Dichiarazione di mons. Carlo Maria Viganò sulla Crisi Russo-Ucraina

7 Marzo 2022 Pubblicato da

Marco Tosatti

Cari amici e nemici di Stilum Curiae, riceviamo e ben volentieri rilanciamo questa dichiarazione dell’arcivescovo Carlo Maria Viganò sulla crisi attuale. Buona lettura.

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DICHIARAZIONE

di Mons. Carlo Maria Viganò, Arcivescovo,

Ex Nunzio Apostolico negli Stati Uniti d’America

sulla Crisi Russo-Ucraina

 

Nulla è perduto con la pace. Tutto può esserlo con la guerra. Ritornino gli uomini a comprendersi. Riprendano a trattare. Trattando con buona volontà e con rispetto dei reciproci diritti si accorgeranno che ai sinceri e fattivi negoziati non è mai precluso un onorevole successo. E si sentiranno grandi – della vera grandezza – se imponendo silenzio alle voci della passione, sia collettiva che privata, e lasciando alla ragione il suo impero, avranno risparmiato il sangue dei fratelli e alla patria rovine.

 

Così Pio XII si rivolgeva, il 24 Agosto 1939, ai governanti e ai popoli nell’imminenza della guerra. Non erano parole di vuoto pacifismo, né di complice silenzio sulle molteplici violazioni della giustizia che da più parti andavano compiendosi. In quel Radiomessaggio, che ancora qualcuno ricorda aver ascoltato, l’appello del Romano Pontefice invocava il «rispetto dei reciproci diritti», quale premessa per una fruttuosa trattativa di pace.

 

La narrazione mediatica

 

Se guardiamo a quanto accade in Ucraina, senza lasciarci trarre in errore dalle macroscopiche falsificazioni dei media mainstream, ci rendiamo conto che il «rispetto dei reciproci diritti» è stato completamente ignorato; si ha anzi l’impressione che l’Amministrazione Biden, la NATO e l’Unione Europea vogliano deliberatamente mantenere una situazione di palese squilibrio, proprio per rendere impossibile ogni tentativo di composizione pacifica della crisi ucraina, provocando la Federazione Russa per scatenare un conflitto. Qui sta la gravità del problema. Questa la trappola tesa tanto alla Russia quanto all’Ucraina, usando entrambe per consentire all’élite globalista di portare a compimento il suo piano criminale.

 

Non ci si stupisca se il pluralismo e la libertà di parola, tanto decantati nei Paesi che si dichiarano democratici, vengano quotidianamente sconfessati dalla censura e dall’intolleranza nei confronti delle opinioni non allineate alla narrazione ufficiale: manipolazioni di questo genere sono diventate la norma, durante la cosiddetta pandemia, ai danni di medici, scienziati e giornalisti dissenzienti, che sono stati screditati e ostracizzati per il solo fatto di aver osato mettere in dubbio l’efficacia dei sieri sperimentali. A distanza di due anni, la verità sugli effetti avversi e sulla sciagurata gestione dell’emergenza sanitaria dà loro ragione, ma viene ignorata ostinatamente perché non corrisponde a ciò che il sistema ha voluto e vuole ancora oggi.

 

Se i media mondiali hanno potuto finora mentire spudoratamente su una questione di stretta pertinenza scientifica, divulgando menzogne e nascondendo la realtà, dovremmo chiederci per quale motivo, nella situazione presente, dovrebbero improvvisamente ritrovare quell’onestà intellettuale e quel rispetto del codice deontologico ampiamente rinnegati con la Covid.

 

Ma se questa colossale frode è stata assecondata e divulgata dai media, va riconosciuto che le istituzioni sanitarie nazionali e internazionali, i governi, i magistrati, le forze dell’ordine e la stessa Gerarchia cattolica si sono resi responsabili – ciascuno nel proprio ambito con azioni di sostegno o con l’omissione di interventi di contrasto – del disastro che ha colpito miliardi di persone nella loro salute, nei loro beni, nell’esercizio dei loro diritti e addirittura nella loro stessa vita. Anche in questo caso, risulta difficile immaginare che chi si è macchiato di tali crimini per una pandemia voluta e amplificata dolosamente possa oggi avere un sussulto di dignità e mostrare sollecitudine verso i propri cittadini e la propria Patria quando una guerra minaccia la loro sicurezza e la loro economia.

 

Queste, ovviamente, possono essere le prudenti riflessioni di chi vuole mantenersi neutrale e guarda con distacco e quasi disinteresse a quanto gli accade intorno. Ma se solo si approfondisce la conoscenza dei fatti e ci si documenta con fonti autorevoli e oggettive, si scopre che dubbi e perplessità diventano presto inquietanti certezze.

 

Anche a voler solo limitare la propria indagine all’aspetto economico, si comprende che l’informazione, la politica e le stesse istituzioni pubbliche dipendono da un ristretto numero di gruppi finanziari facenti capo ad un’oligarchia che, significativamente, è unita non solo dal denaro e dal potere, ma dall’appartenenza ideologica che ne orienta l’azione e le interferenze nella politica delle Nazioni e del mondo intero. Questa oligarchia mostra i propri tentacoli nell’ONU, nella NATO, nel World Economic Forum, nell’Unione Europea e in istituzioni “filantropiche” quali la Open Society di George Soros e la Bill & Melinda Gates Foundation.

 

Tutti questi soggetti sono privati e non rispondono a nessuno se non a se stessi, e al tempo stesso hanno il potere di influenzare i governi nazionali, anche tramite i propri esponenti fatti eleggere o nominare in posti chiave. Lo ammettono loro stessi, ricevuti con tutti gli onori dai Capi di governo e dai leader mondiali, ad iniziare dal Presidente del Consiglio Mario Draghi (qui) e da questi ossequiati e temuti come i veri padroni delle sorti del mondo. Così, chi detiene il potere in nome del popolo sovrano, si trova a calpestarne la volontà e limitarne i diritti, per obbedire come un cortigiano a personaggi che nessuno ha eletto, e che pure dettano l’agenda politica ed economica alle Nazioni.

 

Veniamo dunque alla crisi ucraina, che ci viene presentata come conseguenza dell’arroganza espansionista di Vladimir Putin nei confronti di uno Stato indipendente e democratico sul quale egli rivendicherebbe assurdi diritti. Il “guerrafondaio Putin” starebbe massacrando la popolazione inerme, insorta coraggiosamente per difendere il patrio suolo, i sacri confini della Nazione e le libertà conculcate dei cittadini. L’Unione Europea e gli Stati Uniti, “difensori della democrazia”, non potrebbero dunque non intervenire, tramite la NATO, per ripristinare l’autonomia dell’Ucraina, scacciare “l’invasore” e garantire la pace. Dinanzi alla “prepotenza del tiranno”, i popoli dovrebbero fare fronte comune, comminando sanzioni alla Federazione Russa e inviando soldati, armamenti e aiuti economici al “povero” presidente Zelenskyj, “eroe nazionale” e “difensore” del suo popolo. A comprova della “violenza” di Putin, i media diffondono le immagini di bombardamenti, rastrellamenti, distruzioni attribuendone alla Russia la responsabilità. Anzi: proprio a garantire una “pace duratura”, l’Unione Europea e la NATO accolgono a braccia aperte l’Ucraina tra i loro membri. E per impedire la “propaganda sovietica”, l’Europa oscura Russia Today e Sputnik, assicurando che l’informazione sia “libera e indipendente”.

 

Questa è la narrazione ufficiale, alla quale si conformano tutti; essendo in guerra, il dissenso diventa immediatamente diserzione, e chi dissente è colpevole di tradimento e meritevole di sanzioni più o meno gravi, ad iniziare dalla pubblica esecrazione e dall’ostracismo, ben sperimentate con la Covid nei riguardi dei “no-vax”. Ma la verità, se la si vuole conoscere, permette di vedere le cose in modo diverso e di giudicare i fatti per quello che sono e non per come ci vengono presentati. Si tratta di un vero e proprio svelamento, come indica l’etimologia della parola greca ἀλήθεια. O forse, con uno sguardo escatologico, di una rivelazione, una ἀποκάλυψις.

 

L’espansione della NATO

 

Anzitutto occorre ricordare i fatti, che non mentono e non sono suscettibili di alterazione. E i fatti, per quanto fastidiosi da ricordare a chi cerca di censurarli, ci dicono che sin dalla caduta del Muro di Berlino gli Stati Uniti hanno esteso la propria sfera di influenza politica e militare a quasi tutti gli Stati satelliti dell’ex-Unione Sovietica: anche recentemente, annettendo nella NATO Polonia, Repubblica Ceca, Ungheria (1999), Estonia, Lettonia, Lituania, Slovenia, Slovacchia, Bulgaria e Romania (2004), Albania e Croazia (2009), Montenegro (2017), Macedonia del Nord (2020). L’Organizzazione del Trattato dell’Atlantico del Nord si appresta ad allargarsi a Ucraina, Georgia, Bosnia ed Erzegovina, Serbia. In pratica, la Federazione Russa si trova sotto la minaccia militare – armi e basi missilistiche – a pochi chilometri dal proprio confine, mentre non dispone di alcuna base militare altrettanto vicina agli Stati Uniti.

 

Prendere in considerazione l’allargamento della NATO all’Ucraina, senza suscitare le legittime proteste della Russia, è a dir poco sconcertante, specialmente in considerazione del fatto che la NATO si era impegnata con il Cremlino, nel 1991, a non espandersi ulteriormente. Non solo: alla fine 2021, Der Spiegel ha pubblicato le bozze di un trattato con gli Stati Uniti e un accordo con la NATO sulle garanzie di sicurezza (qui, qui e qui); Mosca chiedeva ai suoi partner occidentali garanzie legali che scongiurassero un’ulteriore espansione verso est della NATO, unendo al blocco l’Ucraina e stabilendo basi militari nei Paesi post-sovietici. Le proposte contenevano anche una clausola sul non dispiegamento di armi d’attacco della NATO vicino ai confini della Russia e sul ritiro delle forze dell’alleanza nell’Europa orientale alle posizioni del 1997.

 

Come si vede, la NATO è venuta meno ai suoi impegni o ha quantomeno forzato la situazione in un momento delicatissimo per gli equilibri geopolitici. Dovremmo chiederci per quale motivo gli Stati Uniti – o meglio: il deep state americano, che ha ripreso il potere dopo i brogli elettorali che hanno portato Joe Biden alla Casa Bianca – vogliano creare tensioni con la Russia e coinvolgere nel conflitto i propri partner europei, con tutte le conseguenze che possiamo immaginare.

 

Come ha osservato lucidamente il generale Marco Bertolini, ex comandante del Comando Operativo di Vertice Interforze: «Gli Stati Uniti non si sono limitati a vincere la Guerra Fredda ma l’hanno anche voluta umiliare [la Russia] prendendole tutto quello che in un certo senso rientrava nella sua area di influenza. [Putin] ha sopportato con i Paesi Baltici, la Polonia, la Romania e la Bulgaria: di fronte all’Ucraina che gli avrebbe tolto ogni possibilità di accedere al Mar Nero, ha reagito» (qui). E aggiunge: «C’è un problema di tenuta del regime, si è creata una situazione con un primo ministro abbastanza improbabile [Zelenskyj], uno che viene dal mondo dello spettacolo». Il generale non manca di ricordare, nel caso di un attacco degli Stati Uniti alla Russia, che «i Global Hawk che volano sull’Ucraina partono da Sigonella, l’Italia è una base militare americana in larga parte. Il rischio c’è, è presente e reale» (qui).

 

Interessi derivanti dal blocco delle forniture di gas russo

 

Dovremmo parimenti domandarci se, dietro la destabilizzazione dei delicati equilibri tra Unione Europea e Russia, non vi siano anche interessi economici, derivanti dalla necessità dei Paesi UE di approvvigionarsi di gas liquido americano (per il quale occorrono peraltro i rigassificatori di cui molti Stati sono privi e che comunque dovremmo pagare molto più caro) al posto di quello russo (più ecologico).

 

Anche la decisione dell’ENI di sospendere gli investimenti nel gasdotto Blue Stream di Gazprom (dalla Russia alla Turchia) comporta la privazione di un’ulteriore fonte di approvvigionamento, dal momento che esso alimenta la Trans Atlantic Pipeline (dalla Turchia all’Italia).

 

Non suona quindi casuale se, nell’agosto 2021, Zelenskyj ha dichiarato di considerare il gasdotto Nord Stream 2 tra Russia e Germania come «un’arma pericolosa, non solo per l’Ucraina ma per l’intera Europa» (qui): aggirando l’Ucraina, priva Kiev di circa un miliardo di euro all’anno di introiti da tariffe di transito. «Consideriamo questo progetto esclusivamente attraverso il prisma della sicurezza e lo consideriamo una pericolosa arma geopolitica del Cremlino», ha detto il Presidente ucraino, concordando con l’amministrazione Biden. Il Sottosegretario di Stato, Victoria Nuland, ha affermato: «Se la Russia invaderà l’Ucraina, il Nord Stream 2 non andrà avanti». E così è stato, non senza gravi danni economici per gli investimenti tedeschi.

 

I laboratori virologici del Pentagono in Ucraina

 

Sempre a proposito di interessi americani in Ucraina, vanno menzionati i laboratori virologici dislocati nel Paese, sotto il controllo del Pentagono e dove sembra siano esclusivamente impiegati specialisti statunitensi con immunità diplomatica alle dirette dipendenze del Ministero della Difesa americano.

 

Andrebbe ricordata anche la denuncia fatta da Putin relativa alla raccolta dei dati genomici della popolazione, utilizzabile per le armi batteriologiche a selezione genetica (qui, qui e qui). Le informazioni sull’attività dei laboratori in Ucraina sono ovviamente difficilmente confermabili, ma è comprensibile che la Federazione Russa abbia ritenuto, non senza motivo, che potessero costituire un’ulteriore minaccia batteriologica alla sicurezza della popolazione. L’Ambasciata statunitense ha provveduto a rimuovere dal proprio sito tutti i file relativi al Biological Threat Reduction Program (qui).

 

Scrive Maurizio Blondet: «All’Event 201, che simulò l’esplosione pandemica un anno prima che avvenisse, partecipava (coi soliti Bill e Melinda) l’apparentemente inoffensiva John Hopkins University con un suo benedicente Center for Health Security. La umanitaria istituzione ha avuto per lungo tempo un nome meno innocente: si chiamava Center for Civilian Biodefence Strategies e non s’occupava della sanità degli Americani, ma del suo contrario; la risposta ad attacchi bellici di bio-terrorismo. Era praticamente un’organizzazione civile-militare, che quando fa il suo primo convegno nel febbraio 1999 a Crystal City di Arlington, dove sorge il Pentagono, riunisce per una esercitazione-simulazione 950 medici, militari, funzionari federali e quadri della sanità. Scopo della simulazione, contrastare un fantomatico attacco di vaiolo “militarizzato”. È solo la prima delle esercitazioni che sboccheranno in Event 201 e nella Impostura Pandemica» (qui).

 

Emergono anche esperimenti sui militari ucraini (qui) e interventi dell’Ambasciata americana presso il Procuratore ucraino Lutsenko nel 2016 perché non indagasse su «un giro miliardario di fondi tra G. Soros e B. Obama» (qui).

 

Una minaccia indiretta per le mire espansioniste cinesi su Taiwan

 

L’attuale crisi ucraina comporta conseguenze secondarie, ma non per questo meno gravi, sugli equilibri geopolitici tra Cina e Taiwan. La Russia e l’Ucraina sono gli unici produttori di palladio e neon, indispensabili per la produzione di microchip.

 

«La possibile ritorsione di Mosca ha attirato maggiore attenzione negli ultimi giorni dopo che il gruppo di ricerche di mercato Techcet, ha pubblicato un rapporto che evidenzia la dipendenza di molti produttori di semiconduttori da materiali di origine russa e ucraina come neon, palladio e altri. Secondo le stime di Techcet, oltre il 90% delle forniture statunitensi di neon per semiconduttori proviene dall’Ucraina, mentre il 35% del palladio statunitense proviene dalla Russia. […] Secondo la US International Trade Commission, i prezzi del neon sono aumentati del 600% prima dell’annessione della penisola di Crimea […] da parte della Russia nel 2014, poiché le aziende di chip facevano affidamento su alcune società ucraine» (qui).

 

«Se è vero che un’invasione cinese di Formosa metterebbe a rischio la filiera tecnologica globale, è vero anche che un’improvvisa carenza di materie prime dalla Russia potrebbe fermare la produzione, di modo da far perdere all’isola lo “scudo del microchip” e indurre Pechino a tentare l’annessione di Taipei».

 

Il conflitto di interessi dei Biden in Ucraina

 

Un altro tema che si tende a non analizzare approfonditamente è quello relativo alla Burisma, un’azienda produttrice di petrolio e gas, operante sul mercato ucraino dal 2002. Ricordiamo che «durante la presidenza americana di Barack Obama (dal 2009 al 2017) il braccio destro con una “delega” sulla politica internazionale era proprio Joe Biden ed è da allora che data la “protezione” offerta dal leader democratico USA ai nazionalisti ucraini, una linea che ha creato il dissidio insanabile tra Kiev e Mosca. […] È stato Joe Biden in quegli anni a portare avanti la politica di avvicinamento dell’Ucraina alla Nato. Voleva togliere potere politico ed economico alla Russia. […] Negli ultimi anni inoltre il nome di Joe Biden è stato associato anche a uno scandalo sull’Ucraina che aveva fatto vacillare anche la sua candidatura. […] Siamo ad aprile 2014 quando la Burisma Holdings, la maggiore compagnia energetica dell’Ucraina (attiva sia su gas che petrolio), assume per una consulenza proprio Hunter Biden, […] con uno stipendio di 50mila dollari al mese. Tutto trasparente, se non fosse che durante quei mesi Joe Biden ha proseguito la politica americana volta a far riprendere il possesso da parte dell’Ucraina di quelle zone del Donbass ora divenute Repubbliche riconosciute dalla Russia. La zona di Donetsk è ritenuta ricca di giacimenti di gas non ancora esplorati finiti nel mirino della Burisma Holdings. Una politica internazionale intrecciata a quella economica che ha fatto storcere il naso anche ai media americani in quegli anni» (qui).

 

I Democratici sostennero che Trump aveva creato uno scandalo mediatico per nuocere alla campagna elettorale di Biden, ma le sue accuse si sono poi rivelate vere. Lo stesso Joe Biden, durante un incontro al Council for Foreign Relations dei Rockefeller, ha ammesso di essere intervenuto sull’allora Presidente Petro Poroshenko e sul Primo Ministro Arsenij Yatseniuk per impedire indagini sul figlio Hunter da parte del Procuratore Generale Viktor Shokin. Biden aveva minacciato «di trattenere una garanzia di prestito di un miliardo di dollari negli Stati Uniti durante un viaggio di dicembre 2015 a Kiev», riferisce il New York Post (qui). «Se il magistrato non verrà licenziato, non avrete i soldi» (qui e qui). E il Procuratore fu effettivamente licenziato, salvando Hunter da un ulteriore scandalo, dopo quelli che lo avevano coinvolto.

 

L’interferenza di Biden nella politica di Kiev, in cambio di favori alla Burisma e agli oligarchi corrotti, conferma tutto l’interesse dell’attuale Presidente degli Stati Uniti di proteggere la propria famiglia e la propria immagine, alimentando il disordine in Ucraina e addirittura una guerra. Come può governare con onestà e senza essere soggetto al ricatto una persona che si avvale del proprio ruolo per curare i propri affari e insabbiare i reati dei suoi famigliari?

 

La questione nucleare ucraina

 

Infine, c’è la questione delle armi nucleari ucraine. Il 19 febbraio 2022, in una conferenza a Monaco, Zelenskyj ha annunciato la sua intenzione di porre fine al Memorandum di Budapest (1994), che proibisce all’Ucraina lo sviluppo, la proliferazione e l’uso di armi atomiche. Tra le altre clausole del Memorandum, vi è anche quella che obbliga la Russia, gli Stati Uniti e il Regno Unito ad astenersi dall’utilizzare la pressione economica sull’Ucraina per influenzare la sua politica: le pressioni del FMI e degli USA per la concessione di aiuti economici in cambio di riforme coerenti con il Great Reset rappresentano un’ulteriore violazione dell’accordo.

 

L’Ambasciatore ucraino a Berlino, Andriy Melnyk, ha sostenuto alla radio Deutschlandfunk nel 2021 che l’Ucraina aveva bisogno di riacquistare lo status nucleare, se il paese non fosse riuscito ad entrare nella NATO. Le centrali nucleari dell’Ucraina sono gestite, ricostruite e mantenute dall’impresa statale NAEK Energoatom, che ha chiuso completamente il suo rapporto con le compagnie russe tra il 2018 e il 2021; i suoi principali partner sono aziende riconducibili al governo degli Stati Uniti. Si comprende facilmente come la Federazione Russa consideri una minaccia la possibilità che l’Ucraina si doti di armi nucleari e pretenda l’adesione di Kiev al patto di non proliferazione.

 

La rivoluzione colorata in Ucraina e l’indipendenza di Crimea, Donetsk e Lugansk

 

Un altro fatto. Nel 2013, dopo che il governo del Presidente Viktor Janukovyč aveva deciso di sospendere l’accordo di associazione tra l’Ucraina e l’Unione Europea e di stringere più strette relazioni economiche con la Russia, iniziarono una serie di manifestazioni di protesta note come Euromaidan, che durarono diversi mesi e che culminarono nella rivoluzione che rovesciò Janukovyč e portò all’insediamento di un nuovo governo. Un’operazione sponsorizzata da George Soros, come ha candidamente dichiarato egli stesso alla CNN: «Ho una fondazione in Ucraina da prima che diventasse indipendente dalla Russia; questa fondazione è sempre stata in attività e ha giocato un ruolo determinante negli eventi di oggi» (qui, qui e qui). Questo cambio di governo provocò la reazione dei sostenitori di Janukovyč e di una parte della popolazione ucraina contraria alla svolta filo-occidentale, che non era stata voluta dalla popolazione ma ottenuta con una rivoluzione colorata, di cui si erano avute le prove generali negli anni precedenti in Georgia, in Moldavia e in Bielorussia.

 

In seguito agli scontri del 2 Maggio 2014, in cui erano intervenute anche frange paramilitari nazionaliste (tra cui quelle del Pravyj Sektor), si ebbe anche la strage di Odessa. Di questi eventi terribili parlò, con scandalo, anche la stampa occidentale; Amnesty International (qui) e l’ONU denunciarono questi crimini documentandone l’efferatezza. Ma nessun tribunale internazionale avviò alcun procedimento contro i responsabili, come invece si vorrebbe fare oggi contro i presunti crimini dell’esercito russo.

 

Tra i tanti accordi non rispettati è da segnalare anche il Protocollo di Minsk, firmato il 5 settembre 2014 dal Gruppo di Contatto Trilaterale sull’Ucraina, composto dai rappresentanti di Ucraina, Russia, Repubblica Popolare di Donetsk e Repubblica Popolare di Lugansk. Tra i punti dell’accordo vi era anche la rimozione dei gruppi illegali armati, delle attrezzature militari, così come dei combattenti e mercenari dal territorio dell’Ucraina sotto la supervisione dell’OSCE e disarmo di tutti i gruppi illegali. Contrariamente a quanto pattuito, i gruppi paramilitari neonazisti non sono solo riconosciuti ufficialmente dal governo, ma ai loro membri vengono addirittura affidati incarichi ufficiali.

 

Sempre nel 2014 la Crimea, il Donetsk e il Lugansk dichiararono la propria indipendenza dall’Ucraina – in nome dell’autodeterminazione dei popoli riconosciuta dalla comunità internazionale – e si dichiararono annessi alla Federazione Russa. Il governo ucraino si rifiuta tuttora di riconoscere l’indipendenza di queste regioni, sancita con referendum popolare, e lascia libere le milizie neonaziste e le stesse forze militari regolari di infierire sulla popolazione, dal momento che considera queste entità come organizzazioni terroristiche. È pur vero che i due referendum del 2 novembre rappresentano una forzatura del Protocollo di Minsk, che prevedeva solo una decentralizzazione del potere e una forma di statuto speciale per le regioni del Donetsk e del Lugansk.

 

Come ha recentemente evidenziato il prof. Franco Cardini, «il 15 febbraio 2022 la Russia ha consegnato agli USA un progetto di trattato per cessare questa situazione e difendere le popolazioni russofone. Carta straccia. Questa guerra è iniziata nel 2014» (qui e qui). E fu una guerra nelle intenzioni di chi volle combattere la minoranza russa del Donbass: «Noi avremo un lavoro, le pensioni e loro no. Avremo i bonus per i bambini, e loro no. I nostri figli avranno scuole ed asili, i loro figli staranno negli scantinati. Così vinceremo questa guerra», disse il Presidente Petro Poroshenko nel 2015 (qui). Non sfuggirà l’assonanza con le discriminazioni nei confronti dei cosiddetti “no-vax”, privati del lavoro, della retribuzione, della scuola. Otto anni di bombardamenti in Donetsk e Lugansk, con centinaia di migliaia di vittime, 150 bambini morti, gravissimi casi di torture, stupri, sequestri e discriminazioni (qui).

 

Il 18 febbraio 2022 i Presidenti di Donetsk, Denis Pušilin, e Lugansk, Leonid Pasechnik, ordinavano l’evacuazione della popolazione civile verso la Federazione Russa a causa degli scontri in corso tra la Milizia Popolare del Donbass e le Forze Armate Ucraine. Il 21 febbraio la Duma di Stato (Camera bassa del Parlamento russo) ha ratificato all’unanimità i trattati di amicizia, cooperazione e assistenza reciproca introdotti dal Presidente Putin con le Repubbliche popolari di Donetsk e Lugansk. Contestualmente, il Presidente russo ordinava l’invio di truppe della Federazione Russa per riportare la pace nella regione del Donbass.

Ci si può chiedere per quale motivo, in una situazione di palese violazione dei diritti umani da parte di forze militari e apparati paramilitari neonazisti (che inalberano bandiere con la svastica e mostrano l’effigie di Aldolf Hitler) nei confronti della popolazione di lingua russa di repubbliche indipendenti, la comunità internazionale debba considerare condannabile l’intervento della Federazione Russa, ed anzi far ricadere su Putin la colpa delle violenze. Dov’è il tanto decantato diritto all’autodeterminazione dei popoli, che era valso il 24 agosto del 1991 per la proclamazione dell’indipendenza dell’Ucraina, riconosciuta dalla comunità internazionale? E per quale motivo ci si scandalizza oggi di un intervento russo in Ucraina, quando la NATO ne ha condotti in Jugoslavia (1991), in Kosovo (1999), in Afganistan (2001), in Iraq (2003), in Libia e in Siria (2011), senza che nessuno abbia sollevato alcuna obiezione? Senza dimenticare che negli ultimi dieci anni Israele ha più volte colpito obiettivi militari in Siria, Iran e Libano per scongiurare la creazione di un fronte armato ostile sul suo confine settentrionale e nessuna Nazione ha proposto di comminare sanzioni a Tel Aviv.

 

Suscita sgomento vedere con quale ipocrisia l’Unione Europea e gli Stati Uniti – Bruxelles e Washington – diano il proprio incondizionato appoggio al Presidente Zelenskyj, il cui governo da ormai otto anni continua impunemente a perseguitare gli Ucraini di lingua russa (qui), per i quali è addirittura vietato parlare nel loro idioma, in una nazione che conta numerose etnie, di cui quella russa rappresenta il 17,2%. Ed è scandaloso che si taccia sull’uso dei civili come scudi umani da parte dell’esercito ucraino, che colloca le postazioni antiaeree all’interno dei centri abitati, degli ospedali, delle scuole e degli asili proprio perché dalla loro distruzione si possano causare morti tra la popolazione.

 

I media mainstream si guardano bene dal mostrare le immagini dei soldati russi che aiutano i civili a raggiungere postazioni sicure (qui e qui) o che organizzano corridoi umanitari, sui quali sparano le milizie ucraine (qui e qui). Così come vengono taciuti i regolamenti di conti, gli eccidi, le violenze e i furti da parte di frange della popolazione civile, alla quale Zelenskyj ha fornito armi: i video che si possono vedere in rete danno un’idea del clima di guerra civile alimentato ad arte dal Governo ucraino. A ciò si aggiungano i galeotti fatti liberare per essere arruolati nell’Esercito e i volontari della legione straniera: una massa di esaltati senza regole e senza formazione che contribuirà a peggiorare la situazione rendendola ingestibile.

 

Il presidente Volodymyr Oleksandrovyč Zelenskyj

 

Come è stato fatto rilevare da più parti, la candidatura e l’elezione del Presidente ucraino Zelenskyj risponde a quel cliché recente, inaugurato negli ultimi anni, di attore comico o personaggio dello spettacolo prestato alla politica. Non si creda che l’essere sprovvisto di un idoneo cursus honorum sia ritenuto d’ostacolo all’ascesa ai vertici delle istituzioni, al contrario: quanto più una persona è apparentemente estranea al mondo dei partiti, tanto più c’è da presumere che il suo successo venga determinato da chi detiene il potere. Le performance en travesti di Zelenskyj sono perfettamente coerenti con l’ideologia LGBTQ che viene considerata dai suoi sponsor europei come indispensabile requisito dell’agenda di “riforme” che ogni Paese deve far proprio, assieme alla parità di genere, all’aborto e alla green economy. Non stupisce che Zelenskyj, membro del WEF (qui), abbia potuto beneficiare dell’appoggio di Schwab e dei suoi alleati per arrivare al potere e realizzare il Great Reset anche in Ucraina.

 

La serie televisiva in 57 puntate che Zelenskyj ha prodotto e di cui è stato protagonista, dimostra una pianificazione mediatica della sua candidatura a Presidente dell’Ucraina e della sua campagna elettorale. Nella fiction Il servitore del popolo egli recitava la parte di un professore di liceo che diventa inaspettatamente Presidente della Repubblica e si batteva contro la corruzione della politica. Non è un caso se la serie, assolutamente mediocre, ha comunque vinto il WorldFest Remi Award (USA, 2016), sia arrivata tra i primi quattro finalisti nella categoria dei film comici al Seoul International Drama Awards (Corea del Sud) e sia stata insignita del premio Intermedia Globe Silver nella categoria Serie TV di intrattenimento al World Media Film Festival di Amburgo.

 

L’eco mediatica ottenuta da Zelenskyj con la serie televisiva gli ha portato oltre 10 milioni di followers su Instagram e ha creato la premessa per la costituzione dell’omonimo partito Servitore del popolo di cui è membro anche Ivan Bakanov, Direttore Generale e azionista (assieme allo stesso Zelenskyj e all’oligarca Kolomoisky) della Kvartal 95 Studio, proprietaria della rete televisiva TV 1+1. L’immagine di Zelenskyj è un prodotto artificiale, una finzionemediatica, un’operazione di manipolazione del consenso che però è riuscita a creare il personaggio politico nell’immaginario collettivo ucraino che nella realtà, e non nella fiction, ha conquistato il potere.

 

«Proprio a un mese dalle elezioni del 2019 che lo videro vincitore, Zelenskyj avrebbe ceduto la società [Kvartal 95 Studio] a un amico, trovando comunque il modo di far arrivare alla sua famiglia i proventi degli affari ai cui ufficialmente aveva rinunciato. Quell’amico era Serhiy Shefir, che è stato poi nominato Consigliere alla Presidenza. […] La cessione delle quote è avvenuta a beneficio della Maltex Multicapital Corp., società detenuta da Shefir e registrata alle Isole Vergini Britanniche» (qui).

 

L’attuale Presidente ucraino ha promosso la propria campagna elettorale con uno spot a dir poco inquietante (qui) in cui, imbracciando due mitragliatrici, sparava sui membri del Parlamento, additati come corrotti o asserviti alla Russia. La lotta alla corruzione sbandierata dal Presidente ucraino nei panni di “servitore del popolo” non corrisponde tuttavia al quadro che emerge di lui dai cosiddetti Pandora papers, in cui compaiono 40 milioni di dollari versatigli alla vigilia delle elezioni dal miliardario ebreo Kolomoisky[1] su conti offshore (qui, qui e qui)[2]. In patria molti lo accusano di aver tolto potere agli oligarchi filo-russi non per darlo al popolo ucraino, ma per rinforzare il proprio gruppo di interesse e contemporaneamente togliendo di mezzo i suoi avversari politici: «Ha liquidato i ministri della vecchia guardia, primo fra tutti il potente Ministro degli Interni Avakov. Ha pensionato di brutto il presidente della Corte Costituzionale che frenava le sue leggi. Ha chiuso sette canali televisivi di opposizione. Ha messo agli arresti, accusandolo di tradimento, Viktor Medvedcuk, filorusso ma soprattutto leader di Piattaforma di opposizione-Per la vita, il secondo partito del Parlamento ucraino dopo il suo Servo del Popolo. Sta processando, sempre per tradimento, l’ex Presidente Poroshenko, che di tutto era sospettabile tranne che di intendersela con i Russi o con i loro amici. Il sindaco di Kiev, il popolare ex campione del mondo di pugilato Vitaly Klitchko, è già finito nel mirino di alcune perquisizioni. Insomma, Zelensky sembra voler fare piazza pulita di chiunque non sia allineato alla sua politica» (qui).

 

Il 21 aprile 2019 è eletto Presidente dell’Ucraina con il 73,22% dei voti e il 20 maggio presta giuramento; il 22 maggio 2019 nomina Ivan Bakanov, Direttore Generale della Kvartal 95, primo vicecapo dei Servizi di Sicurezza dell’Ucraina e Capo della Direzione principale per la lotta contro la corruzione e il crimine organizzato della Direzione centrale del Servizio di Sicurezza dell’Ucraina. Assieme a Bakanov, è da menzionare Mykhailo Fedorov, Vicepresidente e Ministro della Trasformazione Digitale, membro del World Economic Forum (qui). Lo stesso Zelenskyj ha ammesso di avere come proprio ispiratore il Primo Ministro del Canada Justin Trudeau (qui e qui).

 

I rapporti di Zelenskyj con il FMI e il WEF

 

Come ha dimostrato il tragico precedente della Grecia, le sovranità nazionali e la volontà popolare espressa dai Parlamenti sono de facto cancellate dalle decisioni dell’alta finanza internazionale, la quale interferisce nelle politiche dei governi con ricatti e vere e proprie estorsioni di natura economica. Il caso dell’Ucraina, che è uno dei Paesi più poveri dell’Europa, non fa eccezione.

 

Poco dopo l’elezione di Zelenskyj, il Fondo Monetario Internazionale minacciò di non concedere il prestito di 5 miliardi se non si fosse adeguato alle sue richieste. Nel corso di una conversazione telefonica con l’Amministratore Delegato del FMI Kristalina Georgieva, il Presidente ucraino venne redarguito per aver sostituito Yakiv Smolii con un uomo di sua fiducia, Kyrylo Shevchenko, meno incline ad assecondare i diktat del Fondo Monetario. Scrive Anders Åslund su Atlantic Council: «I problemi che circondano il governo Zelenskyj stanno crescendo in modo allarmante. Innanzitutto, dal marzo 2020, il Presidente ha condotto un’inversione non solo delle riforme perseguite sotto di lui, ma anche quelle iniziate dal suo predecessore Petro Poroshenko. In secondo luogo, il suo governo non ha presentato proposte plausibili per risolvere le preoccupazioni del FMI sugli impegni inadempiuti dell’Ucraina. In terzo luogo, il Presidente sembra non avere più una maggioranza parlamentare al potere e sembra disinteressato a formare una maggioranza riformista» (qui).

 

È evidente che gli interventi del FMI sono finalizzati ad ottenere dal governo ucraino l’impegno ad allinearsi alle politiche economiche, fiscali e sociali dettate dall’agenda globalista, ad iniziare dalla “indipendenza” della Banca Centrale Ucraina dal governo: un eufemismo con il quale il FMI chiede al governo di Kiev di rinunciare al legittimo controllo sulla propria Banca Centrale, che costituisce una delle modalità in cui si esercita la sovranità nazionale, assieme all’emissione della moneta e alla gestione del debito pubblico. D’altra parte, solo quattro mesi prima Kristalina Georgieva aveva lanciato il Great Reset assieme a Klaus Schwab, al principe Carlo e al segretario generale delle Nazioni Unite António Guterres.

 

Quel che non era stato possibile realizzare con i governi precedenti, è stato portato a compimento sotto la Presidenza di Zelenskyj, entrato nelle grazie del WEF (qui) assieme al nuovo Governatore della BCU Kyrylo Shevchenko. Il quale, per dar prova di sudditanza, meno di un anno dopo ha scritto un articolo per il WEF intitolato Le banche centrali sono la chiave per gli obiettivi climatici dei paesi e l’Ucraina sta mostrando la strada (qui). Ecco quindi realizzata, sotto ricatto, l’Agenda 2030.

 

Vi sono anche altre compagnie ucraine che hanno legami con il WEF: la State Savings Bank of Ukraine (una delle più grandi istituzioni finanziarie in Ucraina), il DTEK Group (un importante investitore privato nel settore energetico ucraino) e la Ukr Land Farming (leader agricolo nella coltivazione). Banche, energia e cibo sono settori perfettamente in linea con il Great Reset e la Quarta Rivoluzione Industriale teorizzata da Klaus Schwab.

 

Il 4 febbraio dell’anno scorso, il Presidente ucraino ha fatto chiudere sette emittenti televisive, tra cui ZIK, Newsone e 112 Ukraine, colpevoli di non appoggiare il suo governo. Così scrive Anna Del Freo: «Una dura condanna a questo atto liberticida è arrivata, tra gli altri, anche dalla Federazione europea dei giornalisti e dalla Federazione internazionale dei giornalisti, che hanno chiesto l’immediata revoca del veto. Le tre emittenti non potranno più trasmettere per cinque anni: impiegano circa 1500 persone, il cui posto di lavoro è oggi a rischio. Non esiste alcun vero motivo perché le tre reti debbano essere chiuse, salvo l’arbitrio del vertice politico Ucraino, che le accusa di minacciare la sicurezza dell’informazione e di essere sotto “la maligna influenza russa”. Una forte reazione giunge anche dalla NUJU, il sindacato dei giornalisti ucraini, che parla di pesantissimo attacco alla libertà di parola, visto che si vengono a privare centinaia di giornalisti della possibilità di esprimersi e centinaia di migliaia di cittadini del diritto ad essere informati». Come si vede, ciò di cui si accusa Putin è compiuto da Zelenskyj e, più recentemente, dall’Unione Europea con la complicità delle piattaforme social. E prosegue: «“Oscurare le emittenti televisive è una delle forme più estreme di restrizione della libertà di Stampa”, ha detto il segretario generale della EFJ, Ricardo Gutierrez. “Gli Stati hanno l’obbligo di garantire un effettivo pluralismo dell’informazione. È chiaro che il veto presidenziale non è per nulla in linea con gli standard internazionali sulla libertà di espressione”» (qui).

 

Sarebbe interessante sapere quali siano state le dichiarazioni della Federazione europea dei giornalisti e dalla Federazione internazionale dei giornalisti dopo l’oscuramento di Russia Today e Sputnik in Europa.

 

I movimenti neonazisti ed estremisti in Ucraina

 

Un Paese che invoca dalla comunità internazionale aiuti umanitari per difendere la popolazione dall’aggressione russa dovrebbe, nell’immaginario collettivo, distinguersi per rispetto dei principi democratici e per una legislazione che proibisca attività e propaganda a ideologie estremiste.

 

In Ucraina agiscono indisturbati, e spesso con l’appoggio ufficiale delle istituzioni pubbliche, movimenti di matrice neonazista impegnati in azioni militari e paramilitari. Tra questi vi sono: l’Organizzazione dei Nazionalisti Ucraini (OUN) di Stepan Bandera, di matrice nazista, antisemita e razzista già attiva in Cecenia e che fa parte del Right Sector, un’associazione di movimenti di estrema destra costituitasi in occasione del colpo di stato dell’Euromaidan del 2013/2014; l’Esercito Insurrezionale Ucraino (UPA); l’UNA/UNSO, ala paramilitare del partito ucraino di estrema destra Ukraine National Assemble; la Fratellanza di Korchinsky, che ha offerto protezione a Kiev ai membri dell’ISIS (qui); Visione Misantropica (MD), una rete neonazista diffusa in 19 Paesi, che incita pubblicamente al terrorismo, all’estremismo e all’odio contro cristiani, musulmani, ebrei, comunisti, omosessuali, americani e persone di colore (qui).

 

Va ricordato che il governo ha dato appoggio esplicito a queste organizzazioni estremiste sia inviando la guardia presidenziale ai funerali di loro esponenti, sia sostenendo il Battaglione Azov, un’organizzazione paramilitare che è ufficialmente parte dell’Esercito Ucraino con il nuovo nome di Reggimento di Operazioni Speciali Azov e inquadrato nella Guardia Nazionale. Il Reggimento Azov è finanziato dall’oligarca ucraino ebreo Igor Kolomoisky, già governatore di Dnepropetrovsk e ritenuto anche il finanziatore delle milizie nazionalistiche di Pravyj Sektor, considerate le responsabili della strage di Odessa. Parliamo dello stesso Kolomoisky citato nei Pandora Papers come sponsor del Presidente Zelenskyj. Il battaglione ha rapporti con diverse organizzazioni di estrema destra in Europa e negli Stati Uniti.

 

Amnesty International, dopo un incontro avvenuto l’8 settembre 2014 tra il Segretario Generale Salil Shetty e il Primo Ministro Arsenij Jacenjuk, ha chiesto al Governo ucraino di porre fine agli abusi e ai crimini di guerra commessi dai battaglioni di volontari che operano unitamente alle forze armate di Kiev. Il Governo ucraino ha aperto un’inchiesta ufficiale al riguardo, dichiarando che non risultano indagati ufficiali o soldati del Battaglione Azov.

 

Nel marzo 2015, il Ministro dell’Interno ucraino Arsen Avakov ha annunciato che il battaglione Azov sarebbe stata una delle prime unità ad essere addestrata dalle truppe dell’Esercito americano, come parte della loro missione di addestramento Operation Fearless Guard. L’addestramento degli Stati Uniti è stato interrotto il 12 giugno 2015, quando la Camera dei Rappresentanti ha approvato un emendamento che vieta tutti gli aiuti (comprese le armi e l’addestramento) al battaglione a causa del suo passato neonazista. L’emendamento è stato poi revocato su pressione della CIA (qui e qui) e i militari di Azov sono stati addestrati negli Stati uniti (qui e qui): «Alleniamo questi ragazzi ormai da otto anni. Sono davvero dei bravi combattenti. Ecco dove il programma dell’Agenzia potrebbe avere un serio impatto».

 

Nel 2016 un rapporto dell’OSCE ritiene il Battaglione Azov responsabile dell’uccisione in massa di prigionieri, di occultamento di cadaveri nelle fosse comuni e dell’uso sistematico di tecniche di tortura fisica e psicologica. Proprio pochi giorni fa il vicecomandante del Battaglione, Vadim Troyan, è stato nominato Capo della Polizia della regione di Oblast dal Ministro dell’Interno Arsen Avakov.

 

Questi sono gli “eroi” che combattono assieme all’Esercito Ucraino contro i soldati russi. E questi eroi del Battaglione Azov, invece di proteggere i loro figli, osano fare di loro carne da macello, arruolando bambini e bambine (qui e qui), in violazione del Protocollo Opzionale alla Convenzione ONU sui diritti dell’infanzia e dell’adolescenza (qui), concernente il coinvolgimento dei minori nei conflitti armati: uno strumento giuridico ad hoc che stabilisce che nessun minore di 18 anni possa essere reclutato forzatamente o utilizzato direttamente nelle ostilità, né dalle forze armate di uno Stato né da gruppi armati.

 

Anche a costoro, inevitabilmente, sono destinate le armi letali fornite dall’UE, compresa l’Italia di Draghi, con l’appoggio dei partiti politici “antifascisti”.

 

La guerra ucraina nei piani del NWO

 

La censura contro le emittenti russe è chiaramente volta a impedire che la narrazione ufficiale sia smentita dai fatti. Ma mentre i media occidentali mostrano immagini del videogioco War Thunder (qui), fotogrammi di Star Wars (qui), esplosioni in Cina (qui), video di parate militari (qui), riprese dell’Afganistan (qui), della metropolitana di Roma (qui) o immagini di forni crematori mobili (qui) facendoli passare per scene reali e recenti della guerra in Ucraina, la realtà viene ignorata perché si è già deciso di provocare un conflitto come arma di distrazione di massa che legittimi nuove restrizioni delle libertà nelle Nazioni occidentali, secondo i piani del Great Reset del World Economic Forum e dell’Agenda 2030 delle Nazioni Unite.

 

È evidente che il popolo ucraino, al di là delle questioni che la diplomazia potrà risolvere, è vittima dello stesso colpo di stato globale ad opera di poteri sovranazionali che hanno a cuore non la pace tra le Nazioni, ma l’instaurazione della tirannide del Nuovo Ordine Mondiale. Solo alcuni giorni fa, la parlamentare ucraina Kira Rudik ha dichiarato a Fox News, imbracciando un kalashnikov: «Sappiamo che non combattiamo solo per l’Ucraina, ma anche per il Nuovo Ordine Mondiale».

 

Le violazioni dei diritti umani in Ucraina e i crimini delle milizie neonaziste più volte denunciati da Putin non hanno potuto trovare una soluzione politica perché sono stati pianificati e fomentati dall’élite globalista, con la collaborazione dell’Unione Europea, della NATO e del deep state americano, in chiave anti-russa e per rendere inevitabile una guerra dalla quale ottenere, principalmente in Europa, l’adozione forzata di razionamenti energetici (qui)[3], limitazioni agli spostamenti, sostituzione della cartamoneta con moneta elettronica (qui e qui) e adozione dell’ID digitale (qui e qui): non stiamo parlando di progetti teorici, ma di decisioni che stanno per essere prese concretamente a livello europeo e nei singoli Stati.

 

Il rispetto della Legge e delle norme

 

L’intervento in Ucraina da parte della NATO, degli USA e dell’Unione Europea non pare trovare alcuna legittimazione. L’Ucraina non è membro della NATO, e come tale non dovrebbe beneficiare dell’aiuto di un ente che ha come scopo la difesa degli Stati che vi fanno parte. Lo stesso dicasi dell’Unione Europea, che ha ricevuto solo pochi giorni fa la richiesta di Zelenskyj di entrarne a far parte. Nel frattempo l’Ucraina ha ricevuto dagli Stati Uniti 2,5 miliardi di dollari dal 2014 e altri 400 milioni nel solo 2021 (qui), più altri fondi per un totale di 4,6 miliardi di dollari (qui). Dal canto suo Putin ha concesso 15 miliardi di dollari di prestiti all’Ucraina, per salvarla dalla bancarotta. L’Unione Europea ha invece inviato 17 miliardi finanziamenti, ai quali si aggiungono quelli dei singoli Stati. Di questi aiuti la popolazione ha beneficiato in minima parte.

 

Inoltre, intervenendo a nome dell’Unione Europea sulla guerra in Ucraina, Ursula von der Leyen viola gli articoli 9, 11 e 12 del Trattato di Lisbona. La competenza dell’Unione in questo settore è quella del Consiglio europeo e dell’Alto Rappresentante, in nessun caso quella del Presidente della Commissione. A che titolo la Presidente von der Leyen agisce come se fosse a capo dell’Unione Europea, usurpando un ruolo che non le compete? Per quale motivo nessuno interviene, specialmente dinanzi al pericolo al quale si espongono i cittadini europei dinanzi ad una possibile ritorsione russa?

 

Inoltre, in molti casi le Costituzioni degli Stati che oggi inviano aiuti e armi all’Ucraina non prevedono la possibilità di entrare in un conflitto. Ad esempio, l’art. 11 della Costituzione Italiana sancisce: «L’Italia ripudia la guerra come strumento di offesa alla libertà degli altri popoli e come mezzo di risoluzione delle controversie internazionali». L’invio di armamenti e soldati ad una nazione che non fa parte né della NATO né dell’Unione Europea costituisce di fatto una dichiarazione di guerra alla nazione con essa belligerante (la Russia, in questo caso) e richiederebbe quindi la previa deliberazione dello stato di guerra, come previsto dall’art. 78 della Costituzione: «Le Camere deliberano lo stato di guerra e conferiscono al Governo i poteri necessari». Non risulta che ad oggi le Camere siano state chiamate ad esprimersi in tal senso, né che il Presidente della Repubblica sia intervenuto per esigere il rispetto del dettato costituzionale. Il Premier Draghi, nominato dalla cabala globalista per la distruzione dell’Italia e il suo definitivo asservimento ai poteri sovranazionali, è uno dei tanti Capi di governo che considera la volontà dei cittadini come un fastidioso intralcio all’esecuzione dell’agenda del WEF. Dopo due anni di violazioni sistematiche dei diritti fondamentali e della Costituzione, risulta difficile credere che vorrà anteporre gli interessi della Nazione a quelli dei suoi mandanti: al contrario, quanto più disastrosi saranno gli effetti delle sanzioni assunte dal suo governo, tanto più costui potrà ritenersi apprezzato da loro. Il colpo di stato perpetrato con l’emergenza psicopandemica prosegue oggi con nuove decisioni sciagurate, ratificate da un Parlamento senza nerbo.

 

Costituisce peraltro una violazione dell’art. 288 del Codice Penale italiano il consentire che cittadini italiani – e addirittura esponenti della maggioranza di Governo e leader politici – rispondano all’appello dell’Ambasciata Ucraina per l’arruolamento nella legione straniera: «Chiunque nel territorio dello Stato e senza approvazione del governo arruola o arma cittadini, perché militino al servizio o a favore dello straniero, è punito con la reclusione da 4 a 15 anni». Nessun magistrato, almeno per il momento, è intervenuto d’ufficio per punire i responsabili di questo reato.

 

Un’altra violazione è rappresentata dall’attività di trasferimento dall’Ucraina all’Italia (e presumibilmente anche in altre Nazioni) dei bambini ottenuti da maternità surrogata, commissionati da coppie italiane in violazione della Legge 40/2004, senza alcuna sanzione per i colpevoli e i complici di questo reato.

 

Va ricordato anche che le esternazioni di membri del Governo o di esponenti della politica nei confronti della Federazione Russa e del suo Presidente, assieme alle sanzioni adottate, ai ripetuti casi di arbitrarie discriminazioni di cittadini, aziende, artisti e squadre sportive per il solo fatto di essere russi non costituiscono solo una provocazione che andrebbe evitata per consentire una serena e pacifica composizione della crisi ucraina, ma mettono in gravissimo pericolo la sicurezza dei cittadini italiani (e di quelli delle altre Nazioni che adottano analoghi comportamenti). Non si comprende il motivo di tanta sconsiderata temerità, se non nell’ottica di una deliberata volontà di scatenare reazioni nella controparte.

 

Il conflitto russo-ucraino rappresenta una pericolosissima trappola tesa ai danni dell’Ucraina, della Russia e degli Stati europei.

 

L’Ucraina è ultima vittima di consumati carnefici

 

La crisi russo-ucraina non è scoppiata improvvisamente un mese fa, ma è stata preparata e alimentata da lungo tempo, certamente ad iniziare dal golpe bianco del 2014 voluto dal deep state americano in chiave anti-russa. Lo dimostra, tra gli altri fatti incontestabili, l’addestramento del Battaglione Azov da parte della CIA, «per uccidere i Russi» (qui), con la forzatura da parte dell’Agenzia della revoca dell’emendamento del Congresso del 2015. Anche gli interventi di Joe e Hunter Biden vanno nella medesima direzione. Vi è quindi l’evidenza di una premeditazione a lungo termine, coerente con la inarrestabile espansione della NATO verso est. La rivoluzione colorata di Euromaidan e l’instaurazione di un governo filo-atlantista composto da homines novi addestrati dall’élite del WEF e di Soros, doveva creare le premesse della subalternità dell’Ucraina al blocco atlantista, sottraendola all’influenza della Federazione Russa. A tale scopo, l’azione eversiva delle ong del filantropo ungherese supportate dalla propaganda mediatica ha taciuto i crimini delle organizzazioni paramilitari neonaziste, finanziate dagli stessi sponsor di Zelenskyj.

 

Ma se il lavaggio del cervello operato dal mainstream nei Paesi occidentali è riuscito a veicolare una narrazione completamente falsata della realtà, altrettanto non può dirsi in Ucraina, dove la popolazione conosce tanto la corruzione della classe politica al potere quanto la sua lontananza dai veri problemi della Nazione. Noi crediamo che gli “oligarchi” siano solo in Russia, mentre essi sono presenti soprattutto nella galassia degli Stati dell’ex-Unione Sovietica, dove possono accumulare ricchezze e potere semplicemente mettendosi a disposizione di “filantropi” e multinazionali straniere. Poco importa se i loro conti offshore sono la causa principale della povertà dei cittadini, dell’arretratezza del sistema sanitario, dello strapotere della burocrazia, della quasi totale assenza di servizi pubblici, del controllo straniero di aziende strategiche, della perdita progressiva della sovranità e dell’identità nazionale: l’importante è “fare soldi”, essere immortalati con personaggi politici, banchieri, venditori di armi e affamatori del popolo. Per poi venire in Versilia o sulla Costiera Amalfitana ad ostentare yacht e platinum card al cameriere di Odessa o alla donna delle pulizie di Kiev che mandano ai parenti la paga guadagnata in nero. Questi miliardari ucraini in kippah sono coloro che stanno svendendo l’Ucraina all’occidente corrotto e corruttore, barattando il proprio benessere con l’asservimento dei loro connazionali agli usurai che si stanno impadronendo del mondo, ovunque con gli stessi sistemi spietati e immorali. Ieri tagliavano gli stipendi ai lavoratori di Atene e Tessalonica, oggi hanno semplicemente allargato i loro orizzonti all’Europa intera, in cui la popolazione guarda ancora incredula all’instaurarsi di una dittatura prima sanitaria e poi ambientale.

 

D’altra parte, come avrebbero fatto costoro, senza il pretesto di una guerra, a giustificare il vertiginoso aumento del prezzo del gas e dei carburanti, forzando il processo di una transizione “ecologica” imposta dall’alto per l’impoverimento controllato delle masse? Come avrebbero potuto far digerire ai popoli del mondo occidentale l’instaurazione della tirannide del Nuovo Ordine Mondiale, quando la farsa pandemica stava sfaldandosi portando alla luce il crimine contro l’umanità compiuto da BigPharma?

 

E mentre l’UE e i Capi di governo danno la colpa alla Russia del disastro incombente, le élites occidentali dimostrano di voler distruggere anche l’agricoltura, per applicare su scala globale gli orrori dell’Holodomor (qui). D’altra parte, in molti stati (compresa l’Italia) si va teorizzando la privatizzazione dei corsi d’acqua – che è un bene pubblico inalienabile – a vantaggio delle multinazionali e con scopi di controllo e limitazione delle attività agricole. Non diversamente si era comportato il governo filoatlantista di Kiev: da otto anni la Crimea era stata privata dell’acqua del Dnepr, per impedire l’irrigazione dei campi e affamare la popolazione. Si comprendono oggi, alla luce delle sanzioni comminate alla Russia e della fortissima riduzione degli approvvigionamenti di grano, gli enormi investimenti di Bill Gates nell’agricoltura (qui), seguendo le stesse spietate logiche di profitto già sperimentate con la campagna vaccinale.

 

Gli Ucraini, a qualsiasi etnia essi appartengano, sono gli ultimi, inconsapevoli ostaggi dello stesso regime totalitario sovranazionale che ha messo in ginocchio l’economia delle Nazioni con l’impostura della Covid, dopo aver teorizzato pubblicamente la necessità di decimare la popolazione mondiale e di trasformare i superstiti in malati cronici compromettendo irreparabilmente il loro sistema immunitario.

 

Ci pensino bene, gli Ucraini, ad invocare l’intervento della NATO o della UE, sempre ammesso che siano davvero loro a farlo e non piuttosto i loro corrotti governanti aiutati da mercenari razzisti e da gruppi di neonazisti al soldo dei gerarchi. Perché mentre viene loro promessa la libertà dall’invasore – con il quale condividono la comune eredità culturale e religiosa per esser stati parte della Grande Russia – in realtà si sta cinicamente preparando la loro definitiva cancellazione, il loro asservimento al Grande Reset che tutto prevede fuorché la tutela della loro identità, della loro sovranità, dei loro confini.

 

Guardino gli Ucraini a quel che è avvenuto ai Paesi dell’Unione Europea: il miraggio di prosperità e sicurezza è demolito dalla contemplazione delle macerie lasciate dall’euro e dalle lobby di Bruxelles. Nazioni invase da immigrati clandestini che alimentano la criminalità e la prostituzione; distrutte nel loro tessuto sociale dalle ideologie politically correct; portate scientemente al fallimento per sconsiderate politiche economiche e fiscali; condotte verso la miseria con la cancellazione delle tutele del lavoro e della previdenza sociale; private di un futuro con la distruzione della famiglia e la corruzione morale e intellettuale delle nuove generazioni.

 

Quelle che erano state Nazioni prospere e indipendenti, diverse nelle loro specificità etniche, linguistiche, culturali e religiose sono state trasformate in una massa informe di persone senza ideali, senza speranze, senza fede, senza nemmeno la forza di reagire agli abusi e ai crimini di chi li governa. Una massa di clienti delle multinazionali, di schiavi del sistema di controllo capillare imposto con la farsa pandemica, anche dinanzi all’evidenza della frode. Una massa di persone senza identità, marchiate con il QR-code come gli animali di un allevamento intensivo, come i prodotti di un enorme centro commerciale. Se questo è stato il risultato della rinuncia alla propria sovranità per tutti – tutti, nessuno escluso! – gli Stati che si sono affidati alla colossale truffa dell’Unione Europea, perché l’Ucraina dovrebbe fare eccezione?

 

È questo che volevano, che speravano, che desideravano i vostri padri, quando ricevettero con Vladimiro il Grande il Battesimo sulle rive del Dnepr?

 

Se vi è un aspetto positivo che ciascuno di noi può riconoscere in questa crisi, è l’aver mostrato l’orrore della tirannide globalista, il suo cinismo spietato, la sua capacità di distruggere e annientare tutto ciò che tocca. Non sono gli Ucraini che dovrebbero entrare nell’Unione Europea o nella NATO, ma gli altri Stati che dovrebbero finalmente avere un sussulto di orgoglio e di coraggio e uscirne, scrollando da sé questo giogo detestabile e ritrovando la propria indipendenza, la propria sovranità, la propria identità, la propria fede. La propria anima.

 

Che sia chiaro: il Nuovo Ordine non è un destino ineluttabile, e può essere sovvertito e denunciato se solo i popoli si rendono conto di essere stati ingannati e truffati da un’oligarchia di criminali ben identificabili, per i quali un giorno varranno quelle sanzioni e quei blocchi dei fondi che oggi essi applicano impunemente a chiunque non pieghi il ginocchio dinanzi a loro.

 

Un appello alla Terza Roma

 

Anche per la Russia questo conflitto è una trappola. Lo è perché esso realizzerebbe il sogno del deep state americano di estrometterla definitivamente dal contesto europeo nei suoi rapporti commerciali e culturali, spingendola tra le braccia della Cina, forse con la speranza che la dittatura di Pechino possa persuadere i Russi ad accettare il sistema di credito sociale e altri aspetti del Great Reset che finora ha saputo evitare almeno in parte.

 

È una trappola non perché la Russia abbia torto nel voler “denazificare” l’Ucraina dai suoi gruppi estremisti e garantire protezione e tutela agli Ucraini di lingua russa, ma perché sono proprio queste ragioni – teoricamente sostenibili – ad esser state create apposta per provocarla e indurla ad invadere l’Ucraina, in modo da suscitare la reazione della NATO preparata da tempo dal deep state e dall’élite globalista. Il casus belli è stato pianificato deliberatamente dai veri responsabili del conflitto, sapendo che avrebbe ottenuto esattamente quella risposta da parte di Putin. E sta a Putin, indipendentemente dal fatto di avere ragione, non cadere nella trappola e anzi ribaltare il banco, offrendo all’Ucraina delle condizioni di pace onorevoli senza proseguire nel conflitto. Anzi, quanto più Putin ritiene di essere nel giusto, tanto più egli dimostrerà la grandezza della sua Nazione e l’amore per il suo popolo col non cedere alle provocazioni.

Mi sia permesso ripetere le parole del profeta Isaia: Dissolve colligationes impietatis, solve fasciculos deprimentes, dimitte eos qui confracti sunt liberos, et omne onus dirumpe; frange esurienti panem tuum, et egenos vagosque induc in domum tuam; cum videris nudum, operi eum, et carnem tuam ne despexeris. Tunc erumpet quasi mane lumen tuum; et sanitas tua citius orietur, et anteibit faciem tuam justitia tua, et gloria Domini colliget te. Sciogli le catene inique, togli i legami del giogo, rimanda liberi gli oppressi e spezza ogni giogo; dividi il pane con l’affamato, accogli in casa tua i miseri e i senza tetto; se vedi uno nudo, vestilo, e non nasconderti a colui che è carne della tua carne. Allora la tua luce sorgerà come l’aurora, la tua ferita si rimarginerà presto. Davanti a te camminerà la tua giustizia, la gloria del Signore ti seguirà. (Is 58, 6-8).

 

La crisi mondiale con cui si prepara la dissoluzione della società tradizionale ha coinvolto anche la Chiesa Cattolica, la cui Gerarchia è ostaggio di apostati cortigiani del potere[4]. Vi fu un tempo in cui i Pontefici e i Prelati affrontavano i Re senza rispetti umani, perché sapevano di parlare con la voce di Gesù Cristo, Re dei re. La Roma dei Cesari e dei Papi è deserta e muta, come è muta da secoli la Seconda Roma di Costantinopoli. Forse la Provvidenza ha stabilito che sia Mosca, la Terza Roma, ad assumersi oggi dinanzi al mondo il ruolo di κατέχον (2Tess 2, 6-7), di ostacolo escatologico all’Anticristo. Se gli errori del Comunismo sono stati diffusi dall’Unione Sovietica, giungendo ad imporsi finanche dentro la Chiesa, la Russia e l’Ucraina possono avere oggi un ruolo epocale nella restaurazione della Civiltà Cristiana, contribuendo a portare al mondo un periodo di pace dal quale anche la Chiesa risorgerà purificata e rinnovata nei suoi Ministri.

 

Gli Stati Uniti d’America e gli Stati europei non devono emarginare la Russia, ma anzi stringere con essa un’alleanza non solo per il ripristino degli scambi commerciali per la prosperità di tutti, ma in vista della ricostruzione di una Civiltà Cristiana, che sola potrà salvare il mondo dal mostro globalista tecnosanitario e transumano.

 

Considerazioni finali

 

Suscita grande preoccupazione che i destini dei popoli siano nelle mani di un’élite che non risponde a nessuno delle proprie decisioni, che non riconosce alcuno sopra di sé e che per perseguire i propri interessi non esita a mettere a repentaglio la sicurezza, l’economia e la stessa vita di miliardi di persone, con la complicità dei politici al loro servizio e dei media mainstream. Le falsificazioni dei fatti, le grottesche adulterazioni della realtà e la partigianeria con cui sono diffuse le notizie si affiancano alla censura delle voci dissenzienti e giungono a forme di persecuzione etnica nei confronti dei cittadini russi, discriminati proprio nei Paesi che si dicono democratici e rispettosi dei diritti fondamentali.

 

Auspico che il mio appello alla costituzione di un’Alleanza Antiglobalista che unisca i popoli nell’opposizione alla tirannide del Nuovo Ordine Mondiale possa essere raccolto da quanti hanno a cuore il bene comune, la pace tra le Nazioni, la concordia tra i popoli, la libertà dei cittadini e il futuro delle nuove generazioni. E prima ancora, che le mie parole – assieme a quelle di tante persone intellettualmente oneste – contribuiscano a portare alla luce le complicità e la corruzione di chi si avvale della menzogna e della frode per giustificare i propri crimini, anche in questi momenti di grande apprensione per la guerra in Ucraina.

 

«Ci ascoltino i forti, per non diventar deboli nella ingiustizia. Ci ascoltino i potenti, se vogliono che la loro potenza sia non distruzione, ma sostegno per i popoli e tutela a tranquillità nell’ordine e nel lavoro» (Pio XII, Radiomessaggio ai governanti e ai popoli nell’imminente pericolo della guerra, 24 Agosto 1939).

 

Possa la Santa Quaresima indurre tutti i Cristiani ad invocare alla Maestà divina il perdono per i peccati di quanti calpestano la Sua santa Legge: la penitenza e il digiuno muovano a misericordia il Signore Iddio, mentre ripetiamo le parole del profeta Gioele: Parce, Domine: parce populo tuo; et ne des hæreditatem tuam in opprobrium, ut dominentur eis nationes. Perdona, Signore, al tuo popolo e non esporre la tua eredità al vituperio, alla derisione delle genti (Gl 2, 17).

 

 

+ Carlo Maria Viganò, Arcivescovo,

   Ex Nunzio Apostolico negli Stati Uniti d’America

 

 

 

6 Marzo 2022

Dominica I in Quadragesima

 

[1] Kolomoisly è anche uno dei due fondatori nel 2011, assieme al miliardario Vadim Rabinovich, del Parlamento Ebraico Europeo. Cfr. http://ejp.eu/ . Si noti che Rabinovich è membro della Piattaforma di Opposizione – Per la Vita, il partito ucraino filo-russo il cui leader Viktor Medvedcuk è stato arrestato da Zelenskyj.

[2] Secondo il politico russo Viktor Vladislavovich Zubarev, membro della Duma di Stato, Zelenskyj avrebbe anche 1,2 miliardi di dollari depositati presso la Dresdner Bank in Costa Rica e una villa a Miami acquistata a 34 milioni di dollari.

Cfr. https://twitter.com/ssistevini/status/1500383603586441216 | Per un quadro più esaustivo si veda l’inchiesta di Slidstvo-info, agenzia ucraina indipendente di giornalismo investigativo: https://youtu.be/Pp0WWZbNGq4

[3] Si noti che il Ministro italiano della Transizione Ecologica, Roberto Cingolani, ha deciso pochi giorni fa di cedere quota delle scorte petrolifere all’Ucraina «come aiuto concreto anche sul fronte energetico», esattamente come durante la pandemia regalò milioni di mascherine alla Cina, per poi acquistarne da Pechino poco dopo.

Cfr. https://www.ansa.it/sito/notizie/politica/2022/03/02/ucraina-italia-cede-quota-delle-scorte-petrolifere-_b84086a2-1b31-4846-98c2-de84581b9ec4.html

 

[4] Sul numero del 6 Marzo, Famiglia Cristiana titola, a commento di un articolo del fondatore della Comunità Sant’Egidio, Andrea Riccardi: «Fermiamo la guerra e costruiamo un nuovo ordine mondiale». Cfr. https://twitter.com/fratotolo2/status/1500446210393522176

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59 commenti

  • Daniele ha detto:

    Grazie per la lettura educativa e sincera. Non conoscevo l’autore prima d’ora, e l’ho trovato per caso su di una testata giornalistica straniera. Ho gia inoltrato il link ad alcuni miei amici.

  • Fred Lin ha detto:

    Is there an English translation of this article?

  • Lorenzo ha detto:

    È molto interessante l’articolo su Polemia di Michel Geoffroy intitolato Guerre en Ukraine : le vrai “Great Reset”.

  • daouda ha detto:

    La ripetizione di più o meno di tutti i piagnistei filoputiniani e filorussi è cosa del tutto stramba per un cristiano, non solo in sè, visto che il Re era uno anticamente, ma soprattutto per le fantomatiche asserzioni sul conservatorismo putiniano come argine e baluardo contro il redivivo NWO ( che ai miei tempi, ormai andati, non era stato infestato dalla geopolitica, la cui divulgazione posticcia ha evidentemente compiuto il fine per cui era stata pubblicizzata ).
    Con quale leggerezza si viene a scrivere che “la NATO è venuta meno ai suoi impegni” come se fosse una cosa strana e casuale? Eppure altrettanto stupido nell’analisi, altrettanto non strano e casuale, sono proprio i risultati che questo confronto fra cosche mafiose ( beh, la guerra fra russi e occidentali non è nient’altro che una sorta di faida fra palermitani e corleonesi stile Cosa Nostra ) apporteranno, risultati che NON POTEVANO ESSERE OTTENUTI SE NON DETERMINANDO UNO SCONTRO FRA DUE FAZIONI FRA LORO.
    Ad ogni modo è esilarante scoprire come Gorbachov sia stato completamente frainteso nella sua dissimulazione e nei suoi intenti, dacché la strategia apportata dai sovietici è stata da manuale. Odiato in Russia, osannato in Occidente, non si riesce a capire che invece il suo lavoro un giorno determinerà tutto l’opposto giacché non si ha alcuna cognizione di cosa sia stata la Perestroika ( e tanto varrebbe iniziare ad avere molti molti dubbi sul farlocco anti-comunismo di Giovanni Paolo II, per tornare fra gli ecclesiastici ).
    Ricordo che il falso split fra Sovietici e Maoisti fu necessario all’implementazione dell’arsenale tecnologico manifatturierio occidentale in Cina, cosa voluta dagli Stati Uniti ossia da tutti gruppi di potere finanziari della Round Table ).
    Continuare a calcare la mano sulle nefandezze democratiche apparte lasciare fuori i troskysti neo-con ( genericamente tutti gli anti-comunisti ed antisocialisti in USA sono infiltrati da trotskysti, come tutte le associazioni anti-comuniste di tal lega che ha molte diramazioni fra le stirpi mongoloidi ) rientra appunto nel cambio di paradigma.
    E’ inutile ripetersi che forse ben più dei media ufficiali e mainstream, sono i canali controinformativi, che seguono lo script assegnatoli la cui nascita risale a prima del 1900, costituiscono la voluta narrazione, da tempo successivamente espansa e diretta dai servizi segreti anch’essa.
    E’ alquanto strano che la palla al balzo usata da Putin sia proprio quella neonazista usata da Soros ed il suo entourage, è strano che sembra essere l’obiettivo la crisi europea ( facilitando il progetto di Gorbachov di casa comune europea appunto ), come strano che quei cavolo di laboratori saranno ben presto spendibili nella controffensiva svelatoria per accreditarsi al mondo dei dormienti che si vedranno piovere addosso la realtà nella sua bruttura.
    Tutto molto puntuale insomma.
    Lo scritto di Viganò sembra il solito riassuntino preconfezionato e propaganditsico per immettersi nelle coscienze dandole la preordinata fattura interpretativa di quel che sta accadendo, misto al sognum di “grande rinascita” di cui anche lui si fa propugnatore.
    D’altronde ancora si crede che Eltcin sia stato un ubriacone, e Putin abbia salvato dalla sua deriva. E chiaramente non si vuole ammettere che anche Putin è stato “costruito”, come Trump. Ma lasciamo perdere, i nemici sono sempre gli altri d’altronde! Nella follemente ingenua realtà che il nemico più infido sia colui che osteggia in tutto la propria posizione, quando semmai dovrebbe essere il traditore che simula di avere la nostra posizione e portarla avanti. Pazienza. Lo stesso motivo d’altronde per cui Pio X e Pio XII, che furono i veri artefici della distruzione liturgica, sono mollemente criticati, mentre Giovanni XXIII e Paolo VI sono dei nefandi criminali…
    Ad ogni modo un politico-tradizionalista come sua eccellenza per la libertà di parola ed i diritti uman-liberali fa scompisciare dalla risate!
    Senza dimenticare ovviamente che il signor Putin è punta di diamante degli Chabad edomiti, sempre a conferma che la battaglia è tutta fra di loro.
    Per il resto è inutile cincischiare sulla Terza Roma che non è mai esistita, come è veramente da polli credere alla rinascita spirituale che si ha fra gli ortodossi le cui gerarchie sono compromesse se non sacramentalmente del tutto inesistenti. Come al solito si preferisce il simulacro alla sostanza, come anche ideologicamente si è fatto per la liturgia difendendo il rito del 62 che è soltanto un simulacro apparente del rito apostolico romano, di cui probabilmente in realtà non frega nulla.

  • Lorenzo ha detto:

    L’intervento di Mons. Viganò è come sempre interessante, ma del tutto inutile. Purtroppo la sconfitta della Russia e la vittoria del nuovo ordine mondiale sono una certezza. Sono due anni che i mondialisti procedono di vittoria in vittoria, mentre noi indietreggiamo di sconfitta in sconfitta. Tanto vale mettere il cuore in pace. I mondialisti hanno mantenuto la loro promessa: “niente sarà più come prima”.

    • Cyndy ha detto:

      I believe Russia will win . President Putin has God beside him.

      Putin’s Faith

      https://www.bitchute.com/video/U3nPvQJXQY9d/

    • Riccardo ha detto:

      No non è inutile.
      Dopo la aver preso in considerazione diverse fonti si ritrova qui una “sintesi” completa che da il quadro lucido nn ed essenziale della situazione.
      Sua Eminenza è sempre molto attento nella narrazione e ciò può servire a qualcuno ,che non abbia tempo di fare ricerca, a comprendere il quadro reale ed averne piena coscienza.
      La presa di coscienza è il primo passo per la vittoria della verità

      • Lorenzo ha detto:

        Sono rarissime le persone che sanno dell’esistenza di Mons. Viganò e dei suoi pregevoli interventi, così come quelle che sanno dell’esistenza della S. Messa detta “in latino” (mio nipote credeva che si trattasse della messa-cena protestante di Montini tradotta in latino e mi ha chiesto se c’è il segno di pace e la comunione!). Il destino di questi interventi è un po’ quello delle conferenze o dei comizi elettorali che si tenevano un tempo: ci va chi è già d’accordo e ben convinto e conosce già tutto (o quasi) quel che relatori e comizianti diranno, anche se, a volte, ci scappa qualche cazzotto come tanti anni orsono accadde al congresso del partito monarchico.
        Purtroppo il great reset e il nuovo ordine mondiale (ritiro del contante, etc…) proseguono la loro marcia trionfale e irreversibile. La Russia perderà la guerra.

        • Marco Tosatti ha detto:

          Beh, mica tanto rare….solo su Stilum Curiae il testo italiano di mons. Viganò ha avuto al momento 49.076 visite, e quello inglese 32.991…e solo su Stilum Curiae.

  • marta ha detto:

    Grazie Monsignor Viganò, un faro nella nebbia totale.

  • Nuccio Viglietti ha detto:

    Disastro provocato clamoroso depauperamento di coscienze… da riduzione di etica a mero orpello ingombrante… tramite oltre cinquant’anni di consumismo sfrenato adorazione di danaro abuso sistematico di ogni genere sostanze… dileggiamento costante di Sacro… di Divino…!!…https://ilgattomattoquotidiano.wordpress.com/

    • Rolando ha detto:

      Caro Nuccio, ti ricordi di quel Vicario di Cristo, che dopo aver ben riempito lo stomaco di anguille del lago di Bolsena e bevuto del buon vino di quella zona, stiracchiandosi esclamava :”Quanta mala patimur pro ecclesia sancta Dei!”?
      Depauperamento….. riduzione di etica….
      Ah, Rm 13,1 del grande impostore!
      A sudare sangue son sempre le masse dei poveri. Da massa a “massacro”: assicurata l’anima a Dio, il corpo degli uomini delle masse povere è nuda proprietà del Potere. Il Potere ne fa quello che vuole. A tanto serve Dio.

  • Rolando ha detto:

    Ho letto con attenzione tutto l’articolo di Mons. Viganò.
    Se tutto fosse così vero, è catastrofico e disperante.
    Ma proprio le considerazioni finali, espresse in quattro paragrafi, costituiscono secondo il mio sentimento il colpo di grazia mortale. Quel Dio che il citato Gioele invoca è proprio quell’ EL YHWH ISH MILCHAMAH.
    “Ab uno disce omnis” dice Virgilio e quest’uno, per me, è proprio mons. Carlo Maria Viganò. Non so se anche il primo della serie o uno di questi “omnes”. Comunque uno di quelli.

  • Lucia Buttaro ha detto:

    Grazie ❤️ Mons Viganò, Faro in questa orrenda genia di ribelli! Auspico che Papa Francesco apprezzi il Suo impegno che salva la faccia e la Dignità della Chiesa Cattolica Apostolica Romana, tanto disonorata da gerarchia ecclesiastica e laici Eco del Nuovo Ordine Mondiale! Dio abbia pietà di noi. Amen!

    • MARIO ha detto:

      “Mons. Viganò…Auspico che Papa Francesco apprezzi il Suo impegno…”
      Ma Sig.ra Lucia, lei è per caso una marziana, approdata oggi sul nostro pianeta? Benvenuta!
      Però… una conferma sulle buone intenzioni degli extra-terrestri. Almeno quelli…

      • Lucia Buttaro ha detto:

        Hai capito bene! Infatti il cristiano è nel mondo ma NON È DI QUESTO MONDO! Invece lei…..signor Mario?

        • Rolando ha detto:

          Lucia, luce di sapienza! “NON HABEMUS HINC MANENTEM CIVITATEM SED FUTURAM INQUIRIMUS”.
          Peccato che anche Viganò abbia il suo bel conto in banca, il luogo dove per il filosofo R.Rorty risiede la Verità. E che corrisponde esattamente alla precisa semantica di quel “krematon” usato da Protagora per indicare l’uomo come misura dei soldi. Non degli spirituali valori, come gli impostori hanno tradotto e dato da intendere alle masse, ma materialmente “oro” , “tesoro”. Non le dice niente che l’origine delle banche risieda proprio nel Tesoro del Tempio? Dei tanti Templi del Dio?

  • giulia anna anna meloni ha detto:

    narrazione e descrizione geo-politica oggettiva e ben documentata. E’ essenziale conoscere i fatti, nel loro passato ,presente, possibile futura espansione…poi ognuno decide da che parte stare e se ne prende la responsabilità. Grazie monsign.Viganò.

  • Silvia ha detto:

    Grazie, grazie a mons. Viganò. Come sempre i suoi articoli sono precisi e chiari, concordo su tutto!

  • Some guy from Russia ha detto:

    War
    Must
    Be
    Stopped

  • Luciano Motz ha detto:

    Scusate, ma non ho capito: Mons. Viganò vuol forse significare che Putin è uno sciocco che si è fatto coinvolgere in una guerra voluta da altri?

    • Miserere2 ha detto:

      Scusa Motz a me della sorte di Putin non interessa, come di quella dei graviano. Posso solo pregare per loro.

    • Forum Coscienza Maschile ha detto:

      Quel che è certo è che si stanno realizzando i programmi di Davos: aumento di energia e carburanti per ridurre l’Occidente a livelli di vita da Terzo Mondo

  • acido prussico ha detto:

    Ohibo!
    “Il patriarca Kirill: la guerra è giusta perché è contro chi sostiene i gay” (di Alessandro Trocino e Redazione Online)

    https://www.corriere.it/esteri/22_marzo_07/patriarca-kirill-guerra-giusta-perche-contro-chi-sostiene-gay-95ea4e30-9e2e-11ec-aa45-e6507f140451.shtml

    • MARIO ha detto:

      Ahino! Così sei riuscito a convertire anche il Patriarca Kirill?
      Il quale la butta in teologia escatologico-apocalittica: Putin come flagello di Dio contro i “Gay Pride”.
      Cioè… quello che che non ha potuto il Covid, lo può Vladimir Putin?

  • P. Brian Paul MAGUIRE,c.p. ha detto:

    Amen e Deo Gratias!
    Che la Madonna del Buon Successo contintui a dare Buon Successo all’apostolato autenticamente cattolico di Mons. C.M. Viganò.

  • acido prussico ha detto:

    Una DOCUMENTATA, ARGOMENTATA, CONCRETA analisi del Monsignore che irrita i “teorici” del “mettete-dei-fiori-nei-vostri-cannoni” che hanno PERSO la “filosofia” del fatterello del Paradiso Perduto e dell’IMPOSSIBILITÀ di “riacciuffarlo” FINO A QUANDO CRISTO NON TORNERÀ.

  • Anna ha detto:

    Uomini di Dio che non ci parlano più di Dio ma di politica….

    • Aurelio ha detto:

      Politica? Mi pare che monsignor Viganò stia difendendo la verità, prima vittima di ogni guerra, come è dovere gravissimo per un pastore veramente fedele a Cristo, via, verità e vita.

    • Valeria Fusetti ha detto:

      Cara Anna la Chiesa Cattolica considera anche la questione sociale “cosa di Dio”, la Chiesa ha da sempre insegnato a ben vivere in terra per poter ben vivere in Cielo. Celeberrima è l’Enciclica Rerum Novarum di Papa Leone XIII del 1891. Papa Leone XIII ha iniziato la Dottrina Sociale della Chiesa ed è stato seguito, su questo sentiero, dai papi Pio XI, Pio XII con un Radiomessaggio nel 1941, Giovanni XXIII (due encicliche), Paolo VI ( Una Enciclica ed una Lettera Apostolica), e San Giovanni Paolo II ( 3 Encicliche) .Attualmente l’Osservatorio Cardinale Van Thuan si occupa attivamente, e con una tenacia meravigliosa, della diffusione dell’attuale elaborazione della Dottrina Sociale della Chiesa. Ecco, si dia pace, non si scandalizzi e ringrazi Dio per le dichiarazioni di mons Viganò. Cordialmente.

  • Virginio ha detto:

    Gli uomini in ribalta di questa guerra vengono presentati come protagonisti e fautori degli eventi. In realtà uomini come Putin, come i suoi avversari occidentali e come i suoi stessi alleati, sono solamente i pezzi forti della scacchiera, i Re sono altri. La guerra riguarda un campo più esteso di quello delle azioni in corso.

  • giovanni ha detto:

    Come sempre molto, molto preciso Mons. Vigano’. Gli elitisti d’oltreoceano,i cui nomi e’ meglio non ripetere per evitare soffocanti reflussi sulfurei, sono la piu’ efficiente e spaventosa macchina di produzione cadaveri al mondo.

  • stilumcuriale emerito ha detto:

    Notizia dell’ultima ora :
    C’è anche l’Italia nella lista di “Paesi ostili” stilata dal governo russo. Nell’elenco sono stati inseriti tutti quegli Stati e territori stranieri che hanno applicato o che si sono uniti alle sanzioni contro Mosca, le sue aziende e i cittadini russi.
    La guerra si sta estendo di ora in ora e noi cosa facciamo? Facciamo filosofia.

    • Anonimo ha detto:

      I romani andranno al Divino Amore o a Santa Maria Maggiore

    • Sergio ha detto:

      Boh, bisognerebbe chiedere a Mons. Viganò cosa dobbiamo fare.

      • Valeria Fusetti ha detto:

        Caro Stilumcuriale, l’Italia è tra i Paesi ostili, anche senza virgolette, e questo grazie alle dichiarazioni di Draghi e all’invio di armi e aerei che partono da Sigonella. E Sigonella è in Italia. Per altro noi, in quanto persone che cercano di capire cosa succede e perchè, sembra che non abbiamo voce in capitolo, ma se permette abbiamo almeno il diritto di chiarirci le idee, dimostrando che, anche se oppressi da un governo non di incapaci, ma di capacissimi servi di Davos, siamo comunque persone libere. La libertà che ci ha dato Cristo Gesù va molto al di là delle concessioni di lorsignori, e sinchè abbiamo un po’ di respiro la dobbiamo usare . E’ un sacro dovere dimostrare a costoro che, coerenti con l’aver fatto guerra a noi ora l’hanno dichiarata ad una potenza mondiale, noi NON abbiamo il cervello paralizzato dalla paura indetta dai miserabili che imbrattano tonnellate di carta ogni giorno, o berciano nella scatola magica. Noi sappiamo in Chi abbiamo creduto, ed in Chi crediamo e Lo preghiamo che ci liberi dal maligno. In cordibus Jesu et Mariae.

      • Rolando ha detto:

        Eleggerlo Vicario di Cristo, papa a Roma, subito. Così se non ci salva dalle bombe, almeno ci benedice come cadaveri giustamente puniti dall’ira divina.

    • stilumcuriale emerito ha detto:

      E’ ritornato il cretino del copia-incolla cambia nick.
      Se Tosatti non lo toglie di mezzo me ne vado io.

    • Gian ha detto:

      Non la seguo più caro STILUMCURIALE EMERITO, certo che siamo nella lista dei cattivi. Dichiarando per bocca del nostro GENIO INCOMPRESO (quello del “Non ti vaccini, ti ammali, contagi, muori”) che l’Italia invierà armi all’Ucraina è come se avessimo dichiarato guerra alla Russia. No? Al tempo di Andreotti non sarebbe accaduto, oggi invece succede di tutto, perfino di avere lo “Stato di Emergenza” ad libitum per poter governare senza passare per il voto, applicando le istruzioni di Klaus Schwab.

  • Pater Luis Eduardo Rodríguez Rodríguez ha detto:

    Più chiaro di così…mentre leggevo amatissimo Mgr. Carlo Maria, mi veniva in mente…cosa sarebbe la Chiesa oggi senza Benedetto XVI impedito?…cosa sarebbe stata la Chiesa, se Benedetto XVI più che mettersi a scrivere la Vita di Gesù, s’ avrebbe più impegnato nei suoi obblighi di governo, s’ avrebbe ascoltato ai veri amici che li chiedevano di cacciare il massone bertone traditore…s’ avrebbe saputo scegliere Lei come Segretario di Stato…veda che l’ impostore schwaberORGOGLIO, nonostante tutto quanto fa è nullo, è da riconoscere che non avendo Timore di Dio, usa il potere materiale della Chiesa, cacciando tutti quanti non si li pieghino…e nessuno fa niente. Se BXVI avrebbe esercitato sua autorità senza badare a intrighe, paure, pressioni, avrebbe cacciato in tempo tr’ altri, bertone miserabile traditore.

    Anche se continua essere unico Papa BXVI, e non più rammaricando la Chiesa come poteva essere oggi, lui con 95 anni, ecc, troviamo in Lei, Mgr. Carlo Maria il
    Prelato che affronta i Re senza rispetti umani, perché sa di parlare con la voce di Gesù Cristo, Re dei re. “La Roma dei Cesari e dei Papi è deserta e muta, come è muta da secoli la Seconda Roma di Costantinopoli. Forse la Provvidenza ha stabilito che sia Mosca, la Terza Roma”…fin qui parafraseando in parte, ma il seguito non la vedo come Lei. Perche ci sono parecchie Profezie vere che spiegano dove andiamo. La prego conoscere di più sulla MADONNA DI MONTE CARMELO, SAN SEBASTIÁN DE GARABANDAL, eppure su AKITA, GIAPPONE.

    Caso mai fosse la Russia, fosse Putin, la scintilla che scatteni tutte quelle forze demonieche che permettendo Dio, ci portino alla Purificazione, Tribolazione, mai vista nella Storia della Salvezza, e quindi al TRIONFO DEL CUORE IMMACOLATO E LA SECONDA PENTECOSTE.

    Non si scordi che Putin, certo solo in vista ai benefici della sua Russia, ha dato apoggio in mille modi sia al demonio chávez che all’ attuale scimmia, e se è compiaciuto della distruzione di questa oggi povera Venezuela, usata como prostibolo, come Cuba, invece siamo stati un paese ricco ed adesso ridotti così, non sarà perchè quel pure astuto Zar Rasputin l’ importino i destini d’ altri popoli.

    Vedere questo COLPO DI STATO VATICANO, gestito dal demente schwaberORGOGLIO, con l’ opaco parolina massone, ed in terzo, quel venezuelano che Lei ben conosce, simili personaggi sinistri come il puttano attore che fa da “presidente” dell’ Ucraina, con Colpo di Stato…ma votato dalla “maggioranza” imbruttita dai mass media, come Colpo di Stato in USA, ed ovunque si guardi…nella vostra Italia…è desolazione totale.

    Nel giorno del suo compleanno, 7 ottobre 2016 (per noi Lepanto, N.S. DEL ROSARIO…COME A FATIMA SI PRESENTÒ CON QUESTO TITOLO LA MADONNA) Putin regalò al Venezuela una statua 6 metri alta, di bronzo, fatta in Russia, del demonio chávez, li pare Mgr. Carlo Maria che questo sia un “statista” ben intenzionato?

    Qui una sua letterina dal 3.3.14
    https://m.youtube.com/watch?v=dAeI-pJ0F6A

    7.3.22
    748° DIES NATALIS S. TOMMASO D’ AQUINO, DOTTORE DELLA CHIESA.
    SANTE FELICITA E PERPETUA, MARTIRI.

    • Amparo Simeon ha detto:

      Y que bien que lo ha dicho usted. Si el Papa verdadero Benedicto XVI hubiera gobernado en vez de dedicarse a ejercer de Papa Teólogo “sui generis” al 90 por 100 como decía Mons. Livi.
      CONCORDO IN TUTTO. PACE E BENE.

  • stilumcuriale emerito ha detto:

    Stati Uniti, Inghilterra e Francia sono stati alleati con l’URSS dal 1942 al 1945 contro l’Asse Roma-Berlino e il Giappone.
    Una volta sconfitto il grande dittatore Hitler, gli Usa si posero il problema dell’altro grande dittatore, Stalin. Preferirono prima un tentativo di venire a patti e poi la guerra fredda. Quando fu abbattuto il muro di Berlino ci illudemmo che fosse stata raggiunta la pace mondiale. Adesso ci rendiamo conto che non era vero. Intanto gli uomini con funzione di attori primari sono cambiati. Si sono succeduti Presidenti degli Usa, capi dell’unione Sovietica (oggi Russia) presidenti della Cina , Sommi Pontefici della Chiesa Cattolica. Sono cambiati i suonatori ma la musica è sempre la stessa : lotta per i propri interessi, difesa ad oltranza delle proprie ideologie, guerra.

    • Enrico Nippo ha detto:

      “Sono cambiati i suonatori ma la musica è sempre la stessa : lotta per i propri interessi, difesa ad oltranza delle proprie ideologie, guerra”.

      Vedo che sei giunto alla mia stessa conclusione.

      • stilumcuriale emerito ha detto:

        Ci sono giunto dal 26 aprile del 1945 e non ho mai cambiato idea.

    • Rolando ha detto:

      Concordo totalmente, caro Stilumcuriale Emerito, con ogni parola del suo breve e chiaro intervento. Anche da un punto di vista umano, infatti, è valida l’affermazione della breve lettera di Giuda che “nelle molte parole sta il peccato”, cioè il dolo, l’inganno, l’ubriacatura del senno.

  • Non chiaro ha detto:

    Viganó 1: Il “guerrafondaio Putin” starebbe massacrando la popolazione inerme,
    Viganò 2: A comprova della “violenza” di Putin, i media diffondono le immagini di bombardamenti, rastrellamenti, distruzioni attribuendone alla Russia la responsabilità.

    Non ho capito se Viganò stia negando che Putin sta massacrando della gente (“STAREBBE massacrando”) o se stia dicendo che il massacro non sia sua responsabilità immediata e diretta (vd. Viganò 2).

  • Roberto ha detto:

    Eccellente intervento, ben documentato ed onestamente super partes.
    Leggere gli scritti di Mons. Viganò è sollievo per l’animo e ci si sente meno soli.

  • miserere mei ha detto:

    Da manuale. Con nomi e cognomi.

    C’è l’oligarchia tentacolare (ONU, NATO, WEF, UE più i filantropi come Soros e Gates) fortemente ideologica e in grado di condizionare l’opinione pubblica, i Governi e le varie istituzioni che dovrebbero garantire il popolo.

    C’è la storia recente del teatro degli scontri, spiegata per intero, specialmente i maneggi di chi adesso si chiama fuori, come se il Donbass e la Crimea non esistessero.
    E non mancano riferimenti precisi alla questione del gas, delle materie prime, dei laboratori di biotecnologia militare e di Taiwan.

    C’è il problema del nucleare sporco, la faccenduola familiare di Biden, la storia dell’attuale presidente ucraino che spazia dall’ideologia LGBT ai movimenti neonazi che gli gravitano attorno e non pochi affari.

    Il mainstream mistifica la realtà per provocare un conflitto come arma di distrazione di massa che legittimi nuove restrizioni delle libertà nelle Nazioni occidentali, secondo i piani del Great Reset del World Economic Forum e dell’Agenda 2030 delle Nazioni Unite.

    Si sta giocando sulla pelle dei popoli belligeranti dopo aver giocato sulla pelle dei vaccinati. E tra chi combatte, c’è chi dice di farlo al soldo del New World Order.
    Se prevalessero, per tutti, sullo sfondo, c’è l’ID digitale e il campo di concentramento virtuale.

    Il quadro è chiaro. E’ un fatto positivo che i globalisti satanisti siano venuti allo scoperto, anche nei nomi solitamente più discreti e soliti a non comparire nei media. Buon segno la fretta, buon segno la loro paura che le cose non vadano come le hanno pianificate.

    Non è un destino ineluttabile. I globalisti/satanisti non sono “dio”. Ma rischiamo tutti di finire in trappola.
    Anche la Russia rischia di fare il gioco di costoro.

    Terribilmente assente e inadeguata è la Chiesa di Roma.

    Possano gli uomini di buona volontà aiutarsi, senza lasciare solo chi, in buona fede, potrebbe commettere errori irreparabili.

    Ci aiuti Dio.

  • Adriana 1 ha detto:

    Ottimo, Mons. Viganò: quadro completo.
    Mi permetto di aggiungervi l’ultimo ( per ora ) lapsus (?) di Biden: ” Putin ha invaso la Russia “. Ma, si sa, la lingua batte dove il dente del W.E.F. duole…

    • stilumcuriale emerito ha detto:

      Qualunque quadro, per completo che sia, avendo una cornice, lascia più cose fuori di quante non ne tenga dentro.

      • Adriana 1 ha detto:

        Caro stilum,
        comincia tu, di tuo gusto, a compilare un tomo dell’Enciclopedia Britannica sull’argomento, o, se preferisci, della Treccani.
        Lunghissima vita a Stilum curiale Emerito!!!

      • Enrico Nippo ha detto:

        Ohè! Pure SE comincia ad accorgersi del Vuoto!

        Mai dire mai! 😊