Ratzinger: Chi nega Validità all’Elezione del Papa è Fuori della Chiesa Cattolica.

10 Maggio 2021 Pubblicato da

Marco Tosatti

Cari amici e nemici di Stilum Curiae, nelle settimane passate avete letto e discusso vigorosamente e appassionatamente il tema certo affascinante dei due papi in Vaticano. Pubblichiamo questo contributo, che ci ha inviato il dott. Carlo Schena, scritto da Robert Siscoe e John Salza, che offre ulteriore materia di riflessione. Buona lettura.

§§§

Benedetto XVI: “Chi dice che sono ancora il Papa è fuori dalla Chiesa”

Quanto segue è tratto da un articolo che può essere letto in lingua originale qui.

Nel 1998, il cardinale Ratzinger (futuro Papa Benedetto XVI), in qualità di Prefetto della Congregazione per la Dottrina della Fede, pubblicò una Nota Illustrativa alla Professio fidei (Professione di fede) del 1989. In questo commento, proprio l’uomo che secondo fra’Bugnolo [e Cionci, NdT] è ancora il vero Papa spiega che la legittimità di un’elezione papale (che la Chiesa accetta come legittima, come nel caso di Papa Francesco), deve essere ritenuta de fide, sulla base del infallibilità del Magistero della Chiesa. L’argomentazione teologica di Ratzinger è coerente, ovviamente, con quella del Berry, del Tanquery, del Van Noort, di Giovanni di San Tommaso e di ogni altro teologo che ha affrontato l’argomento (ne elenchiamo 40 sul nostro sito web) .

La Professio fidei del 1989 comprende tre categorie di verità: (a) dogmi, (b) dottrine insegnate definitivamente dalla Chiesa (ma non definite come formalmente rivelate) e (c) dottrine insegnate in modo autorevole, ma non definitivo, dal Magistero. Nella Nota, il cardinale Ratzinger spiega la natura dell’assenso dovuto alle verità contenute in ciascuna delle rispettive categorie, e descrive le conseguenze del non prestarvi l’assenso richiesto. La legittimità di un’elezione papale rientra nella seconda categoria, come fatto dogmatico. Ecco come il cardinale Ratzinger descrive la seconda categoria di verità:

“La seconda proposizione della Professio fidei afferma: <Fermamente accolgo e ritengo anche tutte e singole le verità circa la dottrina che riguarda la fede o i costumi proposte dalla Chiesa in modo definitivo>.

L’oggetto che viene insegnato con questa formula comprende tutte quelle dottrine attinenti al campo dogmatico o morale, che sono necessarie per custodire ed esporre fedelmente il deposito della fede, sebbene non siano state proposte dal magistero della Chiesa come formalmente rivelate.

Tali dottrine possono essere definite in forma solenne dal Romano Pontefice quando parla «ex cathedra» o dal Collegio dei Vescovi radunato in concilio, oppure possono essere infallibilmente insegnate dal magistero ordinario e universale della Chiesa come “sententia definitive tenenda”. Ogni credente, pertanto, è tenuto a prestare a queste verità il suo assenso fermo e definitivo, fondato sulla fede nell’assistenza dello Spirito Santo al magistero della Chiesa, e sulla dottrina cattolica dell’infallibilità del magistero in queste materie”.

La nota prosegue spiegando precisamente quali verità sono contenute nella seconda categoria e (avete indovinato) vi include la legittimità dell’elezione di un Papa:

“Le verità relative a questo secondo comma possono essere di natura diversa e rivestono quindi un carattere differente per il loro rapportarsi alla rivelazione. Esistono, infatti, verità che sono necessariamente connesse con la rivelazione in forza di un rapporto storico [c.d. “fatti dogmatici”] […] Con riferimento alle verità connesse con la rivelazione per necessità storica, che sono da tenersi in modo definitivo, ma che non potranno essere dichiarate come divinamente rivelate, si possono indicare come esempi la legittimità dell’elezione del Sommo Pontefice […]”.

E qual è la conseguenza del negare una verità di questa seconda categoria? Spiega il cardinale Ratzinger:

“Chi le negasse, assumerebbe una posizione di rifiuto di verità della dottrina cattolica e pertanto non sarebbe più in piena comunione con la Chiesa cattolica” (sottolineature e grassettature aggiunte).

Quindi, secondo il commento ufficiale alla Professione di Fede del 1989, emesso dal Cardinale Ratzinger come Prefetto della Congregazione per la Dottrina della Fede, chi rifiuta di dare un assenso definitivo alla legittimità dell’elezione del Sommo Pontefice è colpevole della negazione di una dottrina cattolica, e quindi non è più “in piena comunione con la Chiesa cattolica” o, detto diversamente, si è da sé tagliato fuori dalla Chiesa.

Inutile dire che non viene fatta eccezione alcuna per coloro che rifiutano un’elezione che la Chiesa ha accettato come legittima sulla base delle loro speculazioni personali circa dimissioni forzate, conclavi irregolari, interpretazioni private del diritto canonico e simili. Questo perché l’accettazione da parte della Chiesa della legittimità di un’elezione è un atto infallibile. Se il Magistero accetta l’elezione come legittima, questa deve essere definitivamente ritenuta legittima sulla base dell’infallibilità della Chiesa.

Così, la teoria sponsorizzata da fra’ Bugnolo secondo cui l’abdicazione di Benedetto non è stata accettata da Cristo perché ha usato una parola sbagliata (ministerium invece di munus), e il suo conseguente rifiuto della legittimità dell’elezione di Francesco, è un rifiuto di quanto la Chiesa ha definitivamente proposto come materia di fede, e che è necessario “per custodire ed esporre fedelmente il deposito della fede”.

Fra’ Bugnolo sembra non capire che così come Cristo è la causa efficiente che rende un uomo il Papa, unendo la forma (Papa) alla materia (uomo), così pure è Lui la causa efficiente che rende il Papa non più tale, se questi abdica, separando la forma (Papa) dalla materia (uomo). Cristo non è vincolato da leggi ecclesiastiche umane. Nessun tecnicismo legale può impedire a Cristo di separare un uomo dal papato, specialmente se il Papa ha convinto l’intero mondo cattolico delle sue dimissioni, e poi se ne è stato a guardare in tutta tranquillità la convocazione di un nuovo conclave e l’elezione di un nuovo papa. Tutti gli argomenti canonistici del Bugnolo presuppongono che Cristo sia vincolato dalla legge ecclesiastica umana, e ognuno di essi, teso a provare che l’abdicazione di Benedetto non fu accettata da Cristo, sono smentiti dal “fatto” (fatto dogmatico) che l’elezione di Francesco è stata accettata dall’intera Chiesa, nei giorni, settimane e mesi successivi.

Francesco è il Papa che la Chiesa si meritava, ed è il Papa di cui la Chiesa aveva bisogno per svegliare i fedeli addormentati. E ora sono svegli. Basta guardare alla reazione al recente e vile scandalo della Pachamama e confrontarla con la sostanziale “non-reazione” all’incontro di preghiera di Assisi del 1986 promosso da Giovanni Paolo II (incontro nel quale, tra le altre cose, una statua di Budda fu posta su un altare Cattolico) – che fu uno scandalo e un sacrilegio ancora più grave.

§§§




Ecco il collegamento per il libro in italiano.

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137 commenti

  • don Sandro ha detto:

    Mi permetto di obiettare all’ultima affermazione. Se in un incontro ecumenico di preghiera si mette una statua di una divinità in evidenza, non mi crea grande problema, neanche se è su un altare.
    La scandalosa preghiera inginocchiati, di preti, vescovi e cardinali davanti ad una statua pagana in Vaticano, mi crea invece qualche problemino! Forse mi sbaglio!

  • Veronica Cireneo ha detto:

    Sarei curiosa di sapere se l’illustre sconosciuto, mia ignoranza, autore dell’articolo: indossa la mascherina, si sottopone regolarmente a tamponi, se sia o no favorevole al “vaccino” con feti abortiti o intenda seguire questo modello
    “Fra Alexis – Invito alla disobbedienza civile e alla lotta nonviolenta.” su YouTube
    https://youtu.be/a36vdkR9zDs

  • Veronica Cireneo ha detto:

    Nominare Mario Bergoglio insieme a fra Alexis È UNA BESTEMMIA.

    Ecco cosa succede a riconoscere papa legittimo un bestemmiatore.
    Sì diventa come lui.

    Che sia papa o no, chi ama Cristo non vuole avere niente a che fare nemmeno con i papolatri.

    A ciascuno il suo

    • Luciano.M ha detto:

      Cara Veronica, la “PAPOLATRIA” è stata da sempre il vizio principale della Chiesa Cattolica Romana. Oggi viene a galla semplicemente perchè oggetto di questo culto idolatrico è un sedicente papa, apostata e bestemmiatore.

  • Paolo, da Padova ha detto:

    Mi pare che le osservazioni di Robert Siscoe e John Salza siano ineccepibili, purché – s’intende – l’elezione sia valida. Ora noi sappiamo che vi sono più elementi per sospettare che il conclave del 2013 sia invalido a norma delle disposizioni emanate da san Giovanni Paolo II. Il punto è qui. Chi vuole difendere la verità affronti dunque la questione della validità canonica del conclave (e prima ancora delle dimissioni di Benedetto XVI). Non è con le scomuniche “inaudita altera parte” che si risolvono i dubbi, né pubblicando articoli senza diritto di replica.

  • Salvatore Clemente ha detto:

    Ma come è possibile stabilire che un’elezione papale del 2013 secondo Ratzinger sia valida perché l’ha scritto nel 1989? Che cos’è un viaggio nel tempo? Quando per giunta Ratzinger era ancora cardinale. Mi sembra assurdo. Lo si può accettare se l’avesse scritto dopo il 2013, ma avendolo scritto più di 20 anni prima, credo che non abbia nessun senso. Povero Tosatti, la facevo più intelligente.

  • Pompeo ha detto:

    Amici, sarò una voce che grida nel deserto, ma potete darmi una risposta alla domanda, che continuerò a chiedere, ma che fino ad ora inevasa: “OGGI”, “ATTUALMENTE” chi è il VESCOVO DI ROMA? Una domanda molto semplice. Andrea Cionci, mi rivolgo a lei, ma anche a Marco Tosatti, e ai tanti dotti “d’Israele”. Sapete scivere libri e articoli di giornali, quindi sarà semplice rispondere a quanto chiedo. Sarò in umile attesa.

    • Alessandro ds ha detto:

      Bergoglio perché sono presunte valide: (preso direttamente dal manuale di Diritto Canonico con “imprimatur e supervisione del tribunale vaticano antecedenti alle dimissioni di Benedetto” che ho sotto gli occhi, perché sono uno studente della Chiesa che studio Diritto e sul manuale c’è scritto esattamente come si devono affrontare dimissioni come quelle di Benedetto:
      ( fai bene attenzione ai rimandi fra Can.188, 126, 144 che vanno letti è interpretato insieme)

      Can. 188 – La rinuncia fatta per timore grave incasso ingiustamente, per dolo o per errore sostanziale, oppure con simonia, è nulla ipso iure.
      “Sono pertanto nulle le rinuncia determinate:”
      – Da violenza fisica: can 125 com.1
      – Da errore sostanziale: can. 126 ( importante il rimando al Can. 126)
      – Da solo sostanziale , tale cioè che causi un errore sostanziale.
      – Simonia a chiunque debba essere attribuita, al titolare, all’Autorità o a estranei:
      Fino a quando la Simonia non viene provata e accertata tutti gli atti che compie il simonia con sono considerati validi in virtù della can. 144 ( supplet Ecclesia)

      CAN. 126 – l’atto posto per ignoranza o per errore, che verta su ciò che ne costituisce la sostanza, o che ricada in una situazione “sine qua non” È nullo; negli altri casi è valido, tranne che sia disposto diversamente dal diritto, ma l’atto determinato da ignoranza o da errore può dar luogo all’azione rescissoria a norma del diritto.

      “L’ignoranza e l’errore”
      Per concetto di ignoranza e di errore, a cui è equiparata l’in avvertenza, l’atto che segue può essere “nullo oppure valido è rescindibile”

      1 – NULLO, se l’ignoranza o errore verrano su un elemento essenziale dell’atto (ignoranza ed errore sostanziale o o statico) o ricada in una condizione “sine qua non” ( considerato anche questo errore sostanziale)
      Esempi:
      – se una persona crede di firmare una semplice lettera, e sottoscrive invece un testamento.
      – se intende comprare il fondo A, e poi si trova ad aver acquistato il fondo B.

      2 – VALIDO, per se, negli altri casi ( errore accidentale), tranne che sia disposto diversamente dal diritto; ma Rescindibile mediante azione rescissoria a norma del diritto.
      Esempi:
      – la rinuncia a un ufficio ecclesiastico, determinata da errore sostanziale: CAN. 188
      – il matrimonio in casi determinati: CAN. 1097-1099, l’ignoranza circa la natura del matrimonio può pregiudicare il consenso matrimoniale can 1096.

      Nel frattempo chi lo sostituisce ha piena potestà e nel caso l’atto trovasse applicazione rescissoria ogni atto che il suo successore non legittimo ha posto viene ritenuto valido in virtù del CAN. 144 (supplet Ecclesia) che attenzione: non sana un atto invalido in se e non da nessuna potestà d’ufficio, ma solo nel momento che viene posto diventa valido in virtù si una “delega legale” Solo per atti esecutivi e non giudiziari o legislativi e comunque non conferisce nessun titolo e nessuna potestà oltre all’atto.

      Spero di essere stato esaustivo, l’errore di Benedetto viene considerato un errore accidentale, un piccolo cavillo fra Ministero e Ufficio che è considerato errore accidentalee quindi è la rinuncia è valida.

      Tuttavia, il Conclave è invalido a causa dell’eretico è scomunicato Card. Walter Kasper che non è un vero Cardinale è che non poteva entrare in Conclave, e anche lui agisce legalmente tramite (supplet Ecclesia), ma per entrare in Conclave bisogna avere la pietà potestà e titolo da Cardinale legittimo che lui invece non ha.

    • Andrea Cionci ha detto:

      Se ne fossimo sicuri non staremmo qui a discutere. Le riporto una ricostruzione possibile, ma l’idea se la deve fare lei https://www.liberoquotidiano.it/articolo_blog/blog/andrea-cionci/26807576/papa-benedetto-xvi-possibile-ricostruzione-piano-b-dimissioni.html

      • Andrea Cionci ha detto:

        Ah, siamo agli errori di stampa. Una declaratio scritta in due settimane e passata al vaglio della Segreteria di stato. Così come gli errori di latino non hanno importanza. Il rite manifestetur è acqua fresca. Il canone 14? E il fatto che abbia annunciato le dimissioni alle 17.30 e non alle 20.00 pure non conta niente. Ma comunque alla fine conta l’applausometro come dicono Siscoe e Salza… Insomma, mi sembra che siamo oltre il ridicolo…

        • Alessandro ds ha detto:

          La legge è quella, capisco che possano esistere leggi che non Condividiamo e a volte leggi ingiuste o strane, ma la legge rimane la legge.il caso di Benedetto rientra nei casi dell’errore che però considera valido l’atto.
          Ha letto bene cosa dice il manuale di Diritto Canonico?
          Dice che è valida la rinuncia per quella semplice parola sbagliata fra Ministero è muneri, fra funzione è ufficio, o fra incarico è ufficio, viene considerato.
          Tutto il resto sono congetture è dietrologie che non trovano spazio in un Aula di tribunale.
          Le dico questo a malincuore, perché io amo Benedetto.
          Lei non pensa che se la teoria dell’errore volontario per far saltare il banco fosse valida, dopo ben 10 anni sarebbe già accaduto? A maggior ragione perché Benedetto è vecchio è ogni giorno. Potrebbe essere l’ultimo. Non crede che avrebbe già impugnato?

          • Andrea Cionci ha detto:

            e lei che ne sa che non lo farà o che non abbia lasciato un testamento bomba?

  • GIOVANNI BERTOLLI ha detto:

    Alcune domande: quando viene scritto che “l’accettazione da parte della Chiesa della legittimità di un’elezione è un atto infallibile. Se il Magistero accetta l’elezione come legittima, questa deve essere definitivamente ritenuta legittima sulla base dell’infallibilità della Chiesa.” si sta facendo riferimento a quanti Papi? Uno, due, tre, o chi si vuole far eleggere si metta in coda….???Ma di quale Chiesa e Magistero ordinario si fa riferimento circa il riconoscimento dell’elezione? Quello dei cardinali e vescovi che fanno le processioni in San Pietro con le statue Sudamericane? oppure del magistero delle benedizioni degli LGBT? oppure di quelli che fanno speculazioni monetarie e compravendite di immobili lussuosi nelle vie di Londra? In quanto battezzati siamo liberamente “vincolati” al rispetto del codice di diritto canonico. Giusto? Oppure le criticità che ci sono nei casi di scioglimento dei vincoli matrimoniali possono considerarsi delle mere “interpretazioni private del diritto canonico e simili”. Ma il dott. Tosatti & amici si rendono conto delle contraddizioni in cui cadono? Ma di quale rifiuto della dottrina Cattolica si fa riferimento? Della stessa che professa ad esempio il Card Burke e poi si presenta in un fantomatico collegio cardinalizio ad eleggere un suo confratello alla sede Vescovile di Roma? O di quei vescovi che prima si inchinavano a baciare la mano del Bergoglio di turno e poi si nascondono e gli scrivono dietro di ogni…..ma per piacere…..ma siate seri….

  • Luciano M. ha detto:

    “Francesco è il Papa che la Chiesa si meritava, ed è il Papa di cui la Chiesa aveva bisogno per svegliare i fedeli addormentati. E ora sono svegli. Basta guardare alla reazione al recente e vile scandalo della Pachamama e confrontarla con la sostanziale “non-reazione” all’incontro di preghiera di Assisi del 1986 promosso da Giovanni Paolo II (incontro nel quale, tra le altre cose, una statua di Budda fu posta su un altare Cattolico) – che fu uno scandalo e un sacrilegio ancora più grave.”
    Devo dire che raramente nella mia vita ho letto un sofisma così spudorato. Quindi, riassumendo, UN PAPA SAREBBE INFALLIBILE ANCHE QUANDO SBAGLIA” e aggiungo “quos Deus perdere vult dementat prius”. Auguri.

    • Andrea Cionci ha detto:

      Non solo quando sbaglia, ma anche quando non è papa validamente eletto. Siamo sulla luna.

      • Alessandro ds ha detto:

        Sig. Cionci, purtroppo le dimissioni di Benedetto sono considerate valide dal Diritto Canonico, perché per un semplice errore si presumono valide, ho il libro di Diritto canonico con il manuale che illustra alla perfezione la situazione delle dimissioni di Benedetto XVI e come si applica la legge in quella occasione.
        Se proprio vuole trovare una “vera” Invalidità deve puntare sul fatto che il Card. Kasper non è un vero Cardinale, può solo compiere “atti” Per via della legge “supplet Ecclesia” Che tutela i fedeli, ma non ha la potestà dell’ufficio, e per entrare in Conclave e votare serve la piena potestà dell’ufficio.
        Il Conclave può essere impugnato per questo.

        • -AG-TA- ha detto:

          “purtroppo le dimissioni di Benedetto sono considerate valide dal Diritto Canonico, perché per un semplice errore si presumono valide ”

          Non è così semplice. Non è solo questione di terminologia o errori di latino nella declaratio. Se fosse solo questo si tratterebbe solo di un cavillo giuridico e ci si potrebbe anche passare sopra.
          Ma non è solo questo. La ‘rinuncia’ non può essere considerata come separata dal contesto, dalla situazione. Le minacce precedenti e il comportamento successivo di Benedetto XVI sono elementi chiave.
          Se Benedetto XVI avesse deciso di rinunciare al papato per motivi di vecchiaia o altro (senza minacce e situazioni strane), se ne fosse andato normalmente e fosse tornato cardinale senza fare nulla di strano (es. vestito bianco, dichiarazioni ambigue, benedizioni papali) allora la questione dei termini e degli errori di latino sarebbe interpretabile come semplice errore formale, non così rilevante.

          Il punto è che la rinuncia di Benedetto XVI è invalida a livello pre-giuridico, metafisico. Il diritto canonico, il livello giuridico è subordinato alla realtà metafisica (atti di volontà, poteri, aspetti spirituali).
          Se un papa fa una rinucia del genere: ‘rinuncio, ma rimango sempre papa’, ‘non rinuncio all’essenza del papato, ad essere papa, agli aspetti spirituali’, e poi continua a fare cose da papa è chiaro che non si tratta di una rinuncia al papato.

          Il papato ovviamente non è fatto per poter essere mantenuto rinunciando a fare il papa. Chi vuole essere papa e rinuncia a fare il papa o a fare cose essenziali sta rinunciando al papato.

          Quindi ci sono due possibilità:
          1- restare papa ma con rinuncia all’esercizio di alcune funzioni (es. governo) tramite la delega a un subordinato, che non è papa.
          2- rinuncia forzata all’esercizio di alcune funzioni (es. governo) perché impossibilitati a farlo da impedimenti esterni (es. esilio, prigionia, …).

          L’UNICA possibilità per Benedetto XVI di essere ancora papa è quindi l’invalidità della rinuncia associata a una condizione di costrizione/prigionia/oppressione. Benedetto XVI fa una finta rinuncia al papato, dichiarando di mantenere gli aspetti spirituali perché concretamente impedito a esercitare altre funzioni. E qui sta l’inganno alla mafia di San Gallo.

          Un Benedetto XVI che invece vuole rimanere papa ma riconosce come papa Bergoglio o pensa che ci siano due papi non è possibile: in questo non è più papa, perché ha rinunciato al papato nel momento in cui ne falsifica l’essenza.

          Tutti gli elementi che Cionci analizza nei suoi articoli (comportamenti strani di Benedetto XVI) non sono minimamente spiegabili se si presuppone un Benedetto XVI che veramente rinuncia al papato e veramente riconosce Bergoglio come papa.
          Chi sostiene la vulgata ufficiale non riesce a spiegare il vestito bianco, le continue contraddizioni di Benedetto XVI, gli atti papali.
          Le sole spiegazioni possibili, oltre a quella del Piano B (Cionci) sono:
          -Ratzinger è impazzito, dice e fa cose a caso.
          -Ratzinger non ha mai avuto una concezione vera del papato e quindi non è mai stato papa, ma ha accettato una sua invenzione, un papato finto divisibile in due e che é mantenuto anche dopo la rinuncia.

          Per concludere: non sono esperto di diritto canonico e quindi non posso dire precisamente se ha ragione Fra Alexis (canone 332,2 mi sembra) o lei (manuale di diritto canonico). Quello che è certo è che il livello ontologico è più importante e non può essere invalidato da quello giuridico (canonico). Se una cosa è invalida a livello base nessun elemento giuridico può renderla valida.
          Se una casa non esiste perché non ci sono i mattoni per farla un avvocato può tirare fuori quanti atti e documenti vuole per dire che la casa c’è e ha due piani, ma questo non cambia la realtà. Il livello ontologico è il pre-requisito per quello giuridico.

          La rinuncia di Benedetto XVI non può essere quindi liquidata come un semplice errore superficiale, ignorando inoltre la situazione concreta e gli eventi.

          • Andrea Cionci ha detto:

            Un’eccellente disamina, mi complimento. L’unica cosa che devo contestare è la possibilità che BXVI contempli due papi, perché ha sempre detto che il papa è uno solo, anche se non ha mai spiegato quale.

          • -AG-TA- ha detto:

            Risposta a ANDREA CIONCI (13 Maggio 06:05)
            La ringrazio. Quanto alla terza ipotesi (Ratzinger antipapa inventore del papato emerito) è una posizione molto forzata e poco plausibile, ma paradossalmente molto più verosimile della narrazione ufficiale.
            E’ basata principalmente sulle dichiarazioni di Ganswein (papato condiviso, ecc…) e sui primi anni dopo la rinuncia (compresenza mediatica dei due papi).

            Ci sono due possibili spiegazioni:
            La prima è Ratzinger ha inventato il doppio papato e poi Bergoglio temendo per una interferenza di governo lo ha fatto silenziare e gli ha fatto dichiarare che il papa è uno solo.
            Questa ipotesi però non riesce a spiegare molte dichiarazioni di Ratzinger (es. mancanza di talari nere), che dovrebbero essere per forza ricondotte a pazzia, superficialità, ecc…

            La seconda è che Ratzinger ha inventato il papato emerito come ‘mezzo papato’: il papa è uno (sottinteso: Bergoglio) ma a Ratzinger, il ‘papa emerito’, ex papa, rimangono delle facoltà papali.
            Anche qui varie cose non tornano minimamente.

            In sostanza la terza ipotesi ha una minima plausibilità ma è decisamente più sensata quella del piano B di Benedetto XVI unita alla precisazione che le dichiazioni di Ganswein attribuite a Benedetto XVI sono invenzioni per cercare di creare una continuità di governo e normalizzare una situazione anormale senza fare uno scontro frontale (es. costringere Ratzinger ad abbandonare elementi tipici del papato, come la veste bianca).
            Il papato emerito (inteso come papato a scadenza e ex papa che mantiene alcuni elementi papali esteriori) inoltre è una invenzione utile per trasformare il papato in una carica burocratica temporanea, come un presidente.

    • Andrea Cionci ha detto:

      Per Ag Ta : la questione della veste bianca l’ho trattata qui: https://www.liberoquotidiano.it/articolo_blog/blog/andrea-cionci/26620895/benedetto-xvi-veste-bianca-senza-fascia-mantella-perche.html

      In realtà lui non parla di talari nere ma dice che la cosa più pratica da fare era togliere due accessori alla veste papale. Questo è perfettamente coerente con l’ipotesi che lui si sia dimesso solo dal ministerium e che quindi sia ancora il solo papa privo di funzioni pratiche.

  • Pompeo ha detto:

    Amici cari, Andrea Cionci e illustri opinionisti, sono in attesa di una risposta a quanto chiesto. Possibile averla? Anticipatamente grazie.

    • Andrea Cionci ha detto:

      Ho già scritto sotto il mio commento…

    • Andrea Cionci ha detto:

      All’articolo hanno risposto in modo abbastanza diretto ed efficace molti commentatori. E’ chiaro che ci si riferisce a un’elezione valida, a seguito di una rinuncia valida. E qui i dubbi sono proprio sulla rinuncia. Comunque, se voleste approfondire, vi ho tradotto la replica scritta dall’avvocatessa Estefania Acosta, autrice del libro “Benedict XVI: pope emeritus?” che aveva già risposto nel dettaglio alla quaestio sollevata da Siscoe e Salza. Copio: ”

      Siscoe e Salza si rifanno alla dottrina della pacifica universalis ecclesiae adhaesio (accettazione pacifica e universale della Chiesa). Questa indica il fatto che se l’elezione di un dato papa non è immediatamente contestata (o, a contrario sensu, se è accettata dalla Chiesa nel suo insieme, sotto il criterio di un’unanimità “morale” e non necessariamente “matematica”), nel momento in cui tale elezione è resa nota, è un segno infallibile che tutte le condizioni canoniche necessarie alla sua validità sono state soddisfatte. Poiché l’elezione di Francesco non fu immediatamente contestata (a contrario sensu, fu accettata da tutta la Chiesa, per unanimità “morale”), si deve intendere che tale elezione era necessariamente valida.

      Replica. Anche se ammettessimo senza dubbio il carattere vincolante della dottrina in questione (pacifica universalis ecclesiae adhaesio), dovremmo dire che alcuni aspetti del suo contenuto sono evidentemente indeterminati e/o problematici e che, pertanto, la sua configurazione concreta nel caso di Francesco è assolutamente dubbia.

      In primo luogo, si potrebbe mettere in discussione il requisito che l’impugnazione di una particolare elezione papale debba avvenire “immediatamente” perché l’adhaesio possa essere esclusa. In effetti, una di queste questioni potrebbe essere legata al fondamento stesso offerto a questa dottrina da certi autori (cfr. mons. Van Noort) citati da alcuni dei suoi difensori, fondamento secondo il quale la legittimità infallibile dell’elezione di un Papa accettato come tale all’unanimità dalla Chiesa poggia sull’infallibilità stessa del Magistero universale e ordinario. Chiediamoci infatti: se, perché un dato insegnamento sia proposto come definitivo dal magistero universale e ordinario – cioè dai vescovi sparsi nel mondo, in comunione con il Papa – e poi sia ritenuto infallibile, è richiesto l’esercizio effettivo del pontificato, come si può negare che la configurazione della pacifica universalis ecclesiae adhaesio debba avvenire gradualmente, o pretendere, per escluderla, che la sfida all’elezione sia presentata istantaneamente? Sia l’adesione che il ritiro dei vescovi rispetto al magistero papale ammettono una gradualità.

      Un altro degli autori citati a sostegno di questa dottrina (cfr. il cardinale Journet) fa notare che essa opera sia negativamente che positivamente: sia perché la rispettiva elezione papale non viene immediatamente contestata, sia perché viene immediatamente accettata dai presenti e gradualmente dagli altri. Di fronte a questa affermazione, ci si potrebbe chiedere fin dall’inizio: perché la gradualità dovrebbe essere ammessa esclusivamente di fronte al modus positivo della dottrina? Cioè: perché la gradualità che si riferisce agli “assenti” dovrebbe essere presa in considerazione solo per l’accettazione dell’elezione e non per la sua contestazione? Poiché la contestazione e l’accettazione sono due facce della stessa medaglia, la gradualità o l’istantaneità dovrebbero applicarsi ugualmente ad entrambe.

      D’altra parte, nel caso specifico di Francesco, è stato detto che la sua legittimità è stata accettata “nelle settimane e nei mesi successivi alla sua elezione”, e che i dubbi sulla Mafia di San Gallo e le dimissioni di Benedetto XVI sono emersi solo l’anno successivo, o “molti mesi dopo”, cioè “troppo tardi” – in altre parole, è stato anche detto che “nessun cattolico ha obiettato all’elezione di Francesco fino a molto dopo”. Anche qui, quindi, possiamo sollevare delle domande: qual è il “limite di tempo” per le sfide? Chi lo determina e su quali basi?

      Inoltre, chi ha verificato, e come lo ha fatto, questa presunta assenza “assoluta” di obiezioni “opportune” all’elezione di Francesco? C’è stata una ricerca esaustiva sul web, una consultazione mondiale, una ricerca in tutti i paesi, in tutte le lingue, per concludere l’immediata accettazione unanime da parte della Chiesa della legittimità di Francesco? Coloro che affermano tale unanimità lo hanno davvero provato, era possibile provarlo, era possibile per loro provarlo?

      Ebbene, qui possiamo dire che i difensori della pacificazione, o non hanno sviluppato sufficientemente le loro ricerche o non hanno presentato la totalità dei loro risultati. È noto, infatti, che la sola Declaratio di Benedetto XVI ha cominciato a generare sospetti pubblici di invalidità – sospetti che ovviamente solleverebbero automaticamente un’ombra di illegittimità nei confronti dell’immediato “successore” nel pontificato – anche quando il conclave del marzo 2013 non aveva ancora avuto luogo, o quando il “pontificato” di Francesco non aveva ancora sollevato accuse per motivi sostanziali o di fondo. Inizialmente, questi sospetti erano essenzialmente legati a fattori di natura metafisica – od “ontologica” – “ecclesiologica”, o di fede, giuridica e linguistica, ma anche all’analisi degli elementi tipici della “dignità pontificia” che il dimissionario ha deciso di mantenere o adottare – come i titoli di Sua Santità e di Papa Emerito, e lo stemma – e della precisazione fatta dallo stesso Benedetto nella sua ultima udienza generale (il 27 febbraio 2013), nel senso che aveva rinunciato all’esercizio attivo del ministero – che differisce chiaramente dall’ufficio [incarico] (munus) o ufficio ecclesiastico (officium ecclesiasticum) di Romano Pontefice -.

      A prescindere dalle considerazioni che può meritare il fondamento di questi sospetti, ciò che è certo è che essi esistevano, prima e durante i mesi successivi al conclave, ed escludevano di per sé, in relazione a Francesco, la configurazione della pacifica universalis ecclesiae adhaesio.

      Ora, quante voci di rifiuto della legittimità dell’elezione di Francesco erano necessarie? Avvicinandosi al punto in modo più astratto, a cosa si allude quando, trattando dell’accettazione dell’elezione papale, si parla di “tutta la Chiesa”? Cosa significa, come riconoscere, l'”unanimità morale” della Chiesa in termini di tale accettazione? Se il criterio per identificare la configurazione della pacifica universalis ecclesiae adhaesio non è l’unanimità matematica, quale rilevanza va data all’aspetto quantitativo, o va considerato del tutto irrilevante? Inoltre, come si dovrebbe affrontare la questione dell'”unanimità morale” in tempi di apostasia diffusa, come quello attuale?

      In breve, la dottrina della pacifica universalis ecclesiae adhaesio solleva più domande che risposte, e in nessun modo può essere considerata, nelle attuali circostanze, come un ostacolo alle indagini canoniche sulla validità delle “dimissioni” di Benedetto XVI e della “elezione” di Jorge Mario Bergoglio al pontificato”.

      Estefania Acosta Ochoa

      • Alessandro ds ha detto:

        Sig. Cionci, questa “Acosta” Vaneggia.
        Non conosce assolutamente il Diritto canonico e fa ragionamenti fasulli, parla di cose futili come il calciomercato al Bar.
        Vuole la risposta a tutte le sue domande?
        Si compri il “Diritto canonico con commento giuridico pastorale” di Mons. Chiappetta con l’imprimatur della Santa sede. Le si aprirà un mondo e capirà che gente come la Acosta non è attendibile.

  • Gabriela Danieli ha detto:

    Articolo gravemente SCANDALOSO, perché il CATECHISMO della DOTTRINA CRISTIANA insegna che è grave peccato contro lo Spirito Santo IMPUGNARE la VERITÀ RIVELATA, PER SCANDALIZZARE i FEDELI, in questo caso, ESORTANDOLI a NON RICONOSCERE IL LEGITTIMO PAPA BENEDETTO XVI, MA L’IMPOSTORE.

    ◾Inoltre, ritengo sia una GRAVISSIMA BESTEMMIA contro Dio, l’impugnare il Magistero Infallibile della Chiesa per insinuare che Gesù Cristo ppdda aver tolto il PERENNE dono del MUNUS PETRINO A PAPA BENEDETTO XVI, che mai ha revocato, per darla ad un ERETICO, SACRILEGO, BESTEMMIATORE E IDOLATRA, attraverso la cui persona formare un UNICO CAPO e governare in MODO INFALLIBILE la Sua Chiesa.
    Purtroppo, sono sempre di più i fedeli che oggi diventano vittime di questi GRAVI ERRORI diffusi e propagandandati da una fascia SCISMATICA ed ERETICA di tradizionalisti, i quali, mi auguro, manco si rendono conto che stanno collaborando al diabolico piano distruttivo della chiesa, da parte della massoneria ecclesiastica, che da 8 anni ha usurpato la cattedra di Pietro.
    TREMENDA LA RESPONSABILITÀ DAVANTI A DIO DI COSTORO CHE SI RENDONO CORRESPONSABILI DELLA GRANDE APOSTASIA E SCISMA IN ATTO.

  • -AG-TA- ha detto:

    Nota sulla questione dell’antipapa.
    Bergoglio ha dimostrato di essere apertamente apostata e per negarlo bisogna o non sapere nulla di cosa ha fatto o negare l’evidenza.
    Di conseguenza è palese che non essendo cattolico non può essere papa, ma è antipapa. Costatare questa realtà evidente non equivale a fare una dichiarazione ufficiale, con autorità (perché non essendo vescovi non possiamo farla). Costatare la verità inoltre non nega la necessità di una dichiarazione ufficiale del fatto che Bergoglio sia antipapa.
    Ma l’assenza di dichiarazione ufficiale non è l’elemento che consente a Bergoglio di mantenere il papato o di essere cattolico. E’ un impostore non ufficialmente dichiarato dai vescovi (o meglio, solo dichiarato tale dai vescovi Gracida e Lenga).
    Una possibile obiezione è: ‘Bergoglio è antipapa, ma non potete dirlo apertamente e dovete comportarvi come se fosse papa fino a dichiarazione ufficiale’.
    Ormai la situazione è grave. I vescovi sono colpevoli di inerzia, aspettano che il problema venga risolto da un futuro papa e non vogliono agire. Aspettare una dichiarazione ufficiale in una situazione di pericolo così grave è una follia. Ormai il danno è fatto. Non si possono accusare di scisma i fedeli e i sacerdoti che costatando il vero si rifiutano di sottomettersi all’impostore, anche senza la dichiarazione uffiale di più vescovi. Questo perché la colpa non è dei fedeli che sono troppo temerari e non vogliono attendere i vescovi, ma dei vescovi che hanno mancato di agire. Se ci sono dei terroristi e l’esercito colpevolmente non interviene ancora non si possono incolpare le persone comuni e la polizia di cercare di difendersi come possono.
    Concludendo: Il fedele che afferma la presenza dell’antipapa sta dicendo semplicemente la verità, non sta facendo una dichiarazione ufficiale
    mettendosi al posto dell’autorità, né sta deponendo il papa.
    Sarebbe ottima una dichiarazione ufficiale (ad esempio, che Viganò e altri si uniscano a Gracida e Lenga contro l’antipapa) ma l’assenza di tale dichiarazione non è una legittimazione di Bergoglio nè una scusante per fare finta che sia papa.

  • Pompeo ha detto:

    Carissimi tutti, per favore mi fate sapere con certezza chi è “OGGI” il VESCOVO DI ROMA regnante? Attendo una risposta convincente. Grazie. Che il Signore ci benedica tutti e la Vergine Madre, che onoriamo in questo mese, ci accompagni e ci guidi a Lui.

  • Andrea C. ha detto:

    Un pensiero espresso dal Cardinal Ratzinger di 23 anni fa..
    Periodo in cui magari neanche immaginava le gravi tribolazioni che la Chiesa avrebbe dovuto affrontare nei decenni successivi..ed ecco che viene costruito un titolo ad arte: Benedetto XVI: “Chi dice che sono ancora il Papa è fuori dalla Chiesa”. Titolo fasullo e anche disonesto oserei dire..in quanto tutti sappiamo che la gente purtroppo si limita alla lettura dei titoli. E questo titolo sembra voler far credere che il Santo Padre abbia appena rilasciato questa dichiarazione.
    Dal lontano 1998 tante cose sono cambiate e tutti abbiamo sentito dalla bocca del Cardinal Ratzinger nella ben nota Via Crucis, denunciare la sporcizia nella Chiesa…e nella Messa di inizio del suo Pontificato chiedere l’aiuto del Signore affinché non scappasse difronte ai lupi.
    Ma di messaggi di questo tipo ce ne sono tantissimi.
    Trovo vergognosa la strumentalizzazione che qualcuno sta tentando di fare su una dichiarazione del 1998.

  • Enrico Nippo ha detto:

    Finalmente!
    Adesso sì che le la faccenda è chiarita!

    Dunque: il vero papa è … booh…
    Dunque: il Piccolo Resto è formato da … booh…

  • lepanto ha detto:

    E’ semplicemente vergognoso strumentalizzare il Papa Benedetto P.P. XVI quando ormai l’apostasia del falso papa argentino è stata acclarata .

  • Lacrima ha detto:

    Grazie Andrea Cionci per il suo contributo

  • Gaetano2 ha detto:

    Tutto corrisponde a quanto fu rivelato a Garabandal.
    Benedetto XVI sarebbe l’ultimo papa, poi la fine dei tempi (non la fine del mondo). Non so cosa possa significare, ma temo che sarà ancora peggio alla morte del Papa.

    • Luigi Dandolo ha detto:

      Concordo su Garabandal!
      Tempi è plurale di tempo!
      Dopo questo tempo di “Misericordia ” ci sarà il tempo della “Purificazione “. (3 giorni di pioggia di fuoco)
      Seguirà il tempo di pace che la Madonna ha detto che è venuta a preparare.
      La Madonna ” facciamo…a nostra immagine e somiglianza…” si comporta come ogni mamma che urla e strepita quando il proprio piccolo si avvicina ad una strada trafficata.
      Consacriamo la nostra vita a Gesù ( nostro Dio) e Maria (nostra dolcissima Madre)

  • Lorenzo Viola ha detto:

    Assolutamente non vedo nulla di strano. Oggi alle 1900 ci sarà la benedizioni al peccato di omosessualità. Badate che non ho nulla contro gli omosessuali come esseri. Se Jorge Mario sta zitto, io sono fuori da questa chiesa. Chiedo e prego a Dio un segno di cosa devo fare dopo domani. Di più non posso! Anche perché ho 50 anni e di castronerie ai papi be ho visto fare tante. Jorge Mario è un fuori classe!!!

  • FANTASMA DI FLAMBEAU ha detto:

    Canonisti, esperti di storia della Chiesa e giuristi eventualmente risponderanno nei relativi meriti (perché, a occhio, di cose da eccepire ce ne sarebbero una mezza montagna).
    Faccio solo osservare due contraddizioni grandi come una montagna intera.

    1. Buddha Assisi ’86 – pachamama/icona della madre terra (volutamente minuscolo per rispetto all’Originale, della quale dovrebbe prendere il posto nei piani degli sponsor di Bergoglio).
    Non lo metto tutto in maiuscolo, ma vorrei gridarlo a beneficio di orecchie e cervici evidentemente troppe dure: Giovanni Paolo II NON era presente, fu fatto a sua INSAPUTA, e si sarebbe fatto ammazzare piuttosto che intronizzare una statua pagana in San Pietro (va bene che siamo nei tempi delle guerre per l’erba verde e l’aritmetica da prima elementare, ma è tanto difficile vedere/capire la differenza? Che ad Assisi comunque, pur nell’ambiguità generale, le preghiere furono fatte sì con una intenzione comune -la pace- ma ciascuno secondo la sua confessione? “Up the line”: c’è tutta la differenza di questo mondo -e non solo- tra passare o no una linea rossa).
    Adesso chi ha almeno occhi vada a rivedersi Bergoglio sorridente, condiscendente e concelebrante (virgolette? fate vobis) con i suoi preti sederi all’aria davanti al priapo.

    2. “Vox populi vox Dei” e sensus fidei fidelium.
    Il Corpo mistico di Cristo non ha nulla a che fare con un corpo elettorale, né il Popolo di Dio con la democrazia o il democraticismo. Non più di quanto la Basilica del Santo Sepolcro/Chiesa della Resurrezione ha a che fare con il Pantheon di Augusto.
    A meno di non voler assimilare pubblicità/propaganda -vedi praticanti e aborto- all’azione dello Spirito Santo e i prodotti delle agenzie pubblicitarie ai doni dello Stesso.
    E qui mi fermo per non rischiare la blasfemia.
    Chiudo così: se a mia nonna analfabeta -che recitava le preghiere in latino, e non solo le capiva ma ci credeva pure- avessero mostrato o fatto sentire un centomillesimo del Bergoglio-magistero non avrebbe avuto bisogno di scomodare illustri teologi americani.

    «Dai loro frutti li riconoscerete. Si raccoglie forse uva dalle spine, o fichi dai rovi? Così ogni albero buono produce frutti buoni e ogni albero cattivo produce frutti cattivi; un albero buono non può produrre frutti cattivi, né un albero cattivo produrre frutti buoni.»
    (e un -vero- Pastore condurre al macello spirituale il suo gregge?)

    «Per questo Dio l’ha esaltato e gli ha dato il nome che è al di sopra di ogni altro nome; perché nel nome di Gesù ogni ginocchio si pieghi nei cieli, sulla terra e sotto terra; e ogni lingua proclami che Gesù Cristo è il Signore, a gloria di Dio Padre.»
    (il vaglio infallibile: rileggete il racconto dell’Anticristo di Soloviev)

    Nota personale: un pensiero affettuoso all’asino/a di Balaam. Se un paio d’anni fa mi avessero detto che avrei scritto certe cose… brutti tempi quando gli asini parlano al posto dei preti.
    (Per Cionci: dalle reazioni, pare che qualcosa si stia smuovendo davvero.)

    • Andrea Cionci ha detto:

      Bisogna continua serenamente a battere il martello incuranti delle sciocche ironie e delle indifferenze. Prima vi ignorano, poi vi deridono, poi vi combattono e alla fine…. si vince.

  • Carlo ha detto:

    Non è vero che tutta la Chiesa Cattolica ha accettato e riconosciuto Jorge Mario Bergoglio come legittimo Papa: è vero che il consenso di tutti i fedeli cattolici (dal più piccolo al più grande) è infallibile secondo la Chiesa Cattolica, ma mai c’è stato un tale consenso sulla validità dell’elezione di Jorge Mario Bergoglio a Papa!
    Inoltre il vero Papa è ancora Benedetto XVI in quanto non si è dimesso l’11 febbraio 2013 (infatti dopo tale data è rimasto Papa a tutti gli effetti) e poi il 28 febbraio 2013 non ha fatto alcunché che lo potesse far passare da essere Papa a essere ex-Papa. Di conseguenza Jorge Mario Bergoglio è ancora soltanto un Cardinale.
    Infine già da tempo si poteva facilmente inferire che il Cardinale Jorge Mario Bergoglio è caduto in eresia manifesta e molteplice.
    Potete trovare maggiori dettagli in quest’opera:
    Pace C. M., “Il vero Papa è ancora Benedetto XVI”, Youcanprint 2017:
    https://books.google.it/books/about/Il_vero_Papa_%C3%A8_ancora_Benedetto_XVI.html?id=v2EIDgAAQBAJ&redir_esc=y
    oppure:
    https://www.youcanprint.it/il-vero-papa-e-ancora-benedetto-xvi/b/5b2ae21f-3998-50ed-aa69-3b704c1cb93a

  • Alessandro ds ha detto:

    Dott. Tosatti, oggi non voglio provocare, le sa che io amo Benedetto XVI e credo fermamente che il conclave 2013 sia invalido ( e già lo dissi 1 anno fa argomentando la mia tesi, ma venni screditato ed essendo io ancora acerbo non potevo colmare giuridicamente molti vuoti che ora invece posso colmare e posso confermare e argomentare ancora meglio ciò che dissi 1 anno fa)
    Tuttavia purtroppo le dimissioni di Benedetto XVI sono “valide”, però possono essere impugnate, potrebbero essere impugnate per quella dicitura ministerium, anche se io credo che ufficio e Ministero sono sinonimi.
    Chi dice che le dimissioni sono invalide o nulle dice una gran cavolata, purtroppo non so come mandare una foto qui sul sito, altrimenti le manderei la foto della pagina interessata del manuale di Diritto Canonico dove spiega con precisione questo caso “ancora prima che succedesse il fatto”, le dimissioni di Benedetto XVI sono valide ma impugnabili, e nel frattempo Bergoglio è un Papà legittimo o comunque un reggente con la legge della ” Supplet Ecclesiae” Che tutela gli atti posti da un illegittimo in caso di errori.
    Se riesco le mando via mail la foto della pagina di manuale di diritto canonico dove viene insegnato ai canoni stilistici cosa fare nei casi di dimissioni fatte male ( le dimissioni sono nulle solo se uno pensa di firmare una cosa e invece gliene stanno facendo firmare un altra, per gli errori si “presume valido l’atto e si è tutelati dalla legge ” Supplet Ecclesiae”
    Tuttavia torno a ribadire che il Conclave è invalido per via della presenza di W. Kasper che non è un vero Cardinale e oggi più che mai ne sono ancora più sicuro e certo è posso argimentarlo 1000 volte meglio di come feci lo scorso anno, ma tanto non servirebbe, io non ho un nomE blasonato, voi vi inginocchiate solo a chi ha il nome.

  • Claudius ha detto:

    Di tutta questa storia, non ci si capisce piu’ niente. Troppa confusione, troppe opinioni contrastanti, troppo fumo.
    Sinceramente non so piu’ cosa pensare. Tutta questa storia non mi interessa piu’. La confusione non mi ha mai attratto.

  • Sergio Russo ha detto:

    Ottimo, se Cristo non è vincolato da leggi ecclesiastiche umane (come scrive Carlo Schena) quanto più ha valore dunque il Sensum Fidei dei credenti cattolici i quali, nella grande maggioranza vede Bergoglio come un impostore: il mercenario che non gli importa delle pecore… E ricordiamoci anche che Bergoglio è molto apprezzato dai lontani, e che tali sono rimasti!
    Ora, se proprio questi nemici della Chiesa, vengono a dire a noi, credenti, che dobbiamo riconoscere Bergoglio come papa, io personalmente… li mando a quel paese!
    E ricordiamo pure che un mistico ha detto che il falso papa si servirà dell’obbedienza per assoggettare i fefeli rimasti, e allora io dico a Bergoglio: proprio tu, che sei andato a onorare la tomba di don Milani (prete di dottrina assai dubbia) farò come questi e ti dico, con le sue parole, l’obbedienza non è più una virtù!!!

  • MASSIMILIANO ha detto:

    Si. Certo. Tutto molto bello. Però dott. Schena ci pensa lei a dire a Ratzinger che è ora di finire con questa “carnevalata” del vestito bianco…? Non capisco proprio questa fissazione del “decrepito” con il bianco! Alzheimer…? O no dott. Schena! Saluti.
    Massimiliano

    • Carlo Schena ha detto:

      Caro Massimiliano,
      Sarebbe proprio il caso! Ma se Ratzinger non ha ascoltato gli amici cardinali Pell e Brandmüller, che gli hanno giustamente consigliato di sbarazzarsi della talare bianca, non ascolterà certo un povero ignorante come me!

      • Paoletta ha detto:

        se Ratzinger non li ha ascoltati, avrà i suoi motivi…no?

      • Mac ha detto:

        Caro Sig. Schena la informo che esiste l’ironia!

        Se in 8 anni ( 96 mesi, 400 settimane ) a Roma nessuno è riuscito a trovare un abito “colorato” per Ratzinger non è colpa di un destino cinico e baro.

        Saluti.

  • MARASCIULO VITANTONIO ha detto:

    Ogni commento è portatore di verità che si fa in sintesi una sola voce: “papa” Bergoglio è il pontefice della falsa chiesa. Bergoglio è il “pontefice” che sta imprigionando lo Spirito Santo. Sta cambiando di significato la verità bimillenaria della Chiesa, come se Gesù Cristo non fosse divino. Non ho da avanzare nessun commento se non quello già espresso dalle autorevoli riflessioni, con l’aggiunta che la Chiesa cattolica, apostolica, romana sia stata finalmente posta davanti alla prova delle prove: la simultaneità di due papi, di cui uno è un bluff. Sia stata messa davanti a due voci: quella della zizzania, l’ultima “perla” al momento è l’articolo di Schena e chissà quanti altri troll usciranno col tempo allo scoperto e non c’è da meravigliarsi. E a voci contrarie, come sono evidenti i commenti e i pensieri dei tanti laici che cominciano a maturare da quale parte stia l’imbroglio. Gesù Cristo lo permette perchè si faccia finalmente pulizia nella Chiesa, giunta oggi sull’orlo del precipizio, I commenti a loro volta sono propedeutici a scoperchiare l’inganno. E a far maturare il frutto maligno così da distinguersi da quello genuino. Così da raccoglierà a tempo debito, e credo che stia arrivando il frutto buono da quello cattivo, la falsa chiesa e la vera Chiesa. E’ fin troppo chiara l’omertà assordante della gerarchia vaticana e degli organismi correlati che alla fine fanno il gioco del grano che si raccoglierà a tempo debito, (siamo prossimi). E ciò la dice lunga quanto sia grande la ciminiera da cui escono fumi nerastri. Di quanta sporcizia sia fatta oggetto la chiesa di Bergoglio. Per quanto riguarda papa Benedetto XVI, Ratzinger passerà alla storia come il papa martire, il Katecon, il san Tarciso. Il presente commento, stante all’evidenza dei fatti, non ha la pretesa di togliere il ruolo allo Spirito Santo che ha l’ultima parola in merito. Di cui i commenti che si leggono, compreso l’articolista, al quale va un sentito grazie per aver affinato la critica, sono un frammento con affaccio alla Chiesa di Cristo, sacrificio di espiazione e purificazione.

  • giorgio rapanelli ha detto:

    Perchè Benedetto ha lasciato il ponte di comando? Era ammalato? Era impazzito? E’ stato ricattato?
    Oppure, lui e Bergoglio stanno recitando un copione?
    Per intanto le truppe rimaste della Chiesa, messe su Mistero, non sanno più a che santo rivolgersi…

  • GINO ha detto:

    Ci siamo messi a fare titoli alla LIBEROQUOTIDIANO?

    • Roberto ha detto:

      Effettivamente…
      Sarà l’influsso di Cionci?

    • Andrea Cionci ha detto:

      Cari Signori, le vostre ironie da sacrestia sono abbastanza fuori luogo perché i fatti riportati dal sottoscritto su Libero non sono mai stati confutati da nessuno. Men che mai da voi. Saluti.

      • Sten ha detto:

        “fatti”???

      • GINO ha detto:

        Caro Andrea Cionci, la mia non è ironia verso di lei, che stimo, e sono “seguace” di don Minutella dal primo suo ruggito, la mia è ironia solo verso il titolo, che ha catturato la mia attenzione come se Benedetto XVI avesse parlato lo stesso giorno per mettere chiarezza e scomunicarmi. Invece dalla lettura dell’articolo si conferma che i bergogliani sono fuori dalla Chiesa.

  • Manuela ha detto:

    Riguardo a una possibile elezione di Scola, io e una mia amica, al tempo cielline, saremmo state ben felici dell’eventuale sua elezione, ma conoscendo le profezie mariane sapevamo bene che non poteva essere eletto lui. Come dice Sergio Russo, le profezie mariane aprono gli occhi e aiutano a leggere gli eventi, rivelando la realtà altrimenti oscurata da un velo.

  • Massimo ha detto:

    Paragonare la preghiera di Assisi alla processione della pachamama in San Pietro, percependo quali fossero le intenzioni sia di San Giovanni Paolo II e quelle di Bergoglio, penso che sia ingiusto e fazioso!!

    • Virro ha detto:

      Giovanni Paolo II ad Assisi,
      quel pomeriggio, in quella piazza (piena) c’ero anch’io,
      il cielo grigio e piovigginoso, ombrelli si aprivano uno dopo l’altro già ci si bagnava,
      qualcuno comincio a gridare “chiudete gli ombrelli”
      man mano che gli ombrelli si chiudevano, il cielo si apriva come un grande cerchio da cui uscivano raggi di sole .
      Il sole non solo ci illuminò come al mezzogiorno, ma tutti da bagnati fummo asciugati .
      All’elezione di Papa Francesco, un fulmine si manifestò sul cupolone di S. Pietro.

    • Bastian contrario ha detto:

      Già la preghiera di Assisi del 1986 era indicativa del fatto che si volesse negare la particolarità della Rivelazione cristiana per giungere ad una mescolanza di tutte le religioni.

      • Andrea Cionci ha detto:

        Ancora con questa storia di Assisi! Ma come potete solamente paragonare quell’evento con le rivoluzioni che sono avvenute dopo? Come paragonare una macchina lasciata in doppia fila con il bombardamento di Dresda

  • Marcello ha detto:

    In breve, sulla base del diritto canonico, se si fanno conventicola per accordarsi sull’elezione papale o errori nelle votazioni, l’elezione dovrebbe essere invalida; se però il papa viene eletto risulta valido.
    BAH!!!

  • Bruno PD ha detto:

    TANTO RUMORE PER NULLA!
    QUANDO J. RATZINGER SCRISSE QUELLE COSE PARLAVA DEI SEDEVACANTISTI, ALLORA COME ORA BEN PRESENTI.
    NOI NON SIAMO SEDEVACANTISTI: HABEMUS PAPAM, BXVI.
    QUANTO A BERGOGLIO VOLUTO DAL CIELO PER SVEGLIARE, MI PARE CHE STIA SVEGLIANDO L’INFERNO E BASTA. VOLUTO DAL CIELO? NO, PERMESSO DAL CIELO. O ERA VOLUTO GIUDA ISCARIOTA? O SARA’ VOLUTO L’ANTICRISTO? CERCHIAMO DI RAGIONARE….
    Bruno PD

  • Carlo ha detto:

    Ovviamente, la legittimità dell’elezione papale va ritenuta certa *quando non ci sono argomenti cogenti per la sua invalidità*. Cioè, quando tutte le condizioni canoniche per la sua validità sono soddisfatte. Tra le quali, naturalmente, la sede vacante prima dell’elezione, dopo la morte o la rinuncia valida del predecessore.
    Se la validità della rinuncia papale fosse sempre de fide, ipotesi assurda ma necessaria per affermare che chi nega la legittimità dell’ apostata argentino è fuori della Chiesa, non si capisce la ragione del canone che ne determina le condizioni di validità.

  • Mac ha detto:

    Trovo deplorevole che dopo 8 anni Ratzinger o chi per lui , non sia riuscito a trovare un abito grigio o scuro da indossare.

    Saluti.

  • Paoletta ha detto:

    se è vero che si diventa Papi per acclamazione, propongo di iniziare oggi una petizione per far sì che Topo Gigio diventi Papa al posto di Bergy. Poi lo acclamiamo e togliamo di mezzo l’altro.

    “Benedizioni gay? Ma cosa mi dici mai!!!”

  • Adriana 1 ha detto:

    Aldilà dei regolamenti e delle diatribe personali, mi pare opportuno rimandare ad un intervento che richiama alla sacralità e alla centralità oggi sconciate dalla Gerarchia Vaticana,
    https://www.maurizioblondet.it/discorso-su-francesco-fuori-dellasse/

  • Astrolabio ha detto:

    Non resta che vedere come andra’ a finire! Per me e’ così! Ribadisco a me “piace” Bergoglio. Lascio stare la mia situazione personale. A me la comunione ai divorziati (io per primo) fa’ “scandalo”. Una cosa e’ la misericordia un’altra andare contro la fede. E se dicesse, per assurdo, che la resurrezione e’ una metafora? Certo un papa e’ infallibile. Mah…..insomma i soliti discorsi….

  • Paola ha detto:

    Leggo …. Il Papa è colui che è riconosciuto come tale dalla maggioranza della gente…. siamo così sicuri che la maggioranza della gente riconosca Bergoglio come papà?

  • Sergio Russo ha detto:

    In quegli stessi testi del Magistero invocati da più parti, ed apposti a conferma o a smentita di certe tesi, si parla della Chiesa sposa di Cristo, si parla di Lui come capo invisibile della Chiesa (invisibile vuol dire che non si vede ad occhi umani, non che non ci sia), e tutti i fedeli nel Credo è circa da duemila anni che testimoniano di credere nello Spirito Santo, che ha parlato (e che parla) per mezzo dei profeti…
    Ebbene, a coloro che portano come prove cose sussurrate da cardinali sotto banco, ed intrighi più o meno discutibili e credibili, fatti da prelati all’orecchio e in stanze più o meno segrete, oppongo la Sapienza e la Potenza di Dio, che parla per mezzo di sua Madre, dei santi e delle anime mistiche!
    Ma lo capiranno mai certi cattolici che se continueranno a snobbare la voce della profezia che lo Spirito Santo invia nei tempi giusti della storia, con estrema puntualità e chiaroveggenza, non ne caveranno mai le gambe da certe irrisolvibili questioni, oltre a macchiarsi del peccato contro lo Spirito Santo che, se pervicacemente reiterato, non verrà perdonato?
    Pio XII si riteneva il Pastor Angelicus (motto a lui attribuito da San Malachia) e così si giunge a Gloria Olivi, Benedetto XVI, l’orto degli ulivi della Passione della Chiesa… e stop! Poi ci sono altre profezie che dicono chiaramente (don Stefano Gobbi, Fatima, Anguera, beata Emmerich) che si sarebbe insediato un usurpatore, un impostore, sul soglio di Pietro, che papa non è… per una contraddizione che nol consente: perchè le promesse divine sono irrevocabili: “Su di te, Pietro, edificherò LA MIA CHIESA E LE PORTE DEGLI INFERI NON PREVARRANNO CONTRO DI ESSA!”
    I cardinali quel 13 Marzo 2013 elessero soltanto un Vescovo vestito di bianco per tre principali ragioni:
    Benedetto, ultimo Angelus: IO RIMANGO PAPA PER SEMPRE…
    Cardinali eletti con riunioni segrete e preventive (accordi di san Gallo) sono scomunicati ipso facto con scomunica latae sententiae…
    Bergoglio è stato eletto alla quinta votazione, e le votazioni in un giorno non potevano superare le quattro…
    La profezia, il soprannaturale e la guida di Dio nella storia non sono un optional del Cattolicesimo: ne sono invece il suo vero DNA (anche se con vaccini più o meno umani, ma anche spirituali!, cercheranno di cambiarlo…)

    • Agostino ha detto:

      Signor Russo, condivido le sue considerazioni e naturalmente quelle di Cionci e della super stragrande maggioranza dei commentatori che hanno praticamente annichilito la sortita del Dot. Catlo Schena. Dunque posso risparmiarmi l’intervento: sono statee scritte e riscontrate tutte le questioni decisive con puntuali considerazioni morali, logiche e canoniche…. naturalmente fino al prossimo irrisorio tentativo da parte qualcun altro, di affermare l’inaffermabile e defendere l’indifendibile.

    • Alessandro ds ha detto:

      Sig. Russo, vorrei farle notare una cosa che in pochi sanno sul signifixato di “gloriae olivae” Una cosa che sanno solo i Romani e gli studiosi.
      Il significato teologico romano dell’olivo è proprio “emerito”, fate una veloce ricerca su Internet e scrivete “olivo significato teologico” E scoprirete che l’olivo per gli Ebrei significa Sapienza, per gli orientali significa pace, ma per i Romani è un simbolo di rispetto per uomini con un titolo illustre, proprio come “emerito”
      Dopo aver fatto questa ricerca e aver scoperto che per i Romani è un simbolo di rispetto per uomini illustri , cercate il sinonimo di emerito, e vedrete che illustre ed emerito sono sinonimi, emerito è proprio un titolo illustre.
      Fate questa doppia ricerca e guardate se non vi dico la verità.

      IN REALTA’ LA PAROLA “OLIVAE” significa “EMERITO”
      In verità la parola “Gloriae Olivae” deve essere interpretata con il significato teologico e simbolico ROMANO.
      Il vero significato Teologico e simbolico dell’Olivo in verità è:
      1) Per gli Orientali = Pace
      2) Per gli Ebrei = Sapienza
      3) Per i Romani = Simbolo di rispetto che indica un uomo con un titolo illustre importante.
      Per i Romani il significato dell’Olivo in realtà è ben diverso; il significato teologico dell’Olivo per i Romani è un “simbolo insigne per gli uomini che hanno un titolo illustre”
      In realtà “Gloriae Olivae” significa = Uomo con un titolo illustre importante.
      Olivae = uomo con titolo illustre –
      Gloriae = importante –
      I titoli di rispetto illustri possono essere diversi, fra questo c’è anche “Emerito”.
      E il nostro Papa Benedetto ha proprio il “titolo illustre di EMERITO”, oltre anche al titolo di Professore o altri…..
      Ovviamente sono sfumature che solo un Romano poteva capire, chi non è Romano difficilmente ci arriva.

      dal latino emerĭtus, participio passato di emereri ossia “ben meritare, finire il proprio servizio”, formatoda e- e mereri cioè “meritare”
      Icona sinonimi.png Sinonimi
      famoso, noto, celebre, illustre, degno, stimato, rispettato, insigne, chiaro, egregio, illustre

    • Alessandro ds ha detto:

      Eccolo qui, “l’olio e l’olivo nella religione” Alla 3 pagina guardate il significato Ebraico, greco e romano.
      https://alighierimacerata.edu.it/wp-content/uploads/sites/29/L%E2%80%99ulivo-e-l%E2%80%99olio-nella-religione.pdf

  • Andrea Cionci ha detto:

    Ah interessante, quindi funziona a chi spintona di più. Non sapevo, e io che pensavo che tutte quelle regole del diritto canonico circa la validità di una rinuncia e di un’elezione servissero a qualcosa. Il canone 332, il 124, il 126, il 14… A quanto pare invece si va con l’applausometro… Potevano risparmiarsi la fatica di scrivere tutti quegli articoli. Perché li hanno elaborati con tanta precisione? Per favore, non scherziamo. E’ ovvio che Benedetto si riferisce a una LEGITTIMA elezione, fatta nel rispetto del diritto canonico, dopo una legittima rinuncia ovvero abdicazione. Ma come abbiamo dimostrato inequivocabilmente pochi giorni fa Benedetto ha affermato e ribadito di essersi “dimesso” solo dalle funzioni pratiche non certo di aver abdicato. Non è stato un “errore di stampa” come vogliono farci credere i sedevacantisti. Come ha scritto Seewald (autorizzato) Ratzinger è stato il primo papa nella storia ad aver rinunciato volontariamente alle sue funzioni pratiche. Peraltro come ha ben spiegato Carlo Maria Pace, la rinuncia al ministerium non è stata nemmeno ratificata alle 20.00 del 28 febbraio 2013. Quindi se Ratzinger non ha abbandonato il munus a che titolo può essere fatta l’elezione di un altro papa? A questo punto, se cambiasse il vento, basterebbe che una parte maggioritaria della chiesa di oggi, per paradosso, nominasse un altro papa, pur vivente Francesco e senza sua abdicazione. Se non importa che ci sia stata regolare rinuncia, allora il discorso dovrebbe valere anche per Bergoglio, no? Il papa ha il potere di cambiare il diritto canonico (purché rispettoso dei dogmi) ma se non lo cambia vi è sottoposto lui stesso. Altrimenti è la legge della giungla. Così come è ovvio che gli organi dello Stato devono obbedire al Presidente della Repubblica regolarmente eletto, non al sig. Rossi che si autoproclama presidente. Questa pazzesca interpretazione nega proprio la possibilità del golpe, dato che ogni presidente sarebbe legittimo finché riconosciuto dalla maggioranza. Infine si ignora il fatto che Benedetto si troverebbe nelle mani dei suoi antagonisti e quindi non libero di esprimersi. Insomma credo che l’argomentazione sia talmente pretestuosa, illogica e – questa sì- cavillosa, da sfiorare la disonestà intellettuale.

    • Marco ha detto:

      ..articolo dagli USA e silenzio di Viganò (pur battagliero su qualsiasi altra questione9…Usa/Viganò ..che stiano cercando di coprire tutto per portare avanti la loro visione di come accordarsi per il post Bergoglio?

      • Agostino ha detto:

        Concordo signor Marco. Temo anch’io che stiano intrallazzando per il dopo-Bergoglio. Ma stanno facendo i conti senza l’oste.

      • Andrea Cionci ha detto:

        E su cosa ti accordi sul successore di un (forse) antipapa con 80 cardinali nominati dall’antipapa? Praticamente lo Spirito Santo o c’è o non c’è fa lo stesso.

        • Marco ha detto:

          Io sono d accordo che non c è trippa per gatti ma questi gatti contano sul delivery food…. 🙂

      • Luigi Dandolo ha detto:

        Non ci sarà il post Bergoglio ma “Pioggia di Fuoco”!

    • Gianfranco ha detto:

      Il canone 332, 124,…
      Ma sì, continuiamo con i cavilli!
      Come se Cristo ci avesse insegnato a badare ai cavilli legali… E come se il CIC facesse parte della Rivelazione!

    • ulisse ha detto:

      Andrea Cionci lei ci mette tanto impegno direi passione e questo mi piace, non amo le gatte morte. Però su alcuni concetti dissento. Per esempio sulla Mafia di San Gallo ho motivo personale per non crederci, fu una battuta del cardinale Daneels che ebbe successo ma fu una battuta non una verità (in russo Pravda).
      Legga per favore il mio intervento su mons,. Pavol Hnilica. Purtroppo non ho ancora trovato il secondo da riunire nel Suo Nome. Ho fatto molti tentativi documentati, un muro di silenzio. Ci sono tre situazioni di cui sono certo che a mio parere potrebbero ribaltare la situazione in tutte e tre era presente mons. Hnilica. Vorrei stimolare la sua curiosità.

    • Giuseppe ha detto:

      Grande dott. Cionci, questo supponente azzeccagarbugli, vorrebbe i cristiani alla francese”cretini”, ma ora è il momento di dire basta! bergoglio non è il papa!!

  • gianlub ha detto:

    Il Signor Schena crea confusione mettendo insieme “mele con pere”. Si rifà ad un pronunciamento dell’allora card _Ratzinger che nulla ha a che fare con la questione di cui si parla e nel contempo ignora completamente la questione giuridica fondamentale. Non si può considerare l’aspetto “dogmatico” avendo come presupposto un “falso giuridico”.

    • Carlo Schena ha detto:

      Gentile anonimo, intanto non se la prenda con me che non ho fatto altro che riproporre ai lettori italiani un’analisi di due teologi con una preparazione autentica, diversamente dalla mia che può essere al più amatoriale.
      Da Papa, Ratzinger non ha mai rinnegato i propri pronunciamenti come capo della CDF. Così il titolo redazionale proposto non è che una parafrasi veritiera e condensata di quanto Ratzinger/Benedetto XVI espresse in quel documento, applicato alle circostanze attuali.

      • gianlub ha detto:

        Dice bene Andrea Cionci. Inoltre non è possibile applicare quel pronunciamento alle circostanze attuali perchè quel pronunciamento avveniva su basi giuridiche corrette. Qui non avviene nulla di tutto ciò

      • PATER LUIS EDUARDO RODRÍGUEZ RODRÍGUEZ ha detto:

        Se non lo sapeva Marco Tosatti è letto e seguito nel mondo intero…può darsi come nel mio caso, parliamo un italiano mediocre, ma capiamo PERFETTAMENTE. E SIAMO CHIESA CATTOLICA, non sia riduttivo, che questa Chiesa non è solo degl’ italiani. Grazie.

  • Federico ha detto:

    C’è una cosa che manca in questo articolo degli americani: il codice di diritto canonico, che cosa ci sta a fare questo allora? Non è stato citato nemmeno una volta. Trovo che sia un articolo forzato in tutto e per tutto, è un po’ la “logica” del purchessia. Inaccettabile.

  • Carlo Regazzoni ha detto:

    presumo che il mio intervento sarà rifiutato con gli abituali argomento. Ciononostante mi permetto di ricordarvi che Monseigneur Lefèbvre protesto in modo resoluto contro la scandalo di Assisi. Alla sua protesta inviata a diversi cardinali rispose unicamente in modo negativo il Cardinale Siri (vedi:Carlo Regazzoni) AUX SOURCES DE L’ALTERNANCE DANS L’EGLISE CATHOLIQUE)

  • Enrico Nippo ha detto:

    Forse sarebbe bene non dimenticare che la Chiesa cattolica è romana e che l’ACCLAMAZIONE da parte del popolo rivolta al neo Pontefice è parte integrante dell’elezione. Se il popolo non acclama è un problema. Ma se acclama, ciò è il sigillo definitivo all’elezione.

    Ricordiamo che nell’antica Roma era detta acclamazione la cerimonia decretata al generale vincitore, e poi l’elezione dell’imperatore da parte delle truppe a viva voce e senza ricorso ai voti.

    • Sergio Russo ha detto:

      Sapesse quante volte sono stati acclamati pure antipapi!

    • Milli ha detto:

      Nel 2013 il popolo pensava di acclamare un altro tipo di papa. Tranne pochissimi, siamo stati tutti ingannati, ma la verità è venuta fuori in poco tempo.

  • Sergio Russo ha detto:

    Noto con piacere che il Piccolo Resto si è fatto sentire in questi commenti, e ha subito fiutato la “puzza di bruciato” che emana da tale articolo…
    In particolare faccio notare che l’autore di detto articolo sbaglia grandemente quando afferma che “nell’ incontro di preghiera di Assisi del 1986 promosso da Giovanni Paolo II (incontro nel quale, tra le altre cose, una statua di Budda fu posta su un altare Cattolico) – che fu uno scandalo e un sacrilegio ancora più grave,”, poichè una cosa è una statua di budda, appoggiata da chissachì, su uno degli altari quel giorno, da qualche partecipante, evidentemente entusiasmato dall’euforia dell’ecumenismo… E ben altra cosa è un Falso Papa che lui personalmente mette sull’altare la pachamama, la fa adorare nei giardini vaticani e la porta in processione nella basilica di san Pietro… Suvvià, un minimo di professionalità giornalistica, almeno!

    • Margarita ha detto:

      Spostano attenzione su Giovanni Paolo II e su Budda per confondere le acque, e di conseguenza spostare attenzione ad altro, distraendo dalla Verità che sta venendo a galla. Comunque se ad Assisi c’era il terremoto in risposta a tali pratiche, prepariamoci per la risposta all’adorazione della Pachamama nei Palazzi Sacri inclusi con tanto di processione e prostrazioni ad essa nei Giardini Vaticani.

  • Fabio ha detto:

    Diciamo allora che abbiamo un papa validamente eletto che smentisce la fede cattolica con l’eresia l’apostasia e l’idolatria. Poi vedremo ad Astana se si spingerà al satanismo esplicito.

  • Annamaria ha detto:

    Ma intanto, che un “Papa” e la sua elezione sono atti infallibili di Magistero sono d’accordo.
    Ma non comprendo dove e quando Ratzinger abbia detto “Chi dice sono ancora il Papa è fuori dalla Chiesa”?
    Mi date fonti?

    Perché il titolo è ovviamente fuorviante.
    Certo che l’elezione di un Papa è atto di Magistero infallibile. Ma se ci sono stati problemi realmente e si hanno fatti oggettivi che confermano le tesi “negazioniste”, se ne dovrebbe prendere atto.
    Certo, bisogna essere ordinati nell’agire e non come certi come Minutella e soci.

    Intanto, ok, riterrò Francesco “Papa”, perché se davvero vi è stato un conclave invalido e Benedetto si è davvero LIBERAMENTE E CONSAPEVOLMENTE dimesso, allora NON POTEVA NON SAPERE CHE AVREBBE MESSO IN GIOCO LA SUCCESSIONE APOSTOLICA, quindi sto giochino se c’è, andrebbe terminato per mezzo di BENEDETTO STESSO, prima del trapasso.

    Poi, chiedo fonti, ripeto, su dove e quando abbia detto “Chi pensa che sia ancora il Papa è fuori dalla Chiesa”.

    Grazie

    • Carlo Schena ha detto:

      Inutile stracciarsi le vesti parlando di “titoli fuorvianti”, ormai è purtroppo invalsa la prassi di fare titoli sensazionalistici con virgolettati che possono al massimo riassumere il pensiero riferito (nel migliore dei casi) ma che raramente corrispondono verbatim alle parole pronunciate dall’interessato. Se apre un qualsiasi giornale se ne accorgerà.
      A titolo d’esempio, ho davanti a me due articoli con titoli che recitano: “Trovate parole inequivocabili di Benedetto XVI: non ha mai abdicato” e “BREAKING: Pope Benedict XVI: “I have not abdicated”! ”.
      A questo sensazionalismo che porta verso lo scisma mi sembra il minimo contrapporre un “sensazionalismo” che scoraggi dal seguire la via scismatica del rifiutare il pur terribile papa Francesco.
      D’altra parte, anche gli autori hanno utilizzato questa tecnica (“Cardinal Ratzinger: Beneplenists are Outside the Church”), dove per “beneplenisti” si intendono esattamente coloro che ritengono che Ratzinger sia ancora papa. E da Papa, Ratzinger non ha mai rinnegato i propri pronunciamenti come capo della CDF. Così il titolo redazionale proposto non è che una parafrasi veritiera e condensata di quanto Ratzinger/Benedetto XVI espresse in quel documento, applicato alle circostanze attuali.

  • -AG-TA- ha detto:

    Se non lo sapete Salza e Siscoe (e Nitoglia) sostengono la seguente teoria: ‘Il papa è colui che è riconosciuto come tale dalla maggioranza, non importa se è eretico, apostata o altro, non importa se è stato eletto invalidamente, non importa se la rinuncia del papa precedente è invalida’.

    Giudicate voi se è una posizione seria e radicata nella verità e nello spirituale, oppure se è solo una teoria clownesca intrisa di conformismo e opportunismo, creata ad hoc per motivazioni materiali.

    Nell’articolo si afferma che chi non riconosce l’elezione del papa è fuori dalla Chiesa. Bene. Allora chiedo: chi partecipa a riti pagani e rende omaggio a idoli demoniaci è fuori dalla Chiesa o dentro?
    Sarebbe davvero comico se chi rende culto ai demoni fosse dentro la chiesa e chi si rifiuta di riconoscere tale individuo come capo fosse fuori dalla chiesa. La domanda allora è: di quale chiesa si sta parlando?

    Partiamo dalle basi: il Signor Schena può cortesemente rispondere a queste domande chiave?

    1- Può esistere un papa non cattolico?
    (cioè volontariamente e apertamente eretico, ateo, apostata, pagano, massone, islamico, satanista, ecc…?)
    2- Bergoglio è cattolico?

    • Carlo Schena ha detto:

      Pur dal basso della mia preparazione teologica amatoriale, vedo abbastanza chiaramente che lei, gentile anonima, confonde la questione del c.d. “Papa Eretico”, assai dibattuta dai teologi, con quella della “validità della rinuncia”.
      Due mondi diversi.
      Come giustamente fatto notare da qualcuno nei commenti, fosse stato eletto – diciamo – uno Scola, difficilmente avremmo visto tutti gli abomini degli scorsi anni. Pochi, salvo i tradizionalisti “duri e puri”, si interrogherebbero se “Può esistere un papa non cattolico?” o se “Scola è cattolico?” come fa lei.
      Ma, nonostante tutto, per i teorici del “munus-ministerium”, il Papa sarebbe comunque rimasto Benedetto XVI.

      Anche la questione del “Papa Eretico” è trattata ampiamente dagli autori (in un tomo che viaggia sulle 700-800 pagine); ma non era questo il tema dell’articolo.

      • gianlub ha detto:

        Ma quali “teorici del munus-ministerium”. Ma lei sà di cosa stà parlando? Ma secondo lei il Papa GPII, che ha introdotto questa modifica nel codice di Diritto Canonico nel 1981, era un “teorico”?
        Non solo non era un “teorico” ma era un “profeta”di cui lei non ha rispetto come non ha rispetto del frate Alexis Bugnolo, che , a differenza sua, è già stato malmenato dalla dittatura sanitaria con a “capo Bergoglio”

      • -AG-TA- ha detto:

        Non sono una donna. Comunque non è importante chi parla ma il contenuto.
        Noto che anche lei non ha voluto rispondere alle domande.
        Mi accusa di fare confusione tra gli argomenti ma non è vero. Ho solo esposto l’argomentazione ridicola di Salza e Siscoe, cioè che il papa è colui che è creduto tale dalla maggioranza, il resto (non cattolicità, conclave manipolato, rinuncia invalida) non conta: se uno è creduto papa dalla maggioranza, allora è papa. Giustificano questo sofisma a colpi di citazioni. Possono anche fare un libro di 5000 pagine ma questo non renderà certo valida la loro tesi.

        Poi lei afferma implicitamente che le due domande che le pongo sarebbero irrilevanti e fuori tema.
        Invece sono domande chiave, perché portano a conseguenze gravi, soprattutto la prima domanda.
        E se non si risponde a queste due domande non si può sapere se qualcuno è vero papa oppure no.
        Quindi, potrebbe rispondere a queste due domande? Non chiedo un trattato, ma una risposta breve e motivata.
        Se lei è così certo che Bergoglio sia il papa non dovrebbe avere problemi a rispondere.
        Aspetto la sua risposta.

        • Carlo Schena ha detto:

          Carissimo che scrive sotto pseudonimo,
          Le sue sono domande tutt’altro che irrilevanti: anzi! Sono però certamente fuori tema, poiché una cosa è la validità della rinuncia e del conclave e del 2013, un’altra cosa è se con tutti i suoi atti e parole di empietà Bergoglio possa essere definito formalmente eretico o apostata.
          Per rispondere alle sue domande (parlo non da me, ma riportando le opinioni di teologi ben meglio formati di me): 1. No di certo, non può esistere un papa non cattolico; 2. Col Bellarmino le rispondo che Bergoglio è cattolico – ed è il Papa – finché qualcuno costituito in autorità (forse un concilio imperfetto di vescovi) non ne decreta l’eresia formale, dopo un paio di c.d. “monizioni fraterne” che lo avvisano che le dottrine che va predicando (o gli atti che va compiendo) sono interpretabili esclusivamente o prevalentemente in senso eretico, dandogli così la possibilità di correggersi. In questo senso erano state incoraggianti le iniziative dei Dubia a cui sarebbe dovuta seguire una “correzione”, o la “Correctio Filialis” di qualche anno fa. Ma non seguì nulla. Questa dovrebbe essere, semmai, la strada da seguire; non so se può portare da alcuna parte (da tempo penso che l’unica sia pregare e rimettersi alla Divina Provvidenza sperando che i tempi della prova siano accorciati); ma ha certamente più senso che analizzare al microscopio le scelte lessicali di un uomo che da anni non ha più alcuna pretesa al papato e che quindi non può certamente essere più Papa (in tutte le vicende storiche che Cionci cita abitualmente, di Pontefici allontanati e ripristinati, è sempre presente la circostanza di più contendenti, di un papa e uno o più antipapa/i).

          • -AG-TA- ha detto:

            Grazie per le risposte. Sulla prima risposta va tutto bene.
            Sulla seconda invece ci sono dei problemi.
            Lei dice che Bergoglio è cattolico (o da considerare cattolico) fino a quando non viene corretto formalmente dai vescovi e dichiarato ufficialmente eretico.
            Questo principio è sicuramente valido nel caso di ambiguità e eresia, ma non può essere applicato universalmente, a tutti i casi.
            L’apostasia aperta, le continue eresie e sacrilegi, il culto pubblico agli dei pagani e il satanismo (ad esempio) sono molto più gravi.
            Quindi in questi casi non è necessaria una dichiarazione formale per capire che un individuo non è cattolico, perché in un certo senso è lui stesso che lo sta apertamente dimostrando.
            Se fosse necessaria sempre una dichiarazione formale non potremmo capire mai chi è cattolico o meno, neppure da azioni palesi e pubbliche, neppure dai suoi frutti.
            Quanto a Bergoglio: per quanto sia ignorante è inverosimile pensare che non sappia che certe cose non sono cattoliche, lo sa benissimo e lo fa apposta; gli sono state date moltissime occasioni di correggersi e lui non solo non lo ha fatto ma ha punito chi ha sollevato dubbi e fatto domande.
            Ha passato il limite e ormai crederlo cattolico in buona fede è semplicemente negare l’evidenza.
            La dichiarazione formale da parte dei vescovi è quindi necessaria, ma non per capire se Bergoglio è cattolico (e quindi papa), ma per dichiararlo ufficialmente e cacciarlo. In questo caso ci troviamo davanti a un palese antipapa ma nessun vescovo ha il coraggio di dirlo apertamente.
            Questa mancanza di dichiarazione ufficiale non rende papa Bergoglio, ma gli permette di continuare a ingannare e a mantenere il potere, è un danno enorme di cui sono direttamente responsabili i vescovi.

          • Carlo Schena ha detto:

            Caro amico pseudonimo,
            Capisco la sua apprensione per la gravità delle empietà di Bergoglio, che non mi sogno di sminuire minimamente.
            Lascio però rispondere ancora una volta chi ha più competenza storica, teologica e canonistica di me:

            “J. Salza: If [my opponent] would know the 1917 Code of Canon Law, she would realize that presuming apostasy and proving apostasy are two different things, and that the presumption of apostasy does not cause a Pope to lose his office. Under canon 2220.2, the Church must prove (not presume) the infraction of law (both the objective and subjective elements of heresy, which [my opponent] of course has not done) in order for the presumption to take effect. Moreover, if the presumption is rebuttable for the average Catholic, then it is certainly rebuttable in the case of the Pope, who is above canon law and any canonical presumption of guilt […] Archbishop Lefebvre was not a sedevacantist, and hence his Excellency becomes a hostile witness for [my opponent]. In fact, Lefebvre lived to see John Paul II’s continued and ongoing participation in pagan worship AFTER Assisi (1986), which took place in Kyoto (1987), Rome (1988), Warsaw (1989), Bari (1990) and Malta (1990), and he still refrained from declaring the Pope a manifest heretic!”.

            “Opponent: In 1984, in the wake of the promulgation of the heretical 1983 Code of canon Law, Archbishop Lefebvre had formed the judgement that John Paul II was in fact not a Catholic.

            J. Salza: “That is correct. And most of us traditionalists do not believe that Pope Francis is Catholic either. But our private judgment is not sufficient to cause a Pope to lose his office, as Archbishop Lefebvre always maintained, and this is the sole issue of this debate. The Church must prove the material element of heresy (that the Pope directly and unequivocally contradicted a dogma of the Faith) as well as the formal element of heresy (that he did so with pertinacity of the will). [My opponent], who has no authority to make this judgment, has nevertheless proved neither.”

            Da questo scambio: http://trueorfalsepope.com/articles/salza/John%20Salza%20Responds%20to%20Another%20Sedevacantist.pdf

            Il problema, insomma, è di autorità: il quisque de populo, il fedele della strada, per quanto erudito, non può da sé dichiarare Bergoglio decaduto dal pontificato. Cito sempre dai due autori:

            “Bellarmino nota anche, comunque, che sebbene i fedeli abbiano il diritto e perfino il dovere di rifiutarsi di ascoltare prelati eretici, essi non possiedono tuttavia l’autorità per deporli, o, il che equivale alla stessa cosa, dichiararli deposti. Scrive: “Dobbiamo segnalare, inoltre, che il fedele può certamente distinguere tra un vero profeta ed uno falso, tramite la regola che abbiamo tracciato, ma che nondimeno, se il pastore è un vescovo, essi non possono deporlo e metterlo da parte. Questo perché Nostro Signore e gli Apostoli hanno tramandato solamente che i falsi profeti non devono essere ascoltati dal popolo, non che questo possa deporli. Ed è certo che la pratica della Chiesa è sempre stata che i vescovi eretici sono deposti dai concili di vescovi, o dal Sovrano Pontefice.”

            Da qui: https://www.radiospada.org/2017/02/francesco-o-benedetto-chi-e-il-vero-papa/

    • Andrea Cionci ha detto:

      ma il discorso è a monte: ci può essere un’elezione se il papa non ha abdicato?

      • gianlub ha detto:

        Direi proprio di NO

      • Carlo Schena ha detto:

        Caro dott. Cionci, mi sembra che lei non abbia letto l’articolo, che con grande correttezza continua a definire ridicolo (pur non condividendo le sue tesi non mi pare di averle mai derise – e io in tutta la questione non ho nemmeno un interesse economico):

        “Fra’ Bugnolo sembra non capire che così come Cristo è la causa efficiente che rende un uomo il Papa, unendo la forma (Papa) alla materia (uomo), così pure è Lui la causa efficiente che rende il Papa non più tale, se questi abdica, separando la forma (Papa) dalla materia (uomo). Cristo non è vincolato da leggi ecclesiastiche umane. Nessun tecnicismo legale può impedire a Cristo di separare un uomo dal papato, specialmente se il Papa ha convinto l’intero mondo cattolico delle sue dimissioni, e poi se ne è stato a guardare in tutta tranquillità la convocazione di un nuovo conclave e l’elezione di un nuovo papa. Tutti gli argomenti canonistici del Bugnolo presuppongono che Cristo sia vincolato dalla legge ecclesiastica umana, e ognuno di essi, teso a provare che l’abdicazione di Benedetto non fu accettata da Cristo, sono smentiti dal “fatto” (fatto dogmatico) che l’elezione di Francesco è stata accettata dall’intera Chiesa, nei giorni, settimane e mesi successivi.”

        Lei continua a brandire l’arma del CJC. Le segnalo supinamente che fino al 1917 il diritto canonico non conosceva alcun Codice ed era molto più vicino, approssimando, alla tradizione della Common Law inglese. L’idea napoleonica di un “codice” contribuì senza dubbio a orientare in senso legalistico la struttura della Societas Perfecta. Si rischia così di dimenticare che la suprema lex sia la salus animarum, e che – per quanto il diritto canonico sia fondamentale per la vita della Chiesa – Cristo non ha le mani legate dagli articoli del CJC o da altre leggi ecclesiastiche umane. Se anche Ratzinger, per qualche sua fantasia teologica, avesse pensato di poter rinunciare solo in parte al Papato, dando però contemporaneamente al mondo l’impressione chiara e distinta che Francesco è il suo successore e senza avanzare più, dal momento della rinuncia, alcuna pretesa al papato, allora Cristo avrebbe comunque reciso il legame tra l’uomo e il Papato, rendendo valido tanto il conclave quanto l’elezione di Bergoglio.

        • Milli ha detto:

          Ammesso che Cristo non sia tenuto a seguire le leggi canoniche (non sono ispirate dallo Spirito Santo?) , men che meno lei può dire cosa avrebbe dovuto fare o non fare Cristo in questo caso.

          • Andrea Cionci ha detto:

            Guardi, di solito non sono mai sprezzante nei confronti delle idee altrui, ma questo articolo mi è parso ridicolo perché parte da presupposti scorretti alla base, ovvero che la rinuncia sia valida, che Ratzinger VOLESSE rinunciare al papato, tutto, o in parte e che il CJC sia carta straccia in quanto nel passato non esistevano le regole di oggi.
            Se Benedetto XVI, sottoposto a pressioni, avesse dichiarato con la “Vispa Teresa” di essersi dimesso per ingannare i suoi nemici non è che perché siccome gli stessi e il resto del mondo ci hanno creduto allora lui si è realmente dimesso. Altrimenti qualsiasi golpe sarebbe lecito, basta che il vero papa non parli, che quello falso sia acclamato e buonanotte. E’ questo il ridicolo di una simile tesi. Se oggi c’è un CJC e nel 1917 non c’era non è che possiamo tornare alla legge della giungla. Ogni epoca ha un suo aspetto legale da rispettare, altrimenti quel falso sacerdote che un paio di mesi fa è stato smascherato dovremmo considerarlo valido perché ha seguito le orme dei primi cristiani?
            La tesi sostenuta da Fra Bugnolo e da me indagata è che Ratzinger non abbia mai rinunciato ad alcunché e abbia solo concesso un tempo sperimentale alla falsa chiesa per palesarsi e/o per consentire uno scisma purificatorio. Non è neanche detto che debba essere lui a rivendicare chissà cosa, dato che non vi ha mai rinunciato. E’ possibile che semplicemente i vescovi riconoscano la verità fattuale. Tra l’altro, trovandosi ancora in Vaticano e non, che so, ad Avignone, ben difficilmente Ratzinger potrebbe rivendicare il diritto al trono papale in piena libertà. E chi ci dice che lui non abbia predisposto un bel testamento chiarificatore? Tra l’altro, riguardo al possibile volere di Cristo, l’aggressione dall’interno della chiesa da parte di un pastore idolo, falso profeta, vescovo vestito di bianco o come vuole lei è nota da qualche migliaio di anni. Quindi una strategia del genere, da ma già illustrata e individuata come ”ritirata strategica con falso bersaglio” sarebbe stata la soluzione più efficace per consentire all’eresia interna di venire fuori.

          • Carlo Schena ha detto:

            “un tempo sperimentale alla falsa chiesa per palesarsi e/o per consentire uno scisma purificatorio”: questa simpatica fantasticheria mi ricorda la storia (che – le giuro – ho sentito) per cui Paolo VI sarebbe stato, a un certo bel punto, sostituito da un sosia. Rinchiuso in un sotterraneo vaticano, sarebbe oggi sul punto di riemergere palesandosi al mondo per riprendere possesso della Chiesa Universale, all’alba dei 124 anni ma conservato in giovinezza dalla Grazia. Nel nostro caso, nemmeno la morte di Ratzinger farà finire queste congetture assurde. Ovviamente, dato che non si sarà “palesato” prima di morire, quando il “testamento chiarificatore” non si troverà sarà perché qualche birbante l’avrà fatto sparire. Insomma, sono certo che avrà comunque di che scrivere. Mi consola la convinzione che un domani tutte queste immaginifiche elucubrazioni saranno relegate a una nota a pié di pagina dei libri di storia della chiesa e faranno sorridere il lettore di domani come oggi sorrido io.

  • MICHELE SANTO ha detto:

    Signori, non sono esperto, sono un operaio. Dico ai dotti e ai sapienti che la legge canonica attuale dice che ci vuole il “Munus”. Questa è valida: e ciò che è scritto in terra, è scritto nei cieli. Semplice, no?

  • PATER LUIS EDUARDO RODRÍGUEZ RODRÍGUEZ ha detto:

    Ma che schifo, questo piccolo articolo proprio oggi, quando una moltitudine di preti scomunicati ipso facto, stanno benedicendo le coppie gay in Germania, con l’approvazione di berORGOGLIO. L’invalidità dell’elezione di berORGOGLIO non è in tutte queste ridicole regole fuori contesto con questo titolo come che sta spiegando oggi Ratzinger e non è una cosa del 1989 che va benissimo alla sua elezione del 19 aprile 2005. L’invalidità della frode dell’elezione di berORGOGLIO è nella trama della mafia di Santk Gallen, e non perché sia ​​stata inghiottita da altri cardinali criminali, ci metteranno nella stessa borsa di “tutta la Chiesa” a chi non la inghiotte. Così puerile, se siamo scomunicati secondo le loro contorte teorie, è dalla FALSA CHIESA, con berORGOGLIO in testa, ma non dalla VERA E SOLO CHIESA CATTOLICA BIMILENARIA.

    ET EXPECTO TRIUMPHUM CORDIS IMMACULATI MARIÆ.

    • PATER LUIS EDUARDO RODRÍGUEZ RODRÍGUEZ ha detto:

      200 giorni fa il 22 ottobre, nel film di un amico gay di berORGOGLIO è stato presentato alla Festa del Cinema di Roma, dove berORGOGLIO difende le unioni gay. Il beato Giovanni Paolo II era un muro di contenimento, e quando fu ad Assisi nel 1986, sebbene fosse un errore, furono i “francescani” a montare il buddha sull’altare, e nemmeno il Papa stesso lo vide, e nemmeno immaginava già in corso il piano massone che innadiritura tenevano il nome del futuro “papa” del COLPO DI STATO VATICANO, appunto riuscito nel 2013, per cui è una ABERRAZIONE voler paragonarlo al depravato berORGOGLIO.

  • Milli ha detto:

    Premetto che in questioni giuridiche sono proprio negata, ma mi pare che di ragioni a favore o contro le due tesi ce ne siano diverse e non trascurabili.
    Bergoglio è il papa regnante, questa è la realtà, probabilmente ce lo siamo meritato, ma che sia sicuro che sia legale non lo è affatto, a meno di sconfessare le disposizioni che scomunicavano i cardinali della Mafia di San Gallo o ignorare l’eresia idolatrica della Pachamama.
    Secondo la mia modestissima opinione, di papi ce ne sono due, c’è poco da fare, ma per fortuna di Cristo ce n’è uno solo ed è sempre lo stesso, nei secoli dei secoli.

  • Vigilante ha detto:

    in questo commento ci son tre punti che mi lasciano esterrefatto e pretendono una risposta :

    1°-l’esempio del buddha di GP II comparato alla Pachamama di Francesco, con la considerazione che fu uno scandalo e sacrilegio ancor più grave .Considerando che GP II è un Santo ! trovo demenziale la comparazione fra i due papi .
    2°-la considerazione che Francesco sia il papa che la CHIESA si meritava ( attenzione ,non lo meritavano i cattolici, ,bensì la Santa Chiesa di Cristo) , per svegliare i cattolici addormentati .è una vera bestemmia ,
    3°- E “che ora ( questi cattolici ) sono svegli ..” è una constatazione folle, Ora sono narcotizzati.
    Ma chi sono mai gli estensori di questo sciocco commento ??

  • Stefano ha detto:

    Come poteva Ratzinger, nel mettere in atto il piano delle dimissioni invalide come ipotizzato da fra Bugnolo, calcolare che sarebbe stato eletto proprio il candidato di San Gallo? E se fosse stato eletto un altro cardinale, con un orientamento teologico piu tradizionale? Che ne sarebbe stato allora del pontificato?

    • Marco Tosatti ha detto:

      Mi sembra un’osservazione molto giusta. Se per esempio fosse uscito Scola?

      • Sergio Russo ha detto:

        Un certo piano fu già pensato, diversi anni prima, da Giovanni Paolo II e da Ratzinger, poichè entrambi conoscevano il Segreto di Fatima nella loro interezza, oltre a sapere che il successore di Giovanni Paolo II sarebbe stato l’ultimo papa canonicamente e validamente eletto. E quindi dopo “Gloriae Olivi” nessun papa sarebbe più uscito dal conclave (e men che meno un papa tradizionalista: magari!) ma, secondo il Catechismo della Chiesa Cattolica, essa sarebbe stata messa di fronte a quella tremenda prova che va sotto il nome di “Mistero di iniquità”. Prova talmente forte che, come dice il Signore nel Vangelo, se i tempi non fossero abbreviati neanche gli eletti si salverebbero, e questo lo constatiamo continuamente: vescovi e cardinali, nella stragrande maggioranza, sono negligenti e addormentati, e molti di loro contribuiscono all’apostasia finale!

      • MICHELE SANTO ha detto:

        Quelle spiegazioni del Cardinal Ratzinger non so se sono leggi canoniche. Di certo il “Munus” lo ha preteso ” Papa Giovanni P. 2, con il” supporto” del Cardinal Ratzingher; e questa è legge canonica. Ciò che è scritto in terra è scritto nei cieli.

      • americo mascarucci ha detto:

        Proprio così Marco….e tu ricordi molto bene che Scola era il grande favorito….questo il punto che ho evidenziato anche in altri interventi…..non era in alcun modo prevedibile l’elezione di un candidato espressione della mafia di San Gallo…..

      • Iod Tav ha detto:

        Non dimentichiamo che bergoglio al conclave che elesse ratzinger ebbe non meno di 40 voti ponendosi secondo dopo ratzinger. Era già un primo tentativo di farlo eleggere?
        Se non erro fu proprio bergoglio a chiedere di convogliare i voti su ratzinger dicendo che i tempi non erano maturi

        • Marco Tosatti ha detto:

          Non mi risulta che chiese di convogliare i voti su Ratzinger. Mi dissero che quando vide che non andava oltre i 40 voti pianse, e chiese che smettessero di votarlo. E aveva contro Martini…

      • Astrolabio ha detto:

        Ho letto in qualche intervista-libro ( penso a Seewald) che Ratzinger ha risposto: ” non mi aspettavo che eleggessero Bergoglio e comunque mi ha stupito la sua gentilezza” (che forse non conosceva prima n.d.r.).
        Se come dice il signor Russo GPII e l’allora cardinal ratzinger previsero che c’erano solo 2 papi (compreso Wojtila), puo’ essersi stupido di chi fosse non di cosa fosse.

    • Federico ha detto:

      Facile rispondere. Bergoglio era già il concorrente di Ratzinger nel conclave del 2005, era già un candidato molto forte.

      • americo mascarucci ha detto:

        Posso confermare che il nome di Bergoglio circolava già nei giorni immediatamente precedenti il conclave tanto è vero che io personalmente lo scrissi duie giorni prima dell’elezione che fra i più accreditati c’era lui (tanto è vero che i miei colleghi mi chiamarono Nostradamus). All’epoca lavoravo a Intelligonews e la soffiata su Bergoglio ci arrivò da un personaggio insospettabile che comunque abbiamo scoperto poi non appartenere alla mafia di San Gallo. La sensazione che abbiamo sempre avuto è che Bergoglio in realtà sia stato il frutto di convergenze fra cardinali diversi per orientamento politico (conservatori e progressisti) uniti dal comune intento di impedire l’elezione di un papa, (Scola per esempio) vicino al segretario di Stato Tarcisio Bertone. Più che ma mafia di San Gallo i rumors hanno riferito come registi della candidatura di Bergoglio siano stati soprattutto i cardinali Sodano e Tettamanzi molto legati a Giovanni Paolo II e nemici di Bertone….la mafia di San Gallo forse ha avuto buon gioco ad incanalarsi in tutto questo….ma al di là delle ricostruzioni più o meno realistiche era oggettivamente difficile poter prevedere al momento della rinuncia di Benedetto che il successore fosse Bergoglio…..tutto infatti si è formato in quelle famigerate riunioni pre conclave o preparatorie dove sono venuti allo scoperto gli schieramenti pro e contro Bertone

        • Marco Tosatti ha detto:

          Vero, ma Bertone fu uno dei grandi elettori di Bergoglio. Scola era temuto da tutti. E molti . vedi il card. George, ma non solo, furono ingannati: gli si presentò la figura di un Bergoglio ascetico e spiritualista…Non dimentichiamo poi il ruolo di Silvestri, e della congrega legata all Segreteria di Stato. Non a caso Bergoglio come prima cosa riprese subito i colloqui con i nunzi, e ha posto in ruoli chiave alcuni di loro, come Stella e Mamberti.

          • Betta ha detto:

            Penso che Bertone sia molto abile, ma per il proprio interesse e quello delle organizzazioni a lui correlate. Essere segretario di stato di Ratzinger gli aveva permesso di inserire suoi protetti in posizioni di potere, influenzando Ratzinger.

    • gianlub ha detto:

      Chi era arrivato “secondo” dopo Ratzinger nel conclave del 2005?….e volete che Ratzinger non sapesse già a quell’epoca di chi era espressione Bergoglio? Quando ad inizio Pontificato BXVI disse “pregate per me perchè io non fugga dinanzi ai lupi” volete che non sapesse Nome e cognome di questi “lupi”…suvvia

    • Andrea Cionci ha detto:

      Ottima osservazione di Stefano! Come anche riconosce l’amico Marco Tosatti. A parte il fatto che B16 avrebbe fatto questa scelta proprio per via di una situazione irrecuperabile, è corretto dire che non poteva averne la matematica certezza. Tuttavia, se fosse uscito un cardinale non della mafia di San Gallo, un sant’uomo, questi , appena eletto, alle prime contestazioni avrebbe detto a Ratzinger: “Ma Santo Padre, la sua rinuncia non è valida, dobbiamo rifare tutto da capo perché lei ha ancora il munus”. Questo fa un vero papa, non parla di “legalismi clericali”, non fa lo gnorri, non cambia discorso su una cosa così fondamentale come la propria legittima autorità. Quindi il meccanismo delle dimissioni invalide in potenza era una perfetta cartina al tornasole. Non è un caso che Ratzinger abbia lasciato 17 giorni di tempo a tutti per riflettere ed esaminare la sua Declaratio. Se lo avessero corretto voleva dire che il collegio era sano. Ve lo immaginate Wojtyla seduto sul trono dopo dubbi sulle dimissioni del predecessore? Una persona onesta se ha ricevuto un beneficio illegittimamente è il primo a preoccuparsi che sia tutto in ordine. O sbaglio?

  • Portos ha detto:

    il titolo è sincero:
    “ratzinger-chi-nega-validita-allelezione-del-papa-e-fuori-della-chiesa-cattolica”

    Ma il sottotitolo che recita :
    “Benedetto XVI: “Chi dice che sono ancora il Papa è fuori dalla Chiesa”
    è una manipolazione!!!

    Anche perché l’originale americano è :
    Cardinal Ratzinger: Beneplenists are Outside the Church

    • Carlo Schena ha detto:

      Inutile stracciarsi le vesti, ormai è purtroppo invalsa la prassi di fare titoli sensazionalistici con virgolettati che possono al massimo riassumere il pensiero riferito (nel migliore dei casi) ma che raramente corrispondono verbatim alle parole pronunciate dall’interessato. Se apre un qualsiasi giornale se ne accorgerà.
      A titolo d’esempio, ho davanti a me due articoli con titoli che recitano: “Trovate parole inequivocabili di Benedetto XVI: non ha mai abdicato” e “BREAKING: Pope Benedict XVI: “I have not abdicated”! ”.
      A questo sensazionalismo che porta verso lo scisma mi sembra il minimo contrapporre un “sensazionalismo” che scoraggi dal seguire la via scismatica del rifiutare il pur terribile papa Francesco.
      D’altra parte, anche gli autori hanno utilizzato questa tecnica (“Cardinal Ratzinger: Beneplenists are Outside the Church”), dove per “beneplenisti” si intendono esattamente coloro che ritengono che Ratzinger sia ancora papa. E da Papa, Ratzinger non ha mai rinnegato i propri pronunciamenti come capo della CDF. Così il titolo redazionale proposto non è che una parafrasi veritiera e condensata di quanto Ratzinger/Benedetto XVI espresse in quel documento, applicato alle circostanze attuali.

  • arrendersi all'evidenza ha detto:

    Il paradosso è di essere scomunicati da chi non è più in comunione con sé stesso.
    Infatti, sorvolando sulle malefatte dottrinali (che giustamente l’articolo riassume nell’espressione “abbiamo ciò che ci siamo meritati”) viene esercitata una dubbia autorità in forza di un triplo abuso rispetto alle stesse norme che si vorrebbero rispettate da tutti: l’aver tramato prima dell’elezione (sul lago di Costanza), l’aver costretto il legittimo pontefice a una mezza dimissione, abbondantemente dimostrata, l’aver macchiato il conclave di vizi formali che rendono illegittima l’ultima votazione.
    La situazione è di eccezione e si sa che se anche questo conferma la regola, resta un’eccezione.

  • Paolo O. ha detto:

    Dubito che questo risponda a fra Bugnolo,
    perchè
    se B.XVI non si è mai dimesso dal munus di papa
    -(ma si è dimesso volontariamente dal ministerium per permettere a tutti i fedeli di vedere dove sta la Chiesa e dove non sta e far discernere cosa accade all’interno e le intenzioni di molti traditori)-

    Il conclave del 2013 non si sarebbe potuto e dovuto svolgere.

  • americo mascarucci ha detto:

    Infatti i sacerdoti che hanno sostenuto l’invalidità dell’elezione di Francesco sono stati scomunicati…..ma non capisco perché non si chiude una volta per tutte la questione con un pronunciamento ufficiale da parte dell’autorità suprema, magari concertato dai due papi in cui Ratzinger conferma la validità delle sue dimissioni e dichiara in maniera inequivocabile “il papa è uno solo e si chiama Francesco”….invece finora la Chiesa ha risposto con le scomuniche facendo passare per “martiri della verità” coloro che hanno sostenuto che Benedetto XVI è l’unico vero papa

    • Sergio Russo ha detto:

      Ed infatti – a conferma – i sacerdoti che hanno sostenuto l’invalidità dell’elezione di Francesco sono stati scomunicati (da Bergoglio, il “papa” – se tale si può definire – che , appena eletto, è incorso nell’immediata scomunica latae sententiae, secondo la Universi Dominici Gregis, a motivo degli ormai arcinoti fatti della mafia di san Gallo) e io capisco perché non si chiude una volta per tutte la questione con un pronunciamento ufficiale da parte dell’autorità suprema, che attualmente è in ostaggio della falsa Chiesa, poiché l’ambiguità e la confusione è parte integrante del loro dna…
      Se Ratzinger potesse confermare l’invalidità delle sue dimissioni e dichiarare in maniera inequivocabile “il papa è uno solo e si chiama Benedetto”, allora non ci troveremmo nella situazione inedita e drammatica di passione per la Chiesa, predetta per gli ultimi tempi, sia dal Catechismo che dalla Santa Vergine!
      Invece finora la falsa Chiesa ha risposto con le scomuniche, facendo capire al Piccolo Resto da quale parte stiano realmente tali “martiri della Verità”, cioè proprio coloro che sostengono strenuamente che Benedetto XVI è l’unico e vero papa, secondo le più recenti ed accreditate profezie: Fatima, Beata Anna Caterina Emmerich, ecc.