mercator.net. Il Pensiero di Gruppo Oggi: Cerchio Infinito di Capri Espiatori.

20 Marzo 2022 Pubblicato da

 

Marco Tosatti

Carissimi StilumCuriali, Vincenzo Fedele, che ringraziamo di cuore, ha letto e ci ha tradotto questo articolo molto interessante pubblicato su un sito che spesso offre spunti di alto livello, Mercator.net. Grazie ancora a Fedele per il lavoro che commenta così l’articolo: “In modo fittiziamente lieve e quasi a volo d’uccello, analizza il comportamento delle masse di fronte alla pandemia ed all’invasione dell’Ucraina, ma i problemi che tocca sono, in realtà, i rapporti umani, l’influenza del cristianesimo e la decadenza della Chiesa come Mater et Magistra che non ci sa più indicare in noi stessi i peccatori, che sono sempre gli altri, che non ci fa avere un’orizzonte di speranza, di dialogo e di comprensione e di ascolto reciproco, a tutto vantaggio di chi vuole lo scontro come indispensabile premessa al pensiero unico e, in definitiva, al Gran Reset”. Buona lettura.

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Il pensiero di gruppo oggi: un cerchio infinito di capro espiatorio

Una teoria della violenza della massa del filosofo francese René Girard spiega gran parte della cancel cultur.

 Andrea Mahón 7 marzo 2022

George Orwell ha inventato il termine “pensiero di gruppo”(*) per il suo classico distopico 1984, pubblicato per la prima volta nel 1949. Alcuni anni dopo, il termine era già usato clinicamente per descrivere un fenomeno psicologico comune.

L’idea è che le persone hanno la tendenza a conformare i propri pensieri a quelli delle persone che li circondano, ritenendosi, però. pensatori indipendenti. La pressione dei propri pari è comunque un elemento importante nel pensiero di gruppo. Con una propaganda accativante, dei cattivi attori possono trarre vantaggio dal pensiero di gruppo, come tecnica con cui controllare una società. Questo è ciò che accade nel romanzo di Orwell.

Una teoria della violenza di massa del filosofo francese René Girard colloca il fenomeno del pensiero di gruppo in un contesto antropologico più ampio. Girard ha sostenuto che è lo stesso desiderio umano ad essere mimetico. In altre parole, gli esseri umani non solo conformano il loro pensiero agli altri, ma copiano dagli altri anche i propri desideri. Come per il pensiero di gruppo, gli esseri umani non sono consapevoli dell’origine del loro desiderio, credendo che sia qualcosa che ha origine in loro stessi. Quando più persone desiderano le medesime cose, ne deriva una rivalità che porta a gelosia, snobismo, odio e violenza.

Questa situazione caotica non rimane, però, solo una questione tra individui. Poco alla volta la società si biforca in gruppi antagonisti, ciascuno unito da un comune odio per l’altro. Quando un gruppo diventa più grande dell’altro, il suo odio nei confronti dell’altro cresce, anziché ridursi, in proporzione alla sua crescente superiorità numerica. Quando il gruppo più grande comprende quasi tutta la società, diventa una massa e cerca l’annientamento del gruppo più piccolo o, in alcuni casi, dell’individuo, il capro espiatorio, sul quale ha incanalato tutta la propria ostilità.

Per la massa, il capro espiatorio è la fonte di tutti i problemi e deve essere eliminato per il bene superiore. Quasi tutti ci credono e, con atteggiamento quasi mafioso, chiunque sfidi il dogma assunto, viene denunciato e bandito. Pochi osano correre il rischio di interagire con la massa, e soccombono al pensiero del gruppo. È molto più semplice.

Girard ha i suoi critici e, inspiegabilmente, Orwell viene ignorato ovunque i suoi avvertimenti sarebbero, invece, più necessari, ma una cosa che negli ultimi due anni è diventata innegabile è che il pensiero di gruppo è una delle forze più potenti al mondo.

La pandemia come pensiero di gruppo

La pandemia ha presentato un’unica verità unificante: una pandemia è cattiva e dobbiamo operare per salvare vite umane. 

Attorno a questa grande verità, tuttavia, sono state raggruppate una moltitudine di mezze verità, oltre a vere e proprie bugie, che sono diventate tutte parti della narrativa costituita.

Ma era un pacchetto unico. O accetti la narrazione presentata da politici, esperti e media, oppure sei nell’altro gruppo: una vittima o un fornitore di informazioni sbagliate e disinformazione, un negazionista, un anti-qualcosa. Non c’era spazio per sfumature, sottigliezze, scetticismo, analisi indipendenti delle prove o persino domande oneste. C’era solo una scelta binaria: pro o contro. E maggiore è il successo della propaganda, più potente è il pensiero di gruppo e più diventa grande il gruppo pro-narrativa.

Era ovvio, per chiunque avesse graffiato la superficie della narrazione, che qualcosa non andava. Ma una volta che le persone avevano piantato le loro bandierine, non si sono più mosse. Ed esprimere dubbi potrebbe risultare costoso per la propria carriera e le proprie relazioni.

Nel 1841 Charles MacKay scrisse: “Gli uomini, è stato ben affermato, pensano in branchi; si vedrà anche che impazziscono in branchi, mentre si riappropriano dei propri sensi solo lentamente, e uno per uno”.

Il branco del pensiero di gruppo pro-narrativa non voleva che nessuno riprendesse i sensi. Invece, come fanno i mafiosi, il loro obiettivo era diventare abbastanza grandi da eliminare il gruppo più piccolo – il capro espiatorio.

Solo che quel gruppo ostinato non è diventato abbastanza piccolo da poter essere eliminato. E quando gli uomini iniziarono a recuperare i sensi uno per uno, il gruppo più piccolo iniziò a crescere e l’obiettivo della massa si restrinse e si modificò come richiesto.

Il capro espiatorio ideale: i non vaccinati

All’inizio sono stati gli scettici del lockdown ad attirare l’ostilità della massa, poi gli “antimascherine“. Ma il capro espiatorio migliore di tutti si sono rivelati i non vaccinati . Il primo ministro canadese Justin Trudeau lo ha illustrato perfettamente quando ha parlato degli “anti-vaccinisti”: “Loro non credono nella scienza, sono spesso misogini, spesso razzisti. Occupano spazio e con questo dobbiamo fare una scelta – in termini di leader di una nazione – tolleriamo queste persone?”

In un’intervista del 2019 con il compianto Roger Scruton, il giornalista Douglas Murray ha osservato che quelli politicamente di sinistra chiedono sempre le stesse cose ovunque, mentre quelli di destra tendono a chiedere cose molto diverse. “In ogni paese in cui vado”, ha detto. “La sinistra richiede sempre le stesse cose nello stesso ordine mentre i conservatori chiedono sempre qualcosa di leggermente diverso in ogni luogo”.

I conservatori sono più resistenti al pensiero di gruppo per natura. Le cose che desiderano conservare sono solitamente cose locali, tradizionali, oscure. Laddove oggi i liberali operano a livello globale, i veri conservatori, di solito, operano a livello locale.

Pensiero di gruppo e globalismo  

Forse è più utile pensare in termini di distinzione globalista/localista, piuttosto che di sinistra/destra.

Il pensiero di gruppo prospera tra i liberali dalla mentalità globalista, come Trudeau, che pensano che i problemi del mondo possano essere risolti a livello globale, preferibilmente da loro o da persone come loro. Le loro preoccupazioni non hanno radici in nessun luogo specifico e ignorano qualsiasi considerazione localista. Ma alla fine, queste persone hanno una sola opzione a loro disposizione: eliminare coloro che si rifiutano di accettare le loro soluzioni altruistiche per il mondo. I globalisti non possono mai essere altro che una massa che cerca l’eliminazione di un capro espiatorio. È il loro unico obiettivo, anche se non se ne rendono conto. I globalisti sono inevitabilmente totalitari.

A febbraio è accaduto qualcosa di inaspettato. Mentre gli uomini riprendevano lentamente i sensi, uno dopo l’altro, questo variegato e crescente gruppo di localisti, che volevano che avesse termine la violazione delle loro libertà, trovò una voce unificata nel convoglio di camionisti canadesi che si recò a Ottawa e catturò l’attenzione del mondo.

Dal punto di vista dei globalisti, non era previsto che questi sgradevoli localisti fossero destinati a parlare con una sola voce in questo modo e, dal loro punto di vista, farlo era tanto sconcertante quanto inaccettabile. Erano un ostacolo alle grandi soluzioni a cui stavano lavorando i globalisti. Dovevano essere schiacciati.

Però avevano parlato con una voce forte e univoca che non poteva essere ignorata. Il pensiero di gruppo che tiene insieme la massa ha iniziato ad allentare la presa e il meccanismo del capro espiatorio si è spostato al rovescio quando le restrizioni pandemiche hanno iniziato rapidamente a essere revocate in tutto il mondo.

Il pensiero di gruppo e l’invasione dell’Ucraina

Poi la Russia ha invaso l’Ucraina ed è stato come se il medesimo scenario ricominciasse da capo.

Ancora una volta, c’è una grande verità unificante: invadere un paese sovrano e iniziare una guerra è male, e dobbiamo rispondere all’aggressione della Russia. 

Ma insieme a questa grande verità arriva una pletora di mezze verità e bugie in un altro pacchetto che deve essere accettato o rifiutato nella sua interezza. Chiunque metta in discussione, metta in guardia o sottolinei la complessità della situazione, è contro la mafia e deve essere messo a tacere. È interessante notare che le persone che maggiormente hanno spinto per affermare la narrativa precedente sono anche quelle che spingono di più questa.

Ma è forse più sorprendente che, fra coloro che si erano staccati dal precedente pensiero di gruppo, la metà di loro si sia immediatamente attaccata al nuovo pensiero di gruppo. Il più piccolo gruppo di uomini che hanno recuperato, uno dopo l’altro, il ben dell’intelletto e che erano diventati una forza da non sottovalutare, è stato tagliato a metà. Molti di coloro che solo poche settimane fa stavano subendo abusi per il solo fatto di pensare in modo indipendente, ora stanno abusando degli altri per gli stessi motivi.

Ancora una volta è stata assunta la posizione del capro espiatorio. Quante persone hanno il coraggio e l’energia per opporsi a più narrazioni contemporaneamente?

Quelli rimasti nel gruppo più piccolo cercano invano di convincere gli altri di ciò che vedono come la verità. Esasperati, dicono agli altri di “svegliarsi” o li chiamano “pecore“. È inutile. Il meccanismo del capro espiatorio è radicato troppo profondamente nella natura umana per ragionare su una nostra via d’uscita.

È possibile uscirne?

L’unica speranza è qualcosa di più simile alla conversione religiosa, che è esattamente quello che pensava Girard. Il cristianesimo, ha sostenuto, ha esposto il meccanismo del capro espiatorio e lo ha disabilitato. In Cristo, Dio stesso è diventato il capro espiatorio dell’umanità. Il cristianesimo chiama ciascuno di noi a imitare Cristo e allo stesso modo a diventare noi stessi il capro espiatorio.

Questo è andato avanti per molto più tempo rispetto agli ultimi due anni. Ma poiché la società ha abbandonato il cristianesimo nel corso dei decenni e dei secoli, il meccanismo del capro espiatorio è diventato più potente. Da anni si sente parlare della crescente polarizzazione della società, che sembrava avesse raggiunto il culmine con il voto sulla Brexit e con l’elezione di Donald Trump.

Sarebbe ingenuo pensare che questi elementi opposti della società possano rimanere in equilibrio. Un gruppo si trasformerà in una massa e l’altro in un capro espiatorio. La convivenza è diventata impossibile. Il mondo non è mai stato così globalmente connesso come lo è oggi, e sembra che abbiamo raggiunto il punto in cui la mafia globale si sente così incoraggiata da essere quasi pronta a eliminare il capro espiatorio e risolvere tutti i problemi del mondo in un sacro atto di violenza. Per la mafia, il capro espiatorio è sempre un qualcosa che si frappone sulla sua strada.

I problemi – pandemia, guerra, cambiamento climatico, lavoro, qualunque cosa – possono essere completamente scollegati tra loro, ma la vera storia non affronta mai i problemi particolari. Qualunque sia la verità, si può essere certi che il problema è più complicato di quanto sembri e quasi mai la soluzione è una delle due sole opzioni. La vera storia sono i ripetuti approcci al meccanismo del capro espiatorio di Girard che si stanno verificando in rapida successione su scala globale.

Quello che è comune a tutti questi approcci è il pensiero di gruppo: il gruppo più grande, con una mentalità globalista, è sempre descritto come “tutti noi” o “il mondo“; il gruppo più piccolo è sempre imbrattato di parole come “anti-qualcosa”, “negazionista-qualcosa”, “simpatizzante-qualcosa”, o il sempre affidabile “nazista”, “razzista” o “misogino”. Questi insulti sono semplicemente modi per evitare la conversazione che potrebbe portare a recuperare le facoltà intellettuali.

Con il continuo susseguirsi di problemi, non solo la maggior parte delle persone rimane inconsapevole del meccanismo del capro espiatorio, ma quelli di noi che sono nel gruppo più piccolo vengono divisi e conquistati. Non sto sostenendo che dietro tutto questo ci sia qualcuno che divide intenzionalmente per conquistare. Se Girard ha ragione, questo è solo il modo in cui opera la natura umana. Ma è palesemente chiaro che risultiamo divisi e conquistati.

Senza dubbio alcuni individui o gruppi ne stanno approfittando e traggono vantaggi da questi accadimenti, manipolando il pensiero di gruppo e usando la massa per raggiungere i propri scopi. Non importa chi siano queste persone. Se non fossero loro sarebbe qualcun altro. Ma la loro forza dipende interamente da questo meccanismo che procede a nostra insaputa. La soluzione non è convincere coloro che sono posseduti dal mafioso pensiero di gruppo a cambiare idea, ma esporre il meccanismo stesso del capro espiatorio.

Se questo possa avvenire senza il cristianesimo è un’altra questione.

* Sarebbe stato più immediato e comprensibile tradurre “pensiero di gruppo” con “pensiero unico”. Considerando, però, il tenore dell’articolo, che affronta le problematiche (pandemia, Ucraina, globalismo, ecc.) come se fossero analizzate in modo asettico, ho preferito usare la traduzione letterale che, oltretutto dà al concetto una valenza più generale e, anche se può sembrare un paradosso, più profonda.[NdT]

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4 commenti

  • Davide Scarano ha detto:

    Di fronte al “pensiero di gruppo” che vorrebbe rendere ogni singola persona pecora bisognosa di un Pastore, la risposta, insieme storica e metafisica, non può che essere quella di rivendicare l’unicità ed insieme la dignità di ogni persona, fatta a immagine e somiglianza di Dio e pur bisognosa di salvezza. A chi propone improbabili collettività, create ad hoc per giustificare grandi e piccoli reset, vale la pena ricordare che Dio che ci giudicherà individualmente e non saranno ammessi nè esami nè tanto meno promozioni di gruppo.

  • unaopinione ha detto:

    non propriamente in argomento, ma puó essere utile per futuri discussioni/articoli (in inglese)
    https://tapnewswire.com/2022/03/pfizer-added-differing-amounts-of-active-ingredient-to-batches-of-covid-vaccine/

  • Nuccio Viglietti ha detto:

    Pensiero di gruppo… può valere per normali bipedi idioti… no certo per gatti randagi anarchici ed apoti tali noi…!!…https://ilgattomattoquotidiano.wordpress.com/

  • Forum Coscienza Maschile ha detto:

    Vorrei aggiungere a questo interessante pezzo sulla manipolazione delle masse, una citazione da un saggio di McLuhan. E’ di grande attualità, se solo si sostituisce “America” con “Europa moderna”:
    “La corrente del cuore, il calore della solidarietà che ha animato l’Europa e che ha rappresentato il massimo della sua umanità, individuale e spontanea, che circolava nelle migliaia di correnti appassionate spesso in conflitto, sembra non poter persistere sul suolo americano. Al contrario, persiste un isolamento, una separazione amorfa come granelli di sabbia, ciascun granello isolato nella propria volontà, indomabilità, implacabilità, ostinazione, e tuttavia ammucchiato insieme a tutti gli altri granelli. Questo rende le masse americane le più facili al mondo da incitare e muovere. E probabilmente, dopo un lungo periodo di tale incitamento, diventerebbero le masse più difficili da tenere insieme.”