Se Il Papa Abusa – proprio Lui – delle Leggi Liturgiche….

27 Marzo 2022 Pubblicato da

 

Marco Tosatti

Carissimi StilumCuriali, mi sembra interessante offrire alla vostra attenzione questo articolo di The Catholic Thing nella traduzione dell’amici Vincenzo fedele, che ringraziamo di cuore per il generoso lavoro. L’Immagine a metà articolo è di Papa Francesco, svestito di abiti liturgici, alla Messa dell’anniversario di canonizzazione del 12 marzo 2022.  Il Papa è “svestito” liturgicamente alla celebazione del 12 Marzo. Buona lettura.

§§§

Abusi papali delle Leggi liturgiche

FR. Gerald E. Murray – MARTEDÌ 22 MARZO 2022

Il 12 marzo papa Francesco si è recato presso la chiesa gesuita del Gesù a Roma per una messa  in occasione del 400.mo  anniversario della canonizzazione di sant’Ignazio di Loyola e di san Francesco Saverio. Il papa ha predicato alla messa e l’ha concelebrata. In precedenza era stato programmato che fosse lui ad essere il celebrante principale, ma per qualche ragione il celebrante principale è stato invece p. Arturo Sosa, SJ, Superiore Generale della Compagnia di Gesù.

La teologia liturgica e la legislazione non consentono che un vescovo, e men che meno un vescovo diocesano nella propria diocesi, concelebri la messa con un sacerdote come celebrante principale (a parte una necessità grave, quale può essere un’infermità). Questo deriva dalla natura stessa dell’ufficio episcopale: il vescovo è “il”  sommo sacerdote nella sua diocesi. Egli offre il sacrificio della Messa per il suo popolo, mentre i suoi sacerdoti concelebrano con lui come collaboratori che servono la Chiesa locale sotto la sua autorità.

La Messa è iniziata con la consueta processione d’ingresso. Papa Francesco, però, era già seduto su una sedia vicino all’altare. Non indossava paramenti liturgici e quindi non dava alcuna indicazione che stesse concelebrando o presiedendo la Santa Messa. Ha pronunciato l’omelia senza indossare le vesti liturgiche (mozetta,  stola, ecc.) prescritte e che debbano essere indossate quando il predicatore non è colui che celebra la messa.

Concelebrava, tendendo la mano e pronunciando le parole di consacrazione, senza indossare i paramenti della Messa (camice, stola e casula). Questa prassi è severamente vietata. Nell’Istruzione  Redemptionis Sacramentum del 2004 , la Congregazione per il Culto Divino afferma: “È un abuso da censurare la celebrazione, da parte dei sacri ministri, della Santa Messa o altri riti senza i paramenti sacri”.

(Il Papa alla Chiesa del Gesù durante la cerimonia)

Il papa è soggetto alla legge liturgica? Sì. 

Può dispensarsi dalle leggi liturgiche? Sì, ma il canone 90 afferma che deve esserci “una giusta e ragionevole causa” per una dispensa. 

Papa Francesco si è canonicamente dispensato dall’obbligo di indossare i paramenti liturgici durante la predicazione e la concelebrazione della Messa? Potrebbe averlo fatto, ma la Santa Sede non ha dato alcuna indicazione che lo abbia effettivamente fatto.

C’era un motivo giusto e ragionevole perché il papa non indossasse le vesti liturgiche prescritte? È molto difficile, se non impossibile, affermare che, in questo caso, esistesse una tale causa.

Ci troviamo quindi di fronte ad una realtà che i cattolici conoscono fin troppo bene nella vita della Chiesa nell’ultimo mezzo secolo e oltre: la flagrante violazione delle leggi liturgiche senza una ragione apparente se non la semplice preferenza del sacerdote celebrante.

È una questione importante? Per alcuni tali abusi liturgici sono, senza dubbio, insignificanti e non meritano alcun commento. Qualcuno dirà che il papa può fare quel che vuole e non dobbiamo turbarci per questa o quella scelta: “Sicuramente ha una buona ragione, ed è impertinente mettere in discussione il suo giudizio, perché, in fondo, è il Papa.”

Ma è proprio perché è il papa che dobbiamo preoccuparci della sua decisione di disattendere le regole che regolano la celebrazione della messa. Il papa, nella Chiesa, è l’autorità suprema e come tale è chiamato a sostenere le leggi della Chiesa stessa, perché non deve scandalizzare i fedeli dando un cattivo esempio. 

Sarebbe scandaloso che passasse l’idea che, sull’esempio del papa, ogni sacerdote fosse perfettamente libero di fare ciò che vuole quando si tratta di seguire la legge liturgica.

Non è un segreto che molti cattolici si rivolgono in numero crescente alla celebrazione della Messa tradizionale latina perché sono stanchi dei diffusi abusi liturgici che incontrano nella celebrazione della Nuova Messa. Lo stesso Papa Francesco ne è consapevole.

Ha sollevato proprio questo problema nella sua lettera del 16 luglio 2021 ai vescovi del mondo, che accompagnava la Traditionis Custodes , il suo motu proprio che limitava la celebrazione della Messa tradizionale: “Mi addolorano allo stesso modo gli abusi di una parte e dell’altra nella celebrazione della liturgia. Al pari di Benedetto XVI, anch’io stigmatizzo che «in molti luoghi non si celebri in modo fedele alle prescrizioni del nuovo Messale, ma esso addirittura venga inteso come un’autorizzazione o perfino come un obbligo alla creatività, la quale porta spesso a deformazioni al limite del sopportabile»” [Viene qui usata la forma divulgata ufficialmente in lingua italiana dalla Santa Sede. – NdT].

Ai vescovi ha consigliato: «Al contempo Vi chiedo di vigilare affinché ogni liturgia sia celebrata con decoro e fedeltà ai libri liturgici promulgati dopo il Concilio Vaticano II, senza le eccentricità che degenerano facilmente in abusi».

Sono le stesse parole di papa Francesco a servire da rimprovero alla sua decisione di concelebrare la Messa senza i paramenti liturgici. Il carattere sacro dei nostri atti di culto è promosso e tutelato quando sacerdoti e vescovi seguono di buon grado e scrupolosamente le prescrizioni del diritto liturgico. I fedeli cristiani hanno il diritto di partecipare alla preghiera liturgica senza essere costretti a sperimentare “distorsioni insopportabili” del buon ordine liturgico. Tale diritto dipende dalla volontà dei sacerdoti e dei vescovi di obbedire ed attenersi a quanto stabilito dalla legislazione liturgica.

Non esiste un privilegio clericale che permetta a sacerdoti e vescovi di riscrivere le regole secondo i propri gusti. Eppure è proprio ciò che alcuni sacerdoti e vescovi  ricaveranno tristemente da questo deplorevole esempio di abuso liturgico papale.

Il culto di Dio è il sacro dovere dei pastori della Chiesa. La forma di quel culto è data loro dalla Chiesa. È loro responsabilità vigilare affinché ogni atto di culto liturgico si compia in amorosa fedeltà a quanto stabilito dalla Chiesa nelle sue norme liturgiche. La disobbedienza impartisce invece l’errata lezione che la legge della Chiesa non è importante.

Questa è una ricetta per far proliferare ancora di più il caos nella vita della Chiesa.  Bisogna che sia fermata.

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27 commenti

  • Gianfranco ha detto:

    Tutto condivisibile. Solo vorrei sapere cosa scrisse questa “Cosacattolica” quando Bergoglio “celebrò” quella sacrilega parodia di Sacramento del Matrimonio sull’aereo in volo sopra il Cile nel 2018 (per continuare sulla liturgia).
    E non parliamo del culto in Basilica alla pachamama, violazione alla Legge di Dio, mente la liturgia è comunque di rango inferiore, essendo una creazione umana.
    Intendo dire che gli abusi a cui ci ha abituato il gesuita in bianco sono ben altri!

  • Gaetano2 ha detto:

    Niente di strano. Don Ciccio si comporta da accoglione senza nascondersi. Il problema è costituito da chi lo considera “papa” contro l’evidenza dei fatti

  • Andrea Cionci ha detto:

    Non c’è nessun abuso liturgico semplicemente perché Bergoglio non è il papa, e non lo è in quanto Benedetto non ha rinunciato simultaneamente al munus, ma in modo differito al ministerium, entrando cosi in sede impedita (canone 412) e diventando “papa emerito”, da “emereo”, l’unico che ha diritto di essere papa.
    Io spero che i due religiosi dell’articolo non siano a conoscenza della questione, altrimenti sarebbe davvero irritante.

    • Daouda ha detto:

      Cionci quello irritante qua dentro sei te.
      Fai due cose:
      A) controlla le eresie di Benedetto XVI e l’anticanonicità totale della Summorum Pontificum. Almeno se sei onesto ci verrai a parlare della sede vacante…
      B) fai una inchiesta su timore incusso e violenza, perché i tuoi punti focali sono tutti contraddetti. Fai una cosa seria diamine

  • Giovanni ha detto:

    Certo fa effetto constatare che l’ortodossia,accusata di essere scismatica dal Cattolicesimo, dimostra di aver ben conservato il depositum fidei rispetto all’odierno vaticano. Accolgo con piacere le parole fraterne dell’ Arcivescovo Ortodosso Mons. Silvano.

    • Daouda ha detto:

      Il vescovo Silvano fa parte del sinodo dei resistenti, se ancora è così.
      Hanno una visione deviante del mondo occidentale essendosi piegati alle esacerbazioni del movimento neo-patristico ma le loro accuse al modernismo, all’ecumenismo, al filetismo in seno all’Ortodossia stessa è ammirevole

  • SOLDATO AGLI ORDINI DI CRISTO ha detto:

    Leggo da un libro di religione scritto a cavallo del Concilio Vaticano II:
    ‘… le vesti che il Sacerdote indossa per la celebrazione della S. Messa… sono cinque: l’amitto, il camice, il cingolo, la stola e la pianeta.
    L’amitto, dal latino ‘amicire’, coprire, è un velo di lino bianco, di forma rettangolare, che il Sacerdote mette attorno al collo e sulle spalle. Anticamente copriva anche la testa, per cui simboleggia l’elmo della fede e della grazia, a difesa contro i nemici spirituali.’
    L’ho visto indossare rare volte nella mia vita e molto tempo fa (eccezion fatta dai sacerdoti del rito tridentino). Via l’amitto, dunque… via anche la consapevolezza del doversi difendere dai nemici spirituali? 😱
    ‘Il camice è una bianca tunica di lino, che copre tutta la persona, scendendo fino ai piedi. Per la sua bianchezza, è simbolo dell’innocenza, che deve rivestire il corpo e l’anima del Sacerdote.
    Il cingolo è un cordone che stringe alla vita il camice. È simbolo di mortificazione e di castità.
    La stola è una fascia molto lunga…che il Sacerdote mette sul collo… È simbolo dell’immortalità beata restituitaci da Cristo e anche del potere sacerdotale.
    La pianeta è la veste che il Sacerdote indossa al di sopra di tutti gli altri paramenti: aperta ai lati, s’infila dal capo e copre il petto e il dorso. Anticamente era un ampio mantello che ricopriva tutta la persona. È simbolo di carità, che rende dolce e soave la legge del Signore e copre i difetti del prossimo.’

    ‘Rivestitevi del Signore Nostro Gesù Cristo e non seguite la carne nei suoi desideri’ (Rm 13,14)

    P.s.: Dottor Tosatti, tutto bene? Anche se i commenti personali non sono sempre espressi, tuttavia si getta lo sguardo ai post quotidiani.

    • Biagio ha detto:

      Bravo ! Ma in un libro per bambini delle prime classi che riassume i libri di Mose’ cioè i primi 5 libri della Bibbia ho visto che proprio in quei libri si trova la descrizione dell’abbigliamento dei sacerdoti per il culto liturgico. Devo ammettere di non avere mai letto quei libri, considŕandoli un po’ superati.
      Sarà un lieve attacco di marcionismo ?

      • stilumcuriale emerito ha detto:

        No, Biagio, glielo dico da amico. Legga i libri dell’AT. Se proprio vuol saltarne qualcuno del Pentateuco legga soltanto Genesi, Esodo e Deuteronomio. Salti, ad una prima lettura, i libri storici, ma non trascuri nemmeno un versetto dei libri Sapienziali e Poetici e dei libri Profetici. Vedrà che ne uscirà arricchito. Garantito!

      • LEGGA ha detto:

        Se si sa scegliere bene, l’A.T. conserva una portata sapienziale, spirituale e poetica. Aiuta inoltre a misurare l’impressionante superiorità del N.T., perché si accorgerà che quanto vi è di buono nell’A.T. e ciò che giunge a maturazione nel N.T. In altri termini, legga l’A.T. alla luce e solo alla luce del N.T. Altrimenti è una nekuia nei recessi del limbo giudaico. Poi, detto a bassa voce tra noi, caro Biagio, valuti bene le priorità, perché il tempo di un’esistenza è pochetto: se ritiene di non averne molto, lasci perdere l’A.T. e si (ri)legga almeno Omero, Platone e i Tragici.

  • Adriana 1 ha detto:

    Un tempo, – eh! un tempo,- si usava dire ” In chiesa con i Santi e all’osteria con i ghiottoni ” ( giusto per discriminare tra ordini di pensiero differenti ). Ma poichè i signori Gesuiti hanno optato per la ” mensa “, appare ancora straordinario che non si presentino in zoccoloni e vestaglietta da camera.

  • acido prussico ha detto:

    Analogie pertinenti.
    L’état, c’est moi, (“Lo Stato sono io”). Luigi XIV, monarca assoluto detto anche “Re Sole”.

  • Carlo ha detto:

    “C’era un motivo giusto e ragionevole perché il papa non indossasse le vesti liturgiche prescritte? È molto difficile, se non impossibile, affermare che, in questo caso, esistesse una tale causa.”

    Lol.
    Quando si tratta del Santo Padre, le leggi della logica e del buon senso non valgono.
    Con così coraggiosi difensori della fede, l’agonia della Chiesa diventa un grande mistero.

    • stilumcuriale emerito ha detto:

      Mistero se si considera la Chiesa come corpo mistico di Cristo. Molto meno misterioso se lo si considera il declino di una organizzazione cha ha come capo un pragmatico senza scrupoli.

    • Gian ha detto:

      Solo per fare una battuta, anche se la situazione è brutta. E’ un comportamento che fa venire in mente il marchese del Grillo.

  • stilumcuriale emerito ha detto:

    Più che abusi, mi sembrano trasgressioni.

    • Maria Michela Petti ha detto:

      O, forse, caro Emerito, ogni azione è dettata da quel “po’ di presunzione” con cui a volte prende “decisioni affrettate”, essendo “una persona impaziente”. Come da sua ammissione in risposta ad una delle cento domande formulategli da indigenti di 80 Paesi, delle baraccopoli del Brasile ai senza fissa dimora di India, Iran e Madagascar, che saranno contenute nell’annunciata (per il 1.mo aprile prossimo) pubblicazione in tre lingue (francese, italiano e tedesco) curata da un’associazione francese.
      Titolo dell’…ennesimo… libro: “Dai poveri al papa, dal papa al mondo”. Per l’AFP, nella versione francese, si leggerebbe: «Sono una persona impaziente… A volte prendo decisioni in fretta, con una certa autosufficienza».
      Vale la pena ricordare che non è la prima volta che il papa fa “ammenda” di decisioni affrettate, per impazienza o come confessò a padre Spataro, nell’intervista del 13 agosto 2013: «È stato il mio modo autoritario di prendere le decisioni a creare problemi». E… chi se ne frega dell’…eventuale… e/o effettivo nocumento…
      https://gloria.tv/post/oXqES24LkKat3wcL8WSxwyUVA

      • Primo aprile ? ha detto:

        Sicuri che non si tratti di un pesce d’Aprile ?

        • Maria Michela Petti ha detto:

          Io sono sicura sono dell’esistenza di Dio e dell’ineluttabilità della morte, che come Totò ritengo la “livella” (per fortuna…) . Tempo 4 giorni e verificheremo se si tratta di un pesce d’aprile, al cui gioco non credo si sia prestata l’agenzia di informazione francese.

  • GINO ha detto:

    L’anno XVI ( coincidenze dal Cielo) Papa Pio XI, da Castel Gandolfo, emanava l’ enciclica Ingravescentibus Mali, con lo scopo di porre il rosario contro i mali del tempo che avrebbero portato alla seconda guerra mondiale. Benedetto XVI dopo aver affidato la Chiesa a Gesú Cristo Nostro Signore, si recava a Castel Gandolfo per pregare contro i mali che affliggono la Chiesa, tutti coincidenti con i mali esposti da Pio XI, ripeto, esposti nella enciclica emanata da Castel Gandolfo l’anno XVI del suo pontificato. Guardate il caso che la sede da dove è stata emanata sì somma lode al Rosario è stata strappata al Sommo Pontefice, (pietà per il sindaco che ha accettato le chiavi della rapina e per i suoi concittadini).
    Invito dunque a leggere e meditare l’enciclica INgravescentibus Malis, e iniziate con la domanda: perché bergoglio ad ogni domanda sui mali morali , spirituali e terreni del mondo non risponde con ROSARIO, ROSARIO, ROSARIO?

  • il Matto ha detto:

    “Ma sento impellente anche un altro dovere: quello di rivolgermi ai fedeli romano-cattolici che ci sono vicini nella fede e che hanno veri sacramenti, che ormai sono di fatto in stato di scisma, di unirsi a noi …”

    Cruda constatazione dell’arcivescovo ortodosso Silvano in fatto di scisma e che ai cattolici tutti d’un pezzo farà arricciare il naso di brutto: ma come! il bove che dice cornuto all’asino? uno scismatico che dice a noi di unirsi a lui? Ma che si è rovesciato il mondo?

    Ebbene sì, cari cattolici tutti d’un pezzo, il mondo si è rovesciato e occorre una nuova coscienza. Starei per dire anche una nuova intelligenza.

  • Dino Brighenti ha detto:

    Finché “ satanello “ fa la funzione di papa…

  • SILVANO francesco Livi, arcivescovo ortodosso in italia ha detto:

    E’ ll Mia Lettera Pastorale

    Silvano,
    per la misericordia di Dio arcivescovo ortodosso titolare di Luni
    Metropolita di Italia e delle Missioni.

    Cari figli della santa Chiesa Ortododossa, cari fratelli ed amici ove siete e quale fede cristiana professiate, come di abitudine invio questa lettera Pasquale.

    Già nella lettera dello scorso anno avevo messo in luce la situazione dell Chiesa oltre che la siutuazione anticristiana della nostra società. Ci accorgiamo che i poteriu forti, occulti o palesi, mirano al cambiamento sociale e politico verso un assetto mondiale. Questa tendenza e’ pericolosissima per la Chiesa, perchè – sotto un assetto mondiale si cela anche la nascita di una unica religione in cui si fonda un vago theismo che annienta qualsiasi religione rivelata, in primis il Cristianesimo. E’ mio dovere ricordare che la salvezza non può derivare da una simile religione mondiale sincretistica e artificiosamente costituita.

    Il nostro Unico Signore è Gesù Cristo, il Figlio dell’Eterno Padre che si è incarnato da Spirito Santo e da Maria la Vergine Tuttasanta, che venuro nel mondo ha predicato l’Evangelo del Regno di Dio al quale noi cristiani ricorriamo con serena fiducia anche in mezzo alle tragedie che attualmente afflliggono la nostra terra.

    Il Signore Gesù Cristo ha affernato in modo categorico che “nessuno può andare al Padre se non per mezzo di me”.
    Egli ha portato i nostri peccati sul legno della Croce, testimoniando e, non solo testimoniando ma realizzando, la sua infinita misericordia. Con la sua Resurrezione gloriosa ha iniziato l’avvento del Regno del Padre suo che si realizzerà in pienezza con il suo secondo avvento, non come nel primo nell’annientamento del presepio, ma in tutta la sua Gloria a cui quelli che hanno confidato in Lui avranno parte nella gioia senza fine.
    E’ evidente che questo annuncio di grazia e di salvezza verrebbe annientato nella religione tutta umana del sincretismo mondiale.

    Sul crisianesimo autentico si è costruita l’intera civiltà dell’Europa; eppure l’Europa sembra dimentare il suo fondamento. Non ci sarebbe l’Europa se non ci fosese stato Benedetto sda Norcia, se san Gregorio Magno non avesse promosso una evangelizzaazione (ed anche una acculturazione) di molte di quelle popolazioni che oggi si dicono europee. Giusto, ma ancora più giusto è fare tesoro delle radici cristiane. Oggi sembra che le si vogliano dimenticare, e dimenticare volutamente.

    Non ci resta che pensare che gli uomini della Chiesa di questo tempo hanno siglato un patto con il principe delle tenebre. Al posto di Gesù Cristo hanno adorato e intronizzato feticci idolatri presso la Cattedra di san Pietro, usurpandone la sacralità e imponendone la sua riconsacrazione, che purtroppo non è avvenuta. In nome di un becero pacifismo, di un intollerabile ecumenismo sincretistico che comincia ad estendersi persino agli islamici, che è un dialogo senza sbocco e che proviene direttamente dal Maligno, hanno reso le religioni tutte uguali, ignorando dolorosamente che in base alla Parola del Verbo, porta alla salvezza eterna è solo la religione Catholica ed Apostolica.
    Ed anche noi ortodoossi che conserviamo immacolato il depositum fidei, tramesso dai Concilii e dai Padri Santi di occidente e di Oriente, che abbiamo veri ed autentici sacramenti o Mysteri, nonchè la ininterrotta successione apostolica , apparteniamo, se nion visibilmente, invisibilmente all’unica santa catholica ed apostolica Chiesa. Realtà che nessua altra Chiesa può vanare se si eccettua la romano-catholica

    Tutto il resto è paganesimo. Questo lo vediamo evidentemente nella Chiesa romano-cattolica, ma non pensiamo che la nostra Chiesa Ortodossa ne sia immune.

    Hanno consentito che l’ideologia della morte divenisse dominante in Occidente, distruggendo la famiglia e impedendo, seppure indirettamente, la natalità, come le statistiche fanno comprendere. Hanno permesso che il delitto d’aborto fosse di consuetudine una cosa normale. Non hanno osteggiato leggi emanate dagli uomini, leggi chiaramente rivolte contro Dio, come quella della benedizione delle unioni civili tra persone dello stesso sesso e quelle che hanno sdoganato l’eutanasia. Hanno profanato l’indissolubilità del sacramento del matrimonio, garantendo che ai divorziati con divorzio soltanto civile, risposati, fosse data l’Eucaristia. Non voglio, intendiamo, condannare gli omosessuali, ma il loro rapporto deve andare avanti non in benedizioni pubbliche che generano scanandalo, così come nei cortei e nelle manifestazioni pubbliche che generano in molti solo repulsione, che,deve avvenire in un rapporto interpersonale con un bravo starerz, ossia un padre spirituale, nella discrezione che un simile rapporto esige di necessità
    Si apprestano ad aprire il ministero sacerdotale alle donne, alle quali hanno già concesso, di fatto, il diaconato, il quale può sì esasere concesso alle donne, ma nell’osservanza delle regole canoniche, cosa che la Chiesa romana non intende fare. Hanno cambiato la Liturgia, trasformando la Santa Messa, che è celebrazione incruenta del sacrificio di Cristo, in un rito protestante con spunti ebraici. Hanno inaugurato un Sinodo, della durata di due anni, che ha l’unico compito di tentare di liquidare definitivamente la Chiesa. Hanno stretto un patto scellerato con il potere civile e politico nella gestione di un virus fabbricato in laboratorio, che ha l’obiettivo – insieme al “rimedio” di un farmaco genico sperimentale – di ridurre la popolazione, stravolgere l’assetto socio-economico di vaste aree del mondo, opprimere la libertà e la dignità delle persone, rendendole schiave e burattini, costruire sui totem dell’Ecologismo, del Nuovo Umanesimo e del Transumanesimo, della Scienza e della Tecnologia.
    Il Nuovo Ordine Mondiale, anticristico di necessità, ideato dal potere massonico mondiale, primo nemico del Cristianesimo e dalle organizzazioni ad esso affiliate. Il Capo di questa gerarchia si appresta assai probabilmente a dimettersi – come ha più volte annunciato – per completare il suo disegno.
    I peccati degli uomini di questa Chiesa si aggiungono ai nostri e ricadono su tutti noi. Per questo stiamo patendo, su questa Terra, un’anticipazione dell’Inferno. Ma Cristo ha assicurato a noi, veri credenti, che le porte dell’Inferno non prevarranno
    Satana ha offuscato gli occhi dei membri della gerarchia ecclesiastica, si è impadronito delle loro menti e dei loro cuori, ha impedito loro di dire una sola parola di Verità su tutto quello che riguarda la vera vita degli uomini, che non è quella di questa “città”, ma della “città” che Dio ha preparato per i Suoi amici. Le omissioni di questa gerarchia hanno così permesso ad altri uomini, che non hanno trovato nessuna opposizione evidente, di ergersi a demiurghi delle vite di altri uomini. Poveri illusi, mistificatori e pusillanimi.
    A coloro che vivono l’abominio della desolazione,opponiamo Gesù, che è Maestro di Giustizia e Misericordia, dice: «Non sia turbato il vostro cuore. Abbiate fede in Dio e abbiate fede anche in me. Nella casa del Padre mio vi sono molti posti. Se no, ve l’avrei detto. Io vado a prepararvi un posto; quando sarò andato e vi avrò preparato un posto, ritornerò e vi prenderò con me, perché siate anche voi dove sono io. E del luogo dove io vado, voi conoscete la via» (Gv 14, 1-4).
    Ecco perchè è compito di ogni vero seguace di Gesù Cristo è quello di essere custode fedele della Rivelazione e della sua Tradizione che, cominciata da Gesù, è stata affidata alla agli Apostoli e da questi ai Padri della Chiesa perchè la conservasse integra ed immacolata. Cosa che non viene fatta.
    Seguiamo la via di Cristo, figli e fratelli miei, che è l’unica via di salvezza.

    Ma sento impellente anche un altro dovere: quello di rivolgermi ai fedeli romano-cattolici che ci sono vicini nella fede e che hanno veri sacramenti, che ormai sono di fatto in stato di scisma, di unirsi a noi nella lotta contro le tenebre che si stendono sul mondo. Per questa necessaria vicinanza ai fratelli romano-cattolici credo che nei paesi occidentali si possa celebrare la Liturgia divina nel rito latino pre scisma. D’Altronde una Ortodossia di rito latino già è presente in molte parti del mondo. Penso principalmente all’America e alla Francia.
    La nostra Santa Chiesa ha una cura maggiore, rispetto all’occidente, della conservazione della Santa Tradizione ed in questo può aiutare i fratelli cattolici che vedono sbriciolare nella loro Chiesa la Tradizione dei Padri, vedono una Liturgia completamente antitradizionale e, se papa Benedetto XVI aveva ammesso l’uso anche del rito tridentino,molto vicino a quello pre-scisma, questo uso è stato di fatto annullato da un documento di Bergoglio.

    Per questo invito i cattolici conmsapevoli ad un dialogo con noi che si terrà a Pistoia nella Biblioteca del Monastero di san Serafino di Sarov alle ore 15,30 del giovedì dopo la Pasqua ortodossa che cade
    l’11 Aprile p.v, per informazioni 0573 41041.

    A tutti che mi leggono la mia archieratica benedizione.
    +Silvano, arcivescovo

    • Don Ettore Barbieri ha detto:

      Purtroppo, in ambito gesuitico, non hanno mai dato importanza alla liturgia e, dopo il Vaticano II, hanno toccato il fondo. L’idea di concelebrare anche stando fuori dal presbiterio non è infrequente fra di loro, anche da parte di quelli che, su altri aspetti, sono meritevoli.

      • daouda ha detto:

        Arcivescovo Silvano un piacere sapere che state bene! E’ rientrato con Constantinopoli?

    • Signor Brega ha detto:

      L’arcivescovo Silvano! Quanto tempo è passato da quando leggevo i suoi interventi su POL…

      ”Hanno consentito che l’ideologia della morte divenisse dominante in Occidente, distruggendo la famiglia e impedendo, seppure indirettamente, la natalità, come le statistiche fanno comprendere.”

      Come non concordare: il liberal-capitalismo ha antropologicamente cambiato le società dell’Europa un tempo cristiana (e deploro gli occidentalisti cattolici che fanno finta di non notarlo – per i loro gretti motivi ideologici, immagino).

    • LINEA ROSSA & INFERNI ha detto:

      “Si apprestano ad aprire il ministero sacerdotale alle donne”. Caro Silvano, questa è la linea rossa: se la si oltrepasserà, saranno molti i cattolici che migreranno verso l’Ortodossia. Però consentimi una precisazione: l’inferno sulla terra lo stiamo vivendo, qua e là, da millenni. La Storia è anche, e in gran parte, una grande opera di macelleria. E il lungo tratto in cui l’Europa è stata, almeno nominalmente e culturalmente, cristiana non fa eccezione.