Laporta: Che Cosa è la Guerra, Chi la Vuole, Chi ci Guadagna.

8 Marzo 2022 Pubblicato da

Marco Tosatti

Carissimi StilumCuriali, il generale Piero Laporta ci offre questa riflessione sulla guerra in corso. Buona lettura e meditazione.

§§§

Che cos’è la guerra? Vi sono numerose definizioni. Michel Foucauld, per esempio: «Guerra è potere», stabilendo l’equivalenza terribile quanto vera, oggi sotto gli occhi di tutti (Potere=Guerra) ma non tutti vogliono vederla. I generali, per esempio. Fra quanti appaiono in tv, solo il generale Marco Bertolini mostra rispetto per il nemico, Vladimir Putin, altrimenti dipinto dai rimanenti suoi colleghi come “pazzo”, “avventuriero”, “crudele”… lemmi adatti a un giornalista, a un parroco di campagna e, coi tempi che corrono, persino a un vescovo e più in alto ancora. Sedicenti professionisti della violenza, aggrappati a categorie morali, sociologiche e persino psichiatriche, sono grotteschi quando invece dovrebbero spiegarci che cos’è la guerra in atto. Occorrono realismo e distacco professionale, per un’attività umana, ben nota per essere seria, concreta e incessante, com’è appunto la guerra.

Seria e concreta, la guerra, lo è davvero: si vince o si perde. Pur tuttavia noi italiani sfumiamo. Fra Cassibile, piazza Venezia e piazzale Loreto, più recentemente fra Belgrado, Tripoli, Kabul e altrove; oggi non vediamo l’ora di filosofeggiare nella piazza di Kiev.

Chi manderemmo a dare lezioni? Queste colonne dettero un duplice esempio: un senatore e lo scriba da lui invocato per spiegare a noi la guerra, negata da ambedue, a meno che non sussista quale unica responsabilità d’una parte delle due in campo. Niente più d’un sofisma, neppure elegante (nemmeno lieve, come un tempo usava nelle curie); questo anzi svela i sederi d’ambedue, incipriati come i rispettivi volti. Ignoranti. “Guerra=Potere”, è un’equivalenza, leggibile da sinistra a destra e viceversa. La guerra intercorre fra due poteri pieni e legittimi. Come tali, le responsabilità non possono ascriversi solo a uno dei due poteri, i cui vertici perseguono strategie, legittime quanto gli stessi poteri, tuttavia contrastanti e inconciliabili, tanto da portare ambedue alla guerra.

Se la “vita è sacra”, se “la guerra è sempre un errore”, se “le armi non assicurano la pace”, se “Putin è un pazzo”, allora basterebbe che il sapiente attore approdato alla ricchezza e alla politica (toh, proprio come altri in Italia!) per amore della vita, per orrore della guerra, per amore della pace, avesse detto solo tre parole, tre piccole parole: «No alla NATO».

In fondo, per molto meno, John Fitzgerald Kennedy portò il mondo a un passo dalla guerra atomica. Perché quanto fu insopportabile per Kennedy, i missili vicino casa, dovrebbe essere gradito a quel “pazzo di Putin”?

A Cuba nel 1962 fu più semplice perché il potere di Kennedy fronteggiò un potere equivalente, quello di Nikita Kruscev. Il Potere che uccise Kennedy ha imparato la lezione e da tempo agisce attraverso un potere delegato, oggi a un ex attore approdato alla politica, affinché le parti si ribaltino e l’aggredito (la Russia, incessantemente dal 1991) appaia aggressore.

La guerra è incessante. Qui è il cuore nascosto del mostro. Dal 1945 oltre 50 conflitti innescati dagli USA, dei quali solo uno portò a una vera pacificazione: l’invasione di Grenada nel 1983. L’isola di Grenada è 200 chilometri quadri più vasta dell’isola d’Elba.

Gli USA spendono in armamenti più tutti i rimanenti paesi insieme, inclusi Russia e Cina. A ben vedere non è necessario che la guerra sia vinta. È piuttosto indispensabile che la guerra scoppi e rimanga incessante. Questo è il cuore e il cervello del mostro. Lo scandalo è l’avvicinarsi della guerra al cortile di casa nostra, mentre ci andava bene quando furono e sono macellate persone in tutti i rimanenti continenti.

Non mi stancherò di ripeterlo infinite volte. Lo spodestamento della politica a vantaggio d’una élite di macellai fu profetizzato da un generale vero, Dwight D. Eisenhower, il cui discorso di addio alla Casa Bianca dovrebbe essere tenuto a mente in queste ore: «Nelle riunioni di governo, dobbiamo stare in guardia contro l’acquisizione di ingiustificata influenza, voluta o non richiesta, del complesso militare-industriale. Il potenziale per la disastrosa ascesa di potere mal assegnato esiste e persisterà. Noi non dobbiamo mai lasciare che il peso di questa combinazione metta in pericolo le nostre libertà o i nostri processi democratici. Non dovremmo dare nulla per scontato. Solo una popolazione in allerta e informata può costringere ad una corretta interazione la gigantesca macchina industriale e militare della difesa con i nostri metodi ed obiettivi di pace, in maniera tale che sicurezza e libertà possano prosperare insieme».

Da quel 17 gennaio 1961 la situazione è precipitata per una quantità di ragioni, convergendo sulla «disastrosa ascesa di potere mal assegnato». La finanza “ventoteniana” è una delle teste dell’Idra. A Ventotene si predicò la fine dello Stato-Nazione, attribuendogli tutte le colpe delle guerre precedenti. Indebolitosi lo Stato, a vantaggio di burocrazie autoreferenziali, i cittadini sono più che mai vessati da guerre, povertà e oggi malattie. Una cerchia politica trasversale e corrotta può orinare impunemente sulla Costituzione, sognando di fare altrettanto a Kiev e a Mosca.

Non di meno, dopo due anni di cosiddetta pandemia, dieci famiglie possiedono il 99 per cento della ricchezza mondiale. Un’altra catastrofe planetaria, che sia un’altra pandemia, una carestia o una guerra nucleare, per costoro è solo occasione ulteriore di concentrare ricchezza. Donald Trump aveva ben compreso dove si andava a parare e portò tutti verso uno stallo cooperativo, entro il quale il conflitto in atto fra NATO e Russia sarebbe stato impossibile, perché avrebbe sciolto la NATO, come si sarebbe dovuto fare all’indomani della fine dell’Unione sovietica.

Le dieci famiglie che hanno innescato questo conflitto sanno bene che, comunque vada, occorre pensare al dopo e come proporsi al vincitore. Chi sarà il vincitore? Comunque vada, la guerra è vinta da Pechino e Xi è il mediatore più autorevole per tenere i missili nucleari nei silos.

Il problema strategico è la fine dell’impero americano. Quello sovietico cadde senza sparare un colpo, anzi grazie ai tre colpi andati miracolosamente a vuoto il 13 maggio 1981. Joe Biden ha infettato a morte l’impero americano, prima seppelliscono impero e imperatore, tanto meglio è.

Nessuno può essere certo di quanto accadrà nel frattempo. Occorre seppellirlo, l’impero, insieme alla finanza denazionalizzata, ventoteniana, alla radice di questo cancro esplosivo, potenzialmente più esplosivo di mille Hiroshima.

Non di meno ho un timore molto più acuto di quello causatomi dai missili d’ambo le parti. Da viscerale filo ebreo quale sono, mi compiaccio dell’intermediazione di Israele – minuscola, accanto all’immensa Cina – essa è oggi una risposta nei fatti a quanti ne volevano e ne vogliono tuttora la distruzione.

Occorre tuttavia chiedersi e darsi una risposta convincente in ordine a chi e a che cosa Gerusalemme oggi rappresenti. Gerusalemme, la città di Dio, è vocata a rappresentare l’umanità intera, anche i quattro miliardi di povericristi che il ministro Roberto Cingolani trova esuberanti rispetto al progetto di Dio. Speriamo che egli ci dia presto un esempio di come alleggerire questo povero pianeta.

Nel frattempo se Israele fosse al banco per gli interessi di quanti si collocano d’ufficio fra i 4 miliardi titolati a sopravvivere e per difendere la finanza ventoteniana delle dieci ricchissime famiglie, Gerusalemme metterebbe in gioco la sua stessa esistenza.

Questa è la vera posta del conflitto in atto: non Kiev, non Mosca, bensì la vita di quattro miliardi di povericristi, già condannati da qualche latomia; quattro miliardi di povericristi, loro vita e la dignità di Gerusalemme. Amo troppo Gerusalemme perché possa insudiciarsi col fango di Norimberga.

www.pierolaporta.it

Gen. D.G..(ris.) Piero Laporta

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38 commenti

  • Bah! ha detto:

    Noi Italiani siamo troppo ‘pacifisti’ per andare a combattere in Ucraina: costringeremo la Russia a venire a combattere quì (se vuole farlo)!

  • Rosivna Ritovsky Lamarkemberg ha detto:

    Potreste invitare i vostri colleghi giornalisti, specie i famosi che parlano in RAI o in reti famose, a moderare le libere opinioni verso la Russia?

    Il problema italiano è che vi siete abituati a sproloquiare su tutto, azzannando il prossimo sui media, che ormai i vostri colleghi si sono pervertiti a definire “stato canaglia” la Russia, e continuare a fornire insinuazioni come se insultare sia un mezzo per calmierare le richieste, come se chi commenta sia un Generale, mentre ci sono già bombardamenti, minacce di arresto, e altri segnali di quanto la zona sia caldissima e il mondo a soqquadro.
    La tuttologia, che in tempi di pace è indice solo di raccomandazioni, appoggi, perverse piovre, ma che in fondo fanno solo schifo a guardarle e si può cambiare canale o spegnere la tv e pagare il canone sotto costrizione, in tempi di guerra deve essere frenata.
    Dovete dirvi che non si può sputare il proprio pensiero malvagio, non stiamo a litigare in famiglia col proprio stretto parente!!!
    Quello che era lo stile di scrittura zarista, visto che continuano a sfotterlo pure su questo fronte, sempre sui media occidentali, che non capiscono che così vittimizzano la popolazione mettendola a rischio di ritorsioni, dovrebbe essere lo stile di scrittura sui giornali, e dovrebbe essere la buona educazione trasmessa in famiglia.
    Siamo talmente abituati ormai coi nigeriani, che li picchi, li pesti, li droghi, gli fai il rito wodoo e quelle si prostituiscono, che ora abbiamo ricevuto il risveglio amaro: con i popoli limitrofi, che hanno il sangue bollente e la storia che tanto vogliono cancellare gli invidiosi neoarricchiti d’oltreoceano, alleati di un non ben strutturato coacervo di mercati, non si fanno pisciare in testa e insultare dalle prime sbarbine piene di sè, anche se in Italia vendono libri e siedono nel salotti fashion, convinti di essere dotti, ripetendo frasi famose e citazioni a tema per risultare sapienti anche nelle arti militari e guerresche.
    Fatevi da parte, per una volta. Se proprio non riuscite a guarire dal narcisismo trionfante, pulitevi la bocca, controllatevi. Fate spiegare i fatti soltanto ai professionisti e a chi le guerre le ha fatte, o ci lavora o si dedica a questo specifico ambito di studi.
    Apriamo gli occhi al fatto che ci siamo drogati di corruttele che hanno portano fantocci starnazzanti impreparati e ignoranti. Non siamo governati dagli Zar o dai loro parenti nostri ex Monarchi. Siamo in mano a troppi scellerati.
    Vi prego, non umiliate più il popolo italiano, facendo uscite volgari che sono solo sfoghi dettati dalla paura delle guerra, e dalla giusta rabbia per la censura dei colleghi, fatta anche per via delle idiozie effettivamente sparate da vari commentatori.
    Calma, prudenza, controllo- Non se ne può più.

  • giovanni ha detto:

    Articolo condivisibile generale, il problema per tanti e’ l’ignavia. Considerano troppo faticoso interessarsi alla verita’, hanno la zucca pronta solo per spettacolini di intrattenimento creati ad arte per irretirli e indurli a pensare che se si accontentano tutto e’ facile, mentre invece approfondendo, le cose si fanno molto , ma molto piu’ difficili e possono avere conseguenze sgradevoli. Non avendo amore per la verita’, disdegnano i sacrifici e si accontentano della brodaglia mediatica.

  • Veronica Cireneo ha detto:

    A proposito di citazioni sulla guerra ricordo di aver provato orrore di fronte a quella del futurista Filippo Tommaso Marinetti.
    “La guerra è l’igiene del mondo”

    Passare a lui nella letteratura italiana così ricca per Leopardi, Manzoni, Verga e i loro capolavori romantici e veristi del secolo immediatamente precedente, fu uno schiaffo, ricevuto immediatamente appena voltata la pagina che sui testi di letteratura introduce a al Novecento.

    Per fortuna risano’ la ferita l’ermetismo italiano degli anni ’30 con le parole del celebre Ungaretti, che aveva partecipato come volontario alla 1’G.M:
    “È il mio cuore il paese più straziato!”

    • Luca Francesco PERSICO aka pesce d'acqua dolce ha detto:

      “Siamo come d’autunno sugli alberi le foglie”. Anche questa mi pare molto appropriata per la nostra triste condizione presente…

    • piero laporta ha detto:

      Legga Marinetti nel verso giusto.
      Satana è pacifista più spesso di quanto Paglia immagini.
      Senza la guerra Hitler sarebbe ancora lì.
      Senza l’Olocausto, caduto il comunismo, i nazisti avrebbero potuto dire: “Avevamo ragione noi”.
      Intanto le offro uno scoop: la Cina sta valutando di schierarsi contro la Russia.
      Che Dio ci benedica.

  • Paoletta ha detto:

    OT: qualche mese fa Giorgetti parlava già di blackout programmati…che abbiano provocato la Russia per farle fare da capro espiatorio?

    • piero laporta ha detto:

      Mi perdoni, le paiono tempi per cui perdere tempo con un Giorgetti?

      • Paoletta ha detto:

        Con lui direttamente no, ma mi stupisce che sia cosi’ bene informato.

        • piero laporta ha detto:

          La guerra era ampiamente prevista e le sono andati incontro danzando. Ha presente Maria Antonietta e le brioches? Siamo lì.

  • Milly ha detto:

    Vorrei aggiungere un’altra considerazione riguardo a chi ci Komanda. Credo, alla luce della cruda realtà,  che abbiamo stravalutato l’inquilino che attualmente risiede a palazzo Ghigi.
    Dicevano una volta i nostri vecchi: tutto fumo e poco arrosto! Infatti, dov’è il grande economista pluri laureato in materie economiche di qua e aldilà dell’oceano? Dove sono le sue tesi di successo in campo economico-finanziario?
    Siamo alla frutta, con i prezzi delle materie prime balzati alle stelle, le industrie che chiudono,  per non parlare delle attività economiche piccole e medie  che chiudono a causa della  psico pandemia e Fisco alle stelle.
    E ora, anche temerarie “dichiarazioni di guerra” attraverso conferenze stampa e invio di armi per alimentare ancora di più l’odio tra le etnie e mettere l’Italia, la nostra amata Patria, in pericolo costante di gravi ritorsioni .
    Alla faccia dell’ art. 11 della Costituzione Italiana che recita:
    “L’Italia ripudia la guerra come strumento di offesa alla libertà degli altri popoli e come mezzo di risoluzione delle controversie internazionali; consente, in condizioni di parità con gli altri Stati, alle limitazioni di sovranità necessarie ad un ordinamento che assicuri la pace e la giustizia fra le Nazioni; promuove e favorisce le organizzazioni internazionali rivolte a tale scopo.”
    AMEN !

    • Paoletta ha detto:

      E’ solo un burattino. Il problema e’ che tanti di noi non l’hanno ancora capito, e lo portano in trionfo perche’ lo dice la TV. Chiissa’ se le bollette li ricondurranno alla ragione.
      Era piu’ semplice prendere per i fondelli la gente con le scemenze tipo ‘andra’ tutto bene’, ecc…con la fame e la poverta’ non si scherza.

      • Luca Francesco PERSICO aka pesce d'acqua dolce ha detto:

        No, gli Italiani (maiuscolo per mere questioni grammaticali, non perchè lo meritino…) non si sveglieranno, non accadrà, perchè diranno loro che è tutta colpa di quel cattivone di Putin e che se lasceranno fare al nostro meraviglioso governo (qui il maiuscolo non ce l’ho proprio fatta a usarlo…) fidandosi e obbedendo ciecamente tutto si sistemerà, sì: “andrà tutto bene”…

        • ex : ha detto:

          «gli Italiani (maiuscolo per mere questioni grammaticali, non perché lo meritino…)»

          Finalmente leggo uno che il nome di un popolo – soprattutto il nostro, ma qualunque – lo scrive con l’iniziale maiuscola quando è sostantivo (prescindendo dalla precisazione polemica sul meritarla o meno… che potrei condividere). Ormai nessuno, anche i più fini “letterati”, lo usano più. Mi si dirà che “la Lingua si evolve, non bisogna essere retrogadi…”. Di grazia, ma in cosa consiste l’evoluzione, quando l’uso della maiuscola in questo caso ha un suo significato intrinseco evidenziato proprio dalla sua forma grammaticale? Mi sembra involuzione più che evoluzione! Leggo in uno dei numerosissimi testi online di grammatica italiana che

          «I nomi di popoli in passato richiedevano la maiuscola (gli Inglesi, i Romani) mentre ai giorni d’oggi possiamo tranquillamente ometterla, poiché non costituisce errore; è invece obbligatoria la minuscola in caso tali nomi siano utilizzati come aggettivi»

          Come sono gentili a voler tranquillizzare dal pericolo o dalla noia di scrivere l’iniziale di un popolo con la maiuscola! E poi, sapete che fatica scrivere una maiuscola al posto di una minuscola!… A questo sono ridotti linguisticamente i popoli (e quindi concettualmente, perché la lingua non fa altro che esprimere concetti): ad aggettivi: mi sembra coerente con l’indirizzo di “globalizzazione” a cui la “santa evoluzione” intende portarci (anzi, ci ha portato).

          Qualcuno potrebbe dire che io stesso ho scritto “popoli” con l’iniziale minuscola. Certo, perché è una definizione impersonale, generica; diverso è dire Italiani, Francesi, Cinesi o Nigeriani. Come diverso è dire “persone”, oppure Francesco, Giovanni e Maria. A quando la nuova regola con la quale scriveremo francesco, giovanni e maria? Dovrebbe essere già corrente, mi pare, dobbiamo evolverci…

          P. S. – Non è certo l’unica menda, quella di banalizzare graficamente l’essenza di un popolo; ce ne sono di molto, molto più gravi cominciando dall’imbastardimento dovuto all’invasione di parole straniere che, usate nel 999 per mille delle volte inutilmente e non raramente a sproposito, impregnano il parlare e lo scrivere di “noi” (loro) Italiani, rendendola una lingua peggiore dell’Esperanto, con termini che non solo hanno il loro corrispondente italiano (e qualora non l’avessero non sarebbe una fatica enorme costruirlo), ma anche eufonicamente sono sgraziati e stridenti (soprattutto quelli di origine anglofona, o alcuni di origine orientale, somiglianti molto più a singhiozzi o sputi), rispetto ai corrispondenti italiani ben più armoniosi, oltre che chiari.

          – Questo nulla ha a che vedere con la conoscenza di lingue straniere, oggigiorno quanto mai utile; che spesso ci si picca di parlare in modo perfetto, e nel frattempo si parla da cani nella lingua nazionale.

          Chiedo scusa per il Fuori Tema (OT, naturalmente, Off Topic…)

          • Luca Francesco Persico aka pesce d'acqua dolce ha detto:

            Condivido tutto, ma personalmente ci vedo anche pigrizia e cialtroneria, cioè atteggiamenti e “qualità” ormai diffusi ovunque; semplificare arbitrariamente la grammatica consente di fare meno sforzo quando si parla e, ancor più, quando si scrive, tanto ciò che importa è capirsi, no? Ecco, proprio questa frase, “ciò che importa è capirsi”, dà la misura del livello cui ci siamo abbassati, e si aggiunge ad altre frasi simili che risultano anche esse molto indicative, tipo: “che male c’è, non ammazza mica nessuno”, oppure “e che sarà mai, con tutti i problemi che già ci sono nel mondo”. Siamo immersi in una cultura minimalista che esalta lo scempio di tutto e la lingua non viene certo risparmiata, ma a mio avviso questo trova terreno fertile, come dicevo, nella pigrizia e nello sciatto pressapochismo che contraddistinguono molti, se non addirittura i più. Ormai, chi più mette l’accento in “dà” quando è voce verbale e non preposizione? O chi più mette l’apostrofo a “po’”anzichè l’accento sulla “o”? O chi mette l’apostrofo dopo l’articolo indeterminativo “una” quando si accompagna a un sostantivo femminile che inizia per vocale? E chi più ricorda l’uso delle preposizioni di luogo? In effetti è molto più ganzo dire “vicino Milano”, anzichè “vicino a Milano”, oppure “vicino scuola”, anzichè “vicino a scuola”; e qui emerge la nostra esterofilia intrisa di becero provincialismo che ella opportunamente copre di ridicolo; sì, perchè dire “vicino Roma” fa molto anglosassone, quindi se non ci si esprime in questo modo si è dei poveracci. Non c’è che dire, in questo avremmo tutto da imparare dai Francesi.

    • Don Ettore Barbieri ha detto:

      Draghi è un grand commis di certi poteri che sappiamo. Può essere benissimo che certe scelte siano volute appunto per portare tutto allo sfacelo ed agevolare la svendita definitiva dell’Italia da lui cominciata trent’anni fa. D’altra parte, sulla sua competenza mi pare che sia stato proprio il generale Laporta a scrivere che nella c.d. Prima Repubblica il Nostro sarebbe stato un personaggio di terz’ordine; purtroppo, con quello che c’è in giro oggi (Di Maio il bibitaro, Salvini il bagnante, la ministra con la terza media e via dicendo) uno come Draghi giganteggia. Ed essendo stato preceduto da un gagà come Conte ancor di più.

      • Corrado Bassanese ha detto:

        Grande don. Potrebe venire a fare il parroco da noi. Che dopo la nascita in Dio del nostro don abbiamo solo supplenti.

    • Maria Grazia ha detto:

      Qualche giorno fa Draghi, esultante ( ed esaltato) chiedeva pubblicamente all’Europa di seguire il suo esempio nel sanzionare più pesantemente la Russia, risultato: l’Italia è entrata nella lista nera del Cremlino. Adesso aspettiamoci di tutto, oltre che dall’Europa, anche dalla Russia. Del resto un personaggio che si è distinto, a livello mondiale per aver sanzionato pesantemente i suoi cittadini “sani”, solo perchè non hanno voluto sottoporsi ad un siero inefficace e pericoloso, può sentirsi in diritto di proporsi come esempio in materia di oppressioni sanzionatorie, se poi le conseguenze deleterie del suo comportamento ricadono pesantemente sugli italiani, a lui che importa ….. il great reset prevede o no la riduzione della popolazione mondiale ?

    • piero laporta ha detto:

      Il governo dei camerieri e delle concubine

      • Maria Grazia ha detto:

        Il Governo che si dichiara onesto ha la stessa credibilità di una concubina che si dichiara vergine.

  • Milly ha detto:

    “anche i quattro miliardi di povericristi che il ministro Roberto Cingolani trova esuberanti rispetto al progetto di Dio. Speriamo che egli ci dia presto un esempio di come alleggerire questo povero pianeta.”
    ……grande Generale!!

  • Roberto ha detto:

    C’è un vecchio libro di Vivian Forrester “L’orrore economico” fu editato nel 1996, l’autrice è morta e non credo che venga ancora ristampato.
    Era una critica d’arte e, non certo per “mestiere” ma per sensibilità, rimase colpita dai primi vagiti della finanziarizzazione dell’economia reale.
    E come un Candido si chiedeva com’è possibile che il denaro generi denaro senza passare per l’impresa, il commercio, il valore dell’invenzione, il servizio.
    Si interrogava sugli strani meccanismi che oggi hanno portato ad una “ricchezza” falsa che ammonta a decine di migliaia di volte il PIL prodotto da tutte le nazioni del mondo.
    Tra le varie conclusioni cui arrivava ce ne era una terribile: “ma allora i poveri a cosa servono ?” “Forse sarà bene eliminarli con una qualche guerra o epidemia”.
    Bene, ci siamo arrivati
    Bill promette a breve nuove epidemie, gli Usa continuano ad aggredire incessantemente come se il muro di Berlino fosse ancora su.
    Miopi ? No! Hanno altre idee, molto chiare, nella testa.

  • miserere mei ha detto:

    La popolazione di Israele è stata vaccinata più del resto del mondo. Oggi ci sono problemi per due terzi dei vaccinati.

    https://thewashingtonstandard.com/more-than-66-of-fully-vaccinated-israelis-now-suffering-adverse-reactions-to-the-vaccines/

    Quello che vale per Israele vale per molti altri. Molti agiscono in modo “deep state”, al soldo di potenze che usano concittadini contro i loro stessi popoli.

    Si può essere di passaporto italiano e distruggere sistematicamente l’Italia, vendendola.
    Anche negli USA funziona così. Certi poteri non hanno nulla a che vedere con il popolo statunitense.
    Si capisce allora perchè si può essere ebrei e gestire forze naziste come in Ucraina.
    Dietro una bandiera non c’è più unità.
    Anche biblicamente c’è una promessa divina, ma essa vale solo per un piccolo resto fedele. Gli altri dove sono finiti? Lontano con il cuore, pur muovendo le labbra.
    Non fanno eccezione i cristiani.

    Questo paradossalmente può ribaltare le sorti del quadro descritto dal generale. Quattro miliardi di morti per salvare dieci famiglie di avidi impostori? Oppure tanti resti fedeli che esercitano i loro poteri invece di vendersi al soldo di un progetto transumano?

    • piero laporta ha detto:

      Grazie. Sono convinto che l’errore satanico (mancando non solo il coperchio ma pure i manici della pentola) stia nel presumere che 4 miliardi di persone si facciano uccidere in silenzio come accadde a Dachau.

      • Piero Geraci ha detto:

        Generale un paio di mesi fa chiesi consiglio ad un mio cugino, concorde al 99,9% sulle posizioni espresse su stilum curiae, se non fosse il caso di provvedere all’acquisto di qualche “strumento di difesa “,mi ha risposto che il vero cristiano, ispirato dallo Spirito Santo, usa soltanto l’arma dell eloquenza ;sarei curioso di sapere qual’é la sua opinione in proposito e se, per difendere i 4 miliardi di povericristi, sia essa (l’eloquenza) sufficiente !

    • Milly ha detto:

      Forse la domanda corretta sarebbe: “dove hanno il cuore i 4 miliardi di queste ipotetiche vittime ? ” Quale rapporto hanno con Dio? Perché i progetti paranoici e satanici di queste 10 famiglie luciferine sembrano avere (per ora) il sopravvento su Governi, magistrati, stampa, televisioni e via dicendo?

  • Maura ha detto:

    Gent Generale ho letto con attenzione la sua analisi … potrebbe esplicitare bene il concetto su Israele ? Nella mia ignoranza lo conosco abbastanza compromesso diciamo così , con i poteri del mondo , oppure Lei si stava riferendo ad un Israele diciamo così , al suo ruolo teologico ? Mi manca qualche elemento … grazie

    • piero laporta ha detto:

      Grazie a lei. Le prometto un articolo su questo punto perché non posso liquidarlo in poche sillabe. Grazie davvero

      • Michele ha detto:

        Generale grazie in anticipo per il futuro articolo, e grazie per l’illuminante articolo sulle fosse ardeatine che ho letto nel suo blog.

        Riguardo alle persone in presunto sovrappiù secondo i neomalthusiani (sbagliano abbagliati dalla superbia e dell’enorme potere accumulato), ma pare che le cifre dei figli di Dio in sovrappiù siano molto maggiori: credo nell’Indiana c’è un monumento con il decalogo dei 10 comandamenti degli illuminati il cui primo articolo impone di mantenere la popolazione mondiale sotto i 500 milioni di abitanti (è un monumento degli anni ’60!). Ipotizzano di abituarci poco alla volta a numeri di abitanti terrestri sempre più ridotti: la sparata del ministro sarebbe solo il primo passo.

        Se si considerano poi i viaggi spaziali dei ricconi che pensano di fungere da modello da imitare (altro che santi cattolici: basta con la fabbrica dei Santi di GPII, ci sono le celebrità decerebrate di holliwood e i miliardari ) e invidiare bisogna prima ridurre di molto la popolazione, poi, con opportuni consensi forzati trasferire i superstiti in basi spaziali autosufficienti in destinazione da decidersi: Luna, Marte (per fare esperimenti in assenza di gravità basta uscire dell’orbita terrestre come già si fa, perché spendere di più e affrontare mesi di viaggio verso Marte come propone la Nasa?) o basi orbitanti da 1 milione di abitanti ciascuna che simulano la gravità ruotando su sé stesse (per quest’ultima c’è una prima bozza di progetto risalente agli anni ’60 redatto ad Harward, erano gli anni delle conquiste spaziali, degli scrittori di fantascienza che ci abituavano alle loro idee distopiche sul futuro mascherandole col fascino del progresso).

        La gaia terra terra verrà ripulita dagli uomini inquinanti tanto odiati dai maligni, trasformata in un unico parco naturale e si deciderà solo lorsignori potranno risiedervi o anch’essi dovranno adattarsi a cieli non più blu e simili.
        Come spesso conclude lei, cito anch’io il Vangelo:
        “Non praevalebunt “

      • Michele ha detto:

        Per la precisione mi riferivo al suo articolo su Pio XII e gli ebrei.

    • Milly ha detto:

      Durante un viaggio in Israele mi trovai a visitare Masada. Tra le rovine di quella  roccaforte espugnata dai Romani  nel 73 D.C. e teatro di uno dei più grandi suicidi di massa della storia, trovai in un angolo nascosto dei suoi muri diroccati, uno sgabuzzino con ampia vetrata e dotato di aria condizionata,  con dentro un rabbino che trascriveva  in modo amanuense alcuni  pezzi della Torà a pagamento.l
      Con il mio crocifisso al collo gli chiesi di acquistare un piccolo brano, lui mi guardò,  vide che non ero ebrea e mi chiese il perché di quella richiesta. Gli risposi semplicemente che  il mio Credo,  il mio essere Cristiana Apostolica Romana affondava le radici nella sua Religione  e nel suo Popolo.  Rimase sorpreso della risposta, non ottenni il brano richiesto ma un affettuoso bigliettino con il mio nome scritto in ebraico.
      In attesa dell’autorevole approfondimento del Generale La Porta, esprimo questa piccola convinzione, credo proprio che noi cristiani siamo come  l’Olivastro mentre il popolo ebreo è l’Olivo dal quale tutto è scaturito.

  • Don Ettore Barbieri ha detto:

    Generale, è così sicuro che Israele sia totalmente estraneo al disordine mondiale? È una domanda vera, per capire la sua posizione. Grazie

    • ex : ha detto:

      Alle domande fatte da alcuni penso che la risposta – molto approssimativa, lo ammetto – possa essere di non far confusione tra il popolo degli Ebrei e il Sionismo.

      In tutto il mondo la Mafia è universalmente conosciuta come una figura distintiva del popolo italiano (anche se in molti Paesi ci sono “mafie” ben peggiori): E’ come se si facesse confusione tra la Mafia e il popolo degl’Italiani.

    • piero laporta ha detto:

      La “finanza ventoteniana” non ha passaporto né nazionalità. Aborre lo Stato-Nazione, semmai lo asserve e se ne serve, di Israele come dell’Italia, della Cina come degli Usa e, se glielo consentisse, pure della Russia. Occorre entrare nei panni del nemico per comprendere con chi si ha davvero a che fare, evitando quindi di lanciare accuse vane. Grazie.
      Ho promesso al lettore che la precede un articolo peculiare. Dovrà avere pazienza perché il mio orologio corre molto in fretta. Ancora grazie.