Dal Vangelo secondo Marco In quel tempo, Gesù prese con sé Pietro, Giacomo e Giovanni e li condusse su un alto monte, in disparte, loro soli. Fu trasfigurato davanti a loro e le sue vesti divennero splendenti, bianchissime: nessun lavandaio sulla terra potrebbe renderle così bianche. E apparve loro Elìa con Mosè e conversavano con Gesù. Prendendo la parola, Pietro disse a Gesù: «Rabbì, è bello per noi essere qui; facciamo tre capanne, una per te, una per Mosè e una per Elìa». Non sapeva infatti che cosa dire, perché erano spaventati. Venne una nube che li coprì con la sua ombra e dalla nube uscì una voce: «Questi è il Figlio mio, l’amato: ascoltatelo!». E improvvisamente, guardandosi attorno, non videro più nessuno, se non Gesù solo, con loro. Mentre scendevano dal monte, ordinò loro di non raccontare ad alcuno ciò che avevano visto, se non dopo che il Figlio dell’uomo fosse risorto dai morti. Ed essi tennero fra loro la cosa, chiedendosi che cosa volesse dire risorgere dai morti. Commento Il corpo dell’uomo é una cosa sola col suo spirito e con il mondo delle sue emozioni. Dallo sguardo possiamo dedurre lo stato d’animo, dalla sudorazione delle mani l’apprensione del cuore, dalle manifestazioni cutanee lo stato di salute, sulle rughe del volto possiamo leggere l’intera storia di una vita. Il nostro corpo non é un contenitore, é l’apparire dello spirito che lo abita, é il venire alla luce del mistero da cui veniamo, é parola scritta nella carne. L’uomo infatti non é spirito. É spirito incarnato. Nulla di strano dunque se quando la gioia ci invade gli occhi diventano luminosi e tutto il corpo é attraversato da un fremito di gratitudine. Nulla di strano neppure che tutti se ne accorgano. Se nel cuore dell’uomo c’è pace si vede e si sente. Il corpo é una continua rivelazione, o meglio, un disvelamento, é la porta sulla trascendenza, é la soglia sul divino che abita in noi e tra di noi. Quel giorno sul monte Pietro, Giacomo e Giovanni hanno visto e sentito lo splendore di grazia che abitava il corpo di Gesù, ne hanno avvertito la bellezza, la profondità e l’altezza. Gesù ha però preteso che suoi discepoli non ne facessero parola finché egli non sarebbe morto e risorto. Ma perché? Perché non correre subito a raccontare alla gente quello che avevano visto e udito? La ragione é che parlarne prima avrebbe attirato su Gesù la devozione di chi é subito disposto a riconoscere la divinità nella potenza, nella grandezza e nel potere ma non nutre compassione per l’uomo oppresso. Dio vuole essere riconosciuto e creduto nella debolezza della Croce, nella carne del derelitto, nella storia dello sconfitto, nella vita degli abbandonati. Il Dio di Gesù si manifesta lì. O lo vediamo lì o non lo vediamo proprio.

Carissimo Don Emanuele Personeni.
Lei compie la Volontà di Dio, come lo Spirito Santo, Spirito di Verità e Giustizia Le ha comandato. Lei compie la Volontà del Signore, e Questo significa che Lei, Mio Reverendissimo e Carissimo Signore, è dalla Parte di Dio. Il che vuol dire che Dio è dalla sua parte, Don Emanuele. Lei nel suo pellegrinaggio non è solo. C’è il Signore Iddio che vuole Questa Santa Iniziativa, la protegge, la custodisce e non la lascierà senza che essa abbia raggiunto il suo Scopo e Fine. Il Manto di Maria Nostra Regina, che è Manto di Signoria Somma ed Assoluta, e Manto Materno, è l’inespugnabile Rifugio che assicura a lei, Don Emanuele, sicurezza nel suo Cammino, e Felicissimo Esito a Questa Iniziativa che le è stata ispirata dal Cielo, e il Patrocinio Certissimo di Colei alla Quale il Signore Suo Figliolo non sa, non può e non vuole negare nulla di ciò che a Lui è chiesto deponendolo nelle Mani e nel Cuore Immacolati di così Eccelsa, e Potente, Potente nel compiere il Bene, Potente nell’annichilire ogni Male e ogni Essere Malvagio, Regina, e Regina che Innanzitutto e Soprattutto è Madre tanto del Figlio di Dio quanto di ciascuno di noi, poveri peccatori ma pur sempre Fratelli di Gesù Cristo, il Primogenito di sì Gran Madre e Regina. E vi sono tante persone che pregano per lei, Don Emanuele, e con lei. Dio invocato con Fede ascolta ed esaudisce. Anche per lei e per il suo peregrinare è già così. Che Iddio la Benedica, Don Emanuele, e la Benedica Maria Santissima. E anch’io, miserrimo peccatore ma pur sempre Figlio di Dio e della Santa Sua Chiesa, in Quel Nome Onnipotente di Gesù che fa tremare fino all’imo tutto l’Inferno, per quello che la mia condizione mi permetta, la Benedico. Saluti da Vicenza, la Città di Nostra Signora Maria Santissima, Madre di Ogni Misericordia, Madonna di Monte Berico.
Frate Claudio di San Francesco, dei Frati Francescani, Vicenza