Memorie di un Ingegnere Novantenne. Che Dice “No” alla Guerra.

8 Marzo 2022 Pubblicato da

 

Marco Tosatti

Cari amici e nemici di Stilum Curiae, l’ing. Zerbini ci offre oggi il suo ricordo della guerra; e non credo sia possibile non condividere il suo “No” forte e chiaro. E come ben sapete voi che leggete Stilum, sapete che sin dall’inizio di questa tragedia la nostra minuscola voce si è unita a quella di tanti altri per chiedere che le armi tacciano. Speriamo che ciò accada presto. 

§§§

 

No alla guerra.

Mi scuso con i lettori . Non ho la penna poetica, leggiadra ed eterea di Benedetta de Vito e nemmeno quella professorale di un Gotti Tedeschi. Scrivo rudemente da pensionato ex lavoratore ( anche se in realtà con tanti altri ex) . Scrivo da sopravvissuto alla seconda guerra mondiale .

Anzitutto sono sopravvissuto a due bombardamenti devastanti di quella che allora era la mia città (Brescia)  e ad un rastrellamento antipartigiano congiunto tedesco-italiano. E sono anche sopravvissuto al freddo, alla fame, all’oscuramento, al coprifuoco. Certo, io non sono ebreo, non sono un sopravvissuto alla Shoah e ai campi di sterminio, quindi non merito di diventare senatore a vita o di essere intervistato dai telegiornali, ma non ci terrei nemmeno. Quello che vorrei è che chi è più giovane di me si renda conto di che cosa sia una dittatura e di che cosa sia una guerra mondiale.

Il 13 luglio 1944 nel giro di 24 ore Brescia subì due bombardamenti aerei anglo americani, allora alleati dell’Unione Sovietica per annientare l’Italia Fascista e la Germania Nazista. Ci furono 200 morti . Così ne fece memoria il Giornale di Brescia:

Duecento morti. Il bombardamento più cruento della storia di Brescia avvenne il 13 luglio 1944. Centinaia le abitazioni distrutte o danneggiate. Venne colpito il centro della città, la zona industriale, la stazione ferroviaria. Dalle 1,49 alle 1,59, con un primo raid notturno, vennero sganciate decine di bombe. Furono raggiunti i principali stabilimenti impegnati nelle produzioni di armamenti: Breda, Togni e Tempini. Alle 11 della mattina successiva nuovo attacco con cinque formazioni di aerei che scatenarono il loro potenziale sull’area compresa tra il Castello e la Ferrovia. Le bombe lesionarono anche il cimitero Vantiniano, la cupola del Duomo e la biblioteca Queriniana che perse migliaia di volumi.

“Di qui sono passati i liberatori”  scrisse una mano ignota su una casa distrutta in pieno centro.

Io avevo 14 anni. Dopo le ore terribili trascorse in rifugio tornai con i miei genitori a casa e la trovammo semidistrutta. Vetri sfondati, un inizio di incendio in soffitta, il plafone della mia cameretta crollato (tra l’altro danneggiando un pianoforte di proprietà di ebrei che prima di fuggire ci avevano affidato in custodia parte dei loro beni) . Vicino alla mia abitazione c’era una tipografia in fiamme e per tutta la notte mi prodigai con secchi d’acqua a dare una mano a spegnere l’incendio. La mia cameretta  non era una cameretta come quella che hanno i ragazzi di oggi. I mobili erano stati trasferiti da un amico di mio padre  in campagna e io ho dormito per cinque anni in una branda di tipo militare col materasso di crine.

I vetri rotti non poterono essere sostituiti con vetri nuovi perché il vetraio ne era completamente sprovvisto. Al loro posto furono usate lastre di faesite nelle quali furono inserite piccole finestrelle trasparenti realizzate con  vetro ricuperato dai quadri. E così rimasero fino alla fine della guerra.

Bene quanto sopra è un piccolo flash perché la guerra è durata 5 anni.

Iniziò, per noi, il 10 giugno 1940 e terminò il 25 aprile 1945.

Per fortuna mio padre (classe 1890) tenente di complemento di fanteria “Lupi di Toscana” non fu richiamato. Ricordo però che la sera del 10 giugno 1940 (avevo 10 anni) lo attesi con ansia di ritorno dall’ufficio e lo abbracciai dicendogli :- babbo (allora non si diceva papà, era proibito perché era un francesismo!) è scoppiata la guerra! Ti richiameranno? –  La cosa mi terrorizzava perché già ne avevo sofferta l’assenza per due mesi quando all’età di 48 anni era stato richiamato per un periodo di aggiornamento e di addestramento.

La propaganda di regime continuava a sfornare bollettini di guerra pieni di tronfio ottimismo ma la gente sapeva come andavano le cose .

“Qui New York, vi parla Ruggero Orlando” era la voce segreta e proibita che ci informava di come andavano le cose. E mentre la radio di regime ci diceva : – Marsa Matrouh  rasa al suolo – i nostri soldati morivano come mosche su tutti i fronti. Dopo la catastrofica campagna di Grecia, ci fu la campagna di Russia. L’ARMIR fu decimata dall’inverno russo . Ci furono atti di grande eroismo come la carica del Savoia Cavalleria al comando del Colonnello Bettoni, ma ci fu anche la tragedia della grande ritirata con la perdita dell’intera divisione degli alpini della  Julia .

E noi a casa, a piangere i nostri morti, col gas e l’energia elettrica razionati come il pane del resto. Code interminabili persino per comprare il ghiaccio.

Adesso i ragazzi a 13 anni si fanno regalare il motorino. Io a 13 anni facevo 50 chilometri, da solo, in bicicletta, per andare a comprare pochi chili di farina, qualche uovo e un po’ di burro. E poi a casa, mentre i miei erano al lavoro, facevo il pane proibito, cuocendolo in un  forno a segatura di legno.

E potrei continuare ma credo sia sufficiente a far capire a chi mi legge e mi sbeffeggia perché dico no alla guerra.

Non ho interessi di parte. Putin, Biden, la Regina Elisabetta, Zelensky, per me son tutti uguali. Ma non lo è la guerra, quando da uno scontro tribale tra etnie diventa una catastrofe mondiale.

§§§




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19 commenti

  • acido prussico ha detto:

    Carissimo amico.
    Con questa notizia odierna non ho intenzione di diminuire i drammi che si vivono nelle guerre.
    Voglio solo evidenziare la nuova “drammaticità” delle guerre dei tempi “moderni”.
    “Le donne transgender rimangono intrappolate in Ucraina perché la loro identità non corrisponde ai loro passaporti.
    La Piattaforma Trans della Spagna stima che ci sono 130.000 persone che non possono partire e chiede un “corridoio umanitario” che garantisca anche i diritti LGTBI.”
    https://www.elperiodico.com/es/sociedad/20220308/mujeres-trans-permanecen-atrapadas-ucrania-13339934
    Mia Tossicità.
    … e che cavolo… date loro un “lasciapassare” con un mimoso/mimosa almeno oggi che è la festa delle donne!

  • acido prussico ha detto:

    Carissimo SCE,
    ho sempre ammirato la sua competenza biblica e la sua lucidità argomentativa.
    Ora ammiro anche il suo “pathos” per gli orrori vissuti sulla carne (che vorrei anche “condividere” ma riesco solo a immaginarlo perché come affermava il mio “maestro” laico O.y.Gasset: “il mio dolore di denti è “mio” e gli altri lo capiscono solo quando lo provano…”).
    Con affetto e rispetto mi permetto manifestarle – però – un paio di mie personali considerazioni di “teologia CRISTIANA della storia” (i miscredenti e gli indifferenti si facciano a loro piacimento la loro “visione”…):
    1) Siamo tutti discendenti di Caino e lo saremo fino a quando Cristo torna, rimette in ordine il creato “violato” e ci restituisce la “giustizia originaria e la pace” perduta. Sarà – ahinoi- sempre cosi fino alla fine dei tempi. E se nonostante la “sperimentazione” dolorosa continuiamo nel cainismo vuol dire che siamo ancora nello status di “caduti” (nonostante le sbandierate “fraternità” dei religion-parlanti) e nonostante il “progresso” informativo-materiale-sociale siamo anche degli imbecilli perché ci tiriamo la zappa sui piedi.
    2) Come lei già ci ha insegnato, ogni effetto rimanda a una causa. Se gli effetti sono cattivi (orrori) vuol dire che la causa è cattiva. L’uomo per sfuggire gli effetti si sforza “umanamente” di liberarsene intervenendo sulle cause. Sforzi da ernie. Non ci riuscirà MAI finché il tempo “durerà”. Brevi o momentanei “rimedi”: meno male che noi “cristiani” ci affidiamo ancora alla teologale SPERANZA nel dopo (ma fino a quando se la nuova teologia ci at-terra, ci miopizza?).
    3) Con queste premesse, secondo me noi cristiani “umanamente raziocinanti” dovremmo fare “un’analisi ragionata e non emotiva” sul tema del momento:
    Non cercare il “colpevole diretto” ma la “causa indiretta”. Chi, quando, come, perché. Certamente non “rincuora” per gli orrori che si vivono ma “aiuta” per prevenire la “prossima” guerra o capire una delle 30 guerre attualmente sparse nell’inferno terra.
    Personalmente ne sono ultrascettico perché:
    – l’informazione pompa emozioni e le “interferenze” in un sistema sono molteplici e complesse (vero “maestro” ingegnere?).
    – l’uomo non studia la storia delle mille guerre e se le studia vuole “dimenticarle” perché vuol vivere nel “momento”.
    – come “cristiano” so che il domani sarà uguale all’oggi “fino alla Seconda Venuta di Cristo”.
    Chiudo venia per il prolisso e per un inutile deja-vu.

  • Caro Nippo ha detto:

    Combattere per la verità non è una cosa facile.
    Possiamo essere abbastanza d’accordo con Anghela Merkel quando afferma che alcune verità scientifiche sono vere. Ma cosa ben diversa è quando ci si trova di fronte alla storia.
    Si è introdotto nel pensiero comune la convinzione che la storia la scrivano i vincitori e non i vinti. In parte è vero. Prendiamo ad esempio la storia della chiesa. Qui , in Occidente si ha una narrazione della storia della chiesa diversa da quella che viene diffusa in oriente.
    In Oriente la chiesa è sinodale ed il Sinodo può governare la chiesa da solo od essere presiedute da un Patriarca o da un Metropolita.
    La devozione assoluta che molti cattolici hanno verso certe manifestazioni ritenute soprannaturali potrebbe non essere condivisa in Oriente.
    La Chiesa di Roma ha, nel dopoguerra sostenuto tutti i movimenti pacifisti : nella Liturgia ortodossa si prega per l’esercito e per la flotta.
    Abbiamo detto, nei giorni scorsi, che applicare la cancel culture alla cultura russa dell’800 è ridicolo. Quanto abbiamo detto è vero.
    Ma dovremmo aggiungere che i primi che hanno applicato la cancel culture una volta arrivati al potere sono stati proprio loro, i sovietici. E proprio alla cultura letteraria russa dell’800 che oggi giustamente viene difesa. Per informazioni più dettagliate citofonare Solgenitzin.
    La domanda è : quanto la Russia ha rinnegato l’URSS ? Purtroppo la risposta non può essere affermativa. Coloro che osano ripensare all’URSS come all’impero del male vengono considerati come dei cretinetti e pertanto derisi.
    Per me ne’ Oriente ne ‘ Occidente hanno profonde radici nella verità. C’è chi mente sapendo di mentire e c’è chi mente pensando di essere nella verità.
    Quindi per arrivare alla pace per prima cosa bisognerebbe ristabilire la verità storica. DA ENTRAMBE LE PARTI IN LOTTA.

    • Enrico Nippo ha detto:

      “Bisognerebbe ristabilire la verità storica. DA ENTRAMBE LE PARTI IN LOTTA”.

      Lei usa il condizionale è già questo conferma il Suo scetticismo.

      Ma poi: come può pensare che le parti in lotta possano ristabilire una comune verità storica se sono state (e sono) … parti in lotta?

  • Roberto ha detto:

    Come non essere d’accordo !
    Ma giustamente, nei commenti, le si fa notare che quell’orgoglio, quel desiderio di supremazia, quella invidia è insita nel nostro animo.
    Lo vediamo nelle famiglie, nei rapporti sociali lo vediamo nel rapporto tra nazioni.
    La Chiesa lo chiama peccato originale.
    Noi, tutti noi, vorremmo vivere in un mondo meraviglioso pieno di pace e di amore.
    Ma per arrivare all’Amore ed alla Pace universali ci sono due gradini da superare la verità e la giustizia.
    Può esservi pace ed amore in un mondo ingiusto ?
    Può esservi giustizia se non basata sulla verità ?
    Può esservi una giustizia che si basa sulla menzogna ?
    Noi dobbiamo, con ogni energia ( amerai Dio con tutto il tuo cuore, la tua mente, la tua forza) cercare questa verità, questa giustizia e questo amore dentro di noi e farcene stile di vita, corazza, modo di esistere, metodo nelle relazioni sociali e, chissà, piano piano, non si arrivi, con l’aiuto di Dio, ad un mondo più sano.
    Ma finché verranno tollerate, ignorate o peggio utilizzate ingiustizie e falsità di ogni tipo contro persone e popoli lei, io, tutti noi, non vedremo la pace.
    La invito a leggere il contributo di Piero La Porta.

    • stilumcuriale emerito ha detto:

      C’è una piccola differenza però : io ho studiato “scienza delle costruzioni” i militari sono anzitutto esperti in “scienza delle distruzioni” . Certo anche loro contribuiscono all’economia anzitutto mandando alla distruzione i loro propri mezzi (missili, carri armati e vite umane ) e poi, distruggendo gli edifici civili, creano i presupposti per la loro ricostruzione. Dobbiamo ringraziarli. Come no?

  • Adriana 1 ha detto:

    La parola può anche dividere…certamente; senza dimenticare che prende rilievo, consistenza, importanza, affidabilità a seconda del mezzo che la trasmette
    https://www.maurizioblondet.it/il-medium-e-il-messaggio-spiegato-facile/

  • Beati i miti ha detto:

    Mia nonna era vedova. La casa era grande e bella . Eravamo in affitto . Mia nonna subaffitto’ un paio di stanze. Arrivò così in casa nostra uno studente pugliese di fisica presso la nostra università. Eravamo prima del 1943. Fu richiamato alle armi e destinato alla occupazione della Jugoslavia. Ma arrivò il tempo in cui da alleati diventammo nemici dei tedeschi. I tedeschi così rastrellarono i nostri soldati per portarli come prigionieri in Germania. Lo studente di fisica con un suo commilitone pugliese si diedero alla macchia e, a piedi e con mezzi di fortuna si diressero dalla Jugoslavia verso l’Italia. Nel frattempo l’Italia si era divisa in due e per i due disertori (se così vogliamo chiamarli) fu impossibile raggiungere la Puglia. Arrivarono così a casa nostra e qualche tempo dopo arrivò anche una cartolina.
    Di nuovo quella cartolina significava deportazione. La sera arrivò a casa nostra una signora appartenente al partito socialista che gli propose di salire sui monti ovvero di arruolarsi con i partigiani. Lo studente girò attorno al tavolo quadrato che c’era nel vasto ingresso. Penso’ a lungo e poi decise : non sarebbe andato con i partigiani.. pensò a Cristo salito volontariamente in croce e decise di andare perché impugnare le armi avrebbe significato proseguire indefinitamente la guerra.
    Accettò di farsi vittima consapevole.
    Ma il Signore non volle. Terminata la guerra ritornò felicemente in libertà.

  • Televisionario ha detto:

    Poco fa ad Agorà fu detto che i cosiddetti paesi baltici (tutti facenti parte della NATO od OTAN che dir si voglia), hanno richiesto l’intervento di detta organizzazione contro la Russia di Putin.
    Evidentemente non si rendono conto che così facendo si scivola dritti dritti verso la terza guerra mondiale. Che, con le armi attuali sarebbe l’Apocalisse per quasi tutta l’umanità.

  • Pater Luis Eduardo Rodríguez Rodríguez ha detto:

    😇 03.7.30 😇

  • Antonio Schiavi ha detto:

    Saluti e grazie per questo rinfrescarci la memoria: la mia famiglia ha avuto un vissuto analogo nel basso Lazio, a Sora e Cassino (!), rasa al suolo dai bombardamenti alleati; l’altro mio nonno rimase invalido sul lago Tana in Africa e mia zia in Toscana fu testimone di atrocità innominabili da parte dei tedeschi.
    Siamo sempre gli stessi.

  • Enrico Nippo ha detto:

    Caro ing. Zerbini,

    non credo che ci sia qualcuno che sia mai andato in giro agitando cartelli con su scritto: “No alla pace. Lavoriamo per la guerra”.

    Voglio dire che il teorico “No, alla guerra” è tanto scontato quanto inutile sul versante pratico.

    Come la vita e la morte, la pace e la guerra sono la doppia realtà cui è sottoposta l’umanità che in nessun modo può evitarla.

    Per quanto possa destare orrore, da sempre la guerra esplode quando le parole hanno esaurito il loro potere di mediazione.

    Il tanto decantato “dialogo” deve riconoscere i propri limiti. Quando in esso si confrontano temi inconciliabili, quando nessuna delle due parti vuol cedere, il conflitto è inevitabile. La mediazione ha anch’essa i sui limiti.

    E’ il destino del pensiero che è bicefalo per sua natura e non può non essere foriero di conflitti tanto dialettici quanto pratici.

    Occorre perciò prendere atto che anche la parola ha un doppio destino: quello di unire e quello di dividere.

    L’intramontabile domanda: “chi ha ragione?” resta lì, davanti al macigno di un’impossibile risposta, malgrado le minuziose ed interminabili analisi condotte dal pensiero bicefalo, quindi dalla parola bicefala, quindi approdanti al nulla.

    • Ambra ha detto:

      Caro Nippo, il problema va impostato in un altro modo. Bisogna servire prima di tutto la verità e la giustizia e innamorarsi della sapienza.
      Il nostro carissimo ingegnere è, tra tutti noi, dilettanti innamorati della Bibbia, colui che ci precede in scienza e conoscenza.
      Qui non si tratta più di vedere chi abbia ragione o chi abbia torto, ma di bloccare l’azione delle armi. No alla guerra.

    • miserere mei ha detto:

      Al nulla rischia di approdare soprattutto chi si limita a chiedersi “chi ha ragione?” senza però rispondere.

      La differenza sostanziale con l’ultima guerra vissuta sul suolo italiano è che allora i combattenti erano più veri, anche se estremamente crudeli in scenari fluidi.
      L’Italia iniziò alleata con una parte e finì con l’altra. La Germania mosse i primi passi alleata a Stalin e finì con l’armata rossa a Berlino. Gli alpini mal equipaggiati nelle steppe ucraine, la fanteria nei deserti libici, i repubblichini con i tedeschi e i partigiani con gli alleati…
      Tanta gente a mettere in salvo e nascondere gli ebrei.
      Tanta sofferenza e tante idee diverse, anche cangianti.

      Oggi l’inganno è preventivo. E’ tutta la realtà a essere diversa dall’apparenza. La guerra è figlia della menzogna che copre i veri interessi che usano tutti come pedine, le stesse che pensano di votare in una democrazia.

      Se la risposta è che, a volte, chi muove guerra ha ragione, questo non toglie le sofferenze che subiscono i popoli che abitano i posti colpiti dalla guerra.
      Se davanti ai miei confini ci sono laboratori che producono virus letali, geneticamente progettati per una certa etnia che guarda caso è la mia, l’aspettare che casualmente sfuggano involontariamente al controllo è stupido.

      C’è una guerra non dichiarata che uccide i bambini e i giovani di una nazione. L’Italia la combatte già da molti anni. Non ce ne siamo nemmeno accorti. Perchè potevamo starcene tranquilli a casa nostra. Invece un cannone ti obbliga anche a prendere posizione.

    • Enrico Nippo ha detto:

      Voglia scusare la mia insistenza.

      Lei pronuncia parole facili e scontate, e per di più senza un soggetto che dovrebbe attuarle:

      “Bloccare l’azione delle armi. No alla guerra”.

      CHI dovrebbe bloccare l’azione delle armi?

      Lei sa suggerire un COME che si alternativo al fallimento delle trattative diplomatiche?

      Cosa resta dopo il NON intendersi delle parti in combutta, se non la guerra?

    • Adriana 1 ha detto:

      …e poi c’è la parola falsa. Pensiamo al generale Colin Powell con il suo flaconcino esibito a tutto il mondo. In tre mesi di bombardamento sull’Iraq causò 160.000 morti civili, tra cui 32.195 bambini.
      Più della parola conta il mezzo che la diffonde…
      https://www.maurizioblondet.it/il-medium-e-il-messaggio-spiegato-facile/

  • Mimma ha detto:

    Ingegner Zerbini, caro Emerito
    tutto il mio rispetto per i suoi dolorosi ricordi che non si cancelleranno mai. E , se permette, il mio affetto .
    La guerra è il peggiore dei mali, ma è nel retaggio della colpa d’origine.
    Non ne saremo liberi, finché il Signore non inaugurerà nuovi cieli e terra nuova.
    Non la fanno mai i piccoli, come me e come lei, ma i potenti. Noi piccoli però indugiamo volentiri nelle guerricciole, nelle schermaglie non sempre innocenti perchè vogliamo prevaricare, avere sempre l’ultima parola.
    Se ci esercitassimo a piegare l’orgoglio, forse ci sarebbero meno guerre, chissà.
    Un abbraccio

    • Innominato ha detto:

      Grazie ingegnere per la testimonianza. Mi ricorda mio padre. Io sono vissuto negli “agi”. Ed erano NIENTE in confronto a quelli di mio figlio ad esempio.
      Concordo anche con Mimma..solo alla Parusia la guerra finira’….pero’ il regno e’ GIA’ e non ancora. Con la preghiera possiamo agire sul gia’.
      In quanto al Regno futuro (che puo,’ benissimo coincidere con il trionfo del Cuore Immacolato o no) e’ un mistero per noi uomini. Mi son sempre chiesto perche’ Gesu’ ci ha lasciato nell’ignoranza del MOMENTO. In realta’ lui disse che lo sapeva solo il Padre. E mi sovviene un brano di Giobbe (cito a memoria): ” mi dessi Tu una scadenza io potrei aspettare.
      ….”. Io ho aspettato per il 2000 e tanti in tutta la storia hanno aspettato (a volte han temuto, ma sempre Chiesa e’, che e’ sopravvissuta..la fede in qualche modo e’ rimasta). Non voglio illudere 🙉 ma oggi i segni sono tanti.
      Non consola nella guerra pero’ sono apparse due croci, una in Russia e una in Ucraina.
      Inoltre io non son propriamente “mariano” ma i miracoli di medjugorie ….insomma se io vedo consolazione umana dal DOLORE…non consolazione di vincere al superenalotto (per dire..) per li c e’ Dio.
      La nostra carne ha bisogno di consolazione. (S. Quinzio)Gesu’ risorto MANGIA con i suoi discepoli.
      Chi puo’ salvarsi? Nulla e’ impossibile a Dio qualunque salvezza sia.
      Pace a lei