BDV e il Racconto del Naufragio della Discordia.Gov…
28 Gennaio 2022
Marco Tosatti
Cari amici e nemici di Stilum Curiae, la nostra BDV ci offre questo racconto a metà strada fra la visione, la profezia e la metafora, che ricorda in qualcosa, nell’atmosfera forse, le colonne di San Giovanni Bosco…Buona lettura.
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Mentre in placida letizia, me ne andavo, come faccio sempre, per il mare a bordo della gran nave di Dio, che è condotta per mano dal sole e spinta con grazia di carezza dalla luna, vedo da lontano, mi pare tra Scilla e Cariddi, o forse sotto Vulcano, una grande nave rossa, in evidente affanno e da lontano mi par di riconoscer subito la nave dei folli. Ci sono falle a bucherello, mi pare, e un correre di qua e di là facendo, per dirla con Napoli, ammuina. Da lontano come sono e a causa dei grandi cavalloni che battono sulle solide nostre fiancate (che sono gli scossoni del mondo indemoniato, provenienti dal fetido naviglio), non riesco a veder bene indi per cui vi chiedo un secondo piccino per scender giù sottocoperta a prender un bel binocolo per snasar meglio da lontano dove mi trovo. Detto fatto, eccomi di ritorno e inforco il potente mezzo. Lascio che uno schizzo d’acqua bagni la lente, la asciugo. Posso leggere finalmente. Leggo, leggo, mmm, il nome della nave: “Discordia.gov”. Ed ecco, penso in intuizione, perché han fatto affondare proprio la “Concordia”… Andiamo bene, ma per continuare vi prego, con un saltello, di scender d’uno scalino insieme con me. E andiamo avanti, così in allegra distopia e ogni accenno a ciò che accade oggi è, come si dice, puramente casuale…
Bene, mi dico e aguzzo la vista per leggere, mettendo ben a fuoco le immagini laggiù, quel che posso su bandiere e drappi che sfilacciati pendono dai pennoni. Sulla bandiera, verde di grimpass, sì, sì, c’è scritto: “I due comandamenti: servire Satana e odiare il prossimo”. Che è quanto accaduto durante i due anni di regno loro. Il simbolo, naturalmente, è una bella siringa dalla quale sgocciola il liquido-vitello d’oro, l’unico credo rimasto insieme alla Pachamama di Bergoglio. Oh, perfetto, mi dico, si continua e si va sempre meglio, indietro come il gambero. Più sotto, su un drappo che è teso come i panni stirati da Pulcinella, c’è il decalogo dell’obbedienza al signore delle mosche. Non riesco a legger bene perché i caratteri sono piccolini, ma proviamoci lo stesso: indossare la mascherina, farsi inoculare lo sbattesimo satanico, in forma di siero genico, mortificare chi non si vuole vaccinare, ricattare tutti quanti, tenere il grimpass per saecula saeculorum con una scusa o con l’altra, per strangolare e mettere ai margini chi non si è sottomesso…
Aspettate, aspettate, vedo qualcosa di smorto, lugubre, giallognolo steso su un pancaccio. Aggiusto le lenti e: ma certo! E’ l’Italia, poverina, che langue sotto la cura malefica della nave “Discordia.gov”… E ora, presto, prendo in prestito il cornetto acustico di mio nonno Teodoro al quale non serve più e mi metto in ascolto per udir quel che dicono in furia tutti quegli omini in scapigliatura. Sentiamo quello più alto, quello che pare aver la faccia tagliata con l’accetta, è un sottosegretario, ma di mestiere, prima della “sconversione” (e prima quindi di salire a bordo della “Discordia.gov”) contava i millesimi degli appartamenti. A lui, che è uno tras i molti e tutti ugualmente feroci, la parola: “Bè, che cosa aspettate a stingere il laccio al collo a quei maledetti ultracinquantenni che non vogliono cedere? Metteteli al muro, impiccateli, o almeno trattateli da vermi quali sono! E i loro bambini? Che non possano più mettere piede in classe con la scusa della omicron!”. Il piccolo capo loro, dagli occhi di drago, nudo per essere stato denudato dalla verità (che sempre con oltraggiosa protervia calpesta), gli dà un pestone e quello urla dal male. “Perché lo hai fatto?”. “Per ricordarti che non sono amico tuo. Buahaha”. E gli ricorda di un certo personaggio deceduto e seppellito con tutti gli onori che era, pur d’animo diverso, dell’allegra brigata (si fa per dire) e che, al pari di tutti gli altri, è stato ucciso e chissenefrega. Chiaro no? Sì chiaro, occhi di bue, il sottosegretario si è fatto gnomo e pulcino. Piccolo con il suo piccolo capo, di enorme cattiveria con gli italiani grandi e piccini.
Serpeggia il malcontento tra due gruppetti di marinai che s’agitano sgottando l’acqua che entra dalle falle. Gli uni in camice bianco, gli altri che paiono tutti usciti da un film americano dedicato al quarto potere. I primi frignano perché è stato ordinato loro da un giudice coraggioso di tornare a fare i medici e non possono, avendo giurato fedeltà non più a Ippocrate ma al piccolo capo di cui sopra e han passato tanto e tanto tempo a vaccinare che han le mani stanche e il cuore reso di pietra. E non ricordano neppure come si fa a curare le persone per essere stati tanto a lungo in “vigile attesa” con il genitivo mancante “della morte”… Il piccolo capo, inoltre, ride a ganascia e straride quando gli viene detto che in una scuola italiana non ci sono più professori e quindi tutti a casa. Buahaha, batte le mani e danza con la grazia di uno smeagle.
Gli altri, i “giornalisti” (del gatto con gli stivali) vorrebbero, ogni tanto, scriver qualche notiziola che non garba al piccolo capo nudo, qualcosa che suoni almeno verosimile. Buahaha, ride fino a diventare rauco il vile capetto, ma che cosa vi credete di essere. Guardatevi, con la mascherina, zitti, muti e non fiatate. E ora vi detto le “notizie” (hahaha) da scrivere sui vostri giornali: Il Corriere delle tenebre, il Messaggero di menzogna, La Repubblica di Belfagor. E sulle televisioni, Raitutta per me… Il caos è completo, l’Italia moribonda, le persone ipnotizzate, paralizzate, grimpassate.
Evviva, ruggisce il piccolo capo, è la piena riuscita dell’Helker Skelter (notare il diavoliano Helker, con iniziale Hel che, raddoppiando la elle, in inglese vuol dire inferno…), cioè del caos di cui parla una canzone dei Beatles datata 1968, prima cioè dello stupro della luna e dell’omicidio di Sharon Tate (1969) e che è stata, per così dire, il punto di partenza e la colonna sonora per le rivoluzioni “allegre” che han condotto la società a camminar sulle mani con il naso nella polvere. Non a caso i signori Beatles, fatti baronetti, cantavano in cima a un edificio chiamato “Apple”, apple, cioè mela (la mela mangiata da Eva) si chiamava la loro casa discografica che ora è della apple computer… Le rivoluzioni allegre (e mortifere): aborto, gli hippie, la difesa delle minoranze, l’arte contemporanea, persino le pettinature alla maschietta delle donne, i gay, poi la cultura della cancellazione e via cretinando per distruggere completamente l’antica e sempreverde Legge del Signore che è scritta nel cuore di ogni uomo. Immersi nella Legge Eterna, partecipando della Intelligenza Divina, noi, minimi, impariamo a discernere il bene dal male e ci conformiamo volentieri e felici alla Sua Legge, confermata dai Comandamenti, dalla Rivelazione e dalla Chiesa chiamata a custodirla. Ecco perché amiamo la famiglia, la maternità, la vita che è dono. Il diavolo, invece, lavora per farci deviare dal retto cammino e sibila le sue false esche foriere di false libertà.
Una volta cotti a puntino con tali ridicolezze e falsità, resi molli come pongo, ecco arrivata, in sapor anticristico, la zampata del tiranno! Ma attenti, attenzione, che cosa vedo? Ci sono dei camici bianchi che stanno scappando sulle scialuppe, l’acqua entra a mani piene da ogni dove, le risate non si sentono più. In alto, folgorante di bellezza, il Cuore Immacolato di Maria!
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