Lo Strano Caso Zanchetta. I Giudici Argentini: Roma Sapeva e Ha Nascosto.

19 Marzo 2022 Pubblicato da

 

Marco Tosatti

Cari amici e nemici di Stilum Curiae, anche se con qualche giorno di ritardo su quanto mi ero prefisso, mi sembra interessante offrire alla vostra attenzione questo articolo apparso su Korazym.org, un sito che ben conoscete, e che ringraziamo per la cortesia, su una vicenda di cui ci siamo occupati in passato a più riprese, e che costituisce un capitolo importante del libro che ho dedicato alle coperture di personaggi discutibili da parte del pontefice regnante. Buona lettura.

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Lo “strano caso Zanchetta”. I giudici argentini affermano che la gerarchia ecclesiastica era a conoscenza degli abusi sessuali, ha manipolato le informazioni e le ha rese pubbliche solo dopo le denunce penali

 

 

 

 

Nelle motivazioni della sentenza di condanna di primo grado a 4 anni e 6 mesi di reclusione effettiva del Vescovo emerito di Orán, Mons. Gustavo Óscar Zanchetta, la Corte argentina ha evidenziato che la gerarchia della Chiesa Cattolica Romana era a conoscenza degli abusi sessuali a danno di due ex-seminaristi che l’hanno denunciato, che ha manipolato le informazioni e che le ha resi pubblici solo dopo le denunce penali.

 

Le motivazioni della sentenza di condanna di Zanchetta in primo grado.

Con l’articolo di Silvia Noviasky (la giornalista investigativa argentina, che ha fatto scoppiare lo “strano caso Zanchetta” alla fine del 2018 e l’ha seguito fino allora) pubblicato ieri, lunedì 14 marzo 2022 dal quotidiano argentino El Tribuno di Salta [QUI], che riportiamo di seguito nella nostra traduzione italiana dallo spagnolo, ritorniamo un’altra volta sullo “strano caso Zanchetta”, il “bambino onnipotente” [1], amico stretto di Papa Francesco – da cui è sempre stato protetto nonostante le evidenze e con cui ha vissuto a Domus Sanctae Marthae in Vaticano – condannato il 6 marzo 2022 dal Tribunale penale di Orán a 4 anni e 6 mesi per abuso sessuale semplice continuato e aggravato per essere commesso da un ministro di un culto religioso riconosciuto.

Mentre la giustizia civile in Argentina, nonostante pressioni e interferenze “dall’alto”, ha emesso la sentenza di primo grado, siamo ancora in attesa di capire dove è finito il processo canonico (in corso?) davanti alla Congregazione per la Dottrina della Fede in Vaticano, annunciato con la gran cassa dall’Uomo Nero che Veste di Bianco su un volo papale ai vaticanisti embedded [Lo “strano caso Zanchetta”. Dopo la condanna in Argentina si attende notizie del processo canonico alla Congregazione per la Dottrina della Fede – 7 marzo 2022].

* * *

Venerdì scorso, 11 marzo 2022 sono state rese note le motivazioni della sentenza senza precedenti della prima condanna per abusi sessuali di un vescovo argentino: Gustavo Zanchetta [Lo “strano caso Zanchetta”. Un bambino onnipotente amico di Francesco, condannato per abuso sessuale in Argentina. Uno degli abusati parla per la prima volta con la stampa. Nun fa na piega – 11 marzo 2022].

Con un’ampia motivazione della sentenza di 98 pagine, i giudici argentini non solo si sono occupati di argomentare legalmente la loro decisione, ma hanno anche accusato le autorità ecclesiastiche di essere state a conoscenza degli abusi sessuali a danno dei seminaristi e per aver manipolato e insabbiato le informazioni, divulgandole soltanto dopo che le denunce penali erano state rese note.

La corte della Sezione II del Tribunale di Orán, composta dal Presidente María Laura Toledo Zamora e dei giudici Raúl Fernando López e Héctor Fabián Fayos, una settimane fa ha condannato il Vescovo emerito di Orán, Mons. Gustavo Óscar Zanchetta, per abuso sessuale semplice continuato aggravato per essere un ministro di culto religioso riconosciuto, a danno di due ex-seminaristi, GFLG e MC Anche se i giudici hanno avvertito che le vittime avrebbero potuto essere di più: «Molti fatti non sono stati denunciati per paura, per non voler essere legati a questa situazione sfortunata, vergognosa e aberrante o semplicemente per comodità», hanno indicato, riferendosi a chi prosegue i studi in seminario e teme “rappresaglie all’interno della Chiesa”. In questo modo i magistrati nella sentenza hanno illustrato la complicità ecclesiastica e l’intimidazione che avvertivano nei confronti di coloro che facevano parte del processo penale.

I giudici hanno indicato che alcuni sacerdoti, quelli più vicini a Zanchetta, hanno rilasciato una dichiarazione “tiepida” e che due di loro, Don Carlos Subelza e Don Martín Alarcón, erano a conoscenza degli abusi per essere stati educatori dei seminaristi. Alarcón è stato uno dei sacerdoti che ha promosso la denuncia canonica interna, a seguito del quale Zanchetta è stato rimosso dal governo diocesano di Orán, con il suo successivo trasferimento in Vaticano. Da canto suo, Subelza, parroco della cattedrale di Orán, ha negato di essere a conoscenza degli abusi e l’accusa ha disposto un procedimento penale contro il sacerdote «per falsa testimonianza» [2].

I giudici si sono chiesti perché gli abusi sessuali non sono stati segnalati prima. «Questo tipo di situazione in ambito ecclesiale viene gestita con assoluta riservatezza e discrezione. Sappiamo anche che le cause sono solitamente incanalate nella giurisdizione canonica, in cui l’indagine è spesso ostacolata o ritardata o bloccata, sia al fine di non renderle pubbliche o eventualmente per evitare arresti e processi nella giurisdizione civile”, contestualizzando il problema mondiale e la posizione criticata della Chiesa Universale.

Quanto agli atti del processo canonico, di cui non si conosce la sentenza, i magistrati hanno assicurato che la Corte ha esaurito i procedimenti senza alcuna risposta da parte della Santa Sede. Quello che finalmente è stato ricevuto è una parte del fascicolo, 103 pagine inviate dall’[Arcivescovo] Filippo Iannone, [O. Carm., dal 7 aprile 2018] Presidente del Pontificio Consiglio per i Testi Legislativi [e dal 29 settembre 2020 Segretario della Commissione di Materie Riservate]. Pur disponendo solo di una parte del fascicolo, i magistrati hanno sottolineato che le testimonianze ascoltate nella giurisdizione giudiziaria coincidono con quelle della giurisdizione canonica.

La corte ha approfondito il fenomeno degli abusi ecclesiastici e ha sottolineato che questi casi sono uno «scandalo per la Chiesa», che ha suscitato richieste di «scuse pubbliche» [QUI] da parte della Conferenza Episcopale Argentina e del Vescovo di Orán, Mons. Luis Scozzina, OFM, che è stato testimone nel caso e che ha negata di essere a conoscenza degli abusi sessuali. I magistrati hanno indicato la dichiarazione di Scozzina e quella dell’Arcivescovo metropolita di Corrientes, Mons. Andrés Stanovnik, OFM, per dimostrare che ci fossero complicità ecclesiali e tentativi di manipolazione dei seminaristi [3].

«Inoltre – avvertono i giudici argentini nelle loro motivazioni della sentenza -, la Corte è certa che gli alti funzionari, che hanno rilasciato le loro dichiarazioni per iscritto, erano a conoscenza di questi “inconvenienti”, come li chiamano. Per questo tutti i sacerdoti che si sono presentati in tribunale, curando fin dall’inizio la notizia degli abusi sessuali di Zanchetta, si sono aggiunti alla scoperta di immagini e pagine web a contenuto pornografico che collegavano direttamente Monsignor Zanchetta, nel tentativo di gestire la situazione in un senso o nell’altro, è che ha fatto scrivere loro diversi lettere ai seminaristi, sia per raccontare ciò che avevano sofferto, sia per mostrare chi li incoraggiava a scrivere e in quale contesto. Tutto questo al solo fine di gestire le informazioni di cui disponevano [relativi agli abusi sessuali], secondo i propri interessi ad operare ea farle conoscere al momento opportuno come avvenuto nel caso. Ciò che deve essere chiaro è che non è oggetto di discussione nel caso perché le informazioni sull’abuso sono state ufficialmente utilizzate e rese note a febbraio 2019 con le denunce penali».

Il risus sardonicus di Don Javier Belda Iniesta, avvocato canonico, rimasto ad Orán dopo la sentenza, in questa foto di Jan Touzeau per El Tribuno.
Saprà lui cosa c’è da ridere in questo “strano caso Zanchetta”, che lui difende lancia in resta e spada tratta.
Qui gladio ferit, gladio perit.

I giudici di Orán nelle loro motivazioni hanno descritto il «modus operandi» da parte del Vescovo emerito Zanchetta, «usando le carenze socio-affettive delle vittime, esercitando abusi di autorità e di potere, instillando paura, ottenendo oltraggi sessuali», hanno spiegato.

L’Avv. Don Javier Belda Iniesta, il difensore canonico di Zanchetta, è rimasto a Orán e continua ad insistere sulla teoria del complotto dei sacerdoti [denuncianti nel processo canonico presso la Santa Sede] e dell’innocenza del Vescovo emerito, sulla base delle testimonianze canoniche. La difesa ufficiale del Vescovo emerito, rappresentato dall’Avv. Enzo Gianotti, presenterà appello contro la sentenza.

«Che bisogno avrebbero tutti gli altri ex-seminaristi di nuocere o giovare al Vescovo con le loro dichiarazioni, che erano per lo più coerenti e concordanti su come rapportarsi con il Vescovo?», ha chiesto la Corte, osservando che molti degli ex-seminaristi si sono allontanati dalla Chiesa, e alcuni addirittura hanno lasciato la loro città.

Silvia Noviasky

[1] Il termine della psicologia “bambino onnipotente” è stato usato da Natalia Colombo, la psicologa forense per l’accusa, per definire Zanchetta, concludendo che ha tratti psicopatici nella sua personalità, una tendenza a manipolare e simulare aspetti della sua personalità, percepisce gli altri come oggetti da manipolare, li oggettiva per raggiungere i suoi obiettivi e i suoi rapporti con le persone sono utilitaristici [QUI].

[2] Il 3 marzo 2022 l’accusa ha chiesto al procuratore penale di turno di aprire un fascicolo in relazione alle dichiarazioni di Don Carlos Salvador Subelza, parroco della cattedrale di Orán, viste le contraddizioni con numerosi testimoni [QUI]. Ricordiamo che Subelza è colui che, quando l’ex seminarista Kevin Montes ha detto che Zanchetta gli aveva sostenuto i genitali da dietro, aveva risposto che stava «fraintendendo», perché Zanchetta «proveniente da Buenos Aires era una persona amorevole e al nord non eravamo abituati a ricevere quel tipo di affetto».

Jorge Mario Bergoglio il 20 maggio 1992 fu nominato Vescovo ausiliare di Buenos Aires da Papa Giovanni Paolo II. Il 3 giugno 1997 è nominato Arcivescovo coadiutore di Buenos Aires e succede alla medesima sede il 28 febbraio 1998, a seguito della morte del Cardinale Antonio Quarracino, diventando così Primate d’Argentina.

[3] L’insabbiatore-negazionista Mons. Luis Antonio Scozzina, OFM, amico di Papa Francesco come Zanchetta, dal 6 aprile 2018 è l’attuale Vescovo di Orán. È stato consacrato da un altro amico stretto di Papa Francesco (e così siamo a tre), Mons. Andrés Stanovnik, OFM, co-consacrante Mons. Mario Antonio Cargnello, Arcivescovo metropolita di Salta, già Vescovo de la Nueva Orán (dal 7 aprile 1994 al 24 giugno 1998). Come abbiamo riferito il 23 febbraio [QUI], nella seconda udienza era emerso, che secondo alcuni testimoni Scozzina ha tentato di orientare i seminaristi, invitando un avvocato suo amico a venire a consigliargli prima di andare alla procura. Pensavano che fosse il loro difensore. Niente da vedere con questo, visto che lo hanno trovato in Aula come difensore di Zanchetta.
Nella sua dichiarazione resa per iscritto durante il processo, Scozzina ha affermato di aver avuto colloqui formali con i denuncianti. Ha spiegato che tra agosto e dicembre 2018 le interviste si sono svolte in vescovado e che ha chiesto a tutti coloro che avevano qualcosa da riferire di farlo per iscritto in modo che potesse poi presentare le relazioni a Roma. Ha precisato che la Congregazione per i Vescovi ha nominato Mons. Carlos Sánchez incaricato dell’indagine previa del processo canonico. Ha detto di aver incontrato i seminaristi dell’epoca di Zanchetta a Orán e molti hanno espresso «disagio» nei suoi confronti, hanno parlato di «trattamento discriminatorio, alcuni si sono sentiti molestati» e ha fatto riferimento a un «conflitto relazionale». Ma ha aggiunto di non aver ricevuto alcuna denuncia di abuso sessuale. Riguardo ai seminaristi denuncianti, ha detto di aver incontrato due volte MC, che gli ha parlato delle «difficoltà» che ha avuto con Zanchetta e che le ha espresse per iscritto dopo aver presentato la denuncia penale. Ha assicurato di aver spianato la strada alla denuncia degli ex-seminaristi, ma ha negato essere a conoscenza dei presunti abusi e ha parlato di percezioni: ha riferito che l’accusatore GFLG gli aveva detto che «si è sentito abusato dalle espressioni affettuose del vescovo». Ha detto che sia GFLG che l’accusatore MC gli hanno rassegnato le dimissioni nel 2018 adducendo «motivi personali». In seguito, ha affermato di sapere che i più vicini a Don Martín Alarcón (ex Vicario Generale e ex Rettore del Seminario Giovanni XXIII della Diocesi di Orán) sono stati «indotti a sporgere denuncia presso l’ufficio del pubblico ministero». Ha aggiunto di «essere al corrente» che il seminarista identificato come uno dei favoriti di Zanchetta «ha sentito pressioni» da parte dell’accusa e dei media per denunciare Zanchetta.

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7 commenti

  • Gabriela ha detto:

    Scusate l’ignoranza, voi sapete se la Congregazione della Fede ha termimato il processo nei confronti di mons. Zanchetta ed è pervenuta ad una sentenza, poi promulgata da Bergoglio, come da lui promesso???

    Nel 2019 sul caso Zanchetta, all’intervistatrice J. M. Bergoglio risponde:
    Di fatto, come vescovo, DEVO GIUDICARLO IO, la Congregazione della fede faccia un PROCESSO, EMETTA UNA SENTENZA E IO LA PROMULGO (❗❓)
    https://youtu.be/BUpYUZyVCUg

    … per un motivo o per l’altro, non avevo gli elementi necessari, ma oggi È IN CORSO un PROCESSO nella CONGREGAZIONE per la DOTTRINA della FEDE…

    Valentina Alazraki – Penso che sia stato importante raccontare tutto ciò, non crede?
    J. M. Bergoglio:
    “L’ho raccontato ora. Ma non posso farlo ogni momento, ma non mi sono mai fermato.
    Adesso, che il PROCESSO STA PER CONCLUDERSI, lo lascio nelle loro mani.
    Di fatto, COME VESCOVO, DEVO GIUDICARLO IO, ma in questo caso ho detto no. FACCIANO UN PROCESSO, EMETTANO UNA SENTENZA E IO LA PROMULGO”.

    https://www.vaticannews.va/it/papa/news/2019-05/papa-televisa-violenza-contro-donne-migrazioni.html

  • Gabriela ha detto:

    Mentre la giustizia civile in Argentina, nonostante le interferenze “dall’alto”, ha emesso la SENTENZA di PRIMO GRADO nei confronti di mons. Zanchetta, ci si chiede:
    DOVE È FINITO IL PROCESSO CANONICO (in corso❓) davanti alla Congregazione per la Dottrina della Fede in Vaticano?

    Con un’ampia motivazione della sentenza, i giudici argentini, non solo hanno argomentato legalmente la loro decisione, ma hanno anche accusato le “AUTORITÀ” ECCLESIASTICHE di essere state a CONOSCENZA degli ABUSI SESSUALI a danno dei seminaristi e per aver “MANIPOLATO” e “INSABBIATO” LE INFORMAZIONI, divulgandole soltanto dopo che le denunce penali erano state rese note.

    Quanto agli atti del “PROCESSO CANONICO”, (esiste?) di cui ancora NON SI CONOSCE LA SENTENZA, (❓) i magistrati hanno assicurato che LA CORTE NON HA RICEVUTO ALCUNA RISPOSTA DA PARTE DELLA SANTA SEDE.

    Quello che è stato ricevuto è solo “UNA PARTE” del fascicolo di 103 pagine inviate dall’[Arcivescovo] FILIPPO IANNONE, [O. Carm., dal 7 aprile 2018] Presidente del Pontificio Consiglio per i Testi Legislativi [e dal 29 settembre 2020 Segretario della Commissione di Materie Riservate.

    Riflessione:
    D’altronde, potrebbero mai gli astuti nemici, che nel 2013 hanno costretto il papa all’esilio per occuparne il trono, PROCEDERE CONTRO SE STESSI con un un “Processo Canonico”, davanti alla Congregazione per la Dottrina della Fede in Vaticano?
    Dubito sia possibile.

    Infatti, come abbiamo potuto constatare, la falsa chiesa “MASSONICA-LGBT” al potere da nove anni, sa solo coprire ed elevare a più alti incarichi i suoi seguaci e SOSPENDERE O SCOMUNICARE “SENZA” PROCESSO CANONICO, tutti i sacerdoti e vescovi che fanno parte della Vera Chiesa Unam Sanctam di Gesù Cristo. (Grazie Gesù che stai chiamando e onorando della tua stessa “CROCE” questi ALTER CHRISTI) 🥇🥇🥇.

    A mio avviso, solo un TRIBUNALE CIVILE, come quello argentino, poteva e potrebbe ancora procedere contro i nemici di Cristo che hanno occupato la Sua Chiesa, prima che la distruggano del tutto.

    Chissà se questi giudici potrebbero (ad es.) procedere nei confronti di mons. J. M. Bergoglio che, con atto sacrilego, ha murato vivo il miracolo del Cuore Eucaristico e sanguinante di Gesù vero Dio, nella sua chiesa di S Maria a Buoenos Aires, Argentina.
    ⬇️
    https://youtu.be/IjDPaFR0PEk

    Perché, se da una parte, un atto di violenza sessuale contro un giovane è sempre grave e reclama giustizia…
    l’atto di violenza contro Gesù murato vivo, non merita GIUSTIZIA?

    Ma perché ancora tanto silenzio indifferente di fronte il Cuore Sanguinante di un UOMO-DIO recluso dietro il muro nella chiesa di Santa Maria a Buenos Aires…. così come da nove anni dietro le mura del monastero Mater Ecclesiae?

  • Fabio Roncaglia ha detto:

    il titolo sull’istituto Miles Christi non viene quasi trattato sul libro. Bisogna indagare sul fondatore e il suo rapporto con Bergoglio. L’istituto é una copia del OD sotto il profile d’istituto religioso.

  • Stefano ha detto:

    Meno di due mesi fa..il finimondo. il povero Papa Benedetto XVI veniva letteralmente crocifisso x l’ennesima volta dalla stampa a causa di un rapporto fasullo e costruito ad arte che lo tirava in ballo ai tempi in cui era arcivescovo di Monaco. Accuse rivelatesi puntualmente false. Ma intanto il messaggio era passato.
    Oggi invece, x un caso REALE di abusi e soprattutto di COPERTURA da parte dell’attuale inquilino della suite di s. Marta, silenzio totale….. D’altronde, bergoglio è il più amico degli amici del politically correct…protegge le lobby gay… è amico ed estimatore dei loro più grandi foraggiatori… bisogna proteggerlo a tutti i costi…mica lo si può mettere alla gogna. E lui, x questo silenzio, ripaga il favore ringraziando all’angelus NON gli operatori umanitari, i soccorritori che aiutano i profughi ucraini ecc…ma “le giornaliste e i giornalisti” ( al femminile e al maschile, in perfetto linguaggio politicamente corretto)…bisogna tenerseli amici😉😉…non si sa mai. Fanno sempre comodo x tenere ben chiusi nell’ armadio i colossali scheletri che possiede. Il mondo non può e non deve sapere. Questo è ” il papa dei gay” e va tutelato ad ogni costo. Complimenti mondo dell’informazione! Applausi!!
    Alla luce di questo..e molto altro…mi chiedo che validità possa avere l’atto di consacrazione della Russia (atto in se estremamente buono) fatto da un simile figuro…

  • miserere mei ha detto:

    Politicamente scorrettissimo, ma Santo e Dottore della Chiesa: Pier Damiani, nato nel 1007, monaco benedettino, è l’autore del Liber Gomorrhianus (apparve nel 1049 d.C.). Figura attuale anche perchè partecipò a diversi sinodi indetti dai pontefici con i quali collaborò.

    Cultore e cantore della santa semplicità, approcciò una piaga dolorosa nel modo più semplice: per estirparla.
    Il contagio del nicolaismo imperversava a 360° e San Pier Damiani si impegnò a combatterlo, agendo con ferma misericordia (agì nel ruolo di paciere).
    Semplice l’approccio, misericordioso il taglio, fermissimo il pensiero e chiare le idee.

    Scrivendo del vizio non ricorse ad eufemismi. Nel suo Liber Gomorrhanus, denunciò la rovina spirituale che condanna chi pratica il vizietto “nefasto e ignominioso”… considerato “il peggiore fra i crimini”.
    “Questo vizio non va affatto considerato come un vizio ordinario, perché supera per gravità tutti gli altri vizi”… “induce nell’errore, svelle in radice la verità dalla mente ingannata, prepara insidie al viatore, lo getta in un abisso, ve lo chiude per non farlo più uscire, gli apre l’Inferno, gli serra la porta del Paradiso, lo trasforma da cittadino della celeste Gerusalemme in erede dell’infernale Babilonia”… “Imparino dunque questi sciagurati a reprimere una così detestabile peste del vizio, o domare virilmente l’insidiosa lascivia della libidine, a trattenere i fastidiosi incentivi della carne, a temere visceralmente il terribile giudizio del divino rigore… (S. Pier Damiani, Liber Gomorrhanus, in Patrologia Latina, volume 145, coll. 159-190).

    E’ Santo e Dottore della Chiesa.

  • Veronica Cireneo ha detto:

    Ho proprio in questi giorni terminato di leggere il libro del dottor Tosatti sugli scandali omosessuali nella chiesa.
    L’elenco è così lungo e raccapricciante da essermi apparso dello stesso calibro di 1984 di Orwell.

    I lavori d’intreccio compiuti da mostri vestiti da sacerdoti e oltre, i danni prodotti dai quali sulla psiche e sull’anima degli abusati sono incalcolabili, organizzati allo scopo di passare essi stessi per vittime offre la misura di quanto mancato pentimento abiti in loro.

    Il termometro del cancro che affligge la falsa e stravagante sinagoga di Satana.

    Oremus

    • Veronica Cireneo ha detto:

      Cercate il libro “galleria neovaticana” del dottor Tosatti con prefazione di Monsignor Carlo Maria Viganò.

      Dategli un’occhiata se volete avere la misura del quadro dei crimini sessuali praticati regolarmente nella sinagoga di Satana, che godono peraltro di coperture e insabbiature impensabili.

      Dopodiché tirate le conclusioni sulla validità delle accuse recentemente indirizzate al Santo Padre Benedetto XVI