Traditionis Custodes. I Puntini sulle “i” del maestro Aurelio Porfiri.

25 Luglio 2021 Pubblicato da

 

Marco Tosatti

Carissimi Stilumcuriali, il maestro Aurelio Porfiri ci offre questa riflessione sulle reazioni di certi ambienti e persone dopo la pubblicazione del Motu Proprio “Traditionis Custodes”, in relazione a una delle accuse – probabilmente pretestuose – contenute nel documento. Buona lettura.

§§§

I puntini sulle “i”

Ho notato negli ultimi giorni, in seguito alla promulgazione del Traditionis custodes da parte di papa Francesco, un atteggiamento del tutto peculiare da parte di alcuni, anche nel cosiddetto mondo tradizionalista, in risposta ad una precisa accusa che viene fatta nel documento, cioè di essere elemento di divisione. Molti cercano di discolparsi, facendo vedere come invece la Messa tridentina li ha fatti divenire più pii e devoti.

Ora, tutta la questione è mal posta. È ovvio che gruppi che hanno una identità particolare dovuta alla condivisione di certe discipline anche liturgiche possano avere un elemento di coesione tra loro più forte rispetto agli altri. Questo, come ogni sociologo insegnerebbe, avviene perché i gruppi vanno visti nelle loro dinamiche interne, non tanto per quello che sembra proiettino al di fuori.

Io, che certamente ho avuto molte occasioni di frequentare e parlare con i cosiddetti tradizionalisti, posso dire che ci sono persone del tutto a modo e persone un poco esaltate, non diversamente da quello che ho potuto osservare al di fuori. Se danno un giudizio negativo sulla situazione della Chiesa (del resto condiviso da moltissimi anche al di fuori di questi gruppi, anche se per ragioni diverse), lo fanno sempre dal di dentro della stessa Chiesa, non pensando di appartenere ad una “vera Chiesa”.

Quindi, questo giudizio è stato guidato a mio avviso da un chiaro fraintendimento della situazione. Certo, ci sono coloro che celebrano la Messa Tridentina e fanno affermazioni tese alla delegittimazione della presente gerarchia, ma non sono certamente quelli che il Motu proprio ha colpito. Poi, con questa logica, che dire dei movimenti ecclesiali?

Le difficoltà di molti di essi in tantissime diocesi sono state legate al fatto di proporsi come “la vera Chiesa”, coloro che avevano finalmente capito come si era cattolici, mettendo il loro fondatore o fondatrice anche al di sopra del Papa. Eppure non ho mai visto un motu proprio che andasse a colpire queste realtà o la liturgia che celebravano (e, in alcuni casi, ce ne sarebbe stato un urgente bisogno) perché le posizioni oltranziste non riguardavano i movimenti nella loro totalità ma alcune frangie, anche se in alcuni casi consistenti. Si è cercato di integrare, non di prendere la parte per il tutto.

Poi, questa cosa che la Messa tridentina ci fa più buoni, io ci andrei piano. La Messa tridentina ha la sua validità oggettiva, non soggettiva, perché attraverso di essa siamo in grado di adempiere al primo scopo della nostra vita cristiana, quella di dare gloria a Dio in modo degno e a Lui confacente. Attraverso di questo, poi la Messa tridentina edifica i fedeli che partecipano con una buona disposizione interiore. Se i fedeli, per assurdo, fossero tutti dei malfattori, questo non andrebbe certo imputato alla Messa tridentina ma alle cattive disposizioni dei partecipanti. Se dopo aver visto un quadro di Raffaello continuiamo a dire castronerie sull’arte pittorica non è colpa dell’urbinate, ma della nostra ignoranza. Quindi, lo scopo primario per cui si dovrebbe continuare a dare largo accesso alla Messa tridentina è la sua funzione di esprimere (attraverso la bellezza del rito, la ieraticità dei gesti, lo splendore dell’arte e della musica e via dicendo) in modo degno e più efficace e oggettivo la gloria di Dio, la sua funzione latreutica, da cui consegue, come elemento secondario, l’edificazione dei fedeli. E certamente, ci sono tantissimi fedeli che sono stati cambiati in meglio dalla Messa tridentina. Se giudichiamo la Messa nuova attraverso i fedeli, dovremmo dire che essi diminuiscono sempre più, che la loro consapevolezza della dottrina cattolica è sempre più povera…eppure non mi sembra che la sua possibilità celebrativa sia neanche messa in dubbio. La domanda dovrebbe essere: essa esprime la gloria di Dio da cui consegue l’edificazione dei fedeli?

Io credo che il problema vero sia teologico, una domanda a cui da decenni si continua a dare una risposta inefficace e non confacente ai giusti diritti di Dio e ai doveri delle creature verso il Creatore.

§§§




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79 commenti

  • ....xxx ha detto:

    Ecco come si costruisce il tempio cristiano cattolico secondo i sostenitori del Novus Ordo :
    A Foligno occorre una nuova chiesa.
    I Committenti (sapete chi sono) chiamano l’archistar Massimiliano Fuksas che, oltre ad essere carissimo nelle parcelle, si vanta del proprio ateismo e della propria devozione marxista.
    Fuksas progetta una chiesa in forma di cubo.
    Non è una brutta chiesa è semplicemente uno dei modelli dell’album di Claude Nicolas Ledoux, l’architetto che ha codificato le tipologie formali (la sfera, il cubo…appunto) che rappresentano in architettura l’espressione dell’Illuminismo razionalista.

    • guidobono ha detto:

      si chieda a don PietroPaolo se andrebbe a celebrare la messa anche li e quale vangelo leggerebbe …

      • Don Pietro Paolo ha detto:

        Guidobono,

        gli ricordo che i primi cristiani hanno cambiato luoghi, i templi, dove si adoravano gli idoli, e quindi i demoni, in chiese…per cui se celebrare in un luogo simile si rende necessario e può dare gloria a Dio per quale motivo non dovrei? “credimi…è venuto il momento in cui Dio non si adorera’ su questo monte o nel Tempio…Dio è Spirito e vuole essere adorato in spirito e verità” (Gv 3…). Poi, mi faccia sapere quale è il suo vangelo e le dirò il mio….o meglio gli rispondo subito: proclamero’ il vangelo di Cristo così come la Chiesa Cattolica, fondata si Pietro, lo conserva e lo proclama.

        • Luciano Micchini ha detto:

          Gli antichi cristiani trasformavano i templi pagani in chiese, ma non costruivano templi pagani per usarli come chiese.

  • Marco Matteucci ha detto:

    Per provare a ricomporre questo grosso vespaio che non era assolutamente mia intenzione stuzzicare, chiedo scusa a tutti coloro che si sono risentiti per quanto ho scritto e ringrazio tutti gli altri, a cominciare dal Direttore, per avermi usato la carità di poterlo esprimere.
    Per terminare ogni ulteriore diatriba cercherò di chiarire con un esempio banale la sintesi del mio modesto pensiero.

    Mentre c’è il ladro in casa e sta arraffando il patrimonio di famiglia, la priorità è sapere se il vecchio inquilino avesse o no predisposto il sistema di allarme?!
    Per dirla con Shakespeare …questo è il problema?

    “Chi dice di essere nella luce e odia suo fratello, è ancora nelle tenebre”
    (Gv. 2, 9)

  • Armida ha detto:

    Una domanda a Marco Tosatti e a chiunque tra i commentatori sia in grado di rispondere: in tutta questa vicenda quale è l’attuale posizione di OPUS DEI? Si tratta dell’unica prelatura personale del pontefice e dunque di una struttura che per sua intima costituzione non può non abbracciare la linea dettata dal papa. Un’organizzazione geneticamente papocentrica, se non papolatrica. Epperò, almeno in passato, anche un’organizzazione con chiare simpatie tradizionaliste. Come si pone rispetto a questo motu proprio? Grazie a chiunque saprà dare indicazioni utili.

    • don Z ha detto:

      Obbedirà. Obtorto collo,ma obbedirà. Per timore non per convinzione. Il Papa può chiedere al Prelato le sue dimissioni ( come ha fatto con il precedente ) quando vuole perchè è nominato da lui e risponde a lui. Questa è la prelatura personale : non rispondere allas truttura ma solo al Papa . Certo il ondatore non immaginava che sarebbe arrivato un Bergoglio…
      Però vorrei fare una osservazione. L’Opus Dei è e resterà cattolica apostolica e romana. l’Opus Dei è sana , è una istituzione seria .Oggi deve solo difendere se stessa. Io la capisco. donZ

      • ALCMANE ha detto:

        Lo status di prelatura personale è una lama a doppio taglio, e in questo frangente mi pare che ciò stia comportando pericoli inopinati. La necessità di aderire in modo aprioristico al pensiero del pontefice e di doverne assecondarne l’azione può tradursi in un congelamento dell’intelletto critico o, peggio, dare luogo a forme di larvato marranesimo. P. S. Sulla natura e le virtù dell’Opera, devo chiarire per correttezza, non condivido l’opinione di Don Z.

    • Luciano Micchini ha detto:

      Una risposta secca per accontentarla. L’OPUS DEI è una setta papolatrica e non ha nulla, dico nulla, nè di cristiano nè di cattolico.

      • BUM ha detto:

        Bum!

      • boom !boom ! ha detto:

        lei non sa neppure di che parla. O è un gesuitino ? Sono taluni gesuitini , che per gelosia, dicono questo dell’Opera.

        • Luciano Micchini ha detto:

          Non so cosa significhi “gesuitino”, ma il fatto che lei si sforza di etichettarmi come un nemico geloso sta a testimoniare del vostro spirito settario anticattolico.

          • M. A. ha detto:

            L’Opus è certamente un’organizzazione cattolica, apostolica e romana. Si tratta di capire in che misura sia anche intimamente cristiana, perché nei fatti la sua concezione della Chiesa pare a volte più prossima a quella di un’entità aziendale che a quella di una realtà spirituale. Riguardo al settarismo, parlo in base alla mia esperienza e senza volere offendere nessuno, glielo si può tranquillamente attribuire, così come una significativa inattitudine alla libera riflessione e al confronto dialettico. Detto questo, all’interno dell’Opera ci sono molte persone degne, serie, convinte e motivate. Se l’Opus Dei abbia rappresentato e/o rappresenti per il Cristianesimo e per la Chiesa una presenza positiva è una questione spinosa e complessa. Non darei per scontata né la risposta affermativa né quella negativa.

          • ex : ha detto:

            Guardi, io non ho nessuna esperienza dell’Opus Dei, né – in verità – dei Gesuiti, anche se non pochi di loro molto conosciuti mi lasciano perplesso. Però Lei ha scritto:

            «L’OPUS DEI è una setta papolatrica e non ha nulla, dico nulla, nè di cristiano nè di cattolico».

            Ora, non è esattamente come quando per esempio si dice: “Il cielo è azzurro”. Mi pare un’affermazione non un po’, ma molto, molto forte. Io non dubito che Lei possa avere ragione, ma per scrivere una cosa del genere onestà vorrebbe che fornisca non una spiegazione «secca», ma esauriente e possibilmente accompagnata da documenti e testimonianze convincenti contro quella che Lei ha definito una setta.

          • PIERO G. ha detto:

            Dell’Opera io ho avuto invece esperienza diretta e relativamente protratta. Ho ancora amici che vi appartengono e che sono ottime persone. Del resto ho anche ottimi amici che appartengono a organizzazioni a dir poco controverse, come la Soka Gakkai. Come dire: l’organizzazione non fa la persona, almeno non del tutto. Alcuni elementi di natura un po’ settaria io nell’Opera li ho riscontrati. Per esempio la devozione tributata alla figura del fondatore carismatico mi è parsa rasentare l’ipostatizzazione. Alcune dinamiche formative le trovavo manipolatorie. L’apertura culturale e intellettuale dell’ambiente mi è sempre parsa piuttosto modesta, quasi si avesse paura di riflettere liberamente, di prender troppa quota e venir trascinati via da qualche brutta corrente d’aria. Come M.A., l’impressione di una mentalità un po’ aziendalista l’ho avuta anch’io. Così come mi colpiva l’attenzione, e in fondo l’ammirazione, che vedevo riservata agli ‘arrivati’, ai famosi, a chi comunque avesse un ruolo riconosciuto e visibile, a prescindere dal modo con cui l’aveva conseguito, onestamente cioè o disonestamente, e talora da come lo esercitasse. A volte poi la pratica della riservatezza mi pareva sconfinare non dico nell’omertà, ma nella dissimulazione. Notavo inoltre una forte tendenza a edulcorare o edulcorarsi la realtà, vuoi per una sorta di calcolo strategico, vuoi per sottrarsi alla necessità di emettere un inevitabile giudizio negativo, vuoi per la difficoltà di accettare certe cose per quelle che erano. Aspetti molto positivi li ho trovati nell’ampio spazio dedicato all’orazione, nella qualità del servizio liturgico, nei bei momenti di alleggerimento e socializzazione e nell’integrità personale di alcune persone. Alla fine il ricordo che di quell’esperienza mi è rimasto è quello di un ambiente un po’ chiuso, anche se non necessariamente cupo. Una specie di Chiesa nella Chiesa, dove, per usare un’espressione che una volta ho sentito pronunciare da un soprannumerario, ‘i nostri sacerdoti sono sicuri’. Per venire alla domanda di Armida, io penso che l’Opera passerà il motu proprio di Francesco più o meno sotto silenzio. Non gli conferirà particolare risalto, anche perché mi consta che oggi nell’Opera si offici normalmente in novus ordo e le nuove disposizioni della Traditionis custodes non dovrebbero interessare più di tanto. Nella homepage dell’organizzazione infatti non se ne trova traccia e anche nella sezione Notizie dal papa non c’è nulla. Perciò l’Opera non avrà nemmeno bisogno di obbedire obtorto collo né di fare buon viso. Semplicemente ignorerà e per questioni di opportunità non prenderà posizione, come spesso ho veduto fare ai suoi membri. Saluti

  • FRATE RANALDO ha detto:

    Io ho conosciuto più di un sacerdote e più di un fedele V.O. fanatizzati. Però ho incontrato molti più fanatizzati fra i sacerdoti e i fedeli N.O. Il problema non risiede nella forma rituale di riferimento, ma nella disposizione interiore. Vero è che il V.O. tende a favorire una corretta disposizione interiore più del N.O. Ciò per numerose ragioni: p. es. la sua natura “blindata”, per cui anche un mediocre celebrante è messo nell’impossibilità di sconciare l’atto liturgico con improvvisazioni “creative”. Quando alla radicalizzazione di alcuni soggetti legati al V.O., essa è per lo più il prodotto dell’atteggiamento di sospetto o di ostilità del clero e del laicato N.O. Negli anni del motu proprio S.P. sono stati molti i vescovi e i parroci che hanno marginalizzato, scoraggiato, discriminato, ostacolato, stigmatizzato i fedeli legati al venerabile rito antico… per poi concludere, come fa Bergoglio nel suo motu, che tali fedeli vivono il V.O. in modo antagonistico! L’analisi condotta nel motu è dunque viziata da un’ipocrisia di fondo, che l’astio trasudato dal documento rivela solo in parte.

  • Don Pietro Paolo ha detto:

    Caro m° Porfiri,

    non crede anche lei che tanti dei commenti di risposta al suo articolo diano ragione alle motivazioni per cui il Papa ha scritto il motu proprio in questione? Fare differenze sostanziali e a volte anche blasfemi tra riti diversi della Messa è veramente divisivo. Fino a quando si dice che c’è una Messa di serie A e un’altra.? …indecifrabile e da scartare, allora veramente si sta creando disunione. La Messa è una, in qualunque rito venga celebrata. I frutti spirituali scaturiscono dal Sacrificio di Cristo e ne usufruiscono coloro che con fede partecipano e VIVONO la celebrazione Eucaristica in qualunque rito venga celebrata. Non le sembra presuntuoso dire che la gente si converte al solo partecipare della Messa “antica” mentre si constata la defezione di quelli che partecipano alla Messa N.O.? (Per spiegare questo fenomeno bisognerebbe fare altre considerazioni. A parte che chi partecipa alla Messa deve necessariamente essere convertito, altrimenti non vi parteciparebbe). Poi, a giudicare quelli che si strappano le vesti e inveiscono maldestramente contro chi vuole semplicemente farli ragionare, tutta questa santità non è che si evince…Se questi sono i frutti di coloro che assistono alla Messa Tridentina…..! Comunque, le assicuro che tantissime volte dopo aver celebrato la S. Messa tanta gente che non conoscevo è venuta con le lacrime agli occhi PERCHÉ TOCCATA DAL SIGNORE ed io celebro la Messa N.O. La gente che fa un cammino di fede e che crede realmente in Gesù Cristo e alla sua Chiesa non si allontanerà mai. Anzi, la mia esperienza mi assicura che moltissimi laici avendo scoperto l’importanza della Messa e avendo gustato l’Amore del Signore che si dona attraverso essa, ogni giorno partecipa devotamente al Sacrificio Eucaristico. Chi ha una formazione classica ed ha una certa cultura potrà forse essere coinvolto più emotivamente dalla musica, dai canti, dai gesti che lo edificano, invece per altri potrebbero essere noiosi e distraenti… Da parte mia sia che celebro in una cattedrale o in una baracca, sia che indossi un ricco o povero paramento … concentro la mia attenzione a quello che celebro e cerco di dare,per quanto mi è possibile , la maggior gloria a Dio ( a scanso di equivoci non sono gesuita). Questo io insegno ai miei parrocchiani. Ogni bene

    • Boanerghes ha detto:

      Condivido pienamente.

    • emma ha detto:

      scusi dove ha letto questa considerazione ?? :

      “Non le sembra presuntuoso dire che la gente si converte al solo partecipare della Messa “antica””

      chi ha detto , chi pensa questo ?

    • Luca R. ha detto:

      Porfiri le risponderà che lei ha ragione. Lo ha anche scritto nel suo testo, la sua è una domanda retorica. Tutto il suo commento è retorica . Basterebbe questa sua frase :
      “Poi, a giudicare quelli che si strappano le vesti e inveiscono maldestramente contro chi vuole semplicemente farli ragionare, tutta questa santità non è che si evince ”
      Ma lei dove esercita il suo ministero ?

    • mammamia 3 ! ha detto:

      oh ! My God , abbiamo scoperto che sto Don PietroPaolo è pieno di carismi , Magari levita quando celebra la messa ? Ha già fatto miracoli durante la celebrazione , oltre a far piangere i presenti ?
      Non ha bisogno di precisare che lei non è gesuita , è evidente che lei non lo è . La sua UMILTA’ spiega che potrebbe esser francescano . Pace e bene .

      • Don Pietro Paolo ha detto:

        Mammamia,

        queste sue spiritosaggini se le tenga per lei…se lei sapesse che cosa è la Santa Messa non avrebbe scritto ridicolaggini… io non ho scritto che sono stato l’autore di conversioni o di azioni di grazie per qualcuno… ho semplicemente detto che non e’ solo la Messa del V.O. Ad essere veicolo e mezzo di conversione e strumento di santificazione, ma qualunque Messa celebrata in qualunque rito. Ho semplicemente portato la mia esperienza che lei malignamente ha commentato.. Nessuno glielo ha detto che ogni Messa è’ celebrata dal sacerdota in persona Christi, per cui non c’e’ da meravigliarsi se il Signore tocchi una persona attraverso un suo ministro al di la’ dei
        meriti o demeriti personali?

        • che noia ! ha detto:

          l’umiltà di don Pietro Paolo sta in questa sua frase ( vedi sopra )
          “Comunque, le assicuro che tantissime volte dopo aver celebrato la S. Messa tanta gente che non conoscevo è venuta con le lacrime agli occhi PERCHÉ TOCCATA DAL SIGNORE ed io celebro la Messa N.O “

    • maryLù ha detto:

      scusi è lo stesso don PP che più sotto scrive indignato :

      “È veramente roba da matti!! Io non ho mai detto che il N.O. è migliore del V.O.”
      se è lo stesso , è veramente roba da matti !

    • ALCMANE ha detto:

      “Divisivo”: quest’aggettivo è da anni il magico pretesto per defenestrare i sacerdoti e i fedeli legati al rito antico. Ma chi vuole realmente dividere? A me pare l’apartheid (per usare un termine d’attualità) sia stato messo in opera da chi ha il coltello dalla parte del manico, e cioè dagli zelatori del N.O. Dai parroci refrattari a concedere chiese, dai vescovi refrattari ad accogliere le richieste dei gruppi stabili, dai laici pronti a scagliare la prima, la seconda e anche la terza pietra contro i cattolici legati al rito antico. A volte si ha l’impressione che il clero e il laicato accomodatisi nella forma ordinaria si sentano giudicati dall’esistenza stessa della forma extraordinaria, quasi fossero un gruppone di nudisti che non sopporta la presenza in spiaggia di una famiglia decisa a indossare il costume. Si direbbe un classico caso di cattiva coscienza. Quella parte di cattolici che vede nel Vaticano II una cesura palingenetica, quasi la nascita di una nuova Chiesa, sembra inoltre nutrire nei riguardi del rito antico un autentico complesso.

      • Luciano Micchini ha detto:

        Esatto. Il motu proprio emesso dal Bestemmiatore ha evidentemente lo scopo di creare divisioni laddove non ve n’erano. In un altro mio commento l’ho paragonato al green-pass di Draghi, che intende mettere uno contro l’altro vaccinati e non vaccinati. Guarda caso sono stati decisi quasi simultaneamente. La creazione di divisione è tipicamente un’opera luciferina e noi non dobbiamo cadere nella trappola scatenando una guerra di religione che è proprio quello che vuole l’Apostata che occupa il trono di Pietro.

    • Luciano Micchini ha detto:

      Caro Don Pietro Paolo, Le ricordo che il suo pseudopapa un giorno ebbe a dire che la Santa Trinità litiga a porte chiuse dando all’esterno un’immagine di unità. Questa è una bestemmia contro il Padre il Figlio e lo Spirito Santo; un peccato per il quale NSGC ha affermato che non c’è perdono. Dico questo perchè un papa che bestemmia contro lo Spirito Santo, che sarebbe la fonte stessa del suo presunto carisma d’infallibilità, è un papa deposto agli occhi stessi di Dio.
      Ciò premesso, per quanto riguarda il suo, N.O. non lo frequento più da quasi vent’anni, per il profondo senso di nausea spirituale che mi suscitava. Si tenga pure la sua messa all’amuchina e non dimentichi la mascherina, il paramento sacro preferito dal SUO papa. Inutile continuare con i soliti discorsi melensi sull’inclusività, lo scisma è consumato (anche se non ancora proclamato) e lo ha sancito il despota argentino con un provvedimento sciagurato, che tanto assomiglia, per altri versi al green-pass di Mario Draghi. Godete, godete pure dei vostri “frutti di conversione”; ma non dimenticate che tra questi frutti ci sono la scristianizzazione dell’intero Occidente e le nozze sodomite celebrate dai suoi confratelli tedeschi; per non citare il culto della Pachamama trasformata in ostensorio.
      Sì, lo confesso, io sono DIVISIVO. Andate pure per la vostra strada che io e molti come me andranno per la loro, con o senza papa; perchè alla fine il giudizio spetterà solo a Dio.

      • Don Pietro Paolo ha detto:

        m° Porfiri,

        se la sente di stare con questi cosidetti tradizionalisti? Il prof De Mattei ha avuto il coraggio di affrontare le ire di fanatici presuntuosi…non so lei

        • Luciano Micchini ha detto:

          Vede, caro Don Pietro Paolo, l’accusa di fanatismo che lei mi rivolge non mi stupisce affatto. E’ perfettamente normale che qualcuno, imbevuto di quel cristianesimo liquido, che per 60 anni, papi e clero progressisti, ci hanno propinato dagli altari, consideri fanatico chiunque abbia il coraggio di riscoprire e difendere i valori bimillennari della Tradizione. Considero l’epiteto di “fanatico” perfettamente equivalente, per altri versi, a quelli di “no-vax”, “negazionista”, “complottista” ecc. con i quali la pletora del politicamente corretto ci ammorba quotidianamente dai media di regime. Ora, se i fedeli devoti al rito tradizionale sono dei fanatici, che dire di sette come il Neocatecumenato alle quali voi, preti Novus Ordo avete lisciato il pelo per decenni, abbandonando le vostre parrocchie alle loro squallide orge liturgiche, al solo scopo di raccogliere proseliti?
          Invece di chiamare in soccorso il Maestro Porfiri, provi invece di rispondere nel merito a questa domanda:

          Affermare che le persone della SS. Trinità litigano di nascosto è o non è una bestemmia? Lei, nelle sue omelie, se la sentirebbe di farsi portavoce del suo papa, ripetendo la stessa cosa?

          • Don Pietro Paolo ha detto:

            Se lei non capisce una battuta scherzosa. magari inopportuna, e la prende per bestemmia la colpa non è del papa ma sua. Mi dica quanti teologi ortodossi e preparati sono arrivati alle sue conclusioni?

          • Luciano Micchini ha detto:

            Ha ha!, me l’aspettavo questa risposta, caro padre. Allora le dirò che il suo papa non è solo un bestemmiatore, ma anche un superbo, che pretende di avere tale dimestichezza con Dio da permettersi di prenderlo “scherzosamente” per i fondelli. Non ho bisogno di consulenze teologiche per saper distinguere una bestemmia, caro padre. Sa che penso? Che all’Apostata che lei venera come Vicario di Cristo converrebbe farsi musulmano; avrebbe così un’opportunità in più di salvarsi l’anima, imparando il vero rispetto per la grandezza di Dio.

  • Enrico NIppo ha detto:

    Riepilogando:

    se i cattolici sono divisi su chi è il Papa vuol dire che una delle due fazioni è scismatica di fatto.

    Il marasma è aumentato dal fatto che Messa Tridentina e novus ordo non sono conciliabili. Il novus ordo presenta “un’impressionante allontanamento dalla teologia cattolica” (Cardinali Ottaviani e Bacci). Quindi anche ritualmente c’è uno scisma in atto.

    A nulla vale il cerchiobottismo di ecclesiastici e laici che insistono nel vedere un’unità della Chiesa che non esiste più di fatto. La DIVISIONE è più che palese e fare come lo struzzo non serve a niente.

    • ALCMANE ha detto:

      Ma come?! Lei che è un frequentatore di lungo corso dell’universo zen non ha compreso che ci troviamo di fronte a un kōan?

      • Enrico Nippo ha detto:

        Beh, il koan, a rigore, conduce ad un superamento radicale dei due corni: questo e quello.
        La mente, cioè, a forza di sbattere sui due corni, si esaurisce, diventa incapace e sopravviene l’illuminazione.

        Qui, invece, mi sembra che ogni fazione si attacchi al corno che gli piace senza alcuna intenzione di mollarlo. 😂

  • acido prussico ha detto:

    Il Papa “bang”.
    Con un solo colpo:
    – ha ferito Benedetto XVI.
    – ha tramortito l‘”esercito” dei tradizionalisti.
    – ha stordito le sue stesse truppe.
    – ha fatto crollare le mura del Concilio Vaticano II (il dialogo, l’ecumenismo, l’accoglienza, l’inclusione).

    • roth ha detto:

      e noi con un sol calcio nel “detras” lo rimandiamo in Argentina dove lo trasformano in un “asado” …

  • antonio cafazzo ha detto:

    Necessari puntini sulle “i”.
    Se ci sono “tradizionalisti” che, cercando di discolparsi, affermano o fanno “vedere come invece la Messa tridentina li ha fatti divenire più pii e devoti” significa solo che stanno usando un meccanismo di difesa perché è da anni che c’è un vero e proprio atto di aggressione nei loro confronti. Vogliono solo essere lasciati in pace, portare i loro vestito nella lavanderia che per anni ha profumato e igienizzato meglio. In tempi di “diritti umani” vorrebbero essere rispettati e amati anche perché non rubano niente a nessuno (o rubano la clientela?).
    Punirli perché? Colpevoli di che?, dei MALI della Chiesa? di ipocrisia? V.g., l’ “assemblea di Dio” del novus ordo è tutta “devota e partecipativa alla gloria di Dio in modo degno”? (Dio solo lo sa !… ma da quello che si nota durante le messe facciamoci il segno della croce …. ). Intanto – solo per stare alle apparenze e facendo mente al nostro passato – in NESSUN rito tridentino (in sé, caro Porfiri, non a secondo delle intenzioni dei frequentatori) c’era l’INSIGNIFICANZA del rito moderno (e per carità taciamo delle porcherie perpetrate qua, là, su e giù…). Solo questa “esteriorità pulita” rende più dignitoso e rispettabile il rito tridentino. Ma lasciamo perdere perché è tema ritrito e poi – come si dice a Napoli – “ogni scorfano è bello alla mamma sua”.
    Comunque il Motu proprio “francescano” è l’ultimo assalto incoerente e paranoico alla tradizione.
    Incoerente, paranoico, pretestuoso.
    Lo dimostra questo puntone interrogativo:
    Perché “per promuovere la concordia e l’unità della Chiesa” non è stato scritto un Motu Suo per riportare all’ovile i “fratelli luterani e tedeschi” dispensatori di “comunioni” sacrileghe?

    • Anonimo verace ha detto:

      Temo che avendo a che fare con materialisti , l’ipotesi della perdita dei fedeli e dei loro contributi economici sia, ahimé esatta.
      Basta andare a vedere il blog di Aldo Maria Valli dove si parla del bilancio della Santa Sede. Articolo recente.
      Inoltre le devo comunicare che la versione filologicamente corretta del detto napoletano potrebbe essere OGNI SARCHIAPONE È BELLO A MAMMA SUA.

      • : ha detto:

        No! “Scarafone”, non “Sarchiapone”.
        “Sarchiapone” è termine relativamente recente (XX secolo); “Scarafone” è nato… col dialetto napoletano, e il detto è antecedente a “sarchiapone”.

  • Marco Matteucci ha detto:

    Carissimo dott. Porfiri, pur non conoscendola di persona ho grande stima della sua integrità morale, oltre che ovviamente della sua personalità professionale.

    Mi trova purtroppo in disaccordo sul passo dove afferma che ci sono gruppi che pensano di appartenere ad una “vera Chiesa”.

    Io che mi ritengo un tradizionalista, anzi, un fondamentalista, perché intendo difendere quei fondamenti cristiani che mi sono stati tramandati dai Padri Santi della Crisianità e che oggi in troppi contestano, se non addirittura detestano ritengo che oggi queste due concezioni di Chiesa esistano, da una parte quella vera la Sposa Immacolata di Cristo, dall’altra quella palesemente falsa, idolatra, stravagante e apostata, sinagoga satanica della pachamama e dell’anticristo.

    La sentenza di sant’Ambrogio “ubi Petrus, ibi Ecclesia” (Expositio in Ps., XL, § 30), definisce con estrema chiarezza che la “vera Chiesa” è quella che riconosce a suo capo supremo il vescovo di Roma, ossia il legittimo Romano Pontefice.

    Ora io le domando e la pregherei cortesemente di rispondermi, dato che da oltre 8 anni in Vaticano di Papi ce ne sono 2, secondo Lei chi è quello vero?

    1. Benedetto XVI, il quale vive tutt’ora nel recinto di Pietro, veste di bianco, si fa chiamare Sua Santita, impartice la Benedizione Apostolica, si firma ancora su comunicati ufficiali P.P. (sigla del Papa regnante), si esprime chiaramente in opposizione alle scelte dottrinali di Bergoglio, nonostante avesse fatto (o gli avessero fatto fare) solenne, promessa di tacere per sempre, nel redigere l’atto di rinuncia in latino, lui che è sempre stato un fine latinista, ha commesso ben 40 errori grammaticali di cui 2 da matita blu senza contare poi la comicità dell’orario di entrata in vigore dell’atto medesimo.

    2. Oppure quello che anche lei come moltissimi altri chiama papa Francesco, che non vive nel palazzo Apostolico, non si firma (tranne rare eccezioni che confermano la regola) P.P. anzi ha declassificato il ruolo di Vicario di Cristo, che di diritto gli apparterrebbe a titolo meramente storico, quasi fosse roba di trascurabile importanza, non s’inginocchia mai davanti al Santissimo, salvo poi gettarsi ai piedi di personalità anticristiane (…artrosi clericale?), quando s’incontra con Benedetto è lui che gli bacia l’Anello. Ma ancora più drammatico è il fatto che egli fu eletto in un Conclave dalla validità fortemente dubbia a detta di molti, tra cui spicca il defunto Cardinale belga G. Danneels, suo amico, che nella sua autobiografia afferma chiaramente che il card. Bergoglio fu eletto da quella che egli stesso definisce “la mafia di S. Gallo” e della quale descrive con estrema chiarezza, appartenenti, finalità, luogo e data degli incontri.

    In Quanto a magistero e dottrina …veda un po’ lei.

    • OM ha detto:

      totalmente d’accordo con lei , Matteucci, ha fatto una considerazione illuminante. Grazie . Osservatore Marziano

    • OM ha detto:

      totalmente d’accordo con lei , Matteucci, ha fatto una considerazione illuminante. Grazie . Osservatore Marziano

    • Marco Matteucci ha detto:

      Da Marte rispondono …questa si che è tecnologia innovativa!

      Sicuramente non impiantata dai nuovi colonizzatori, infatti dalla terra, nonostante la potenza di penetrazione del 5G, ancora nulla è pervenuto, come direbbe il giornalista Nicola Porro “TOC! TOC! …QUALCUNO VUOL RISPONDERE?”</strong

      SAN MICHELE ARCANGELO
      02 Maggio 2015

      SE L’UOMO CERCHERÀ DI CAMBIARE ANCHE UNA SOLA PAROLA DELLA LEGGE DI DIO, FINIRÀ CON L’APRIRE LE PORTE ALL’ANTICRISTO PERCHÉ POSSA PRENDERE IL CONTROLLO DELLA MENTE DEGLI UOMINI, DANDO INIZIO IN QUESTO MODO ALLA SUA STRATEGIA PER IMPADRONIRSI DELLE ANIME. QUINDI, CONTROLLANDO QUESTI ESSERI UMANI, LI TRASFORMERÀ NEI PIÙ GRANDI CARNEFICI DEI PROPRI FRATELLI.

      Se vuoi leggere tutto:
      https://reginadelcielo.com/

    • mons. ICS ha detto:

      E quindi , caro Matteucci ? Cosa spiega questa sdoppiatura della figura del Papa ? Come è interpretata da parte di entrambi ? Ma B XVI ha pensato ( non mi riferisco per ora alla strategia del piccolo gregge ) a quante anime si stanno perdendo ? a quanti pastori si stanno confondendo e a loro volta confondono i fedeli ? Trovo machiavellica questa spiegazione riferita alla scelta di B XVI. Per un fine buono : purificare la Chiesa , ha usato un mezzo manifestamente non buono : accettare o tollerare un pastore cattivo che odia il suo gregge ? . Son certo che B XVI si è affidato alla Provvidenza , ma ha anche osservato cosa è successo negli ultimi 8anni ? Ma Benedetto XVI, lo vede in che stato è ridotto il gregge che a Lui fu affidato dallo Spirito Santo? Lo vede che la Chiesa di Cristo è ridotta come il regno di Semiramide che fece lecito ciò che era illecito ? Lo vede che si sta confondendo il bene con il male e ci sono persino pastori che insegnano che il male è bene? Peraltro , Le suggerisco di leggere un libro scritto da un teologo argentino , padre Julio Meinvielle , ( de la Cabala al Progresismo . Edizione EDIVI , 1970) Nella conclusione l’autore prevede che grazie al mysterium iniquitatis , che sta operando ,potremmo avere due chiese e due papi .Attento , due chiese però . Una cattolica e una gnostica . Una chiesa della propaganda guidata da un papa ambiguo e una chiesa del silenzio con un papa fedele a GesùCristo , che vuole salvare , mantenere appunto il famoso “pusillus grex” . Ma son due chiese differenti , non la stessa chiesa , quelle immaginate da P. Meinvielle 50 anni fa. Cristo sarà l’unica alternativa all’anticristo, conclude l’autore. Ma per capire si deve accettare il mysterium iniquitatis. Suo Mons.ICS

      • GINO ha detto:

        Che ne facciamo del libero arbitrio? – Direbbe Cionci.
        Se poi pensi che sette vizi capitali offuscano la ragione degli uomini, e la superbia, l’avidità e la lussuria predominano sui cattolici odierni, quale spirito potrebbe andare in soccorso alle anime smarrite? Se per Dio sono importanti solo le cose dello spirito, non c’è nessun sdoppiamento, è Papa chi ha le chiavi del regno dei cieli, chi invece ha quelle delle docce del colonnato è solo un usciere.

      • Marco Matteucci ha detto:

        Caro Mons. X non so se lei sia o meno un Consacrato, tuttavia questo ha poca importanza.

        Bergoglio ha di fatto imposto che gli unici libri liturgici promulgati dal Concilio Vaticano II, siano l’unica espressione della lex orandi del Rito Romano.

        Il problema grosso si pone invece per tutti quei tradizionalisti che si sono ostinati a voler riconoscerlo come papa e adesso vengono messi con le spalle al muro, o obbediscono al papa e cambiano Messa e Messale o sono di fatto scismatici, disubbidienti al romano pontefice e quindi fuori dalla chiesa.

        Non è certamente una gran rosea propettiva …o no!

        In quanto a voler dare la colpa di tutto questo a Benedetto XVI, fossi in lei ci andrei con i piedi di piombo, lo stesso materiale che certa gente dappertutto usa per raggiungere i propri scopi anche dentro al Vaticano.

        Le auguro di trascorrere una serena settimana …se può.

        VIVA CRISTO RE!

        • Fra Alfred ha detto:

          caro figliolo , noto che lei sa scrivere bene ,ma leggere male. Forse per la supponenza di dimostrare che lei sa tutto ed ha capito tutto ? Rilegga il testo di mons X e si sforzi di intendere .

          • Marco Matteucci ha detto:

            Caro fra Alfred, perché mi offende? Io ho soltanto cercato di difendere un mite e umile servo di Dio già incamminato sulla via di Casa, che viene sepolto ancora in vita per colpe non sue.
            Mi sono semplicemente limitato a riportare quando a suo tempo ha detto il suo confratello fra Alexis Bugnolo, come può essere mai possibile che chi la pensa in modo diverso dal vostro debba sempre essere tacciato di protagonismo e moralmente squalificato.
            Io non ho detto nulla di più di quello che pensano e non dicono tanti cattolici, che molti considerano anime nere e superbe.
            In tutta coscienza, mi creda, ritengo che non sia giusto buttare via il bambino insieme all’acqua sporca.

            Dove sarebbe la mia supponenza?

            Da laico indegno e peccatore lo ripeto anche a lei perché la ritengo intellettualmente corretto:

            LA FEDE ANDREBBE DIFESA E NON RIMPIANTA!

            Laudetur Jesus Christus

  • Rosa Rita La Marca ha detto:

    Non appartengo a nessuna corrente che finisca in -ismo. Da cattolica, che tende a voler scansare le eresie quali porte per l’inferno, ritengo che la Messa Tridentina sia stata studiata non con la pretesa di far diventare tutti più buoni, ma non la certezza di non essere i superficiali costitutori di un rito che addirittura rischia di farci diventare peggiori.
    Infatti, ci impedisce di compiere azioni che aumentano i rischi di commettere peccati veniali, cosa che avviene nella Messa N.O.
    Allo stesso modo, visionare un’opera d’arte: se è vero che posso osservare un’opera del Raffaello e dire castronerie, è pur vero che l’artista ha fatto il suo dovere di donarci qualcosa che richiama alla mente pensieri alti; se guardo un’opera mostruosa, volgare, l’artista diventa promotore del mio abbrutimento.
    Quando scrissi, nel suo articolo precedente, che mi piace il tono col quale riporta i suoi pensieri, certamente non alludo al potere incantatorio retorico di un pifferaio, perchè offenderei più me stessa, e già mi bastano le risposte che ricevo da chi non è d’accordo con me e mi fa le diagnosi psichiatriche dal web.. (con degli amici così, perchè avere dei nemici?).
    Intendo che la forma esprime anche la sostanza.
    Mi chied se questo Motu Proprio invece non sta permettendo di far fuori uscire allo scoperto chi sono i Vescovi che invece di essere topi di biblioteca, sono topi di fogna… davanti al mondo intero!
    Io sto vedendo nei continenti un fiorire di Vescovi ben lieti di sostenere la causa e poi silenzi assordanti proprio dove aspettiamo il verdetto fatidico.
    Per esempio, vivo nella regione d’Italia con le chiese più belle forse del mondo, ma si vuole bloccare l’approdo dei sacerdoti volenterosi e lo spandersi nelle parrocchie?
    Mentre tutti gli eretici a trippare (diciamo noi per intendere il saltellare baldanzoso fanciullesco) durante l’Adorazione Eucaristica e gli esorcismi in stile circo equeste sono tollerati se non promossi?

  • wisteria ha detto:

    Che la messa in latino ci renda più buoni è provato dalle testimonianze di chi ascoltandola, magari per caso si è convertito.
    Posso affermare che ho sovente sperimentato la sua potenza terapeutica.
    Come miele sulle ferite.
    Nilla di simile nel NO.

    • ALCMANE ha detto:

      Mah, guardi, non so se sono l’unico, ma io ho conosciuto diverse persone divenute, almeno all’apparenza, tutt’altro che più buone con l’assidua frequentazione del rito antico, così come molte divenute tutt’altro che buone con la partecipe adesione al rito nuovo. Insomma, per quanto attiene alla “bontà” non credo che si possa parlare di automatismi legati al rito.

  • GMZ ha detto:

    Complimenti al maestro Porfiri per la consurta lucidità con cui ha affrontato l’argomento.
    Ossequi.

    • ..--.. ha detto:

      beh , potrebbe fare meglio…Peraltro lei stesso dice con la sua CONSURTA lucidità. Voleva dire CONSUNTA o Consueta ?

  • GINO ha detto:

    Dovreste emigrare in massa nelle chiese neocatecuminali, quando vi dicono perché andate da loro, rispondete: Abbiamo questo vizio di minare l’ unità della Chiesa.

  • dice Berdjaev ha detto:

    La fede cristiana ci chiama a cercare anzitutto il Regno di Dio e la perfezione divina. Ma sono estranei alla fede cristiana l’illusione, l’utopia, il falso massimalismo. Il cristianesimo è realista e i santi padri hanno sempre fatto appello alla sobrietà spirituale. La coscienza cristiana vede tutte le difficoltà che si trovano sul cammino verso la vita perfetta, ma sa che il Regno di Dio è preso con la forza e i violenti se ne impadroniscono. Il cristianesimo ci chiede di agire dall’interno verso l’esterno, e non dall’esterno verso l’interno. Non si può attingere alcuna vita spirituale individuale e sociale tramite il cammino esterno imposto. E’ necessaria una rinascita spirituale interiore. Tale rinascita procede dalla libertà e dalla grazia, non dalla necessità e dalla costrizione. Non si possono creare buoni cristiani e un buon cristianesimo sulla base della coercizione. E’ necessario un cambiamento reale ed effettivo delle anime degli uomini e dei popoli. Il fatto che gli uomini si dicano cristiani o che professino la fede cristiana non implica il raggiungimento della vita perfetta. La realizzazione nella vita della perfezione cristiana è un compito difficile e senza fine, solo pochi asceti si innalzano alla sommità della vita cristiana perfetta.
    da DIGNITA’ DEL CRISTIANESIMO E INDEGNITA’ DEI CRISTIANI. Cap.7.

  • Maria Michela Petti ha detto:

    Si continua ad eludere la domanda di fondo. Come non essere d’accordo con il Maestro Porfiri che, come tanti si sforza di apporre correttamente i puntini sulle “i”? E noi vaghiamo alla ricerca di risposte chiare e impellenti, andando a sbattere contro un muro di gomma.
    Quanti punti: sospesi e interrogativi mettono a dura prova mente e animo!
    Gianni Rodari offre una riflessione alla portata persino dei bambini.
    «Un punto piccoletto,
    superbioso e iracondo
    “dopo di me – gridava –
    verrà la fine del mondo!”
    Le parole protestarono:
    “Ma che grilli hai pel capo?
    Si crede un Punto – e – basta,
    e non è che un Punto – e – a – capo”.
    Tutto solo a mezza pagina
    lo piantarono in asso,
    e il mondo continuò
    una riga più in basso».

    • Massimiliano ha detto:

      In poche parole lei parla del grande reset…! Ma la domanda è: e se quel puntino tutto solo avesse qualche ragione? Saluti.
      Massimiliamo

      • Maria Michela Petti ha detto:

        Si dia la risposta che ritiene più consona e, se possibile, interpreti liberamente autori di un certo rilievo e il modesto commento di una come me, senza la pretesa di infallibilità. Ai posteri l’ardua sentenza …

  • Davide Scarano ha detto:

    Come sempre Aurelio Porfiri ci offre un articolo illuminante e ricco di stimoli. Proverò a sviluppare il seguente punto:
    nel Motu proprio si afferma che la liturgia “vetus ordo” è un “elemento di divisione”. Io mi chiedo: e se così fosse dove sarebbe il problema? Si è forse dimenticato che il primo dovere della Chiesa e dei sacerdoti è la salvezza delle anime? Ecco: questa dovrebbe essere la priorità. A giudicare dalle tante manifestazioni in cui oggi il peccato pubblico abbonda e gli strumenti di salvezza ci vengono negati -ex multis l’aver tolto l’acqua benedetta all’ingresso delle chiese che invece è possibile ricevere nella benedizione introitale nel rito vetus ordo- allora diviene essenziale la cura della propria anima più che marciare uniti verso non si sa dove. Per assurdo se fossi un Padre di famiglia, sarei più contento, ovvero meno abbattuto, se nella catastrofe che ha fatto strage ci fosse solo uno dei miei figli e non tutta la mia Famiglia. Ecco: nella riflessione sui destini umani e della Chiesa manca, troppo spesso, quella capacità di alzare lo sguardo e cogliere ciò che è veramente essenziale.

  • Lucio. C. ha detto:

    temo caro Porfiri che lei abbia riflettuto pochino e maluccio sulla messa tridentina e i suoi effetti soggettivi o oggettivi. Essendo lei una persona influencer la prego di intervenire con cautela con osservazioni pericolose e fuorvianti come la seguente :
    ” Poi, questa cosa che la Messa tridentina ci fa più buoni, io ci andrei piano. ”
    Ci dica DOVE ha letto che la messa tridentina ci fa più buoni. E’ forse il suo pensiero passato e deluso ? Ma sono affari suoi.

    • emma ha detto:

      effettivamente Porfiri con questa considerazione è scivolato su una buccia di banana. E’ comrensibile quello che voleva intendere : non basta il VO per santificarsi. Certo , ma quale sciocco lo potrebbe credere ?

      • Rudolf G. ha detto:

        … però è molto più certo che con la messa NO al meglio impariamo a ballare in chiesa . Mi domando come si possa ottenere la partecipazione interiore con tutte ste musiche fuoriluogo e canti sguaiati . Sia durante la comunione che al momento del ringraziamento. Si direbbe che vogliano distrarre i fedeli. Per non parlare del divieto di inginocchiarsi e di prendere la comunione in bocca. Qualche StlumCuriae fa un sacerdote ( don PietroPaolo ?) ha sostenuto che il NO è persino meglio del VO. Rob de matt

        • Don Pietro Paolo ha detto:

          È veramente roba da matti!! Io non ho mai detto che il N.O. è migliore del V.O.

          • Nus ha detto:

            infatti lei è abituato a dire tutto ed i contrario di tutto. Ha il dono della chiarezza confondente ,

    • Aurelio Porfiri ha detto:

      Caro Signor Lucio,
      La ringrazio dell’opportunità che mi concede di precisare meglio il mio punto. Certo la Messa può avere effetti di grazia che non sono dipendenti dalle nostre disposizioni. Se io vado però alla Messa Tridentina con una disposizione interiore non corretta questo non contribuirà ad avanzare la mia vita spirituale. Così se io uso la Messa Tridentina per aizzare ancora di più il mio senso di fanatismo ed esaltazione religiosa, non sarà stata certo la Messa ma sempre le mie disposizioni interiori.
      Quello che a me non piace è di fare l’equazione che perché alcuni “usano” la Messa Tridentina magari per difendere certe posizioni estreme, allora il problema è nella Messa e proibendola si risolve il problema. Ecco perché dico, quasi in paradosso, che non dobbiamo difendere la Messa a partire da noi, da come ci fa sentire, altrimenti ci esponiamo alla critica contraria. Il bene nella Messa Tridentina è oggettivo, manifestando meglio la gloria dovuta a Dio e di conseguenza, edificando i fedeli.
      La ringrazio ancora e Le porgo i miei saluti.

      • lucio.C ha detto:

        continuo a non capirla . Ma perchè mai lei scrive :

        “Se io vado però alla Messa Tridentina con una disposizione interiore non corretta questo non contribuirà ad avanzare la mia vita spirituale. Così se io uso la Messa Tridentina per aizzare ancora di più il mio senso di fanatismo ed esaltazione religiosa, non sarà stata certo la Messa ma sempre le mie disposizioni interiori. ”

        Ma lei chi conosce che va alla Messa Tridentina con queste disposizioni ? Esaltazione religiosa ? Fanatismo ? Mah ! Le chiederei di non difendere in questo modo la messa tridentina per favore ! si occupi di altro. lei non fa il bene del VO

        • Rosa Rita La Marca ha detto:

          A me sono state rivolte una batterie di domande da, alcuni sconosciuti, che mi hanno contattato sui social.
          Tra le domande, di ordine geopolitico, c’è stata: ma tu sei vicino al pensiero di alcuni estremisti delle destre europee filonaziste? Ecco perchè ho voluto commentare, pubblicamente, che mi dissocio da ogni fanatismo pericoloso che si discosta dalla fede cristiana, e se queste situazioni esistono nel mondo, vanno curate dalla pastorale locale con carità.
          Come è pure vero che ci saranno persone che hanno ricevuto una educazione frustrante nell’infanzia e rischiano di essere attratte dai riti più severi e dalla morale più intransigente, ma per poterla usare per rivoltarla contro gli altri, specie verso i giovani, nei quali si rivedono e sui quali vogliono riversare il dolore di non poter essere stati pienamente se stessi ed amati per come sono, con tutte le follie e fragilità che come ogni essere umano si portano dentro.
          Tanto è vero che l’annotazione di Papa Bergoglio sulla rigidità ha aperto la ferita di tantissime persone, che si stanno sentendo descritti per quello che sono.
          Io ho colto la critica, e sto osservandomi ,
          per vedere come posso addolcire i miei lati scontrosi, e cercherò di migliorarmi. Anche il non voler avere sempre ragione a tutti i costi e prendere le accuse o le considerazione avverse con un sorriso, e andare avanti, è segno di pace interiore, indistruttibile davanti anche alle opinioni sempre cangianti della gente.
          Se figurano errori ortografici o di battitura mi scuso, ma ho notato che fuori escono di tanto in tanto, non sempre per mia incuria, nei vari siti dove scambio le opinioni.
          Un saluto cordiale per tutti gli ospiti e per il Dottor Tosatti.

  • Il Matto ha detto:

    Iniziamo da Jacques Le Goff, Il corpo nel Medioevo (ediz. Promolibri).

    «Nella storia linguistica del medioevo le due parole che designano il lavoro sono opus e labor. Opus (l’opera) è il lavoro creativo, il vocabolo della Genesi che definisce il lavoro divino, l’atto della creazione del mondo e dell’uomo a immagine di Dio. Da questo termine deriverà operari (creare un’opera), operarius (colui che crea) e più tardi la parola “operaio”, cioè il lavoratore dell’era industriale. A termini elogiativi come in francese “chef-d’oeuvre” (capolavoro) o “maître d’oeuvre” (maestro di bottega) si contrapporrà il peggiorativo “manodopera”, destinato al lavoro meccanico. Labor, la fatica, il lavoro laborioso, è sul versante della colpa e della penitenza. È opportuno aggiungere il concetto di ars (mestiere), che si accompagna a quello di artifex (artigiano), di valenza positiva, ma limitato al campo tecnico.

    Il gesto coinvolge l’intero corpo e l’essere nella sua totalità: l’espressione esteriore (foris) comunica le disposizioni e i moti interni (intus) dell’anima. Ma occorre distinguere tra gesti (gestus) e gesticolazione (gesticulatio), cioè agitazione gestuale e altri contorcimenti che fanno pensare al diavolo. La tensione è qui ancora una volta percepibile. Per un verso il gesto esprime l’interiorità, la fedeltà, la fede. Per l’altro, il gesticolare è segno di perfidia, di possessione, di peccato».

    ***

    Se la Messa non è Opus, cioè Atto Sacrificale di redenzione dell’uomo e del mondo, scade a “momento d’incontro”, a riunione umanitaria. E perché la Messa sia un Opus è necessario che il SACERdote, cioè colui che compie il SACRO, sia un Operarius, vale a dire colui che, per mandato sacro, ri-compie l’Opus.

    All’attuazione del Sacro è indispensabile l’intenzione (quindi la Fede) del Sacerdote/Operarius, altrimenti quest’ultimo scade ad artifex ed all’Opus subentra il labor. E così, all’influenza sacrale si sostituisce il sentimento umanitario, il lavoro assistenziale.

    Nel caso specifico della Messa, di non secondaria importanza è il comportamento sacerdotale che ha da essere ieratico, cioè improntato ad un senso di sacralità e solennità, anche (e non soltanto) per i Fedeli che partecipano all’Opus, e che debbono sentirsi sovrastati dal Sacro e nel contempo incorporati ad Esso, quindi ri-creati, redenti, assunti in una dimensione sovrumana nella quale sono trasfigurati.

    Un Sacerdote che trascura il proprio comportamento ieratico abbandona il gestus per la gesticulatio, e la sua agitazione gesticolare compromette gravemente anche il fluire della Fede di cui la Messa è, nel contempo, intessuta, latrice e confermazione.

    Una Messa/Opus, celebrata da un Sacerdote/Operarius non può mancare di lasciare un profondo segno (in-segnamento) sacro nel Fedele che vi partecipa con tutto se stesso e quindi dimenticando se stesso, esattamente come il Sacerdote che celebra in Persona Christi.

    La Messa/Opus, celebrata dal Sacerdote/Operarius è scevra da soggettività e fantasia, vale a dire dalla “creatività” che cerca di coinvolgere in ogni modo i Fedeli, quando invece il modo è soltanto uno: quello del Sacro.

    La Messa/Opus si svolge in un’atmosfera fatta di raccoglimento; i Fedeli che hanno abbandonato il profano (personale e sociale) hanno un solo punto di riferimento: l’Altare, il Luogo del Nutrimento secondo l’etimo: da ALTUS, p.p. di ALERE nutrire.

    Per tutto quanto osservato, non è un caso che l’accanimento contro la Messa/Opus, di cui il novus ordo ha poco e niente (e gli abusi continui lo hanno dimostrato e lo dimostrano), abbia raggiunto il suo acme con Tradizionis custodes, un documento dirompente che si pone fin troppo chiaramente l’obiettivo di sopprimere la Messa/Opus e quindi la missione del Sacerdote/Operarius, nonché di espellere i Fedeli che non dovessero adeguarsi al “nuovo corso”.

    La Chiesa cattolica esteriore resterà quella della gesticulatio (mentale e corporea) rappresentata da funzionari/artifex proni davanti all’idolo del nuovo umanesimo mondialista-lgbt.

    L’unica valida reazione sarà quello di moltiplicare la Messa/Opus in luoghi privati, nuova forma catacombale per la conservazione del fulcro della Tradizione cattolica. Il moltiplicarsi delle chiese laiche, totalmente indipendenti dall’attuale struttura apostata dittatoriale ecclesiastica (che viene da lontano), è l’unica soluzione.

    • Luciano Motz ha detto:

      Interessante analisi, ma non c’è una sola (unica) valida reazione volta alla conservazione della tradizione cattolica. Certo, già Joseph Ratzinger, nel 1969, prevedeva che saranno piccoli gruppi gli strumenti per conservare e tramandare il deposito della fede, ma non va dimenticato che esiste la Fraternità Sacerdotale San Pio X, alla quale sicuramente faranno riferimento molti fedeli nel caso dovesse verificarsi la sciagurata soppressione della Messa tridentina.