Un Prete in Marcia. Oggi, a Piedi, da Querceta a Camaiore.

27 Febbraio 2022 Pubblicato da

 

Marco Tosatti

Cari amici e nemici di Stilum Curiae, continua il cammino di don Emanuele Personeni da Bergamo verso Roma, #camminaeascolta, una marcia per i diritti e la libertà, e contro la discriminazione di milioni di persone perpetrata con il Green Pass e le regole di emarginazione sociale e dal lavoro. Ecco la tappa di oggi:

 

 

TAPPA DI DOMANI DOMENICA 27 FEBBRAIO DA QUERCETA a CAMAIORE

circa km 14 a PIEDI PARTENZA ORE 9,00

QUERCETA (LU) -Parrocchia S.Maria Lauretana

PIETRASANTA (LU) -Parrocchia SS Sacramento

CAPEZZANO PIANORE (LU) -Parrocchia Nostra Signora del S.Cuore

CAMAIORE (LU) -Parrocchia di San Lazzaro

LUNEDI’ 28 febbraio MERITATO RIPOSO

***

Scrive don Emanuele: 

Siccome molti mi chiedono se la metà del mio viaggio sia Roma, io rispondo sempre che Roma è una delle mete. Meta è in realtà ogni parrocchia che attraverso. Alla fine giungeró anche a Roma. Ma soltanto dopo aver toccato simbolicamente quasi tutta lItalia. Questa immagine rende l’idea del mio percorso. I dettagli verranno dati di settimana in settimana! Ciao!

 

§§§




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3 commenti

  • CLAUDIO GAZZOLI ha detto:

    @VERONICA CIRENEO
    quando ero bambino i preti, con la talare, ci giocavano a pallone. Indossavano la talare pure i seminaristi durante il mese di vacanze estive e ci andavano in bicicletta. Avevo uno zio sacerdote di cui non sono mai riuscito a vedere i calzini. Vedevo soltanto le sue camice, rigorosamente senza colletto, mentre le stirava mia nonna…

  • CLAUDIO GAZZOLI ha detto:

    Ritorno sull’argomento perché lo considero centrale rispetto alla situazione CAOTICA della Chiesa. Penso che il dott. Tosatti sia un appassionato di ciclismo, altrimenti non si giustificherebbe questa costante attenzione…
    Premesso che ognuno è libero di manifestare le proprie ragioni come meglio crede, penso che il ruolo del “sacerdote” sia soprattutto quello di fare da intermediario tra la terra e il Cielo, utilizzando tutti gli strumenti che la propria consacrazione gli consente, compresa la “talare”, unico segno esteriore ma sostanziale che lo identifica come tale. Tra questi strumenti vi dovrebbe essere quello di coinvolgere i fedeli alla preghiera, in tutte le sue forme, adorazioni, invocazioni, processioni, recita continua del Santo Rosario, nella consapevolezza che solo Dio può risolvere una situazione spaventosa, con aspetti sicuramente diabolici, altrimenti irrimediabile con gli strumenti umani, comprese le marce di protesta o le lettere invocatorie. Chiedo a questi sedicenti sacerdoti perché non usano le proprie energie per condannare pubblicamente, per esempio l’adorazione della pachamama e tutte le porcate che ogni giorno avvengono nella Chiesa, che non occorre qui elencare, anche perché servirebbe tutto lo spazio del blog, come quella di un religioso delle mie parti, nei pressi di Macerata, che scrive articoli, senza minimamente essere richiamato dal proprio Vescovo, sostenendo che quelli di Gesù non erano miracoli e che la salvezza c’è per tutti perché l’inferno non esiste. E sarebbe in coerente, sacrosanta applicazione del vero mandato di Nostro Signore. Se Gesù avesse anche solo accennato ad una qualche forma di rimostranza nei confronti del potere, magari recandosi a Gerusalemme con in mano una petizione per far abbassare le tasse da parte dell’autorità Romana quanto pensate che sarebbe durata la sua missione ? E se avesse, anche solo minimamente, accennato a contenuti di tipo politico o sociologico, come quelli di cui è impregnata, anzi strutturata, la Chiesa di oggi, davanti ai cinquemila he lo seguivano sulle sponde del lago di Tiberiade, che non passavano certo inosservati agli informatori del Governatore che non hanno potuto cavare uno straccio di prova da presentare al processo intentato, non ce lo dimentichiamo, dai sacerdoti ebrei, quanto pensate che sarebbe durata la sua missione ? Non più di tre giorni e Pilato non avrebbe avuto bisogno di lavarsi le mani…