Pezzo Grosso Risponde a Pera: l’Europa in Realtà non c’è Mai Stata…

27 Novembre 2021 Pubblicato da

 

Marco Tosatti

Carissimi Pezzo Grosso ha letto ieri su Stilum Curiae l’interessante intervento del prof. Marcello Pera, e ha voluto mettere a fuoco alcuni punti fra i tanti temi suscitati dal documento dell’ex Presidente del Senato. Buona lettura, e discussione.

§§§

Pezzo Grosso a Tosatti.

 

Caro Tosatti, mi riferisco alle riflessioni, qui sotto riportate, del prof Marcello Pera, finissimo intellettuale di cui ho grande stima.

Ma dissento da talune affermazioni qui sotto lette che vorrei valutare ricordando alcune considerazioni che un altro autorevole esperto di queste tematiche (Ettore Gotti Tedeschi) ha in alcune occasioni esposto in suoi articoli.

Apparendomi queste considerazioni piuttosto “material”, vorrei sintetizzare una mia personale interpretazione di quanto dice Pera e Gotti Tedeschi:

1°- L’Europa non c’è e non c’è mai stata nel senso di vera “unione europea”. Manca la cultura europea, come fu costretto ad ammettere Jean Monnet nei suoi ultimi giorni. L’Europa sognata dal Manifesto di Ventotene è probabilmente irrealizzabile anche forzatamente e pertanto è opportuno riformulare il progetto riportandolo a quello dei padri fondatori, uniti da ideali e valori comuni. Si dovrebbe riflettere su un punto disconosciuto, cioè la grandezza delle singole nazioni europee è frutto proprio della loro diversità, mantenuta tale. L’Europa ha tratto vantaggio da queste diversità perché ha stimolato la competizione fra le nazioni europee, la loro forza, fino a qualche tempo dopo la caduta del muro di Berlino e la accelerazione forzata di un mal concepito processo di globalizzazione avviato negli USA.

 

2°- I “patriottismi”, certo non quelli esasperati da conflitti, son dovuti a fattori che andrebbero approfonditi anziché sottovalutati, perché son stati un valore degli Stati europei. Son stati “cancellati” definendoli sovranismi egoistici, soprattutto dopo il boom della crisi finanziaria del 2007 al fine di concorrere ad accelerare ancor più il citato processo di globalizzazione mal realizzato, che pretendeva reset continui.

 

3°- L’Europa ha culture religiose molto diverse; ha tre religioni fra loro difficilmente compatibili nei momenti di crisi che pretenderebbero un comportamento, cosiddetto, solidale. Proprio perché solidarietà (come altre espressioni riferite al cosiddetto “bene comune”) ha valori diversi fra culture religiose diverse. In Europa, Gotti Tedeschi lo ha ricordato più volte, ci son tre religioni: una protestante e dominante ( n Germania, Olanda a altri paesi del nord); una laica, persino nella costituzione (la Francia); e poi un paio di nazioni ancora un po’ culturalmente cattoliche (Spagna e Italia). Le radici cristiane d’Europa sono un argomento molto complesso da trattare in proposito, visti i frutti.

 

4°- In più in Italia c’è il Vaticano, la sede della Chiesa cattolica. Questa presenza ha esasperato nella Storia talune complessità che conosciamo, che non son certo state risolte con la breccia di Porta Pia e l’unificazione del 1870. La presenza in Italia della Santa Sede ha determinato una serie di vulnerabilità del nostro paese alle pressioni esterne per influenzare il comportamento dell’Autorità Morale della Chiesa.

 

Quanto al Papa, a cui è stato impedito di parlare alla Università Sapienza di Roma, più che di influenza dell’Europa, parlerei di quella di altri poteri meno identificabili.

Oggi infine abbiamo un Papa che sembrerebbe svolgere il ruolo di leader politico globalista, più che religioso; interessato a temi globali, ma non legato alla universalità tradizionale del cattolicesimo, un elemento che complica ancor di più le cose.

Ho voluto, come richiesto nella presentazione dell’articolo di Pera, continuare questo dibattito.

Grazie.

§§§




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15 commenti

  • Corrado Bassanese ha detto:

    Parafrasando von Metternich: l’Europa è solo un’espressione geografica

  • Mimma ha detto:

    Il prof Pera afferma che l’Europa unita non c’è mai stata…
    Ebbene, secondo me, non ci sarà mai; resterà una utopia .
    Mancano ideali comuni forti, che non possono essere solo i generici pace e libertà sui quali i padri di Ventotene fondarono il loro manifesto.
    Ricordo le trattative estenuanti con i Paesi del Nord, guidati dalla Danimarca, per definire l’area Schengen.
    Sono del parere che non si sarebbe dovuto andare oltre questo trattato, almeno in questa fase storica.
    La libera circolazione delle persone, oltre che delle merci, avrebbe conservato la piena sovranità delle Nazioni e avrebbe risparmiato all’Italia il terremoto monetario di Maastricht. In quell’occasione sono esplose le croniche rivalità più o meno ipocritamente dissimulate, tra la componente latina e quella anglosassone dell’Europa , tra vincitori e vinti dell’ultima guerra, tra economie trainanti ed economie trainate, a parte l’aperta insofferenza della Gran Bretagna che si è conclusa da poco con la Brexit.
    La paura della globalizzazione incalzante ha affrettato misure errate e confuse.
    Tutti abbiamo criticato lo sperpero di interventi spesso assurdi per il rilancio del Sud: una pioggia di denaro senza controllo che ha foraggiato mariuoli d’ogni specie e dato l vis a ingerenze intollerabili e spesso ridicole sui nostri prodotti nazionali, esposti a concorrenza sleale e distruttiva. Lacerazione della Banca Centrale Europea ha di fatto privato la nostra patria del.potere di coniare moneta esponendoci a fluttuazioni finanziarie piratesche.
    C’è stato un tempo in cui l’Europa era unita: aveva una lingua ufficiale , il Latino, e una sola religione, il Cattolicesimo.
    Erano i tempi in cui un Alberto Magno e un Tommaso d”Aquino tenevano cattedra a Parigi , i chierici si movevano lungo le grandi vie dei pellegrinaggi e i monaci insegnavano la civiltà a tutti.
    Il Protestantesimo è una frattura irreversibile , a mio avviso, specialmente da quando in Vaticano operano eretici che hanno dato il via , sotto la specie dell’ecumenismo, alla protestantizzazione della dottrina cattolica. Cosa assolutamente intollerabile per chi, come me, prega per l’unificazione delle Chiese ad reditum.
    Non parliamo dell’ Islam che ha riconquistato ampie zone d’Europa che si vede come non possa unificare alcunché.
    Un regno in sé diviso ha in sé i germi della rovina, non della unificazione. Non ci resta che attendere l’intervento dall’ Alto.

  • MARIA MICHELA PETTI ha detto:

    Perché arrendersi all’ «elemento che complica ancor di più le cose» e non provare ad insistere su quelle «radici dalle quali si è nati» che, disse Giovanni Paolo II, all’Angelus del 20 giugno 2004, «non si tagliano»?
    Quel Papa che aveva sollecitato la rievangelizzazione del vecchio Continente per allontanare il rischio delle “oscure prospettive” cui «potrebbe condurre l’esclusione di Dio dalla vita pubblica, di Dio come ultima istanza dell’etica e garanzia suprema contro tutti gli abusi del potere dell’uomo sull’uomo», come ebbe a dire nell’intervento al Parlamento Europeo dell’11 ottobre 1988, quando mise tra l’altro in guardia dai “messianismi politici” che «sfociano spesso nelle peggiori tirannidi».
    Poiché non si possono, di certo, incolpare i predecessori di Bergoglio di vivere al di fuori della realtà e di tradire il messaggio del “vangelo della speranza”, penso che una riflessione sensata alla luce dell’attualità delle loro magistrali lezioni sui mali dell’immanentismo possa giovare alle correnti di pensiero e ai chiamati a responsabilità politiche e di governo per riscoprire le radici cristiane dell’Europa, diventate nel tempo un richiamo retorico e teorico.
    Un “cambio” del disco rotto fissato su parole e slogans, quali: accoglienza, aprire porte, abbattere muri, costruire ponti, dar da mangiare agli affamati, ecc.. in cerca di realistica e fattibile concretizzazione, spesso in stridente contrasto con atti compiuti, ed alternati a fantasiose proposte di economia per la soluzione di problemi (immigrazione, povertà, disuguaglianze sociali e correlati) di una tale gravità che di tutto necessitano meno che di improvvisazione, sentimentalismo, pietismo e religione fuori dagli schemi canonici.
    «Il cristianesimo – ricordò il Papa San Giovanni Paolo II agli eurodeputati, a conclusione del suo discorso – ha vocazione di professione pubblica e di presenza attiva in tutti gli ambiti della vita. Il mio dovere è anche quello di sottolineare con forza che se il sostrato religioso e cristiano di questo continente dovesse essere emarginato dal suo ruolo di ispirazione dell’etica e dalla sua efficacia sociale, non è soltanto tutta l’eredità del passato che verrebbe negata, ma è ancora un avvenire dell’uomo europeo – parlo di ogni uomo europeo, credente o non credente che verrebbe gravemente compromesso».

  • stilumcuriale emerito ha detto:

    Sì l’Europa unita sarebbe un bell’ideale. Ma la realtà è che in Italia non si riesce ancora a far ragionare nello stesso modo un altoatesino e un siciliano e in Belgio ancora dicono che il confine tra fiamminghi e valloni è la linea che separa i colti dai coltivatori.

  • Acido Prussico ha detto:

    Camaleonte:
    “Rettile con lingua claviforme e cosparsa di secreto vischioso che proietta fulmineamente fuori della bocca per catturare gli insetti di cui si nutrono. Arti gracili e lunghi; occhi grandi e sporgenti capaci di ruotare in ogni direzione, indipendentemente l’uno dall’altro; corpo compresso lateralmente e ricoperto di una pelle finemente granuloso-zigrinata, che può cambiare colore sotto l’influenza di variate condizioni esterne”.
    Alias Europa: corpo compresso, pelle granulosa; lingua claviforme, viscida, cattura moscerini (stati) di cui si nutre; occhioni scrutatori…
    In pratica UN RETTILE.
    In pratica SATANA.

  • Federico ha detto:

    Riguardo al 3° punto, affrontato nell’articolo, non solo lo condivido, ma lo ritengo risolutivo.
    Questo dimostra anche come l’ecumenismo ad ogni costo sia una pericolosa dottrina, imposta dalla massoneria e dalla sua “religione universale” di umana costruzione.
    Non può esserci unità se non nella verità, nella giustizia e nella pace: quello che i cristiani sanno essere il regno di Dio, di cui invocano la venuta nella preghiera insegnata dal Maestro.
    L’unione europea, pare ormai evidente a chiunque, rappresenta invece un’istituzione dove la politica, mascherata da alcuni escamotages filantropici e pacifisti ideologizzati, è in realtà subordinata ed asservita alle primarie brame dell’alta finanza capitalistica, anticristiana ed essenzialmente massonica, la quale mira a togliere di mezzo i principi costituzionali di difesa dei diritti delle persone, le norme poste a tutela del lavoro e soprattutto il baluardo mondiale del diritto, della giustizia e della dignità dell’uomo, immagine e somiglianza del suo Signore e Creatore; tale baluardo era stato rappresentato sino ad ora dalla Chiesa Cattolica.
    È di tutta evidenza come l’immigrazione forzata e senza regole, la messa al bando dei valori umani e morali tradizionali, l’ormai intollerabile compressione della libertà e della giustizia, il controllo burocratico asfissiante di ogni singolo momento della vita individuale e sociale con la magra scusa di un falso ecologismo e di finalità sanitarie sempre più contraddittorie , sono martellanti strumenti preordinati a tale scopo.

    • PezzoGrosso ha detto:

      bene grazie Federico . Caro Tosatti ,questi sono interventi costruttivi e di valore . Con questi interventi si nobilita StilumCuriae. Grazie per sostenerli. PG

    • gretel ha detto:

      Questa tesi il prof Gotti Tedeschi la propone e dibatte da alcuni anni. La anche inserita in un libro scritto qualche anno fa “Dio è meritocratico” . Libro che il filosofo Faggioli definì “bestemmia “

      • Federico ha detto:

        A Gretel: non è chiaro in cosa consisterebbe la bestemmia? Se non erro anche il Maestro fu accusato (falsamente) di aver proferito bestemmie. Mi sono limitato a riportare dei fatti che sono sotto gli occhi di tutti. Non parliamo poi dei frutti, che appaiono ancora più eloquenti.

  • don Z ha detto:

    eccellente ! bravo Tosatti, questi sono interventi di StilumCuriae interessanti e costruttivi. Questi dibattiti sono formativi non distruttivi ,polemici fini a se stessi o sciocchezzuole scritte da dilettanti pifferai che si sentono letterati. Spero che il tema trattato apra un dibattito di alto livello culturale . Don Z

    • Rosa Rita La Marca ha detto:

      L’incrocio tra Trimalcione, che si circonda di libri di cui conosce i titoli soltanto, con Tersite, il personaggio che non sa stare con gli altri simposiali.

  • don Z ha detto:

    eccellente ! bravo Tosatti, questi sono interventi di StilumCuriae interessanti e costruttivi. Questi dibattiti sono formativi non distruttivi ,polemici fini a se stessi o sciocchezzuole scritte da dilettanti pifferai che si sentono letterati. Spero che il tema trattato apra un dibattito di alto livello culturale . Don Z

  • ex : ha detto:

    In effetti, fermo restando il mio (modesto) giudizio positivo sulla validità ed acutezza della disamina di Pera, una critica mi sembra legittima sul suo parere riguardo alla “necessità” e “irreversibilità” di un’Europa unita per «determinare gli equilibri mondiali e difendere i nostri interessi» (cfr l’intervento di Marcello Pera).

    In realtà le singole Nazioni europee, almeno alcune di esse, contavano negli “equilibri mondiali” molto più, prima della formazione dell’Europa Unita, di quanto non sia ora inglobati in essa. La stessa Italia, se non era tra quelle di “primo piano”, lo era certamente di “secondo”, e difendeva i nostri interessi” molto più e meglio di quanto lo faccia ora. Anzi di quanto “non faccia” ora, perché ha demandato l’intera sovranità (checché se ne dica, ci fanno perfino i Governi…) alla fantomatica Europa Unita, che la considera la sentina dell’intero continente. Basti guardare l’immigrazione selvaggia, avviata nella sola Italia (quella che viene dal mare) col beneplacito della EU. Ora dunque, altro che secondo piano, siamo finiti nell’ultimo piano interrato.
    In realtà con la formazione dell’Europa unita le Nazioni europee sono state superate, nell’importanza degli “equilibri mondiali”, da molte di quelle asiatiche e, per importanza strategica, anche africane (del Nord) e sudamericane.

    E allora, se questi sono fatti (e non opinioni), perché
    parlare di “necessità” dell’Europa comune? Condivido quanto dice Pezzo Grosso: la grandezza degli Stati europei fu fondata sulla loro diversità, ognuna avendo tradizioni, usi e caratteristiche proprie sulle quali ha sviluppato la propria individualità in quanto Nazione.