Gian Pietro Caliari: Wojtyla, Ratzinger e il Destino dell’Europa.

22 Marzo 2022 Pubblicato da

 

Marco Tosatti

Cari amici e nemici di Stilum Curiae, mi sembra utile portare alla vostra attenzione questo scritto del Prof. Gian Pietro Caliari su Giovanni Paolo II, Benedetto XVI e la loro visione culturale e politica, in particolare sull’Europa. Buona lettura.

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Cari amici, mentre l’Europa vive ore drammatiche a causa dello scontro in atto causato dagli Stati Uniti a guida democratica Vi propongo un mio scritto del 2006 quando fui chiesto dalla Società Editrice Athesis e dal Guardian – giornale di sinistra – di commentare la successione fra Giovanni Paolo II e Benedetto XVI. Allora mi pubblicavano perché avevo l’onere e l’onere di essere Alto Commissario per il Kosovo.

Gian Pietro Caliari

***

Nella celebrazione eucaristica, che precede l’inizio di un Conclave, la Chiesa di Roma più volte invoca il dono di “un pontefice a Dio accetto, interamente consacrato al servizio del Suo popolo” e “il dono di un papa secondo il cuore di Dio” e di “un pastore santo che illumini il tuo popolo con la verità del Vangelo”1. La stessa liturgia, all’Antifona d’ingresso richiama poi la promessa di Dio al vecchio e morente sacerdote Eli, nell’Antico Testamento: “Farò sorgere al mio servizio un sacerdote fedele, che agirà secondo i desideri del mio cuore, io gli darò una casa stabile”2.

Per il credente, in verità, la Successione Apostolica è ”un grande dono della Misericordia Divina alla Chiesa”3, tuttavia, ogni Pontefice – soprattutto ai nostri tempi – appare anche prescelto, ineluttabilmente, per rispondere al contesto socio-culturale e “ai segni” – avrebbe detto lo stesso Gesù4 – del suo tempo. Ne era certamente convinto il cardinale austriaco Franz König che nel 1976 – ben due anni prima dell’elezione alla Cattedra di Pietro del polacco Karol Wojtyla, il 16 ottobre 1978 – dichiarava: “Sono convinto che il rinnovamento dei valori e della stessa religione cristiana verrà dall’Europa, dalla stessa Russia, da quella parte del mondo attualmente a regime comunista, e nella quale l’ateismo di Stato non è riuscito a fare breccia. In ogni caso, ci si deve rivolgere ormai a gente che ha più familiarità col l’ateismo che con la religione” 5.

Non c’è dubbio, che durante la sua lunga e indefessa missione, Giovanni Paolo II fu energico e profetico nell’indicare il male profondo dell’Europa e del mondo contemporanei “nel fatto che l’intero sistema socio-culturale, ignorando la dimensione etica e religiosa, ormai si limita alla produzione di beni e servizi”6 e che la Chiesa, pur non avendo un proprio modello sociale o economico da proporre, “non potrai mai tacere, dinnanzi a tutti, quando è in gioco la vita, la libertà, la dignità della persona umana, di tutti gli uomini in tutte le latitudini, di qualsiasi etnia, condizione sociale o credo religioso”7.

Con “il figlio della Nazione Polacca”, come lui stesso amava definirsi, la Chiesa del XX secolo aveva attraversato la Cortina di Ferro e, con il suo personale carisma, proiettato l’Urbs Romana nell’Orbe multiforme, multi-culturale e pluri-religioso del nostro tempo, attualizzando per il Papato l’antico appellativo di Pontifex, quale ponte verso il superamento di una modernità annichilita nelle idealità spirituali e morali e ipertrofica nel possesso materiale e venale.

“Con Wojtyla cambia tutto; si oltrepassano le Alpi” – pronosticò il cardinale Achille Silvetrini nel 1993, parlando di un Conclave al di là da venire per altri 15 anni, “Credo che conterà sempre più la persona, la personalità del futuro candidato con i suoi carismi”8.

Joseph Ratzinger non era personalità nota per il suo fascino personale, ma – di certo, lo era – per le sue convinzioni profonde: il suo carisma, caso mai, sfugge all’emotivo per dar forma al razionale; la sua spiritualità non si rivela nel flusso lirico dei periodi, ma lascia che la parola seduca per se stessa; i suoi gesti non danno ritmo al messaggio, ma –misurati – ne indicano il cuore e l’essenza: “Noi invece, abbiamo un’altra misura: il Figlio di Dio, il vero uomo” – disse alla vigilia della sua elezione – “É lui la misura del vero umanesimo. Adulta non è una fede che segue le onde della moda e l’ultima novità; adulta e matura è una fede profondamente radicata nell’amicizia con Cristo. É quest’amicizia che ci apre a tutto ciò che è buono e ci dona il criterio per discernere tra vero e falso, tra inganno e verità. Questa fede adulta dobbiamo maturare, a questa fede dobbiamo guidare. Ed è questa fede – solo la fede – che crea unità e si realizza nella carità”9.

Benedetto XVI fu, forse, scelto per questa misura, provvidenzialmente da una terra e a sessanta anni dopo che, proprio dalla Germania, s’erano levato il Leviatano dell’Überman e del suo Lebensraum – del Superuomo e del suo Spazio Vitale – e dopo che la cultura europea aveva ampiamente cercato di sradicare le sue radici cristiane, avviandosi all’inesorabile, come già nel 1918 Oswald Spengler intuì, Untergang des Abendlandes: il declino dell’Occidente10.

La fede cristiana sfugge alle mondane categorie del progresso e del regresso: contempla solo quella coraggiosa e appassionata della missione. Elude anche quelle del pessimismo e dell’ottimismo, perché “il cristiano sa che la Storia è già stata salvata e che, dunque, l’esito sarà, infine, positivo”11. Non conoscendo, tuttavia, anticipatamente le traversie dei tempi e della Storia, al credente la fede domanda d’accogliere la logica nuova, ma non irrazionale, ardita ma non impossibile, esigente ma non deludente del Verbo cristiano, del Logos rivelato che, nell’Uomo-Dio ha riconciliato per sempre il Divino e l’Umano: “Infatti, nel disegno sapiente di Dio il mondo, con tutta la sua sapienza, non ha conosciuto Dio, è piaciuto a Dio di salvare i credenti con la stoltezza della predicazione. Noi predichiamo Cristo crocifisso, scandalo per i Giudei, stoltezza per i pagani; ma per coloro che sono chiamati, sia Giudei che Greci, predichiamo Cristo potenza di Dio e sapienza di Dio”12.

Nel ricercare una linea di continuità fra l’insegnamento di Giovanni Paolo II e quello di Benedetto XVI, appare in tutta la sua evidenza il posto che il futuro dell’Europa e delle sue radici socio- culturali e religiose occupano nel magistero pontificio. Wojtyla fu del Vecchio Continente un cantore appassionato e proprio i temi europei sembravano muovere le corde più intime, liriche e mistiche del Papa polacco: “Io, Giovanni Paolo, figlio della Nazione polacca; io, successore di Pietro; io, Vescovo di Roma e Pastore della Chiesa universale; grido con amore a te, antica Europa: Ritrova te stessa! Sii te stessa! Riscopri le tue origini! Ravviva le tue radici! ” – e, quasi in un sussulto d’ineguagliabile ardire, aggiungeva – “Tu puoi essere ancora faro di civiltà e stimolo di progresso per il mondo. Gli altri continenti guardano a te e da te si attendono la risposta che San Giacomo diede a Cristo: Lo posso!”13.

Per i primi dieci anni del suo Pontificato (1978 – 1989), Wojtyla fu “il Padre dell’Europa odierna”14, ma anche il propugnatore di un’unità continentale che – agli occhi dei più – sembrava, al contrario, eternamente cristallizzata nella separazione e nella contrapposizione socio-politica ed economica del Sistema Bipolare, risultato del Secondo Conflitto Mondiale 15; non diversamente – sul piano religioso – l’antica Christianitas Europae appariva un’ideale inconciliabile da quando, come disse “i due polmoni della memoria cristiana”16 – quello occidentale e quello greco-slavo-orientale – avevano cessato di respirare all’unisono “per rivelare, al Vecchio Continente, i contenuti che la sapiente Provvidenza divina vi inscrisse, per svelarli in una nuova pienezza nella nostra epoca e per portare nuovi frutti”17.

La mistica religiosa di Wojtyla non gli impediva, da un lato, di rivendicare l’eminente ruolo sociale del cristianesimo europeo, come fece con fermezza parlando al Parlamento Europeo, l’11 ottobre 1988: “Se il sostrato religioso e cristiano di questo continente dovesse essere emarginato dal suo ruolo ispiratore dell’etica e dalla sua efficacia sociale, non è soltanto l’eredità del passato che verrebbe negata, ma è ancora un avvenire all’uomo europeo – parlo di ogni uomo, credente o non credente – che verrebbe gravemente compromesso”18. E dall’altro – con una preveggenza ante litteram – d’ammonire che alla perdita d’identità collettiva degli europei si sarebbe contrapposto l’acuirsi del confronto fra identità continentali, culturali e religiose diverse: “È necessario orientare le mentalità, prima ancora che cambiare i sistemi politici o le strutture. Come si fanno formando modi di ragionare per continenti geografici, così vanno emergendo e confrontandosi i continenti dello spirito, che sono le grandi religioni e le culture di più forte tradizione”19.

Negli scritti di Benedetto XVI, ancor prima della sua elezione alla Cattedra di Pietro, appaiono due interrogativi che sembrano articolare nuovamente la riflessione culturale e religiosa europeista del suo Predecessore. Il cristianesimo, innanzi tutto, ha trovato la sua forma più efficace in Europa, eppure, proprio nel vecchio Continente s’è sviluppato una cultura “che costituisce la contraddizione in assoluto più radicale non solo del cristianesimo, ma delle tradizioni religiosi e morali dell’umanità” 20.

Di fronte a quello che Giovanni Paolo II, già nel 1986, indicava come il confronto (non lo scontro!) fra i continenti dello spirito, Papa Ratzinger s’interroga sulla pericolosa miscela culturale che sembra caratterizzare e l’Europa contemporanea: “Oggi viviamo” – da una parte – un’ondata di nuovo drastico illuminismo o laicismo, comunque lo si voglia chiamare. Credere è diventato più difficile, poiché il mondo in cui ci troviamo è fatto completamente da noi stessi e in esso Dio, per così dire, non compare più direttamente. Gli uomini si sono ricostruiti il mondo loro stessi, e trovare Lui dietro a questo mondo è diventato difficile” – dall’altra – “L’Europa oggi viene toccata fortemente da altre culture, in cui l’elemento religioso originario è molto forte, e che sono inorridite per la freddezza che riscontrano in Occidente nei confronti di Dio”21.

Wojtyla fu, da principio, “il Padre” di un’Europa mutilata, dagli scismi ideologico-politici del XIX secolo e, poi, quello di un Continente ritrovato in un’unità spaziale, ma agnostico delle sue radici e irretito nelle sue capacità di percepirsi come “comunità di destino”; pertanto, incapace d’uscire dalla sua sindrome contemporanea “d’eterna crisalide”22.

Ratzinger osa richiamare apertamente l’apostasia intellettuale, prima ancora che religiosa, della cultura europea; e denuncia il pericolo che – anche sotto spinte esterne sempre più radicali e aggressive – gli europei sprofondino in quella “secolare crisi di pensiero e di coscienza” nella quale Benedetto XV aveva, già agli inizi del secolo scorso, profeticamente intravisto l’origine, non solo, “dell’inutile strage” del 1914-1918, ma anche del “suicidio dell’Europa civile” e la fine della sua “vocazione universale”, umana, intellettuale, sociale e, infine, religiosa23.

Il segno dei tempi che Giovanni Paolo II coraggiosamente affrontò fu quello d’indicare le radici profonde e unitarie, ma dimenticate, di un’Europa scissa nel suo esistere e divisa nel suo destino; quello di Benedetto XVI appare, invece, con pari audacia quello d’additare le ragioni ultime, ma spesso ignorate, di un Continente, smarrito nella sua ricerca di significato e incapace – pertanto – d’affrontare l’epocale sfida del confronto fra i continenti della cultura e della fede, che ancor prima di quelli della politica, segnano la geografia umana del nostro tempo e il futuro della Storia.

 

1 Orationes della Missa pro Eligendo Pontefice (Ordo Pontificalis Romanus)

2 Ibidem, (cfr. 1 Samuele 2,35)

3 Congregazione per la Dottrina della Fede, Sul Primato del Successore di Pietro, 1988, 2

4 Cfr. Vangelo di Matteo, 16,1-4

5 Intervista a F. König, citata in: G. ZIZOLA, Il Conclave: Storia e Segreti, Roma, 1993, p. 300 6 Giovanni Paolo II, Centesimus Annus, 39

7 Idem, Discorso a Natal (Brasile, 1991)

8 A. Silvestrini, in Limes, III, 1993, p. 27

9 J. Ratzinger, Omelia, Missa pro Eligendo Pontifice, 18 Aprile 2005

10 O. Spengler, Der Untergang des Abendlandes, Berlino, 1918-1921 11 J. Ratzinger, in V. Messori, Entretien sur la Foi, Paris, 1985, p. 11 12 1 Lettera di Paolo ai Corinti, 1, 22-25

13 Giovanni Paolo II, Discorso a Santiago de Compostella, (Spagna, 1982)

14 Cfr. François Mitterand, Discorso di Benvenuto a Giovanni Paolo II a Strasburgo (Francia, 1988)

15 Cfr. Gian Pietro Caliari, Inglesia Cotólica e integración europea. Contribución an análisis politológico, in: AA.VV. Europa una realidad en camino, Jaén-Granada, 1991, pp. 154-55. Sullo stesso argomento si veda anche, più, ampiamente: Idem, Le Chiese Cristiane e l’Integrazione Europea, in S. Fontana (e altri), Il futuro dell’Europa:le sue radici cristiane, Venezia, 1996, pp. 33-54

16 Il Papa slavo riprende qui la felice metafora del letterato e poeta russo Vjačeslav Ivanovič Ivanov che convertitosi al cattolicesimo, dopo aver pronunciato per la prima volta il Credo nella Basilica di San Pietro a Roma il 17 marzo 1926, scriveva a Charles du Bos, di sentirsi “per la prima volta ortodosso nella pienezza dell’accezione di questa parola, in pieno possesso del tesoro sacro, che era mio dal battesimo, e il cui godimento non era stato da anni libero da un sentimento di malessere, divenuto a poco a poco sofferenza, per essere staccato dall’altra metà di questo tesoro vivo di santità e di grazia, e di respirare, per così dire, come un tisico, che con un solo polmone”

17 Giovanni Paolo II, Slavorum Apostoli, 3

18 Idem, Discorso al Parlamento Europeo a Strasburgo (Francia, 1988)

19 A. Silvestrini, commentando il Discorso al Corpo Diplomatico di Giovanni Paolo II del 12 gennaio 1986, in: Civiltà Cattolica, I, 1987, pp. 288- 289 (l’enfasi è stata aggiunta dall’autore di questo saggio)

20 Parole di Benedetto XVI, Roma, 2005, p. 6

21 Benedetto XVI, Intervista in preparazione del Viaggio Apostolico a München, Altötting e Regensburg, (Castelgandolfo 2006)

22 Le due incisive espressioni sono di E. Morin, Penser l’Europe, Parigi, 1987, pp. 162-163

23 Cfr. G. P. Caliari, La pace positiva di Benedetto XV, Padova, 1989, 33-48

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3 commenti

  • Pater Luis Eduardo Rodríguez Rodríguez ha detto:

    Due anni fa qui SC, avevo fatto copia ed incolla, come adesso, del così prestigioso curriculum vitæ del caro Gian Pietro (siamo stessa classe 1962), e perciò suoi articoli qui a SC così profondi eppure lunghi dato la grande sperienza di vita nello svolgere tanti ruoli. Ma mi permetta dire finalmente cerchi sbarazzarsi di tutta quella vernice onusiana, massone, (augurandomi sia solo bernice e non sua fede) che è quello che intendevo dire nel mio commento giù. Pure ha cercato di sminuire le morte sulle strade d’ Europa…morti in macchina per incidenti stradali…ed è questo il nuocciolo di tutto…ancora ripeto d’ Isaia 55, “le Mie strade non sono le vostre strade, i miei Pensieri non sono i vostri pensieri”….appunto l’ ONU e le sue radici già a Ginevre anni ’20 del secolo scorso, e prima ancora con la riuscita massone con la Prima Guerra Mondiale finire con l’ Impero Austro-Ungarico, Cattolico, la spartizioni degli Stati su misura massone “laica” con separazione dalla Chiesa, ecc, e dunque appunto 1948 l’ ONU e la “creazione” dello Stato d’ Israele.
    Dunque lei ha servito per molti anni l’ONU massone, ed il vero fondamento satanico che ci porta all’ oggi della Russia-Ucraina. Il vecchio, del serpente, presentato come “nuovo” (dis)ordine mondiale, gli stessi che parteciparono nel COLPO DI STATO VATICANO intronizzando il profeta dell’ anticristo schawberORGOGLIO.

    “Dal 1995 al 2007 è stato Consigliere per le Relazioni Internazionali del Sindaco di Verona. In questa funzione, ha ottenuto molti e lungimiranti risultati e organizzato numerosi eventi internazionali e progetti, connettendo la Città di Verona con le maggiori Organizzazioni Internazionali (ONU, UNESCO, Unione Europea, Consiglio d’Europa, NATO, etc)”.

    Gian Pietro Caliari è nato il 23 luglio 1962 a Verona ed è battezzato nella Fede Cattolica-Romana il successivo 31 luglio. Dopo gli studi Classici, in Filosofia e Teologia, si è laureato il 28 febbraio 1989 in Scienze Politiche e Relazioni Internazionali, con il massimo dei voti e la lode accademica, sotto la guida del Prof. Antonio Papisca (Università di Padova, Italia) e in Scienze Politiche e Sociologia delle Relazioni Internazionali con il Prof. Marcel Merle a Parigi, con il massimo dei voti. Nel marzo del 1989, ha partecipato al concorso nazionale per la selezione di tre candidati al Terzo Corso di Dottorato di Ricerca in Relazioni Internazionali, dove si è classificato primo con il massimo del punteggio.

    Nel giugno del 1989, è stato accolto come ricercatore e candidato al Dottorato (Ph.D.) alla London School of Economics (Londra – Regno Unito), dove ha completato i suoi studi in Teoria delle Relazioni Internazionali sotto la guida del Senior Lecturer Michael D. Donelan e in Geopolitica sotto la supervisione del Prof. Hedley V. Bull.
    Gli studi e le ricerche del Prof. Caliari si sono particolarmente concentrate nel rapporto fra fenomeni religiosi e le Relazioni Internazionali. Il suo particolare interesse accademico è testimoniato da molti scritti e pubblicazioni al riguardo. In particolare, fin dal 1989, ha pubblicato uno studio sulla Nota alle Potenze Belligeranti , dell’agosto 1917, del Papa Benedetto XV dove analizza il nuovo approccio della Diplomazia Pontificia nei riguardi del fenomeno della guerra moderna e intravede l’inizio di una nuova concezione della Diplomazia Vaticana a favore di un nuovo Ordine Internazionale.
    Nello stesso anno, ha pubblicato la sua prima tesi dottorale: La Chiesa Cattolica e l’Integrazione Europea: un contributo all’analisi politologica (successivamente pubblicata anche in Spagna dall’Università Cattolica di San Tommaso). Con il Senior Lecturer Donelan, agli inizi degli anni Novanta ha pubblicato la sua seconda tesi dottorale: Religious Freedom and International Making Decision. A case of study: the attendance pleno iure of the Holy See to the Helsinki Conference (La libertà religiosa e I processi decisionali internazionali. Un caso di studio: la partecipazione pleno iure della Santa Sede alla Conferenza di Helsinki).
    Ha seguito numerosi corsi di formazione e specializzazione alla British Academy of International Relations (Londra – Regno Unito), all’Università della Sorbona (Parigi – Francia) e alla Pontificia Università di Salamanca (Salamanca – Spagna) in Diritto Internazionale. A Londra, e stato Fellow e Lecturer di Teoria delle Relazioni Internazionali e Geopolitica. Ha insegnato in molte altre università europee: al Campus Universitario di Jaén, e a Sevilla in Spagna; a Parigi in Francia, a Berlino in Germania e a Praga nella Repubblica Ceca dove ha insegnato Comunicazione Politica.

    Attualmente è Senior Lecturer di Relazioni Internazionali, Studi Europei, Diritto Europeo, Storia e Istituzioni dell’Unione Europea, Comunicazione Politica; Public Diplomacy e Cerimoniale di Stato al SIOI, la Società Italiana per le Organizzazioni Internazionali a Roma. È professero di Geoplitica all’Università di Malta (Link Campus Sede di Roma).
    Dal 1994 al 1999, ha iniziato la sua carriera come funzionario internazionale in qualità di Assistente del Vice-Presidente del Parlamento Europeo, On. Prof. Sandro Fontana; nel 1997, è stato nominato Consulente del Direttore Generale dell’UNESCO. Dal 1996 al 1997, ha coordinato e organizzato a Verona il progetto internazionale MINOTEC , creato dal Consiglio d’Europa e sostenuto del Parlamento Europeo e dall’UNESCO per la Conservazione e Uso dei Teatri Antichi . Il Progetto MINOTEC è stato concluso dal Colloquio Internazionale Le Nuove Tecnologie e la Valorizzazione dei Luoghi Antichi di Spettacolo , il 27-31 Agosto 1997 a Verona, a seguito dei seminari di studio tenutisi a Messenia (Grecia) e Lione (Francia).
    Nel 1996 e nel 2003, il Prof. Caliari ha collaborato con il Ministero degli Affari Esteri Italiano per l’organizzazione della Presidenza Italiana dell’Unione Europea. Nel 1996, ha organizzato il Vertice Europeo ECO-FIN dei Ministri economici e finanziari dell’Unione Europea e dei Governatori delle Banche Centrali (Verona, 12-14 aprile). Nel 2003, ha organizzato vari incontri della Presidenza Italiana dell’Unione Europea: la Conferenza dei Direttori Generali dei Ministeri dello Sport, l’Euro-Sport Summit, la riunione dell’High Advisory Group della NATO e il Consiglio Informale dei Ministri dei Trasporti dell’Unione Europea.
    Dal 1995 al 2007 è stato Consigliere per le Relazioni Internazionali del Sindaco di Verona. In questa funzione, ha ottenuto molti e lungimiranti risultati e organizzato numerosi eventi internazionali e progetti, connettendo la Città di Verona con le maggiori Organizzazioni Internazionali (ONU, UNESCO, Unione Europea, Consiglio d’Europa, NATO, etc.) e molte altre Istituzionali nazionali e locali straniere. Fra i risultati ottenuti possiamo ricordare l’iscrizione “dell’intero centro urbano di Verona” nella Lista del Patrimonio Mondiale dell’UNESCO (30 Novembre 2000) e dal 2003 la designazione di Verona quale sede permanente dell’annuale Conferenza Ministeriale dei Ministri dei Trasporti dell’Unione Europea sulla Sicurezza Stradale , un progetto conosciuto come L’Europa per la Vita.
    Il progetto fu ideato dal Ministro Italiano dei Trasporti e delle Infrastrutture On. Prof. Pietro Lunardi, che nominò il Prof. Caliari responsabile per la sua realizzazione e organizzazione. Il progetto mira a ridurre del 50 per cento la mortalità e gli incidenti stradali entro l’anno 2010 nell’intera Unione Europea. Nell’ottobre 2003, il Consiglio Informale dei Ministri dei Trasporti dell’Unione Europea, riunito a Verona, si accordò su una Dichiarazione in seguito adottata formalmente dal Consiglio dei Ministri in Lussemburgo (dicembre 2003) come la Dichiarazione di Verona sulla Sicurezza Stradale .Originariamente, nel 2003, il progetto coinvolgeva solo i Paesi dell’Unione Europea e quelli candidati all’accessione. Successivamente ha visto, inoltre, la partecipazione degli Stati dell’Accordo di Libero Scambio (EFTA), di quelli dell’Area Economica Europea (EEA), degli Stati Uniti d’America, della Federazione di Russia e, infine, dell’India e di molte altre Organizzazioni Internazionali ed Europee.
    Nel 1996, è stato nominato dal Direttore Generale dell’UNESCO primo Segretario Generale dell’Istituto Internazionale per l’Opera e la Poesia, creato dall’UNESCO a Verona. Nel 1997, ha negoziato il primo accordo trilaterale fra la Città Israeliana di Ranana, quella Palestinese di Betlemme e quella Italiana di Verona. Fino al 2000, è stato capo dell’ UNESCO Projects’ Office di Verona. Nel 1999-2000 è stato Focal Point dell’UNESCO per l’Anno Internazionale per la Cultura della Pace, inaugurato dal Direttore Generale dell’UNESCO nel settembre 1999. Nel 2000, ha organizzato per l’UNESCO il lancio e la creazione dell’Accademia Mondiale della Poesia.
    Nel 2002, è stato nominato dall’Organizzazione per la Sicurezza e la Cooperazione in Europa (OSCE) osservatore durante le Elezioni Presidenziali in Montenegro. Dal 2003 fino alla fine del 2006, su proposta del Governo Italiano è stato nominato membro dell’Amministrazione Internazionale Temporanea del Kosovo, dove ha avuto varie posizioni: Capo del Dipartimento per l’Analisi e il Monitoraggio dei Media, Vice e Acting Temporary Media Commissioner (TMC) e Principal International Officer del Primo Ministro dell’Auto-Governo locale, Bajram Rexhepi. Il Temporary Media Commissioner (TMC) era un’istituzione provvisoria e monocratica, guidata dal Commissario e dal suo vice, per esercitare un potere riservato del Rappresentate Speciale per il Kosovo del Segretario Generale dell’ONU e attuare un regime legale promissorio sui mezzi d’informazione, a stampa e via etere (radio e televisioni). Allo stesso tempo, il TMC aveva il dovere di assicurare un’ordinata e democratica transizione delle sue straordinarie funzioni alle Istituzioni d’Auto-Governo locali, con lo stabilimento di una Independent Media Commission (creata dalla Legge adottata dall’Assemblea del Kosovo) per regolare le emittenti; un’associazione degli editori e giornalisti del Kosovo che si dotasse di un codice etico d’autoregolamentazione e di un Consiglio della Stampa per attuarlo e sanzionare le eventuali violazioni. Tutte queste nuove istituzioni locali erano funzionanti e operavano secondo la legge, la Independent Media Commission , e per accordo consensuale, l’Associazione degli editori e giornalisti del Kosovo e il Consiglio della Stampa, quando la missione del Prof. Caliari in Kosovo ebbe termine nel dicembre del 2006.
    In occasione della fine della missione del Prof. Caliari in Kosovo, il Capo della Missione in Kosovo dell’Organizzazione per la Sicurezza e la Cooperazione in Europa gli ha espresso le seguenti felicitazioni in una lettera a lui indirizzata:
    “ Desidero esprimere la mia più alta stima per il servizio che il Prof. Gian Pietro Caliari ha prestato e per l’impegno che ha profuso per sviluppare l’ambito della regolamentazione dei media in Kosovo […] Il Prof. Caliari ha costantemente dimostrato le sue capacità manageriali e di guida reclutando e formando il nostro personale locale e incoraggiandoli a un lavoro di squadra. Le sue capacità amministrative e la sua esperienza sono state di grande valore per noi tutti. Il Prof. Caliari ha materialmente contribuito a stabilire lo stato di diritto nella regolamentazione dei media, nella protezione della diversità d’espressione e per far progredire la professionalità nei media in Kosovo. Ha fatto tutto ciò in circostanze particolarmente difficili e con grande rischio personale […] Abbiamo apprezzato la sua grande conoscenza dell’etica della comunicazione e la sua capacità nel comprendere il ruolo dei media e della comunità politica nel creare delle effettive condizioni di democrazia […] Il Prof. Caliari ha condotto un rilevante analitico studio sulla condotta dei media locali dopo i sanguinosi e distruttivi disordini e i tragici eventi del marzo 2004. Sotto la sua guida il nostro personale locale ha lavorato per lunghe ore per preparare uno studio unico nel suo genere. Questo studio ha sostenuto la base per le azioni e le sanzioni contro le principali emittenti del Kosovo e ha aiutato a stimolare la prima ampia discussione sull’etica dei media in Kosovo […] Di particolare importanza al successo del lavoro dell’OSCE è stata l’attenta e sofisticata capacità del Prof. Caliari a sviluppare relazioni politiche e diplomatiche con il Governo del Kosovo e con il Gruppo di Contatto, che comprende le principali missioni diplomatiche in Kosovo (Stati Uniti d’America,Regno Unito, Federazione di Russia, Francia, Italia e Germania) […] Oltre alla normale mole di lavoro di una settimana spesso di sei-sette giorni lavorativi, il Prof. Caliariè stato l’obiettivo di tre attentati così come di numerose minacce, che hanno obbligato la Missione delle Nazioni Unite in Kosovo ad assegnarli una scorta armata permanente. Ha sopportato tutte queste difficoltà con animo imperturbabile e ammirevole serenità (Pristina, Kosovo, December 2006).
    Dal febbraio 2007 al marzo 2008, il Prof. Caliari ha lavorato come esperto per le materie connesse al G7/G8 presso l’Ufficio del Consigliere Diplomatico del Presidente del Consiglio dei Ministri del Governo della Repubblica Italiana. Dal marzo 2008, lavora presso l’Ufficio del Rappresentante Personale del Presidente del Consiglio dei Ministri per il G7/G8 come responsabile dell’organizzazione, della logistica e del protocollo delle riunioni Sherpa G8 e G8+G5.

    Dal 2010, è il responsabile delle relazioni istituzionali e internazionali di ACROS Consulting, una primaria compagnia italiana di broker assicurativo, e direttore dell’Ufficio di ACROS a Roma. Inoltre, è il Consigliere Speciale per gli affari internazionali della multinazionale francese ALTRAN.

    Il Prof. Caliari è membro dell’Ordine Nazionale Italiano dei Giornalisti e della Società Italiana di Scienza Politica. Coopera, dal 1995, come editorialista di Politica Estera con numerose testate italiane, principalmente quelle del Gruppo Editoriale Athesis – e con giornali internazionali e riviste specializzate nel settore delle Relazioni Internazionali. Dal 2007, è direttore responsabile della rivista mensile Sicuri per la Vita . Una rivista in italiano e inglese, edita da Mondatori, gratuitamente distribuita nelle scuole superiori delle regioni del nord-est dell’Italia per promuovere una migliore educazione stradale fra i giovani e diffondere una più alta educazione alla guida nel rispetto della vita umana.
    Nel 2005, è stato insignito dell’onorificenza di Cavaliere Crux Ordinis pro Merito Melitensi, conferitagli da Sua Altezza Emminentissima il Principe e Gran Maestro del Sovrano Militare Ordine di Malta il 20 ottobre (Sovrano Decreto numero 44620) in riconoscimento del suo impegno umanitario a favore delle popolazioni del Kosovo e per i suoi sforzi nel promuovere il dialogo inter-religioso.
    Nel 2006, su proposta del Governo della Repubblica Italiana, gli è stata concessa da Sua Eccellenza il Presidente della Repubblica Italiana (Decreto Presidenziale de 27 dicembre 2006) l’onorificenza di Commendatore dell’Ordine al Merito della Repubblica Italiana, in riconoscimento del suo servizio alla Nazione Italiana, del suo eccellente lavoro accademico e a servizio delle Organizzazioni Internazionali.
    Nel suo tempo libero, il Prof. Caliari è anche un organista professionista e uno specialista nell’esecuzione del repertorio gregoriano della tradizione della Chiesa Cattolica-Romana. Dal 2008 presta il suo servizio liturgico e musicale presso la Basilica di Stato di Santa Maria degli Angeli e dei Martiri in Roma, dove è il Maestro delle Celebrazioni Liturgiche e del Protocollo.
    Il Prof. Caliari parla e scrive fluentemente varie lingue moderne, fra queste: il francese, l’inglese, lo spagnolo, il portoghese e il tedesco; e ha una buona pratica di altre, come l’Albanese e il Serbo- Croato. Legge e comprende correntemente il Latino, il Greco Antico e l’Ebraico biblico.
    Fra le sue numerose pubblicazioni, possiamo ricordare con il titolo originale:
    • 2009, (con altri), Esiste l’Italia? Dipende da noi (Roma)
    • 2008, (con altri), Kosovo non solo Balcani (Roma)
    • 2008, (con altri), Il Vulcano Pakistan (Roma)
    • 2007, Europe: History, Ideas, Institutions and Perspectives. A Handbook for diplomats (Roma)
    • 2007, Public Communication and Public Diplomacy: How manage public opinion and media. A Handbook for diplomats (Roma)
    • 2006, (con altri), Kosovo: Stato delle Mafie (Roma)
    • 2003, (with Robert Gillette) 16 -17 March 2003 – Finding. An enquire on Kosovo Televisions (OSCE – Pristina)
    • 2003, Media and Democratization in Post-War Societies – Framework for Media Monitoring and Analysis (OSCE – Pristina)
    • 2002, An essay on the juridical concept of cultural heritage internationally protected – On the XXX anniversary of the Paris Convention establishing the World Heritage List (Verona)
    • 2001, (con Carlo Azelio Ciampi e altri), Discorsi sulla Repubblica (Bologna)
    • 1996, (con Sandro Fontana e Andrea Riccardi), Il futuro dell’Europa:le sue radici cristiane (Venice)
    • 1994, Comunità internazionale e autorità politica mondiale: l’azione della Santa Sede (Padova)
    • 1993, CEE e Santa Sede: le relazioni della Comunità con un soggetto religioso (Padova)
    • 1992, Religious Freedom and International Relations (London)
    • 1992, (con Norberto Bobbio and altri), Ordine e guerre: una mutazione (Torino)
    • 1991, To Become Homeless Can Happen to Anybody, in: Up and Down (Rome)
    • 1991, Il Regno Unito agli inizi degli anni novanta: disoccupazione e disoccupazione giovanile, in: Up and Down (Rome)
    • 1991, Il Consensus Cristiano di Basilea (Padova)
    • 1990, (con altri), Europa una realidad en camino (Jaén)
    • 1989, Iglesia católica e integración europea: contribución al análisis politológico (Jaén)
    • 1989, La Chiesa Cattolica e l’integrazione europea: contributo all’analisi politologica (Padova)
    • 1989, La pace positiva di Benedetto XV (Padova)

  • Pater Luis Eduardo Rodríguez Rodríguez ha detto:

    Sempre profondi suoi scritti caro Gian Pietro Caliari. Magari per questo pure tra i meno commentati, perchè le maggioranze più si muovono stimolati dal gossip, non dalla riflessione.

    Io guardo un filo conduttore straordinario, che è il Vero che ci guida, al di là che il demonio pure capendolo continui travestirsi, pure ed in primis attraverso schwaberORGOGLIO, combinando la più grande confussione di quello che è l’ Essenza Divina, la VERA MISERICORDIA DIVINA.

    Ho registrato con EWTN al schwaberORGOGLIO nella sua propria Buenos Aires e da lì iniziai capire che è un demente senza timore di Dio. Ed il resgistro fu appunto, faccendolo partecipare nella preghiera della Coroncina della Vera Misericordia Divina.

    Se vede il corso della vita di SANTA MARIA FAUSTINA DEL SANTISSIMO SACRAMENTO KOWALSKA, gli stessi anni dell’ evoluzione diavolica d’ adolf hitler, in parallelo, Dio iniziava a sviluppare, nell’ anima di questa colossale santa, che un giorno dovrà essere proclamata Dottore della Chiesa, essendo una umile e nascosta religiosa nel servizio di portinaia, cuoca o giardinaia, nella congregazione dedita al recupero delle PROSTITUTE.

    Tutti ingredienti che poi sono fondamenti nella Devozione della Vera Misericordia Divina, chiamata universale di conversione d’ ogni nostre prostituzioni…

    Nel 1931 iniziarono propriamente le visioni con richieste del quadro, Festa, coroncina, ora, novena, ecc, della Misericordia Divina, con nuove promesse dal Sacro Cuore del Nostro Signore, portando al massimo, quelle precedenti contenute nelle rivelazioni a Santa Margherita Maria de Alacoque, che precedettero la criminale rivoluzione francesa.

    In tanto forggiava la Provvidenza sia Karol Wojtyla, attraverso grandi dolori, come la morte della sua mamma, avendo lui 9 anni, già morta l’ unica sorellina, poco dopo la nascita, poi il fratello Edmund, ed infine, suo padre militare. Sacerdote educato nella clandestinità, durante la Seconda Guerra Mondiale, scoppiata con l’ invasione della sua Polonia, dalla Germania…Ucraina – Russia oggi?…comunque sia la Prima che la Seconda, come in poi fino questa, tutte dai tavolini massoni. In tanto forggiava pure Joseph Ratzinger. In tanto arrivò pure il comunismo sia in Polska che in gran parte della Germania.

    Allora incredibile l’ evidenzza come pure la vita straordinaria d’ Eugenio Pacelli, svolta proprio in quei anni della carriera diavolica ancora del hitler, che come pocchi il nunzio capiva. Quindi fu eletto Pio XII, nel giorno del suo 63 compleanno, 2 marzo, come quest’ anno abbiamo iniziata la Quaresima il 2 marzo e con l’ enessima guerra, disegnata dai tavolini massoni, Russa – Ucraina.

    Sia Wojtyla che Ratzinger participarono nel Concilio Vaticano II, illusi inizialmente, ingenuamente credettero che s’ apriva veramente una primavera, e quindi “aprite le finestre perche entri l’ aria”, ma pian piano la Provvidenza li fecce capire che ancora una volta “le mie strade non sono le vostre strade”…anche se credevano fosse l’ agire del manipolato “Spirito Santo”.
    Ed ebbero conversioni tutte e due, e pian piano capirono le Strade vere del Signore.
    Perfino da professore il Sacerdote Ratzinger indossava la cravata…

    Quando il 13 maggio 1981 i massoni per un cappello quasi riuscirono finire Giovanni Paolo II, lì si può vedere iniziò la maturazione del grande Pontifice, perche lui stesso era ignaro dei fatti di Fatima. Pio XII, consacrato vescovo nello stesso giorno ed ora di quel 13 maggio 1917.

    Anche se lo cita, come nel recente intervento all’ Angelicum, ancora proponendo Cristo come modello d’ uomo, ma non perchè è Uomo Dio, il parolina odia in fila Benedetto XVI, GIOVANNI PAOLO II, PIO XII. Come tutti i massoni modernisti. Come schwaberORGOGLIO, anche se travestiti, a volte li nominano.

    Dunque il Vero ed Unico Piano Divino d’ un secolo fa ormai è quello della VERA MISERICORDIA DIVINA, indetto da DIO stesso. Per questo fu l’odio scattenato della Prima e Seconda Guerre Mondiali, e tutte le posteriori fino questa in specifico tra Russia ed Ucraina. Ma pure la guerra interna della nostra Chiesa, tra questi massoni che con Colpo di Stato Vaticano, finalmente credono imporrano con “nuovi paradigmi” la destruzione della Vera Chiesa fondata dal Nostro Signore Gesucristo. Per questo il ritornello della misericordina, demoniaca, che fa perdere l’ anime degl’ adulteri, gays, trans, lesbiche, quelli che abortiscono, che si suicidano, che si drogano, che si prostituiscono, che s’ islamizzano, se buddaiscono, insomma, come tutti quei pianificatori perversi tipo hell’s gates, shamane schwab, rothschildren, rockefolli, soros psoriasis, schwaberORGOGLIO, bidet 1 e bidet 2, killary, obama bunga bunga, kasper & kasper, marx & marx, etc.

    Ripensi caro Gian Pietro, la Storia in questa chiave, e troverà tesori di Speranza per l’ avvenire che stà per arrivare…della Purificazione mai vista in tutta la Storia della Salvezza, al di là dell’ ultima pagliacciata con appuntamento per questo venerdì 25 di marzo.

    Con tutti i loro misfatti, sono grandi Pontefici il Beato Giovanni Paolo II e Benedetto XVI, essendo Joseph Ratzinger l’ ultimo di questo tempo, anche se ha ceduto ad un impostore apostata il potere materiale della nostra Chiesa.

    ET EXPECTO TRIUMPHUM CORDIS IMMACULATI MARIÆ.