Mons. Ics: Abbiamo Bisogna di Preti senza Paura (e Vescovi, e Cardinali, e…)

28 Agosto 2021 Pubblicato da

Marco Tosatti

Cari amici e nemici di Stilum Curiae, mons. Ics ci ha inviato questa riflessione, dopo la lettura dell’ultimo libro del card. Robert Sarah, tanto amara quanto breve. Buona lettura. 

§§§

Caro Tosatti, ho letto in questi giorni un libro tratto da esercizi spirituali predicati dal card. Sarah al ritiro annuale del sodalizio Amicizia Sacerdotale Summorum Pontificum: “A servizio della Verità” (Fede &Cultura, luglio 2021).

Nella meditazione conclusiva il cardinale fa una citazione che ritengo meritevole condividere con il suoi lettori.

Il card. Sarah ricorda che in una intervista di poco tempo fa il card. Marc Ouellet ha affermato che attualmente il 30% dei sacerdoti che vengono nominati vescovi, rifiuta la nomina.

Pochi anni fa la percentuale di rifiuto era circa il 10%. Quali spiegazioni? Il nostro card. Sarah riferisce l’opinione di esperti commentatori del fenomeno (senza specificarlo, stiamo parlando degli ultimi 8 anni).

Ci sono problemi di fede, problemi di indegnità che potrebbero emergere, problemi di paura a fare il vescovo.

Paura di perdere la propria libertà, paura della responsabilità, paura di dover affrontare dissesti finanziari. Paura di non esser supportati dalla loro diocesi locale, paura di confrontarsi con la Santa Sede.

Cioè paura della “croce” e del Vertice della chiesa? Il 30% dei candidati a diventar vescovo ha dunque timore?

Ma, si domanda il card. Sarah, con quali criteri vengono oggi scelti i vescovi? Esser “progressisti”? (Nel testo viene scritto: legati a gruppi, ad altre persone), esser “meno divisivi” (oggi ha un valore molto significativo esser inclusivi ).

Il card. Sarah nella sua saggezza conclude citando il santo curato d’Ars, quando, arrivato ad Ars, cercarono di scoraggiarlo dicendogli che era arrivato tardi perché …ormai non c’era più nulla da fare. Il santo curato rispose: “allora c’è tutto da fare!”.

Abbiamo necessità di  buoni sacerdoti che possano diventare buoni vescovi.

Gesù rimproverò i discepoli nel Getsemani perché mentre Egli agonizzava, loro dormivano.

Quello che commenta il card. Sarah è riferito ai vescovi.

Ma che dire dei cardinali?

E che dire dei Papi?

§§§




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22 commenti

  • Don Ettore Barbieri ha detto:

    Da prete, vi dico solo questo: provate un po’ a pensare che cosa significhi stare nel tritacarne che è la Chiesa e il clero in particolare, fatto perlopiù di falsità e ipocrisia, in cui passi la vita a difenderti da superiori e confratelli ai quali non gliene frega niente di te o ben poco. Provateci e poi ditemi se dopo 25-30 anni di questa vita uno possa avere anche il coraggio di moltiplicare la propria sofferenza accettando di essere vescovo.
    Sono tutti bravi a parlare, card. Sarah in testa, ma che cosa voglia dire essere prete nella desolazione del mondo e della Chiesa di oggi non lo dice nessuno.
    E sono soprattutto i fedeli che si ritengono più vicini, come quelli che scrivono in questo blog, ad avere una percezione del tutto falsa della condizione reale del sacerdote.
    Oggi essere prete vuol dire davvero vivere di sola fede, perché se fosse per quello che riceviamo da sotto e da sopra nella Chiesa l’unica soluzione dignitosa sarebbe scappare a gambe levate o buttarsi giù da un ponte.

    • Alfredo gl ha detto:

      Senza dubbio lei è un prete don .Barbieri. Avevo dubbi , ma ora non più . Sempre pronto a scusarsi e giustificarsi e chiedere comprensione. Mah !

  • Mòns X ha detto:

    Quanto avete, ohime’, ragione amici di Stilum Curiae ! Mòns X

    • Ambrogio ha detto:

      Beh, detto da è commovente. Certo che la figura del card Sarah e’ complessa , senza dubbio è un sant’uomo , ma deve esser influenzabile . Ricordo che in una intervista disse che Bergoglio è un dono di Dio . E che era il Papa giusto per questi tempi . Ma non direi che è quello che pensa .

  • Elena Nicastro ha detto:

    Questo articolo mi ha fatto arrabbiare molto.
    Di cosa si lamentano visto che in sessanta anni hanno quasi tutti abbondantemente contribuito a istruire nei seminari scadenti “impiegati del catasto” invece di SACERDOTI; rimbambito la gente con schitarrate, tavole, tavolini, inchini, tizi che in maglietta, pantaloni corti e ciabatte leggono sia le Letture che il Vangelo et similia?
    Salvo quei fortunati che hanno la cappella privata o la chiesa con parroco prestigioso o sono persone che “contano” per la professione che esercitano, c’è un gran numero di “altri” che non può fare la Comunione sulla lingua (anche se a suo tempo il governo disse che era più igienica) perché i parroci gliela rifiutano oppure devono percorrere chilometri per averla e infine ci sono persone che pur di non rinunciare si adeguano arrivando in certi casi a ricevere la Particola sulla mano destra posta sulla sinistra portandola poi alla bocca dicendo “Non per colpa mia ma dell’uomo”.
    Credo che sia ora di dire “basta” e di avere noi, che siamo digiuni da mesi, il coraggio di inginocchiarci tutti insieme sul pavimento della chiesa mentre il prete distribuisce la Comunione sulla mano perché anche noi siamo come la cananea di Matteo 15,27.

  • Donna ha detto:

    Abbiamo bisogno di pastori che non ci vendano ai lupi, che non scappino lasciandoci preda degli stessi; pastori (sacerdoti, vescovi, cardinali) che non siano dei Giuda, che non abbiamo paura di testimoniare il Cristo “….ma quanti ce ne sono?
    Avevo stima del Card. Sarah, ma i suoi silenzi di fronte ad un “pontificato” bergogliano più in odore di zolfo che di incenso, è stato a dir poco una grande delusione.
    Forse dimentichi che anche rimanere in silenzio è una scelta, e che l’obbedienza si deve prima a Dio e poi agli uomini, e che l’obbedienza deve essere sempre nella Verità , altrimenti è altro.
    Chi rinuncia a divenire “successore degli apostoli” fa parte di quelli che se ne andarono perché per loro le parole del Cristo erano “troppo dure”, troppo esigenti….”Forse anche voi volete andarvene?”…alla fine tutto si riduce ad una cosa sola, la poca fede!
    Giovanni 15:18-21
    “Se il mondo vi odia, sappiate che prima di voi ha odiato me. Se foste del mondo, il mondo amerebbe ciò che è suo; poiché invece non siete del mondo, ma io vi ho scelti dal mondo, per questo il mondo vi odia. Ricordatevi della parola che vi ho detto: Un servo non è più grande del suo padrone. Se hanno perseguitato me, perseguiteranno anche voi; se hanno osservato la mia parola, osserveranno anche la vostra. Ma tutto questo vi faranno a causa del mio nome, perché non conoscono colui che mi ha mandato.”

  • stefano raimondo ha detto:

    I preti ai fedeli: armiamoci e partite.

    A me sta succedendo in questo periodo. Due o tre sacerdoti pseudo-conservatori che mi hanno detto: “lei potrebbe fare così…”, “lei potrebbe protestare presso…”, ecc. (ad esempio perché in un caso sono stato costretto a ricevere la comunione in mano). Mentre loro si trincerano dietro il solito “io devo obbedire.”

    Diciamo la verità, i preti non sono mai stato un esempio di coraggio (e più in generale, di grande dignità), ma oggi, che alla viltà si abbina la voglia di fare carriera, andiamo veramente nel disgustoso.

  • Armòdio ha detto:

    …preti coraggiosi… pfffhahahaha, questa sì che è buona! Nel XXI secolo preti coraggiosi?! Il clero odierno è una massa di invertebrati. Le eccezioni sono pochissime, anche se, proprio per questo, ragguardevoli. E spesso ciò che sembra in loro coraggio è invece miserabile arroganza. Via, via, weg mit ihnen!

    • ex : ha detto:

      Non sono altro che il prodotto della Società moderna. I Preti vengono da “noi”, mica da Marte (l’Osservatore Marziano può confermarlo). Però:

      “Parlare” (come facciamo noi qui, in questo blog) è una cosa, “essere” è un’altra, e chi ne “parla”, non “essendo” prete, ha vita facile nel dire – in questo schifo di situazione in cui siamo immersi sotto tutti gli aspetti: morale, religioso, politico, sociale, economico… – come dovrebbero comportarsi i preti, quando noi stessi cerchiamo di capire e chiediamo lumi in giro su come ci dovremo comportare quando la tenaglia che si sta chiudendo su di noi starà per stritolarci definitivamente, grazie all’ordigno così soavemente innescato (col pretesto) del COVID, più potente della più potente arma nucleare.

      Non mi riferisco naturalmente ai preti corrotti, disonesti e viziosi che persistono nel vizio e nella corruzione: sono da condannare ancor più di un laico, perché si sono sistemati nel ruolo che – dovendo condurre le anime a Dio – dovrebbe conseguentemente condannare la corruzione e il vizio, distogliendo da quelle turpitudini le anime a loro affidate, e farlo soprattutto con l’esempio del loro comportamento (pubblico e privato). Al di là – ovviamente – dello stato in cui anch’essi di trovano come tutti i mortali di essere fragili e propensi al peccato come, in forma un po’ paradossale, allude San Paolo («c’è in me il desiderio del bene, ma non la capacità di attuarlo; infatti io non compio il bene che voglio, ma il male che non voglio» – Rom 7,18-s).

      Ma ci sono certamente tanti preti che non possono mostrare il loro dissenso, proprio per amore della loro missione perché sanno, e gli esempi sono numerosissimi, che è sufficiente che mostrino un minimo di contestazione per essere ridotti ad una condizione che, non ottenendo nulla al fine di “raddrizzare la baracca”, non possono nemmeno svolgere il loro ministero per la salvezza delle anime, a parte le umiliazioni ed anche persecuzioni che ne otterrebbero. E quindi si limitano, fuori dalle “luci del mondo”, ad esercitare questo ministero con tutta la cautela possibile, perché alle volte sono proprio le loro “pecorelle” che mettono loro il bastone tra le ruote denunciando comportamenti non in linea con la “neo-pastorale” imposta dall’alto.

      Dobbiamo amare i preti, perché è attraverso loro (e con la nostra ferma volontà) che possiamo giungere alla meta che speriamo di cogliere. Deplorando e “scartando” quelli che si dimostrano induriti nel persistere nel loro tradimento alla missione alla quale in origine si erano consacrati, ma senza farne di tutta l’erba un fascio.

      P.S. – Non sono un prete, né ho parenti o amici preti.

  • Maria Michela Petti ha detto:

    Mentre si riflette sul “Pontificato della discordia” e ci si interroga con preoccupazione se la crisi in atto volgerà verso “conseguenze positive e insperate o se invece davvero si è già oltre la fine”
    https://www.ow2.rassegnestampa.it/Ucei/PDF/2021/2021-08-28/2021082849408674.pdf#page=1&zoom=auto,-154,848
    si procede, pezzo dopo pezzo, al disvelamento di una riforma in gestazione da otto anni. Oggi l’attenzione si è appuntata sul Capitolo di San Pietro
    https://ilsismografo.blogspot.com/2021/08/vaticano-norme-transitorie-relative-al.html

  • alessandro ds ha detto:

    Mons. ICS, la storia dei Sacerdoti che rifiutano la nomina a Vescovo e’ molto molto semplice, lo sanno tutti nella Chiesa quale E’ l’unico e vero motivo. (Anche se Sarah ha Messi di mezzo il sentirsi indegni… La perdita della liberta’, il confrontarsi con la Santa Sede….. Mezze verita’ che nascondono un’unica verita)
    L’unico e vero motivo e’ che gli vengono offerte solo le Diocesi indebitate fino all’osso del collo, Diocesi che spesso e volentieri hanno anche I conti truccati, lasciati dalla gestione precedente. E spesso I nuovo Vescovi entranti vengono anche accusati di aver rubato loro I soldi , che invece ha fatto sparire la gestione precedente e ha truccato I conti.
    Spesso situazioni talmente gravi economicamente che la Diocesi non risanerebbe I conti nemmeno se la prendesse in mano l’economista O imprenditore Piu bravo del mondo.
    Praticamente cercano dei Sacerdoti scemi sul quale addossare le colpe delle gestioni precedenti.
    Se le situazioni fossero risanabili, anche con sacrifici di 10 anni, loro accetterebbero. Ma il problema e’ che le situazioni che gli vengono proposte non si possono risanare nemmeno con 20 anni.
    I questi mica sono scemi, e’ normale che rifiutano, mica si fanno arrestare per I soldi rubati da altri, O passare da incapaci e rovinarsi con l’etichetta di incapaci, perche non possono risanare situazioni che nemmeno il mago Zurli’ risanerebbe.
    Le Diocesi ricche le danno agli amichetti di Merende, con il cavolo che te le danno le Diocesi ricche, da quelle ci mancano gli amici loro.
    La verita’ va’ detta tutta. Poi parlare di coraggio il Card. Sarah??? Ma scherziamo?? L’uomo che quando gli fu’ segnalato che il Card. Kasper non aveva mai fatto la procedure di “risanazione” Dalla scomunica si ando’ a nascondere come I topi?

    • Voci di corridoio ha detto:

      Voci di corridoio affermano che la cosiddetta Università americana in Giordania avesse un grosso debito. Università in realtà cattolica. Ma monsignor Pizzaballa riuscì a ridurre drasticamente il debito e così ottenne di diventare Patriarca latino di Gerusalemme.
      Chissà, forse anche i debiti più grandi si possono ridurre.

      • Paolo Mayer ha detto:

        Certo se hai gli amichetti in grembiulino che ti prestano i soldi in cambio di…

      • alessandro ds ha detto:

        Il Patriarcato di Gerusalemme da quello che ho sentito non e’ per niente ambito, anzi, è uno di quei posti dove nessuno desidera essere mandato, sia per la situazione geo-politica, sia per quella economica. I Cristiani di Gerusalemme sono talmente pochi è in una situazione economica non buona, che se un Vescovo viene mandato in un paesino di montagna sta 100 volte meglio.

  • Maria Michela Petti ha detto:

    Null’altro da aggiungere a quanto già detto, sentito e letto da chi ha avuto orecchie per ascoltare e occhi per vedere, e pervicacemente ignorato da tutti gli altri. Che sono tanti.
    Dove attingere risorse all’altezza dell’urgenza conclamata?
    Avevamo bisogno di coraggiosi testimoni del Vangelo soprattutto nel recente passato, nel mentre la chiesa (“c” minuscolo) vagheggiata come “ospedale da campo” si stava trasformando in quello che poi è diventato nei fatti un ricovero per incurabili, con annessa camera mortuaria dove “morti” che parlano aspettano solo la certificazione del medico legale delle cause di decessi sospetti e di altri in conseguenza di (non più di tanto) oscure trame ordite nella logica di un potere abusato.
    Avrebbe dovuto essere ben nota, in primis a chi si è professato “figlio” di San Francesco e ai chiamati alla predicazione, il disposto nel cap. XVII della Regola non bollata (1221).
    (46) … Tutti i frati, tuttavia, predichino con le opere…
    [Appunto: con le opere!!! Non vorrei sbagliare, ma mi pare debba intendersi – oltre che in fedeltà alla “forma” e alle “prescrizioni della santa Chiesa”, in precedenza ribadita – come concreta testimonianza della Parola. A volerlo si trova sempre il modo per compiere gesti di concretezza inequivocabile].
    (47) Per cui scongiuro, nella carità che è Dio, tutti i miei frati occupati nella predicazione, nell’orazione, nel lavoro, sia chierici che laici, che cerchino di umiliarsi in tutte le cose, di non gloriarsi, né godere tra sé, né esaltarsi dentro di sé delle buone parole e delle opere anzi di nessun bene che Dio dice, o fa o opera talora in loro e per mezzo di loro, secondo quello che dice il Signore: “Non rallegratevi però in questo, perché vi stanno soggetti gli spiriti”.

  • Ferri Rossella ha detto:

    avevo grande considerazione una volta del Cardinale Sarah, poi ho ascoltato il silenzio assordante difronte all’evento pachamama e ad esternazioni a dir poco sconcertanti di questo papato imposto alla Chiesa come purificazione; mai una presa di distanza, mai un richiamo mai una parola di solidarietà nei confronti di Mons. Viganò o altri coraggiosi che non hanno paura di dire la verità. Mi pare bravissimo a ballare tra le uova non a difendere la Chiesa.

  • Veronica Cireneo ha detto:

    Qualche tempo fa, nella mia diocesi di appartenenza, cambiò vescovo.

    Ce ne sarebbero stati di buoni tra i”papabili”, ma qualche sacerdote disse:”nessuno dei migliori, sarà vescovo.
    Quello che accetterà l’incarico, sarà peggiore del precedente.

    E così è stato ed è.

    Con il nuovo, la blasfemia nelle celebrazioni ha raggiunto i massimi livelli. Celebra la messa alla svelta, con modi bruschi e toni della voce che sembrano un rimprovero al Cielo.
    Per non parlare dell’obbligo assoluto da lui imposto della Comunione sulle mani. 😥

    I sacerdoti sono disamorati, tristi e credo anche abbastanza impauriti. I fedeli disamorati, sempre di più.

    Che questo sia la goccia che fa traboccare il vaso del risveglio!

    Oremus

  • ex : ha detto:

    «Abbiamo necessità di buoni sacerdoti che possano diventare buoni vescovi»

    Il problema è che forse i buoni sacerdoti non sono chiamati per essere nominati Vescovi (giusto il riferimento degli ultimi 8 anni accennato da Mons. X)