Un Prete in Cammino per Diritti e Libertà. Oggi da Bojano a Campobasso.
22 Marzo 2022
Marco Tosatti
Cari amici e nemici di Stilum Curiae, continua il pellegrinaggio di don Emanuele Personeni da Bergamo a Roma, toccando tutta l’Italia, in difesa di diritti e libertà negate da un governo di malfattori, contro la Costituzione, che nessuno si perita di difendere, tantomeno il cosiddetto garante #camminaeascolta. E per far giungere al pontefice regnante una lettera firmata da molte persone a cui viene proibito di lavorare e avere una vita sociale. Ecco il programma di oggi.
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TAPPA DI MARTEDÍ 22 MARZO da BOJANO a CAMPOBASSO
circa km 25 in bicicletta
BOJANO (CB) -Parrocchia di San Bartolomeo
VINCHIATURO (CB) -Parrocchia di Santa Croce
CAMPOBASSO -Parrocchia di Sacro Cuore di Gesù
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A fine tappa domani mi trasferirò col furgone a Lucera da dove ripartiró verso Borgo Segezia MERCOLEDÍ 23 marzo (tappa misto bici m/piedi). Da Lucera (parrocchia san Giacomo) a Foggia (parrocchia san Michele arcangelo) in bici partenza ore 9. Da Foggia a Borgo Segezia (parrocchia di BVM di Fatima) a piedi (partenza ore 11,15). Ho anticipato le info di mercoledì a motivo della modalità misto bici/piedi.
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PROMEMORIA importante per l’OSPITALITÀ:
Invito tutti gli amici che hanno possibilità di ospitare o conoscono qualcuno disposto a farlo, nei paesi di (o nelle vicinanze) –L’AQUILA -POGGIO PICENZE (AQ) -POPOLI (PE) –ISERNIA –BOJANO (CB) -LUCERA (FG) -BORGO SEGEZIA (FG) –ORTA NOVA (FG) –CERIGNOLA (FG) –CANOSA (BT) -GRAVINA IN PUGLIA(BA) –MATERA -GINOSA (TA) -MONTESCAGLIOSO (MT) –BERNALDA (MT) -MARCONIA (MT) –CASTROVILLARI (CS) -TARSIA (CS) -MOLTALTO UFFUGO (CS) -SOVERIA MANNELLI (CZ) –LAMEZIA TERME (CZ) –SAN PIETRO A MAIDA (CZ) –VIBO VALENTIA (VV) -SORIANO CALABRO (VV) -ROSARNO (RC) a mettersi in contatto scrivendo alla mail camminaeascolta@gmail.com Ringrazio di cuore già da ora !
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Avviso importante per l’OSPITALITÀ in
S I C I L I A
Invito tutti gli amici che hanno possibilità di ospitare o conoscono qualcuno disposto a farlo, nei paesi di (o nelle vicinanze) -ACIREALE (CT) -AGIRA (EN) -MARIANOPOLI (CL) -CAMMARATA (AG) -CHIUSA SCLAFANI (PA) -SAMBUCA DI SICILIA (AG) -CASTELVETRANO (TP) -MARSALA (TP) -MONREALE (PA) -PALERMO a mettersi in contatto scrivendo alla mail camminaeascolta@gmail.com Ringrazio di cuore già da ora ! A breve anche le località della SARDEGNA in cui sarà necessaria l’ospitalità!
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VANGELO DI MARTEDÍ 22 MARZO
Dal Vangelo secondo Matteo
In quel tempo, Pietro si avvicinò a Gesù e gli disse: «Signore, se il mio fratello commette colpe contro di me, quante volte dovrò perdonargli? Fino a sette volte?». E Gesù gli rispose: «Non ti dico fino a sette volte, ma fino a settanta volte sette. Per questo, il regno dei cieli è simile a un re che volle regolare i conti con i suoi servi. Aveva cominciato a regolare i conti, quando gli fu presentato un tale che gli doveva diecimila talenti. Poiché costui non era in grado di restituire, il padrone ordinò che fosse venduto lui con la moglie, i figli e quanto possedeva, e così saldasse il debito. Allora il servo, prostrato a terra, lo supplicava dicendo: “Abbi pazienza con me e ti restituirò ogni cosa”. Il padrone ebbe compassione di quel servo, lo lasciò andare e gli condonò il debito. Appena uscito, quel servo trovò uno dei suoi compagni, che gli doveva cento denari. Lo prese per il collo e lo soffocava, dicendo: “Restituisci quello che devi!”. Il suo compagno, prostrato a terra, lo pregava dicendo: “Abbi pazienza con me e ti restituirò”. Ma egli non volle, andò e lo fece gettare in prigione, fino a che non avesse pagato il debito. Visto quello che accadeva, i suoi compagni furono molto dispiaciuti e andarono a riferire al loro padrone tutto l’accaduto. Allora il padrone fece chiamare quell’uomo e gli disse: “Servo malvagio, io ti ho condonato tutto quel debito perché tu mi hai pregato. Non dovevi anche tu aver pietà del tuo compagno, così come io ho avuto pietà di te?”. Sdegnato, il padrone lo diede in mano agli aguzzini, finché non avesse restituito tutto il dovuto. Così anche il Padre mio celeste farà con voi se non perdonerete di cuore, ciascuno al proprio fratello».
Commento
Parliamo di soldi. Il valore di un denaro ai tempi di Gesù si aggirava attorno ai sette/dieci euro odierni. Un talento poteva invece andare dai 22mila ai 25mila euro. Si tratta di stime approssimative, giusto per dare un’idea. É curioso che Gesù, invitato da Pietro a esprimersi a proposito del perdono, abbia tirato in ballo ‘sta faccenda dei soldi. In realtà, se ci pensiamo, quando qualcuno ci ferisce é come se contraesse con noi un debito enorme, talmente enorme da risultare impagabile. In termini morali diremmo “imperdonabile”. Ad essere imperdonabile é precisamente ciò che umilia e mortifica la dignità, é la mancanza di rispetto e di riconoscimento, é l’assenza di ogni considerazione nei confronti di ciò che é sacro agli affetti. A scatenare conflitti, rabbia e risentimento é soltanto in apparenza il disaccordo su questioni pratiche. Per qualunque cosa si litighi, che sia il rumore molesto del vicino quando rientra la sera tardi o l’acqua per irrigare i fiori che puntualmente bagna i panni stesi dell’inquilino di sotto o la cattiva abitudine di lasciare la propria macchina in mezzo al parcheggio condominiale impedendo agli altri ogni manovra…per qualunque cosa si litighi, a farci soffrire é la dolorosa constatazione che le nostre attese contino nulla, che non ci sia rispetto per la nostra persona, che non ci sia cura né riconoscimento della nostra dignità. Se non fosse ferita l’anima nessuno se la prenderebbe troppo per nessuna cosa. É proprio il fatto che ad essere ferita é l’anima a rendere difficile condonare il debito, cioè perdonare. Pietro sapeva come la pensava Gesù in fatto di misericordia. Perciò si é rivolto a lui chiedendo se si doveva perdonare fino a sette volte ben sapendo che la legge comandava di perdonare fino a tre. Pietro si aspettava i complimenti. E invece doccia fredda: devi perdonare fino a settanta volte sette. Cioè sempre. Poi Gesù ha raccontato la parabola dei due servi, il primo dei quali doveva al re una cifra stratosferica (moltiplicate 22mila euro per diecimila). Il re ha condonato il debito di quel servo che in nessun modo avrebbe potuto ripagare, neppure vendendo se stesso. L’immagine é chiara. Il debito é impagabile. La colpa é imperdonabile.
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