Il Comune di Roma Censura Pro Vita Che Chiede di Far Nascere le Donne.

5 Marzo 2022 Pubblicato da

 

Marco Tosatti

Il Comune di Roma, quello del sindaco piddino Gualtieri, censura la libertà di espressione ordinando la rimozione dei manifesti che Pro Vita e Famiglia aveva fatto affiggere. Qui sotto trovate il comunicato in cui si spiegano un po’ di cose, e più sotto ancora la dichiarazione del sen. Fillon, che presenterà un’interrogazione urgente al Ministro degli Interni, Lamorgese. Ovviamente che questo accada mentre il PD e la sinistra e i 5Stelle stanno sbracciandosi per i diritti e la libertà degli ucraini non provoca nessuna perplessità né nel PD né nella sinistra né tantomeno (ma che chiedete mai!) ai 5Stelle. Buona lettura.

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Il Campidoglio dichiara guerra alla campagna in difesa delle donne di Pro Vita & Famiglia

Censura e bocche tappate. A questo sta ricorrendo il Comune di Roma per imbavagliare la libertà di opinione di Pro Vita & Famigliae in particolare l’ultima campagna di affissioni in difesa dei nasciture – anzi, delle nasciture – e dunque delle donne tutte.

I manifesti promossi in vista dell’8 marzo – la Giornata Internazionale della Donna – mostrano infatti una bimba nel grembo materno, con la dicitura «Potere alle donne? Facciamole nascere». Come per ogni essere umano, infatti il primo diritto di una donna è quella alla vita e l’iniziativa vuole sensibilizzare sullo sterminio di milioni di vite umane ogni anno, che spesso vengono uccise nel grembo materno solo perché donne, dunque con un vero e proprio aborto selettivo. Una campagna che però si rivolge anche a tutte le altre donne – già nate – per far sentire loro la vicinanza di chi, come fa appunto Pro Vita & Famiglia, non le vuole lasciare sole, soprattutto nei momenti drammatici di abbandono e solitudine per essere state lasciate sole a seguito di una gravidanza indesiderata o da portare avanti senza mezzi economici e sociali adeguati.

Tutto questo però non piace a chi fa dell’aborto, dell’uccisione nel grembo materno e della solitudine delle donne costrette a scegliere la pratica abortiva, il suo mantra, come appunto progressisti, radicali, esponenti del Movimento 5 Stelle e della Sinistra. E’ stata infatti Monica Lucarelli, Assessore alle Attività Produttive e Pari Opportunità del Comune di Roma ad annunciare di aver disposto la rimozione dei manifesti, adducendo come motivazione una fantomatica violazione dell’articolo 12 bis sul regolamento per le affissioni. Secondo questo articolo, infatti, è vietata l’esposizione pubblicitaria il cui contenuto contenga stereotipi e disparità di genere, veicoli messaggi sessisti, violenti o rappresenti la mercificazione del corpo femminile e il cui contenuto sia lesivo del rispetto delle libertà individuali, dei diritti civili e politici.

Una descrizione che non ha bisogno di interpretazioni e che, soprattutto, già di per sé scagiona l’iniziativa di Pro Vita & Famiglia, che in alcun modo è stata ed è sessista, né violenta, né veicola messaggi stereotipati o di disparità. Una diversa interpretazione, infatti, vorrebbe dire che il Campidoglio reputa sessista, violento, lesivo e discriminatorio semplicemente dire di tutelare le donne, di rispettarle e di farle nascere.

Una decisione, quella del Comune guidato dal neo sindaco Roberto Gualtieri, arrivata dopo le polemiche sollevate, come detto, da alcuni esponenti del mondo politico, tra i quali i consiglieri del Partito democratico in Campidoglio, ma anche Leone Barilli, segretario di Radicali Roma e Michela Cicculli, presidente della commissione Pari opportunità di Roma ed esponente di Sinistra civica ecologista.

Un vero e proprio network politico di censura e imbavagliamento, dunque, che ha chiesto a gran voce la rimozione di quello che è stato falsamente e in modo calunnioso additato come un insulto, mentre nessuno – a proprio dei paladini della giustizia e della libertà di pensiero – si è minimamente indignato per gli atti vandalici dei collettivi femministi, che hanno imbrattato i manifesti di Pro Vita & Famiglia?

L’associazione pro-life non è però rimasta a guardare e ha già annunciato il ricorso in Procura e in ogni sede giudiziaria per difendere i propri interessi contro la rimozione dei manifesti ed eventualmente i reati di asportazione, distruzione o deterioramento dei propri stampati, che dovrebbero  – il condizionale, con questa Giunta è d’obbligo – essere garanti dall’articolo 21 della Costituzione.

Evidentemente, come ha dichiarato il portavoce della onlus, Jacopo Coghe, a Roma «è vietato ogni discorso anche solo indirettamente collegato all’aborto». Anzi. E’ vietato qualsiasi discorso legato all’aborto se non sei pro-abortista e non la pensi come loro.

Ecco dunque che l’iniziativa di Pro Vita & Famiglia, iniziata ieri con l’affissione dei manifesti – e che proseguirà in vista dell’8 marzo, anche in altre città e capoluoghi d’Italia – è stata calpestata da chi vuole calpestare il diritto di parola altrui, la libertà di stampa, di manifestazione di pensiero e, in definitiva, vuole calpestare le coscienze di chi non si allinea al pensiero unico.

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6 commenti

  • Silvia ha detto:

    Ieri sera, terminato il tg delle 20, rai1, e sottolineo rai1, ha mandato in onda uno spot, di quelli che hanno il marchio statale, che inizia con “Il world economic forum afferma che per altri 126 anni le donne saranno etc. etc. “.
    Non ricordo se il numero degli anni fosse proprio quello, perché l’ho visto en passant, ma è iniziato con le parole precise “Il world economic forum”.
    Rai1 fa pubblicità al wef, lo fa apparire come una cosa buona, che si impegna per difendere e valorizzare la donna.
    Sono disgustata. È sempre più evidente chi manovra i nostri “governanti”.

  • paolo deotto ha detto:

    Di che stupirsi? Ormai viviamo in una realtà allucinata, in cui l’odio la fa da padrone. Pro Vita e Famiglia è uno dei “nemici” del Regime e quindi è da combattere con ogni mezzo. Non esiste più la garanzia della legge, perché i sinistri fanno ciò che vogliono e la magistratura, troppo spesso, giudica seguendo la corrente del Potere. Ma soprattutto non esiste più la logica. Quel manifesto invita a far nascere le donne. In cosa può essere offensivo? Quali leggi sono violate? La risposta è una sola, ed è quella di prima: Pro Vita e Famiglia e un “nemico” e quindi va distrutto. Punto e basta. La logica è capovolta, ma del resto il diavolo fa le cose a rovescio. Che c’è di strano? Comunque, in questi giorni in cui la cosa più “in” da fare è protestare per la guerra in Ucraina, mi torna alla mente una famosa frase di Padre Pio: “Basterebbe un giorno senza nessun aborto e Dio concederebbe la pace al mondo fino al termine dei giorni”.

    • Veronica Cireneo ha detto:

      Dottor Deotto,
      invece sono 5000 al giorno per un totale di oltre un miliardo di vittime innocenti, dagli inizi di questo secolo.

  • Veronica Cireneo ha detto:

    Capito, perché ogni tanto censurano pure Stilum Curiae?