Benedetto XVI: la Morte di un Amico, la Solitudine del Pastore.

22 Ottobre 2021 Pubblicato da

 

Marco Tosatti

Cari amici e nemici di Stilum Curiae, Americo Mascarucci è rimasto molto colpito dalle parole del messaggio che Benedetto XVI ha inviato all’abate di un’abbazia cistercense austriaco, e ci offre questa riflessione. Buona lettura.

§§§

 

Benedetto XVI, la solitudine del pastore

Ha fatto un certo effetto leggere la lettera che Benedetto XVI ha spedito a Reinhold Dessl, abate dell’abbazia cistercense di Wilhering in Austria, nella diocesi di Linz, esprimendo cordoglio per la morte all’età di 91 anni del collega professore di Ratisbona, Gerhard Winkler, anche lui monaco cistercense. Una lettera molto toccante da cui traspare la solitudine del pontefice emerito.

La missiva è riportata su carta intestata e Avvenire ci tiene ad evidenziare che in alto è riportata la dicitura «Benedictus XVI. Papa emeritus» per sottolineare come Ratzinger non si ritenga più il papa legittimo come sostengono invece don Minutella e tutti quelli che ritengono invalide le sue dimissioni. Ma al di là dei discorsi più o meno legittimi sulla sede impedita, sui due papi, sulle dimissioni più o meno invalide, ciò che appare evidente è la solitudine di Benedetto che nella lettera, parlando del collega scomparso, scrive: “La notizia della morte mi ha profondamente colpito. Tra tutti i miei colleghi e amici, lui era il più vicino a me. La sua allegria e la sua profonda fede mi hanno sempre attratto. Ora ha raggiunto l’aldilà, dove certamente molti amici lo aspettano. Spero di potermi unire presto a loro”.

Si dirà che il papa emerito ha 94 anni, ha seri problemi di salute, è lucido di mente ma limitato negli spostamenti e in cuor suo conta di chiudere al più presto la sua esistenza terrena per riunirsi ai suoi amici più stretti. Ma letta in controluce non può non emergere la solitudine di un grande teologo, che poi ha avuto il privilegio di essere papa, ha dovuto bere l’amaro calice della rinuncia rendendosi conto di non poter governare, che vede intorno a sé il deserto. Ha visto andarsene i suoi più stretti e sinceri collaboratori e ora anche quello che lui definisce “il più vicino a me”.

Benedetto ogni giorno si sente più solo dentro una Chiesa che ormai da otto anni sta demolendo tutto ciò che lui, e prima ancora Giovanni Paolo II, hanno faticosamente costruito. La loro idea di una Chiesa identitaria, incentrata sui valori della fede, non imprigionata nelle logiche mondane, ma testimone autentico del Vangelo. Una Chiesa che ha cercato di stare nel mondo senza essere “del mondo” e che ha riconfermato in ogni contesto politico, sociale, economico, culturale, la centralità del Vangelo e dei suoi principi etici e morali. Negli ultimi otto anni Benedetto ha visto trionfare  all’interno della Chiesa di Cristo quelle stesse tendenze secolarizzatrici e mondane che lui e il suo amato predecessore erano riusciti ad arginare.

Anche se ci hanno raccontato che fra Benedetto e Francesco ci sia sempre stata una forte sintonia, questo è stato sistematicamente smentito dai fatti. Mentre il Sinodo sulla Famiglia discuteva di concedere la comunione ai divorziati risposati, in un volume uscito in contemporanea e contenente le sue opere principali, Ratzinger aggiornava proprio la parte relativa ai divorziati risposati, e non per renderla coerente con quella di Bergoglio, ma anzi per rimarcarne le differenze, sostenendo che soltanto in caso di annullamento da parte della Sacra Rota poteva essere considerato lecito un secondo matrimonio. Poi nel 2018 l’incidente diplomatico sulla pubblicazione della collana “La teologia di Papa Francesco” che portò alle dimissioni dell’allora prefetto della Segreteria per le comunicazioni Dario Edoardo Viganò; lettera che fu presentata come un tentativo di Ratzinger di evidenziare la piena continuità fra il suo pontificato e quello bergogliano. In realtà la lettera conteneva ben altro, ovvero il rifiuto a scrivere una recensione sostenendo che quei libri lui non li avrebbe letti per questione di tempo ma soprattutto perché tra gli autori della collana compariva il professor Peter Hünermann, «che durante il mio pontificato si è messo in luce per avere capeggiato iniziative anti-papali». A ciò si aggiungano le prese di distanza di Benedetto rispetto all’abolizione del celibato sacerdotale e all’ordinazione delle donne, il libro pubblicato insieme al cardinale Robert Sarah che tanto fastidio ha provocato nei sacri palazzi mentre si spalancavano le porte a riti pagani e mostruosità di altro tipo, i suoi continui attestati di stima verso gruppi tradizionalisti e le critiche verso le derive ultramoderniste dell’episcopato tedesco.

Al di là dei maldestri tentativi di raffigurare Bergoglio in continuità con Benedetto e addirittura con Giovanni Paolo II è invece evidente come l’attuale papa abbia fatto di tutto per interpretare una chiara discontinuità rispetto ai suoi predecessori, ispirato proprio da chi come il teologo ultra progressista Walter Kasper è fra i principali interpreti della rottura del Concilio Vaticano II rispetto alla tradizione. Lo si è visto con la recente riforma liturgica e il motu proprio «Traditionis custodes» con cui Bergoglio ha cancellato il Summorum Pontificum di Benedetto che aveva liberalizzato le celebrazioni secondo l’antico rito. Un modo neanche troppo originale per esaltare quell’ermeneutica della discontinuità che Ratzinger da teologo e da papa aveva invece combattuto e tentato di seppellire definitivamente proprio con un motu proprio rivolto a sigillare una continuità fra Concilio di Trento e Concilio Vaticano II. Bergoglio ha invece capovolto anche la funzione che Giovanni Paolo II aveva riconosciuto ai vescovi, quello di custodi dell’antico rito, trasformandoli di fatto in repressori della tradizione. Un regalo ai settori progressisti della Chiesa, gli stessi che hanno scatenato la guerra contro Benedetto XVI spingendolo alle dimissioni, con la messa in latino che di fatto ha assunto la stessa funzione di uno scalpo del papa emerito offerto da Bergoglio ai suoi nemici. E sebbene chi scriva consideri il Concilio Vaticano II un male sia nella continuità che nella discontinuità, sarebbe innegabile non riconoscere come oggi nella Chiesa siano nuovamente dominanti quegli errori pastorali che tanto Wojtyla che Ratzinger avevano corretto.

Un Benedetto XVI che arriva ad augurarsi di raggiungere presto i suoi amici nell’aldilà, dà tanto la sensazione di una resa da parte di chi si sta rendendo conto di non potere dare più nulla alla Chiesa. In quel richiamo ai veri amici da raggiungere presto, c’è forse proprio la consapevolezza di non essere più utile ad una Chiesa che al di là degli ipocriti attestati di stima bergogliani ha rinnegato tutto di lui e dove ormai ha soltanto nemici. Ma forse c’è anche la speranza di morire prima che possa vederla finire in rovina?

Americo Mascarucci- giornalista e scrittore

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18 commenti

  • Gabriela Danieli ha detto:

    Se è vero che le forze massoniche da 8 anni occupano i vertici del Vaticano e continuano a manipolare i cattolici facendo loro credere che papa Benedetto XVI non sarebbe più il papa legittimo, bensì il PAPA EMERITO, (titolo inesistente) trovo grave che nessun avvocato sorga in difesa del Santo Padre, il quale, con questa lettera, sembra anche lanciare un grido di AIUTO ai suoi amici, in questi giorni in cui quello a lui più vicino (CHE EVIDENTEMENTE NON È GEORG) è morto, come pure Melinda, una delle 4 suore che lo assisteva, travolta da un’auto mentre, come d’abitudine, attraversava la strada sulle “strisce pedonali” (❗️)

    Rendiamoci conto che l’attribuire al Sommo Pontefice la responsabilità di esseresi firmato PAPA EMERITO, quando non è affatto vero, è una grave mancanza di rispetto, non solo nei confronti del Santo Padre, ma soprattutto nei confronti dello stesso GESÙ CRISTO CHE CON PIETRO costituisce in PERPETUO l’ UNICO CAPO INFALLIBILE DELLA SUA CHIESA.

    Così com’è vero che Gesù Cristo governa in PERPETUO visibimente la Sua Chiesa attraverso COLUI (il papa legittimo) che rappresenta la Sua DIVINA PERSONA.❗️
    Ergo:
    Chi empiamente si ostina a scandalizzare i piccoli insinuando pubblicamente che Gesù e l’impostore BERGOGLIO formano l’unico capo infallibile della Chiesa e che Bergoglio rappresenta il dolce CRISTO in terra ….. di fatto BESTEMMIA❗️

    Inoltre, per il CCC si rende reo di peccato CONTRO LO SPIRITO SANTO chiunque si ostina a scandalizzare i fedeli, IMPUGNANDO LA REALTÀ INOPPUGNABILE della DICHIARAZIONE UFFICIALE DEL PAPA del 27-2 – 2013, laddove afferma (in italiano) di essere ancora lui l’UNICO VICARIO di Cristo, in quanto UNICO DETENTORE del MINISTERO PETRINO che mai, mai, MAI HA REVOCATO, perché spiega, tale MANDATO di successore di Pietro è PER SEMPRE!
    È PERENNE!!!
    È IRREVOCABILE!!!
    https://youtu.be/dLiGTk3YunY

    E, pertanto, solo il DEMONIO E I SUOI SERVI POSSONO NEGARE L’EVIDENZA DI QUESTA DICHIARAZIONE UFFICIALE DEL PAPA e affermare falsamente che l’impostore Bergoglio è papa, nonostante il MANDATO lo abbia ricevuto dalla Massoneria e non da Cristo!!!

    Così come è pure molto grave insinuare che il papa possa contraddire la DOTTRINA e se stesso, firmandosi di colpo PAPA EMERITO quando si è sempre firmato “P.P.” Pontifex Pontificum », cioè Pontefice dei Pontefici, e lui stesso abbia sempre ribadito che non esiste il titolo di “PAPA EMERITO”.

    Lasciamo dunque agli astuti nemici della Chiesa l’empio compito di manipolare le coscenze dei fedeli per mantenerli sottomessi all’ iniqua dottrina dell’usupatore del trono di Pietro e dei vescovi di lui seguaci.

    E agli eretici e agli scomunicati, che non credono nel DOGMA PERPETUO DELL’INFALLIBILITÀ del PAPA, il compito iniquo di accusare indirettamente Gesù Cristo di aver mal governato la Sua Chiesa per 60 anni, attraverso COLORO (i papi post concilio) che rappresentano la Sua Persona, al punto da riconoscere l’IMPOSTORE ANATEMA per loro capo, piuttosto che il legittimo vicario di Cristo Benedetto XVI.

    Per concludere, ricordo che lo stesso papa Benedetto-XVI, parlando un giorno ai seminaristi della “MISSIONE SACERDOTALE” li esortava a meditare sul fatto che Gesù Cristo realizzò pienamente il MANDATO di SOMMO SACERDOTE sulla CROCE, perché fu proprio dal Suo Cuore squarciato e dal Suo sangue che nacque Sua Chiesa❗

    E allora, come non RICONOSCRE NEL NOSTRO ANZIANO PONTEFICE la PERSONA di GESÙ CRISTO IMMOLATO SULLA CROCE dell’ESILIO e dal cui cuore trafitto scaturisce la Sua Chiesa rinnovata e più santa?

    Un papa che forse, cosciente di essere prossimo all’incontro definitivo con Dio, dalla sua prigione sta chiamando attorno a sé gli amici più cari a cui lasciare il suo ultimo testamento per il bene di quella Santa Madre Chiesa che tanto fedelmente ha servito e amato?

  • Per fare chiarezza ha detto:

    Dalla prima lettera di Paolo ai Corinzi.

    Così sarà pure la Resurrezione dei morti : il corpo è seminato corruttibile e risuscita incorruttibile.

    È seminato ignobile e risuscita glorioso ; è seminato debole e risuscita pieno di forza.

    È seminato corpo naturale e risuscita corpo spirituale. Vi è corpo naturale e vi è corpo spirituale.

  • Gabriela ha detto:

    Non è vero che Papa Benedetto si è firmato papa emerito.
    Non può farlo,
    1) perché tale titolo non esiste.
    2) perché il 27 febbraio 2013, Benedetto XVI ha dichiarato pubblicamente di essere lui l’unico papa legittimo, in quanto UNICO DETENTORE del MINISTERO PETRINO MAI REVOCATO.
    https://youtu.be/dLiGTk3YunY
    Ora, è davvero vergognoso vedere quanti nemici della Chiesa di Cristo, da una parte si prodigano nel far credere FALSAMENTE che papa Benedetto abbia rinunciato al ministero di Successore di Pietro, quando non è vero.
    E dall’altra fanno apparire legittimo un BERGOGLIO presidente onorario al Rotary Club Argentino dal 1999, privo del MANDATO INFALLIBILE DI SUCCESSORE DI PIETRO e privo dell’ anello PISCATORIO, distintivo obbligatorio del pontefice regnante.

    Se poi gli astuti nemici hanno manipolato la lettera papale aggiungendo papa emerito in azzurro e un po’ troppo spostato a sinistra, se non ne risponderanno alla giustizia terrena, visto nessuno si prodiga di difendere la giusta causa del PONTEFICE costretto all’esilio, di certo ne risponderanno presto a quella DIVINA.

    Ecco la traduzione della lettera:

    Caro padre abate!

    La notizia della morte di padre Gerhard Winkler, che lei mi ha trasmesso, mi ha commosso profondamente. Tra tutti i colleghi e amici, era quello più vicino a me. La sua allegria e la sua fede profonda mi hanno sempre attirato. Ora è giunto nell’aldilà, dove sono sicuro che molti amici lo stanno già aspettando. Spero di potermi unire presto a loro. Nel frattempo, sono unito a lei e alla comunità monastica nella preghiera.

    I miei migliori auguri e le mie benedizioni,

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    Suo nel Signore

    Benedetto XVI
    ————-

    Se poi il papa voleva lanciare un messaggio, forse voleva esprimere il desiderio di ritrovarsi quanto prima assieme con i vescovi SUOI AMICI PIÙ CARI, visto che il più vicino, che non è certo il segretario Georg, è morto.
    Come pure è morta in questi giorni Melinda una delle suore che lo accudiva.

  • Cionci Andrea ha detto:

    Caro Americo, ancora mi sfugge in base a quale legge fisica un papa in sede impedita possa rifiutare una prefazione all’antipapa che lo tiene in pugno, oppure possa rifiutare di ri-mettere il titolo inesistente di papa emerito, dopo che sul libro non lo aveva messo. Quel poveretto continua a cercare di farsi capire come può, ma si continua a prenderlo alla lettera. Almeno, quando morirà, tutto si sistemerà.

  • MARIA MICHELA PETTI ha detto:

    Per amore della verità, queste le precisazioni pervenute in merito al messaggio.
    – La pubblicazione è avvenuta sul sito web dell’abbazia cistercense di Wilhering (Austria).
    – Il segretario personale del Papa emerito ha dichiarato, ieri al quotidiano “Bild”, che esso deve intendersi come gesto gentile “ed è sincero”, precisando che non deve essere interpretato come mancanza di “desiderio di vivere. Al contrario”. Benedetto, ha aggiunto «è assolutamente pieno di gioia per la vita. Stabile nella sua debolezza fisica, cristallino nella sua testa e benedetto con il suo tipico umorismo bavarese».
    https://www.americamagazine.org/faith/2021/10/21/benedict-xvi-heaven-241689

    • Americo Mascarucci ha detto:

      Grazie Maria Michela ma mi pare che il segretario si arrampichi sugli specchi negando l’evidenza. Io voglio vivere e per quanto mi manchino I miei genitori non spero proprio di raggiungerli presto

  • MARIA MICHELA PETTI ha detto:

    Deserto e solitudine. Sono le parole ricorrenti delle mie confidenze ad “amici” veri, da tempi non sospetti, per descrivere un “mondo” di apparenze, oggi tristemente svuotato di ogni traccia di umanità, che balza in tutta evidenza da fatti non dal bla-bla-bla mirante ad accreditare un’immagine falsata da esibizionismi inconcludenti.
    Non oso azzardare l’interpretazione dello stato d’animo di Benedetto XVI che si è caratterizzato per il tratto di una signorile umanità, declinata con la spontaneità della riservatezza e della discrezione, di cui il contenuto e il tono di questo suo ultimo “messaggio” mi danno conferma e di cui conservo memoria viva per la delicatezza dimostrata in occasione di un episodio che risale a 15 anni fa e del quale sono stata testimone diretta.
    È per questo che sono portata a ritenere verosimile che abbia inteso semplicemente manifestare la sua vicinanza umana e spirituale agli “amici” di una vita, rivolgendo un pensiero particolare a chi lo ha preceduto nell’ultimo viaggio. Non ci è dato sapere chi abbia deciso di pubblicare un biglietto che, forse, nelle sue intenzioni sarebbe dovuto rimanere” privato”.
    Comunque sia, mi risulta che nelle conversazioni con biografi e giornalisti vari non si sia mai lasciato andare a lamenti e sfoghi personali. Inoltre: nell’esercitare il suo “servizio” – non inteso come esercizio di un potere improprio; ricordo che ammise umilmente di non essere capace di “comandare” – come i suoi predecessori (a mia memoria, e alcuni da me “vissuti” in prossimità) ha sempre dato prova di rispetto dei collaboratori, anche in qualche caso di scorrettezze ai suoi danni di cui si è venuto a sapere, e di massimo rispetto sempre e comunque della dignità di ogni persona. Anche di chi aveva commesso qualche grave errore… ritengo superfluo specificare a cosa mi riferisco, essendo piuttosto recenti gli anni del suo papato e i frequentatori di SC se ne ricordano…
    Quanto mai attuale la meditazione che l’allora cardinale Ratzinger, poche settimane prima della sua elezione al soglio di Pietro, offrì nella celebrazione della Via Crucis al Colosseo del 2005. Quella che viene ricordata per la netta denuncia della “sporcizia nella Chiesa” – che iniziò, di lì a poco, a “ripulire”, come gli è stato ampiamente riconosciuto, senza spettacolarizzazioni del dolore delle vittime cui abbiamo assistito di frequente in tempi recenti – ma che con parole altrettanto ferme condannava altri “mali” sottaciuti: la superbia e l’autosufficienza.
    Meditando sulla terza caduta di Gesù sotto il peso della Croce, che inevitabilmente richiama le “cadute” dell’uomo comune, l’allontanamento da Cristo e la «deriva verso un secolarismo senza Dio», invitava infatti a pensare a quanto Cristo debba soffrire nella sua stessa Chiesa. A quante volte si abusa del santo sacramento della sua presenza, in quale vuoto e cattiveria del cuore spesso egli entra! Quante volte celebriamo soltanto noi stessi senza neanche renderci conto di lui! Quante volte la sua Parola viene distorta e abusata! Quanta poca fede c’è in tante teorie, quante parole vuote! Quanta sporcizia c’è nella Chiesa, e proprio anche tra coloro che, nel sacerdozio, dovrebbero appartenere completamente a lui! Quanta superbia, quanta autosufficienza!».

    • Anonimo verace ha detto:

      La sua ipotesi di un biglietto privato, magari scritto sotto dettatura da chi gli è vicino e reso inopinatamente pubblico sembra essere la più accreditata.
      Ah, Gheorg, cosa non si farebbe per rientrare nelle grazie di Jorghe..

    • Rosa Rita La Marca ha detto:

      Ma non era si si no no? Fate come vi dico, non come faccio? 😛

  • Dani dani ha detto:

    Sicuri che Papa Benedetto abbia scritto quella lettera? Non si è mai firmato in quel modo e la parola “aldilà” mi sembra insolita detta da lui….ma è solo una mia impressione!
    Magari aveva espresso il desiderio di scriverla e qualcuno si è offerto di farlo al posto suo…non ha nemmeno nominato Nostro Signore…mah…

    • Possibilista ha detto:

      L’ipotesi potrebbe essere vera.
      Non sarebbe la prima volta che cercano di fargli dire quello che desiderano altri.
      Solo che stavolta sembra essere più verosimile.

  • Anna BR ha detto:

    Chissà se prima di chiudere gli occhi Ratzinger riuscirà a capire che è solo nostro Signore Gesù Cristo che egli incontrerà, e non i suoi vecchi amici in un immaginario empireo. Speriamolo per lui. Mite, timido, amabile, fine teologo, che da mezzo secolo sparge i suoi dubbi, ormai solo in brevi letterine. E’ con vero dolore che si aprono gli occhi su come stanno le cose con Ratzinger.

    • Lassù ha detto:

      Lassù, cioè in Paradiso, ci saranno tutti coloro che hanno creduto e testimoniato la fede.
      Rivedremo i nostri cari e gli amici.
      L’affermazione di Ratzinger è una testimonianza della speranza cristiana.

    • Brasi ha detto:

      Si converta e creda al vangelo!

  • Bassa portineria ha detto:

    A proposito del Dario Edoardo : quest’estate ha fatto qualche brillante intervista su RAI 1.
    Pensate che ha perfino intervistato nientepopodimeno che Orietta Berti .
    Certo Orietta ha scritto la sua autobiografia che può essere di luce e conforto a tutti i cattocomunisti italiani.
    Orietta aveva il papà cattolico e la mamma fieramente comunista e nel libro sembra si racconti come quella famiglia viveva quella situazione. Da imitare.

  • Astrolabio ha detto:

    San Giovanni Paolo II di cui oggi ricorre ill memoriale liturgico intercedi per noi e per tutti dinnanzi al Padre celeste.
    Una preghiera pure per Benedetto XVI e per Francesco.