Cannarozzo: Falsità e Bugie Storiche sulla ‘Santa inquisizione’. Parte Prima.

8 Novembre 2021 Pubblicato da

Marco Tosatti

Cari amici e nemici di Stilum Curiae, Antonello Cannarozzo ci offre, diviso in tre parti, un accurato e documentatissimo lavoro sulla realtà dell’Inquisizione, di come questa realtà sia stata nel corso dei secoli strumentalizzata per motivi politici e religiosi dagli avversari sia della Chiesa che delle potenze cattoliche e di come questa “leggenda nera” sia tenuta ancora viva da una storiografia partigiana, e fondamentalmente non onesta. Buona lettura. 

§§§

 

Alimentate dall’odio verso la Chiesa di Roma

Falsità e bugie storiche sulla ‘Santa inquisizione’

(Prima parte)

 

Antonello Cannarozzo

 

Come introduzione sulle tante infondatezze nei confronti dell’Inquisizione cattolica, il libro del prof. Andrea del Col, ‘L’inquisizione in Italia’, è certamente istruttivo quando afferma che: “Il mio libro è privo di immagini. La scelta è deliberata e ha una motivazione culturale: le immagini di interrogatori, torture, autodafé e roghi sono in genere posteriori ai fatti e risultano spesso condizionate dalla leggenda nera […]. Molte cifre macroscopiche provengono dalle correnti anticlericali del XIX secolo che cercavano con ogni mezzo di porre in cattiva luce l’operato della Chiesa”.

Basterebbero queste righe per concludere il mio articolo, purtroppo la ‘leggenda nera’ dell’Inquisizione è dura a morire.

Davanti a molteplici accuse, spesso contraddittorie sull’Inquisizione, ho riportato giudizi di storici, molti dei quali volutamente non cattolici che hanno riscritto una storia ben diversa dalla vulgata corrente, fatta solo di torture e di roghi sempre accesi.

Nessuno vuole difendere a spada tratta l’Inquisizione cattolica dai suoi eccessi, neanche, però, vederla sempre come il male assoluto della Chiesa, ma ristabilire, per quanto possibile, un quadro più reale di questa istituzione che ha rappresentato una fase storica tra le più popolari e discusse del cattolicesimo, di mio c’è solo una ricerca certosina sull’argomento.

 

Come nascono le falsità sull’Inquisizione

                     

Sappiamo che solo a nominare la Santa Inquisizione, ancora oggi si evocano torture, roghi, carceri, persecuzioni, sadismo, insomma, quanto c’è di peggio e di più depravato nell’animo umano.

Il mito della sua crudeltà come tale, insieme alle leggende nere, cominciò a intorno al XVI secolo da parte protestante, con la pubblicazione poi, nel 1691, della ‘Historia Inquisizionis’, tradotta e divulgata in inglese come un vero atto d’accusa alla Cattedra di Roma. Se non fosse drammatico, ci sarebbe da sorridere che proprio coloro che scatenarono, come vedremo, le più odiose forme di persecuzione verso le proprie vittime davanti a tribunali non certo misericordiosi, accusavano poi la Chiesa di follia omicida.

Queste accuse oggi sarebbero definite, per le loro inattendibilità, pura fantasia, ma talmente ben fabbricate che hanno  convinto nei secoli milioni di persone, un po’ come la frase attribuita a Joseph Goebbels, capo della propaganda nazista: “A forza di ripetere una bugia, essa diventerà vera” e così è stato per l’Inquisizione cattolica, ancora nel XIX secolo, in un clima culturale positivista, ateo, protestante e soprattutto neo liberale, tali menzogne furono ampliate e propagandate tanto che, ai giorni nostri, si prende per verità il processo a Galilei descrivendo le torture che dovette subire lo scienziato in tarda età, come illustrato anche nel disegno di Francisco Goya che mostra il vecchio scienziato martoriato dalle sevizie, quando in verità non avvenne mai nulla di tutto questo.

 

La giurisdizione dei tribunali

 

Lo storico britannico Henry Kamen, nel suo libro ‘Inquisizione spagnola’ ha dimostrato che la tesi secondo cui questo tribunale era un’onnipotente e terribile pianificatore di torture è solo una invenzione del XIX secolo, mentre fu: “Un’istituzione sottodimensionata, i cui tribunali erano sparsi e avevano solo una portata limitata e i cui metodi erano più umani rispetto a quelli della maggior parte dei tribunali secolari. La morte sul fuoco, inoltre, era l’eccezione, non la regola”.

Per fortuna, in questi ultimi anni, come vedremo, il tema dell’Inquisizione sta uscendo dai meandri del ‘romanzo horror’ per riacquistare quel ruolo che la storia le ha rubato per molti secoli ed apparire per quello che realmente fu: una grande istituzione, non solo religiosa, ma anche di progresso civile, con tante ombre, ma anche, certamente, con tante luci.

La storiografia moderna riconosce ormai l’equità, la prudenza ed il rispetto delle regole di quei tribunali”, afferma Vittorio Messori il quale, per contrastare una certa visione ideologica, riporta in un suo articolo sul Corriere della sera del 22 febbraio del 2005, una dichiarazione di Luigi Firpo che certo non può essere accusato di essere un difensore della Chiesa in genere, sull’auspicata apertura degli archivi vaticani su questa materia, che poi avvenne grazie all’ora cardinale Ratzinger.

Afferma Firpo: L’esame dei dossier gioverebbe molto alla Chiesa. Cadrebbero molti pezzi della Leggenda Nera, scoprendo che i processi erano contrassegnati da una grande correttezza formale e da una rete di garanzie inimmaginabile per i tribunali laici dell’epoca. Condanne a morte e torture furono l’eccezione: le immagini che abbiamo dei tormenti e che tutti abbiamo visto anche sui libri di scuola sono state incise ad Amsterdam e a Londra su commissione della propaganda protestante, nel quadro della lotta contro la Spagna per il predominio sull’Atlantico”.

Una considerazione certamente importante, che apre altri scenari, ma che affronteremo con la benevolenza di Stilum Curiae un’altra volta.

Fa eco a questa affermazione lo storico Paolo Prodi che asserisce: “l’Inquisizione starebbe addirittura alla base della strutturazione del processo moderno” e ancora Con l’Inquisizione la Chiesa crea il primo fondamentale pilastro della moderna giustizia, quella creata per perseguire d’ufficio i crimini.

Paolo Prodi, già rettore dell’Università di Bologna, pone anche in rilievo che tale tribunale ha di fatto contribuito a trasformare il diritto romano-barbarico, accusatorio e fondato sulla semplice querela di parte, in diritto d’ufficio, come, tra l’altro, la concezione del dibattimento processuale.

Una formula ancora in uso nei tribunali di tutto il mondo civile, anzi, proprio l’inquisitore era il garante dell’equità nelle fasi più accese del dibattimento processuale e non erano rari i casi di assoluzione degli imputati proprio su sua indicazione.

Altro che cieca crudeltà come ritroviamo nella frase che lo scrittore Daniel Defoe fa pronunciare al suo Robinson Crusoe: “Preferivo (…) essere consegnato ai selvaggi e mangiato vivo piuttosto che cadere negli artigli spietati dei preti ed essere trascinato davanti all’Inquisizione”, tanta era la malafede nei confronti della Chiesa.

Del resto la ‘leggenda nera’ dell’Inquisizione, come spietata follia degli inquisitori, torturatori per vocazione e assetati di sangue, vive nell’immaginario collettivo da almeno quattro secoli e torna immancabile ad ogni piè sospinto nella dialettica anticattolica, come una colpa indelebile dei papi.

Giovanni Romeo, storico, docente, all’Università di Napoli e autore del libro ‘Inquisitori, esorcisti e streghe nell’Italia della Controriforma’ attesta, in risposta a queste accuse che: “il XX secolo si appresta a lasciare in eredità al terzo millennio che s’apre, un’immagine sorprendentemente nuova dei tribunali come quelli inquisitoriali, tradizionalmente relegati dal nostro immaginario collettivo tra gli orrori del fanatismo clericale” – e aggiunge –  “Le autorità dell’Inquisizione romana evitarono una persecuzione sanguinosa della stregoneria, non solo perché non erano convinte sino in fondo della realtà della setta delle streghe e dei loro crimini, ma anche perché, soprattutto nel tardo ‘500, sapevano di poter contare sulla rinnovata presenza di un sofisticato apparato protettivo”.

Ed ancora si legge: “Le perplessità dei più autorevoli esponenti della Chiesa e dell’Inquisizione romana di fine ‘500 non trovano riscontro negli atteggiamenti delle Chiese protestanti degli stessi anni. In queste ultime prevale, rinfocolato anche dal fondamentalismo biblico che le caratterizza lo zelo intransigente, la propensione al bagno di sangue purificatore. E la distruzione della rete protettiva assicurata dal cristianesimo tradizionale potrebbe aver contribuito in maniera determinante ad innescare le spinte persecutorie”.

Anche lo storico danese Gustav Henningsen con i suoi studi ha capovolto gli stereotipi della storia europea, specialmente quella dell’inquisizione.

In un importante saggio sulla figura dell’inquisitore spagnolo Alonso de Salazar Frìas, dal titolo‘L’avvocato delle streghe, eretici e inquisitori nella Spagna del Seicento’ ha dimostrato ampiamente come il Medioevo cristiano fu esente, tra l’altro, dalla follia efferata, ricordiamo la famosa ‘caccia alle streghe’ che si propagherà, invece, per tutto il mondo protestante.

L’Inquisizione, continua Henningsen, “decretava unicamente la colpevolezza di un imputato, ma non la sua morte, perché non aveva il potere di eseguire il rogo degli eretici” che poteva esercitare solo lo Stato dove esercitava, introducendo un importante principio di trasparenza, di moderazione e di diritto, rispettando la Costituzione 18 del Concilio Lateranense IV, la ‘De iudicio sanguinis et duelli clericis interdicto’, ossia fatto divieto agli ecclesiastici nelle ‘carceri di spargere il sangue’.

Una prassi giuridica riconosciuta ormai da molti storici, quando invece, nello stesso periodo, il potere politico e il popolo volevano procedere ad una giustizia sommaria ed esemplare.

 

Il popolo e l’Inquisizione

 

Di fatto – scrive ancora Henningsen la popolazione cattolica non odiava, né temeva il Sant’Uffizio, come molti storici hanno voluto farci credere. La gran maggioranza doveva considerare l’Inquisizione come un baluardo contro l’eresia che minacciava la società dall’interno e dall’esterno. Gli inquisitori non erano mostri, né torturatori, ma teologi e giuristi, spesso rispettati e stimati. In maggioranza erano religiosi che avevano preso gli ordini. Molti avevano iniziato la loro carriera come sacerdoti o monaci ed avevano alle spalle lunghi anni di studi teologici”.

Per più di mille anni, contraddicendo i critici, nei cosiddetti ‘Secoli bui’ non esistono né maltrattamenti, né roghi di streghe, anzi, il pronunciamento della Chiesa, che fu legge per tutto il Medioevo attraverso il Canon episcopi, risalente intorno all’anno mille, elimina  l’idea di ogni persecuzione, attraverso tolleranza ironizzando anche sull’argomento, non credendo affatto a questi fatti straordinari, mentre tutte le cupe superstizioni delle streghe vivevano tra i popoli del Nord Europa che a loro volta avevano ricevuto questa cultura in eredità dall’antichità pagana.

È singolare notare ancora come nel mondo della Riforma c’è una vera fobia verso streghe e stregoni, proprio loro che si sono ritenuti sempre più civili moderni e non superstiziosi come la Chiesa cattolica, mentre quest’ultima, con grande forza, ha quasi sempre ignorato i timori del popolino incolto e superstizioso, spesso totalmente avulso dalla religione e condannando sempre quegli eccessi che non le sono mai appartenuti.

Insomma i cattolici erano meno creduloni di quanto si possa credere.

Riprendo dal ‘Dublin University Magazine’, non certo sospetto di simpatia per Roma questa frase: “È curioso come l’Irlanda, sebbene considerata di solito, e ben a ragione, un paese superstizioso per quanto riguarda spiniti e fate, sia stata invece sempre relativamente immune dalla stregomania”.

 

Nascita dell’Inquisizione

 

Per comprendere le motivazioni che spinsero la Chiesa ad istituire questo strumento legale, bisogna ricordare che fu per contrastare inizialmente l’eresia gnostico – catara nel XII secolo con il Concilio di Verona alla presenza di papa Lucio III e dell’imperatore Federico Barbarossa.

Le azioni dei Catari spesso erano tutt’altro che spirituali, il loro motto era: “Tutti gli avversari erano peccatori, dunque, andavano sterminati”, e con questo bell’ ideale sfociavano nella sedizione ed in atti di crudeltà provocando il terrore nelle popolazioni che molte volte si sollevavano compatte contro questa setta arrivando al linciaggio con spargimento di sangue da ambo le parti.

Bisognerà arrivare al 1229 per l’istituzione ufficiale dell’Inquisizione che ebbe tra l’altro un compito non solo giuridico, ma anche missionario nell’individuare gli eretici e ricondurli alla ‘vera’ fede, era questo lo scopo finale del tribunale, riportare le anime a Dio e non solamente punirle.

Prima di proseguire, bisogna fare una breve precisazione: la persecuzione verso gli eretici, come istituzione giuridica permanente, non nasce dalla Chiesa, ma da un decreto dell’Imperatore Federico II nel 1231 che essendo la massima autorità civile, deliberò l’eresia come un crimine di lesa maestà e stabilì per essa la pena di morte tanto che ogni sospettato doveva essere tradotto davanti a un tribunale ecclesiastico e, una volta ritenuto colpevole, doveva essere punito dalle autorità civili.

Ben presto, tra il XIII e il XVI secolo, il tribunale inquisitorio con la sua autorevolezza si estese anche in Francia, Portogallo, Spagna e infine Roma.

In quell’epoca, tra gli eretici, non c’erano solo i Catari come tali da combattere o, meglio, da convertire, ma vari altri movimenti settari che misero in pratica non pochi problemi alla convivenza civile, citiamo, tra i tanti, gli Apostolici, i Taboriti, gli Hussiti e la loro derivazione, i Fratelli del Libero Spirito che, sempre in nome di Cristo e del rinnovamento spirituale della Chiesa, creavano, come i Catari, disordini sociali e azioni sacrileghe nei confronti specialmente delle chiese e dei religiosi.

Fu una lotta dura e senza quartiere, che coinvolse in particolar modo le regioni francese della Provenza e dell’Italia settentrionale.

Al problema degli eretici ben presto si aggiunse sulla scena della storia anche il fenomeno, già accennato, della stregoneria che cominciava a propagarsi un po’ in tutta Europa, tanto che papa Giovanni XXII nel XIV secolo dette mandato all’Inquisizione di operare “anche contro questa forma di superstizione”, ma non trattata come un crimine, se non andava contro la religione.

Come ogni cosa, anche l’inquisizione dopo aver conosciuto un periodo di grande fama, già verso la metà del ‘700 cominciava il suo ridimensionamento.

Secondo una attenta analisi, Giovanni Romeo ha potuto affermare che il XVIII secolo fu per l’Inquisizione il periodo, ormai inevitabile, di un “lento declino contraddistinto dalla riduzione del numero dei processi, sia per il calo di interesse e sia per il logoramento degli stessi inquisitori, dove spesso le indagini iniziavano solo con l’accumulo di denunce contro uno stesso individuo.

La tortura veniva ormai utilizzata raramente e le condanne a morte ebbero una secca diminuzione. A Napoli, ad esempio, in quel periodo, si aveva ormai una irrilevante attività del tribunale, confermata dalla netta diminuzione delle false denunce, sempre fino ad allora assai numerose e le occasioni di istigare i tribunali per una sentenza ad hoc, si facevano sempre più rade. Scrive ancora Romeo: “Se l’inquisizione puniva sempre di meno, i falsi testimoni si spostavano su altri obiettivi”.

Con gli ultimi decenni del ‘700 si può affermare che inizia anche la demolizione della rete inquisitoriale e la decadenza divenne inarrestabile anche per la perdita di efficacia e credibilità giuridica, ormai di facciata, in molti tribunali locali.

Nel XIX secolo tutti gli Stati europei avevano già soppressero questi tribunali ecclesiastici da anni, rimaneva in vita solo quello nello Stato Pontificio dove nel 1908 papa S. Pio X ne modificò la definizione in Sacra Congregazione del Santo Offizio.

Infine, con il tragico Concilio Vaticano II, papa Paolo VI cambiò la dicitura in Congregazione per la dottrina della Fede, ma senza ormai alcun potere di difesa della vera Dottrina, come ben presto sarebbe accaduto amaramente alla stessa Chiesa in questi ultimi tempi.     (Fine prima parte)

§§§

 




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5 commenti

  • bruno ha detto:

    articoli ben documentati e una differente prospettiva su il reale

    ruolo storico di una struttura molto controversa della Chiesa di Roma

  • Valeria Fusetti ha detto:

    La storia dell’ Inquisizione, così come è stata raccontata ed insegnata, dal XVIII secolo ad oggi, come molta parte della storia della Chiesa, ad esempio l’istituzione della schiavitù, fa parte di quella cancel cultur che, oggi, considera lecito mentire spudoratamente, sapendo di farlo, e rivendicando pure il diritto di farlo.

  • Detto semplicemente ha detto:

    Detto semplicemente, nella chiesa dei primi secoli, quando i cristiani furono perseguitati e dovettero usare le catacombe come luoghi di culto, esisteva forse l’inquisizione ? Se, ovviamente, la risposta è NO, allora l’invenzione dell’inquisizione è una aggiunta al messaggio cristiano, aggiunta che modificherebbe sostanzialmente il messaggio stesso.

  • alessio ha detto:

    Per la verità , sarebbe bene che
    venisse preso in esame
    ciò che era il

    testo ufficiale nei processi
    dell’ inquisizione il libro
    ” il martello delle streghe ”
    che spiega per filo e per segno
    quale orrore creassero come
    venissero interrogate e come
    non potessero stare zitte
    sotto esorcismo costrette a
    dire la verità .
    Per la Chiesa eretici e stregoni
    erano sinonimi e persone come
    Giordano Bruno erano tutt’ e
    due le cose ; e come non
    ricordare che San Pio V prima
    di regalarci la Messa Tridentina
    era stato inquisitore a Como e
    Bergamo .
    San Giustino Martire nelle sue
    apologie descrive per filo e
    per segno i tristi rituali delle
    streghe etrusche piuttosto
    che il Lucano o Sant’ Atanasio
    nel libretto ” contro i pagani ”
    raccolto nel libro ” l’ incarnazione
    del Verbo “.
    Non possiamo rilassarci perché
    siamo nelle mani di uno che
    sente il grido della terra, che
    ha portato nella Roma cristiana
    la pachamama e ha permesso
    che fosse esposta la porta
    dell’ inferno con la scusa
    dei settecento anni di Dante .
    Ma se una poesia non è vissuta
    come la vita di San Francesco ,
    non hai un Giotto che
    ti dipinge .

  • Willy ha detto:

    Che dire? Paolo VI ha sicuramente stravolto tutto e come lei ha sottolineato pian piano l’inquisizione e’ scemata (non per Paolo VI).
    Resta da vedere come mai, visto che la tradizione (per alcuni, in blog come questo) dovrebbe essere immutabile. O sbaglio?

    https://it.m.wikipedia.org/wiki/Summis_desiderantes_affectibus