RVC, una Testimonianza. Traditionis Custodes Accresce i Fedeli della Messa Antica.

12 Settembre 2021 Pubblicato da

 

Marco Tosatti

Cari amici e nemici di Stilum Curiae,Romana Vulneratus Curia ci ha inviato questa testimonianza personale, che mi sembra di grande interesse; e che dovrebbe esserlo anche a chi dovrebbe avere a cuore la salute delle anime delle persone ai lui affidate, e ci cui dovrà rendere conto un giorno, cioè il Pontefice regnante. Buona lettura.

§§§

Caro Tosatti, le chiedo ospitalità per un brevissimo intervento mirante ad illustrare un caso che potrebbe rappresentare un esempio di conseguenza illuminante della “soppressione” del Summorum Pontificum.

E su questa cosiddetta conseguenza si deve riflettere. Non darò il nome del luogo, né dei celebranti per rispetto ad un possibile desiderio di riservatezza. Comunque non lo farei senza esser autorizzato.

Una settimana fa una amica mi chiede di accompagnarla alla celebrazione della, chiamiamola così, messa tradizionale, in una città del nord Italia distante da noi ben 120 Km. Sono andato, ho partecipato alla celebrazione, ho incontrato alcuni presenti, tra cui un vecchio amico che mi ha aiutato a capire meglio “il caso”, che potremmo definire come esemplare della “sete” di celebrazione della liturgia della santa messa, che non solo dimostra di sopravvivere, ma rischia di espandersi sempre più.

Come le persecuzioni “pagane” del I° secolo fino al IV° secolo dopo Cristo fecondarono la Chiesa nascente, così la persecuzione in atto, organizzata misteriosamente proprio all’interno della Chiesa, sta cominciando già a fecondare una rinascita di fede. Come si dice “il diavolo fa le pentole, ma non i coperchi…”.

La messa di cui sto parlando viene celebrata la domenica mattina in una chiesetta “privata” appartenente ad una antica Confraternita  (di laici) che gode alcuni privilegi. La celebrazione è affidata a eccellenti e santi sacerdoti appartenenti ad una Istituzione di vita apostolica di diritto pontificio, che non voglio citare. (Scusandomi pertanto per eventuali errori).

Fino a otto anni fa i partecipanti alla celebrazione cosiddetta vetus ordo o tridentina (anche se queste definizioni sono errate, lo so) erano pochi confratelli; progressivamente in questi ultimi otto anni, la partecipazione è cresciuta, ma si trattava sempre di poche decine di persone. Fino al periodo cosiddetto di lockdown.

Dall’inizio del periodo di lockdown, la Confraternita ha osservato le norme e disposizioni sanitarie, tranne quella della santa Comunione in mano. La santa Comunione vien data esclusivamente in ginocchio ed in bocca. Ma veniamo al fatto che considero rilevante. Da quando il Summorum Pontificum è stato abrogato, ogni domenica il numero di partecipanti cresce, cresce e cresce ancora.

Arrivano da tutte le parti, da città vicine e più lontane. Poiché la chiesa non è grande (ed osserva le disposizioni di sicurezza sanitaria), pur di esser certi di trovare posto i fedeli hanno cominciato ad arrivare 10 minuti prima, poi 15, poi 20, poi 30-40 minuti prima. Con il vantaggio imprevisto e misterioso di avere il tempo di riprendere a pregare per prepararsi alla Messa, fare meditazione e fare la Confessione.

Poiché i partecipanti son anche giovani famiglie numerose, accorrono con i loro bambini (non si sente però volare una mosca durante la celebrazione). Alla celebrazione della messa ormai la chiesa è strapiena, qualcuno non riesce ad entrare e assiste sulla porta, fuori dalla chiesa. Per evitare il fenomeno dell’”assembramento” ed assicurare la distanza minima (che limita i posti disponibili anche in piedi), la Confraternita ha cominciato a aumentare il numero delle messe celebrate la domenica, mattina e sera.

Sempre stracolme. Ha dell’incredibile! La riflessione più naturale da questo fatto è che così probabilmente nacquero le prime comunità di cristiani che si riunivano nelle prime chiese nelle catacombe, così sorse il cristianesimo.

Ma oggi non ha bisogno di “sorgere”, oggi “nonostante tutto”, è vivo, e credo che questa piccola testimonianza lo confermi.

Rispondo in anticipo alla domanda che verrà posta, se cioè la confraternita si aspetta una reazione punitiva da parte del Vescovo locale. Non so né chi sia il vescovo, né sono in grado di valutare la difendibilità grazie ai privilegi che risalgono a vari secoli fa, ma per interrompere dette celebrazioni credo che si dovrà far ricorso alle guardie svizzere, perché i confratelli laici (mi vien detto) difenderanno la loro chiesa fino all’ultimo e con ogni mezzo, come già successe in passato.

Non mi son parsi certamente la guardia nobile del Pontefice rappresentata nel film “Il marchese del Grillo”.

Christus vincit!

RVC

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7 commenti

  • luca ha detto:

    potrei raccontare la mia esperienza di certo misera…..
    Mi ritengo un cristiano non praticante da molti anni ,forse
    diventato così per le forti pressioni avute dal padre di andare
    in chiesa da afolescente ,mi sono completamente allontanato
    dalle liturgie da almeno 20 anni….Ora dopo il divieto deciso dal Pagano di vietare la messa in latino sento gia da un pò l irrefrenabile bisogno di partecipare alla santa messa in particolare quella appunto in latino…..una coincidenza ?una suggestione ?má non sò , di certo un bisogno interiore molto
    forte che non ho mai provato

    • Antonio ha detto:

      Definire il Santo Padre “pagano” sogno porsi automaticamente fuori dalla Santa Chiesa Cattolica. E dire resisteranno, anche. Se non si è in comunione con la Chiesa ed il Papa nessuno ci obbliga a restare, come hanno fatto i fratelli riformati. Ma credere di essere nel giusto questa è un altra cosa. Che il Signore vi perdoni

      • Valeria Fusetti ha detto:

        Forse si è più fuori dalla Chiesa Cattolica Apostolica Romana se si dà del Santo Padre uno che, a suo modo, ha dato dimissioni implicite, rinunciando al titolo di Vicario di Cristo, con la bizzarra motivazione che è un “titolo storico”. Veda lei, potrebbe sembrare, la sua, una forma di ostinazione quasi un insulto, un voler imporre un titolo a chi non ne vuole sapere.

      • Gianni ha detto:

        il solito troll che si mette in cattedra pensando di saperla lunga…

  • Chedisastro ha detto:

    Con una “piccola” differenza: che i cristiani delle catacombe venivano perseguitati dal potere pagano, oggi dalla chiesa apostata, ovverosia dal cosiddetto “fuoco amico’.

    • VEXATA QUAESTIO ha detto:

      La chiave di comprensione è proprio nel titolo del Motu Proprio.
      “Traditionis custodes”, NON è riferito in realtà ai vescovi (che dovrebbero applicarlo)… ma a coloro che la stavano custodendo da secoli e che piano si vogliono silenziare.

      Come può essere “tradizione” ciò che esiste da soli 60 anni,
      se ciò che si vuole distruggere ha invece secoli di vita ?
      Quale delle due è “tradizione” ?