El Caminante: il Nuovo Superdogma della Chiesa Cattolica (Irrilevante).
12 Maggio 2021
Marco Tosatti
Cari amici e nemici di Stilum Curiae, un amico del nostro blog, A.C. ha letto questo articolo su El Caminante, e l’ha tradotto per condividerlo con noi. Lo ringraziamo di cuore, e vi auguriamo una buona lettura.
§§§
Quis ut Deus?
Penso che siamo tutti consapevoli che stiamo vivendo in tempi storici che annunciano un profondo cambiamento d’epoca, e non a causa del coronavirus, perché ci sono state centinaia di pandemie nel corso della storia, e quando accadono, le cose rimangono più o meno le stesse. Molto più grave e determinante di un virus è il profondo cambiamento che ha avuto luogo nella Chiesa cattolica, che può provocare modifiche molto più grandi e radicali.
Ciò che sta accadendo in Germania, secondo me, non è altro che l’epifenomeno di ciò che sta accadendo nel profondo di tutta la Chiesa, e le dichiarazioni che i tedeschi stanno apertamente declamando le sottoscriverebbero nel profondo del loro cuore una buona maggioranza di vescovi, sacerdoti e fedeli.
Una lunga intervista rilasciata dal cardinale Müller, [qui richiama l’articolo apparso il 6 maggio u.s. proprio su Stilum Curiae] in cui descrive la situazione in Germania, serve a dimostrare il fenomeno di cui parlo. Siamo di fronte a una Chiesa, anche in Argentina, in Spagna e in tutto il mondo, che ha rinunciato alla pretesa di verità e di essere l’unica che possiede la verità della rivelazione, e che si guarda bene dal presentarsi con questi titoli, per non essere lapidata nelle piazze dei media.
La Chiesa, in pratica, si è ridotta all’etica sociale e al sentimentalismo religioso, e l’unica legittimità che accetta è quella che viene dall’interno di ogni cattolico (perché un prete dovrebbe negare la comunione a un adultero se lui, nel suo intimo, sa di essere giustificato nelle sue azioni)?
Una tale Chiesa è condannata all’irrilevanza sociale, ed è quello che sta succedendo. Bouyer, diversi decenni fa, rideva con scherno dei cattolici che correvano ad abbracciare i nemici della fede, professando la loro modernità, ampiezza di vedute e fraternità universali, e tutto ciò che ottenevano era derisione e disprezzo, la stessa derisione e disprezzo che Papa Francesco e altre figure ecclesiastiche come lui ricevono oggi.
In pochi decenni, la Chiesa cattolica ha cessato di essere e di pretendere di essere una religione soprannaturale ed è diventata una religione civile, che ha negoziato tutto per ottenere l’accettazione del mondo.
Quando un papa dà pubblicamente la comunione a un protestante – come i tedeschi faranno apertamente tra pochi giorni – sta mettendo in discussione la necessità della grazia; quando bacia, prega e firma accordi con un musulmano, sta disconoscendo la fede nel Dio trino e la divinità di Gesù Cristo. E quello che Francesco ha fatto ultimamente, e quello che Paolo VI e Giovanni Paolo II, entrambi apparentemente santi, avevano anche fatto con variazioni non molto pronunciate, è condiviso senza dubbio dalla grande maggioranza del clero e dei fedeli.
Siamo di fronte a una Chiesa diluita, il sale che ha perso il suo sapore e non è più utile se non per essere gettato sulla strada e calpestato dai passanti (Mt 5,13).
Con l’arrivo di Bergoglio al soglio di Pietro, si è imposto in modo magistrale – e sottolineo questo carattere affermato dallo stesso pontefice – un principio che il marxismo e tutto il progressismo avevano utilizzato negli ultimi decenni: la realtà si impone e i principi devono cedere ad essa.
Questo è il nuovo superdogma.
L’ideale è il celibato sacerdotale, la castità coniugale e la continenza nei giovani, ma la realtà è che i sacerdoti rompono spesso i loro voti, e la castità è poco o per niente osservata negli altri stati di vita. Quindi, questa “realtà della vita” deve essere imposta ai principi, che dovranno rinunciare alle loro pretese. Nel migliore dei casi, rimarranno come ideali ai quali ognuno si avvicinerà nella misura delle sue possibilità.
Questa è la nuova morale cattolica e la teologia morale insegnata nella maggior parte dei seminari cattolici. Ed è, in fondo, una rinuncia alla fede in Gesù Cristo. Egli è il liberatore dal peccato, dalla morte e dal diavolo. Non ha risposto alla “realtà della vita” del divorzio, che era comune al suo tempo, o all’invidia dei farisei, o alla violenza dei romani, con il conformismo, né ha suggerito il discernimento, né ha preteso un “cambiamento di paradigma” nella fede di Israele. San Paolo non si è fermato a rispettare i “progetti di vita comune elaborati da due persone dello stesso sesso che sono adulti nella fede”, ma ha gridato a gran voce: “Non lasciatevi ingannare: né gli immorali, né gli idolatri, né gli adulteri, né gli effeminati, né gli omosessuali erediteranno il Regno di Dio” (I Cor 6,9).
Ho detto all’inizio che stiamo di fronte a un nuovo scenario che richiede necessariamente nuove misure. E non mi sembra che riusciamo sempre in questa impresa. A volte, come conservatori, cerchiamo di applicare le strategie e gli argomenti che erano più o meno efficaci nei secoli precedenti e che ora non hanno più alcun peso, almeno non per essere esercitati in prima linea nella battaglia.
Dopo la Riforma protestante e dopo la Rivoluzione francese, cioè dopo il sovvertimento dell’ordine religioso e politico, si poteva fare apologetica della nostra fede facendo riferimento, per esempio, alle “ragioni di credibilità della Chiesa”, tra le altre, la “santità dei suoi membri”, ma a cui, dopo gli scandali degli ultimi tempi, non crede nessuno e che non provano assolutamente nulla. E non possiamo più argomentare contro il divorzio, l’omosessualità e persino l’aborto appellandoci alla legge naturale, perché nessuno accetta l’esistenza della “natura”, tanto meno di una legge che viene da essa. Impugnare le armi dell’apologetica del XIX secolo è una perdita di tempo, e questo non significa che abbiamo esaurito gli argomenti. Siamo semplicemente sordi e incapaci di ascoltare e comprendere questi argomenti.
Secondo me, è arrivato il momento di considerare l’ultimo e fondamentale argomento: Ciò che Dio vuole anche se la “realtà della vita” è diversa.
Dio non vuole l’adulterio, né la fornicazione secondo o contro natura, né il furto o la menzogna. Questa è la Sua Volontà, chiaramente espressa nella Rivelazione attraverso la Scrittura e la Tradizione, ed è nostro obbligo obbedire ad essa, sapendo che questa obbedienza ci renderà liberi.
È, in fondo, la tentazione primordiale, quella di voler essere come gli dei, di voler stabilire noi stessi le regole. Proprio come molti possono sostenere che tutti hanno il diritto di ricostruire la propria vita dopo un matrimonio fallito, o che hanno il diritto di amare chiunque indipendentemente dal suo sesso, e che ogni disposizione contraria è arbitraria, anche Adamo ed Eva avevano il diritto di contestare l’arbitrarietà di non poter mangiare dal famoso albero delle mele, essendo solo un altro albero nel giardino dell’Eden. Era la volontà di Dio: Lui, perché è Dio, aveva deciso che quell’albero non doveva essere mangiato; e perché è Dio, aveva deciso anche la proibizione dell’adulterio e della fornicazione in tutte le sue varianti. E noi dobbiamo solo dire: “Chi come Dio?”. Quis ut Deus?
[Nota bene: molti diranno che questa è una risorsa tipica del volontarismo scotista. Non è la mia intenzione e lo chiarisco nel post].
§§§
Ecco il collegamento per il libro in italiano.
And here is the link to the book in English.
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Tag: el caminante, the wanderer
Categoria: Generale
Oggi Il Pontefice Regnante ha sfoggiato nella Piazza di SanPietro – in occasione delle udienze all’aperto – la sua nuova tiara.
https://gloria.tv/track/njLcFGpT8spW12FneaLXcnb1d
Ha visto il terribile commento di 57 minuti fa ? E’ di un sud americano che dice : ¡Por Dios!, ¡¿Qué es esto?! Haciendo el ridículo como siempre. ¡Qué pena y qué vergüenza!
Ancora sull’Udienza Generale di questa mattina.
Dopo la prima esternazione il Papa elogia il coraggio di Mons. Sapienza che ha organizzato l’incontro e ai presenti dice : Grazie per la vostra presenza e la vostra visita.
Dire “grazie” ormai è diventato talmente abituale per le persone cosiddette “beneducate” che più nessuno si rende conto che col suo “grazie” rafforza uno specifico comportamento della persona che viene ringraziata. Dire “bravo” , “grazie” , “bene” ad una persona che ha soddisfatto convenientemente una nostra richiesta non è soltanto un atto di buona educazione ma è anche un modo per assicurarci un’alta probabilità che in futuro a quella nostra richiesta l’altra persona risponda in modo ugualmente se non anche più soddisfacente.
Nel caso specifico quel grazie ha un chiaro significato.
Sinceramente non mi lascio più toccare dalle sue confessioni, specie quelle riguardanti la “libertà” ritrovata al di fuori di “gabbie” che gli impedirebbero quell’abbraccio di cui non può fare a meno, come ebbe a rilevare il suo spin doctor, p. Spadaro. Sbaglierò, ma mi sembra che alcuni soggetti, che si sentono ingabbiati persino in dimore da loro stessi scelte e preferite ad altre, siano sostanzialmente prigionieri dei loro limiti che impediscono agli stessi di respirare a pieni polmoni.
Ciò premesso, mi ha lasciato perplessa il titolo ad effetto di un articolo on line che ha ripreso uno spezzone di una frase tratta dalla catechesi odierna che qui ripropongo.
«Chi vuole pregare deve ricordarsi che la fede non è facile, e qualche volta procede in un’oscurità quasi totale, senza punti di riferimento. Ci sono momenti della vita di fede che sono oscuri e per questo qualche Santo li chiama: “La notte oscura”, perché non si sente nulla. Ma io continuo a pregare».
Certo: soltanto un (finto) tondo potrebbe credere che la fede sia un cadeau da riporre nel portagioie e sfoggiarlo quando è (d’) uopo e un soggetto incapace di apprezzare il valore del dono ricevuto aspettarsi che tutto gli sia dovuto per il semplice fatto di poterne disporre a suo uso e consumo. Non riesco proprio a capire il senso di quel «senza punti di riferimento». È la prima volta che sento parlare di una fede che “procede” senza tali “punti”, anche se si è precisato “qualche volta”.
A me risulta che la fede abbia – eccome! – punti di riferimento chiari e ben precisi. Certamente difficili da riconoscere in situazioni di caos totale e in assenza di “guide” che riescano ad illuminare l’oscurità che avvolge perennemente un percorso di vita spirituale, di per sé non certo facile come una scampagnata… Ma forse è solo mio il limite nella comprensione di certe catechesi e nuovi… intendimenti…
Lucida radiografia della “religiosità” attuale.
Ma forse la frase più realistica è:
“Siamo di fronte a una Chiesa diluita, il sale che ha perso il suo sapore e non è più utile se non per essere gettato sulla strada e calpestato dai passanti (Mt 5,13).”
Proprio così. “Sale calpestato dai passanti”.
Se ne accorgono tutti meno gli “abitanti” della Casa. Ignorata dal “popolo”, sbeffeggiata anche dagli amici tedeschi, snobbata dai “poteri” secolari. Non conta NULLA. Non serve per andare lassù. Non serve per convivere alla meglio quaggiù.
Sale calpestato dai passanti.
Se ne accorgono tutti meno gli “abitanti” della Casa.
Normale. La puzza non la notano quelli che ci vivono dentro assuefatti all’aria viziata che respirano. La notano quelli che aprono la porta e vi si affacciano.
L’ha confessato lui stesso stamattina all’udienza generale :
-Sono contento di riprendere questo incontro faccia a faccia, perché vi dico una cosa: non è bello parlare davanti al niente, a una telecamera.-
Questo cosa significa ? Che lui ha fame di popolarità, che ciò che rinforza i suoi comportamenti è la presenza della gente, l’applauso, l’elogio e l’approvazione del popolo. Non è l’affermazione solenne e implacabilmente martellante della Verità una e immutabile del Dio che non vuole che il suo popolo ne abbia altri. Non è questo ciò che gli interessa.
” E quello che Francesco ha fatto ultimamente, e quello che Paolo VI e Giovanni Paolo II, entrambi apparentemente santi, avevano anche fatto con variazioni non molto pronunciate… ”
Condivido l’avverbio “apparentemente”.
Prima di tutto grazie a la A. C. per la traduzione di questo articolo e a Marco Tosatti per averlo postato.
Vado punto per punto con le mie riflessioni immediate durante la lettura:
1.
La Chiesa che ha rinunciato alla pretesa di verità e di essere l’unica che possiede la verità della rivelazione, e che si guarda bene dal presentarsi con questi titoli, per non essere lapidata nelle piazze dei media è la chiesa che rinuncia alla Verità Rivelata, quindi allo Spirito Santo, sostituendolo con lo spirito dell’inganno, spirito di questo mondo e del suo principe a prezzo di 30 denari della accettazione mondana, che non ha nulla a che fare con la Verità Rivelata, non solo con la Persona dello Spirito Santo, ma con Dio Trino ed Uno. E questo è il peccato contro lo Spirito Santo.
2.
La Chiesa, in pratica, si è ridotta all’etica sociale e al sentimentalismo religioso, e l’unica legittimità che accetta è quella che viene dall’interno di ogni cattolico (perché un prete dovrebbe negare la comunione a un adultero se lui, nel suo intimo, sa di essere giustificato nelle sue azioni)?
A proposito di questo punto dico che la legittimità dell’azione non viene dall’interno di ogni cattolico, ma dalla Legge di Dio. Poi noi non siamo giustificati per i nostri sentimentalismi con i quali giustifichiamo il peccato per rimanerci dentro di esso, ma dal denunciare il peccato vedendolo per ciò che è nella Verità. Solo allora avremo la forza necessaria a sradicarlo ed essere giustificati dal male commesso. Giustificazione è per il peccatore che da fede alla Parola di Dio e si converte, e non per iI peccatore che giustifica il proprio peccato con propri e altrui sentimentalismi. Se cerchiamo ed accettiamo la giustificazione umana, non aspettiamoci quella Divina! Ogni uomo è giustificato per la Fede, la Fede nella Parola Rivelata e non nelle sentimentali credenze populiste!!!
3.
…. la Chiesa cattolica ha cessato di essere e di pretendere di essere una religione soprannaturale ed è diventata una religione civile, che ha negoziato tutto per ottenere l’accettazione del mondo.
E direi a questo punto che la Chiesa Cattolica con ciò ha gettato le perle sotto ai piedi dei maiali, ha dato le sue Cose Sante ai cani. Ha rinnegato Dio per cenere, si è prostituita con il mondo…
Non è più sale della Terra.
4.
Quando un papa dà pubblicamente la comunione a un protestante – come i tedeschi faranno apertamente tra pochi giorni – sta mettendo in discussione la necessità della grazia; quando bacia, prega e firma accordi con un musulmano, sta disconoscendo la fede nel Dio trino e la divinità di Gesù Cristo. E quello che Francesco ha fatto ultimamente….
E questo non è tutto: sta aprendo alla legge Zan prima ancora del governo. E lui il condottiero che anticipa gli eventi dei cambiamenti e li giustifica. Così come aveva anticipato con la chiusura delle Chiese, mentre erano aperte le palestre.
Ora, come nel caso di vaccini con feti barbaricamente uccisi per la produzione di essi, dove la gente risponde: “il papa ha detto che è etico e che si deve vaccinare”, lo diranno oggi i simpatizzanti della legge Zan che il papa ha dato la sua benedizione, quindi di cosa parliamo???
5.
….la realtà si impone e i principi devono cedere ad essa.
Questo è il nuovo superdogma.
La realtà è che la chiesa di oggi ha rinnegato Dio, ha rifiutato la Luce, e quindi barcollerà nelle tenebre… e le tenebre saranno grandi e sempre più profonde. E non si può parlare degli ideali dove si diluisce la Fede. Ideali in quel caso vanno a farsi sciogliere del tutto.
6.
Prendendo in considerazione tutto ciò mi viene spontaneamente a mettere in luce a cosa portano le frasi tipo: “chi sono io per giudicare” come quella pronunciata da Francesco già all’inizio del suo pontificato. Pontefice… ponte, verso altro mondo, altre realtà, altra religione…….. ma senza il Dio Vero, dove ognuno diventa Dio di se stesso.
7.
E per ultimo voglio fare una considerazione su Colui che trattiene. Molti si chiedono chi è Colui che trattiene. Molti credono che si tratta di amatissimo papà Benedetto XVI. Lo pensavo pure io. Ma credo profondamente che si tratta di Spirito Santo. E tutti sappiamo che il papa legittimamente scelto viene con intervento dello Spirito Santo che lo accompagna nel suo papato.
Questa è la guerra dei Spiriti e come citato sotto, Quando sarà tolto chi finora trattiene la manifestazione dell’uomo iniquo, e con ogni sorta di empio inganno per coloro che non hanno accolto l’amore della verità per essere salvi.
2 Tes. 2, 1-12.
1 Riguardo alla venuta del Signore nostro Gesù Cristo e al nostro radunarci con lui, vi preghiamo, fratelli, 2di non lasciarvi troppo presto confondere la mente e allarmare né da ispirazioni né da discorsi, né da qualche lettera fatta passare come nostra, quasi che il giorno del Signore sia già presente.
3Nessuno vi inganni in alcun modo! Prima infatti verrà l’apostasia e si rivelerà l’uomo dell’iniquità, il figlio della perdizione, 4l’avversario, colui che s’innalza sopra ogni essere chiamato e adorato come Dio, fino a insediarsi nel tempio di Dio, pretendendo di essere Dio.
5Non ricordate che, quando ancora ero tra voi, io vi dicevo queste cose? 6E ora voi sapete che cosa lo trattiene perché non si manifesti se non nel suo tempo. 7Il mistero dell’iniquità è già in atto, ma è necessario che sia tolto di mezzo colui che finora lo trattiene. 8Allora l’empio sarà rivelato e il Signore Gesù lo distruggerà con il soffio della sua bocca e lo annienterà con lo splendore della sua venuta. 9La venuta dell’empio avverrà nella potenza di Satana, con ogni specie di miracoli e segni e prodigi menzogneri 10e con tutte le seduzioni dell’iniquità, a danno di quelli che vanno in rovina perché non accolsero l’amore della verità per essere salvati. 11Dio perciò manda loro una forza di seduzione, perché essi credano alla menzogna 12e siano condannati tutti quelli che, invece di credere alla verità, si sono compiaciuti nell’iniquità.
8.
Quindi ricordiamo il giorno nel quale Francesco benedisse apertamente il peccato che è abominio agli occhi di Dio.
Può darsi che il cambiamento in atto, volenti o nolenti i protagonisti, laici o ecclesiastici che siano, riguardi proprio il MODO DI PROPORSI della Chiesa cattolica con la “pretesa di verità e di essere l’unica che possiede la verità della rivelazione”, modo necessariamente fondamentalista che si ripercuote sui suoi fedeli (ma neanche tutti), i quali, sentendosi dalla parte della verità ritengono di dover essere essi stessi dei fondamentalisti, possessori automatici della verità.
Il modo soggettivo scandalistico di porsi dei fondamentalisti cattolici, sempre pronti a scagliare la prima pietra, è indice della decadenza della Chiesa stessa dovuta all’oblio in cui è caduta, tanto nei laici quanto negli ecclesiastici, quella che un tempo veniva chiamata la “via purgativa”, cioè la via ascetica della profonda riforma di sé, indispensabile alla “via illuminativa” e, finalmente, alla “via unitiva”.
Non altrimenti si spiega la profluvie di denunce e proteste (peraltro legittime e anzi doverose) dal cui parossismo scandalistico e giudicante, però, trapela abbastanza chiaramente quella che si potrebbe definire DISTRAZIONE, vale a dire una deviazione dell’attenzione dalla riforma di sé agli errori degli altri. Classico, al riguardo, il riferimento alla trave e alla pagliuzza, anch’esso obliato.
E’ dal singolo che parte il bene per la comunità (la quale di per sé non esiste), e se la Comunità cattolica è ridotta com’è ridotta, ognuno dovrebbe chiedersi qual è stato il suo contributo pensando alla vicenda del fariseo e del pubblicano, anch’essa caduta nell’oblio, dato che i pubblicani, neanche a dirlo, sono sempre gli altri.
“E noi dobbiamo solo dire: ‘Chi come Dio?’ Quis ut Deus?”.
Può darsi che, molto facilmente e senza saperlo, il fondamentalista risponda: io!
Enrico Nippo, con tutto il rispetto e nella sincera volontà di un franco dialogo: credo Lei parta da un concetto errato, cioè quello di credere che la chiesa e chi per essa se afferma di essere depositaria della verità ha un atteggiamento fondamentalista. Questa è una visione filosofica e entro questa il Suo scritto non fa una grinza. Ma il Cristianesimo cattolico non è una filosofia e non è una religione. La Verità del cattolicesimo non è una costruzione filosofica è una persona: Gesù Cristo, Dio incarnato, morto e risorto. Tacciare di fondamentalista chi è custode di questa Verità e chi cerca, pur nelle mille contraddizioni, di seguirla e di difenderla, significa distruggere la verità stessa, negare Cristo, costruire una realtà filosofica che sarà inevitabilmente superata. Significa negare la soprannaturalità della Verità e la sua oggettività. Il solo fatto che la verità coincida con Cristo non ha bisogno di fondamentalismi o cose simili, ha bisogno di ricerca e di adesione. Il resto appunto è pensiero. Umano, troppo umano. Che oggi la chiesa gerarchia e popolo nella sua parte maggiore abbia, più o meno scientemente, abrogato il cattolicesimo e ridotto il cristianesimo a pensiero, è innegabile.