Che Più? E Che Rimane di Umano o Divino che non Sia Insozzato?

1 Ottobre 2021 Pubblicato da

 

Marco Tosatti

Cari amici e nemici di Stilum Curiae, riceviamo e volentieri pubblichiamo questa riflessione, che partendo dai tempi di Sallustio arriva, ahimè, ai nostri, a quello che stiamo vivendo. Buona lettura. 

§§§

 

CHE  PIU’ ?

A cura del: Sodalitium Equitum Deiparae Miseris Succurrentis

 

Il 1 ottobre dell’anno 86 a. C. nasceva il grande storico romano Caio Sallustio Crispo.

L’occasione della ricorrenza, con cui ci troviamo in concomitanza, ci porta ad operare alcune riflessioni prendendo spunto da alcuni suoi scritti. Ciò, non per sterile ed autocompiaciuta evocazione intellettualistica, ma nella piena convinzione che il mos maiorum di Roma, a cui tanto deve la tradizione morale e l’ethos civico dell’Europa cattolica, possa e debba rimanere di esemplare riferimento spirituale e sociale proprio negli odierni tempi storici che ci è dato di vivere.

 

*******

 

Quid ultra?  Quaeve humana superant aut divina impolluta sunt?

«Che più? E che rimane di umano o di divino che non sia insozzato?», lamentava lo storico Gaio Sallustio Crispo nell’allocuzione di Lepido. E così proseguiva:

«Il popolo romano […] oggi spogliato di potenza, di gloria, di diritti, senza mezzi di sussistenza, spregiato, non ha più nemmeno gli alimenti che si danno agli schiavi […] leggi, giudizio, erario, provincie, […] tutto nel (loro) arbitrio. Ma chi sono costoro che della repubblica si son fatti signori? Gente scelleratissima, con le mani lorde di sangue, insaziabilmente avari, tanto più delinquenti quanto più superbi, pei quali fede, decoro, pietà, e insomma quanto di onesto e disonesto esiste, tutto è trafficabile. Così, quanto più uno delinque, tanto più è sicuro; sulla vostra ignavia rovesciano il timore pei loro misfatti, essi che unità di brame, unità di odii, unità di paure ha costretti tutti in fascio.

Dirà qualcuno: che cosa proponi (quid igitur censes)? […] Poiché a quelli, tanta è la loro tracotanza, sembrerà minimo il male arrecato, va tolta la facoltà di farlo ancora, laddove a voi rimarrà l’angoscia infinita quando vi accorgerete che o dovete servire, o riconquistare la libertà con la forza. Infatti, che speranza c’è di lealtà e di concordia? Essi trattano da amici i nostri nemici e questi come fossero amici: ci può essere pace e amicizia tra noi e loro?»[1].

 

*******

La situazione a Roma era allora infinitamente meno tragica della nostra, ma da noi nessuno di quelli che sanno e possono, ha sentito il bisogno di dire pane al pane, proprio perché Leggi, Giudizi, Erario, Provincie (leggi: potentati) sono in loro arbitrio. Allora era la dittatura di Silla….

Val la pena di ricordare altresì che, all’epoca di Sallustio, la societas romana era protagonista di una gravissima crisi che portò al collasso della res publica e all’avvento del principatus con Ottaviano Augusto.

E’ noto come il grande storico indagò e riconobbe le dinamiche del processo drammaticamente in atto che stava producendo lo sfaldamento – morale, prima ancora che istituzionale – delle basi dello Stato repubblicano, il quale sfocerà poi, come dicevamo, nel suo crollo e nell’avvento dell’Imperium.

Da parte nostra, noi cogliamo nella presente situazione storica i sintomi di un analogo processo di decadenza, il quale non potrà non avere che un inevitabile esito: la fine dello stato di diritto.

Ma c’è un ma! Se lo Stato repubblicano e democratico verrà sostituito con un potere detenuto e amministrato da un’oligarchia di potenti (Great Reset), allora perderemo sì anche la fruizione del diritto positivo. Ma se esso processo di decadenza, come la storia del dopo Sallustio ci insegna, ci porterà invece alla Renovatio di un Romanum Imperium – contestualizzato alla nostra epoca, ma animato dagli stessi principii e valori che, corrispondendo alla Lex naturalis Dei, non possono che essere eterni, sacri e immutabili – ebbene, dovendo questo essere un Impero Romano sacro e cattolico, noi allora fondamentalmente recupereremo il diritto naturale.

Dietro le parole e la lucidità di Sallustio, chissà che a qualcuno non verrà in mente di fare due più due, vedere in trasparenza e alzarsi dal giaciglio per ripulirsi delle proprie e altrui scorie!

[1]Libera traduzione (sulla falsariga di Lipparini) e varia libazione da Sallustio: La guerra giugurtina e Lettere.

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13 commenti

  • Nice ha detto:

    La nobiltà è servizio. Servizio a Dio, al Re e al popolo.
    Servizio nell’umiltà e nel nascondimento.
    Gli imperi passano, ma la nobiltà resta.
    È utopia voler far resuscitare un qualsiasi impero. Sia l’impero romano, che un qualche altro impero, come ad esempio l’impero russo. Una volta che la storia ha travolto gli imperi questi non possono più essere resuscitati.
    Certo politicanti abili (vedi Putin) riutilizzano le immagini utilizzate dall’impero defunto per puntellare il proprio potere. Ma questo non è far risuscitare l’impero.
    Ma un nobile deve continuare a servire.

    • Sodalitium Equitum Deiparae Miseris Succurrentis ha detto:

      “Il miglior sistema di distruggere un’utopia è realizzarla” (G.K. Cjesterton).
      Oppure, se vi aggrada di più:
      ” Cominciate col fare ciò che è necessario, poi ciò che è possibile. E all’improvviso vi sorprenderete a fare l’impossibile. (S. Francesco d’Assisi)

  • Maria Michela Petti ha detto:

    Per me: pura e semplice illusione l’auspicio finale che a qualcuno possa venire “in mente di fare due più due” ecc…
    È stato autorevolmente sostenuto e scritto, peraltro, che teologicamente disquisendo “due più due non fa quattro”.
    E, sempre dal mio punto di vista, molto terra terra, la cancellazione dello stato di diritto è insieme causa e conseguenza del degrado morale della società. Una situazione dal classico paradosso dell’uovo e della gallina.
    Quel che non è più rinviabile è la pulizia della vistosa e impressionante sporcizia… Il busillis è: ad opera di chi???

  • Nuccio Viglietti ha detto:

    Tutto ciò che casuale viene a contatto con umani… viene irrimediabilmente sporcato… compromesso…!!…https://ilgattomattoquotidiano.wordpress.com/

  • Hic et nunc ha detto:

    Stamane leggevo quel brano del Vangelo di Marco al sesto capitolo, versetti 45 – 53. I discepoli stanno attraversando il lago di Tiberiade e Gesù è rimasto indietro per congedare la folla e per pregare. Decide poi di attraversare anche lui il mare a piedi col bel risultato di spaventare tutti, perché tutti l’avevano visto.. Rimedia quindi alle Sue improvvide decisioni salendo sulla barca e colmando le forze della natura. Ecco : questo è quello che dobbiamo ricordarci : Lui è con noi anche quando sembra assente perché è rimasto indietro o perché vuole andare avanti.

    • Hic et nunc ha detto:

      Ovvero non hanno importanza le strutture sociali in cui la barca della chiesa è chiamata a navigare. È alla barca della Chiesa, quella con i suoi apostoli e non col Sinedrio di Caifa che Cristo accorda la sua presenza e la sua protezione.

    • alessio ha detto:

      Una volta ho sentito un prete che
      commentando l’episodio del fico
      seccato da Gesù disse : povero
      fico , chissà cosa gli aveva fatto
      di male ! , rovinando così la
      simbologia del racconto.
      Non mi sembra buona cosa
      dire a Gesù cosa fare ,essendo
      lui solo Maestro. ; e se non
      accettiamo i miracoli abbiamo
      una falsa religione pre- impanata
      e pronta da friggere come
      quella di questo pontefice ,
      atta ad attirare le altre fedi
      religiose .

      • Bastian contrario ha detto:

        No , la religione di Bergoglio non è adatta ad attirare le altre fedi religiose. Dove c’è vera fede c’è anche serietà e coerenza. Quindi, al momento Bergoglio può essere considerato dalle altre fedi come un possibile amico, ma niente più. Proprio perché la sua predicazione è spesso e volentieri confusa e contraddittoria.
        Se gli ortodossi, ad esempio non credono all’Immacolata concezione , non per questo credono che Maria sia una ragazza qualunque essendo discendente della casa di Davide ed essendo stata educata, almeno secondo i Vangeli apocrifi al Tempio di Gerusalemme.
        Viene, secondo gli ortodossi, riempita della grazia dello Spirito Santo al momento della Annunciazione, al momento del suo Fiat.
        Se Bergoglio poi cerca di accattivarsi gli gnostici dicendo di credere nel Se’ (affermazione che sinceramente non ho mai capito) riesce a far insorgere tutti quelli che nel se’ non ci credono (e immagino che siano tanti). Ovviamente il problema più grave consiste però nel suo ecumenismo filo islamico, ecumenismo che a detta dei dotti, è scritto nei decreti del Concilio Vaticano II, ma che fa inorridire tutti noi, fermi al catechismo di Papa Sarto e sostanzialmente indifferenti agli affari della banca vaticana.

    • Michele ha detto:

      Che le decisioni di Gesù possano essere improvvide è molto temerario: essendo onnipotente sapeva benissimo quel che faceva, siamo noi a non capire, talvolta.

  • Enrico Nippo ha detto:

    Impero Romano sacro e cattolico: ottimo!

    Alcune annotazioni.

    Perché vi sia l’Impero occorre vi sia l’Imperatore. Di più, l’Impero è entità sacra antecedente la Chiesa e perciò non coincidente sic et simpliciter con essaa che invece ha per capo il Papa. E poi sorgerebbe la necessità che il Papa investisse (come suo dovere e non esclusivamente come suo potere) l’Imperatore.

    Si riproporrebbe, insomma, il tema/problema del rapporto fra il potere temporale dell’Impero e l’autorità spirituale della Chiesa, entrambi necessari al bene dell’umanità.

    Pertanto, quando la Chiesa tornasse ad essere quel che deve essere, secondo l’auspicio del maestro Porfiri (nell’articolo successivo), l’opera sarebbe pur sempre incompleta in mancanza dell’Imperatore.

    • Sodalitium Equitum Deiparae Miseris Succurrentis ha detto:

      Gentile sig. Nippo,se quello che Lei dice è lapalissiano, quel che invece non risulta ovvio (perchè da troppi cattolici dimenticato o misconosciuto o non compreso) è che l’Impero è anch’esso Chiesa. E non solo per la riconosciuta sacralità della Regalitas (vd. Rm 13,1 etc.), ma altresì ed in special modo per la necessità di aderire in maniera più integrale ed opportuna alla duplice funzione, sia sacerdotale che regale, di Cristo Gesù.
      Ricordo che già dall’età carolingia, Papa Giovanni VIII dilatò la nozione di “ecclesia” andando ad inglobare anche la realtà sociale e politica. Con “christianitas” (termine che, si badi bene, coincideva con quello di Europa: da cui tutta l’attualità che è ancor mantenuta dalla questione) si intese insomma la “civitas sacerdotalis et regia”; ragion per cui sia il Papa che l’Imperatore venivano riconosciuti quali Vicari di Cristo.
      L’Imperatore non è dunque un laico qualsiasi; ed oltretutto, in certe epoche, egli aveva pure il potere di deporre il Pontefice laddove si fosse dimostrato palesemente indegno (chissà se ci fosse oggi cosa ne penserebbe…!).
      In sintesi: tutto ciò per ribadire, come già in altri luoghi fatto, che in prima istanza andrebbe riportata all’attenzione la necessità di partire dall’ambito politico e sociale per sperare di ricondurre la Chiesa a recuperare il suo integrale status ontologico. E non mettiamo il carro davanti ai buoi: prima vanno recuperati alla convinta consapevolezza i principii, gli archetipi, i dati metapolitici; solo allora sarà giusto provvedere anche alle applicazioni, per conoscere chi debba e possa essere il rappresentante dell’autorità sacerdotale e chi quello del potere regale.

      • Enrico Nippo ha detto:

        Grazie.

        Nulla da eccepire.

        Però i non amorosi sensi tra Impero e Papato, tutt’altro che rari nei tempi andati, fanno pensare a tentativi reciproci di egemonia che senza dubbio hanno avuto un peso rilevanti in merito alla decadenza in cui ci troviamo oggi.

      • daouda ha detto:

        La regalitas di cui continuate a parlare, misinterpretando il messianismo davidico, è nella potestà di giurisdizione ecclesiastica dei gerarchi ordinati/consacrati giust’appunto, che assunsero la romanitas nella propria sfera.
        Ergo tutto il vostro discorso è insentato per qualsivoglia altro potere politico che non sia romano, poiché Roma ebbe da DIO una missione/vocazione precisa.
        Ad ogni modo lo pseudo imperatore romano d’occidente, franco o germanco, mai è stato chierico come sempre è stato per l’Oriente, solo impero legittimo.

        Il papato poi fu consuetamente valutato come vicariato del Cristo solo nel basso medioevo, innovazionisticamente