Sigonella: Primo Sit-In nella Storia dell’Aeronautica. Contro il Green-Pass

12 Ottobre 2021 Pubblicato da

Marco Tosatti

Carissimi Stilumcuriali, su suggerimento di un amico  e collaboratore del nostro sito, pubblichiamo questa agenzia che informa del primo sit-in mai avvenuto a Sigonella, la base dell’Aeronautica Militare divenuta famosa, fra l’altro, per lo show-down fra militari americani e carabinieri intorno a un aereo che aveva a bordo terroristi palestinesi.

C’è da rimarcare, però, che quello contro cui protestano i dipendenti dell’Aeronautica non è l’instaurazione di un odioso, inutile, anticostituzionale certificato, che ricorda i peggiori momenti di regimi pessimi, quali il nazismo e il comunismo, o il comportamento malavitoso dei nostri governanti, complice il Parlamento; no, protestano perché devono pagare il tampone…

Inoltre mi sembra interessante postare anche un tweet che testimonia come la Svezia, senza lockdown, mascherine ovunque e altri strumenti di regime, è al 50mo posto fra i morti per Covid. Interessante, no? Ma a nessuno viene il sospetto che certe misure non sia state e siano funzionali al Covid, ma esattamente il contrario? E cioè che questa malattia – che ormai Norvegia e Gran Bretagna hanno derubricato al ruolo di influenza – sia servita e serva per qualche cosa d’altro? Esattamente come dicono persone certo non vicine ideologicamente e culturalmente, come mons. Viganò e il filosofo Giorgio Aagamben? 

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Sigonella, venerdì sit-in Siam contro il Green pass a pagamento*

Sarà il primo della storia aeronautica

Palermo, 12 ott. (askanews) – Il SIAM (Sindacato Aeronautica Militare) ha indetto per venerdì prossimo alle ore 7 il primo storico “sit-in” della storia aeronautica davanti ai cancelli d’ingresso della base militare di Sigonella contro l’obbligo del green pass “a pagamento”. La normativa introdotta dal Governo, in vigore dal prossimo 15 ottobre, impone a tutti i lavoratori non vaccinati di dover provvedere privatamente al pagamento del

tampone necessario per l’accesso alla sede lavorativa.

 

“Dalle ore 7:00 alle ore 7:25 – per la prima volta nella storia il SIAM, dichiara il Segretario della Sezione di Sigonella e dirigente Nazionale Alfio Messina, scende in strada con i suoi

iscritti con un presidio pacifico per invocare la libertà di entrare liberamente nel luogo di lavoro senza dover mettere mano al portafoglio e di poter usufruire di tamponi gratuiti che

dovrebbero essere garantiti, semmai, dallo Stato, così come garantisce il vaccino a chi lo desidera.”

 

“Infatti, è bene ricordare che non vi è nessun obbligo di legge al momento che imponga il vaccino ai militari e, pertanto, i tamponi devono essere gratuiti nell’interesse stesso dell’amministrazione che deve garantire servizi essenziali per lo Stato e livelli di operatività imprescindibili”, aggiunge in una nota il Segretario Generale del SIAM Paolo Melis.

 

Già dallo scorso agosto, a tutela dei colleghi costretti a non poter accedere alle mense di servizio, il SIAM era intervenuto con i vertici ottenendo la predisposizione di un’area dedicata dove permettere ai militari senza green pass di consumare il pasto caldo alla stessa stregua degli altri. Un tentativo di discriminazione sventato grazie all’intervento del Sindacato e che oggi rischia di ripetersi.

 

“Siamo convinti – conclude Paolo Melis – che finché il Governo o il Parlamento non interverranno con un’apposita norma che preveda l’obbligo al vaccino, non possano esserci provvedimenti restrittivi al diritto al lavoro, come risulta essere il green

pass”.

 

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13 commenti

  • Marco Matteucci ha detto:

    Come usa dire un mio caro amico di Rifredi: “Questi ci vogliono inoculare tutti”.
    Siccome lui che ha molti che peli sul petto, ne ha molti meno sulla lingua ha pensato bene di togliere una vocale che ritiene eccedente al verbo finale.
    Sicuramente non sarà un po’ volgare, però ho paura che sia drammaticamente vero.

    • Marco Matteucci ha detto:

      Lui è Gino detto “brodo”, mitica è la sua frase “pe’ laorare un son nato adatto”, figuriamoci ora che per farlo dovrebbe farsi addirittura farsi “inoculare”.

    • Marco Matteucci ha detto:

      Lui è Gino detto “brodo”, mitica è la sua frase “pe’ laorare un son nato adatto”, figuriamoci ora che per farlo dovrebbe addirittura farsi “inoculare”.

    • stilumcuriale emerito ha detto:

      Ma qualche giorno fa l’amico Tosatti ci ha ricordato la legge del Volga . Da non dimenticare !

  • Abate Busoni ha detto:

    Questo perpetuo insistere sull’assenza di un obbligo vaccinale, come fosse cosa alla quale porre rimedio urgentemente, non la vedo una grossa mossa strategica.

  • Siam ha detto:

    Ma che bel nome per un sindacato. Ricorda terre lontane, affascinanti, film famosi ..
    Sarebbe bello se aiutasse a mettere ordine nella giungla selvaggia sindacale dove vige non la giustizia ma la legge del più forte e del più violento.

  • Iginio ha detto:

    In fondo è una conseguenza della trovata geniale con cui la Corte Costituzionale, recependo confuse disposizioni europee, ha sentenziato che anche le forze armate devono avere i sindacati.
    Che importa se abbiamo forze armate sgangherate e insufficienti (tranne pochi reparti d’elite)? L’importante è che abbiano i sindacati, che ci siano le donne, che i militari omosessuali si sposino (con la benedizione dell’allora “ministra” Trenta, quella che voleva l’appartamento gratis) e via dicendo.

    • Nonna Gemma ha detto:

      Non sia così aspro ! Forse lei non sa che, spesso, ai militari in trasferta viene dato il cosiddetto alloggio di servizio. Il problema della ministra era che si rifiutava di lasciarlo , una volta terminato l’incarico ministeriale, come se fosse ministra per sempre.

      • Iginio ha detto:

        E invece sono aspro. Con valide ragioni.
        La cosiddetta ministra non era un militare in servizio.
        E negli anni Cinquanta un ingegnere nominato direttore generale delle Ferrovie, pur avendo diritto all’alloggio di servizio a Roma, non lo volle, perché diceva che gli sembrava ingiusto nei confronti dei ferrovieri effettivamente bisognosi mentre lui poteva permettersi una casa privata.
        Ma è chiaro che questo tipo di uomini ormai non c’è più. Abbiamo solo furbastri di quarta categoria e ciarlatani assortiti.
        Dimenticavo: la cosiddetta ministra non voleva tornare nella casa dove abitava prima poiché era in una zona piena di spacciatori e affini. Una zona vicina a quella dove abito io. Che quindi posso sorbirmi tranquillamente spacciatori, ladruncoli, centrosocialisti imbrattatori, zingari che fanno la truffa dello specchietto, borgatari e burini assortiti… Tanto io chi sono? Un cittadino qualsiasi. Perciò devo adattarmi e arrangiarmi.
        E’ da cose come questa che si comprende il livello di degrado morale e materiale a cui Roma (e non solo) è giunta. Ma evidentemente a molti va bene così.

    • Sempliciotto ha detto:

      Non è un male che anche le forze armate abbiano i sindacati .
      Il vero problema dell’Italia è che a 76 anni dalla fine della guerra non esista una legge che dia una veste giuridica ai sindacati delimitandone con chiarezza i compiti e i limiti.
      Il fatto che sia prevista sabato prossimo a Roma una manifestazione in un giorno in cui dovrebbe esserci il cosiddetto silenzio elettorale la dice lunga sulla necessità di una legge quadro.

      • Iginio ha detto:

        La professione militare non è una professione qualsiasi e non può reggersi sulla contrattazione sindacale. Si fa il militare per servire la Patria, non per soldi.
        Altro è cercare un rimedio ai rapporti gerarchici malsani, al nonnismo e così via. Ma i sindacati non servono a questo.
        Del resto, non mi verrà a dire che negli ultimi cinquant’anni i sindacati abbiano commesso tante buone azioni o abbiano davvero tutelato i lavoratori! O lei è l’ennesimo commentatore rimasto agli anni Settanta?

        • stilumcuriale emerito ha detto:

          I sindacati? Per l’amor di Dio. Io ne so qualcosa. Non mi permetto di dirlo qui perchè per te sono sempre stato un cretino. Ma una cosa la dico : il loro scopo preciso era quello di far passare agli imprenditori la voglia di fare l’imprenditore e ai dirigenti la voglia di fare i dirigenti perchè tutto doveva finire in mano dello stato tramite l’IRI. Volevano realizzare la rivoluzione comunista, ma senza spargimento di sangue. Il risultato invece è stato che aziende di primissimo livello nazionale e internazionale sono state messe in liquidazione e la gente è rimasta senza lavoro. Bravissimi!

          • Iginio ha detto:

            Io veramente non ho mai insultato nessuno. Non so quindi a chi avrei detto “cretino”. E i processi alle intenzioni li lascio volentieri ai nevrotici. Di problemi che ne sono già abbastanza, senza bisogno di andarseli a inventare.