Glorifica Dio, Insegna la Verità, Salva Anime, Crea Santi: i Doveri della Chiesa.

10 Luglio 2021 Pubblicato da

Marco Tosatti

Carissimi Stilumcuriali, un caro amico del nostro blog ci offre – e lo ringraziamo di cuore – la traduzione di un articolo molto interessante apparso su One Peter Five, un portale cattolico USA che ben conoscete. Buona lettura.

§§§

 

Gli scopi della nostra Chiesa locale

 

“Grida, non fermarti, alza la tua voce come una tromba e mostra al mio popolo le loro azioni malvagie”

(Isaia 58:1 [DRB]).

 

Una recente dichiarazione del Consiglio parrocchiale della Chiesa della Santissima Trinità nel Distretto di Columbia afferma in modo ottenebrato e truculento che la loro chiesa “non negherà l’Eucaristia alle persone che si presenteranno per riceverla”.

Ho scritto quanto segue al suo pastore, un sacerdote gesuita:

[30 giugno] – ricorrenza dei Primi Martiri di Santa Romana Chiesa 

Buongiorno, padre Gillespie:

Il pastore, come a vostra conoscenza, è responsabile davanti a Dio della salvezza delle anime a lui affidate. Tale responsabilità include, naturalmente, l’educazione morale dei parrocchiani e la volontà di farsi avanti, come sacerdote (e pastore) di Cristo, rifiutandosi di pensare e di agire per la causa del male ed entro di essa, o di intimidirsi quando altri lo pensano e lo attuano.

Il nostro pensiero, infatti, deve conformarsi alla Santa Eucaristia (CCC #1327, Rm 12,2), non contaminarla accettando consapevolmente e volontariamente l’accoglienza spudorata di Nostro Signore da parte di coloro che pubblicamente e insistentemente si fanno beffe dell’insegnamento immutabile della Chiesa (che è l’insegnamento di Cristo).

L’annuncio del Vangelo ci richiede (cfr Eb 12,12) di dire la verità con coraggio e con amore, e non di ricercare la popolarità (cfr, ad es. Gv 12,43 e Gal 1,10). 

Caro Padre, incoraggiare, in qualsiasi modo, chi compie, o applaude, alla mostruosità morale dell’aborto è un male grave: è sacrilegio, ed è scandalo.

Per favore, padre, risponda alla triste domanda del salmista:

Chi sorgerà per me contro i malvagi? Chi starà con me contro i malfattori?” (Sal 94,16), rispondendo da sacerdote di Cristo: «Eccomi, Signore. Manda me [come tuo fedele testimone sacerdotale contro lo sterminio di massa degli innocenti]”.

Possano i Primi Martiri di Santa Romana Chiesa pregare per voi e per tutti coloro che vi sono affidati.

In Cristo,

Il diacono James H. Toner

Padre Gillespie non ha risposto alla mia email.

Se dovessi parlare con questo parroco e il suo consiglio parrocchiale (della cui educazione morale padre Gillespie è responsabile, anche se con scarso successo), potrei ricordargli Jacques Maritain, che ci ammoniva dall’inginocchiarsi davanti al mondo – e il vescovo Fulton Sheen, che ci ricordava che “La cosa peggiore del mondo non è il peccato; è la negazione del peccato da parte di una falsa coscienza”.

Se ascoltiamo Maritain e Sheen, siamo ben istruiti e saggiamente formati sui pericoli della mondanità e sulla relativa cura: una coscienza cattolica debitamente formata (vedi CCC #1713-1714, 1733, 1740). 

Alla Holy Trinity Catholic Church nel Distretto di Columbia, troviamo questa dichiarazione di missione: “Siamo una parrocchia cattolica gesuita che accoglie tutti per—Accompagnarsi l’un l’altro in Cristo, celebrare l’amore di Dio e trasformare la vita”.

Questo linguaggio e la piattaforma progressista da cui si sviluppa possono contribuire a realizzare una coscienza cattolica adeguatamente formata? Quella chiesa – e la sua arcidiocesi – avranno autentici pastori per guidarli, custodirli e governarli, o ci sono solo quelli che “si prendono cura di se stessi ma non pascolano mai le pecore”? (Ezechiele 34:2; cfr. 2 Pietro 2:1, Giuda 1:4).

——–

Alcuni anni fa, mi sono lamentato, con gentilezza, facendo presente al nostro pastore che la “dichiarazione di missione” della parrocchia suonava più come una autopromozione, da verbosa pubblicità commerciale di una società, che un meticoloso compendio di ciò che la Chiesa cattolica ha essenzialmente predicato dalla sua fondazione da parte di nostro Signore. Un’indagine su tali “dichiarazioni di missione” (soprattutto nelle autoproclamate “comunità di fede” – piuttosto che nelle “chiese cattoliche”) suggerisce un problema diffuso: l’accento è spesso posto sull’orgogliosa autocelebrazione e sulla teologia orizzontale (“È tutto su di noi !”) piuttosto che sul nostro sacro dovere di adorare Dio, adempiere fedelmente e preservare le responsabilità dottrinali a noi affidate (2 Tm 1,13-14, CCC #857).

Ho detto al mio pastore che potevo dargli una buona dichiarazione di missione parrocchiale in otto parole (“Glorifica Dio, salva anime, fai santi, insegna verità”).

Mi ha detto di scriverlo e darglielo, insieme a qualche “motivazione”. 

L’ho fatto, e alla fine abbiamo scelto sei parole che, di fatto, sono diventate la dichiarazione della missione parrocchiale.

La “motivazione” che ho offerto è stata successivamente stampata nel bollettino della chiesa. Ecco il testo completo di tutte e quattro le frasi:

Glorifica Dio. . .

Glorificare significa adorare. Dalle parole del Gloria: “Gloria a Dio nel più alto dei cieli e pace in terra agli uomini di buona volontà”. Queste parole, recitate in quasi ogni santa Messa, sono angeliche (cfr Lc 2,14). Lodano Dio Onnipotente e la preghiera di lode ci dice il Catechismo , “abbraccia le altre forme di preghiera e le porta verso [il Dio Uno e Trino]” (CCC#2639, #2789). Come cattolici, siamo incaricati di glorificare Dio con ciò che pensiamo (2 Cor 10:5), con ciò che diciamo (Ef 5:4) e con ciò che facciamo (Giacomo 2:17, 24). “Glorificare Dio” è una frase che incorpora i Dieci Comandamenti, le Otto Beatitudini e le opere di misericordia spirituale e corporale, invitandoci ad amare Dio e, in quello spirito di carità, a servire il prossimo. “Glorificare Dio”, inoltre, è una frase che comunica il nostro anelito a Dio (cfr Sal 63 e 42) e che annuncia pubblicamente il nostro desiderio, per grazia di Dio, di essere testimoni di Cristo ovunque siamo (cfr Mt 28 :20, Atti 1:8, Gaudium et Spes , #43, par. 4).

Insegna Verità. . . 

Laddove e quando il mondo secolare nega categoricamente la verità oggettiva, la Chiesa, come testimone di Dio, testimonia la verità e vuole che tutti la conoscano (cfr 1 Tm 2,4). 

La verità non è qualcosa; la verità è Qualcuno, che è Gesù Cristo, nostro divino Signore (Giovanni 14:6). 

“La Chiesa cattolica è, per volontà di Cristo, maestra di verità. È suo dovere proclamare e insegnare con autorità la verità che è Cristo e, nello stesso tempo, dichiarare e confermare con la sua autorità i principi dell’ordine morale che scaturiscono dalla stessa natura umana” (Dignitatis Humanae #14, CCC # 2105). Genitori (CCC#2223) e parrocchia insieme, quindi, devono insegnare la verità ed educare la coscienza, cosa «indispensabile per gli esseri umani che sono soggetti a influenze negative e tentati dal peccato a preferire il proprio giudizio e a rifiutare gli insegnamenti autorevoli» (CCC #1783) . La coscienza educata nella pienezza della verità “garantisce la libertà e genera la pace del cuore” (CCC #1784; #1696; #1742; #2526).

Salva anime. . . 

Il Concilio Vaticano II ci ha insegnato che “Tutta la storia dell’uomo è stata la storia di un aspro combattimento con le potenze del male . . . dall’alba della storia fino all’ultimo giorno” (Gaudium et Spes, #37, paragrafo 2). La “Preghiera di Fatima” ripetuta nel Santissimo Rosario chiede a nostro Signore di “salvarci dal fuoco dell’Inferno”. Il Canone Romano (Preghiera Eucaristica I) prega “che siamo liberati dalla dannazione eterna”. Allo stesso modo la Scrittura ci consiglia di operare la nostra salvezza «con timore e tremore» (Fil 2,12), non perché Dio ci abbandoni, ma perché noi abbiamo il potere disordinato di rifiutare la grazia di Dio e il Suo disegno di salvezza (Mt 7: 13, Rm 2:8, Fil 3:19, Ap 21:8). Come Andrea che portò Simone, poi chiamato Pietro, a Cristo, siamo incaricati di pensare, parlare e agire in modo tale che anche noi portiamo le persone a Cristo, che è il nostro Redentore. Come cattolici battezzati e cresimati, abbiamo «l’obbligo, e anche il sacro diritto, di evangelizzare tutti gli uomini» (CCC#848, #1122). Come ci insegna san Giacomo: «Chi convertirà un peccatore dall’errore della sua via, salverà l’anima sua dalla morte e coprirà una moltitudine di peccati» (5,20). Salus animarum suprema lex: la salvezza delle anime (non l’attivismo politico, economico o sociale) è la legge suprema (e il fine) della Chiesa (Vedi Canone 1752, CCC #849).

Crea [o rafforza] santi . . .

La Sposa di Cristo, la Chiesa (vedi CCC #796), non fa i santi; li riconosce e li sostiene. La clausola “confermiamo i santi” (cfr Fil 4,13; Col 2,8; Eb 12,12), quindi, significa che la Chiesa ci aiuta a crescere nella santità (cfr Lc 22,32), che a sua volta , significa “il possesso della grazia divina e . . . la pratica della virtù” (Padre John Hardon, SJ). Siamo chiamati ad essere santi in tutto ciò che facciamo (cfr 1 Pt 1,15), a formare le nostre coscienze alla luce della verità (CCC #1959, #2039), e a crescere nella virtù (Fil 4,8 , CCC # 1803), secondo il modello della santità, che è Gesù il Cristo (CCC#459). Come spiega sinteticamente san Paolo, Gesù «ha dato se stesso per noi, per riscattarci da ogni iniquità e formare un popolo puro, che Gli appartenga, zelante nelle opere buone» (Tt 2,14, 1 Gv 3,3). La Chiesa cattolica universale e, come parte della Chiesa cattolica universale, la nostra parrocchia, sono “totalmente ordinati alla santità delle membra di Cristo” (San Giovanni Paolo II, Mulieris Dignitatem, n. 27). Ci sforziamo, per grazia di Dio, di crescere nella fede, nella speranza e nell’amore (1 Cor 13,13; cfr Sap 8,7) perché siamo chiamati ad essere santi (Mt 5,48; Gd 3, CCC # 2842).

+++

Non c’è niente che sappia di pubblicità, commercio, mode o fantasie ideologiche, meteorologia militante (cambiamenti climatici) o ingegneria sociale. La “dichiarazione di missione” di una parrocchia dovrebbe essere radicata e fondata sull’incarico di nostro Signore agli Apostoli e a noi: “Andate dunque e ammaestrate tutte le nazioni, . . . insegnando loro ad osservare tutto ciò che vi ho comandato» (Mt 28,19-20; cfr At 1,8).

La radice del nostro problema morale contemporaneo sta in questo: non sappiamo più chi sono — anche confondendo maschio e femmina — perché non sappiamo più Chi siamo (1 Cor 6,19-20; Rm 14,8). O siamo di Dio (nell’originale è sottolineato “notare l’apostrofo” – in inglese è una evidenza della stretta appartenenza – N.d.T.); o pensiamo di essere dei (senza apostrofi e senza appartenenza se non a noi stessi – N.d.T.). Riconosciamo umilmente di essere fatti a immagine e somiglianza di Dio (cfr CCC #2333), oppure cerchiamo con prepotenza di fare Dio a immagine e somiglianza di noi stessi (cfr Gen 3,5; Is 14,14-15 , 2 Tess 2:4).

Il mondo secolare nega frequentemente e con veemenza Dio, rifiuta la verità oggettiva e ridicolizza le idee sia delle anime immortali che dei santi (cfr CCC #387). 

In questa dichiarazione di missione di sei (o otto) parole, una parrocchia testimonia che Dio esiste e che Lo adoriamo; che insegniamo la Verità di Cristo (il motivo per cui anche il sostantivo è in maiuscolo) – una Verità alla quale (a Chi!) dobbiamo conformarci (Romani 12:2); professiamo che le anime che rifiutano consapevolmente quella verità sono gravemente in pericolo (CCC #1696); e riconosciamo di essere chiamati, per grazia di Dio, ad essere santi (1 Cor 1:2, CCC #1695).

Quando diedi al mio ex pastore questa breve dichiarazione di missione, gli dissi che la nuova dichiarazione era “gocciolante di cattolicesimo” e che, proprio per questo motivo, poteva aspettarsi critiche da alcuni ambienti. (Questo è troppo spesso il mondo della vita parrocchiale di oggi.) Il nostro nuovo parroco, adottando anche lui la breve dichiarazione, in realtà l’ha blasonata sulle buste delle donazioni parrocchiali.

Questa dichiarazione di missione di sei o otto parole può essere interessante o utile. Se è così, gridalo con coraggio dai tetti (Mt 10:27, Lc 12:3). Si ricorda il versetto di Marco: “Se uno si vergogna di me e del mio insegnamento davanti a questa generazione adultera e peccatrice, allora il Figlio dell’uomo si vergognerà di lui quando verrà nella gloria del Padre suo con gli angeli santi” (8:38; Luca 9:26). Una dichiarazione della missione parrocchiale, e la sua giustificazione, dovrebbero testimoniare che questa particolare parrocchia è fermamente cattolica e che i suoi sacerdoti avranno il discernimento pastorale (Eb 5,14) e la virile forza d’animo (cfr Eb 12,2-3; Is 35 :3, CCC #1808) per proteggere l’Eucaristia da coloro che pubblicamente, con insistenza e orgoglio (Vedi CCC#1866) negano, insultano o ignorano il sacro e immutabile insegnamento della stessa Chiesa che ci offre il Corpo, il Sangue, l’Anima e la Divinità di Cristo Re.

Traduzione di Vincenzo Fedele

Il diacono James Toner

Il diacono James H. Toner (MA, William & Mary; Ph.D., Notre Dame) è professore emerito di leadership ed etica presso l’US Air War College, ex ufficiale dell’esercito americano e autore di numerosi libri, articoli, recensioni, e monografie. Ha insegnato a Notre Dame, Norwich, Auburn, alla US Air Force Academy e all’Holy Apostles College & Seminary. Ha collaborato a numerose rubriche per The Catholic Thing , Crisis Magazine , One Peter Five e The Wanderer, oltre a una miriade di periodici accademici e militari. Lui e sua moglie Rebecca hanno tre figli e undici nipoti.

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Ecco il collegamento per il libro in italiano.

And here is the link to the book in English. 

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3 commenti

  • Virro ha detto:

    Al diacono James Toner vorrei dire: resti fedele al suo coraggio,
    Non distolga lo sguardo da quei martiri di Roma che disprezzarono la propria vita per amore di quella Verità battesimale nella Chiesa Cattolica, es. S. Tarcisio accolito della chiesa di Roma e martire dell’Eucarestia
    Non si stanchi di chiedere a quel Gesù, che ha vinto la morte.

    Dopo 8 anni di supplizio, e bestemmie, ….i credenti fedeli al vero magistero della chiesa cattolica (al momento apparentemente impotenti), stanno recuperando forza e vigore perché la Potenza gli viene dall’Alto,
    la vittoria, in questa battaglia spirituale E’ e SARA’ di Gesù
    il Vero Dio

  • Vinfe ha detto:

    Purtroppo (o meno male) in Italia non è usuale che una Parrocchia espliciti la propria “mission”, anche perchè ogni Parrocchia dovrebbe avere lo scopo di divulgare il Vangelo di nostro Signore per salvare le anime e testimoniare il Verbo incarnato. Purtroppo (o meno male) perchè dalle mie parti, cioè nella realtà piemontese, ci sarebbe da piangere, visti tutti i tentativi di buttarla sul ridere in modo sguaiato. Si va dalle affermazioni di don Fredo Olivero che, invece del Credo, nella Santa Messa fa proclamare la colonna sonora di “fratello sole sorella luna” perchè, come lui dichiara espressamente : “non ci credo”. Al suo parente Derio, nonchè Vescovo di Pinerolo, che per auto sponsorizzare la corsa carrieristica a sostituire Nosiglia come Arcivescovo di Torino evita di proclamare il Credo nella Santa Messa, per non dispiacere ai valdesi. Certo che se queste otto parole fossero le linee guida nelle nostre Parrocchie qualcosa cambierebbe. Concordo con il Sig. Luciano : proviamo ad inviarle ai nostri parroci. Male non faranno e forse qualcosa potrebbe cambiare o almeno qualcuno potrebbe rifletterci sopra, con il rischio di iniziare a diventare cattolico.

  • Luciano Motz ha detto:

    Dovremmo tutti impegnarci a passare questa lectio magistralis del diacono James H. Toner a tutte le parrocchie italiane e per prima alla nostra parrocchia d’appartenenza e invitarle ad attuarla, perché credo che nessuna abbia adottato una dichiarazione di missione simile a questa e che, tantomeno, la stiano praticando.
    Purtroppo, non ci sono solo i cardinali Cupich, Gregory e Tobin, come scrive mons. Viganò, a essere indegni di celebrare la santa Messa. Da tempo mi chiedo com’è stato possibile che un santo papa, Giovanni Paolo II, abbia nominato prima vescovo e poi cardinale un eretico, se non apostata, come Walter Kasper e come questo cosiddetto teologo abbia potuto insegnare, così come il suo maestro Karl Rahner, che è riuscito addirittura a far inserire le sue eresie nei documenti del Concilio Vaticano VII. Considerati tali precedenti, non possiamo meravigliarci se oggi le parrocchie, ma direi l’intera Gerarchia, salvo poche eccezioni, hanno scordato l’obbligo di adoperarsi per salvare le anime insegnando la verità.