane a Lourdes meditando. Pane, senza pane nessuna sopravvivenza e senza sopravvivenza nessuna parola di Dio ci fa vivere. Avevo fame e mi avete dato da mangiare. Quando Signore? Quando ti sei accorto che l’altro è un tu, non un Dio che te lo chiede, sia che esista o meno, ma un affamato come te di piacere, libertà, dignità in serenità e pace. La guerra che pareggia tutte le erbe del prato è la negazione per antonomasia dell’utilità e di un Dio, nella tragedia umana.

    • Milli ha detto:

      Il mondo è diventato un crogiolo di dolore perché in esso è entrato il Male, Satana, e tanti lo seguono, commettendo ingiustizie e iniquità. Se l’umanità intera seguisse le leggi divine, il mondo sarebbe quasi un paradiso.
      Tuttavia, il dolore non è solo un crudele castigo, ma anche una prova, un mezzo per espiare o per offrire , uniti alla Passione di Cristo, divenendo così strumenti di salvezza per il mondo.
      Sì, chi soffre unito a Cristo partecipa alla sua Passione e partecipa alla salvezza del mondo.

    • Adriana 1 ha detto:

      Bene, Enrico, i più antichi Gnostici ( non Massoni ) avevano cercato rimedio a tale sconforto individuando nella figura di un Arconte Superbo l’autore della creazione del mondo con tutte le sue ingiustizie e con tutti i suoi dolori. Fu costui che creò la natura perchè ” non conosceva la natura”…Venne creduto il sommo Dio. ( Gli umani ammirano sempre il superiore crudele.) Solamente gli eredi del terzo figlio di Adamo ed Eva, Seth, onorarono il vero Dio che di era allontanato dal mondo. Solo i Sethiani, i giusti, quindi, meritano la salvezza. Non sei l’unico a provare orrore di fronte a certe affermazioni.

      • Rolando ha detto:

        Cara Adriana, è proprio vero che oggi così come per “gli antichi gnostici” che tu citi, tanti uomini cercano ancora conforto nelle favole. Tra le infinite idiozie che sostenevano c’era anche la convinzione che prima si risorge e poi si muore. Paolo poi trova tra i loro arconti, tra le loro potenze, i veri esecutori e colpevoli della morte del Signore Gesù. Mica poteva accusare i romani, visto che lui era uno di loro.

        • Adriana 1 ha detto:

          Se è per questo, non poteva denunciare nemmeno gli Ebrei, visto che…
          Quanto alle ” favole “, non le confinerei nel magazzino dell’illusionista, considerato il loro spessore plurisemantico, pluriconcettuale e il loro valore di assistenza nelle tribolazioni. Consideriamo questa preghiera medievale attribuita a Ermanno di Reichenau (+ nel 1054 ): ” Alma Redemptoris mater, quia pervia caeli/ porta manes et stella maris, succurre cadenti/ surgere qui curat, populo, tu quae genuisti/ (natura mirante ) tuum sanctum genitorem,/ Virgo prius et posterius, Gabrielis ab ore/ sumens illud Ave, peccatorem miserere. ”
          ” Ho cercato di dimostrare come il fascino di questa bella preghiera medievale sia da attribuirsi in gran parte a una ambiguità voluta, ai vari livelli di significato e alle metafore che si celano sotto la superficie…L’Alma Mater viene forse raffigurata come una costellazione fissa nei cieli, o forse come la stella mattutina che guida coloro che sono in mare. Ella è una via di transito celeste, sempre percorribile e sempre accessibile…il cadere e il sorgere- a parte il motivo della costante caduta dei peccatori- hanno forse ora l’eco più vasta del sorgere e del calare dei corpi celesti, o dell’abbassarsi e sollevarsi delle navi in mare, e infine, del vacillare dei fanciulli che hanno bisogno dell’aiuto della madre per camminare…abbiamo una icona verbale dell’intera situazione dell’uomo nel suo sforzo di ascendere alle stelle, del suo bisogno di un aiuto sovramondano che sia, a un tempo, forte e amoroso “. ( commento dell’interprete di questo inno, Musurillo, 1957, pp. 171-174 ).
          Con il che, auguro Buona Pasqua a lei e a tutti i creatori di Stilum Curiae.

          • Rolando ha detto:

            Sono d’accordo sul fascino di questa bella preghiera ed ancor più sulla melodia gregoriana che l’accompagna e che ho cantato per tutti gli anni di seminario la sera dopo Compieta durante il periodo di Avvento.
            Guardando il cielo stellato, anche adesso, parole e melodia mi viengono in mente ed in cuore. Abbiamo già tutti e due i piedi nella fossa, eppure a morire, ultimi, sono proprio i nostri desideri.

      • PILATO ha detto:

        I Romani colpevoli della morte del Signore?

        Ancora questa storiella falsa?

        Ma lo leggete tutto il Vangelo o ne spiluccate quello che vi fa comodo?

        CHI ha SCELTO fra Gesù e Barabba?

        No sono stati i “suoi”?

        • Rolando ha detto:

          Patì sotto Ponzio Pilato, morì e fu sepolto.
          Chi ha scelto tra Gesù Barabba [Jehoshua figlio del Padre] e Gesù soprannominato L’Unto [Kristòs]?
          Non certo Pilato nè Caifa, sicuri sull’individuo pericoloso per Roma e per i ricchi collaborazionisti Sadducei e Farisei.
          Chi dunque ha scelto?
          L’inventore del Cristianesimo paolino. Ed i vangeli lo confermano con le loro contraddizioni e favolette.