BDV e i Talebani. Quelli dell’Afghanistan e Quelli Nostri, Autoctoni…

9 Settembre 2021 Pubblicato da

 

Marco Tosatti

Cari amici e nemici di Stilum Curiae, pubblichiamo oggi una riflessione che Benedetta De Vito ci aveva inviato qualche giorno fa, e ce ne scusiamo; del ritardo, ovviamente. Buona lettura.

§§§

 

Una brutta faccia poco raccomandabile, occhiacci grifagni, barba incolta, sguardo da Capitan Uncino, mi solletica la memoria mentre, sveglia all’alba contemplo le argentate colline sabine tingersi d’arancio nella lontananza. Oh chi è codesto ceffo che mi dà a modo suo il buongiorno in questi quattro giorni miei bucolici tra ulivi e ciliegi? Ma certo, è il pericolosissimo guerriero eurasiano di “1984” di George Orwell, che veniva mostrato a Winston durante le puntante quotidiane dei minuti di odio.

Mmm, penso e ripenso, sì, ma chi mi ricorda? Ma certo, mettigli un cappello color fango in testa che sia quadrato sul colmo, vestilo con mantellacci di mota ed eccolo, perfetto, redivivo nelle immagini dei tanti soldati talebani che, in questo periodo di sfocata pandemia, riempiono i nostri teleschermi, mandando in coda i dati dei morti che ci accompagna allegramente tutti i santissimi giorni che Nostro Signore manda in terra, oramai da più di un anno. Certo, la guerra è in onda, gli studenti musulmani sono entrati a Kabul, ma forse c’è chi è contento. Un tempo i “bianchi” erano cattivoni perché, colonialisti, occupavano campi e case altrui, ora sono i buoni che salvavano dall’avanzata dei cattivi, gli eurasiani-talebani… Chi ci capisce qualcosa è bravo.

Di certo l’Arcinemico, dopo aver gozzovigliato con le medaglie olimpiche, in funzione di distrazione di massa, ora non perde occasione per raccontarci vita e soprattutto morte e nessun miracolo dei “taliban”, tirandoli da tutte le parti, in squadra e a pancia in giù, come fossero pasta di cingomma. Così noialtri, bombardati dalle immagini di guerra e raccapriccio, ci scordiamo delle mascherine, del green pass e di tutte le chiusure imposte dai “talebani in camice bianco” che han preso il potere in Italia.

Evviva!  E così, al bar, sulle spiagge, e fin sul picco del monte, gli italiani, da virologi che erano e pieni di sacro terrore di morire, si sono trasformati tutti quanti in esperti di geopolitica e sembrano, a sentirli concionar di Cina e Russia e servizi segreti americani, tutti collaboratori in massa di “Limes”. Naturalmente a distanza “sociale”, con la mascherina, e ben vaccinati…  Bello no? e vado a capo perché il lettore ha diritto a respirare e dunque uno-due e scendiamo di un rigo.

Ma, vi chiedo, non vi siete accorti di una grande stranezza? Nooo? Vabbè provo a scriverla. I talebani non portano le mascherine, nella capitale afgana, dilaniata dalla guerra (come ci dicono da mane a sera i giornalisti sbrodoloni che non hanno mai chiesto al “Comitato scientifico” di studiare le cartelle cliniche dei morti di o con Coronavirus), il virus non c’è.

Tutti vivono “assembrati”, tra abbracci a e grida, senza mascherina e si accalcano, come niente fosse, nella pancia di un aereo a stelle e strisce per sbarcare, altri musulmani (come se non bastassero quelli che già ci sono) chissà dove e forse anche in Italia. E allora, come la mettiamo con il vaccino e con il green pass? Qualcuno controlla il flusso afgano in Italia? Vieta loro, come fa a me, di mettere un piede nella sala al chiuso di un ristorante? In attesa di risposte, vorrei anche sapere perché durante la festa per i sessant’anni del signor Obama abbiamo visto scene di divertimento scatenato senza mascherine, senza distanziamento, senza un bel nulla. E intanto siccome le discoteche in Italia sono chiuse per “riaprire in sicurezza” (come detesto queste parole stereotipate, uscite da una fabbrica cinese…), i ragazzi si sballano nei rave, zuppi di droga, alcool e chissà che cosa altro. Vabbè, siate buoni, rispondete anche a questa mia curiosità…

Intanto il Papa che ha intronizzato in Vaticano un idolo pagano (la Pachamama), che, nei giardini vaticani ha assistito, direi divertito, all’adorazione, fatta da frati francescani, di una statuetta fallica, che ha messo sotto inchiesta un sant’uomo come Padre Manelli, fondatore dei dolcissimi Francescani dell’Immacolata, dichiara “Urbi et Orbi” che fare il vaccino è un “atto d’amore”.

Mi chiedo, altra domanda, verso chi? Non certo verso il Signore che non gradisce un siero sperimentale, fatto con il sacrificio delle sue creature amatissime strappate dal grembo materno. E allora verso chi dobbiamo fare un tale atto d’amore? Baal? Astarte? Belzebù? Dobbiamo, allegramente, partecipare a un sacrificio umano? E qui, pubblicamente, dopo tante domande mie, rispondo – avendolo già fatto in privato – al presidente della Liguria Giovanni Toti, che auspica l’obbligatorietà del vaccino per tutti quelli, come me, che hanno passato la cinquantina. Caro presidente, benissimo, ma dovrà venire a prendermi e uccidermi casomai perché io, sul sentiero del Calvario, vicina al Signore sofferente, mai accetterò di bruciare l’incenso agli idoli e di inchinarmi al Signore delle mosche…

La finisco qui mentre penso con dolore che, qualche giorno fa, mi trovavo dalle parti di Campo dei Fiori, per visitare la chiesa di San Salvatore in onda che si trova all’incrocio tra via dei Pettinari e Via Giulia, a un tiro di sasso da Ponte Sisto e dall’acqua del biondo Tevere (che la inondava e che le ha regalato il suo toponimo fresco, allegro, squillante come è sempre la verità) e, siccome la chiesa pallottina era chiusa né, avendo io suonato al convento, c’era modo di aver la gioia di visitare la tomba di San Vincenzo Pallotti e della Beata Elisabetta Sanna (che ho incontrato in forma mistica in Sardegna, durante una gita al paesino di Budoni) né di ammirare la Virgo Potens che alla Sanna donava la sua grazia, tornando sui miei passi verso casa, eccomi davanti alla stupenda e silenziosa piazza della Quercia dove la quercia solitaria fa da ombrello al sole e donò alla mia scrittrice preferita e amatissima, Dolores Prato, l’illusione di esser tornata, con l’anima, nella sua Treia, eccomi davanti a Palazzo Spada, dove splende nascosta la prospettiva del Borromini. Oh quanto vorrei entrare, visitare le stanze del Cardinale! Vedere i bei quadri di suo gusto che comperò per casa sua! Vorrei, ma non posso perché, in barba alla Costituzione che, all’articolo 9, recita “La Repubblica promuove lo sviluppo della cultura”, si entra solo col marchio verde.

Sospiro, nel vedere che all’entrata tanti “talebani” in giacca e cravatta sono lì pronti a scrutinarmi, a controllare se ho la febbre (come se sarei uscita con 38!), a chiedermi il marchio. Sospiro, passo oltre, e guardo con tristezza la bellezza volar via dalla mia vita. Grazie ai talebani nostri che, in completo o in vestitino a fiori e con il sorrisetto sotto lo sguardo obliquo, distraendoci mostrando i loro fratellini minori (che han modi schietti, brutali e poco efficaci) ci vietano di abbracciare i nostri cari, di dare un bacino a un nipotino, di stare insieme, di entrare in un museo. Insomma di vivere e anche di respirare perché la mascherina mozza il fiato e fa respirar quello che sarebbe invece da buttare via. Il male, truccato da bene, in una mascherata…

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7 commenti

  • alessio ha detto:

    Ciak , si gira .
    Avrete visto anche voi i talebani
    in favore di telecamera , che si
    sono messi i vestiti nuovi ,senza
    neanche un grammo di polvere
    e le jeep con mitragliatrice
    nuove di pacca ; complimenti
    a biden che gli ha lasciato
    in dono elicotteri e
    corazzati per loro e i suoi
    amici cinesi che tra un po’
    arrivano .
    Per quanto riguarda gli
    attentati ,loro vogliono
    un paese di terrorismo
    e morte .

    • Nel frattempo ha detto:

      Nel frattempo a Hong Kong viene chiuso e smantellato un museo che funzionava da memorial di una qualche protesta popolare del tempo che fu. Gli oggetti ivi contenuti vengono portati via.
      Il telecronista bene informato ci comunica che ciò che si vuole evitare è che quei locali possano essere utilizzati dai giovani resistenti per incontrarsi e , come si usa dire, socializzare.
      Ma, dal momento del passaggio dell)isola di Hong Kong alla Cina, non sono ancora trascorsi i 40 anni concordati con il governo di Sua Maestà Britannica secondo cui la Cina non avrebbe dovuto interferire nella vita della città.

  • Rosa Rita La Marca ha detto:

    State tutti attaccando “la soluzione”, il vaccino. Il problema è la guerra non convenzionale.
    Batteriologica. Può essere?
    Le persone stanno morendo e stanno subendo ricoveri ancora oggi, pertanto, se non abbiamo informazioni certe sul fenomeno in corso, rischiamo di promuovere la morte di chi amiamo.

    • Chedisastro ha detto:

      Perfettamente allineata Rosa Rita La Marca. Ma dica un po’, che ci fa lei da queste parti, in specie qui dalla cara Signora Benedetta (di nome e di fatto) che indefessa pare ogni volta dire: -Resistete, non cedete- e lo dice con amore, da madre e da sorella, quasi implorando come fanno i cristiani, quelli veri che il prossimo lo amano sul serio e in paradiso vogliono che ci vadano tutti.

    • Veronica Cireneo ha detto:

      Brava! Attacchiamo la “soluzione”, sia inteso come fluido che come “memoria” dello sterminio.
      Sa che Hitler chiamò SOLUZIONE FINALE l’ultima fase del suo progetto di purificazione razziale?

      Magari non volendo, ma creda che, termine più adatto, non poteva usare…

  • Nuccio Viglietti ha detto:

    Uso che si sta facendo di Scienza (o parascienza) in ultimo trentennio è indiscutibilmente assolutamente… talebano!…teocrazia scientifico tecnologica…!!…https://ilgattomattoquotidiano.wordpress.com/