Le Sofferenze della Mente, la Religione, i Seguaci del Vetus Ordo. Porfiri.

10 Agosto 2021 Pubblicato da

 

Marco Tosatti

Carissimi Stilumcuriali, il M° Aurelio Porfiri ci ha inviato questa breve, ma molto densa riflessione sulla religione, e la sofferenza mentale. Non vogliamo commentare le parole di questo studioso, che mi sembrano indicative del fatto che “studioso” non sia sinonimo né di intelligente, né, tantomeno, di cristiano. Uno può studiare e restare un imbecille, e privo del minimo senso religioso. Quod Natura negat Salamanca non praestat. Buona lettura.

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Le sofferenze della mente

Ho letto alcuni giorni fa il commento di un noto studioso che per denigrare coloro che partecipavano alla Messa tradizionale li etichettava come “casi umani da non sottovalutare”. In effetti, detto così, sembrerebbe proprio riferirsi a quello spettro di persone a cui è più rivolta, o dovrebbe essere più rivolta, la sollecitudine pastorale della Chiesa. Rappresentano quelle periferie verso cui bisogna gettare ponti, non innalzare muri.

Dato che io di casi umani ne ho conosciuti, e parecchi, pure “dall’altra parte”, purtroppo sottovalutati in questo caso e che hanno invece preso un potere che usano in modo scriteriato facendosi forti della tonaca (metaforicamente, perché l’hanno gettata alle ortiche) vorrei fare una riflessione più generale sul rapporto tra religione e sofferenze mentali, intendendo questi termini in un significato ampio (dai disadattati sociali ai depressi e via dicendo).

Ora, chi può dirsi immune da qualche forma di sofferenza mentale? Credo quasi nessuno, tutti abbiamo o abbiamo avuto a che fare con ansia, depressione, disturbi emozionali, panico e via descrivendo. È vero che molti trovano sollievo in qualche forma di pratica religiosa per trovare sollievo e spostare l’attenzione dai propri problemi a qualcosa di più importante.

Ora, malgrado ci venga detto che nell’ultimo anno e mezzo i nostri concittadini hanno richiesto assistenza psicologica e psichiatrica per problemi di cui sopra in modo molto più massiccio che in passato (cinque volte di più) a questo non è corrisposto un aumento della pratica religiosa istituzionale, anzi si è assistito ad un deciso decremento di partecipazione alla Messa e ai Sacramenti, certamente incoraggiato dalle misure restrittive che per lungo tempo hanno condizionato la vita dei fedeli.

Cosa ci dice questo sulla religione o su un certo rito liturgico? Non molto, in quanto non si può giudicare lo stesso giudicando lo stato mentale di chi vi partecipa. Ma si può osservare se questo dia quei tesori spirituali per cui è stato messo in atto.

Io credo il vero tema è di capire che cosa offra un sollievo spirituale a coloro che soffrono di situazioni di sofferenza mentale al di fuori della consolazione che veniva offerta dalla religione e che ora è in netto declino. Per quale motivo la religione ha perso terreno? È colpa solo di cause esterne o c’è da fare una severa autocritica all’interno? A me sembra, e l’ho detto più volte, che si capisca che la situazione stia sfuggendo di mano ma si continua con la cura che aggrava la malattia. Eppure da questo orecchio non si vuole proprio sentire.

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13 commenti

  • wisteria ha detto:

    Non penso che la pratica religiosa sia di per sé una cura per il male di vivere. Tanti mistici e santi hanno sperimentato la notte oscura della mente. Indubbiamente peraltro, nella normalità delle nostre vite, tutti abbiamo sperimentato anche il potere tranquillizzante di un rito ben fatto. Qui casca l’asino, amici miei. Il potere calmante della liturgia latina è un fatto di prosodia. Una musica che lenisce e rasserena. La messa in vernacolo aveva questo potere se ben detta, però attutito. Dopo gli ultimi cambiamenti seguirla è un fioretto. Meritorio, certo. Ma calmante, direi di no.

  • Donna ha detto:

    L’unico “caso umano da non sottovalutare” è Bergoglio!
    L’esempio perfetto di disturbo della personalità, si,no, non so, bianco ma nero; Dio/Pachamama, uno/tutti…ecc.
    Il modus operandi di Bergoglio sconvolge la mente, destabilizza,toglie certezze,crea confusione fuori e dentro l’uomo….
    O si ha una fede ben piantata in Dio o si annega nel mondano, il luogo d’azione di satana ,che gode nel vedere l’uomo annientato nello spirito.

    • Anonimo verace ha detto:

      La fede cristiana è certezza e forza.
      Se qualcuno cerca di confondere la fede autentica con le chiacchiere da bar , allora forse possiede solamente una fede superficiale, quale quella generata dalle sementi che cadono lungo la strada o in terreno arido e non portano frutto.
      Ciascuno di noi dovrebbe cercare di fare mettere radici alla propria fede.

  • "Venite a me" ha detto:

    Ormai io non mi curo più di quello che dice la gente, mi sembra che stiano perdendo tutti la testa; l’aria è satura di litigiosità. Sono finite tutte le utopie, piaccia o meno. Negli anni ’60 la Chiesa aveva paura di essere lasciata indietro da un luminoso progresso, dal sole dell’avvenire che finalmente avrebbe cancellato a colpi di tecnologia ogni problema esistenziale dalla faccia della terra. Oggi, perfino tra i non credenti è diffuso un senso di disfattismo generale, che nel caso dei non religiosi trova sfogo nei vari culti neo-puritani o ambientalisti. La situazione è ben grama, e solo Cristo può salvarci, ma prima dobbiamo capire che abbiamo sbagliato e tornare a lui così come fece il figliol prodigo.

  • Quasi umano ha detto:

    Chi è il noto studioso? Google stavolta non è mio amico.

  • Marco Matteucci ha detto:

    Tutto questo sarebbe da convertire (perdonatemi il verbo arcaico) in barzelletta! …magari non fosse tragicamente vero.

  • Il Matto ha detto:

    Caro Porfiri,

    a mio parere, che conta quanto il due di briscola, siamo alla fine di un ciclo, ed il passaggio ad un ciclo nuovo non può non comportare una crisi, uno sconvolgimento, un senso di smarrimento.

    Penso che, fatta salva la Liturgia tradizionale, anche la Chiesa cattolica debba rinnovarsi radicalmente e dimenticare quel che è stata fino ad oggi, compreso il bergoglismo che, sempre a mio parere, conclude il vaticanosecondismo, anch’esso appartenente al vecchio ciclo che sta per chiudersi.

    Mi rendo conto dell’enormità che sto dicendo ma anche la fine di un ciclo è qualcosa di enorme, che esige, per così dire, un cambiamento di coscienza che somiglia molto ad un salto mortale.

    Non so quanti siano preparati a questo salto mortale, che però in ogni caso dovrà esserci.

    • "Venite a me" ha detto:

      Non serve rinnovare alcunché, né fare salti mortali strani, basta tornare a Gesù Cristo. Poi lo si può fare in vari modi, ma di fatto è Gesù Cristo che è diventato il grande assente della Chiesa: Bergoglio di Dio parla, che poi ci creda o meno, ma quando è in giro nasconde il crocifisso. Tutte le innovazioni sono destinate ad appassire nel giro di poche generazioni, solo il Logos non cambia mai.
      La Chiesa ha cercato di accantonare Gesù Cristo a partire dagli anni ’60 e non accidentalmente il mondo è entrato in concomitate, e incrementale, confusione. L’opposto del Logos è il chaos. Il contrario dell’ordine è la dissoluzione. Quando la luce viene nascosta sotto il moggio si fa buio in tutta la casa. Etc.
      Laddove si parla di Gesù Cristo le chiese sono piene, e di giovani.

    • TANTALO ha detto:

      Un’enormità, caro Matto, che corrisponde allo stato reale delle cose. Per molteplici e complesse ragioni sulle quali sarebbe inutile dilungarsi, ogni sogno di restaurazione del “pacchetto sillabico” è destinato a rimanere tale o ad acquisire uno statuto di realtà compreso fra la riserva indiana e il paradiso artificiale. // La chiusura del ciclo si sta configurando come una lunga agonia, di cui dubito che Bergoglio possa rappresentare il capolinea. Avremo, temo, una discreta sfilza di papi anagraficamente sessantottini, che staranno alla Chiesa come Alarico ai sacri templi di Roma antica. // Sono inoltre in pieno accordo con lei sulla clausola “fatta salva la liturgia tradizionale”. Gettata fuori a pedate dall’uscio rientrerà non solo dalle finestre, ma anche e soprattutto dalle ormai sgangherate commessure della povera bar(ac)ca petrina. // Lasciamo dunque che la presente e ventura papaglia, con il suo cardinalume, il suo vescovaio e la sua pretaglia da commedia dell’arte si sgolino in ridicoli anatemi o si distinguano in patetiche pagliacciate (vedi la comunione negata al fedele in ginocchio o l’accesso isterico del confessore contro il frequentatore della messa tridentina). La convinzione di poter mettere lo Spirito al guinzaglio con tanto di museruola è sempre una misera illusione.

  • Antonio Cafazzo ha detto:

    “Quando si sa di essere malati si ascolta il medico. Quando vi sarete resi conto che la nostra condizione è quasi senza speranza, comincerete a capire cosa sia il cristianesimo, comincerete a capire di cosa parla il cristianesimo.

    La religione cristiana è, alla lunga, indicibilmente consolante. Ma non inizia con la consolazione: inizia con lo sconforto che ho descritto, ed è inutile passare alla consolazione senza prima passare attraverso lo sconforto. Nella religione, come nella guerra e tutto il resto, la consolazione è l’unica cosa che non si può ottenere cercandola. Se cercate la verità, si può trovare conforto alla fine. Se cercate conforto non otterrete né conforto né verità… solo una chiacchiera e un pensiero velleitario all’inizio e, alla fine, la sconforto.” (C.S.Lewis, Mero Cristianismo, pag. 18)

    Ma il superdramma del nostro momento, la pandemia di “sofferenza mentale, psicologica e psichiatrica” del tempo presente è che le “Autorità spirituali” [virgolettato d’obbligo vista e rivista la loro inconsistente funzione PEDAGOGICO-DOTTRINALE] hanno FALLITO e persistono nella loro irrilevante PASTORALE.
    Nel mondo d’oggi, chi educa ? Chi istruisce? Chi consola?
    L’Onu, Bruxelles, Santa Marta…

  • Maria Michela Petti ha detto:

    « La causa di tutti mali,dov’è? Nella testa! »
    (Michele Murri, Ditegli sempre di sì)

  • Marco Matteucci ha detto:

    Che troppi di coloro, specie nelle “alte sfere” della gerarchia, sia laica che cattolica, si stiano dimenando nella putrida palude dell’ipocrisia più demenziale, con affermazioni o smentite al limite d’intervento da TSO è ormai palese a alla stragrande maggioranza delle categorie animali cerebralmente evolute, stiamo veramente raschiando il fondo del barile,
    Tanto che su Libero un caustico e ineccepibile Andrea Cionci è costretto a titolare:
    VATICANO AL LAVORO PERCHÉ IL “PAPA EMERITO” NON ESISTE: E ALLORA RATZINGER COSA È STATO PER OTTO ANNI?
    https://www.liberoquotidiano.it/articolo_blog/blog/andrea-cionci/28264381/vaticano-papa-emerito-non-esiste-allora-joseph-ratzinger-cosa-stato-otto-anni.html