Buon Natale. Ma quando è Nato Davvero Gesù? (Probabile il 2 a.C….)

22 Dicembre 2021 Pubblicato da

 

Marco Tosatti

Cari amici e nemici di Stilum Curiae, un fedele amico del nostro sito ci offre questa riflessione sulla realtà storica, e cronologica della festa che stiamo per celebrare. Buona lettura!

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L’anno natale di Nostro Signore Gesù Cristo

Di questi tempi capita di domandarci se siamo veramente al termine del 2021° anno dopo Cristo. Disponiamo di informazioni che, nella loro multidisciplinarità, possono armonizzarsi per una risposta tutt’altro che vaga al quesito.

Innanzitutto ci sono le opere degli storici antichi, incluso il vangelo che è una fonte storica attendibile e documentata. La storia di Roma e dei suoi alleati e nemici è nota e alcune date sono certe: in quello che oggi è il nostro calendario, nell’anno 43 a.C., il 711 Ab Urbe Condita (dal 26 novembre del calendario giuliano con il Triumvirato), Ottaviano è insignito di un potere che manterrà in diverse forme fino alla morte avvenuta nel 14 d.C.  (il 767 A.U.C.).

Durante questi anni avvengono alcuni passaggi fondamentali tra i quali spiccano: la guerra contro Marcantonio con la battaglia di Azio nel settembre del 31 a.C.; la morte di Cleopatra nell’agosto del 30 a.C.; il titolo di Augusto e imperatore nel 27 a.C.; la nomina a Pater Patriae nel 2 a.C. (il 752 A.U.C.).

Il primo anno di regno di Ottaviano è quello che va dalla fine di novembre del 43 alla fine di novembre del 42 a.C. ma non tutte le cronologie datano l’anno 1 dall’esatta data di inizio regno. In certi casi il conto inizia ad inizio anno, il primo gennaio successivo. Quando ad esempio Sant’Ireneo parla del 41° di Augusto come anno di nascita di Gesù, può intendere un lasso di tempo che va dal 3 al 2 a.C. (fine novembre su fine novembre) o riguardare il 2 a.C. (da inizio gennaio a fine dicembre).

Ippolito di Roma parla invece del 42° di Augusto: può aver usato il criterio di contare da novembre a novembre, oppure ha un riferimento sbagliato di un anno rispetto ad Ireneo. Tertulliano scrive che era il 41° di Augusto, aggiunge che era l’anno 28° di regno di Augusto dalla morte di Cleopatra (quindi il 3-2 a.C. da agosto o il 2 a.C. da gennaio), ma per morire nel 15° dopo la nascita (nel settembre del 14 d.C.): qui viene tolto il dubbio e se le prime due informazioni condurrebbero all’intervallo 3-2 a.C., solo il 2 a.C. soddisfa l’ultima.

Clemente di Alessandria negli Stromata calcola dalla morte di Giulio Cesare (marzo del 44 a.C.) a quella di Commodo 236 anni e mezzo. Poi dice che Gesù è nato nel 28° anno dal primo censimento di Augusto (si svolse nel 28 a.C.) e quindi l’anno sarebbe l’1 a.C. Clemente pone la nascita di Gesù 194 anni prima della morte di Commodo avvenuta il 31 dicembre del 192 d.C. e allora si tornerebbe al 3 a.C.  Si direbbe che qui l’intervallo vada dal 3 al 1 a.C.

Eusebio di Cesarea scrive del 42° anno di Augusto, 28° della sottomissione dell’Egitto dopo la morte di Cleopatra (30 a.C.): per combinare le due informazioni il 2 a.C. è l’unica soluzione. Sesto Giulio Africano riporta il 31° anno prima del 16° di Tiberio (imperatore dal 14 d.C.): strano modo di esprimersi, che conferma pur sempre il 2 a.C. (o all’inizio del 1 a.C. se si conta il 1° di Tiberio a partire dal 15 d.C.). Lo pseudo Giovanni Crisostomo introduce un riferimento al consolato di Augusto XIII e Silvano, nel 42° di Augusto: qui cade ogni dubbio e l’anno è per forza il 2 a.C.

Erode il Grande era vivo e regnava da 33 anni (come riporta anche Sulpicio Severo) dalla morte di Antigono, l’ultimo re Asmoneo e 36 anni da quando era stato insediato dai Romani. Si tratta di notizie riferiteci da Giuseppe Flavio nelle cronologie apparentemente sfasate di tre anni (ma logiche originando da due fatti differenti) che rispettivamente assegnano 37 e 34 anni di regno complessivi e un settimo anno, nel primo caso, al tempo della battaglia di Azio del 31 a.C.: tutto concorre a confermare la data del 2 a.C. Secondo Giuseppe Flavio Erode aveva 15 anni all’epoca del nono anno di Ircano, che prese il potere all’epoca della conquista di Gerusalemme ad opera di Pompeo (nel 63 a.C.). Quindi se aveva 15 anni nel 55-54 a.C. doveva essere nato tra il 70 e il 69 a.C. (824-825 A.U.C.). Poiché Giuseppe Flavio scrive che Erode morì settantenne, egli nel 2 a.C. era necessariamente ancora vivo.

Gli scritti di Giuseppe Flavio sono anteriori a quelli di tutti gli altri storici summenzionati: hanno il pregio di non interessarsi della nascita di Gesù, ma determinano bene le date in cui vissero altri protagonisti della vicenda, come il re Erode. Il vangelo ne risulta confermato, includendo le memorie astronomiche riguardanti l’eclissi di luna che precedette la morte di Erode (effettivamente avvenuta all’inizio dell’anno 1 d.C., nel 754 A.U.C.) e la vicenda del fenomeno siderale (tra il 3 e il 2 a.C.) che interessò i Magi venuti ad adorare il bambino.

Torna proprio tutto, per circoscrivere l’anno del Natale sul finire del 2 a.C. dando ragione a San Luca che come riferimento puntualizza che il quindicesimo di Tiberio (781-782 A.U.C.) vide all’opera per qualche tempo il precursore di Gesù, prima che il Signore desse inizio alla vita pubblica quando era trentenne: dunque già nel 30 d.C., essendo nato alla fine del 2 a.C. e non dovendosi contare l’anno zero. A ulteriore supporto ci sono il censimento (collegato alla proclamazione di Augusto Pater Patriae) che costrinse la Sacra Famiglia a trasferirsi a Betlemme e il nome dei funzionari Romani responsabili: iniziò Senzio Saturnino, come attesta Tertulliano e terminò Quirinio, per il quale questo censimento era il primo dei due a cui si dedicò, con conferma da Giuseppe Flavio e dal vangelo di Luca.

R.S.

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8 commenti

  • acido prussico ha detto:

    Onore e lodi allo studio ma ho voglia di smaltire la mia “acidità”.
    Se Yeshúa è nato nel 2 d.C. e fu ucciso “fisicamente” dopo 33 anni, quando è “morto” il suo “spirito”?
    Risposta.
    L’enfisema respiratorio si è manifestato verso gli anni 60-70 del XX secolo trasmessagli dalla pollution pelagiana e semipelagiana di eredi tutto-distintivi e bocca.
    La morte definitiva è datata sotto l’Impero di Francesco I. Le vestali del Novus Ordo ri-celebrano le sue esequie.

  • Alessandro ha detto:

    Grazie per questo contributo, sintetico ma completo e convincente. Per quanto riguarda poi il giorno, ci sono indizi altrettanto solidi che il 25 dicembre non sia una data peregrina o la semplice sostituzione del periodo del Dies Natalis del Sole Invitto: https://www.romait.it/santo-natale-ecco-perche-gesu-puo-davvero-essere-nato-il-25-dicembre.html

    E felice Natale del Signore a tutti!

    • Rino Loi ha detto:

      non concordo ovviamente con Alessandro. Nel suo link si parla solo di indizi. Ho spiegato altrove che 2 turni dei 24 sacerdotali settimanali per anno dando 48 provocavano circa un mese di sfasamento ogni anno (52 settimane in media). se no si definisce con esattezza l’anno non puó aversi corrispondenza sicura

    • Rino Loi ha detto:

      non concordo ovviamente con Alessandro. Nel suo link si parla solo di indizi. Ho spiegato altrove che 2 turni dei 24 sacerdotali settimanali per anno dando 48 provocavano circa un mese di sfasamento ogni anno (52 settimane in media). se no si definisce con esattezza l’anno non puó aversi corrispondenza sicura

  • MARIA MICHELA PETTI ha detto:

    «ci sono le opere degli storici antichi, incluso il vangelo che è una fonte storica attendibile e documentata».
    Sarebbe oltremodo indispensabile – direi obbligatoria – la ri-scoperta, attraverso uno studio approfondito, dell’attendibilità e della straordinaria documentazione che fanno del “vangelo” una “fonte storica” ineludibile, da parte degli “addetti ai lavori” e in particolare di chi tende a far mostra di pretesa superiorità dottorale, rimandando alla mancata prova-registratore…, onde evitare goffe e rischiose insinuazioni…
    Anche da me, l’augurio di Buon Natale!

    • Rino ha detto:

      Riassumo qui in corto spazio: per i fatti del vangelo dobbiamo riferirci al calendario ebraico lunare.
      Dei giorni di Gesú non abbiamo corrispondenza certa coi nostri calendari. Visto le difficoltá storiche umane Gesú ci favorisce tramite mistica del secolo scorso, com note aggiuntive ora possibili da valutare via astronomia recente e rotoli di Qumram (sec. XX). In Convegni internazionali recenti si dibatte tale questione tra specialisti dedicati allo scopo: non solo io dal Brasile ma dagli USA, Australia e Francia, oltre ad italiani. Manderei altro via e-mail se…

    • Nico ha detto:

      Dobbiamo però fare i conti con l’opera di demolizione dell’autenticità delle Sacre Scritture già iniziata nei secoli precedenti ma che ha avuto una grande fioritura dell’800 con Loisy e i suoi seguaci. Oggi la situazione è diversa ma qualche illuso che pensa che le critiche siano autentiche e che i Vangeli raccontino solo pie leggende esiste. Anzi come dice bene Benedetta si è sostituita la narrazione della Nascita di Nostro Signore con il Babbo Natale, la sua slitta, gli elfi e le renne.
      Cosa potremo fare per far nascere di nuovo Gesù Bambino ?

      • R.S. ha detto:

        Ecco cosa fare: iniziamo ad essere ragionevoli.

        A quei tempi non c’erano i registratori, ma c’erano viventi i testimoni (e scusate se è poco).
        Nei capitoli dedicati all’infanzia di Gesù, San Luca ha necessariamente attinto i particolari molto privati e familiari (Zaccaria, Elisabetta, Giovanni, le preghiere, i pastori, Simeone, Anna, Nazaret, Gesù dodicenne al tempio) direttamente da Maria Santissima, ancora “intervistabile”.
        San Matteo non può aver fatto lo stesso con San Giuseppe, ma ha messo in fila quello che era più facilmente noto anche ai discepoli (il ruolo di Giuseppe, il censimento, le profezie, Erode, i magi, la stella, l’Egitto, la strage degli innocenti, Archelao).

        Che il vangelo sia un documento storico, lo conferma San Luca nel prologo tanto importante quanto sottovalutato: “molti han posto mano a stendere un racconto degli avvenimenti successi tra di noi, come ce li hanno trasmessi coloro che ne furono testimoni fin da principio e divennero ministri della parola, così ho deciso anch’io di fare ricerche accurate su ogni circostanza fin dagli inizi e di scriverne per te un resoconto ordinato, illustre Teòfilo, perché ti possa rendere conto della solidità degli insegnamenti che hai ricevuto”.

        Poi uno può pensare e insegnare che i vangeli siano posteriori alla distruzione di Gerusalemme: non è per colpa dei registratori mancanti venti secoli fa, ma delle assurdità spacciate per esegesi e metodo storico-critico almeno dai tempi di Loisy in poi. Chi deve la formazione a certi insegnamenti è stato inquinato fin nell’anima. O sciacqua i panni nel Giordano o lo farà nel Reno, nella Senna e purtroppo anche nel Tevere.