Crisi dell’informazione, i casi Ranucci, Giordano e Silenzi. Una vergogna.
29 Novembre 2021
Marco Tosatti
Carissimi StilumCuriali, l’amico e collega Americo Mascarucci ci offre questa riflessione emblematica su alcuni casi evidenti di quella crisi – di pensiero, di libertà, di reale professionalità – che attanaglia il mondo dell’informazione in Italia, servilmente inchinato ai vari poteri a cui risponde: politico, finanziario, e adesso anche farmaceutico. E certamente la mancanza di indipendenza dei giornalisti è una delle concause di questa deriva totalitaria che stiamo vivendo, insieme alla scomparsa della magistratura a difesa delle leggi e della Costituzione. Buona lettura.
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Crisi dell’informazione, i casi Ranucci, Giordano e Silenzi
Caro Tosatti, mi ha molto colpito l’articolo sulla crisi di credibilità dei media italiani che hai pubblicato in queste ore, con i dati relativi al calo delle vendite dei quotidiani (che come hai giustamente affermato non può essere addebitato soltanto all’avanzata del web). Da giornalista, con molta meno esperienza di te, ma con il privilegio di aver attraversato due epoche, quella del cartaceo e quella di internet riadattandomi completamente ad un sistema della comunicazione basato su regole, criteri e soprattutto tempi di lavoro completamente diversi (e all’inizio è stato molto complicato), devo dire che soffro come tutti nel prendere atto che la nostra categoria è percepita dall’opinione pubblica come inaffidabile. Ce la siamo cercata, non c’è che dire, specie quando poi assistiamo ad una sistematica demonizzazione delle poche e rare voci libere che si muovono nel mondo dell’informazione.
I lettori di Stilum Curiae sicuramente ricordano le critiche che ho rivolto a Sigfrido Ranucci e alla trasmissione Report quando si è occupato delle questioni interne alla Chiesa, che ha sempre affrontato con una narrazione chiaramente partigiana e rivolta a screditare le voci critiche rispetto all’attuale pontificato. Ma oggi non si può certamente restare in silenzio di fronte alla scandalosa “porcata” (mi scuso per il termine poco elegante) di cui lo stesso Ranucci è stato vittima. Si può davvero considerare casuale l’attacco contro di lui arrivato, guarda caso, dopo le inchieste sul business delle terze dosi da parte delle case farmaceutiche, che ha scatenato le proteste del governo e dei partiti che lo sostengono, ad iniziare da quelli più schierati sulla linea dell’obbligo vaccinale (Pd- Forza Italia e Italia Viva)? E’ casuale che lettere anonime che pare circolassero da mesi nelle stanze di Viale Mazzini senza che nessuno vi abbia mai dato credito, nelle quali Ranucci viene accusato di ricatti sessuali e molestie, assumano improvvisamente rilevanza dopo la puntata sui vaccini bollata come no vax da berlusconiani, renziani e dem, ovvero le diverse facce dello stesso regime covid? E’ ormai evidente che il problema non è più se essere favorevoli o meno ai vaccini nel momento in cui oltre l’80 per cento della popolazione italiana è vaccinata, ma la vera emergenza sta nel voler impedire che si parli di vaccini al di fuori di quello che è il pensiero unico sanitario: fino a negare ad un programma televisivo il diritto di indagare sul business che si nasconde dietro la produzione del “siero miracoloso”, come viene presentato dal circuito mediatico. E’ forse da no vax chiedere chiarezza sulla gestione dei vaccini? Se uno va a fare delle verifiche in una macelleria sospettando che commerci carni clandestine e avariate, vuol dire che è per forza un vegetariano?
E’ evidente che al di là delle simpatie che Ranucci possa o meno suscitare, il cittadino non è poi così scemo da non accorgersi di come sia alquanto sospetto trasformare improvvisamente un campione di obiettività e di pluralismo (come veniva definito ad esempio dalla sinistra quando con i suoi servizi denunciava le infiltrazioni neo fasciste nella Lega, si occupava di Renzi e dei suoi incontri con l’agente dei servizi segreti all’autogrill di Fiano Romano, o appunto denunciava i complotti tradizionalisti contro Papa Francesco in Vaticano) in una specie di molestatore seriale non appena è andato a ficcare il naso negli affari delle case farmaceutiche. Intendiamoci, io non metterei mai la mano sul fuoco giurando sull’innocenza di Ranucci e non ho elementi per stabilire se le accuse contro di lui siano vere o false, ma se nessuno gli ha dato peso prima, come mai adesso sono diventate di colpo così importanti da smuovere inchieste interne alla Rai e audizioni in Commissione di Vigilanza?
Ma non è tutto, perché nelle settimane scorse si è assistito al disdicevole attacco di Lilli Gruber nei confronti di Mario Giordano, che l’ex parlamentare europea dei Ds e frequentatrice assidua del Gruppo Bilderberg (quindi sicuramente obiettiva nel suo modo di fare informazione) si è rifiutata di definire “collega” con parole sprezzanti e dispregiative. Soltanto perché Giordano in casa Mediaset è l’unico ad occuparsi delle proteste contro il green pass senza demonizzazioni o censure e rifiutandosi di bollare i manifestanti come pericolosi estremisti da additare al pubblico ludibrio; come invece fa sistematicamente Giuseppe Brindisi di “Zona Bianca”, quello che si indigna perché Papa Francesco non scomunica monsignor Viganò per le sue posizioni contro i vaccini, dimostrando per altro di avere, in materia di diritto canonico, la stessa competenza del portiere del condominio.
Martedì scorso nel programma di Giovanni Floris abbiamo avuto una prova provata di come viene intesa l’informazione televisiva in era di covid. La nostra collega Beatrice Silenzi, è stata “sola contro dieci”, a dissentire rispetto alla politica del governo sul green pass e al pensiero unico vaccinista, ed è stata di fatto “processata” dagli altri dieci ospiti in studio, conduttore compreso; che alla fine l’ha fatta passare pure per “terrapiattista” buttando a terra un libro e chiedendole se sostenere la forza di gravità significava essere essere del mainstream”. Un chiaro modo per ridicolizzare la Silenzi colpevole di non essere vaccinata come da lei stessa ammesso, e di sostenere che nel mondo scientifico vige una censura contro le voci non allineate, come quella del premio nobel Luc Montagnier.
Insomma, chi prova ad andare controcorrente finisce male come Ranucci o viene screditato (ma con la Silenzi il gioco non è riuscito e lei abilmente si è difesa) nell’ambito di programmi televisivi costruiti a trappola; invitando chi la pensa diversamente rispetto alla narrazione dominante per garantire una parvenza di pluralismo, ma con l’obiettivo evidente di denigrare chi non è allineato.
Facendo leva sulla falsa convinzione che i vaccinati siano tutti disposti a condividere ciò che fa e decide il governo. E il fatto che l’editoria sia in crisi è forse la dimostrazione più evidente di come, mai come ora, il popolo si senta preso in giro e disinformato. Perché fra vaccinarsi (per convinzione, per paura del covid o perché costretti con il green pass) e portare il cervello all’ammasso, continua ad esistere grazie a Dio un’abissale distanza.
Americo Mascarucci- giornalista e scrittore
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Tag: giordano, mascarucci, ranucci, silenzi
Categoria: covid
E la puntata di “l’aria che tira” di ieri 29/11?
Manuale di come trattare i dissidenti.
Tranne non molte eccezioni, politici, burocrati, magistrati, scienziati, giornalisti, agiscono in linea con la risposta che, trent’anni fa, mi dette un potente direttore del personale di una grande azienda: Io lego o ciuccio dove vuole o padrone. E il padrone dei summenzionati è il Deep State. E, anche se non sono venduti, lo fanno perché trascinati dalla corrente: alcuni perché non ne hanno coscienza, gli altri non oppongono resistenza per non avere problemi.
lilli gruber chi? la badante di de benedetti, la vivandiera del bilderbeg.
Eppure senza sapere Plasticgruber ha espresso indiscutibile verità… Giordano no è affatto suo collega essendo Mario un vero giornalista d’inchiesta e di contro la plastificata Lilli da tempo solo una scatenata erinni sbraitante paladina contro chiunque no sia allineato a suo pensiero unico dominante…!!…https://ilgattomattoquotidiano.wordpress.com/