Benedetta De Vito, il Ricordo di San Tarcisio e la Festa di Ognissanti

1 Novembre 2021 Pubblicato da

Marco Tosatti

Carissimi StilumCuriali, la nostra Benedetta De Vito ci regala questa pagina di ricordi della sua vita, lontana e più recente, e soprattutto ci invita a ricordare ben presto i Santi che sono nostri compagni e amici. Buona lettura.

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Tornavo correndo a perdifiato da scuola. Sfilata la cartella dalle spalle, afferrato un boccone di rosetta, correvo a trovar mia nonna, Lisetta, nella stanza azzurra, affacciata sul giardino segreto di mia madre con il suo mantello di ireos gialli e violetti. Seduta sul lettone, dove lei anche sedeva con le gambe già gonfie della sua età veneranda, le chiedevo, implorante quasi, una storia. E lei, con un sorriso, tirava fuori un libro dalla copertina cartonata intitolato con semplicità “I santi” e cominciava a leggere.

Chiudendo gli occhi, appena bambina io pure, vedevo il martire Tarcisio, giovinetto romano, biondo e puro, morire sotto i colpi dei bulli, stringendo al petto la Santa Particola, Gesù Sacramentato, che quegli altri volevano calpestar sotto i piedi. Volavo in alto, ammirando Tarcisio per il suo mite coraggio. “A tavola!”, il richiamo della Mimma mi riportava, patapunfete, a terra. Ed era ora del pasto e tutti i fratelli intorno alla tavola e anche la Nonna che, per arrivare in sala, usava un bastone nero che le regalava una gamba magra in più. Di Tarcisio nessuno parlava, ma tutti mangiavano gli spaghetti al sugo, la fettina, l’insalata. Tarcisio era il segreto mio e della nonna che rimaneva nella stanza fatata al pianterreno dove, lei e io, vivevamo la vera vita…

Ecco come i Santi sono entrati, quando ero piccolina, nella mia vita e, da allora, non mi hanno mai lasciata. Essi, “sanciti” (ecco perché Sancti…) nell’Eterna Legge di Dio vivono e sono parte integrante – sostanza, balsamo, viatico – del Corpo Mistico della Santa Chiesa. Nel recitare il Credo, dopo il Vangelo e l’Omelia domenicali, noi, riferendoci al Padre Altissimo, diciamo che ha creato “tutte le cose visibili e invisibili”. Invisibile, ma verissima, è dunque la Comunione dei Santi che, in gloria lassù, assiste, intercedendo per lei, la Chiesa pellegrina quaggiù, immersa tra i marosi e le procelle del mondo.

Così noi, nel giorno di Ognissanti, oggi, festeggiamo gli uomini e le donne che, in amore puro, fermo, definitivo, per la Legge del Signore e della Santissima Trinità, hanno seguito la Croce fino all’effusione, se necessario, del sangue. Non “logori santini”, come vogliono farci credere, ma eroi, persone di carne e di sangue, pronte a donare la vita, spesso, pur di difendere Cristo, Via, Verità e Vita.

Io, lo ricordo come una fotografia, volevo, da bimba,  imitar Tarcisio, esser come lui per la vita intera. Non fu così.  Gli anni passarono e il mondo, con le sue lusinghe, mi portò a percorrere vicoli e stradine secondarie, Cercai in lungo e in largo, senza sapere perché. Fui scrittrice per capire i moti del cuore, giornalista per cogliere il seme delle cose. E mi persi lungo il cammino.

Poi, un giorno, circa dodici anni orsono (ma non ricordo quando, pur ricordando perfettamente che cosa avvenne), la Beata Elisabetta Canori Mora entrò nella mia vita, entrando dal portone di casa mia… Ho raccontato di lei nel mio piccolo libro “C’ero una volta”, uscito per i tipi delle edizioni Oltre, nell’ormai lontanissimo 2019. Dopo Elisabetta, mia sorella d’anima, è arrivata Santa Caterina da Siena e poi Santa Marcella, Santa Emerenziana, San Filippo Neri, e altri e altre ancora in rapida successione. Ognuno portando nel mio cuore il suo prezioso tesoro. E di loro scrivo, delle loro vite segrete, nascoste al mondo, ma legate a corda doppia, da corona di Rosario, al Signore…

Prima di lasciarvi, venite con me nella stupenda chiesa dei Santissimi Quattro Coronati a Roma, monastero agostiniano, che, a immagine di castello medievale,  sembra vivere nella Città dei Cesari in un altro tempo e in un altrove mistico. Entrate in punta di piedi con me nella stupenda Basilica ed ecco splendere in oro zecchino l’affresco che ritrae, in allegro circolo e festante devozione l’immagine santissima della Chiesa celeste. In alto, altissimo il Padreterno, con Gesù alla sua destra e, in potenza di mano, la Colomba dello Spirito Santo, un gradino di nubi più sotto la Corredentrice, Maria Santissima, e San Giovanni Battista, il precursore. Poi, sotto gli angeli che cantano la gloria di Dio, ci sono i tanti, tantissimi Santi, ognuno con il simbolo suo, il Vangelo, il giglio, o con i segni visibili del martirio. E tutti hanno la gioia negli occhi e la pace nel cuore. E ora, avanti, a testa rovesciata, provate, se vi va, a riconoscerne alcuni. Non è facile, vi avverto, ma servirà a condurre il cuore lì dove loro abitano per sempre. Buona festa di Ognissanti!

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Camminando lungo il “grim path”, cioè il cupo sentiero che si inizia a percorrere con la prima dose, con la seconda e poi con l’orrido passaporto verde serpe, ecco già bell’e pronta la prossima tappa, ossia la terza dose. Come per la droga, non basta mai. E anche se il siero è fatto per un covid che non c’è più – essendoci ora le terribili, si fa per dire, varianti – riparte la grancassa e gli imbonitori le pensano tutte per piegare quanti ancora resiston,  e giustamente, a una inoculazione creata con l’utilizzo di linee fetali di bimbi abortiti. Catechizzano, minacciano, fanno la paternale, ricattano. Tutto, solo ed esclusivamente per ottenere un vaccinato in più. Mumble mumble, perché se oramai la pandemia è domata, gli ospedali sono vuoti e la gente cerca di tornare a vivere? Così dopo il lockdown per non vaccinati (di cui anche ieri parlavano e straparlavano le belle signorine rosse, verdi e blu, nei programmi della sera), per far sì che la paura resti alta e il fiato sul collo rovente, ecco provenire dai Paesi a noi più vicini notizie terrificanti. Si parla di “catastrofe” rumena e poi dell’Inghilterra dove il contagio sale, sale come il termometro ad agosto.

Già. E allora mi sono divertita a guardar, questa mattina, i giornali dei Paesi succitati. Cioè la Gran Bretagna e la Romania. Ho scoperto che Boris Johnson se la prende con moltissima calma e ha procrastinato di due settimane ogni decisione sul cosiddetto piano B. Lo scopro sul Guardian. Poi apro il Times, il giornale britannico per eccellenza e trovo solo questa notiziola: “I casi di coronavirus diminuiranno senza bisogno di ulteriori restrizioni man mano che i bambini ottengono l’immunità, ha affermato uno dei consulenti scientifici del governo.John Edmunds, un epidemiologo della London School of Hygiene and Tropical Medicine, ha affermato che il virus si sta diffondendo principalmente tra i bambini in età scolare che non erano ancora stati vaccinati”. E aggiungono, toh guarda un po’, che non ci sarà bisogno affatto del piano B. Roba da non crederci: e noi tutti qui a tremare perché in Inghilterra si riparte dal lockdown… ma va là, come dice mio fratello.

Quanto alla Romania, pur non sapendo il rumeno (anche se il latino mi aiuta non poco) ho navigato, con google traduttore, su vari quotidiani e della tragedia di cui ci hanno parlato non ho trovato un bel nulla. Invece ho scoperto che proprio oggi il Senato rumeno ha respinto l’obbligo del green pass per il lavoro. Cosa cosa? Sissignore, avete sentito bene, nel Paese di Ceausescu, che ci dipingevano come un luogo di Dracula e di orrori dittatoriali, non ci vuole il passaporto vaccinale come qui da noi, nella democratica Italia. Roba da sotterrarsi sotto un metro di terra. Ma tutti zitti e mosca e si parla soltanto di una “catastrofe” inventata, di cui non c’è traccia nei giornali rumeni.

Ancora, su un quotidiano nazionale ho letto che in Portogallo si è raggiunto il 100 per cento delle vaccinazioni, e grande ovazione e bravi bravi e battimani. Così, siccome in portoghese mi sono laureata, eccomi sul Diario de noticias e trovo la notizia. E sapete qual è? Che in Portogallo hanno l’86 per cento di vaccinati. Proprio come noi, in Italia. Secondo quanto ci dice il prode Figliolo dalla penna in testa. Vabbè stendiamo un velo su tutto questo (ma non smetterò di far le pulci alle notizie internazionali perché è divertente non poco)  e apriamo una parentesi sulla terza dose. Il pallido ministro della Sanità ci dice che abbiamo le scorte. Già, vabbè, fate le valigie con me e trasferitevi per pochi minuti in un supermercato sardo, insieme a me.

Il carrello della spesa è pieno e io quasi alla cassa quando mio marito, tirandomi perun gomito con delicatezza, sussurra: “E se comprassimo i culurgiones?” Oh che idea bella, penso, e spiego, per chi non lo sapesse, che si tratta di un raviolo sardo a formdi   fico  che   ha   dentro   patate   lesse   ben   schiacciate   e   mentuccia.   E   avanti.   Eccomi,dunque,   al   banco   della   pasta   fresca   che   sta   proprio   in   fondo   in   fondo   al   piccolo

supermercato del paesino di PSP. Trovo una bella confezione di raviolotti saporiti e,lesta, in volo, torno sui miei passi allegri, accontentato lo sposo e presto a casa. Mio marito afferra la confezione: “Ma sono scaduti?”, sul volto lo sconforto del ghiottone deluso. Poi,  rivolto alla cassiera, con fare gentile, le spiega il busillis. Quella, senza fare una piega, tranquilla come una rosa di maggio, prende la confezione e, giratala,impugnata una penna nera, fa un gran frego sulla data fatidica e sposta la scadenza a Natale. Poi, con un sorriso largo, da impiegata alle poste dei “Soliti idioti”, mi porge il pacchetto. E ora, snappete, schiocco le dita: sveglia! E’ soltanto uno scherzo. Ma potrebbe   succedere,   se   è   vero,   come   è   verissimo,   che   l’Aifa,   a   seguitodell’approvazione   dell’Unione   Europea,   ha   dichiarato   che   i   vaccini   in   scadenza   a settembre, “purché correttamente conservati”,   sono validi fino a Natale. Sì basta un frego nero, le scorte ci sono. Urrà.

 

 

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2 commenti

  • Adriana 1 ha detto:

    ” Quod aut imitandi sunt, aut non laudandi” ( S. Giovanni Crisostomo- Tom. 3 da divinum officium.com )
    “…poichè, se diletta di esaltare il merito di un Santo, deve stare a cuore ancora di darsi fedelmente, come lui, al servizio di Dio. Perciò o imitarlo, se si loda, o astenersi dal lodarlo, se non si vuole imitare. “

  • Willy ha detto:

    Una moltitudine immensa…(dice l’apocalisse di oggi). Di santi. Che han lavato le loro vesti nel sangue dell’Agnello.
    Mi manca molto il TOTALMENTE ALTRO e pure certi miei cari. Erano il mio appoggio.

    Ho peccato molto. Ma molto di più ho sofferto. Non sono quelli che sembrano i grandi peccati, i miei peccati. Paradossalmente li non ero io. Son peccati veniali.

    Quanti morti erano migliori di noi. E noi siamo ancora qui. Con la consolazione che loro dovrebbero essere nella gioia.

    Ricordo un’omelia del cardinale Martini, in cui parlava di RELATIVISMO CRISTIANO. E si ricollegava proprio all’escatologia FINALE. Un giorno tutto si appianera’, tutto sara’ chiaro.

    Dio.pieta!