Caliari. Ciò che l’Autocrazia di Draghi Non Capisce (o non Vuole Capire…)

9 Marzo 2022 Pubblicato da

 

Marco Tosatti

Cari amici e nemici di Stilum Curiae, il prof. Gian Pietro Caliari offre alla nostra attenzione – e lo ringraziamo di cuore – questa riflessione sulla crisi europea in atto. Buona lettura.

§§§

 Non enim pax quaeritur ut bellum excitetur,

sed bellum geritur ut pax acquiratur.

 

di Gian Pietro Caliari

 

         La canaglia politico-mediatica che oggi spadroneggia in quell’antica e nobile Civiltà, che era l’Europa, ci ha abituato – da ormai oltre trent’anni – ai suoi goffi e grotteschi trasformismi.

         Dai dati sullo spread all’austerity, per “salvare l’economia”; dalle controverse e, spesso, fraudolenti informazioni elaborate dall’ Intergovernmental Panel on Climate Change delle Nazioni Unite (IPCC) ai Fridays for future per “salvare il pianeta”; dagli autoproclamati esperti virologi al generale in camice e siringa per “salvare vite umane”; e, infine, a un governo con elmetto e moschetto per “salvare la pace in Europa”.

         Lo story telling è così ripetitivo e noioso che persino un’idiota dovrebbe aver intuito, o almeno dovrebbe cominciare a sospettare, che quello che le attuali dirigenze mondiali globaliste e neoliberiste vogliono veramente “salvare” è solo – direbbe il Guicciardini – il “particulare suo”, vale a dire il loro proprio ed esclusivo interesse.

         In questo inquinato e putrido panorama, oltremodo si distingue la canaglia politico-mediatica italiana!

         In un frangente tanto delicato e decisivo del futuro dell’Europa, l’autocrate governo dell’Italia e il suo esautorato Parlamento, dopo aver sottratto al popolo la sua sovranità ora si stanno impegnando – al di là di ogni ragionevole dubbio – per estorcere agli italiani l’ultimo barlume di dignità ed espropriarli d’ogni prospettiva di futuro.

         L’Italia, infatti, è uno Stato da cui è stata “bandita la Giustizia” e all’interno dell’attuale Soviet Supremo Italiano convivono solo, per citare Sant’Agostino, quattro “bande di briganti” che hanno per solo scopo il proprio arricchimento a spese altrui (cfr. De Civitate Dei, IV, 4).

         La prima è quella dall’autocrate affarista Mario Draghi, che incarna il peggio delle élite globaliste, neoliberiste e neocom democratiche per il quale il popolo è solo carne da macello sull’altare del dio denaro: “whatever it takes”.

         La seconda è quella capeggiata dal nulla cosmico di Luigi Di Maio, che rappresenta il peggio dell’arrivismo egotista, asservito ai Padroni del Caos, col solo personale obiettivo di non essere “un buco nero” nello spazio politico e per il quale il popolo è solo un taxi per giungere alla destinazione del suo personale potere.

         La terza è capeggiata dallo “sguattero di casa” Enrico Letta e dei suoi sodali, alfieri di quel cattocomunismo o cattolicesimo adulto della sinistra ex-democristiana, che dalla difesa del proletariato si sono trasformati in feroci paladini del politicamente corretto e moralmente corrotto.

         Per loro, il popolo è sempre stato – sic et simpliciter – sostituito dall’internazionalismo: l’internazionalismo ideologico di Lenin, ieri, linternazionalismo del capitale incarnato dagli Stati Uniti e dallUnione Europea, oggi.

         C’è, infine, la banda della cosiddetta “opposizione” – sia interna che esterna al Soviet Supremo di Palazzo Chigi – che pur di non sparire dalla scena di “coloro che piacciono alla gente che piace”, è ormai composta da disertori seriali.

         Questi ultimi, pur avendo avuto nel passato, la nobile capacità di affrontare il popolo a viso aperto e, in parte di capirne le sacrosante ragioni, quando giunge l’ora del combattimento politico, i colpi preferiscono sempre prenderli nella schiena.

         Invano, ma profeticamente, aveva ammonito Platone: quando la demo-crazia si corrompe, la teatro-crazia ha il sopravvento!

         Così la sovranità che appartiene al popolo, come ancora recita la defunta Costituzione dell’ex Repubblica Italiana, e il sacrosanto principio che “omnis auctoritas a populo est” – come ancor prima scrisse San Tommaso d’Aquino – sono stati sottratti e consegnati ai teatranti di turno, ai loro scenografi occulti e ai loro suggeritori imbucati.

         Teatranti costretti a ripetere desueti copioni, in cui alternano sacerdotali ireniche invocazioni, imprecazioni e insulti d’avvinazzato, fantasiose e irrazionali affermazioni come guitti di una misera borgata.

         Ben altra cosa se si cercasse di analizzare con un minino di lucidità quanto di tragico sta avvenendo in Ucraina.

         Un presidente da cabaret, sui tacchi a spillo, e mediocre attore nella serie televisiva “Il servitore del popolo”, Volodymyr Zelensky, ha gettato l’Ucraina prima nel caos della instabilità, della corruzione, del sopruso e della violenza; consegnandola, prima, mani e piedi alle élite globaliste dei soliti noti, e ora obbligandola subire i drammatici scenari della guerra.

         Dopo il “colpo di stato” di piazza Maidan del 2014 – orchestrato dall’amministrazione Obama-Biden-Clinton – l’avvento di Zelensky al potere nel 2019 è stato diretto, dai soliti e ben noti circoli che fanno capo alla Open Society, “per sconfiggere la corruzione e portare stabilità politica”.

         Come certificato dalla Corte dei Conti dell’Unione Europea, lo scorso settembre, la corruzione è il meccanismo stesso dell’amministrazione Zelensky; mentre l’unica stabilità politica è  data dai contrapposti interessi fra gli oligarchi al potere e le loro milizie armate – dal distinto orientamento ideologico neo-nazista – integrate da Zelensky nei ranghi della Polizia ucraina.

         Per comprendere l’instabilità sociale, economica e politica dell’Ucraina basti un solo dato. Al momento della dissoluzione dell’Unione Sovietica, nel 1991, l’Ucraina contava quasi 53 milioni di abitanti; oggi sono poco meno di 35. Ben prima delle attuali vicende, dunque, milioni di ucraini hanno scelto miglior fortuna fuori dal proprio Paese natale.

         Da oltre otto anni, l’infiltrazione degli interessi economici americani – che hanno come protagonista la stessa famiglia Biden – per le materie prime dell’Ucraina, insieme all’infiltrazione delle lobby ideologiche della sinistra statunitense hanno reso l’Ucraina – a differenza di Polonia e Ungheria – l’obbiettivo perfetto per iniziare l’instaurazione forzata del nuovo ordine mondiale unipolare promosso, da Clinton in poi, da tutte le amministrazione statunitensi a guida democratica.

         L’annuncio, infine, lo scorso 19 febbraio da parte di Zelensky di volersi dotare dell’armamento nucleare – che comportava implicitamente l’annuncio di un accordo in tal senso con la Casa Bianca – è stata la goccia che ha fatto traboccare il vaso della pazienza del Cremlino.

         Fra il popolo ucraino, poi, ancor più vittime sono gli ucraini di lingua o etnia russe che umiliazioni, discriminazioni, sofferenze, atrocità e veri e propri atti di guerra – specie nel Donbass – li sopportano fin dai tempi del golpe di Piazza Maidan e che si sono moltiplicate e intensificate dal 2019 sotto il regime di Zelensky, in aperta violazione degli impegni internazionali sottoscritti nei due Accordi di Minsk del 2014 e del 2015.

         Ricordando la complessa composizione etnica-linguistica e religiosa dell’Ucraina, Henry Kissinger così sintetizzava già nel 2014 le radici del problema ucraino: “LUcraina è indipendente da soli 23 anni; in precedenza era stata sotto una sorta di dominio straniero sin dal XIV secolo. Non sorprende che i suoi leader non abbiano imparato larte del compromesso, tanto meno della prospettiva storica. La politica dellUcraina post-indipendenza dimostra chiaramente che la radice del problema risiede negli sforzi dei politici ucraini di imporre la loro volontà alle parti recalcitranti del paese, prima da una fazione, poi dallaltra” (To settle the Ukraine crisis, start at the end, in: The Washington Post, 5 Marzo 2014).

         Zelensky con i suoi sodali di Washington e New York sono i primi responsabili e i principali colpevoli di quanto tragicamente sta vivendo e soffrendo il popolo ucraino!

         Sempre, infatti, quando i comici calcano la scena della politica, la loro commedia finisce sempre in tragedia. Zelensky docet!

         Parimenti i teatranti del Teatro Italia, imperterriti e per nulla pensosi, stanno trasformando l’indecente commedia italiana, che va in scena da ormai quasi cinque anni, in una macabra tragedia di devastazione per l’ormai annichilito popolo italiano.

         La prima vittima di ogni guerra –  si dice – è la Verità; ma la prima causa di ogni guerra non è il complotto, ma la menzogna!

         Durante l’assedio d’Ippona da parte dei Vandali, il suo Vescovo Agostino scriveva al tribuno romano Bonifacio che affrontava le truppe barbare: Non enim pax quaeritur ut bellum excitetur, sed bellum geritur ut pax acquiratur. Esto ergo etiam bellando pacificus, ut eos quos expugnas, ad pacis utilitatem vincendo perducas” – “Non si cerca la pace per provocare la guerra, ma si fa la guerra per ottenere la pace. Sii dunque ispirato dalla pace in modo che, vincendo, tu possa condurre al bene della pace coloro che tu sconfiggi” (Epistula CLXXXIX).

         Il Soviet Supremo di Palazzo Chigi – eterodiretto dall’Ufficio Ovale, dai circoli dem di Washington e dall’euroburocrazia di Bruxelles – è riuscito nel non facile risultato di rendere l’Italia, nel prossimo futuro, la maggiore vittima economica del conflitto e di annullare, nell’immediato, qualsiasi residua capacità diplomatica e negoziale del nostro Paese.

         Persino nei bui e lunghi anni della Guerra Fredda, pur rimanendo saldamente nel confine dell’Alleanza occidentale, l’Italia era sempre stato un interlocutore privilegiato per Mosca, sia nello scenario europeo sia negli altri scenari dove – a livello di periferia planetaria – si dipanava l’opposizione dei due blocchi.

         L’attuale classe dirigente italiana – a differenza di quella del passato – non ha capito che se sul terreno è in atto un conflitto  tattico fra Ucraina e Russia, in realtà, è in atto un vero e proprio confronto strategico fra “un certo Occidente” – quello neo-global e neo-liberal della sinistra americana – e l’alfiere, per nulla isolato, di una altra visione del mondo.

         Quello in corso è l’esito finale di una “mondializzazione felice” che tenta con ogni mezzo di asfissiare – economicamente, mediaticamente e idealmente – chi sempre più a viso aperto si oppone a un ben preciso progetto dei democratici americani: la trasformazione della Nato in un’alleanza globale in funzione anti-russa e anti-cinese; e l’imposizione del pensiero unico della sinistra americana.

         Un progetto – che come dimostrano le votazioni all’Assemblea Generale dell’Onu – è apertamente contestato anche da altri grandi Paesi come la Turchia, l’India, il Brasile, il Pakistan, vale a dire con Russia e Cina da più di un terzo dell’umanità.

         Per gli Stati Uniti – a guida democratica – l’Eurasia è sempre stata il ghiotto boccone che la globalizzazione a stelle e strisce voleva afferrare.

         Per gli Stati Uniti – scriveva già nel 1998 Zbigniew Brzezinski – il premio geopolitico più importante è rappresentato dallEurasia, il continente più grande del globo”, che occupa, geopoliticamente parlando, una posizione assiale, dove vive circa il 75% della popolazione mondiale ed è concentrata gran parte della ricchezza del mondo, sia industriale che nel sottosuolo. Questo continente incide per circa il 60% sul PIL mondiale e per 3/4 sulle risorse energetiche conosciute. LEurasia è quindi la scacchiera su cui si continua a giocare la partita per la supremazia globale” (La grande scacchiera. Il mondo e la politica nell’era della supremazia americana, Milano, 1998, p. 57) .

         E, conclude, la capacità degli Stati Uniti di esercitare uneffettiva supremazia mondiale dipenderà dal modo con cui sapranno affrontare i complessi equilibri di forza nellEurasia: e la priorità deve essere quella di tenere sotto controllo lascesa di altre potenze regionali (predominanti e antagoniste) in modo che non minaccino la supremazia mondiale degli Stati Uniti” (Ibidem, p. 85).

         In questa scacchiera statunitense – non l’hanno capito né a Bruxelles né tanto meno a Roma – l’Europa occidentale è una pedina non solo del tutto ininfluente e ben facilmente sacrificabile. Anzi, ne è la vittima predestinata, per ben tre ragioni!

         Gli Stati Uniti, innanzi tutto, sia nel conflitto in corso sia nel caso di una sua possibile estensione, non muoveranno né un uomo né un dito. La Nato, poi, senza l’essenziale partecipazione degli americani, dal punto di vista militare è solo un guscio vuoto.

         Le sanzioni contro la Russia, poi, avranno i suoi più devastanti effetti sull’Europa occidentale. Agli alti indebitamenti dei Paesi dell’Unione Europea, nonostante il congelamento del 40% delle sue riserve all’estero, la Banca Centrale Russa possiede riserve per 630 miliardi di dollari e, come annunciato ieri, risponderà dei suoi pagamenti all’estero solo in rubli.

         La sospensione, inoltre, della Russia dallo Swift bancario – che è sostanzialmente un sistema di mutua assicurazione sui derivati – rischia di provocare una crisi maggiore di quella di Lehman Brothers del 2008.

         Un’eventuale crisi finanziaria non toccherà né Russia né Cina, che hanno già in funzione un sistema alternativo chiamato SFS, con cui via Pechino la Russia potrà continuare a operare sui mercati finanziari e la Cina vedrà ulteriormente rafforzate la sua potenza e influenza.

         Per l’Europa, infine, nell’indifferenza generale l’attuale crisi ha permesso che si riaprisse il “vaso di Pandora” della Germania.

         L’annuncio del Cancelliere tedesco che Berlino riavvia un massiccio e rapido riarmo del suo esercito mette fine al patto europeo del 1950 con cui la Germania prendeva atto del suo passato nazista e metteva fine alle sue ambizioni egemoniche-militari sull’Europa.

         Così come le sconcertanti affermazioni della tedesca Ursula von der Leyen che si entusiasmava perché per la prima volta in assoluto l’Unione europea finanzierà l’acquisto e la consegna di armi ed equipaggiamenti militari” (27 febbraio 2022), mette fine al mito che l’Unione Europea e la sua appartenenza sia garanzia di pace per il Vecchio Continente.

         Non si cerca la pace per provocare la guerra, ma si fa la guerra per ottenere la pace” – ammoniva Agostino.

         Un monito dimenticato dagli attuali leader italiani ed europei, tanto più che la guerra reale in corso è quella fra “l’ottenere la pace” o vivere in un mondo unipolare dominato dalle élite dell’ideologia globalista e neoliberista al comando a Washington.

         Se questa visione dovesse prevalere l’Europa sparirà  nella sua dimensione di civilizzazione e di cultura e gli Stati europei diventeranno ancor di più e solo la catena di trasmissione di scelte, decisioni e ordini che arriveranno da altrove.

§§§




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19 commenti

  • Mimma ha detto:

    @Greg
    La Nuland , sollecitata da un deputato della Florida, ieri lo ha ammesso al Cogresso.
    Oggi lo riportano quasi tutti i quotidiani italiani.
    Forse a questa fonte crederà…
    Ma non importa.

  • Mimma ha detto:

    Esatto. Grazie , prof. Caliari; grazie a tutti voi che spandete luce in questo periodo di fitte tenebre.
    Ormai pare chiaro – anche Blondet, tra gli altr, riporta in questi giorni le notizie dal Jerusalem Post, secondo cui Putin avrebbe deciso l’invasione non solo per bloccare le feroci repressioni naziste nel Dombass , ma anche e soprattutto per distruggere il potenziale nucleare risorgente dell’Ucraina .
    Già dalla rivolta di Maidan , stando a quanto dice Fracassi, si parlava del recupero di vecchie centrali nucleari dismesse dopo la caduta dell’URSS ( l ‘Ucraina ne era piena ) per scopi allora non dimostrabili. Stando alle notizie diffuse in questi giorni da organi militari russi, con gli aiuti statunitensi e la collaborazione dei lestofanti locali , oggi capitanati da Zelenskji , si é proceduto in questi anni alla costruzione di quella che chiamano la “Bomba sporca” , un’arma non meno micidiale dell’atomica propriamente detta, che esplodendo, spande il materiale radioattivo ricavato dalle centrali e di cui é composta.
    Ciò in barba ai trattati di non proliferazione e a quelli di pace che i vari incontri internazionali hanno finto di rinnovare e confermare. Viene in mente il Salmista:
    ” Parlano al prossimo sempre di pace, ma hanno nel cuore la guerra…”
    Sono nauseata infatti dalla ipocrisia, dalle menzogne e dal cinismo di tutta questa canaglia politicante nostrana e straniera che ha la faccia tosta di dare lezioni ad altri, di proclamarsi democratica, legalitaria, umanitaria, pacifista.
    Come poi abbocchino questi ami i popoli, in particolare quello italiano, è causa di attacchi di bile.
    Ma ora mi sorge una preoccupazione: hanno spinto Putin tra le braccia della Cina, troppo diversa dalla Russia per svariati motivi… A me Xi non sembra affidabile.
    Soprattutto non credo che voglia condividere con qualcuno l ‘egemonia mondiale se dovesse giungervi .
    E se tradisse Putin, dopo averlo usato in funzione antiamericana?
    In queste notti ripenso spesso alla fantasia ( profezia ? )di Solovev : Gialli che scorrazzano dappertutto in Europa e in Italia, profanando, uccidendo…

    • greg ha detto:

      Mi domando quanto corrisponda a verità sia l’esistenza di una bomba sporca, sia l’esistenza dei laboratori segreti di armi biologiche. in entrambi i casi, gli organismi internazionali avrebbero dovuto far sentire la loro voce, ma nulla è trapelato , neppure un flebile sussurro.
      Quale sia la fonte di queste notizie sarebbe interessante saperlo, perché la veridicità della notizia segue dalla serietà della fonte.
      Pardon, ho riletto : organi militari russi. Nessuno però l’ha informata che è da tempo in corso una guerra di disinformazione feroce proveniente dalla Russia, di cui la cosiddetta chiesa ortodossa è partecipe nella stragrande maggioranza dei suoi membri ?
      Accreditare poi Soloviev come un profeta, poi….

      • francesca romana ha detto:

        Concordo con il fatto che Xi non sia affidabile (ed anche sia scarsamente interessato al cristianesimo fino ad arrivare, per quel poco che ho sentito, a proibire le classiche festività cristiane).
        Dimostra inequivocabilmente questo il comportamento tenuto dalla Cina nei confronti di Hong Kong ,
        Nel caso di Hong Kong ogni patto stabilito con il Regno Unito al momento del passaggio di consegne, patto che avrebbe dovuto durare 40 anni è stato stracciato molto tempo prima.
        Abbiamo fatto qualcosa per aiutere il dissenso cinese ?

    • Maria Grazia ha detto:

      Concordo con l’ipotesi che la Cina voglia strumentalizzare Putin usandolo come arma contro l’Occidente. Secondo me, in questa posizione c’è anche l’India, potenza emergente che per la prima volta l’anno scorso ha preso parte al G 20 e anche l’Arabia Saudita che ha rifiutato l’invito che le ha fatto Biden di sostenere il Governo di Kiev. L’arabia Saudita ha un conto aperto contro gli USA in quanto questi ultimi hanno messo sotto processo il governo saudita per l’uccisione del giornalista dissidente Jamal Khashoggi oltre a non sostenerla nel conflitto contro lo Yemen.
      Anche il mondo musulmano osserva, con interesse, questo braccio di ferro tra l’occidente (che considera depravato) e Putin che difende i valori che anche l’Islam professa ( rifiuto dell’omosessualità, del matrimonio fra gay, ecc.). Secondo me, se dovesse verificarsi un’ escalation della conflittualità, è possibile che si schierino, tutti, apertamente con Putin per aprirsi un varco nell’Occidente dove poter, finalmente, imporsi e distruggere tutto quello che rimane del vecchio sistema, favorire i propri interessi e insediare le loro civiltà. Un po’ come, a suo tempo, avevano fatto i Barbari con l’Impero Romano: dopo un’accurata osservazione, quando si erano resi conto che il potere romano, a causa dei suoi eccessi e dei suoi lascivi costumi, stava perdendo forza e carisma, si erano lanciati contro gli eserciti romani, ormai deboli e demotivati, vincendoli e prendendo possesso dei loro territori.

  • giovanni ha detto:

    Gentile articolista, tutto molto, molto interessante e condivisibile. Mi consenta pero’ fare il pignolo e dunque : tratta troppo bene sia i ” politici ” italianeggianti che quelli europeggianti, acrreditandone i palesi fallimenti causa mancanza percezione dei problemi. Insomma sale in zucca zero. Certo una parte, anche di rilievo, vi e’ ed e’ stata nominata apposta dopo attenta valutazione cognitiva. Pero’ descriverei anche quella parte sotto collarizzazione a catena corta col noto metodo pecuno / so’ molte cose personali su di te’ . Metodo infallibile, contro chiunque abbia fette di potere, utilizzato da sempre per metterli in riga ovunque sul globo.

  • Dino Brighenti ha detto:

    Quindi la salvezza per liberarci di bergoglio e la sua chiesa verrà dalla Russia e dagli Ortodossi fermo restando il nostro Papa Benedetto

  • stilumcuriale emerito ha detto:

    Sì sì, tutto interessante, ma io so solo una cosa : prima della riforma Vanoni (1951 ) gli italiani pagavano la tassa sulla Ricchezza Mobile. Da allora in poi, e adesso ancora di più, grazie ai grandi economisti al governo, paghiamo e pagheremo le tasse sulla Miseria Galoppante.

  • cattolico ha detto:

    ha dimenticato salvini, il più idiota di tutti che per fare il presidente del consiglio è rimasto fuori dal governo e ha permesso il conte 2 con il pd.

    • Davide Scarano ha detto:

      Salvini sapeva che Draghi, ex presidente della BCE, era colui che aveva mandato la lettera con i “compiti” per il governo Berlusconi ai tempi della crisi dello spread. Forse più di idiozia si potrebbe parlare di ricattabilità o complicità, a noi “poveri lettori” non è dato sapere. Rimando alla sintesi di un’efficace vignetta presente sul sito del generale Piero Laporta che descrive l’evoluzione politica del personaggio (da “padanian first” a “european first”) ed alle vignette di Osho. In sintesi Salvini ha fatto
      cadere un governo dove contava per metà -considerando il numero dei partiti facenti parte di quel governo- per rientrare in un governo dove conta un quarto, considerando PD, M5S, Forza Italia, Lega e, tralasciando, per amor di patria, i centristi di Lupi.

  • Enrico Nippo ha detto:

    Mattarella è la personificazione dell’Italietta passo dopo passo ridotta a un cesso in settant’anni di antifascismo democratico. Una toppa tragicomica.

    Quindi che ci si può aspettare da una manica di mattarelli?

    • MARIO ha detto:

      Sarebbe questo quindi il destino riservato a un Matto, ai Matti tutti, e pure ai Mattarelli e ai Matterelloni? Però, sia ben chiaro(!), purché antifascisti…

  • Cris ha detto:

    Un quadro magistrale dell’attuale situazione. Povera Italia, che va verso il disastro senza neanche rendersene conto. Unica correzione, India, Cina, Brasile, insieme a tutti i paesi del cosi detto ‘Sud globale’ stanchi dello strapotere occidentale, ammontano a ben piu della metà della popolazione mondiale

  • Nuccio Viglietti ha detto:

    Solo un vecchio satiro in preda ad autoerotismo indotto da potere…!!…https://ilgattomattoquotidiano.wordpress.com/

  • R.S. ha detto:

    Qualche anno fa, inascoltato e deriso, un Papa mise l’Europa cristiana al centro del discorso.

    https://www.asianews.it/index.php?l=it&art=8825

    Adesso siamo al “congedo dalla storia”.

    I Cinesi ci comprano. Gli Stati Uniti ci usano.
    Gli arabi non desideravano altro.
    Chiunque venga qui ci trova vuoti e riempibili.
    Chiunque abbia in odio Cristo non trova più ostacoli.
    Il WEF ci ha scelti come cavie perfette, selezionate.

    Non è che siamo stati traditi da qualcuno: è apostasia.
    L’Europa pagherà carissimo la sua insipienza.
    Anche chi la cavalca farà una brutta fine.
    Con quello che resterà, si tornerà a una cultura umana.

    https://www.vatican.va/content/benedict-xvi/it/speeches/2008/september/documents/hf_ben-xvi_spe_20080912_parigi-cultura.html

  • Creazionista ha detto:

    Gl’itaglioni cuoricini e cappuccini non hanno capito che i criminali e le mummie di questo sistema asservito ci hanno portato in guerra contro un Paese che ci stimava.
    Sapete cosa farà la Russia? Armerà un esercito di islamici e senza rischiare nemmeno un uomo lo scaglierà contro questo paese di ebeti distruggendolo. Manca poco

    • Nico ha detto:

      Infatti l’invasione islamica di cui siamo vittime potrebbe essere propedeutica ad una presa del potere da parte di un partito islamico con conseguente cancellazione della nostra civiltà cristiana.
      Mai letto il romanzo di Houellebeq SOTTOMISSIONE ?

  • Veronica Cireneo ha detto:

    Buon giorno dottor Tosatti.
    Poi leggerò l’articolo, ma… non si poteva scegliere un’altra foto al posto di questa che di prima mattina è come un cinghiale sullo stomaco? 😅

    Delle serie:
    “QUANDO IL DRAGO SI FA UOMO” 🐸