Un Prete in Cammino per Diritti e Libertà. Oggi da Bassano in Teverina a San Liberato.

12 Marzo 2022 Pubblicato da

Marco Tosatti

Carissimi StilumCuriali, continuiamo a informarvi del pellegrinaggio che don Emanuele Personeni sta compiendo da Bergamo a Roma per difendere diritti e libertà di milioni di persone negati da un governo di malfattori e mentitori #camminaeascolta. E per consegnare al pontefice regnante una lettera su questo tema doloroso per troppe persone. Ecco la tappa di oggi.

 

 

TAPPA DI SABATO 12 MARZO da BASSANO IN TEVERINA a SAN LIBERATO

circa km 15 a piedi

PARTENZA ORE 9

BASSANO IN TEVERINA (VT) -Parrocchia Immacolata Concezione di Maria

ORTE (VT) -Parrocchia Santa Maria Assunta

SAN LIBERATO (TR) -Parrocchia di San Liberato Abate e Martire Narni

***

VANGELO DI SABATO 12 MARZO

Dal Vangelo secondo Matteo

Se presenti la tua offerta all’altare e lì ti ricordi che tuo fratello ha qualche cosa contro di te, lascia lì il tuo dono davanti all’altare, va’ prima a riconciliarti con il tuo fratello e poi torna a offrire il tuo dono.(…). Se amate quelli che vi amano, quale ricompensa ne avete? Non fanno così anche i pubblicani? E se date il saluto soltanto ai vostri fratelli, che cosa fate di straordinario? Non fanno così anche i pagani? Voi, dunque, siate perfetti come è perfetto il Padre vostro celeste».

Commento

Ieri il vangelo ci ricordava che l’unico legame all’altezza delle nostre attese é l’amore. Accade però che, abituati come siamo a legami sociali vuoti di affetto, ci persuadiamo di non poter aspirare a niente di più che la tolleranza reciproca. Proviamo a dirla così: visto che non ci vogliamo bene, cerchiamo almeno di avere tra noi il rispetto che si ha per le aiuole, di tenere cioè quella distanza di sicurezza che ci consenta di non calpestarci a vicenda. Cerchiamo insomma di tollerarci. Personalmente ritengo che la tolleranza sia una gran cosa, ma fatico a vederci il fondamento di un futuro radioso, tantomeno di una convivenza fondata su alleanze durature, La tolleranza può costituire in talune situazioni il limite necessario da salvaguardare per non precipitare verso la barbarie. Ma quanto può durare una società dove ci si sopporta a vicenda senza avere nulla in comune, senza condividere l’appassionata dedizione alla costruzione di una vita buona e un pò di gratitudine per il dono di essere insieme? Mi pare che la tolleranza costituisca una forma altamente inadeguata a rispondere alle attese di ciascuno e a fondare un futuro attraente. Io francamente mi aspetto che gli altri possano non soltanto tollerarmi ma volermi bene, apprezzarmi, riconoscermi degno di stima, di vicinanza, degno di poter sedere con loro a mensa, di discutere, di confrontarsi, perfino di dissentire. Questo mi aspetto da loro. E credo che loro si aspettino la stessa cosa da me. Io desidero essere il benvenuto nel mondo, mi aspetto di essere persona gradita, altro che tollerata! Sentire che gli altri mi tollerano non mi fa venir voglia di stare in mezzo a loro, mi fa venir voglia di togliere il disturbo. Nel vangelo odierno Gesù mostra uno dei risvolti dell’amore verso gli altri. Se qualcuno ha qualcosa contro di te, dice Gesù, tocca a te andare da lui a cercare riconciliazione. Se vuoi avere un rapporto felice con Dio non aspettare che l’altro venga da te a dirti le ragioni del suo scontento. Vai tu per primo da lui e cerca di capire che cosa lo turba, che cosa del tuo comportamento possa averlo involontariamente ferito. Come sempre la parola del vangelo stride con le abitudini mentali diffuse. Solitamente ragioniamo così: io non ho niente contro di lui, é lui ad avere problemi con me. Venga lui dunque se ha qualcosa di cui lamentarsi. Perché debbo andare io da lui? Proviamo ora a metterci nei panni di un bambino il cui genitore abbia trovato qualche valida ragione per rimproverarlo. Non passa molto tempo che il bambino cercherà in ogni modo di ritrovare lo sguardo amichevole perduto. Perché agisce così? Perché non può fare a meno dell’amicizia del genitore, della sua approvazione, della sua benevolenza. Ne ha bisogno. Gli adulti invece possono fare a meno dell’amicizia degli altri, possono fare a meno della loro benevolenza. Ciò non significa che non ne abbiano bisogno. Soltanto possono decidere di farne a meno. Per questa ragione dicono: io non ho nulla contro di lui. Se ha qualcosa da ridire me lo dica. Se non lo fa peggio per lui. Io non ho bisogno di lui. Ecco, dice Gesù, l’adulto che ama, al pari di Dio, potrebbe fare a meno dell’amore altrui ma decide di non volerne fare a meno. Per amore si intende. E ostinatamente cerca l’altro. Perfino quando l’altro ha torto marcio. Non é questione di regolamenti. Chi ama ragiona così. Non c’è nulla da fare.

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