Un Prete in Cammino per Diritti e Libertà. Oggi da Poggio Picenze a Popoli.

18 Marzo 2022 Pubblicato da

Marco Tosatti

Cari amici e nemici di Stilum Curiae, continua il pellegrinaggio di don Emanuele Personeni da Bergamo a Roma, toccando tutta l’Italia, in difesa di diritti e libertà negate da un governo di malfattori, contro la Costituzione, che nessuno si perita di difendere, tantomeno il cosiddetto garante #camminaeascolta. E per far giungere al pontefice regnante una lettera firmata da molte persone a cui viene proibito di lavorare e avere una vita sociale. Ecco il programma di oggi.

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TAPPA di VENERDI’ 18/03/2022

in bicicletta  

PARTENZA ORE 9

POGGIO PICENZE (AQ) -Parrocchia di San Felice

BARISCIANO (AQ) -Parrocchia di San Flaviano

NAVELLI (AQ) -Parrocchia di San Sebastiano

POPOLI (PE) -Parrocchia di San Lorenzo Martire

 

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VANGELO DI VENERDÍ 18 MARZO

Dal Vangelo secondo Matteo

In quel tempo, Gesù disse ai capi dei sacerdoti e agli anziani del popolo: «Ascoltate un’altra parabola: c’era un uomo che possedeva un terreno e vi piantò una vigna. La circondò con una siepe, vi scavò una buca per il torchio e costruì una torre. La diede in affitto a dei contadini e se ne andò lontano. Quando arrivò il tempo di raccogliere i frutti, mandò i suoi servi dai contadini a ritirare il raccolto. Ma i contadini presero i servi e uno lo bastonarono, un altro lo uccisero, un altro lo lapidarono. Mandò di nuovo altri servi, più numerosi dei primi, ma li trattarono allo stesso modo. Da ultimo mandò loro il proprio figlio dicendo: “Avranno rispetto per mio figlio!”. Ma i contadini, visto il figlio, dissero tra loro: “Costui è l’erede. Su, uccidiamolo e avremo noi la sua eredità!”. Lo presero, lo cacciarono fuori dalla vigna e lo uccisero. Quando verrà dunque il padrone della vigna, che cosa farà a quei contadini?». Gli risposero: «Quei malvagi, li farà morire miseramente e darà in affitto la vigna ad altri contadini, che gli consegneranno i frutti a suo tempo». E Gesù disse loro: «Non avete mai letto nelle Scritture: “La pietra che i costruttori hanno scartato è diventata la pietra d’angolo; questo è stato fatto dal Signore ed è una meraviglia ai nostri occhi”? Perciò io vi dico: a voi sarà tolto il regno di Dio e sarà dato a un popolo che ne produca i frutti». Udite queste parabole, i capi dei sacerdoti e i farisei capirono che parlava di loro. Cercavano di catturarlo, ma ebbero paura della folla, perché lo considerava un profeta.

Commento

Il senso della parabola non é immediato. Una spiegazione rapida può far comodo. Il popolo di Israele era stato scelto per custodire la memoria di un Dio grazioso che si commuove per i piccoli e dispiega il suo braccio per difendere gli indifesi. Nel corso della storia Dio aveva mandato profeti con l’intento di ricordare al popolo prediletto il senso della sua elezione: siete stati scelti non perché siete migliori degli altri ma perché dovete mostrare a tutti la bontà di Dio. Ma a cominciare dai suoi capi, Israele non ha mai voluto ascoltare i profeti. In un modo o nell’altro li ha messi a tacere, imprigionandoli, picchiandoli o uccidendoli. Israele si era dimenticato che Dio l’aveva prediletto per la sua piccolezza, perché contava nulla, perché era il più bistrattato tra i popoli. Per questo se ne era preso cura come il contadino fa con la sua vigna, l’aveva coltivato, irrigato e potato. Naturalmente si aspettava che producesse frutti di gratitudine, giustizia, diritto e compassione. Ma invece niente. Israele é cresciuto nella tracotanza. A partire dai suoi capi si é dedicato a ingrassare sé stesso e ad impoverire i poveri. Montandosi la testa Israele aveva deciso di considerarsi il padrone del regno di Dio. Si mise a creare complicatissimi recinti di regole in base alle quali veniva deciso chi era dentro e chi era fuori, al punto che la stragrande maggioranza del popolo e delle genti venne a trovarsi fuori. I capi in special modo avevano trasformato quello che era un dono di Dio in una proprietà, e invece di testimoniarne l’amore, avevano preso gusto nell’agire da giudici e da polizia religiosa, senza che Dio avesse mai chiesto una cosa del genere. La situazione era grave. Cosa avrebbe potuto fare Dio? Tentò il tutto per tutto. Mandò suo figlio dicendo: crederanno a mio figlio! E invece hanno ucciso anche lui. Con supremo dolore Gesù ha raccontato ai capi del popolo questa parabola. Da ciechi quali erano, costoro non si erano neppure accorti che parlava di loro. E alla domanda di Gesù: che cosa farà il padrone ai vignaioli che hanno trattato così perfino suo figlio? Risposta: gente così merita di essere uccisa e il dono di Dio é giusto che sia dato ad altri. La cosa tragicomica é che non si sono neppure accorti di pronunciare una condanna su se stessi. Riprendendo la parola Gesù non ha ribadito la condanna. Ha soltanto confermato che il privilegio di essere testimoni di Dio sarebbe stato dato ad altri.

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