La Vittoria dei Conservatori a Madrid, e la Lezione per la Destra Italiana.

5 Maggio 2021 Pubblicato da

 

Marco Tosatti

Carissimi Stilumcuriali, ci sembra interessante rilanciare il commento scritto da Marco Gervasoni per la Voce del Patriota sulle recentissime elezioni di Madrid, che hanno visto la schiacciante vittoria della leader conservatrice Isabela Diaz Ayuso. Ma come, in Spagna si vota? E già, in Spagna si vota, perché in Spagna non c’è stato un golpe mascherato da emergenza Covid, compiuto da chi dovrebbe essere il garante della Costituzione dei diritti primari dei cittadini, e invece si manifesta ogni giorno di più come il semplice esponente di una parte politica, minoritaria nel Paese, e che teme di affrontare il giudizio dei cittadini, perché sa che sarà impietoso. Alle sei lezioni indicate dal prof. Gervasoni vorrei aggiungerne una settima: e cioè che i conservatori o quanti si fanno passare per tali non devono avere paura – e devono darsi i mezzi, che esistono – di rovesciare la narrazione del terrore propagandata dai media di regime, e dal regime stesso, complice delle sue malefatte, e succube di poteri economici e ideologici esterni. 

 

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Il 4 maggio non è solo un’ottima giornata per la Spagna, ma per tutti i conservatori d’Europa. E una pessima per la sinistra. Ci sono almeno sei lezioni da trarre dal voto per la Comunidad di Madrid, che ha visto una schiacciante vittoria dei conservatori.

La prima è che ha vinto un PP veramente conservatore, molto diverso da quello nazionale di Casado, per non parlare di altri partiti appartenenti al Ppe. Conservatore sui valori, contro le folli politiche di distruzione della storia e della tradizione sostenute dai socialisti e dai neo comunisti di Podemos. Ma conservatore anche nel progetto economico.

Infatti, è la seconda lezione, vince un Pp che, nella persona del suo leader Isabela Diaz Ayuso, si è battuto con ferocia contro il lockdown che il governo centrale voleva imporre. Senza che vi sia stata alcuna ecatombe, anzi la comunidad di Madrid ha contato meno morti di altre regioni guidate dai socialisti chiusisti. Lezione quindi fondamentale: i conservatori sono contro le chiusure, perché distruggono il tessuto economico e la ricchezza e fanno a pezzi il capitale sociale e la comunità.

Terza lezione, altrettanto importante. I conservatori vincono anche nelle grandi città. Che non sono, come vorrebbe una tendenza recente, il luogo di egemonia di una sinistra individualista e nichilista. Le grandi città, le metropoli, possono essere amministrate dalla destra: purché essa sappia parlare ai ceti produttivi, frenare i processi di distruzione del tessuto comunitario urbano, che invece le politiche dei progressisti perseguono

Quarta lezione: la destra vince se si allea e si compatta, senza timore delle demonizzazioni della sinistra. Con il 4 maggio viene sconfitto infatti il richiamo della foresta dell’antifascismo, ormai appartenente a un’altra epoca. Notevole infatti è stata la partecipazione alle urne, come chiesto da Sanchez e da Iglesias, che si immaginavano un “sussulto antifascista”: il sussulto c’è stato, ma conservatore però. La sinistra, socialista e neo-comunista, ha irresponsabilmente cercato di ricreare un clima da anni Trenta, che in Spagna volle dire una sanguinosa guerra civile. La sinistra deve rovistare negli orrori del passato (di cui si rese pure responsabile durante la guerra di Spagna, assieme agli orrori dei franchisti). La destra invece guarda al futuro: e Isabela Diaz Ayuso non è un nuovo generale Franco.

Quinta lezione: non funziona più urlare al pericolo della “estrema destra”. Vox infatti è un partito appartenente all’Ecr, di cui è presidente Giorgia Meloni e con Fratelli d’Italia intrattiene rapporti molti stretti. Se Isabela Diaz Ayuso non è il nuovo Franco, non lo è neppure Santiago Abascal. Vox è un partito conservatore, che non ha paura di promuovere politiche e valori conservatori. La stampa progressista e mainstream può tacciarlo di estrema destra; gli elettori vanno però da un’altra parte

Sesta lezione: la sinistra parla di diritti delle donne, ma è a destra che le donne sono leader. Questa infatti non è solo la vittoria della coraggiosa Isabela ma anche della testa di lista di Vox, Rocio Monasterio, imprenditrice ispano cubana, che ha tenuto testa alla campagne di minacce anche fisiche dell’estrema sinistra e dei neo comunisti di Iglesias.

Mutatis mutandis, al di là dell’articolazione dei vari partiti e ovviamente della storia diversa dei due paesi, sono tutte lezioni a cui i conservatori italiani e il centro destra devono guardare : se vogliono vincere anche in Italia.

***

Marco Gervasoni (Milano, 1968) è professore ordinario di Storia contemporanea all’Università degli Studi del Molise, editorialista de “Il Giornale”, membro del Comitato scientifico della Fondazione Fare Futuro. Autore di numerose monografie, ha da ultimo curato l’Edizione italiana delle Riflessioni sulla Rivoluzione in Francia di Edmund Burke (Giubilei Regnani) e lavora a un libro sul conservatorismo.

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23 commenti

  • Giovanni ha detto:

    L’Italia è l’ultimo paese sovietico d’Europa, con una destra piaciona che con i grandi valori di destra (Dio, Patria, Famiglia, corerenza, serietà, ordine, rigore, coraggio, onore, correttezza, fedeltà, giustizia, probità) ha pochissima dimestichezza e che quindi non ha l’autorità morale per abbattere l’egemonia di sinistra.

  • Lucy ha detto:

    Forse mi sono persa qualche passaggio ma fino a un anno fa la governatrice dell’ Assemblea autonoma di Madrid era la terrificante Cristina Cifuentes del Partito Popolare (orrore !) , madrina di una legge che porta il suo stesso nome contro le”discrimanazioni” ( ricorda qualcosa ?) e volta a superare gli ” stereotipi di genere ” per lasciare ” liberi i bambini di scegliere il sesso cui appartenere ” .La Cifuentes , applicando concretamente la sua legge, ha portato in tribunale Carlos Martinez , preside dell’ Istituto cattolico privato Giovanni Paolo II per aver messo in guardia in una lettera i genitori degli studenti sui pericoli del gender.Condannato a 1000 € di multa , esborso simbolico ma che appartiene al noto programma ” colpirne uno per educarne 100 ” , il preside si è rifiutato di pagare e ha fatto appello per la negazione del diritto alla libertà di espressione di pensare diversamente di fronte a una differente concezione della sessualità oltrettutto in un istituto cattolico privato . Come sia andata a finire non lo so , so però che la vicenda è l’anticipo del , o meglio dei film che vedremo in Italia se passa il ddl Zan.
    Isabela Ayuso nuova governatrice della comunità di Madrid , anche lei del Partito Popolare ,è l’esatto opposto della Cifuentes e la sua alleanza con Santiago Abascal , che fa venire il mal di pancia ai puri del ” mai con la destra ” sarà un ‘occasione per far meditare molti , e non solo in Spagna.

  • Valeria Fusetti ha detto:

    Semper laudetur

  • Antonio Cafazzo ha detto:

    Complimenti al prof. Gervasoni per la sua completa e lucida informazione. Brillante “lezione” ai “democratici” governanti e sudditi italiani. Fortunati i suoi alunni. Stamane, gongolando per lo strepitoso successo della coraggiosa Ayuso (ha avuto tutti contro), m’ero proposto di inviare al dr. Tosatti la notizia con qualche dato e qualche considerazione di paragone italia-Spagna. Meglio cosí perché il prof. Gervasoni lo ha fatto magistralmente.
    Mi piace aggiungere questo.
    Titola – oggi – il giornale ABC:
    “El líder del PP reivindica la estrategia de Madrid y la hace suya: «Es el proyecto del congreso, el de la libertad». (Il leader del PP rivendica la strategia di Madrid e la fa sua: “È il progetto del congresso, quello della libertà”)
    Sappiamo tutti che la vittoria ha sempre “molti padri” ma il sig. Casado (il leader del PP) ha una bella faccia di bronzo. Ha sempre “boicottato” la vincitrice lanciando subdoli “amichevoli” siluri sotterranei e – tempo fa – in una seduta del congresso ha insultato il leader del partito co-vincitore (Vox) sul tema delle vittime dell’Eta.
    Si può parlare di “ipocrisia”?

  • Roberto ha detto:

    Tosatti non capisco la sua introduzione. In Italia non si è andati a elezioni perché le ultime sono del 2018 e le prossime saranno nel 2023. Tutti i governi hanno avuto una maggioranza e il primo e l’attuale sono sostenuti dai due principali vincitori delle elezioni 2018.
    Può non piacere ma il nostro ordinamento funziona così.

    • Marco Tosatti ha detto:

      Strano che non capisca. Il PdR di fronte a due consecutiva crisi di governo, e a una serie di circa undici elezioni europee e regionali che dimostravano come il parlamento del 2018 NON rispecchia la volontà dei cittadini, invece di chiamare il popolo alle urne ha scelto altre strade, l’ultima volta indicando come pretesto la pandemia; pretesto, perché in altri Paesi europei e non si è votato e si vota. Ha chiamato un signore non votato da nessuno a PdC, e ha anche disdetto consultazioni amministrative previste. Come vede la situazione è ben diversa da quella che lei prospetta.

      • Paolo Giuseppe ha detto:

        Da un punto di vista strettamente formale, Mattarella è stato ineccepibile. Per vari motivi in Parlamento, per ogni crisi di governo, si è formata una nuova maggioranza. Non è colpa di Mattarella se Salvini ha pensato bene di allearsi con i 5 stelle e poi di far cadere il “suo” governo, certo che avremmo votato subito. Ma Renzi è stato più furbo di lui e sono arrivati i giallorossi. Infine non è colpa di Mattarella se in Parlamento hanno fatto finta di credere alla narrazione di Mattarella: no-voto causa Covid, quando l’unico motivo della nascita del governo Draghi è stata la paura di andare a casa da parte di 2/3 dei parlamentari
        P.s.: non sono un ammiratore di Mattarella, sono un “destro” rabbioso.

        • Marco Tosatti ha detto:

          Mi permetto di non essere d’accordo. Uno dei compiti del PdR è di verificare se Parlamento e volontà popolare corrispondono. E c’è il precedente di Scalfaro che sciolse le Camere autonomamente. Purtroppo il PdR non è super partes, è di parte e molto.

          • Roberto ha detto:

            Eh no qua si sbaglia. Il PdR non verifica la “volontà popolare” ma l’esistenza di una maggioranza parlamentare. Se il PdR potesse sciogliere le camere pur in presenza di una maggioranza, allora potrebbe farlo anche in situazioni normali: maggioranza sgradita, scioglie le camere (gli basterebbe mettere in dubbio quale sia la volontà popolare effettiva, cosa su cui ciascuno può avere opinioni diverse).
            Comunque non capisco perché Lei pensi che sia una situazione particolare qu sta. Mi pare che da quando esiste la repubblica le crisi di governo diano delle costanti.

          • Mirco ha detto:

            Strano che non riesca ad arrivarci da solo a capire, in Italia ormai non si voto nessuno, tutti personaggi imposti dal alto, come a Bruxelles.
            Se fatte finta che tutto regolare, basta pensare chi fa le leggi le fa per se e contro il popolo, noi siamo solo il bancomat, ma forse è tipico Italiano, fare finta che tutto apposto.

          • Roberto ha detto:

            Quando mai si è votato un presidente del consiglio? Sapete o no come funziona?

          • : ha detto:

            All'(esperto costituzionalista) Roberto.

            «Eh no qua si sbaglia. Il PdR non verifica la “volontà popolare” ma l’esistenza di una maggioranza parlamentare»

            Evidentemente Roberto ha avuto l’autorità di immettere un ennesimo articolo nella Carta della Costituzione più bella del mondo.

            Dove è scritto nella Costituzione che il Presidente della Repubblica non può “verificare la volontà popolare”? Se è per questo non è scritto nemmeno che può rifiutare la nomina di un Ministro «su proposta del presidente del Consiglio». Evidentemente può fare ciò che piace a Roberto e non può fare ciò che a Roberto dispiace.

            L’articolo 88 della Costituzione dice: «Il Presidente della Repubblica può, sentiti i loro Presidenti, sciogliere le Camere o anche una sola di esse». Sciogliere le Camere significa indire nuove elezioni, perché non può essere eliminato uno dei poteri dello Stato (quello legislativo). E significa automaticamente far cadere il Governo perché «il Governo deve avere la fiducia delle due Camere» (art. 94); e quindi “no Camere no fiducia al Governo”, cioè “no Governo”.

            Tornando al Presidente della Repubblica che «può, sentiti i loro Presidenti, sciogliere le Camere», per cosa li può convocare: per sapere se i servizi igienici dei loro edifici funzionano bene? Non sarà per indotto dall’andamento critico della vita parlamentare e di governo; la quale, a meno che il Governo e il Parlamento non operino su Marte, sono in stretta correlazione con la vita del popolo, le cui esigenze dovrebbero influire sui lavori degli uomini di Governo e dei parlamentari, sempre che questi si considerino rappresentanti del popolo o che non vivano su Marte?

            E allora di cosa parleranno Il Presidente della Repubblica e quelli delle due Camere: della messa in piega della tale “onorevole”, o della cravatta a pallini del tale senatore? O della solidità del Governo in tutti i suoi aspetti, dei quali uno dei più importanti è quello della effettiva rappresentatività sia del Governo che delle Camere, dell’ “umore” popolare in quel tale periodo in cui il Presidente della Repubblica ha sentito la necessità di compiere quel passo; e di conseguenza dell’effettiva – e non formale – rappresentatività dei vari componenti le Camere e i partiti che rappresentano anche nel Governo; cosa di cui il Presidente della Repubblica e i Presidenti delle due Camere hanno gli strumenti per una verifica obiettiva? Sempre che, ovviamente – al contrario di Roberto – il Presidente della Repubblica ed i Presidenti delle Camere, con tutti i loro “camerati” non dicano, affacciandosi all’ipotetico balcone di Piazza Venezia: «Noi siamo Noi, e voi non siete un c…».

  • stefano ha detto:

    E chi sarebbero i conservatori italiani? La lega alleata del PD? Giorgetti? Zaia favorevole alla legge Zan? Garavaglia fanatico del pass vaccinale? Salvini che non parla più di immigrazione clandestina e che da NO EURO si è fatto fautore del governo Draghi? La Meloni membro del direttivo Aspen? Dei cascami di Forza Italia meglio tacere. In Italia i conservatori non hanno rappresentanza, questa è la verità. Noi abbiamo avuto solo sovranisti da operetta, imbelli figuranti buoni per tutte le stagioni, incapaci di contrastare la rovina morale, sociale, economica della nostra Patria,

    • Corrado Bassanese ha detto:

      E allora, che pensa si debba fare? Ci si spara?
      Potrebbe sempre capitare qualche miracolo, che so? un Renzi conservatore (mi riferisco al suo 40% poi sfumato per stupidità del progetto).

  • giorgio rapanelli ha detto:

    La lezione c’è, ma in Italia c’è pure una dittatura nazi-bolscevica che impedisce di andare a votare. Malgrado tutte le indicazione che in Italia vincerebbe lo schieramento di Destra, esiste un presidente della Repubblica che sembra il bell’addormentato del Quirinale. Gli si sta sfasciando tutto sotto i piedi, dalla politica, ai sindacati, e alla magistratura e sembra non accorgersi del baratro in cui il Paese sta cadendo. L’ultimo personaggio speso è Draghi, il quale non sa più che pesci pigliare, con una nazione in sommessa rivolta e con partiti dell’ex-governo Conte allo sfascio. Anzi, all’idiozia politica, derivata dallo stato perenne di genuflessione verso le logge angloamericane e l’alta finanza, che ha sempre diretto i proletari fin dall’epoca di Lenin. Ricordo che dopo la morte del Compagno Enrico Berlinguer, Occhetto e Napolitano andarono negli USA a fare accordi con il Partito Democratico statunitense. Fin qui nulla di negativo, Ma, quando lessi – credo – sull’Unità che i due andarono pure ad incontrare David Rockefeller (nell’articolo era pure descritto il suo officio “spartano”,) rimasi sbalordito… Ma come? sono andati dal peggiore nemico del Comunismo e dei lavoratori?… Anni dopo il teosofo Rudolf Steiner mi aprì gli occhi, rivelandomi che erano state le logge angloamericane a favorire l’ascesa del bolscevismo di Lenin e di tutte le successive rivoluzioni comuniste. Il PCI ha ingannato i compagni proletari per anni, che pensavano di combattere, soffrire e morire per un ideale proletario, mentre invece stavano facendo gli interessi di potere mondiale dei ricchi miliardari, che guidano il mondo. Oggi è il PD, i 5 Stelle, Leu, i Radicali, eccetera, ad essere lacchè del potere mondiale.
    La vittoria spagnola dimostra che si può vincere, ossia si possono battere i lacchè delle logge angloamericane e dell’alta finanza. E con un pesce come Letta si va alla grande. A patto di avere, a Destra, una strategia comune. Ciò vale per il Parlamento, per le Regioni e per i Comuni.

    • Don Ettore Barbieri ha detto:

      Alla fine tutto ciò che è contro la verità viene dal principe di questo mondo che si traveste nei modi più svariati per prenderci in giro.
      Quanto a Mattarella non penso che non si accorga, ma che faccia parte dell’operazione.

    • Valeria Fusetti ha detto:

      L’attuale Presidente della Repubblica Italiana non è affatto bello né addormentato, è ben sveglio ed attivo nella cooperazione degli (il)legittimi governi attuali, che seguono gli altri (il)legittimi governi che li hanno preceduti. Felicissima per i risultati elettorali spagnoli temo che in Italia non ce ne saranno, e se ci fossero sarebbero nello stile statunitense, la Sinistra Italiana, infatti, non può permettersi di perdere il potere che usurpa da decenni. Un certo tipo di potere sussiste in base alla rete di corruzione che ha avuto la possibilità di intrecciare. In Italia questa rete ha, evidentemente, nodi tenaci, che si estendono molto al di là dei nostri confini. Il dalemianismo ed il renzismo si puntellato a vicenda, per mantenere e consolidare lo status quo, in un ripugnante ed immorale gioco delle parti. Per quello che riguarda la capacità di coesione e coerenza della destra italiana gli ultimi sviluppi ne hanno dimostrato l’inconsistenza. Sono tutti castelli destinati a cadere, ma probabilmente non in tempi brevi, e temo non in modo indolore. Intanto la schiera dei leccacalzini tende ad impinguarsi, secondo un consolidato copione.

    • Luciano Motz ha detto:

      Ragionamento condivisibile, ma per avere una Destra con un progetto unitario occorre avere un vero leader. Salvini non è e non può essere un leader, lui è solo un opportunista, non ha un disegno strategico e nemmeno come tattico vale granché. Berlusconi, anche non considerando età e problemi di salute, non mai stato un leader politico, è un grande imprenditore e anche in politica ha fatto sempre e solo l’imprenditore. Solo la
      Meloni può assumere il ruolo di leader in modo convincente, ma deve abbandonare certi tatticismi, abbandonando per esempio ogni sostegno al lockdown e al passaporto sanitario.

      • Bianca ha detto:

        Nessuno dei 3 può essere il prossimo presidente della Repubblica. Ma l’elezione del prossimo Presidente della Repubblica è la prima vera elezione che ci sta di fronte. La sinistra combatte da sempre ogni nome che cerchi di proporsi come leader della destra. La nostra politica non è imbevuta di corruzione, ma bensì da una lunga serie di ricatti contrapposti. E l’attuale presidente della Repubblica è il primo a subire ricatti di ogni tipo.

  • Mikhael ha detto:

    Condivisibile negli aspetti generali ma riflessioni che presentano lacune. In primis la cd. destra spagnola ha vinto in quanto si è presentata nuda e cruda agli elettori senza scimmiottare moderatismi, politically correct e linguaggio da neo-lingua orwelliana tanto che due giorni prima delle elezioni il sindaco di Madrid ha detto esplicitamente “Che saremo fascisti ma sappiamo governare”, mandando a ramengo I centristi ed alleandosi con Una Vox.
    Il conservatorismo in Italia è un progressismo lento e non si capisce cosa si debba conservare dopo che con la complicità di parlamentari deboli ed ignavi si è distrutto il tessuto cristiano ed economico, le nostre radici storico-culturali e la famiglia. Fra poco essere “conservatori” significherà difendere la L. Zan e Amoris Laetitia per non avere qualcosa di peggio fino all’adorazione pubblica di Baal.
    Solo riscoprendo la bellezza della Tradizione e promulgandola in ogni campo potremmo lasciare alla damnatio memoriae l’oblio in cui siamo sprofondati a causa di traditori e servi utili e idioti del demonio. Non cambierà niente col linguaggio accomodante ed edulcorato da collegiali della prima ora.
    Laudetur Jesu Christus.

    • Don Ettore Barbieri ha detto:

      Non conosco la situazione della Spagna e perciò mi fido di quello che dice lei e il professor Gervasoni. Speriamo soltanto che questa Destra spagnola si mantenga fedele ai famosi valori tradizionali. In Francia, ad esempio, la Le Pen è per le unioni omosessuali..
      Non sempre “Destra” vuol dire Tradizione. Sono esistite ed esistono anche destre massoniche e anticristiane.

    • Valeria Fusetti ha detto:

      Sempre laudetur