Meditazione sull’Avvento dell’Arcivescovo Carlo Maria Viganò

27 Novembre 2021 Pubblicato da

Marco Tosatti

Cari amici e nemici di Stilum Curiae, riceviamo e volentieri pubblichiamo questa meditazione sull’Avvento scritta dall’arcivescovo Carlo Maria Viganò, per Catholic Family News. Buona lettura. 

 

 

 

 

VENI, UT FACIAS SALUTEM IN TERRIS,

IN CŒLO GAUDIUM.

 

“Quaere, inquit, servum tuum, quoniam mandata tua non sum oblitus.”

Veni ergo, Domine Jesu, quaere servum tuum, quaere lassam ovem tuam; veni, pastor, quaere sicut oves Joseph. Erravit ovis tua, dum tu moraris, dum tu versaris in montibus. Dimitte nonaginta novem oves tuas, et veni unam ovem quaerere quae erravit. Veni sine canibus, veni sine malis operariis, veni sine mercenario, qui per januam introire non noverit. Veni sine adjutore, sine nuntio, jam dudum te expecto venturum; scio enim venturum, quoniam mandata tua non sum oblitus. Veni non cum virga, sed cum caritate spirituque mansuetudinis. [1]

 

 

Il sacro tempo dell’Avvento è di antica istituzione e lo troviamo menzionato intorno al secolo V, come momento dell’Anno Liturgico destinato alla preparazione della Natività di Nostro Signore Gesù Cristo secundum carnem. L’Avvento segna anzi l’inizio dell’Anno Liturgico, permettendoci di cogliere questa opportunità di seguire la voce della Chiesa con santi propositi.

 

La disciplina della penitenza e del digiuno quaresimale in preparazione alla Pasqua è certamente di origine apostolica, mentre quella in expectatione Domini è successiva e ispirata alla prima, ma meno rigida e passata nel corso dei secoli alla sola astinenza in alcuni giorni della settimana. «È vero che san Pier Damiani, nell’XI secolo, suppone ancora che il digiuno dell’Avvento fosse di quaranta giorni e che san Luigi, due secoli dopo, continuava ad osservarlo in questa misura; ma forse questo santo re lo praticava in tal modo per un trasporto di devozione particolare»[2]. La mollezza delle generazioni moderne ha indotto la materna saggezza della Chiesa a mitigare i rigori del passato, senza impedire di praticarli volontariamente; ma forse la situazione presente ci induce a considerare quantomai opportune – proprio perché non imposte – le privazioni che praticavano i nostri antenati obbedendo a un precetto ecclesiastico.

 

La liturgia del tempo d’Avvento si deve in massima parte all’opera di San Gregorio Magno, non solo per i testi dell’Ufficio e della Messa, ma anche per le stesse composizioni in canto piano. L’antico tropo Sanctissimus namque, che introduce l’introito Ad te levavi della Domenica I d’Avvento, ricorda l’ispirazione del Santo Pontefice da parte dello Spirito Santo, apparso in forma di colomba[3]. Nate inizialmente nel numero di sei e poi divenute cinque, le settimane di preparazione al Santo Natale furono ridotte a quattro tra la fine del secolo IX e l’inizio del X, per cui l’uso attuale è almeno di mille anni. La Chiesa Ambrosiana mantiene ancora oggi sei settimane, per un totale di quarantadue giorni, sul modello della Quaresima.

 

Tra i primi autori di omelie aventi come tema l’Avvento annoveriamo Sant’Ambrogio, Dottore e Padre della Chiesa. È partendo da una preghiera che troviamo nel Commento del Salmo 118 che vorrei compiere questa meditazione. L’incipit della preghiera è Quaere, inquit, servum tuum. Come potete vedere voi stessi, l’intero testo è costellato di citazioni della Sacra Scrittura: non per sfoggio di una cultura biblica che pure il Santo Vescovo di Milano possedeva certamente, ma per quella conoscenza della Parola di Dio che è frutto di un’assiduità intima e quasi vitale per l’anima, come è indispensabile l’aria per respirare. Quest’assiduità porta Sant’Ambrogio a parlare e scrivere egli stesso usando le parole dell’Autore sacro, non perché voglia plagiare la divina Sapienza, ma perché egli le ha fatte talmente sue, da ripeterle a propria volta senza quasi accorgersene.

 

Quando ci avviciniamo, quasi come profani, agli scritti di questi Santi, possiamo in qualche modo sentirci disorientati e confusi; ma se abbiamo la grazia di unirci alla preghiera liturgica con l’assistenza alla Messa e la recitazione dell’Ufficio divino nella forma tradizionale, scopriamo che è la voce stessa della Chiesa che ci accompagna in questa meditazione delle Scritture, sin dall’Invitatorio dei Mattutini. E questo vale anche per la liturgia dell’Avvento: Regem venturum Dominum, venite adoremus, canta appunto la prima preghiera che si intona nel cuore della notte aspettando il sorgere del vero Sole Invitto. A questo solenne invito all’adorazione del Re divino, segue l’inizio del libro del Profeta Isaia, che suona come un severo rimprovero al Suo popolo:

 

«Udite, o cieli, ascolta, o terra, così parla il Signore: “Ho allevato e fatto crescere figli, ma essi si sono ribellati contro di me. Il bue conosce il suo proprietario e l’asino la greppia del suo padrone, ma Israele non conosce, il mio popolo non comprende”. Guai, gente peccatrice, popolo carico d’iniquità! Razza di scellerati, figli corrotti! Hanno abbandonato il Signore, hanno disprezzato il Santo d’Israele, si sono voltati indietro. Perché volete ancora essere colpiti, accumulando ribellioni? Tutta la testa è malata, tutto il cuore langue. Dalla pianta dei piedi alla testa non c’è nulla di sano, ma ferite e lividure e piaghe aperte, che non sono state ripulite né fasciate né curate con olio» (Is 1, 2-6).

 

L’oracolo del Profeta mostra l’indignazione del Signore dinanzi all’infedeltà del Suo popolo, ostinato nel ribellarsi alla Sua santa Legge. Ma il senso letterale o storico[4] del passo di Isaia che riguarda gli Ebrei si accompagna al senso morale, ossia relativo a ciò che dobbiamo fare noi. È quindi a noi che la Maestà di Dio si rivolge – «Così parla il Signore» (ibid., 2) – ancora una volta per ammonirci, per mostrarci i nostri tradimenti, per spronarci alla conversione.

 

Così, mentre chiediamo al Signore di liberarci de ore leonis et de profundo lacu, ci rendiamo conto di quanto poco meritiamo la misericordia di Dio, di quanto indegni siamo della Sua pietà e di quanto meritevoli dei Suoi castighi. Deus, qui culpa offenderis, pœnitentia placaris… Alle prostituzioni – così le chiama la Scrittura – in cui sono caduti gli Ebrei, si affiancano nuove e ben peggiori prostituzioni non di un popolo al quale era stato promesso il Redentore, ma di quello che è nato dal Suo costato, il Corpo mistico del Redentore stesso; o meglio: di coloro che si dicono Cattolici ma che per la loro infedeltà disonorano la Sposa dell’Agnello, come membra tanto della Chiesa discente, quanto di quella docente. Il novello Israele non si è mostrato meno ribelle dell’antico, e il nuovo Sinedrio romano non è meno colpevole di quanti fabbricarono il vitello d’oro offrendolo all’adorazione degli Ebrei. Se dunque il Profeta minaccia terribili flagelli su coloro che disobbedirono al Signore senza aver visto il Messia venturo; quanto maggiori dovranno essere le parole di un Profeta “degli ultimi tempi”, dinanzi alla ribellione dell’umanità redenta dal Sangue di quel Messia divino, avendo potuto vedere il compiersi delle Profezie e l’Incarnazione della Seconda Persona della Santissima Trinità?

 

Nella drammatica crisi che da ormai sessant’anni affligge la Chiesa di Cristo, e che oggi si mostra in tutta la sua gravità, un pusillus grex chiede al suo Signore di risparmiare l’umanità traviata, quando la corruzione e l’apostasia sono penetrate anche nel sacro recinto e fin sul più alto Soglio. Ed è pusillus perché la maggioranza di coloro che sono stati rigenerati nel Battesimo e hanno così meritato di essere chiamati “figli di Dio” rinnega quotidianamente le promesse di quel Battesimo, sotto la guida di mercenari e falsi pastori.

 

Pensiamo a quanti fedeli, cresciuti nell’assoluta ignoranza dei rudimenti della Fede nonostante abbiano frequentato il Catechismo, sono intrisi di dottrine filosofiche e teologiche eretiche, convinti che tutte le religioni si equivalgano; che l’uomo non sia ferito dalla colpa originale ma naturalmente buono; che lo Stato debba ignorare la vera Religione e tollerare l’errore; che la missione della Chiesa non sia la salvezza eterna delle anime e la loro conversione a Cristo, ma la tutela dell’ambiente e l’accoglienza indiscriminata degli immigrati. Pensate a quanti, che pure assolvono il precetto festivo, non sanno che nell’Ostia Santa vi è il Corpo, il Sangue, l’Anima e la Divinità di Nostro Signore, e pensano sia solo un simbolo; a quanti sono convinti che basti un pentimento tra sé e sé per potersi accostare alla Comunione, senza immaginare i tormenti che incombono su chi riceve il Corpo e il Sangue del Signore indegnamente. Pensate a quanti sacerdoti, a quanti religiosi, a quante suore e monache credono che il Concilio abbia portato una ventata di rinnovamento nella Chiesa, o abbia favorito la conoscenza della Sacra Scrittura, o che abbia permesso ai laici di comprendere la liturgia, fino ad allora ignorata dalle masse e custodita gelosamente da una casta di ecclesiastici rigidi e intolleranti. Pensate a ciò che pensano quanti vedevano in essa un faro indistruttibile contro le tenebre del mondo, una rocca granitica e inespugnabile dinanzi agli assalti della mentalità “moderna”, dell’immoralità diffusa, della difesa della vita dal suo concepimento alla sua fine naturale. Pensate infine alla incontenibile soddisfazione dei nemici di Cristo, nel vedere prostrata la Sua Chiesa dinanzi al mondo, alle sue ideologie di morte, all’idolatria dello stato, del potere, del denaro, dei miti della falsa scienza; una Chiesa disposta a rinnegare il proprio passato glorioso, ad adulterare la Fede e la Morale insegnatele da Nostro Signore, a corrompere la sua liturgia per compiacere eretici e settari: nemmeno il più delirante farneticamento del peggior massone avrebbe potuto sperare di veder compiersi il grido di Voltaire: Écrasez l’infame!

 

Nell’Avvento noi ci troviamo simbolicamente alle porte del tempio, come il Mercoledì delle Ceneri in Quaresima, e guardiamo da lontano ciò che avviene all’altare: qui la Nascita del Re d’Israele, lì la Sua Passione, Morte e Resurrezione. Immaginiamo di dover compiere un esame di coscienza prima di poter essere ammessi nel luogo santo, come singoli fedeli e come parte del corpo ecclesiale. Ecco: possiamo avvicinarci ad adorare il Re dei re, il Signore dei signori solo se comprendiamo da una parte l’infinito Bene che si offre a noi in fasce nella mangiatoia; e dall’altro la nostra assoluta indegnità, alla quale si deve necessariamente accompagnare l’orrore per i nostri peccati, il dolore per aver infinitamente offeso Dio e il proposito di riparare al male compiuto con la penitenza e le buone opere. E dobbiamo anche comprendere che, come membra vive della Chiesa, noi abbiamo anche una responsabilità collettiva delle colpe degli altri fedeli e dei nostri Pastori; e come cittadini, abbiamo una responsabilità delle colpe pubbliche delle Nazioni. Perché la Comunione dei Santi ci consente di condividere con le anime purganti e con le anime beate del Cielo i loro meriti, per bilanciare in modo incomparabilmente più efficace quella “comunione degli empi” che fa ricadere gli effetti delle loro azioni malvage sul prossimo, in particolare su altre persone nemiche di Dio.

 

«Vieni da me, che sono tormentato dall’attacco di lupi pericolosi – esclama Sant’Ambrogio. Vieni da me, che sono stato scacciato dal paradiso e le cui piaghe sono da tempo penetrate dai veleni del serpente, da me che ho errato lontano dalle tue greggi su quei monti».

 

Stiamo iniziando a comprendere di essere assediati da lupi rapaci: da chi semina l’errore, da chi corrompe la morale, da chi propaganda la morte e la disperazione, da chi ci vuole uccidere nell’anima ancor prima che nel corpo. Ci rendiamo conto di quanto siamo stati superficiali e stupidi e orgogliosi a lasciarci ingannare dalle false promesse del mondo, della carne e del diavolo; di quanto fossero menzognere le parole di chi, dalla cacciata dei nostri Progenitori, continua a replicare le stesse tentazioni, a sfruttare le nostre debolezze, a far leva sul nostro orgoglio o sui nostri vizi per farci cadere e trascinarci con sé all’Inferno. Abbiamo dimenticato di essere stati cacciati dal paradiso terrestre, di portare i segni del morso velenoso del serpente, di aver peccato abbandonando il pascolo sicuro della vera Fede per lasciarci sedurre dal mondo, dalla carne, dal diavolo. Perché se vivessimo con la consapevolezza della nostra colpa iniziale – anch’essa colpa collettiva e in più ereditaria – e di tutto il male che compiamo e che lasciamo compiere; se meditassimo sulla nostra incapacità di salvarci se non per l’aiuto soprannaturale che Dio ci concede con la Grazia; se non ci persuadiamo che molte nostre azioni sono delle gravi offese alla Maestà di Dio e che meriteremmo di essere cancellati dalla faccia della terra in modo ben peggiore di quello che avvenne agli abitanti di Sodoma e Gomorra, allora non avremmo nemmeno bisogno che il Buon Pastore venga a cercarci, che abbandoni le novantanove pecore al sicuro sui monti, dove «i lupi rapaci non possono attaccarle».

 

Il Santo Vescovo aggiunge: «Vieni senza cani, vieni senza cattivi operai, vieni senza il servo mercenario, che non sa passare per la porta. Vieni senza aiutante, senza messaggero», perché i cani, i cattivi operai e il servo mercenario sono figure transeunti, destinate a perire, a disperdersi al soffio della bocca di Dio, anche se in questo momento sembra che il mondo appartenga loro. «Vieni, dunque, e cerca la tua pecora non per mezzo dei servitori, non per mezzo dei mercenari, ma tu in persona»: i servitori infedeli ci invitano ad essere “resilienti” e “inclusivi”, ad ascoltare il «grido della Madre Terra»[5], a sottoporci alla vaccinazione con un siero fatto con feti abortivi; il mercenario, «cujus non sunt oves propriæ» (…) ci disperde, ci abbandona, non allontana i lupi feroci e non punisce i cattivi operai, anzi li incoraggia.

 

Perché dunque il Signore dovrebbe venire? Perché possiamo chiederGli «Vieni tu in persona»? Sant’Ambrogio risponde nella preghiera citando il Salmista: «Poiché non ho dimenticato i tuoi comandamenti» (Sal 118, 176). La nostra obbedienza alla volontà di Dio trova perfetta corrispondenza – e un esempio divino – nell’obbedienza del Figlio eterno del Padre sin dall’eternità dei tempi, accettando di incarnarSi, patire e morire per la nostra salvezza: «Allora ho detto: Ecco, io vengo – poiché di me sta scritto nel rotolo del libro – per fare, o Dio, la tua volontà» (Ebr. 10, 7). Il Signore viene nell’obbedienza al Padre e noi dobbiamo attendere la Sua venuta con l’essere a nostra volta obbedienti al volere della Santissima Trinità, «poiché non ho dimenticato i tuoi comandamenti».

 

Il motivo per cui possiamo essere certi che il Signore verrà a cercarci, liberandoci dall’assalto dei lupi e dalla nefasta influenza di cattivi operai e mercenari, è che non dobbiamo dimenticare ciò che Egli ci ha ordinato; non dobbiamo prendere il Suo posto decidendo noi cos’è bene e cos’è male; non dobbiamo seguire la moltitudine nell’abisso per rispetti umani o per pavidità o complicità, ma rimanere come le novantanove pecore nei pascoli sicuri della Santa Chiesa, «poiché i lupi rapaci non possono attaccarle finché stanno sui monti», più vicine a Dio con l’essere distaccate dalle cose terrene. Parimenti, dobbiamo esercitare la santa Umiltà, riconoscendoci peccatori: «vieni a cercare la sola pecora che ha errato», perché «tu solo sei in grado di far tornare indietro la pecora errante e non rattristerai quelli da cui ti sei allontanato», ossia i Cattolici di tutti i tempi, rimasti fedeli, al sicuro dai lupi negli alti pascoli. «E anche loro si rallegreranno del ritorno del peccatore».

 

La preghiera di Sant’Ambrogio continua con un’espressione molto profonda e significativa: «Accoglimi nella carne che è caduta in Adamo. Accoglimi non da Sara, ma da Maria, perché sia non soltanto una vergine inviolata, ma una vergine immune, per effetto della grazia, da ogni macchia di peccato». In Maria Santissima, Sancta Virgo virginum, noi troviamo la Mediatrice di tutte le grazie: in Lei, creatura purissima, si è incarnato il Verbo Eterno del Padre, da Lei è nato al mondo il Salvatore; per Suo tramite noi siamo presentati al Suo divin Figlio, e per i Suoi meriti possiamo essere accolti «nella carne che è caduta in Adamo», in virtù della Grazia che ci restaura nell’amicizia con Dio. Un ottimo spunto di meditazione per prepararci al Santo Natale.

 

Ma vi è un’altra considerazione, molto importante, che Sant’Ambrogio lascia alla fine della Sua orazione: «Portami sulla croce che dà la salvezza agli erranti, nella quale soltanto c’è riposo per gli affaticati, nella quale soltanto vivranno tutti quelli che muoiono». Tutto orbita intorno alla Croce di Cristo, essa si innalza nel tempo e nell’eternità come segno di contraddizione, perché ci ricorda che essa è strumento di Redenzione, salvezza degli erranti, riposo degli affaticati, vita per i moribondi. Una miniatura del sec. XIV di Pacino di Buonaguida[6] propone un’immagine rarissima, estremamente simbolica: il Signore che sale sulla Croce con una scala – la scala virtutum – ad enfatizzare la volontarietà del Suo Sacrificio e il “paradosso” della Sua duplice Natura. Nell’iconografia del Seicento troviamo un’immagine ricorrente, nella quale Gesù Bambino dorme sulla Croce[7], esplicita allusione all’amore divino e al sacrificio di Cristo. Natale e Pasqua sono intrinsecamente legati, sicché nella preparazione alla Nascita del Salvatore dobbiamo sempre contemplare come centro e fulcro proprio la Croce, su cui riposa il piccolo Gesù e sulla quale sale, tramite una mistica scala, l’Agnello immacolato. È lì che dobbiamo arrivare anche noi, perché è solo sulla Croce che troviamo salvezza, nella sequela del Signore: «Se qualcuno vuol venire dietro a me, rinneghi sé stesso, prenda la sua croce ogni giorno e mi segua» (Lc 9, 23).

 

«Veni, ut facias salutem in terris, in cœlo gaudium», «Vieni a compiere la salvezza sulla terra, la gioia nel cielo». Sia questa la nostra invocazione durante il sacro tempo dell’Avvento, per prepararci spiritualmente alle prove che ci attendono.

 

+ Carlo Maria Viganò, Arcivescovo

 

28 Novembre 2021

Dominica I Adventus

[1] «Vieni dunque, Signore Gesù, cerca il tuo servo [Sal 118,176] cerca la tua pecora stanca. Vieni, pastore, cerca, come Giuseppe cercava le pecore [Gn 37,14]. Ha errato la tua pecora, mentre tu indugi, mentre ti aggiri sui monti. Lascia andare le tue novantanove pecore e vieni a cercare la sola pecora che ha errato [Mt 18,12 ss; Lc 15,4]. Vieni senza cani, vieni senza cattivi operai, vieni senza il servo mercenario, che non sa passare per la porta [Gv 10,1-7]. Vieni senza aiutante, senza messaggero. Già da tempo aspetto la tua venuta. Infatti so che verrai, poiché non ho dimenticato i tuoi comandamenti [Sal 118,176]. Vieni non con la verga, ma con carità e in spirito di mansuetudine [lCor 4,21].» – Sancti Ambrosii Episcopi Expositio Psalmi CXVIII, 22, 28.

[2] Dom Prosper Guéranger, L’Anno liturgico, I. Avvento – Natale – Quaresima – Passione, trad. it. P. Graziani, Alba, 1959, pagg. 21-26.

[3] «Sanctissimus namque Gregorius cum preces effunderet ad Dominum ut musicum donum ei desuper in carminibus dedisset, tunc descendit Spiritus Sanctus super eum, in specie columbæ, et illustravit cor ejus, et sic demum exortus est canere, ita dicendo: Ad te levavi» – Tropo all’Introito della Domenica I di Avvento – Cfr. https://gregobase.selapa.net/chant.php?id=4654

[4] Littera gesta docet, quid credas allegoria, moralis quid agas, quo tendas anagogia (La lettera insegna quanto è avvenuto, l’allegoria quello che devi credere, la morale quello che devi fare, l’anagogia il fine a cui devi tendere) – Nicola di Lyre, Postilla in Gal., 4, 3.

[5] Cfr. https://www.vaticannews.va/it/papa/news/2021-10/ebook-papa-francesco-laudato-si.html e https://www.avvenire.it/opinioni/pagine/il-grido-della-terra-e-dei-poveri

[6] Cfr. https://scriptoriumdaily.com/ladder-at-the-cross/ – Un dipinto di scuola giottesca con identico soggetto si trova nel Monastero di Sant’Antonio in Polesine, a Ferrara. Vedi anche di Anna Eörsi, Haec scala significat ascensum virtutum. Remarks on the iconography of Christ Mounting the Cross on a Ladder https://arthist.elte.hu/Tanarok/EorsiA/Fulltexts/Idegen/l%E9tra_a.htm

[7] Si veda ad esempio il dipinto di Guido Reni, Gesù Bambino addormentato sulla Croce, olio su tela, 1625 ca

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18 commenti

  • Gabriela Danieli, fedele abbandonata e privata della s. messa e dei sacramenti ha detto:

    In risposta agli amici interlocutori e come filiale esortazione ai reverendi Sacerdoti e Vescovi, sopratutto del MSM:
    Di fronte ad una dittatura massonica che ha occupato i vertici del governo mondiale e usurpato la Cattedra di Pietro per realizzare l’iniqio piano di ELIMINAZIONE DI OGNI DIRITTO UMANO, in primis IL CULTO DIVINO .. propongo di considerare l’unica RISOLUZIONE EFFICACE che il nostro Santo Padre Benedetto XVI ci offre in questa omelia, spiegando che per “RESISTERE” è assolutamente neccessario … RI-COSTITUIRE L’UNITÀ CON CRISTO NOSTRO SALVATORE…
    attraverso L’UNITÀ con PIETRO, durante le CELEBRAZIONE della Santa Eucarestia❗️

    Ascoltate dal min. 17:

    … “Anche noi non riusciamo ad accettare che GESÙ SIA SENZA POTERE in questo mondo.
    Anche noi ci nascondiamo dietro “PRETESTI” diventa troppo “costosa” e “pericolosa”.
    Tutti abbiamo bisogno di conversione; di accogliere Gesù nell’essere DIO e UOMO.
    Abbiamo bisogno dell’umiltà del discepolo che esegue la Volontà del Maestro.
    In quest’ora vogliamo pregarlo di guardare anche a noi come ha guardato “PIETRO” nel momento opportuno, con i Suoi occhi benevoli e di convertirci.

    PIETRO, IL CONVERTITO, È CHIAMATO A CONFERMARE I SUOI FRATELLI❗️

    Non è un fatto esteriore che questo COMPITO gli venga affidato nel Cenacolo;
    il Servizio dell’UNITÀ ha il suo luogo VISIBILE nella CELEBRAZIONE EUCARISTICA.

    TUTTI pregano per lui.
    Che la nostra preghiera SI UNISCA ALLA PREGHIERA DEL SIGNORE PER PIETRO.

    Solo grazie alla preghiera del Signore e della Chiesa, il papa può corrispondere al suo COMPITO DI CONFERMARE i fratelli; di PASCERE il gregge di Gesù e di farsi garante perché l’UNITÀ, diventi TESTIMONIANZA VISIBILE della MISSIONE di GESÙ da parte del Padre:

    “… _ho tanto desiderato mangiare questa Pasqua con voi…”

    🙏Signore, Tu hai desiderio di noi, di me…
    Tu ha desiderio di partecipare Te stesso a noi..
    Nella Santa Eucarestia di unirTi a noi.
    Signore, suscita anche in noi il desiderio di Te.
    Rafforzaci nell’UNITÀ con Te e tra noi.
    DONA ALLA TUA CHIESA L’UNITÀ PERCHÉ IL MONDO CREDA.

    AMEN❗️

    https://youtu.be/0nCLQsNhGiA

    • Gabriela Danieli, fedele abbandonata e privata della s. messa e dei sacramenti ha detto:

      Chiedo scusa. Correggo la frase dal min. 17 circa del s Padre, aggiungendo le parole che ho erroneamente saltato:

      .. Anche noi ci nascondiamo dietro “PRETESTI” quando l’appartenenza a Lui ci diventa troppo “costosa” e “pericolosa” ….

  • Dafne ha detto:

    La rielaborazione del salmo fatta da S. Ambrogio è bellissima … qualcuno riesce a recuperare il testo integrale? La parte scritta nelle note non mi sembra completa e non sono riuscita a trovare il testo completo. Vi ringrazio in anticipo.

  • Forum Coscienza Maschile ha detto:

    Che refrigerio dopo il “diplomatico” sostegno a Traditionis Custodes del card. Sarah

  • Maria Grazia ha detto:

    L’iconografia ortodossa raffigura spesso Gesù che sale sulla croce tramite una scala per ricordarci che lui la crocifissione non l’ha subita ma l’ha accettata con libera e piena volontà.

  • Slave of JMJ ha detto:

    From holylove.org
    God The Father
    November 26, 2021
    “Once again, I (Maureen) see a Great Flame that I have come to know as the Heart of God the Father. He says: “Today, dear children, I invite you to patient sacrifice. This is the type of sacrifice that is most powerful in upsetting Satan’s plans. Your patience is one with your acceptance of My Paternal Will for you. This is the surrender that is needed before My Son’s* Return.”

    “Without your efforts in this regard, Satan is victorious in many small ways, as well as in great ways. This is how he takes over hearts, governments, and the economy without much notice. The wise soul can see the evil influence at its inception. The worldly person succumbs to the evil cover-up offered by Satan’s cohorts – the media.”

    “If you are faithful to prayer, you will see the value of patient sacrifice without counting the cost. You will know which efforts and whom to support. Patient sacrifice bears the fruit of wisdom.”

    Read James 4:7-8+

    Submit yourselves therefore to God. Resist the devil and he will flee from you. Draw near to God and he will draw near to you. Cleanse your hands, you sinners, and purify your hearts, you men of double mind.

    + Scripture verses asked to be read by God the Father. (Please note: all Scripture given by Heaven refers to the Bible used by the visionary. Ignatius Press – Holy Bible – Revised Standard Version – Second Catholic Edition.)

    * Our Lord and Savior, Jesus Christ.

  • Lucia ha detto:

    Grazie ❤️ ⭐🔥 Mons. Viganò, sempre le Sue parole vibrano colme di Spirito Santo. Desidero che il Signore si ricordi della promessa:: ciò che avrete fatto ad uno di questi piccoli, perché miei, lo avrete fatto a me. In questi due anni ho bevuto all’acqua che zampilla attraverso la Sua lotta contro Satana e i suoi servitori del Nuovo Ordine Mondiale, rafforzata e confermata nella fede proprio attraverso la sua fedeltà ai Comandi di Dio. Grazie per il Suo coraggio, grazie per il Suo amore per la Chiesa ed il Suo gregge. Dio la custodisca fino alla cima della scala sostenendo la salita con le sue braccia! Preghiamo gli uni per gli altri. Amen ❤️⭐🔥

  • stilumcuriale emerito ha detto:

    Una boccata di ossigeno ci voleva. Grazie Monsignore!!!!!!!! Lei è un vero Monsignore.

  • fedele abbandonata dai pastori indifferenti e privata della s. messa e dei sacramenti ha detto:

    Lei mons. Viganò chi riconosce come successore legittimo della Chiesa di Cristo?
    Benedetto o Bergoglio?
    O nessuno dei due come gli scismatici?

    Perché se è vero che da anni la massoneria ecclesiastica si è infiltrata nella Chiesa, è anche vero che SOLO da 8 anni ha sostituito il legittimo papa BENEDETTO XVI con l’antipapa massone card. J. M. Bergoglio…per la rovina delle anime.

    E se questo avviene, è grazie al tradimento generale di tutti quei pastori apostati, TRADIZIONALISTI SCISMATICI COMPRESI che, anziché fronteggiare con coraggio il nemico RICONOSCENDO CRISTO NEL LEGITTIMO PASTORE BENEDETTO, si ostinano a celebrare una messa invalida e sacrilega in comunione con un cardinale vicario di satana, rivelandosi ALLEATI DEL NEMICO e nemici crudeli del gregge di Cristo, costringendolo a partecipare al loro peccato o a privarsi del Santo Sacrificio e dei Sacramenti. (Ecclesia de Eucaristia n. 39).

    E della loro DISERZIONE se ne fanno pure un vanto, accusando Cristo di aver mal governato la Sua Chiesa da 60 anni a questa parte, attraverso “COLORO” che rappresentano la Sua persona in terra, Papa Benedetto XVI compreso.

    Alla stregua di quegli eretici che considerano la Chiesa ” UN MOSTRO BICEFALO”, laddove Cristo e il papa non costituirebbero più un UNICO CAPO INFALLIBILE, ma due capi separati che agirebbero in maniera “opposta”.

    Dimostrando così di non professare affatto la TRADIZIONALE dottrina di Cristo:

    1) UBI “PETRUS” IBI ECCLESIA.

    2) Chi non ha la Chiesa per Madre non ha neppure Dio per Padre❗️

    3) Chi non riconosce il papa è fuori della Chiesa.

    4) Chi non crede nel DOGMA DELL’INFALLIBILITÀ del papa è ERETICO e SCOMUNICATO”.

    5) Chi presiede e conferma i Sacri Concilii è Cristo stesso.

    6) “È Cristo che stabilisce il papa e non gli uomini❗️ ”

    7) nessuno può giudicare l’autorità divina del papa, solo Dio.

    Mons. Viganò, come fa a non comprendere che per la salvezza della Chiesa e del mondo è quanto mai urgente e necessario RICONOSCERE LA DIVINA AUTORITÀ DEL PAPA LEGITTIMO???

    QUESTA È LA MISSIONE CHE CRISTO CHIEDE A LEI E A TUTTI I PRESBITERI CHE HANNO ANCORA UNA BRICIOLA DI COMPASSIONE PER LE ANIME DISPERSE!

    Posso sperare in una sua cortese risposta?
    Grazie

    • alessio ha detto:

      Divina autorità del papa?
      Chi non crede nell’infallibilità
      papale è fuori dalla Chiesa?
      Ben’inteso che l’unico pontefice
      è Papa Benedetto ,lei deve leggere
      le encicliche di bergoglio , piene
      zeppe di eresie ,di luoghi comuni ,
      e falsità .
      Le consiglio di liberarsi della sua
      latria verso bergoglio per
      trovare pace alla sua animosità ,
      e scusi se le ho risposto , ma noi ,
      presi di mira dalla gerarchia ,non
      possiamo più stare zitti.

    • Slave of JMJ ha detto:

      As far as I’ve read and heard the modern prophesies, that they are both popes.

      holylove.org
      smwa.org
      valentina sydney seer
      godspeakswillyoulisten.org

      • fedele abbandonata e privata della s. messa e dei sacramenti ha detto:

        Il papa stabilito da Cristo è ancora BENEDETTO XVI perché non ha mai REVOCATO il MUNUS PETRINO.

        Il cardinale Bergoglio, massone, membro onorario del ROTARY CLUB dal 1999, non è mai stato papa.
        E pertanto noi fedeli non possiamo partecipare alle messe celebrate in comunione con un cardinale MASSONE, anziché col papa, perché sono INVALIDE❗️

        Magistero della Chiesa:
        papa Benedetto XVI:
        🔴 11. L’UNITÀ della CHIESA, al servizio della quale si pone in modo singolare il MINISTERO del SUCCESSORE di PIETRO, raggiunge la più alta espressione nel SACRIFICIO EUCARISTICO, il quale è centro e radice della comunione ecclesiale; COMUNIONE che si fonda anche NECESSARIAMENTE SULL’UNITÀ dell’ EPISCOPATO.
        Perciò, « OGNI CELEBRAZIONE DELL’EUCARISTIA è FATTA in UNIONE NON SOLO CON IL PROPRIO VESCOVO MA ANCHE CON IL PAPA, con l’ordine episcopale, con tutto il clero e con l’intero popolo.
        Ogni 🔴VALIDA CELEBRAZIONE DELL’EUCARISTIA esprime questa UNIVERSALE COMUNIONE con “PIETRO” e CON L’INTERA CHIESA, oppure oggettivamente la richiama », come nel caso delle Chiese che non sono in piena comunione con la Sede Apostolica.

        http://www.vatican.va/roman_curia/congregations/cfaith/documents/rc_con_cfaith_doc_19981031_primato-successore-pietro_it.html

        VERITÀ di FEDE ribadita anche da papa San GPII:

        .. poiché « il Romano Pontefice, quale SUCCESSORE DI PIETRO, è il PERPETUO e visibile principio e FONDAMENTO dell’unità sia dei Vescovi sia della moltitudine dei fedeli »,82 LA COMUNIONE CON LUI è UN’ESIGENZA INTRINSECA DELLA CELEBRAZIONE del “SACRIFICIO EUCARISTICO” .
        Di qui la grande “VERITÀ” espressa in vari modi dalla Liturgia:
        🔴« Ogni celebrazionedell’Eucaristia è fatta in UNIONE non solo con il proprio Vescovo ma anche CON IL PAPA, con l’Ordine episcopale, con tutto il clero e con l’intero popolo.
        🔴Ogni “VALIDA” CELEBRAZIONE DELL’EUCARISTIA esprime questa universale COMUNIONE CON PIETRO e con l’intera Chiesa..

        https://www.vatican.va/holy_father/special_features/encyclicals/documents/hf_jp-ii_enc_20030417_ecclesia_eucharistia_it.html

      • Slave of JMJ ha detto:

        also christinagallagher.org
        May God bless you!

  • MARIA MICHELA PETTI ha detto:

    Eccellenza, l’immagine del Bambino spoglio di ogni veste ci infonda la stessa serenità che trasmette il Suo volto e ci aiuti a sostenere gli attacchi dei nemici, che provano in ogni modo a stracciare la nostra dignità di persone, nate da quel Dio che nel Figlio fattosi piccolo ha abbracciato la nostra piccolezza, per infondere forza alla nostra debolezza. E ci sorregga nel cammino in salita per la croce, reso ancor più accidentato da equilibristi pronti a mettersi ad ogni sbaraglio.
    Per quel poco che vale: solidarizzo con Lei…

  • Acido Prussico ha detto:

    “… Vieni senza cani, vieni senza cattivi operai, vieni senza il servo mercenario…”

    Allusione?