La Testimonianza di un Lettore. Perché Preferisco, da Peccatore, la Messa VO.

22 Gennaio 2022 Pubblicato da

Marco Tosatti

Cari amici e nemici di Stilum Curiae, offriamo alla vostra attenzione e riflessione questa testimonianza personale che ci ha inviato –  e lo ringraziamo di cuore – un lettore fedele del nostro sito. Buona lettura e riflessione.

§§§

Questi pensieri mi sono venuti in mente leggendo le parole di mons. Viganò nel suo scritto: “Quando Ho Temuto per la mia Vita, ho Riscoperto la Messa Tradizionale”. Perché la domanda che sorge spontaneamente è stata: se il monsignor Viganò ha spiegato i vantaggi per il sacerdote nel celebrare la messa Vetus Ordo, quale potrebbe essere il vantaggio per il semplice fedele a partecipare a questo rito antico? E qui vorrei quindi spiegare perché preferisco andare alla messa tridentina e non a quella post-conciliare.

Inizio con un pochino della mia storia.

Sono sempre andato a messa da piccolo (perché così facevano molti, perché così volevano i miei genitori, perché così era abitudine ma anche perché l´ambiente era a quel tempo per me gradevole, ecc.): ma non ne capivo il significato. Dai diciotto anni in sú sono saltuariamente andato a messa. E fino a poco prima della “pandemia” non ci andavo proprio (perché pensavo, e questo perché ne avevo notizia da conoscenti, che generalmente i sacerdoti stessero passando il loro tempo più a peccare che a salvare le anime; ed anche, mia esperienza personale, perché ho avuto a che fare con qualche sacerdote che addirittura, involontariamente ma implicitamente, mi aveva fatto capire che non credeva a Dio e guardandomi in giro pensavo che la cosa fosse diffusa: forse avrebbero dovuto essere un poco più attenti).

E la domanda che mi ponevo era se l´intera messa, visto che i problemi di cui sopra per me erano generalizzati, fosse valida (ma ero propenso, forse sbagliando, di più per un “no”). I primi tempi dopo la maggiore etá non ho quasi per niente pensato a Dio … poi man mano ho iniziato a pregare a casa (o dove mi trovavo), e sono saltuariamente andato a messa.

Poi è arrivata la “pandemia” e … hanno chiuso tutte le chiese: coincidentalmente (?) a Pasqua 2020 per poi riaprirle subito dopo (e questo coincideva con il Ramadan dei musulmani che lo hanno potuto festeggiare quasi liberamente). E contemporaneamente a questa chiusura sono arrivate tutte quelle strane misure del “lavarsi le mani”, del distanziarsi l´un dall´altro, del rimanere a casa, ecc. E tanto ho riconoscuto lo zampino del Capo dei diavoli: in realtà ho visto più che delle misure per limitare il diffondersi della “pandemia”, un raffinato insulto, a cui molti sacerdoti consapevolmente o non si sono uniti, giocato a livello mondiale a Dio (pensateci : disinfettarsi e strofinarsi le mani in chiesa stando di fronte all´altare … così come Pilato ha fatto con Gesú? nei paesi anglosassoni bisognava rispettare la distanza di sei piedi che corrisponde a 1,80 metri (nei paesi europei questa distanza variava fra 1,5 e 2 metri) …. forse una persona non si deve avvicinare simbolicamente, e questo per comando del Diavolo, a meno di sei piedi dal Padre, sei piedi dal Figlio e sei piedi dallo Spirito Santo? (mettete tutti i sei appena citati uno accanto all´altro e vedete cosa esce fuori); la mascherina … volevano creare un simbolico ostacolo fisico che consentisse all´uomo di nascondere vanamente i propri peccati di fronte a Dio così come Adamo ed Eva si erano messi la foglia di fico per nascondere la propria “nudità”? limite al numero di persone che possono riunirsi … volevano che il Corpo mistico di Cristo non avesse la possibilitá di radunarsi nella sua interezza, anzi … fosse il più frazionato possibile? e così via. (*)

E quindi ho pensato: “Ma se hanno chiuso le chiese con lo scopo di non far celebrare la messa, allora la messa a cui io non sono andato per anni, doveva aver pure una validitá” (così come per me è vero: “Se attaccano il mons. Viganò allora vuol dire che dá serio fastidio ai poteri corrotti di questo mondo”; … insomma “Se la vietano, vuol dire che c´é del vero).

E così, appena è stato possibile, ho cominciato ad andare di nuovo regolarmente a messa … la sola a cui sono sempre andato e che conoscevo, cioè la post-conciliare.

Ma fino ad un paio di anni fa, non avevo mai saputo che esistesse e si svolgesse anche una messa pre-conciliare. In //marcotosatti.com (sicuramente ne avevo sentito qualcosa prima altrove, ma non avevo mai approfondito la cosa), a forza di scriverne da parte degli articolisti (ora più di prima) mi è stato chiaro quale è la fondamentale differenza che per me è questa: in quella pre-conciliare tutta l´attenzione dei presenti, nessuno escluso, è rivolta a Dio; in quella post-conciliare l´attenzione dei presenti è indirizzata principalmente al celebrante e non a Dio.

E ora penso questo: se hanno chiuso le chiese (in tutto il mondo) nella Pasqua 2020 era soprattutto (ma non solo) perché non volevano che si celebrassero in quel momento le messe (ma principalmente quelle in rito antico), e questo allo scopo di levare ogni ostacolo perché le elites potessero celebrare con successo un rito satanico mondiale di transizione dal vecchio mondo ordinato secondo il pensiero di Dio ad un nuovo mondo dominato dal Diavolo (mia opinione, ognuno potrá pensarla diversamente).

Ora molti potranno pensare che le differenze fra i due riti possano sembrare di poco conto o non importanti. Non credo che sia così (e questo nonostante capisca veramente poco di liturgia cattolica) e vorrei chiarire a chi legge cosa mi convince ad affermare ció.

A questo fine mi immagino un Re che vive in una propria Corte. Questo Re ha nel suo dominio due città: quando gli abitanti della prima città (e della campagna circostante) sanno che sta arrivando il Re (anche perché lo hanno invitato loro stessi), smettono tutti di badare alle proprie faccende e vanno alle proprie case, mettono alle finestre delle bandiere di benvenuto e di gioia (che vengono viste anche da chi arriva da fuori della città ed al fine di creare quell´atmosfera festosa delle grandi occasioni) e si precipitano subito fuori dalla porta da dove sanno che entrerà il Re. Il Re avvicinandosi alla città sente che le campane della città stanno suonando e tutti quelli che si sono radunati alla porta stanno cantando per la gioia. Perché è un giorno che è di per sé di festa? No, proprio perché sta arrivando il Re e questo lui lo sa. E quando sará in vista della folla, li vedrà tutti in ginocchio e che stanno bruciando incensi per mettere in risalto la consapevolezza di star accogliendo la Regalità in persona e che inoltre sono tutti rivolti verso di lui; ed il borgomastro che si è posizionato al bordo della via d´accesso, alzatosi ed anche lui sempre rivolto al Re, per tutti gli dirà: “Benvenuto nella tua e nostra città, nostro Signore… come vedi siamo tutti accorsi a salutarti perché ti adoriamo e vogliamo rimanerti per sempre fedeli… anche quando andrai via da noi saremo certi che starai ancora fra di noi … concedici dunque la tua perenne protezione”; e dopo aver detto questo si sposterá subito ulteriormente al lato e più vicino ai suoi concittadini al fine di sminuire la propria persona e così far venire alla piena vista di tutti il Re, invitandolo nel contempo con la mano ed un inchino a percorrere la via che conduce nella città e così mostrando a tutti chi è che veramente comanda, e cioè il Re. E questo succede ogni volta che va in visita in questa città.

Nella seconda città tutti gli abitanti (anche della campagna circostante) quando sanno che sta per arrivare il Re (anche perché lo hanno invitato loro stessi) smettono anche loro di badare alle proprie faccende e vanno direttamente fuori dalla porta per accogliere il Re. Nessuna bandiera viene messa alla finestra, le campane non si muovono ed il Re, avvicinandosi, vedrà una folla di persone tutte in piedi ed anche il borgomastro che gli stará dando le spalle e che senza spostarsi lo nasconderà alla vista dei suoi concittadini; anche questi gli dirá: “Benvenuto nella tua e nostra città, nostro Signore… come vedi siamo tutti accorsi a salutarti perché ti adoriamo e vogliamo rimanerti sempre fedeli… anche quando andrai via da noi saremo certi che starai ancora fra di noi … concedici dunque la tua perenne protezione”. E questo è tutto ciò che gli abitanti di questa città si sentono obbligati a dover fare. Ma le cose potrebbero non risolversi semplicemente così perché il Re potrebbe rispondere: “Se è così come dite voi, perché non fate le stesse cose che hanno fatto gli abitanti dell´altra città che ho visitato alcuni giorni fa? perché in mio onore non avete acceso l´incenso come hanno fatto loro, perché non state intonando dei canti di gioia? perché avete messo il bavaglio alle vostre campane? perché non avete appeso gli stendardi alle vostre finestre e perché state tutti in piedi trattandomi come se per voi fossi un forestiero qualunque … e soprattutto tu, borgomastro, perché ti stai rivolgendo a me e allo stesso tempo mi stai mostrando oltraggiosamente le spalle? e perché ti trovi proprio sulla via che sai che dovrò percorrere per entrare in città, facendomi così pensare non solo che tu voglia impedirmi l´accesso in quella che è per diritto che io stesso mi sono dato la mia città e non la tua città, ma anche che tu voglia sostituirti a me? non ti sovviene che così facendo stai offendendo gravemente la mia somma persona e dignità?”. Chi lo sa …il Re potrebbe pensarla così ma poiché è immensamente mansueto non lo dice?

Ora: quale sará la città che il Re vorrebbe più spesso volentieri visitare? e quale sará la città che stará più a cuore al Re? e ai cittadini di quale città, a richiesta ma anche di propria iniziativa, concederá dei maggiori favori? Trovare la risposta non è difficile.

Facendo un parallelo, immagino ora che Dio visiti una chiesa dove si sta celebrando il rito antico: canti, incenso, genuflessioni, inchini, campanelli ed altri atti solenni solo per Lui e soprattutto tutti, anche il celebrante che gli dà il benvenuto, rivolgono continuamente la loro attenzione a Lui. Ed ora immagino che nella chiesa dove si sta celebrando il nuovo rito, che è anche più breve, non solo vi sia poco di tutto questo, ma che addirittura il celebrante che Gli ha dato il benvenuto Gli mostri continuamente le spalle e che l´attenzione dei presenti sia rivolta al celebrante e non sia rivolto a Dio. E penso: ammettendo che Dio trovi la cosa non offensiva nei Suoi riguardi, ai membri di quali delle due assemblee riunitesi in Suo nome, richiestone o di Propria iniziativa, vorrà concedere maggiori Grazie? Anche qui la giusta risposta non è difficile da indovinare.

In base a queste considerazioni è quindi è mia idea che la messa tradizionale è certamente la più gradita a Dio. Poi, sempre secondo me, molto dipende anche dalla purezza spirituale del ministro celebrante.

Per cui io, pur avendo pochissime conoscenze di riti liturgici ed avendo la possibilità di frequentare la messa tradizionale e quella post-conciliare, e data la mia condizione di incallito peccatore che fatica per propria colpa a salvarsi la Vita, preferisco andare a quella dove credo che riceverò le maggiori e più numerose Grazie, e cioè quella svolta secondo il rito tridentino.

Ad ognuno i propri pensieri.

(*) pensieri soprattutto presi da: https://coercioncode.com/2020/07/01/covid-19-satanic-ritual/ (in inglese – un poco lungo).

UnaOpinione

§§§




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14 commenti

  • unaopinione ha detto:

    @ ogni lettore di marcotosatti.com (perché é uno scritto di carattere generale) e @ “Don Pietro Paolo”.
    Ringrazio “Don Pietro Paolo” per il suo commento.
    Tutto il mio scritto non esclude, per come “Don Pietro Paolo” l´ha formulata, tutta la veritá di quello che lui afferma (“in qualunque rito venga celebrata, Dio vede il sacrificio del Figlio e ne è glorificato ….”), ma afferma che il Re, laddove si degnerá di andare perché chiamato, dará complessivamente maggiori favori alla cittá che lo festeggia di piú. Ed afferma che Dio si comporterá similmente con l´assemblea che piú lo festeggia (che si presume che sia un segno di maggiore adorazione) quando Lui arriverá in mezzo all´assemblea dei credenti (anche chi non assume l´Eucarestia, credo, durante la funzione potrá essere benficiario, forse in minor misura e sempre secondo il volere di Dio, delle Sue grazie: una segreta richiesta di guarigione a Dio, la risoluzione di un problema economico, ecc.), e che quindi dará meno grazie e di minore importanza alla assemblea che meno Lo festeggia. (e questi favori non derivano solo dall´assumere l´Eucarestia – che a mio avviso irradierá tanto piú i suoi doni quanto piú la persona che la riceve ha Fede (per “Fede” intendo fede in Dio)).
    Ed infatti per me giá il fatto che una persona vada volontariamente (cioé con il fine di partecipare) ad una messa cattolica in qualunque rito essa si celebri, potrebbe pur significare qualcosa agli occhi di Dio (e questo anche se non crede a Dio e va in chiesa “durante la messa” per tutt´altri motivi: e qui cito l´esempio della conversione di Marie-Alphonse Ratisbone – ma si noti, era una messa pre-conciliare (*)). Io ho la fortuna di poter scegliere se andare all´una o all´altra e, nello scritto, ho spiegato perché preferisco (quel “preferisco” sarebbe per me piú un “per necessitá mia vado a”), andare a quella pre-conciliare (e quindi qui si sta nell´esempio di una persona credente e peccatrice, quanto lo sia non importa, che puó scegliere fra l´uno o l´altro rito che si svolgono con alcune differenze fra di loro). Fatto sta che se non avessi questa possibilitá non starei a perdere tempo a pensare sul“se questo” o sul “se quello” … andrei subito alla messa post-conciliare: nessun dubbio su questo.
    Andando a quanto afferma nello specifico “Don Pietro Paolo”: penso che, anche se non sempre, i canti, le melodie, l´incenso, siano un segno della misura della Fede (o quanto meno dello sforzo della persona a volerla trovare durante la messa– cosa di non poco conto); e penso pure: non sono forse i canti, le melodie, l´incenso … in quanto segni (oggettivi) di maggiore sforzo, impegno, fatica, sacrificio, ecc., anche un segno di maggiore devozione verso Colui a cui li si offre? Affrontando la questione in altra maniera: Dio, a paritá di altre condizioni oggettive e soggettive, riterrá piú meritevole chi si accontenta di seguire la messa per televisione a casa oppure va direttamente in chiesa (e che quindi si deve sforzare a raggiungere la chiesa)? Dio valuterá di piú chi andrá alla chiesa vicino a casa, o colui che decide di fare un pellegrinaggio di trenta chilometri a piedi al santuario di Loreto (si presuppone che abiti abbastanza vicino e perché poi si devono fare tali pellegrinaggi?).
    La risposta io la trovo nella V stazione dell´Ora della Misericordia. In questa non ha detto Gesú: “Do la ricompensa non per il risultato positivo ma per la pazienza e la fatica sostenuta per me”? E mi sembra di capire che vi siano compresi anche quegli atti che sembrano sovrabbondanti per “Don Pietro e Paolo” (“e non dagli effetti psicologici piacevoli che possono provocare i canti, le melodie, l’incenso … “). Infatti come si possono spiegare le successive parole di Santa Faustina? (“Gesú mio Signore, che ogni pensiero, parola, azione siano fatte esclusivamente per amor tuo”); io capisco questa ultima affermazione cosí: “Piú ne compio di siffatti pensieri, parole, azioni e piú mi muovo in direzione della santitá/della salvezza”. Quindi nella V stazione io capisco che Gesú promette che Lui stesso, cioé Dio, a paritá di Fede dará una ricompensa per la fatica e lo sforzo sostenuti per Lui (e qui la domanda: i canti le melodie, gli incensi possono rientrare fra i pensieri, le parole, le azioni fatte esclusivamente per amor di Dio? Mi pare che Santa Faustina dia una una risposta positiva: perché prima del cantare per l´amor verso Dio – che sono parole e azione allo stesso tempo – non vi é il pensiero di cantare per l´amore verso Dio?) … basta compierli, se poi non avranno successo (ma giá di per sé qualunque “pensiero, parola, azione genuinamente compiuta per amore di Dio” é giá un successo per ogni credente – la preghiera é l´esempio piú puro) verranno comunque riconsciuti a merito della persona. Non li fai o ne fai di meno? Nessuna ricompensa o una minore ricompensa!
    E qui a quello che avevo affermato nello scritto originario, aggiungo le seguenti considerazioni: la messa post-conciliare viene celebrata nelle grandi cittá al massimo ad 1-2 chilometri di distanza dalla propria abitazione e viene celebrata sempre o quasi sempre nei paesi; quella post-conciliare a volte la si celebra a decine di chilometri ed il fedele medio (naturalmente quello che decide di fare cosí) deve dedicare del tempo e del denaro con l´intento non solo di adorare degnamente Dio (potendo scegliere, se non va regolarmente alla messa post-conciliare, é sicuramente perché pensa che quella post-conciliare non é abbastanza per la sua situazione personale) ma anche di ottenere delle grazie che, sempre cosí il fedele, non possono essere trovate cosí abbondatemente e cosí facilmente altrove. Naturalmente questo non tocca le argomentazioni di “Don Pietro Paolo”: non metto in dubbio che la messa post-conciliare non possa essere valida … solo che …. é l´aspettativa del fedele che fa la differenza … e questa aspettativa é conseguenza della Fede. Se non fosse cosí, allora perché uno non va alla chiesa dietro l´angolo? (e a proposito di aspettativa: perché una persona immergendosi nell´acqua di Lourdes guarisce ed un´altra no?). Quindi: il credente fa generalmente dei maggiori sforzi per partecipare ad un rito piuttosto che un altro perché cosí facendo (oltre che per prima cosa adorarLo e renderGli maggiori onori) si aspetta di ricevere delle maggiori Grazie da Dio (e tutto questo al di fuori di una logica secolare di favori reciproci). E qui credo si possa opportunamente citare il seguente tratto del Nuovo Testamento: “Ebbene io vi dico: Chiedete e vi sarà dato, cercate e troverete, bussate e vi sarà aperto. Perché chi chiede ottiene, chi cerca trova, e a chi bussa sarà aperto” (Lc 5:9,10)). E queste sono le promesse di Dio. Ora … se non é maggiore Fede quella di chi va alla messa pre-conciliare peché sa che potrá ottenere di piú da Dio, come potrebbe essere definita la Fede?
    E quindi … se l´affermazione di Gesú a santa Faustina é vera (cosa della quale nessun cattolico deve dubitare), é migliore agli occhi di Dio un quarto del massimo di siffatto sforzo o uno sforzo nullo? é migliore metá del massimo di un siffatto sforzo o un quarto? e cosí via. E dunque: per il credente tipo ci vuole mediamente un maggiore od un minore sforzo per partecipare ad una messa pre-conciliare rispetto a quella pre-conciliare? A me pare, sotto ogni punto di vista, con ció comprendendo anche quello organizzativo profuso dai sacerdoti, un maggiore sforzo. In sostanza, mi immagino arbitrariamente che Gesú dica: “Fai per me di piú di quello che ti sarebbe necessario fare? Allora riceverai la ricompensa, ed anche maggiore!”
    Per quanto scritto sopra, cambio necessariamente una parte del mio testo originario: non é piú un “é quindi mia idea che …”, ma, per me ora é un “é dimostrato che … la messa tradizionale è certamente la più gradita a Dio”. Se poi per qualcuno questa non é una prova piena, allora non so veramente cosa dire (ma c´é sempre speranza).
    E quanto sopra mi porta inevitabilmente ad un´altra questione: se la messa tradizionale é quella piú gradita a Dio, allora non solo chi la frequenta, rispetto a chi partecipa alla messa moderna, verrá visto piú benevolmente da Dio (e questo lo do ormai per provato) ma anche il sacerdote che la celebra, avendone la libertá, ma che anche quello che l´apprende con l´intento di imparare l´arte per poi doverla metterá da parte, verrá visto piú benevolmente da Dio? Quanto scritto sopra mi porta a rispondere positivamente.
    E se questo é vero e sempre ragionando da puro ignorante della materia (sí, lo sono), allora mi domando se chi ha conoscenza di ció che piace a Dio semplicemente perché “quella Messa è intrinsecamente divina, perché vi si percepisce il sacro in un modo viscerale: … ” (quindi una pura affermazione di Fede (**)), é perché ha semplicemente lo Spirito Santo che opera in lui (***). Io mi sento di dare una risposta positiva.
    Quindi é mia opinione che chi partecipa alla messa pre-conciliare (avendo la possiblitá di celebrarla o di frequentarla) fa la giusta scelta se si aspetta di ricevere maggiori grazie da Dio e tra queste la possibilitá di salvarsi la vita.
    E la cosa per me si chiude se si considera che Dio sa sempre se una persona Gli offre qualsiasi cosa, pensiero, azione, ecc. per amore e adorazione verso di Lui o per interesse ( “L’uomo guarda l’apparenza, il Signore guarda il cuore» (1sam. 16,6 – come ricorda giustamente “Don Pietro Paolo”). Siamo noi umani che non potendo leggere nella mente delle persone, non lo sappiamo (salvo che le conosciamo bene).
    Mia prima conclusione: l´intervento di “Don Pietro Paolo”, cosí mi pare di capire, prende come giustificazione solo il sacramento della Eucarestia (“ …, in qualunque rito venga celebrata, Dio vede il sacrificio del Figlio e ne è glorificato, … ”) per farne derivare la “pari forza” del rito post-conciliare rispetto a quello pre-conciliare. Il mio scritto riguarda invece principalmente un “perché” di una scelta piuttosto di un´altra riferita solo ad una singola persona e questo indipendentemente da quanto sia peccatrice e risolvendo per prima il problema della “pari forza” o meno dei riti. Il risultato per me é che il credente é disposto a sopportare maggiori sacrifici di vario genere pur di partecipare alla messa pre-conciliare e questo anche al fine di ricevere da Dio maggiori doni. Ma questo non é lo stesso discorso che Dio fa agli uomini? É facile seguire l´insegnamento di Gesú? No, é difficile … per seguirlo ci si deve sacrificare (e oggi la cosa appare piú evidente di prima). E ci si sacrifica (mettendo da parte i santi) solo se si crede che la promessa sará mantenuta da Dio. E perché si fa questo? La risposta per me é: perché si ha fede in Lui.
    Seconda conclusione: quindi credo che “Don Pietro Paolo” affermando che “ la gratificazione del fedele che vi partecipa deve scaturire dalla fede”, ha allo stesso tempo ammesso che chi ha maggiore Fede, riceverá di piú. Poiché peró sopra mi pare che sia stato dimostrato che la maggior Fede c´é l´hanno proprio le persone che partecipano alla messa post-conciliare (ma anche chi invece di andare alla chiesa post-conciliare sotto casa, per penitenza, e condizioni fisiche permettendo, va alla messa post-conciliare del santuario distante trenta chilometri e simili), “Don Pietro Paolo” mi pare che abbia anche affermato implicitamente e senza rendersene conto che i partecipanti alla messa “post-conciliare” riceveranno maggiori grazie da Dio.
    Terza conclusione: ció vuole anche dire che i credenti che vanno alla messa pre-conciliare, vanno ad una messa che ha assunto questa forma definita perché si é cristallizzata nei secoli ed é il risultato di scelte di ecclesiastici (che siano santi, papi, ecc. … persone che certamente adoravano Dio). che hanno ritenuto di glorificare Dio in questa forma. E poiché il rito pre-concilare é “piú ricco” rispetto a quello post-conciliare, allora io ne deduco che gli ecclesiastici che hanno formato nel passato il rito pre-conciliare erano quelli dovevano avere piú Fede rispetto agli ecclesiastici che hanno ideato il rito post-concilare che é certamente piú spoglio.
    Conclusione finale: devo ringraziare nuovamente “Don Pietro Paolo”. Senza le sue argute osservazioni io stesso sarei difficilmente arrivato a capire che Dio non ricompensa perché trova semplicemente le bandiere e gli stendardi ad accoglierlo, ma proprio perché quelli che li hanno messi dichiarano cosí a Dio ed al mondo che hanno fede in Lui. E poiché si tratta in ogni caso di “messa”, laddove vi sono piú stendardi esposti, lá riverserá maggiormente i Propri doni: quanto é piú grande ed aperto il “sacco della Fede” di ciascun partecipante, tanto piú questo “Sacco” riuscirá ad accogliere questi doni.
    Ad ognuno i propri pensieri.
    (*) https://www.lalucedimaria.it/alphonse-ebreo-conv

  • Un fedele ha detto:

    Da qualche tempo, ci sono stati altri piccoli cambiamenti nella cerimonia della S. Messa, per … ‘migliorare la comprensione e la partecipazione dei fedeli’.
    Quindi per capire meglio!
    Mi soffermo allora solo su uno di questi cambiamenti relativo all’aggiunta del termine ‘rugiada’ alla formula di consacrazione delle ostie da parte del sacerdote dove si dice:
    ‘… trasforma o Dio questi doni con la rugiada del Tuo Spirito nel corpo e nel sangue del Signore Ns ….’
    L’introduzione della variazione (rugiada), apparentemente insignificante, a me sembra molto importante; per cui ho provato a chiedere a qualche sacerdote chiarimenti del significato (?) e del perché sia stata fatta (?) e salvo qualcuno che mi ha risposto di non saperlo, ho ricevuto risposte vaghe, diverse e spesso contrastanti.
    (Provare per credere!!)
    Il punto è che lo Spirito Santo, puro spirito, quindi immateriale ed invisibile, nella Bibbia si manifesta anche in forme visibili: di colomba, di fuoco, di brezza, di rugiada, ecc.
    A differenza di quanto si faceva prima il sacerdote ora invoca la discesa dello Spirito Santo in una sola specifica forma in cui si può manifestare: la rugiada.
    Cioè in una forma materiale, visibile e tangibile.
    (Penso all’alcool che non si vede, ma se distillato si trasforma in gocce liquide visibili!).
    C’è da chiedersi se questa sia la richiesta di una prova concreta e tangibile dell’effettiva discesa dello Spirito Santo che determina la Transustanziazione delle ostie nel Corpo e nel Sangue di Cristo o se è solo una formula di rito (senza alcun significato concreto!).
    In ogni caso, credere alla presenza del Santo Spirito richiede un atto di fede, mentre l’evidenza di una prova materiale non richiede fede; richiede solo una constatazione e …
    visto che essere credenti non significa essere creduloni:
    se la rugiada non c’è lo Spirito Santo non è sceso!
    (Per chiarire: se chiedo a Dio di cancellare i miei peccati, a seconda della mia fede potrei rimanere nel dubbio che l’abbia fatto o meno; ma se chiedo a Dio di farmi avere subito una bicicletta e questa non appare, non c’è bisogno di fede o di essere credenti per costatare l’evidenza!).
    Ma oltre al fatto che la richiesta allo Spirito Santo di comparire in forma concreta, materiale e visibile, sembra ispirata dalla mancanza di fede di chi chiede una prova concreta; quí si presenta un altro aspetto:
    la consacrazione sembra più una prova di magia che … non riesce!
    E se l’ostia non appare bagnata di rugiada, allora non è avvenuta la transustanziazione!
    (Sarà forse per evitare ai fedeli il sacrilegio di prenderla con le mani non consacrate, anche se disinfettate?!)

  • acido prussico ha detto:

    Fra poco, forse, un don commenterà queste sue “sensazioni” con una spalmata di nutella 1964.
    Lei è un “miracolato” perché nella “unitiva” Chiesa bergogliana succede questo:
    “Un vescovo americano difende un prete che vuole celebrare Ad orientem; Cupich gli chiede di riflettere sul suo sacerdozio.
    Il vescovo della diocesi texana di Tyler, Joseph Strickland, è stato oggetto di scandalo da parte dei personaggi più entusiasti dell’attuale pontificato, difendendo un prete vittima dell’arbitrio del cardinale Cupich.”
    https://infovaticana.com/2022/01/21/un-obispo-de-eeuu-defiende-a-un-sacerdote-que-quiere-celebrar-ad-orientem-cupich-le-pide-que-reflexione-sobre-su-sacerdocio/
    ….
    [Nota del Prussico]. Cupich è uno dei cardinali che usa una quantità industriale di idrogel per ammorbidire i calli alle mani conseguenza degli applausi incessanti a S.S. il Regnante.

  • Don Pietro Paolo ha detto:

    “L’uomo guarda l’apparenza, il Signore guarda il cuore» (1sam. 16,6). In ogni Messa , in qualunque rito venga celebrata, Dio vede il sacrificio del Figlio e ne è glorificato, al di là delle preghiere che la Chiesa associa al Sacrificio Eucaristico. Amche queste, in qualunque modo e al di là
    della quantità, hanno valore in quanto preghiere e partecipazione del Corpo di Cristo al Sacrificio del Capo. la gratificazione del fedele che vi partecipe deve scaturire dalla fede e non dagli effetti psicologici piacevoli che possono provocare i canti, le melodie, l’incenso (per chi non è allergico) e così via… Senza la partecipazione della fede accompagata dalle opere di carità, un culto può essere si bello, esaltante ma potrebbe risultare anche non latreutico: ” che mi importa dei vostri sacrifici….io non gradisco…sono stanco di sopportarli… l’incenso è un abominio per me …” Is. 1, 11 e ss). Impariamo ad amare la MESSA

    • Alessandro ha detto:

      Quando capirete che non è solo questione di “effetti psicologici” (ma la psicologia un tempo non era scienza invisa alla Chiesa?), ma che IN LITURGIA LA FORMA E’ SOSTANZA, sarà sempre troppo tardi.

    • Sherden ha detto:

      Resta difficile, però, il capire perchè l’unico rito a subire reprimenda è quello VO, mentre certe messe con ceelebranti flamengueiros, equilibrisi in mmonopattino, ciclisti, ecologisti ad amazoniam, lgbtq laudanti con tanto di drappo arcobalenico sull’altare, ecc. ecc. (l’elenco sarebbe lunghetto), passano pressochè indenni il vaglio dei censori di regime. Sarà interessante assistere, fra qualche annettto, allo spettacolino di messe teutoniche conn prete donna – naturalmente magnificate perchè “al passo con i tempi” – e messe VO celebrate di nascosto e vituperae manco fossero riti di adepti satanico-massonici. Non conosco nè ho mai partecipato a una messa celebrata con rito VO ma l’accanimento più che ssspetto che gli viene riversato addosso e senza motivvazioni reali me lo fa quasi desiderare.

      • Sherden ha detto:

        Chiedo scusa per la mole immane di orrori ortografici ma ho digitato con un telecomando e senza occhiali…

    • Liliana ha detto:

      Concordo totalmente amare la Santa Messa è basilare, ricordiamoci la prima Santa Messa che ha celebrato Gesù quella notte, era priva di qual si voglia esteriorita’ eppure conteneva tutto l’Amore di Dio per l’umanità.

  • Milly ha detto:

    ..”le due città “..molto interessante questa lettura dei “due riti”.
    Grazie!

    • ex : ha detto:

      In effetti richiamano “le due città” di Sant’Agostino (nell’opera «La città di Dio»): la “Città Celeste” (V.O.) e la “Città terrena” (N.O.).

  • Nicola ha detto:

    ” peccatore che, per propria colpa , fatica a salvarsi la Vita….” da peccatore a peccatore mi permetto di suggerirle la preghiera del Santo Rosario raccomandatissima dalla Santa Vergine per ottenere Grazie di ogni genere , ma soprattutto per crescere nelle Virtù e nella vita cristiana e per SALVARE L’ANIMA. A tale proposito posto una storia raccontata dal giornalista Luigi Accattoli , storia molto significativa su come salvarsi l’anima…un caro saluto al lettore

    https://www.luigiaccattoli.it/blog/cerco-fatti-di-vangelo/8-celebrazione-ecclesiale-della-propria-morte/tonino-colombani-il-mangiapreti-convertito-dall%E2%80%99ave-maria/

    • unaopinione ha detto:

      Grazie del link. Non credo di arrivare al livello dei mangiapreti. Comunque, dovrei fare anche un altro racconto per dire tutto quello che faccio in aggiunta (mica solo a messa … e comunque una coroncina alla Divina misericordia ogni giorno é da anni assicurata e fra tutte le Grazie che chiedo é soprattutto quella di avere la forza di non/avere meno occasioni di peccare) a quello che ho affermato nel racconto. Ma credo che sarebbe noioso per qualsiasi lettore (e neanche lo vorrei raccontare; del resto é piú o meno quello che fa ogni persona che prega Dio). Ma nonostante ció trovo che anche ció che di aggiuntivo faccio non basta … c´e ne vuole sempre di piú (e questo nonostante la mia tendenza al peccato, rispetto a quando ero piú giovane, continui certamente a diminuire con il passare del tempo – almeno quantitativamente). Spero comunque che alla fine sia sufficiente.

      • Nicola ha detto:

        Mi sa che sono nella sua stessa situazione. Perciò ho deciso ( nonostante la mia tiepidezza spirituale ) adesso che sono in pensione, di recitare quotidianamente almeno una corona del Santo Rosario. E questo perché vincendo la mia tiepidezza e dando continuità alla preghiera del Rosario per un certo periodo ho ottenuto per un certo periodo la pace del cuore e la fortezza spirituale nelle tentazioni . Poi è ripresa la tiepidezza….perché ho smesso di pregare il Rosario. Ma adesso sono in pensione e mi consola ciò che la Madonna ha detto a Suor Lucia di Fatima:” Non c’è problema vi dico che non possa essere risolto con la preghiera del Santo Rosario. Coraggio . Preghi una Ave Maria per me al giorno ed io farò altrettanto per lei . Forza.

  • Forum Coscienza Maschile ha detto:

    La Messa di sempre è l’anima dei movimenti tradizionali e della stessa Fede cattolica. Ho citato sul forum insieme ad altri documenti su questo magnifico rito e la riforma del postconcilio:
    https://www.coscienzamaschile.com/index.php/topic,145.msg11201/topicseen.html#msg11201