Arrendersi All’Evidenza. Studio dal Kansas, Effetto Foegen: + Mascherine, + Decessi.

19 Marzo 2022 Pubblicato da

 

Marco Tosatti

Cari amici e nemici di Stilum Curiae, il nostro Arrendersi All’Evidenza, che ringraziamo di cuore, ha scoperto un nuovo punto molto problematico nella follia pandemica che ci è stata imposta, con annessi e connessi, e paraphernalia più o meno inutili aggiunti. Ma non ditelo al Grande Bugiardo che da Palazzo Chigi sparge – nel silenzio complice e servile dei grandi giornali – la sua propaganda. Buona lettura.

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EFFETTO FOEGEN: UN’ALTRA (SPIACEVOLE) SORPRESA

 

La vicenda della pandemia si riassume in quattro icone: vaccino, certificato verde, tampone e mascherina.

 

Ecco un articolo molto utile per puntualizzare un rischio dovuto alle mascherine: l’effetto Foegen.

Lo studio eseguito dal Dr. Zacharias Fögen sul dispositivo divenuto familiare, che rappresenta la prima linea degli strumenti utilizzati per contrastare il contagio da coronavirus, ne svela una criticità.

L’esperimento è stato condotto nello stato USA del Kansas e mira a stabilire se l’utilizzo della mascherina ha o non ha un effetto nel ridurre il numero di decessi da Covid-19.  Per la valutazione sono stati presi in esame i dati demografici delle contee, il numero di casi, gli obblighi esistenti all’utilizzo di mascherine.

Sorprendentemente le contee del Kansas con un maggior numero di decessi sono quelle in cui le Autorità avevano stabilito l’obbligo dell’uso delle mascherine; in queste località il tasso di decesso è significativamente più elevato di dove non c’è stato obbligo, con rapporto di rischio di 1,85 (quasi il doppio).

Anche correggendo i numeri con un aggiustamento riferito alle sole “persone protette” (cioè quelle non infette), il rapporto resta significativamente più elevato (1,52) per la popolazione con obbligo di mascherina. Lo studio è del 2020 e non c’erano ancora i vaccini: l’eccesso di mortalità è tutto da attribuire al Covid-19.

Com’è possibile? Dove starebbe il problema con le mascherine, se esse rappresentano un inopinato rischio invece di un fattore di protezione? Si tratta dell’ennesimo obbligo epidemiologicamente discutibile?

L’effetto Foegen è la teoria proposta per spiegare queste evidenze: una profonda ri-inalazione di goccioline respiratorie ipercondensate o di virioni imprigionati nella mascherina, in grado di costituire un fattore peggiorativo per la prognosi e potrebbe essere collegato anche ad effetti a lungo termine del Covid-19.

 

L’effetto Foegen è già stato provato in vivo su modelli animali, ma la ricerca sta tentando di capirlo meglio.

  • MD_2022_02_09_FOGEN_MD-D-21-07210_SDC1.docx; [Word] (11 KB)
  • https://journals.lww.com/md-journal/fulltext/2022/02180/the_foegen_effect__a_mechanism_by_which_facemasks.60.aspx

 

L’indice di mortalità attribuito al Covid-19 è un dato controverso. In Italia da inizio pandemia numericamente varrebbe 1,16% (157000 decessi su 13,5 milioni di casi complessivi). Nei primi mesi del 2020 il dato era stato più elevato. Un criterio più generale è quello di considerarlo il numero di morti attribuiti a Covid-19 in un certo intervallo di tempo, in una data area, per ogni 100000 persone.

La mascherina è stata dimostrata più o meno efficace nel ridurre il numero di positivi (lo studio in Kansas lo dimostra, mentre un altro studio in Danimarca ha messo in discussione questo asserto). Intuitivamente chiunque è portato a ritenere utile e protettivo l’uso della mascherina che copra bocca e naso. Meno immediato è interrogarsi sull’esito dell’eventuale infezione contratta pur indossando il dispositivo. Tuttavia questa è la vera domanda: è più importante sapere quante vite vengono salvate che quante infezioni evitate. Molti pensano che è ovvio che se ci sono meno infezioni ci saranno meno morti: è proprio così?

Lo studio in esame valuta il CFR = case fatality rate (tasso di casi di decesso) con e senza mascherina, tenendo conto che chiunque si guarda bene dall’usare la mascherina altrui, specialmente nel clima di paura creato dalla pandemia; quindi è quasi certo che chi indossa la mascherina “respira nel proprio respiro”.

Il Kansas ha 2,8 milioni di abitanti. Nell’estate del 2020 lo Stato ha emanato un obbligo di utilizzo della mascherina, ma -caso rarissimo- ha lasciato facoltà alle 105 contee di applicare o meno l’obbligo. Come già accennato è certo che in Kansas è stata verificata l’efficacia della mascherina nel contenere il numero di positivi. Analizziamo anche il dato di CFR, sapendo che 81 contee non hanno messo in atto l’obbligo e che le 8 città maggiori, situate in 7 differenti contee vi hanno invece dato seguito.

Nel link fornito è possibile approfondire i dettagli dei modelli matematici e statistici applicati allo studio.

Essenzialmente le contee sono state suddivise in due gruppi (MMC quelle con l’obbligo di mascherina e noMMC le altre) e sono stati utilizzati i dati del Kansas Health Institute and CDC. Per distinguere e pesare opportunamente le aree urbane più densamente popolate e quelle soggette a meno a obbligo di portare la mascherina, sono stati stabiliti dei criteri per catalogare opportunamente la contea (punto 2.1). Inoltre, per evitare di attribuire un eccesso di mortalità a cause diverse dal Covid-19, è stata valutata la mortalità generale standard (CDR) delle contee. A questo punto per i due gruppi (MMC e noMMC), note le mortalità attese (pregresse), si è valutato l’eccesso attribuibile alla pandemia in relazione all’uso o meno delle mascherine.

 

Gruppo noMMC – mortalità base (crCR) 1012,6 morti/100000

 

Gruppo MMC – mortalità base 782,5 morti/100000

 

E’ interessante questa differenza di base della mortalità di riferimento, a prescindere dal Covid-19. Si tratta evidentemente di popolazioni differenti per vulnerabilità (età media, malattie pregresse, altri fattori locali).

Proseguendo nella “pesatura” delle situazioni (punto 2.2) secondo criteri di esclusione (cut-off limits of crDR) debitamente motivati nel metodo e funzionali a ridurre il rumore di fondo o i dati confusi, si è mantenuta rappresentata la massima percentuale della popolazione del Kansas. I dati raccolti sono relativi al periodo dal 1°agosto al 15 ottobre (il Kansas aveva emanato l’obbligo di mascherina il 3 luglio, ma è stato scelto di dare tempo alle contee di organizzarsi convenientemente).  Dato che la mortalità da Covid-19 è intesa nei 14 giorni dalla positività, è stato introdotto un ulteriore fattore di correzione e sono state valutate le differenze dei decessi risultanti rispetto alle medie calcolate nei periodi dal 7 agosto al 22 ottobre e dal 14 agosto al 29 ottobre e dal 21 agosto al 5 novembre.  In questo modo è stato ottenuto uno stesso intervallo di 76 giorni (agosto, settembre e metà ottobre) sia per il numero degli infetti che per il numero dei decessi. Sembrano pignolerie, ma attestano della serietà dello studio.

 

Nello studio seguono numerose pagine fitte di criteri per affrontare qualsiasi possibile critica al metodo, introducendo gli opportuni criteri di controllo ad escludere possibili cattive interpretazioni, stime non corrette, distorsioni e fattori confondenti ove applicabili. Interessante anche l’applicazione di un controllo negativo, andando a valutare nelle varie contee i dati di mortalità nel periodo tra febbraio e maggio, al tempo della prima ondata (con impennata di casi) e prima di obblighi di mascherina emessi dallo Stato del Kansas.

Chi ne ha desiderio può curiosare tra tutte le prove e controprove risultanti dallo studio (paragrafo 3).

In definitiva il CFR dice che dove c’è stato obbligo di mascherina ci sono stati più decessi con Covid-19 (per semplicità un 50% in più, ovvero 1,5 volte gli altri) con un impatto certamente significativo da un punto di vista statistico e non piccolo in termini di vite umane. Indossare la mascherina non si è rivelato, in Kansas, un fattore migliorativo per la prognosi più infausta. Attenzione: il dato che risulta da questo studio potrebbe essere anche peggiore, perché non è noto quanti, tra coloro che avrebbero dovuto indossarle, disobbedendo o perché regolarmente esentati non l’abbiano fatto.  Nelle contee dove c’è stato l’obbligo di mascherina il CFR è salito e la mortalità in eccesso è unicamente ascrivibile al Covid-19.  Non va dimenticato che ci sono molti positivi al Covid-19 che muoiono per altre patologie concomitanti che ricevono il classico colpo di grazia con la sopravvenuta infezione.   

 

Il respirarsi addosso le proprie goccioline virioniche, imprigionate nella mascherina in cui le si tossisce, inalandole ipercondensate e da breve distanza, è il cosiddetto effetto Foegen.

Un esperimento alla portata di tutti è semplice per chi porta gli occhiali: se la parte superiore della mascherina copre il bordo inferiore degli occhiali, le goccioline compaiono espirando e compaiono inspirando.

 

Durante l’effetto Foegen i virioni, a causa del loro minuscolo diametro (inferiore alle maglie della mascherina), si propagano più profondamente nell’albero respiratorio e possono arrivare agli alveoli (così possono provocare polmonite invece della bronchite). La presenza di virioni negli alveoli è dannosa anche perché di lì possono raggiungere il circolo sanguigno, cosa che sarebbe loro assai più difficile attraverso l’epitelio bronchiale.

In aggiunta l’effetto Foegen potrebbe aumentare la carica virale presente, perché i virioni che normalmente sarebbero rimossi all’interno dell’albero respiratorio vengono riproposti dal concentrato che si forma sulla mascherina: la riproduzione dei virus è esponenziale, mentre la mascherina ne abbatte il numero in modo lineare. Pian piano la mascherina diventa più un fattore di aggiunta che non di diminuzione dei virioni inalati (trasmissione di un aerosol di virus invece delle goccioline di virus che rischieremmo di ricevere senza la mascherina). Nella letteratura scientifica questo duplice effetto è collegato alla ricaduta delle infezioni da rinovirus.

 

Cambia qualcosa con le mascherine di qualità maggiore, come le FFP2 o le FFP3 che hanno un maggior effetto barriera e capacità di filtro per le goccioline?  No: provocano un effetto Foegen ancora più marcato dal momento che il numero di virioni che incamerano e pertanto viene reinalato risulta aumentato, mentre l’espirato è ridotto.

 

Soprattutto nei bambini l’effetto Foegen potrebbe comportare effetti a lungo termine legati al Covid-19 (il virus che non si ferma nei bronchi, ma entra negli alveoli e di lì nel sangue può dare il via a fenomeni (auto)immunitari in molti organi.

Ecco: se non bastava tutto il resto (Tachipirina e vigile attesa, poco sostegno alle difese immunitarie, cure domiciliari negate) esiste un altro motivo per cui il conto dei morti della pandemia può essere così alto.

 

Ancora uno spunto dallo studio in esame: chi in ospedale ci finisce per una qualunque grave patologia respiratoria che necessita di ventilazione, è normalmente munito di una mascherina ad ossigeno. Posto che si tratta di mascherine per ventilazione e non di mascherine facciali, come quelle utilizzate da tutti noi in questi mesi, tuttavia anche in quell’ambito è stato osservato che chi riceve l’ossigeno tramite cannule nasali ha una mortalità inferiore rispetto a chi indossa una mascherina simile alle facciali. Anche i caschi ventilati sono migliori, in termini di decorso, delle mascherine a ossigeno: ulteriori tracce di effetto Foegen.

 

Ulteriore considerazione: nella prima fase della pandemia abbiamo purtroppo assistito alla morte di numerosi sanitari, specialmente tra gli addetti ai pronto-soccorso del nord-Italia, prodigandosi nelle cure ai malati di Covid-19.  Come lavoravano? Per molte ore a ridosso dei malati indossando mascherine facciali, essendo essi stessi probabilmente già contagiati: un accumulo letale di virioni, probabilmente con effetto Foegen (c’è uno studio di Chughtai et al. che dimostra tale accumulo).

 

Chughtai AA, Stelzer-Braid S, Rawlinson W, et al. Contamination by respiratory viruses on outer surface of medical masks used by hospital healthcare workers. BMC Infect Dis 2019;19:491.

 

Infine un’importante nota dell’autore dell’articolo in esame: in clinica, su esseri umani, l’effetto Foegen non è testabile (non posso avere un gruppo “cieco” con o senza mascherina). Tuttavia una persona ammalata che espiri attraverso una maschera, senza inspirare e un pupazzo/manichino che inali dalla stessa maschera in un collettore di particolato potrebbero fornire evidenza all’effetto Foegen.  Viene anche indicato, in alternativa, il metodo con positroni in tomografia. Con gli animali l’effetto Foegen è stato provato sui criceti dorati. Più complicato e non eseguito con altri (scimmie).

 

E’ certo che c’è ancora molto da studiare e da scoprire sull’effetto Foegen e sulle conseguenze dell’uso che si sta facendo delle mascherine facciali, sia per le ripercussioni sull’entità della carica virale, sia sulla gravità dell’infezione respiratoria, dato che purtroppo in Kansas c’è stata l’evidenza di peggioramento della prognosi.

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8 commenti

  • unaopinione ha detto:

    https://tapnewswire.com/2022/03/pfizer-added-differing-amounts-of-active-ingredient-to-batches-of-covid-vaccine/
    non proriamente in argomento, ma puó essere utile per future discussioni/articoli

  • Victoria ha detto:

    Ta l’ha detto fin dall’inizio la dottoressa De Mari

    • arrendersi all'evidenza ha detto:

      Vero:
      https://www.brigataperladifesadellovvio.com/blog/mascherine

      Non lo sapevo, ma l’ho trovato oggi.
      Brava la Dr.ssa De Mari.

      Lo studio del Kansas è esattamente quello che auspicava l’articolo suddetto.
      L’effetto Foegen è la teoria scientifica che supporta il dato constatato e cerca di spiegarlo. Per avere una conferma “certa” servirebbero ulteriori studi.

      Sull’uso delle mascherine all’aperto: vedere anziani con il deambulatore o il bastone trascinarsi faticosamente per la strada, soli, con una mascherina che riduce l’ossigenazione, mi fa veramente dispiacere, anche se non ci fosse l’effetto Foegen.

  • Nuccio Viglietti ha detto:

    Se si sparge virus potenzialmente anche mortale… perché lo si fa?… molto probabile per creare morte… quindi no da stupire se poi disposizioni conseguenti siano… atte produrre più morti possibile…!!…https://ilgattomattoquotidiano.wordpress.com/

  • ex : ha detto:

    «Il respirarsi addosso le proprie goccioline virioniche, imprigionate nella mascherina in cui le si tossisce, inalandole ipercondensate e da breve distanza, è il cosiddetto effetto Foegen».

    E’ fondamentale che questo risultato sia confermato da ricerche scientifiche e studi statistici, perché vengono a costituire un dato e non un’opinione; ma mi pare che esso sia intuitivo. Non è presunzione, ma questo l’ho capito subito, credo come la maggior parte della gente (che fa funzionare il cervello). L’unica cosa da apprendere era se le dimensioni dei virioni sono tali da farli penetrare tra le maglie della mascherina, che una breve ricerca (su siti politicamente scorretti) su Internet, ha confermato.

    • arrendersi all'evidenza ha detto:

      La scienza è tale se è priva di pregiudizi. Verifica le ipotesi, può sbagliarsi nelle valutazioni, può essere smentita. I risultati risentono molto delle premesse metodologiche. Il tempo aiuta molto, perchè nel tempo certe spiegazioni possono perdere attendibilità, sia perchè c’era stato un errore, sia perchè cambiano le condizioni.

      Alzi la mano chi, nel blaterare diuturno di certi esperti televisivi, si sia mai fatto cenno a questo modo di operare.
      Piuttosto si sono sentiti il peggior moralismo, il ricatto morale, la promessa salvifica, l’autoelogio per le misure adottate, facendo ricorso alla retorica degli eroi e all’iperbole scientifico-tecnologica per esorcizzare la paura provocata.

      A proposito dei sanitari che hanno pagato con la vita l’impegno profuso del loro lavoro, che non dovremmo mai dimenticare: medici e infermieri si spesero infaticabilmente per ore vicino ai malati infetti. Portavano le mascherine, ma non solo. Dovevano parlare. Facevano sforzi fisici. Erano costretti a respirare con la bocca e non solo con il naso. Sono tutte circostanze che costituiscono il peggior scenario in cui l’effetto Foegen possa avere il decorso più grave.

      Detto di questi medici che nei reparti ospedalieri rischiarono e persero la vita, ricordiamoci di chi contribuì a intasare i reparti e i pronto soccorso negando visite, rendendosi irreperibile anche al telefono, consigliando tachipirina e vigile attesa e lasciando trascorrere giorni preziosi dai primi sintomi.

      La scienza è priva di pregiudizi. E il tempo smaschera gli errori di valutazione. Non solo quelli sulla mascherina.

      • ex : ha detto:

        Tra l’altro inspirare il proprio espirato (almeno in parte, non lo dico da esperto ma credo che sia logico) non fa altro che aumentare la concentrazione di CO2 e diminuire quella di O2 nell’aria che viene inspirata, con conseguenze non certo piacevoli, soprattutto se si tiene a lungo la mascherina sul volto.

        • arrendersi all'evidenza ha detto:

          Mia moglie, chiamata per un’emergenza da un parente, per non perdere tempo attendendo l’ascensore è salita velocemente per le scale: cinque piani sbadatamente con la mascherina in volto. Dopo aver suonato il campanello, hanno dovuto soccorrere lei! Le ci sono voluti dieci minuti per riprendersi.