Riflessione sulla Perversione e Morte della Teleologia. L’Uomo senza Fini.

24 Luglio 2021 Pubblicato da

 

Marco Tosatti

Carissimi Stilumcuriali, un amico fedele del nostro sito, Antonio Cafazzo, ci offre questa sua riflessione che ben volentieri offriamo alla vostra lettura, riflessione e commento, ringraziandolo per la sua iniziativa.

§§§

La perversione e morte della teleologia

Il tempo presente vive un fatto di “cronaca nera” forse più “nero” dell’apostasia “globale”.

Nelle scuole di giornalismo si insegna che per stendere un buon pezzo su un fatto di cronaca occorre fare e farsi 5 domande:

Chi?, Cosa?, Quando?, Dove?, Perché?

(Ma anche di questo bisogna dare merito a San Tommaso che nello svolgere le Questio usava il metodo del Quis?, Quid?, Quando?, Ubi?, Cur?).

Con queste domande, questo “cronista” cercherà di raccontarlo.

Chi?

Chi è il morto?

La Teleologia. Il finalismo umano.

Senza uno “scopo” – sia esso generato da bisogni o capricci o pene o passioni…- l’uomo non agisce, non si muove. Quando non si “muove” più è un uomo “morto”. Quando “cammina a passettini” è sulla via del tramonto. Quando si “muove a tentoni” gioca “a mosca cieca”.

 

Cosa?

Cosa è accaduto?

Hanno ucciso i veri fini o meglio “immiseriti”.

Un tempo, quando l’umanità era “cristiana”, il “fine”, l’aspirazione, il desiderio delle menti era l’Imperituro, l’Alto, il Bene Assoluto (la parola “de-siderio” evoca la parola “sidera” (stelle)). E l’uomo si adoperava anche di non “finire” in quell’altro “imperituro” chiamato “Inferno”.

Ora che l’umanità è laica e a-religiosa l’uomo è l’uomo-che-ha-i-piedi-per-terra. I suoi scopi più persistenti sono il QUI e il PRESENTE.

Il passato è per lo più da dimenticare (anche se per qualcuno è ancora un conveniente sgabello per auto-accreditarsi).

Il futuro più a lungo pianificato è l’Agenda 2030. Anche la “peste-2019” – che per la sua letalità avrebbe dovuto allertare l’uomo alla “vita verticale” – ha inoculato una sorta di “magnetismo terrestre”: i faccendieri del mondo hanno messo nel loro frullatore emozioni-intelletto-volontà per assicurare all’uomo della strada la “continuità” al suo “bel” vivere.

In una parola, il rimpicciolire dei fini è la “naturalizzazione” dell’umanità. Non è -come taluni dicono- una “paganizzazione” perché per i pagani c’erano quasi più “dei” che uomini e ad ogni “fenomeno umano” sovraintendeva un “dio”. La nostra – invece – è una “naturalizzazione” senza dei.

 

PERVERTITA la teleologia, l’umanità si è consunta in un fenomeno “esiziale”: la “noia” esistenziale, quel “tedium”, quell’accidia descritta da San Tommaso (“Acedia… est quaedam tristitia, qua homo redditur tardus ad spirituales actus propter corporalem laborem “, Summa teologica, I 63 2 ad 2).

Epifenomeni noti a tutti:

il consumo degli ansiolitici;

bacco, cannabis, coca e venere;

i lettini degli psicoterapeuti;

la “peste” (taciuta) dei suicidi;

l’insopportabilità di stare soli;

la frenesia degli intrattenimenti;

l’evasione dal proprio luogo;

l’incapacità di “disconnettersi” dal cellulare;

etc.…

Quando?

Quando è accaduto?

Con il “benessere materiale”. Quando si pativa la fame e le città e i borghi non avevano fognature si costruivano cattedrali con guglie desiderose di cielo e vetrate desiderose di luce. Ai crocevia c’erano tabernacoli e croci. Si pativa tanto (pesti, guerre, carestie, cerusici segavene…) ma si fissava lo sguardo verso l’alto, si anelava.

Con la prosperità le chiese hanno perso guglie, campane e campanili, ai bivi si leggono indicazioni turistiche e la massima aspirazione degli uomini è “godere” ora e qui.

 

Dove?

Dove il decesso?

Nel ventre molle del pianeta Terra cioè nel saziato, opulento, convulso Occidente. Paradiso ricercato, “desiderato” di paesi più o meno vicini.

Perché?

La risposta darebbe il modus e il movente dell’assassinio per acciuffare e condannare il colpevole e i complici.

Ma gli investigatori inutilmente interrogano i passanti. Quasi tutti frettolosi passanti che non voglio fastidiose “domande”, non vogliono essere distolti dal loro frenetico “fine” quotidiano.

È anche inutile chiedere agli “esperti”, agli “intellettuali laici” ed ai “dottori del clero”.

I primi hanno abbandonato la Filosofia della Storia ed i secondi la Teologia della Storia. Entrambi “appiattiti” sul contingente, sul presente, sui mezzi innalzati a fini non vedono al di là del proprio naso e rispondono con argomenti psico-socio-economici.

Esempi di “riduzione/deviazione/scambio dei fini”?

I “dottori del clero” – investiti dalla valanga dell’indifferentismo religioso – invece di “restaurare i fini perduti”, nel 1960/70 si concentrarono sui “mezzi”, convocarono un Concilio “pastorale” e vararono una nuova liturgia. Il fiasco è noto a tutti.

Cupio dissolvi. Oggi la pedagogia soteriologica degli “apostoli” pastori è l’“atterraggio” dalle cose “celestiali ed eterne” ai fini di progetti temporali: salvare il pianeta, riempire di cibo gli stomaci, “accoglienza”, “rispetto umano”… (Per non farci venire un travaso di bile sorvoliamo sull’insistita legittimazione morale degli amori di amorini e cittadine di Lesbo). In una parola è l’umanizzazione della religione, la dottrina della corporalità.

 

Chi il mandante dell’omicidio?

Chi sono stati i killers?

Questo cronista s’è dato una “risposta” ma non la scrive.

Non la scrive:

Perché nella nostra civiltà “aperta” ogni uomo è veridico (cioè veri…dico) e pertanto non deve intralciare le “verità” degli altri.

Perché da tempo ormai l’Argentina è terra di saggezza. In un famoso tango argentino (“Cambalache”) si canta cosí: “…Vivimos revolcaos en un merengue, y en el mismo lodo todos manoseados….¡Todo es igual! ¡Nada es mejor! Lo mismo un burro que un gran profesor.” (Viviamo il caos in una meringa e tutti barcolliamo nello stesso fango…. Tutto è uguale! Niente è migliore! Un asino vale tanto quanto un gran professore).

 

Vivete lieti.

§§§




Ecco il collegamento per il libro in italiano.

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6 commenti

  • Pater Luis Eduardo Rodríguez Rodríguez ha detto:

    Csrissimo grazie. Una vero LECTIO MAGISTRALIS. Sempre La ricordo nella mia preghiera.

    13 anniversario prima trovai a quello, oggi impostore di questo COLPO DI STATO VATICANO, berORGOGLIO ICEberg, a Buenos Aires.

    https://m.youtube.com/watch?v=Q-k43JQFU_g

    ET EXPECTO TRIMPHUM CORDIS IMMSCULATI MARIÆ.

  • PRASSITELE ha detto:

    Circa il perché: qualcuno, un filosofo scomparso poco più di un anno fa, individuava la patologia nel “tramonto degli immutabili”, cioè nella rimozione di tutto ciò che costituisce al contempo un punto di ancoraggio e un limite alla volontà di potenza. In questa prospettiva orientare l’esistenza a un fine equivale, sì, a conferirle un saldo punto di riferimento, ma anche a fissarle un limite.
    Il cosiddetto “magistero liquido” di papa Checco e del suo corteggio è ascrivibile alla medesima dinamica (autodissolutoria, ma questa è altra faccenda).

  • PRASSITELE ha detto:

    Senza nulla togliere a san Tommaso, che a differenza dei suoi numerosi idolatri era una mente notevolissima, il metodo ricordato da Antonio Cafazzo fu codificato da Marco Tullio Cicerone oltre un millennio prima di Tommaso (che infatti lo riprende dal grande oratore). Per rendere la formula più facilmente memorizzabile, Cicerone l’aveva organizzata nel seguente esametro: QUIS QUID UBI QUIBUS / AUXILIIS CUR QUOMODO QUANDO (chi, cosa, dove, con quali mezzi, perché, in che modo, quando?).

  • Il Matto ha detto:

    “Sai perché succedono i disordini? Perché c’è sempre qualcuno che li prevede!”

    Dal film “Il commissario Pepe”.

    Confesso che questa frase mi ha colpito molto profondamente, confermandomi che essere Matto è l’unica via di salvezza.

  • GINO ha detto:

    Un asino vale tanto quanto un gran professore.
    Questa profezia l’ ha scritta Malachia? Sotto gli ultimi due tondi (non c’è bisogno di dire dove) : Colui che sostituì il professore.

    • PRASSITELE ha detto:

      Chi vorrebbe un impieguccio
      Chi una cattedra ed è un ciuccio.
      (Jacopo Ferretti, nella “Cenerentola” di Rossini)