BDV: Provano a Cancellare il Natale, ma Lui Nasce Egualmente…
22 Dicembre 2021
Marco Tosatti
Carissimi StilumCuriali, la nostra BDV si è accorta che quest’anno la Nuova Amministrazione, quella del Sol dell’Avvenire ha deciso di non mettere le luci di Natale nel suo quartiere, Monti. E da pensiero nasce pensiero, ed ecco a voi…buona lettura.
§§§
Questa mattina nell’aprire come faccio sempre le imposte mie che guardano su una viuzza monticiana, mi sono accorta, con un “Ohh” di stupore, che il signor neosindaco di Roma (uno che, secondo me, è buono al massimo a strimpellar sulla chitarra la bossa nova) non ha messo le luci di Natale.
Di solito, anno via anno, per più di venticinque, dondolavano al ponentino, guardando da lassù sanpietrini, passanti e negozi e illuminando in stelle filanti le notti dell’Avvento e quelle fino all’Epifania. Oh che strano, mi sono detta, ma poi, via in cucina, a capar verdure, rosolar cipolla, impastare i sassolini di Santa Emerenziana per chi li ha richiesti. E ci ho pensato con un pezzetto di cervello appena finché, nel legger il forum del sito che ospita il mio negozino di borse (che chiamo bennibags) ho visto le lamentele di quante, mie colleghe artigiane, vendevano online strenne natalizie e che di ordini, quest’anno, nisba.
Poi mio marito mi ha mandato il vademecum secondo il mainstream, per un Natale sicuro, una lista al sapor d’odio e di abbracci vietati, che è tutto il contrario della carità. E tutto quanto, questi ed altri ingredienti, si sono impastati e, messo su un pizzico di sale che viene dagli occhi accesi dallo Spirito Santo, ho messo in forno il mio pensiero ed eccolo qui, strato per strato fino a ricavare il succo che è ( ma non sarà) l’abolizione del Natale, anche del Natale scristianizzato che hanno inventato per vender merce a go go.
Al primo strato del mio dolce natalizio, c’è quanto è accaduto in anni e anni di stupideria post bellica. Ovverosia la sostituzione di Gesù Bambino con il faccione di Babbo Natale che prima era San Nicola e adesso un tipo losco, facciuto, barbuto, ammiccante, della Coca Cola. Piano piano, gli abeti sono diventati più importanti dei Presepi, le renne con il nasone rosso in stile Ikea hanno sostituito gli angeli e i folletti dalla barba bianca al posto dei pastori di Betlemme.
E prima di andare avanti, un ricordo mio di bimba, quando la nonna Lisetta ci faceva preparare latte e noci per il Bambinello che arrivava a portarci i doni. Erano gli anni Sessanta. Ecco qui: Se strizzo gli occhi forte e cerco di accendere il lucignolo dei miei natali passati, solo un ricordo mi pare sottolineato dallo stabilo boss giallo neon che trovavo, bambina, da D’Antimi, la cartoleria vicino casa. Un ricordo e niente più. Sono piccola di sette anni, credo, e sono a San Giuliano, davanti al povero presepe della nonna Lisetta abitato da pochi pastori, con le loro belle pecorelle bianche a cavacecio, da un gallo a far chicchirichì e con su un cielo stellato, attaccato sghembo al muro con lo scotch, pronto a cadere in testa alla capanna.
Cantiamo, i fratelli, la nonna ed io in quella notte nera nera e tanto silenziosa che par di udir nell’aria il fiato di Dio. Mi pareva uno sproposito, ma in quella notte un po’ speciale perché si andava a dormir tardi, con le tapparelle agli occhi, Gesù Bambino non si chiamava più così ma prendeva il nome di Israello e, senza niente da mangiare, scendeva dai campi del ciel e dalle stelle… Canto, dunque, e non guardo, come i miei fratelli, i pacchetti rossi e verdi (misero mondo) che fan da tappeto al tavolino del presepe. Gli occhi miei arditi fuggono attraverso la porta finestra che fa da confine al giardino e si perdono nei lumi del firmamento. Mi trovo naso a naso con una stella lucente, una sola, e in lei mi perdo come nella mia buona stella. Ma dovevo ben avere la faccia da grulla. Ricaddi dai miei astri come sacco di patate, uno dei gemelli mi scosse forte per le spalle e mi alitò nell’orecchio: “Ma che ti sei incantata! A boccona!”.
Chiudo la porta al ricordo di quando il Natale era Natale e torno all’oggi, cioè al secondo strato del mio pensiero infornato. Tolto di mezzo l’unico motivo di festa, cioè il dies natalis del Salvatore, agli uomini desacralizzati, famelici di consumi, restavano il rosso, le luci e i regali, i buoni sentimenti al sapor di Panettone. E i regali, che sono espressione d’amore per il prossimo. Ti amo e quindi ti faccio un dono. Non così era per gli antichi romani che festeggiavano con doni augurali i Saturnalia (festività che cadevano nel nostro tempo di Natale). Il dono era speranza di rinnovamento, gioia fatta cosa per la primavera prossima ventura. Per noi, no, il dono di Natale era un gesto d’affetto e d’amore per i cari del cuore e un gesto che dava benzina all’economia. Già i cari del cuore. Ma se, e arriviamo subito al terzo strato dell’impasto velenoso, lì dove è la farcitura alla crema, se i cari sono coloro che possono infettarci, farci ammalare, finire in rianimazione e vattelapesca, allora perché mai far loro un regalo? Molto meglio ignorarli, voltar le spalle, obbligarli a indossar la mascherina. I non vaccinati, poi, essendo sub umani, non sono neanche degni di ricevere un dono! Forse una chiamata distratta, ma proprio al massimo.
Tolto Gesù Bambino, unico Amore, solo motivo per festeggiare il Natale, piano piano manca il piedistallo su cui poggiare il nulla di tanti Natali scristianizzati. Con l’abolizione della carità (in cui la Chiesa si distingue con medaglia d’oro. Infatti in Vaticano si entra solo con il Green pass e neppure il Bambinello potrebbe entrarci…) non hanno più senso neppure i doni. E se si è cattivi (cioè captivi diaboli) tutto l’anno, perché non esserlo anche il 25 dicembre. Che cosa cambia? Via allora anche il Natale commerciale, via le luci, via i regali. Tanto – e lo sanno bene nel pianeta del Mago di Oz, regista diabolico della tessitura – ci aspettano tempi di miseria. Il black out sarà salutato con un osanna perché così la foresta amazzonica potrà respirare e i daini tornare a correre in Piazza Navona per la gioia degli animalisti, che hanno fatto il loro dovere e forse presto non serviranno più (sono avvertiti). Il minuetto della psicopandemia va avanti, stritolando la Verità e il coro festante delle categorie ipnotizzate seguirà, danzando orgiastico, il malefico Pfiffer (pfizer), ovverosia il pifferaio magico che conduce alla grotta senza uscita. Insomma, Natale che si festeggia a fare? Tanto vale abolirlo, di morte lenta, senza che nessuno se ne accorga. E infatti nessuno si è accorto che in Italia, zitto zitto, con l’aria da salvatore della Patria, è arrivato un Grinch, spettrale, livido di odio, e si è portato via il Natale, rubando in un pacchetto solo Gesù, presepi e anche l’amore per il prossimo.
Ed ecco perché i negozi sono vuoti, i mercatini spenti, i treni ghiacciati, le luci morte, i sorrisi rari, mentre il Capo dello Stato, il signor Mattarella, folletto del Grinch, fa gli auguri al signor papa Bergoglio, verde nell’espressione livida che indossa sempre, ringraziandolo perché – dice il braccio destro del Grinch, cioè Mattarella – è sempre stato vicino agli italiani. Hahaha, ma dai, fa ridere!
Sì, certo, per chiudere le Chiese, anticipare al pomeriggio la messa di Mezzanotte e fare tutto il possibile (e l’impossibile) perché Gesù Bambino venga considerato importante come la Pachamama, madre natura e, perché no, il dio scimpanzè che ha sorriso sulla facciata di San Pietro, recando scandalo al cuore dei credenti. Per non dir nulla degli sconci ed eretici (oltreché orrendi) presepi di piazza San Pietro.
E l’Italia, senza Natale, naturalmente riceve il battimani e la medaglia dei giornaloni inglesi ai quali il tradimento della verità piace come un gelato al cioccolato. Ma dai! Eppure, nonostante tutto, facendo marameo ai tanti Grinch verdi vipera, senza luci, tra i pastori veri, il Bambinello nasce eccome, anche se soltanto nel silenzio del nostro cuore, Egli porta la Luce vera che è Via, Verità e Vita. Alla faccia dei verdi Grinch e del loro grim path, cioè tristo sentiero. E la mia speranza è che lo Spirito Santo illumini gli italiani e li faccia tornare a Cristo, a Dio, alla bontà e alla bellezza. Oremus! Buon Natale!
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Categoria: Generale
El catolicismo y las otras religiones
Un aporte doctrinal muy importante.
¿Cómo la religión natural llega al conocimiento de Dios?
Enseña San Pablo que por medio de las creaturas se puede conocer a Dios y Aristóteles lleva a cabo este conocimiento de Dios de manera científica, es decir, por un conocimiento cierto y por las causas, mientras algunos gentiles conocían a Dios por el sentido común.
Por estos conocimientos los hombres podía acceder a una religión natural y podían conocer la existencia de un Dios creador pero no creer en Él con la virtud sobrenatural de la fe sino por un acto de pura voluntad humana.
Pero ¿qué es lo que podían conocer de Dios los gentiles y el filósofo sin una revelación sobrenatural?
Podía el filósofo partir de lo contingente (lo que puede ser o no ser) por cinco vías y llegar por las causas al conocimiento de lo necesario.
Partía, así, Aristóteles de una Creación que podía ser o no ser (contingente) y llegaba a lo que Santo Tomás de Aquino mencionó como el Ser o Primer Motor Inmóvil.
Por lo tanto, podían, el filósofo y los gentiles, conocer que se debía cierto culto a Dios y realizar acciones piadosas en materia de religión.
Hasta ahí lo que podía conocer el hombre por su propia razón y no más que eso.
No podían los gentiles y el filósofo hacer el camino inverso y desde lo necesario deducir lo contingente, o sea, lo que puede ser o no ser, porque la razón se mueve en el campo de lo necesario y la Creación si es contingente porque Dios pudo o no haber creado, no podría deducirse de manera racional y, por lo tanto, necesaria ni entrar en los motivos de la Creación por vía racional y natural, no podía conocer por qué Dios había creado si Dios no se lo informaba de manera sobrenatural, por una revelación sobrenatural.
De la misma forma la salvación de la creatura humana luego del pecado original no puede deducirse de manera racional porque como Dios pudo o no haber salvado no puede alcanzarse ese conocimiento por la sola razón y de manera necesaria sino por la revelación sobrenatural y por medio de la gracia de Dios, principalmente, por la virtud sobrenatural de la fe.
Aquí planteamos el primer punto de nuestra argumentación:
Si bien de lo contingente de la Creación se puede llegar de manera necesaria y racional a conocer la existencia de un Primer Motor Inmóvil y que Dios exige ciertas acciones piadosas en materia de religión, no puede el ser humano hacer el camino contrario y del Primer Motor Inmóvil deducir o conocer por qué Dios ha creado al hombre y para qué a menos que eso fuera revelado sobrenaturalmente por Dios y, tampoco, conocer de manera necesaria y con la sola razón la salvación de la creatura humana porque Dios pudo o no, después del pecado original, haber salvado al hombre y nada lo obligaba a hacerlo.
No podía la creatura partir de lo necesario y alcanzar lo contingente como si fuera necesario que Dios creara porque no lo era y tampoco era necesario que Dios salvara al hombre caído en pecado.
La segunda afirmación que haremos es de índole teológica y católica:
No es correcto que a una revelación sobrenatural de Dios le responda el hombre de manera natural por varios motivos: a) lo sobrenatural y lo natural están en distintos planos y son realidades distintas; una revelación sobrenatural exige para ser creída y para que el hombre pueda darle la respuesta que merece Dios que Éste le suministre al hombre un organismo sobrenatural de la gracia que sea de naturaleza creatural pero divina y que sea puesto en el hombre pero, además, necesita el hombre que la respuesta misma sea dada desde cada hombre por Dios mismo; b) una revelación sobrenatural exige una respuesta sobrenatural para ser la respuesta adecuada, si Dios se revela al hombre no puede un hombre natural y menos un hombre caído en pecado responder de manera adecuada a esa revelación y, además, la respuesta a esa revelación sobrenatural de Dios debe ser dada por el mismo Dios desde el hombre y desde cada hombre, por lo menos, en potencia.
Si Dios habla no puede responderle un simple siervo y la creatura, que es casi nada, de manera apropiada.
Esto es importante porque dice mucho de las religiones que manifiestan poseer una revelación sobrenatural pero que dicen que es el mismo hombre natural el que puede dar la respuesta adecuada a este Dios que le habla sin necesitar la ayuda de Dios para poder responder de manera adecuada.
Por ejemplo, el islamismo y el protestantismo que hablan de la sola Escritura y del Corán.
En cuanto al islamismo, para los católicos, los únicos “aportes” del islam a la religión natural, tal como la detallamos ut supra, serían tres:
Primero la fe en Mahoma como profeta porque como señalamos el hombre puede llegar a conocer por su sola razón natural la existencia de Dios y darle un cierto asentimiento desde la voluntad y puede conocer que Dios exige culto y ciertas acciones piadosas.
El segundo “aporte” sería el precepto religioso de dar muerte al “infiel” si este no se convierte después de varias prédicas.
El tercer “aporte” del islam sería llevar a cabo una guerra santa hasta que todo el mundo reconozca a Allah y a Mahoma como su profeta.
Todos los otros elementos de la religión natural están presentes en el islamismo como son el culto a Dios, la oración y otras acciones piadosas.
Encontramos dos objeciones fuertes contra el islamismo y el protestantismo: a) a una revelación sobrenatural no puede contestarle el hombre de manera adecuada desde lo puramente natural y sería necesaria una contestación misma dada por Dios desde la creatura sin que la creatura dejara de ser creatura y Dios dejara de ser Dios.
La segunda objeción es que intentar desde lo natural dar una respuesta adecuada a una revelación sobrenatural es pretender ser como dioses con lo cual quienes llevan a cabo esa empresa de pretender salvarse a sí mismo por medios naturales o humanos caen en el pecado de los primeros padres, Adán y Eva, de pretender ser como dioses y salvarse a sí mismos.
Los que pretenden salvarse por la fe entendida como voluntad o emoción natural y humana y sin la ayuda de la gracia de Dios están afirmando que el hombre se salva a sí mismo en lo histórico y en lo extrahistórico sin necesidad de Dios y basta con que el hombre aplique su voluntad o sus emociones naturales a cierta revelación para salvarse.
En esas religiones a los fines prácticos y teóricos son los hombres los que se salvan a sí mismos y no Dios que salva y en eso, según el planteo anterior, se comportarían como si fueran dioses y repetirían los pecados de Adán y Eva de pretender ser como dioses y se podría ver una tentación de una pluralidad de dioses en ese querer ser como dioses.
En el protestantismo el esfuerzo de creer en la sola Escritura de manera natural y por la voluntad natural y sin la ayuda de Dios, de una gracia y de la virtud sobrenatural de la fe lo lleva al hombre a la angustia por no poder realizar desde lo natural aquello que sólo puede hacerse con el auxilio divino o sobrenatural, de la angustia se pasa a la duda de manera necesaria y desde la duda y la pregunta se pasa al libre examen de la sola Escritura, a la eliminación de libros canónicos y a reducir lo que se cree a la altura de una religión natural, o sea, a lo que el hombre puede conocer por su sola razón y voluntad natural.
Además, al responder el protestantismo a la revelación sobrenatural con el libre examen que supone dudas y las preguntas como respuesta a la Palabra de Dios se actúa de manera ofensiva a Dios cuya Palabra requiere ser creída y obedecida de manera íntegra y al poner el protestantismo las dudas y las preguntas se comporta este hombre en contradicción absoluta con lo que exige una revelación sobrenatural que no merece dudas sino fe sobrenatural.
El protestante sólo puede creer del contenido de la revelación sobrenatural aquello que su voluntad y su razón natural le permiten creer y eso lo obliga a reducir cada vez más lo que cree a aquello que puede formar parte de una religión natural y que puede conocerse con la sola razón y la sola voluntad sin necesitar la ayuda de la gracia de Dios.
Al intentar creer en Cristo por la sola voluntad y razón natural y al no lograrlo el protestante se angustia y duda y se pregunta y reduce paulatinamente lo que puede ser creído y razonado a lo que puede ser creído y razonado de manera natural y nunca llega a Cristo o se aleja cada vez más de Cristo como Persona divina centrándose en lo humano y a medida que intenta profundizar por medios inadecuados y naturales en lo sobrenatural rechazando la necesidad de la gracia divina para tener fe y poder comprender va reduciendo el contenido de lo que cree a lo que por la sola razón puede entender y la sola voluntad puede creer.
Y es que la sola razón no alcanza, la sola voluntad no puede darle el asentimiento y ambas necesitan ser elevadas por Dios para que puedan entender la razón esa revelación sobrenatural y darle el asentimiento, por la virtud sobrenatural de la fe, esa voluntad.
Lo mismo hace el progresismo católico y gran parte de la jerarquía de la Iglesia terrenal actual al pretender por la sola razón y de manera gnóstica alcanzar un conocimiento de Dios por medios naturales y negarse a la relación necesaria entre razón y fe sobrenatural.
Pero no es una razón natural que se encuentra con una fe sobrenatural sino que la razón misma necesita ser elevada al plano sobrenatural por las virtudes infusas como la prudencia infusa, las virtudes sobrenaturales de la fe, esperanza y caridad y los dones del Espíritu Santo.
Estos intentos progresistas de racionalizar y mundanizar la religión católica solamente tienen como resultado expulsar paulatinamente el elemento sobrenatural que no puede ser creído por medios naturales y tampoco razonado por medios naturales sin la prudencia natural e infusa y los dones del Espíritu Santo, el hombre solo y sin la ayuda de Dios nada puede en el orden sobrenatural que es el de la revelación y el de la Iglesia.
De allí que existe un retroceso en la fe y en la gracia desde el Concilio Vaticano II que fue un anti Trento o contra Trento y cuyos frutos de relajación moral y religiosa se recogen hoy día en una Iglesia parecida a la renacentista que pide perdón públicamente y con dos cismas en marcha: uno el camino sinodal en Alemania y, el otro, el acuerdo secreto entre el Vaticano y China para la creación de la Iglesia católica reformista y comunista china.
Y lo que es peor aún tenemos una religión sobrenatural adulterada por la infidelidad de pretender ser como dioses y darle una respuesta solamente humana a la Palabra de Dios y pretender salvar los hombres la Iglesia por medios mundanos y exclusivamente pastorales.
En ese sentido, el que intenta ante una revelación sobrenatural responder de manera natural se pone desde lo práctico y desde lo teórico en el lugar de Dios y se hace semejante a los dioses y peca gravemente porque le faltan los medios sobrenaturales para alcanzar a entender la misma y creerla y para dar la respuesta adecuada que solamente puede ser de índole sobrenatural y desde la misma creatura sin pasar la creatura a ser Dios ni a confundirse con Dios.
Una tercera objeción que se puede formular al islamismo y no al protestantismo es que es una religión que pone como precepto religioso dar muerte al “infiel” si este no se convierte luego de haberle predicado varias veces; es desde el catolicismo evidente que los denominados “fieles” pasan a tratar a los “infieles” de manera no humana, los “fieles” se comportan a los fines prácticos y no teóricos como si fueran dioses con los “infieles” ¿en qué sentido?
Parecería que Allah le habría permitido a estos “fieles” que en otro momento pudieran haber sido “infieles” (de lo que se deduce de manera necesaria que los “fieles” y los “infieles” son hombres pues sino no pudiera haberse convertirse el “fiel” en “infiel” y viceversa) que se comportaran como dioses al decidir sobre la vida o la muerte natural y sobrenatural de los “infieles”.
Parecería que a los fines prácticos y teóricos existirían dos tipos de hombres los que tienen todos los derechos, “fieles”, y los que no merecen nada si no se convierten después de habérseles predicado cierta cantidad de veces, “infieles”.
Pero, además y según los católicos, este precepto de la religión estaría en contradicción con los preceptos de la ley natural, del derecho natural, con los mandamientos y con la moral cristiana que enseñaría lo contrario, a saber, “no matarás”.
Señalamos que son tres argumentos distintos los expresados contra este precepto pero conectados entre sí: el primero afirma lo siguiente: decidir sobre la vida y la muerte natural y sobrenatural de los hombres corresponde a Dios y no se puede saber si un hombre se mantendrá en una religión hasta que muera y adelantar la muerte de ese hombre porque no se ha convertido todavía a una religión es actuar como dioses y eso reitera el pecado de los primeros padres, Adán y Eva; el segundo argumento afirma lo siguiente: en la moral cristiana, el derecho natural, la ley natural y los mandamientos hay una orden dada por Dios clara de “no matarás” que se aplica a todos los hombres no puede violarse esa ley sin mala conciencia y sin destruir la conciencia.
Tercero: como quién puede lo más puede lo menos de ello se deduciría que los mandamientos de Dios se aplicarían sólo a los “fieles” y no a los “infieles”, a ciertos hombres sí y a ciertos hombres no porque quién puede lo más: “dar muerte al infiel que no se convierte luego de habérsele predicado varias veces” puede lo menos que es no cumplir ningún mandamiento con respecto a los “infieles” que son hombres porque sino no podrían convertirse a otra religión.
Pero esta ruptura del derecho natural y de la ley natural, según el católico, está tan relacionada con la conciencia que al consentir que Dios les ordena dar muerte a otros hombres por ser “infieles” y no convertirse que este precepto religioso se le presentaría al católico como algo antinatural o contrario a la naturaleza e inhumano y que sólo podría ser llevado a cabo con una mala conciencia que vuelve ciego al hombre.
Una vez que se acepta como precepto religioso el deber de darle muerte a un hombre porque no quiere convertirse a una religión todo el sistema moral cae y es difícil su reconstitución porque se está aceptando algo que está contra la ley natural, la conciencia y el derecho natural, según el católico.
Pero lo que diferencia la religión natural del islamismo no es tanto el Corán que no todos conocen sino la persona de Mahoma porque la religión natural y el islamismo creen en un Dios y creen en preceptos como la limosna, la oración, el culto, la peregrinación, etc.
Las tres únicas cosas que están en el islamismo y no están en una religión natural son: a) la fe en Mahoma como profeta; b) el precepto religioso de “dar muerte al infiel si este no se convierte después de haberle predicado varias veces”; y c) hacer la guerra santa hasta que todo el mundo se convierta al islam.
Pero que un hombre no se convierta a una religión en un determinado momento no implica que no se pueda convertir en otro momento o que no se convierta in extremis, es decir, cerca de la muerte; eso creen los católicos por eso no puede dársele muerte a los infieles porque sino los “fieles” actúan con respecto a otros hombres, “infieles”, como si fueran dioses y ese es un pecado gravísimo, no pueden los católicos comportarse como dioses con respecto a los hombres sino que deben esperan su conversión hasta el último momento que es la perseverancia final.
No pueden los católicos dar muerte a los que son “infieles” por ser “infieles” porque eso supondría ponerse en lugar de Dios y decidir no sólo quién vive y quién muere sino quién se salva y quién no y los católicos consideran que los hombres son creaturas de Dios y no pueden comportarse como dioses y tomar este tipo de decisiones con lo que le pertenece a Dios por ser creatura de Dios.
Si bien a la Iglesia le fue dada la posibilidad de atar o desatar esa facultad no es discrecional sino que la Iglesia debe atar como Dios manda y desatar como Dios manda pero incluso este desatar no puede ser una decisión no sujeta a modificaciones a futuro y se relaciona con excomulgar o dejar fuera de la Iglesia a cierta persona por herejía.
El problema de pretender responder a una revelación sobrenatural desde lo puramente natural es que al ser imposible para el hombre hacerlo le quedan tres opciones: a) relajar las exigencias moles y religiosas de la revelación sobrenatural; b) caer en la hipocresía y en el fariseísmo religioso; y c) las dos actitudes anteriores a la vez pero no al mismo tiempo o no sobre la misma materia.
Estas tres conductas religiosas impropias señaladas en el párrafo anterior involucran el grave pecado de comportarse como dioses con respecto a la revelación sobrenatural decidiendo qué aspectos cumplir de la misma (no cumplimiento íntegro) y cómo hacerlo y estas actitudes están en evidente oposición a lo que Dios ha revelado y a la obediencia debida a Dios.
La imposibilidad del hombre caído y del hombre natural (nos referimos al hombre natural para que los que no creen en el pecado puedan seguir el razonamiento) de dar una respuesta a una revelación sobrenatural se manifiesta en todos los planos, el hombre está imposibilitado de dar la respuesta de vida que exige esa revelación sobrenatural porque lo que llama su fe es pura voluntad natural; no pueden darlo desde su inteligencia ni tampoco desde lo emotivo e imaginativo.
El hombre no puede amar lo necesario a Dios para que ese amor natural sea una respuesta adecuada al Dios que se revela de manera sobrenatural, no puede tener fe lo suficiente en Dios y en esa revelación sobrenatural y no puede esperar lo necesario en Dios, no puede ser lo suficientemente santo para responder a Dios con la respuesta necesaria y adecuada que Dios merece.
Entonces, surge desde algunas religiones un intento de relajar las exigencias morales y religiosas y se permite la poligamia o el divorcio o poliandria, los hombres hacen oración en los lugares públicos para que la oración les sirva para mostrarse como “fieles” y algunos hacen menos oración o no hacen; se establecen facilidades para tener muchas mujeres porque no se puede ser fiel a una, para divorciarse (en aquellas religiones que exigen la monogamia) y se pasa así a la poliandria (una mujer con su cría que pasa de hombre a hombre) se les permite casarse en los pastores protestantes ya que no pueden llevar una vida dedicada exclusivamente a Dios porque las dudas y las angustias de los impedirían y se habla de sacerdotes casados como una solución a la falta de santidad y una parte importante de la Iglesia verdadera se dedica a lo mundano o político porque ya no cree poder alcanzar lo sobrenatural o porque encuentra muy difícil el camino de tomar la propia Cruz y seguir a Cristo.
Y, al final, se cae en relajamiento moral y religioso junto con rigorismos, fariseísmos e hipocresías: se persigue a los “infieles” y se los mata; se establecen dos clases de personas unas “fieles” y otras “infieles” y los “fieles” se comportan como si su alma fuera de naturaleza divina como dice la cábala y los “infieles” son tratados por los “fieles” como si tuvieran el alma de naturaleza animal siendo que muchos “infieles” han pasado a ser “fieles” y viceversa y si fueran hombres no podrían comportarse así; se cae en conductas farisaicas en que se hace de preceptos religiosos y morales secundarios o terciarios lo principal; se busca fomentar por la fuerza estoica de la voluntad un puritanismo, calvinismo o fariseísmo o dedicarse a tareas políticas y mundanas con gran ahínco como una forma de responder en otro plano a las exigencias que le son imposibles de responder en el plano sobrenatural.
Conclusiones:
Primero: una revelación sobrenatural requiere una respuesta sobrenatural dada por el hombre y ello no es posible al hombre natural ni al caído, por lo cual, no sólo el hombre debe ser elevado para que de respuesta por medio de un organismo sobrenatural de la gracia en germen que debe desarrollarse sino que es necesario que Dios se anonade, se haga hombre para que desde el hombre mismo pueda Dios mismo dar la respuesta adecuada a la Palabra de Dios, además, esto último surge de la revelación de una manera más explícita y clara y porque la Iglesia ha profundizado el Magisterio.
De lo anterior conoce el católico la necesidad de la encarnación de Cristo para el hombre (para que el hombre se salve y no necesaria para Dios que pudo o no haber salvado) y lo conoce por la gracia de Dios y por la existencia de una Palabra de Dios dirigida a un hombre incapaz en lo natural y en lo caído de dar una respuesta adecuada a ese Dios y que necesita de la Iglesia como medio y de Dios para su salvación.
Lo anterior puede explicar, en parte, como Abraham y algunos patriarcas y profetas del Antiguo Testamento pudieron conocer la primera Venida del Hijo de Dios mismo encarnado en una Virgen.
Segundo: debido a que una revelación sobrenatural exige una respuesta sobrenatural por ello conoce el católico que Dios tiene una pluralidad de Personas porque si Dios fuera una sola Persona estaría comunicándose consigo mismo y esa no sería comunicación alguna porque para que exista comunicación se necesita por lo menos dos Personas divinas, además, porque Dios ha revelado esto de manera más explícita y clara y porque la Iglesia ha profundizado el Magisterio.
Luego, por todo lo anterior conoce el católico que Dios es una comunidad de Personas que, por lo tanto, hablar de una Santísima Trinidad no es un absurdo sino que sería absurdo creer en un Dios solitario que necesitara o quisiera comunicar por una revelación sobrenatural algo al hombre para obtener de él una respuesta natural todo lo cual para el católico demostraría que ese supuesto Dios solitario no es Perfecto, o sea, que no Dios.
Por lo cual, para que Dios sea perfecto después de haber dado una revelación sobrenatural al hombre requiere de manera necesaria que exista una comunidad de Personas divinas en un solo Dios.
Tercero: de la revelación sobrenatural de la Palabra de Dios y de la encarnación del Hijo de Dios que vimos en el punto Segundo como conocimiento del católico, todo ello, exigía una respuesta adecuada a esa revelación sobrenatural por parte del Hijo de Dios.
El católico conoce que la única respuesta adecuada que podría dar el Hijo de Dios sería Dios mismo como respuesta, la respuesta que da Cristo al Padre sólo puede ser una respuesta de Amor y el Amor es el Espíritu Santo o Tercera Persona de la Santísima Trinidad.
Con lo cual llegamos a que Dios se manifiesta en la Creación natural pero se manifiesta, aún más, en la Creación sobrenatural cuya cumbre es la nueva Eva y el nuevo Adán, Santa María Virgen y Cristo mismo y de lo anterior conoce el católico la Santísima Trinidad, además, porque Dios se lo ha revelado de manera más explícita y clara y porque la Iglesia ha profundizado el Magisterio.
Cuarto: pero, además, era necesario que la respuesta a la Palabra de Dios o revelación sobrenatural dada al hombre fuera contestada por cada hombre de manera sobrenatural y no sólo por Cristo.
De manera que Cristo envía el Espíritu Santo a la Iglesia para que todos puedan tener no sólo un organismo sobrenatural de la gracia en germen como se da en los católicos iniciados y en los católicos iniciados y remisos que son hoy mayoría sino que Dios pide santidad: sed perfectos como vuestro Padre es perfecto pero muchos son llamados pero pocos los elegidos.
Pero dar una respuesta adecuada a la revelación sobrenatural de Dios, en especial por medio de su Hijo, Jesucristo, no lo puede el hombre solo ni siquiera poseyendo el organismo sobrenatural de la gracia en germen sino que requiere iniciar el camino de los aprovechados o proficientes, iniciar un camino de santidad.
Y por ello los católicos deberían destacarse por el amor.
Pero no es suficiente con que sean santos sino que la respuesta la debe dar Dios mismo desde cada creatura humana de manera que la creatura humana se anonade para dejar ser a Cristo de manera que sea como otro Cristo y subrayo el “como” porque Cristo es Persona divina con dos naturalezas una humana y la otra sobrenatural pero el santo es creatura divinizada con una persona humana y una naturaleza humana y otra naturaleza creatural divinizada que es el organismo sobrenatural de la gracia pero dentro del organismo sobrenatural de la gracia se encuentran los dones del Espíritu Santo de manera que el hombre no obra de manera natural o humana por esos dones sino que se deja obrar por Dios porque los dones obran de manera divina y, además, Cristo vive en la Eucaristía y Dios hace su morada en el hombre en gracia y, por ello, cada católico tiene la posibilidad de que Cristo mismo, el Espíritu Santo y Dios mismo desde el católico pueda dar la respuesta adecuada a Dios. Todo lo anterior, además, lo conoce el católico porque Dios se lo ha revelado de manera más explícita y clara y porque la Iglesia ha profundizado el Magisterio.
Así dijo San Pablo: “no soy yo quién vive sino Cristo quién vive en mí” y el deseo de cada santo es anonadarse para que Cristo pueda mostrarse a los hombres pero la santidad exige la máxima virtud, o sea, que el hombre llegue a ser lo máximo que puede ser desde lo humano y desde la gracia para recién, entonces, poder dejarle espacio a Cristo y al Espíritu Santo para que obren en él y por él cuando es necesario.
De esa manera dejándose vivir por Cristo y desviviéndose por Él, el santo da la respuesta a la revelación sobrenatural de Dios adecuada porque la da Cristo mismo que vive en él. Esa respuesta no puede ser otra que el Amor o el Espíritu Santo pero para ello el santo debe estar injerto en Cristo como en una vid o como en un olivo formando una Iglesia o comunidad de creyentes.
Cuarto: de todo lo anterior conoce el católico que el primer precepto de la religión para un católico debe ser amar a Dios con todo el corazón, con todas las fuerzas con toda el alma y el segundo es amar al prójimo como a sí mismo y que este amor al prójimo es similar al primer precepto porque no es un amor natural sino sobrenatural no es un acto de voluntad por el cuál se intenta amar incluso al enemigo y, por ello, para el católico no existen dos hombres unos que deban amarse y otros odiarse porque todo hombre está llamado a la conversión y salvación no puede saberse hasta el final si un hombre se convertirá o no al catolicismo y si obtendrá la perseverancia final, mérito inmerecido como el primer mérito.
Ello no dice nada en contra de la pena de muerte puesta para evitar que un hombre en la cárcel mate a otros hombres ni contra una guerra santa de índole defensiva.
Con lo que llegamos a que la respuesta adecuada a la revelación sobrenatural debe ser la santidad, algunos la darán en esta vida y otros tendrán una santidad en germen o gracia en germen y no desarrollada al momento de morir y por el purgatorio podrán como por una misericordia divina y sin grandes méritos personales llegar a ser santos y participar de la vida eterna.
Quinto: la participación de la creatura humana en la vida divina requiere el organismo sobrenatural de la gracia y por medio de los dones del Espíritu Santo, en especial, de inteligencia y de sabiduría puede el santo participar en esta vida terrenal de la primicias de la vida divina, participará de ella como creatura y de manera divina y no humana, es decir, dejándose conducir por el Espíritu Santo y dando la respuesta adecuada y perfecta de amor a Dios y al prójimo.
De manera que en esta vida el católico es capaz más de amar a Dios que de conocerlo (o sea, es mejor amarlo que conocerlo) como enseñó Santo Tomás de Aquino porque el amor es la respuesta adecuada a Dios por la que el católico por medio de la virtud sobrenatural del amor responde al amor de Dios manifestado en la revelación sobrenatural y por Cristo mismo en la plenitud de los tiempos y por su Iglesia.
Pero las acciones que se llevan a cabo por medio de la virtud sobrenatural de la fe es el hombre el que las lleva a cabo de manera humana y no divina mientras que las visiones de la vida divina que tiene el santo por los dones del Espíritu Santo de inteligencia y sabiduría si bien no son perfectas en esta vida como lo serán en la otra y no son constantes sino que dependen de las mociones del Espíritu Santo se realizan de manera divina y por moción del Espíritu Santo y no por la voluntad humana que sólo participa en no poner obstáculos a las mociones divinas.
Pero en el más allá será superior conocer a Dios que amarlo porque conocerlo se realizará por moción divina y amarlo siempre lo hará la creatura por moción humana por lo que el conocimiento de Dios que tendrá la creatura será mejor y mayor al amor a Dios que una creatura divinizada puede dar.
Sexto: que Adán y Eva, como enseña Santo Tomás de Aquino, pudieron conocer la encarnación futura del Hijo de Dios de allí que su alianza con Satanás sea un pecado tan grave y pudieron conocerla no sólo porque Dios se revelaba sobrenaturalmente al hablar con ellos y no sólo por estar en gracia y tener un organismo sobrenatural de la gracia desarrollado sino que por el matrimonio destinado a la prole supieron los primeros hombres que Cristo debía reinar en la Creación.
Por ello, al rebelarse y no obedecer los primeros hombres y pretender ser como dioses por sus propios medios consintieron el deicidio de Cristo que Éste en su posterior y primera Venida transformó en sacrificio para la salvación de muchos.
Séptimo: que Satanás pudo conocer la encarnación del Verbo al ver que la Creación del mundo natural culminaba en los seres humanos en gracia, como señala Santo Tomás de Aquino, y ello por el conocimiento de la Santísima Trinidad y por la revelación sobrenatural de la gracia en el hombre o por tener Adán un organismo sobrenatural de la gracia desarrollado.
Y teniendo, el ángel caído, una inteligencia superior a la humana pudo concluir que Cristo se iba a encarnar de manera de dar una respuesta manifiesta desde la Creación a la revelación natural y, en especial, a la revelación sobrenatural de Dios al hombre.
Pues Cristo encarnado por su Amor sobrenatural al Padre manifestaba más en dicha Creación la gloria de Dios que todas las otras creaturas angélicas y humanas juntas. Con lo que la encarnación de Cristo es la manifestación máxima de la gloria y de todos los atributos de Dios en la Creación.
De allí que no sólo tuvo Satanás envidia de la creatura humana sino siendo asesino desde el principio vio la posibilidad de generar la caída del hombre y obligar a Dios a decidirse entre abandonar su Creación o salvarla y si intentaba salvarla según el plan original, Satanás podría tentar a Cristo anonadado en una Creación caída e intentar dividir la Santísima Trinidad enemistando por la desobediencia al Hijo con el Padre y dando muerte al Amor entre Ellos, el Espíritu Santo.
Ese era el plan del demonio según parece de lo ut supra desarrollado.
Octavo: de la gravedad del pecado original originante de Adán y Eva y de los pecados mortales de los hombres que prepararon el deicidio de Cristo y lo confirmaron y que preparan el anonadamiento final de la Iglesia santa pues se persigue a Cristo mismo en cada discípulo y en la santa Iglesia se muestra que el hombre no puede salvarse a sí mismo y que la pretensión de salvarse a sí mismo es reiterar el pecado original y agravarlo.
Por lo que la religión natural no salva, el hombre no puede salvarse por medios naturales como la voluntad de creer o por la inteligencia, ni siquiera puede salvarse por medios naturales si aplica esos medios naturales a una revelación que es o pretende ser sobrenatural porque, entonces, se pretende salvar a sí mismo y repite el pecado de los primeros hombres.
Un pecado de tal magnitud que sólo Dios mismo podría en la creatura llegar a dar la satisfacción suficiente de Amor para vencer a la muerte y al pecado y reparar tremenda ofensa y como nadie ama más que aquel que da su vida por sus amigos como la dio Jesucristo verdadero Dios y verdadero hombre, una Persona divina con dos naturalezas una humana y otra divina.
Noveno: como la religión natural no salva y el hombre requiere para salvarse no sólo de una revelación sobrenatural sino que Dios mismo en el hombre de la respuesta adecuada y correcta a esa revelación sobrenatural.
Salvo la religión católica todas las otras religiones no salvan y, por lo tanto, son mundanas y pretenden salvar por medios naturales como ser la voluntad, las emociones, la imaginación y/o la inteligencia del hombre aplicadas a la revelación sobrenatural reitera los errores de los primeros padres de querer ser como dioses y lo mismo hacen quienes desde la cábala ponen a unos hombres como de alma divina y a otros como de alma de animal y tratan a estos últimos como los dioses tratarían a los seres humanos o, mejor dicho, como los demonios los tratarían.
De allí que todo esfuerzo del hombre de salvarse a sí mismo al reiterar el pecado de Adán y Eva de ser como dioses reitera el pecado original al buscar maneras naturales y humanas de salvarse en lo histórico y en lo extrahistórico lo que supone caer en gnosticismos racionalistas, volitivos, emocionales e intelectuales dando lugar a falsas religiones, filosofías, ciencias, teologías e ideologías.
Todo ello construye la ciudad terrenal o de Satanás enfrentada a la ciudad de Dios que, en los últimos tiempos, dará lugar a dos grandes Bestias o imperios según el Apocalipsis de Daniel y según el Apocalipsis de San Juan: la Bestia del Mar que según los santos Padres es el terreno de la política (un gobierno global político) y la Bestia de la Tierra (una religión e Iglesia global ecuménica y organizada quizás como una ONU cuyo antecedentes pueden ser los encuentros de Asís).
Décimo: Esta Bestia de la Tierra, esta religión o Iglesia ecuménica global que puede tomar la forma de una ONU de religiones repetirá los intentos de los primeros hombres de ser como dioses, de intentar salvarse a sí mismos por medios naturales en lo histórico y extrahistórico y tendrá dos cabezas una cabalista y otra masona que estarán formada por las jerarquías de todas las religiones e Iglesias (la Iglesia de la Publicidad católica opuesta a la Iglesia santa y del silencio, no formará parte de la Bestia de la Tierra sino que representará el papel de la Mala Mujer en la parte en que caiga en apostasía y no en el rebañito fiel, esta Mala Mujer que se trata de servir al gobierno global y se va lejos del Esposo que adultera la religión y la moral recibirá como castigo de Dios que la Bestia del Mar le de muerte y se repartan sus vestidos y coman sus carnes) y esta Bestia de la Tierra tendrá esas dos cabezas masona y cabalista que formarán una religión esotérica para unos pocos ricos y poderosos de la jerarquía y el cuerpo de esta Bestia de la Tierra la formará a un pueblo empobrecido se tendrá creencias por las voluntades y las emociones naturales y alteradas en una legión de religiones exotéricas o para muchos.
Décimo primero: estas enseñanzas son importantes no por aquél que las escribe sino porque son inspiradas (y si Dios inspira quién podrá superarlo) así que vienen como oro ardiente acrisolado para que la Iglesia terrenal se enriquezca en santidad y no se muestre desnuda delante de los hombres porque dice que es rica, próspera y no necesita a nadie y no sabe que es mísera, indigente, pobre, ciega y desnuda.
Estas enseñanzas van envueltas en papel de diario y no de regalo porque no tiene otra cosa el mensajero para traerlas a Uds. y, tal vez, porque aquellos que la reciben no son agradecidos y desprecian lo que gratis se da y, tal vez, porque no es conveniente que muchos tibios se conviertan y se salven y que Dios no los vomite de su boca. Así que en vez de criticar las envolturas y traten de aprovechar el contenido, no sean desagradecidos, tengan una buena lectura y felices fiestas.
Alberto Ramón Althaus
Alberto, Feliz Navidad, per esto es muy longo…
Espero que le sea de utilidad más a los teólogos y filósofos católicos. Gracias por publicarlo en su sitio
Feliz navidad Marco Tosatti para Ud. y su familia
Verso il 25 dicembre. Perché l’albero di Natale ha un significato cristiano.
G.Gamb. sabato 18 dicembre 2021 (avvenire.it)
Una tradizione nata nel Nord Europa che rimanda all’Eden, al peccato originale riscattato da Cristo, alla croce come albero della vita. Fra i doni sotto l’abete anche quello per i poveri.
L’albero di Natale evoca sia l’albero della vita piantato al centro dell’Eden, sia l’albero della croce perché Cristo è il vero albero della vita che ha liberato l’uomo dal peccato. Secondo gli evangelizzatori dei Paesi nordici, l’albero è cristianamente ornato con mele e ostie sospese ai rami. Il Direttorio avverte che «tra i doni posti sotto l’albero non dovrà mancare il dono per i poveri».
Scriveva l’allora cardinale Joseph Ratzinger nel 1978: «Quasi tutte le usanze prenatalizie hanno la loro radice in parole della Sacra Scrittura. Il popolo dei credenti ha, per così dire, tradotto la Scrittura in qualcosa di visibile… Gli alberi adorni del tempo di Natale non sono altro che il tentativo di tradurre in atto queste parole: il Signore è presente, così sapevano e credevano i nostri antenati; perciò gli alberi gli devono andare incontro, inchinarsi davanti a lui, diventare una lode per il loro Signore».
Il significato cristiano dell’albero di Natale non va fatto derivare dal solstizio d’inverno, ma ha un’origine propria che risale ad una tradizione medievale e al suo significato religioso: le rappresentazioni dei misteri, che, quale preludio alla festività natalizia, nella Santa Notte mettevano in scena, davanti ai portali delle chiese, la storia del peccato originale nel Paradiso. Nella Bibbia non viene indicata la specie dell’albero, e a secondo delle zone esso si identificava con le piante locali. In Germania si trattava del melo e il suo frutto si è imposto come «frutto proibito».
Poiché il 24 dicembre era difficile trovare un melo in fiore, si ricercò un albero diverso, e naturalmente si impose la scelta del sempreverde abete, tanto più che già in precedenza i suoi rami erano serviti da ornamento dei portali durante il periodo natalizio.
All’abete si appese la mela (o parecchie mele). Così questo tipo di rappresentazione conferì all’albero di Natale il suo significato cristiano: nella notte del Natale il peccato dell’uomo è stato espiato per mezzo dell’incarnazione di Cristo.
Io sono sicuramente uno zoticone, ma stiamo con i piedi
per terra. Maria ha dato alla luce GESU’ vivo e vero, in carne
ed ossa in un riparo di pastori e non su un albero.
Gli angeli furono inviati da DIO ai pastori e non ai sacerdoti
di Gerusalemme che forse sapevano capire la simbologia
degli avvenimenti, ma che poi, passando alla pratica,
disprezzavano quello che conta nell’uomo: l’amore verso
DIO dei pastori.
La simbologia e l’albero lasciamola ai dotti, noi pensiamo a Gesù che nasce in una misera stalla a causa del Censimento imposto dall’imperatore Augusto. Non nasce da profugo, e i genitori avevano il necessario per fittare una stanza, ma erano tutte occupate e nessuno ha avuto il rispetto verso una donna che stava per partorire cedendo il proprio posto in cambio di una buona somma di denaro. La sacra famiglia non era di migranti economici, ma in fuga dal parricida re Erode che non voleva alcun Messia a regnare al posto suo. Evidentemente Erode credeva di campare eternamente, considerato che il Messia Bambino era appena nato. E poi con tanto falso ecologismo che infuria nelle alte sedi non si capisce perchè sono così propensi a tagliare alberi invece di fare il Presepe.
Ha ragione cara Silvana. Io però ho sempre presente che
pur essendo da Dio volute, tollerate o permesse le
autorita religiose e civili, quelle religiose sono estremamente
più responsabili (almeno nella vera fede), anche se il
popolo dei battezzati, non se ne cura. Di conseguenza il
castigo arriva puntuale, colpendo anche il viver civile e
le conseguenze materiali.
Da parte di DIO il castigo è purificazione in questa vita e
in purgatorio. L’inferno nell’altra vita è PUNIZIONE ETERNA.
Cara Benedetta, io sento nel cuore che quest’anno sarà un Natale speciale di grande gioia e speranza per tutti noi che lo celebreremo in comunione col nostro santo Padre Benedetto.
Carissimi Benedetta e Marco Tosatti, permettetemi di fare una proposta a tutti:
🙏Cari amici vi raccomando.
🔔Abbiamo tempo fino all’EPIFANIA per inviare tutti i più affettuosi auguri di Buone Feste al Nostro Santo Padre Benedetto❗
Nel biglietto di auguri propongo di scrivere anche questa frase:
Osanna!
Benedetto è colui che viene nel nome del Signore!
Osanna nel più alto dei cieli!
A Sua Santità papa Benedetto XVI P.P. Monastero Mater Ecclesiae
00120 Città del Vaticano
Ringraziando di cuore coloro che accoglieranno la proposta, auguro un Sereno Natale a tutti!
Ho letto tutto; può essermi sfuggito qualcosa, ma non ho visto
accenni all’albero di natale. Purtroppo piace ai bambini per le
luci, ma l’approvazione silenziosa del clero , secondo me ha
contribuito ad abbassare lo spirito del Natale. A tutti quelli che
ho potuto, ho fatto notare che la MADONNA, non ha dato
alla luce GESU’ su un albero. Ho ricevuto in compenso solo
rimbrotti più o meno grandi.
Per tutto il resto sono dello stesso suo parere, sia per quel che
riguarda le autorità??? religiose, sia per quelle civili.
Grazie da parte della mia anima.