Un Prete in Cammino per Diritti e Libertà. Oggi da Gravina in Puglia a Matera.

29 Marzo 2022 Pubblicato da

 

Marco Tosatti

Cari amici e nemici di Stilum Curiae, continua il pellegrinaggio di don Emanuele Personeni da Bergamo a Roma, toccando tutta l’Italia, in difesa di diritti e libertà negate da un governo di malfattori, contro la Costituzione, che nessuno si perita di difendere, tantomeno il cosiddetto garante #camminaeascolta. E per far giungere al pontefice regnante una lettera firmata da molte persone a cui viene proibito di lavorare e avere una vita sociale. Ecco il programma di oggi.

 

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Tappa di Martedì 29 marzo

Da GRAVINA IN PUGLIA a MATERA

circa km 34   in bicicletta

GRAVINA IN PUGLIA (BA) -Parrocchia di Gesù buon pastore

ALTAMURA (BA) Piazza Madonna dei Martiri

BORGO VENUSIO (MT) -Parrocchia di San Giovanni da Matera

MATERA -Parrocchia di San Giovanni Battista

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VANGELO DI MARTEDÍ 29 MARZO

Dal Vangelo secondo Giovanni

 

Ricorreva una festa dei Giudei e Gesù salì a Gerusalemme. A Gerusalemme, presso la porta delle Pecore, vi è una piscina, chiamata in ebraico Betzatà, con cinque portici, sotto i quali giaceva un grande numero di infermi, ciechi, zoppi e paralitici. Si trovava lì un uomo che da trentotto anni era malato. Gesù, vedendolo giacere e sapendo che da molto tempo era così, gli disse: «Vuoi guarire?». Gli rispose il malato: «Signore, non ho nessuno che mi immerga nella piscina quando l’acqua si agita. Mentre infatti sto per andarvi, un altro scende prima di me». Gesù gli disse: «Àlzati, prendi la tua barella e cammina». E all’istante quell’uomo guarì: prese la sua barella e cominciò a camminare. Quel giorno però era un sabato. Dissero dunque i Giudei all’uomo che era stato guarito: «È sabato e non ti è lecito portare la tua barella». Ma egli rispose loro: «Colui che mi ha guarito mi ha detto: “Prendi la tua barella e cammina”». Gli domandarono allora: «Chi è l’uomo che ti ha detto: “Prendi e cammina”?». Ma colui che era stato guarito non sapeva chi fosse; Gesù infatti si era allontanato perché vi era folla in quel luogo. Poco dopo Gesù lo trovò nel tempio e gli disse: «Ecco: sei guarito! Non peccare più, perché non ti accada qualcosa di peggio». Quell’uomo se ne andò e riferì ai Giudei che era stato Gesù a guarirlo. Per questo i Giudei perseguitavano Gesù, perché faceva tali cose di sabato.

Commento

Chiedere ad uno che é malato da trentotto anni: “vuoi guarire”? potrebbe apparire uno sberleffo al pari di chiedere a uno che non mangia da tre giorni se ha fame. Ma non é così. A differenza della fame che cresce col passare del tempo, la volontà di guarire può anche diminuire, fino al punto di scomparire. Ogni malattia porta con sé infatti la tentazione di rassegnarsi alla propria condizione e di abdicare ad ogni tipo di responsabilità. La malattia può diventare un rifugio, un pretesto per giustificare la propria inerzia, una scusa per non far neppure ciò che si potrebbe fare. Non é impossibile che il malato approfitti della propria condizione di invalidità e impari a trarre vantaggio dalla propria condizione. Questo accade perché la malattia, anche fisica, é uno stato che agisce sullo spirito, deprime le energie, rende più difficile motivare le ragioni del vivere e infine mette alla prova la fede nella bontà incondizionata di Dio. Lasciata a sé stessa la malattia può diventare un buco nero nel quale precipitano i deboli tentativi di guardare il bene che altri fanno e che noi potremmo fare. In questo senso la malattia é una tentazione che mette alla prova la volontà di vivere. Vorremmo essere noi a mettere alla propria la vita. La malattia é la vita che mette alla prova noi, la nostra speranza, il nostro amore per le cose, per noi stessi e per gli altri. Di qui la domanda di Gesù: vuoi guarire? L’uomo malato giustifica la propria rassegnazione dicendo che altri gli impediscono di guarire. La tradizione voleva che quando le acque di quella piscina si agitavano per il vento, in realtà era il segno che un angelo si era posato sopra. Il primo che le toccava avrebbe potuto guarire. Il nostro uomo sostiene che c’è sempre qualcuno più veloce di lui. É la verità o é una buona scusa? Difficile dire. Ora si osservino le nuove parole di Gesù: alzati, prendi la tua barella e cammina. Se la domanda di Gesù poteva risultare offensiva, queste parole possono apparire addirittura una provocazione: come posso alzarmi se sono paralitico? Il paralitico deve decidere se credere o no a Gesù. La potenza di Gesù é strettamente legata alla fiducia dell’uomo. Soltanto facendo ciò che il Signore gli ha detto, quell’uomo avrebbe potuto guarire. Se quell’uomo avesse detto: non posso alzarmi…non si sarebbe alzato. Non c’è miracolo nella vita che non preveda il consenso dell’uomo, la sua disponibilità a credere che il male non ha l’ultima parola. Non sono i miracoli a generare la fede, é la fede a generare miracoli, permettendo alla grazia di Dio di operare. Credere per vedere. Non vedere per credere.

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1 commento

  • Pater Luis Eduardo Rodríguez Rodríguez ha detto:

    D. Emanuele, si fermi a pregare ad Altamura, nella tomba di MELANIA CALVAT, veggente di N.S. DELLA SALETTE. Che ha descritto con admirevole precissione questi tempi di massima APOSTASIA ed a capo l’impostore schwaberORGOGLIO ICEberg.