Libia, le Mani delle Milizie Islamiche sulla Sinagoga di Tripoli. Un Appello.

27 Aprile 2021 Pubblicato da

 

Marco Tosatti

Cari amici e nemici di Stilum Curiae, ci sembra interessante riportare una notizia che proviene dalla Libia, e che riguarda la sorte dell’antica sinagoga della città, che starebbe per essere trasformata in un centro di cultura islamica. Ecco la denuncia di David Gerbi, che è giunto a Roma quando il regime di Gheddafi decise di espellere gli ebrei dal Paese. Già nel recente passato altri luoghi storici che ricordano la presenza ebraica il Libia, come i cimiteri delle città più importanti, sono stati cancellati dalle autorità islamiche. 

§§§

Nella massima segretezza le autorità locali stanno trasformando l’antica sinagoga di Tripoli Sla Dar Bishi in un moderno centro di cultura islamico. Le grida vuote degli antenati che hanno pregato lì e lì sono sepolti devono essere ascoltate affinché riposino in pace e la Libia stessa possa ritrovare la pace.

La recente visita del Presidente del Consiglio Mario Draghi ha riacceso l’attenzione sulle vicende del Paese. Quale rappresentante dell’Organizzazione mondiale degli ebrei di Libia, negli ultimi tre mesi mi sono impegnato a far luce su qualcosa che sta accadendo in maniera furtiva. Da fonti sicure ho ricevuto delle informazioni che ne dimostrano la gravità.

Dai filmati e dalle foto inviatemi da persone e diplomatici del posto, dopo vari tentativi a vuoto, appare evidente che nella sinagoga stanno avvenendo dei lavori. Lo scopo l’ho scritto sopra.

Visto che adesso non c’è nessun ebreo che vive a Tripoli e visto che il potere è in mano alle autorità locali (leggi: milizie), si è pensato bene di violare la nostra proprietà e la nostra storia. È chiaro l’intento di approfittare del caos e della nostra assenza.

La sinagoga è il testamento degli ebrei, di come sono da sempre attaccati alla Torà e alla preghiera, il capitale di 2000 anni di presenza. È impensabile che un nostro luogo sacro sia destinato ad altri scopi. I nostri antenati, sepolti sotto le autostrade a causa della distruzione del cimitero ebraico operata da Gheddafi, piangono per riposare in pace e chiedono giustizia.

Quel che sta avvenendo è contrario ai principi dell’Unesco e della memoria della storia della Libia. Dentro la sinagoga hanno pregato i nostri nonni e antenati ed è importante che si mantenga il luogo sacro intatto e non si permetta ai libici di trasformare tutto, come è accaduto con Gheddafi che ha tentato di cancellare la nostra storia. Le nostre sinagoghe sono state trasformate in moschee o in centri di documentazione. È già accaduto con la Sla Dar Serussi, dove oltre a pregare si studiava al centro rabbinico del Talmud Torà. Avevamo sinagoghe, cimiteri, mikvaot, centri di studio e tutto è stato distrutto. Poche cose ancora sono in piedi.

Gli ebrei e i musulmani vengono dalla stessa radice, che è quella del padre comune Abramo. Entrambi appartengono alla religione monoteista. Il profetta Maometto raccomanda di rispettare l’ebraismo. I libici non si rendono conto che così facendo si pongono in continuità con quanto avviato da Gheddafi: un’opera di cancellazione non soltanto della storia degli ebrei di Libia, ma anche di parte della storia stessa della Libia di cui gli ebrei, pur come minoranza, sono stati parte. La comunità ebraica libica ha contribuito attraverso la cultura, l’arte, la tradizione, il commercio, l’innovazione, l’imprenditorialità, l’artigianato, il folklore e anche l’architettura.

Ho scoperto solo di recente, grazie a una interessante conferenza dell’ingegnere Jack Arbib, che la sinagoga Sla Dar Bishi è stata progettata da un ebreo italiano nato a Tripoli, Umberto Di Segni, figlio del professor Vittorio Di Segni che insegnava nelle scuole italiane. L’architetto Di Segni era stato incaricato dal governo di progettare una sinagoga “decorosa”, che venne costruita ispirandosi al Tempio Maggiore di Roma. La nuova sinagoga diventò il luogo “di prestigio” per accogliere le personalità ufficiali. Infatti venne visitata da Italo Balbo, dal Principe Umberto, da Mussolini, da Vittorio Emanuele III re e poi imperatore di Italia. I fascisti volevano fare vedere quanto erano buoni con gli ebrei.

Gheddafi, dopo aver preso il potere con un colpo di stato il Primo settembre 1969, ha vietato agli ebrei di rientrare in Libia  anche solo per vendere i propri beni o per visitare il loro paese di origine. Ha inoltre confiscato i beni individuali e collettivi. Il motivo principale è stata la sconfitta dei paesi arabi e la vittoria di Israele a seguito della guerra dei sei giorni del 1967 (Gheddafi era un grande ammiratore di Nasser, il leader egiziano). Per lui gli ebrei di Libia erano “colpevoli” e “complici del regime sionista che opprime i palestinesi”. In realtà ha solo preso i nostri beni e non ha mai dato nulla ai palestinesi né mai fatto atti concreti per sostenerli. Ha solo strumentalizzato la loro storia per demonizzare Israele e impossessarsi in maniera illegittima delle nostre proprietà e continuare a restare al potere terrorizzando gli stessi cittadini libici residenti in Libia. Chi si opponeva veniva giustiziato o doveva scappare all’estero (dove però poteva venir scoperto e ucciso attraverso i “suoi inviati della morte”, così li chiamavano).

Un popolo viene riconosciuto dalla propria storia, cultura, dai monumenti, dall’architettura, dalle proprie tradizioni, dalla propria lingua ed dal proprio folklore… Non soltanto all’epoca di Gheddafi le sinagoghe sono state trasformate in moschee ma anche la grande cattedrale di Tripoli ha subito la stessa sorte. Sia a Tripoli che a Bengazi e in altre città i cimiteri sono stati distrutti a trasformati in autostrade oppure semplici piazze, sotto le quali riposano i nostri cari senza pace. Adesso sta avvenendo questa nuova ingiustizia a distanza di 54 anni. Le autorità locali della città vecchia di Tripoli, “Medina Cadima”, stanno operando in maniera segreta e non è dato a nessuno di entrare all’interno per monitorare la situazione.

Per questo motivo l’Organizzazione mondiale degli ebrei di Libia chiede di fermare immediatamente questa trasformazione e di lasciare intatta la sinagoga di Tripoli con la speranza che un giorno possa essere restaurata. Non esistono ebrei in Libia adesso, ma ciò non significa che in un futuro di pace e sicurezza gli ebrei di Libia o gli ebrei discendenti di ebrei di Libia non possano tornare a visitare le loro radici e le radici dei propri cari, pregare nella sinagoga e pregare per i cari sepolti sotto i palazzi, sotto le piazze e sotto le autostrade.

Le speranze ispirate dal Marocco e da altri paesi arabi che hanno normalizzato i rapporti con Israele possono farci augurare che un giorno anche la Libia sentirà la convenienza di normalizzare i rapporti con Israele e i libici e i discendenti degli ebrei di Libia. In una regione travagliata da conflitti interreligiosi, l’Italia, l’Onu e l’Ue devono esigere la creazione di un clima diverso per quanto riguarda la libertà di religione oltre ad ottenere specifiche garanzie sulla tutela dei luoghi di culto. L’Organizzazione mondiale degli ebrei di Libia esprime preoccupazione per la sorte della sinagoga di Tripoli e teme che si perda un luogo riconosciuto dall’Unesco, costruito dall’architetto italiano Di Segni, che è l’eredità ebraica in Libia, legata a doppio filo all’Italia. Bisogna prendere esempio dalla straordinaria dinamica dei Patti di Abramo, siglati tra Israele e sei Stati arabi. Siamo in una geopolitica che ha cambiato non solo marcia. L’Italia e l’Ue avrebbero grandi interessi ad andare in questa direzione, creando una nuova dinamica in varie regioni e riportando un clima di benessere, pace, sicurezza e stabilità nel Mediterraneo. La sinagoga Dar Bishi è un capitale storico di grande portata e mantenendolo intatto, e magari aggiungendo nel retro una parte dedicata a un museo, saranno per primi i libici a guadagnarne. Chissà se sta cambiando qualcosa dopo tanta ingiustizia che non è mai andata in prescrizione. Preferisco avere fede in D.O e fiducia nella trasformazione. Come ha detto David Ben Gurion, “chi non crede nei miracoli non è realista”. Il tempo lo dirà.

David Gerbi, psicoanalista, rappresentante dell’Organizzazione mondiale degli ebrei di Libia

§§§

§§§




Ecco il collegamento per il libro in italiano.

And here is the link to the book in English. 


STILUM CURIAE HA UN CANALE SU TELEGRAM

 @marcotosatti

(su TELEGRAM c’è anche un gruppo Stilum Curiae…)

E ANCHE SU VK.COM

stilumcuriae

SU FACEBOOK

cercate

seguite

Marco Tosatti




SE PENSATE CHE

 STILUM CURIAE SIA UTILE

SE PENSATE CHE

SENZA STILUM CURIAE 

 L’INFORMAZIONE NON SAREBBE LA STESSA

 AIUTATE STILUM CURIAE!

ANDATE ALLA HOME PAGE

SOTTO LA BIOGRAFIA

OPPURE CLICKATE QUI




Questo blog è il seguito naturale di San Pietro e Dintorni, presente su “La Stampa” fino a quando non fu troppo molesto.  Per chi fosse interessato al lavoro già svolto, ecco il link a San Pietro e Dintorni.

Se volete ricevere i nuovi articoli del blog, scrivete la vostra mail nella finestra a fianco.

L’articolo vi ha interessato? Condividetelo, se volete, sui social network, usando gli strumenti qui sotto.

Se invece volete aiutare sacerdoti “scomodi” in difficoltà, qui trovate il sito della Società di San Martino di Tours e di San Pio di Pietrelcina

 

Condividi i miei articoli:

Libri Marco Tosatti

Tag: , , ,

Categoria:

18 commenti

  • wisteria ha detto:

    L’elemento comune del monoteismo non può nascondere profonde differenze. L’islam non appartiene alla nostra civiltà.
    Ebrei e cristiani possono sistenersi a vicenda in una lotta per la difesa dell’Occidente come somma di valori e culture che l’Islam non contempla, anzi attacca.
    Ebraismo e cristanesimo resteranno poi separati e distinti.

  • Enrico Nippo ha detto:

    Quanti Dii, non Dei, Dii esistono?

    Se sono più di uno, ciascuno ha il suo e la fede di ciascuno nel suo Dio non può essere discriminata da nessun fedele di un altro Dio.

    Se invece è uno, Dio è Dio di tutti sotto vari nomi.

    Allah è il nome di Dio per la fede dei musulmani.
    IHWH e El Elohim è il nome di Dio degli israeliti e dei giudei.
    Padre, Figlio e Spirito Santo è il nome trinitario per la fede dei cristiani che infatti si segnano “Nel nome del Padre, del Figlio e dello Spirito Santo”.

    Gesù Cristo è l’IO SONO incarnato e vero Sommo Sacerdote in eterno secondo l’Ordine di Melchisedek senza padre né madre e quindi rappresentante della Tradizione Primordiale (cfr. salmo 110 e Ebrei 7, 23-28).

    Il nome del Dio di Melchisedeq è El Eljon: “El l’Altissimo”, cronologicamente precedente all’idea di IHWH, com’è confermato da Gen. 14, Dt. 32,8 e Is. 14,14).

    Non piccolo particolare: gli Ebrei non hanno più sacrificio poiché esautorato dal Sacrificio di Cristo.

    Ogni fondamentalismo, di qualunque matrice sia, è lecito e anzi doveroso, ma deve starsene nei limiti che esso stesso si crea col porsi come esclusivo.

    Infine, prima di arrogarsi l’autorità di dire a qualcuno di “rendersi conto del male che sta facendo” sarebbe opportuno documentarsi meglio invece di abbandonarsi a facili affermazioni generiche.

  • Elisa ha detto:

    Ebrei e cristiani si devono svegliare fuori. Dobbiamo realizzare il più grande incubo di Maometto, ossia l’alleanza giudaica-cristiana. I maomettani credono in un Dio pagano, infatti io prego i salmi 79 80. Contro il dio pagano Allah e il suo falso profeta.

    • Enrico Nippo ha detto:

      E gli ebrei in quale Dio credono?

      Quale “alleanza giudaico-cristiana”?

      Buona notte! Altro che svegliarsi!

      • Elisa ha detto:

        Nel mio sicuramente. Io almeno credo nel Dio della Torah. Poi altre divinità le lascio agli altri. Ma con piacere ho visto che questa alleanza si sta già realizzando. Il Signore delle Schiere si sta organizzando. Buona giornata.

        • Enrico Nippo ha detto:

          Mi scusi,

          mi sembra che Lei ignori come il Dio della Torah sia uguale ad Allah: entrambi, infatti, si sono guardati bene dall’incarnarsi per redimere il mondo. Sempre se per Lei il verbo Incarnato conti qualcosa.

          Ebraismo e Islam sono monoteismi, mentre il Cristianesimo, Romano e quindi Cattolico e quindi non giudaico, è uni-trinitario.

          La differenza è pertanto abissale e nessuna alleanza “alla pari” quale lei auspica è possibile.

          La Nuova ed Eterna Alleanza è quella del Sacerdozio secondo l’Ordine di Melchisedek che nulla ha a che vedere con l’Ebraismo.

          E’ Abramo (badi bene) che versa o la decima a Melchisedek, riconoscendone la superiorità.
          .

          • stilumcuriale emerito ha detto:

            Spero che i cristiani e in particolare i cattolici non diano ascolto a simili eresie. Il Canone cattolico non è frutto di menti malate e comprende, non nel senso di capisce, ma nel senso che contiene, la Torah tutta quanta. Ma ti rendi conto del male che stai facendo scrivendo che l’Allah dei musulmani e lo stesso JHWH e lo stesso El Elohim degli israeliti e dei Giudei?

          • Anonimo verace ha detto:

            Il dio della Torah è il nostro stesso Dio.
            Cioè il Dio Trinità . Cristo è il Logos preeterno che ha creato il mondo.
            Sono le manifestazioni nel tempo che sono successive. Ovvero il Logos si incarna in Cristo. E dopo la Resurrezione abbiamo l’Ascensione e la Pentecoste. Ovvero la discesa dello Spirito Santo sugli Apostoli.
            Mai sentito parlare Ezechiele e della teofania che occupa i primi capitoli del suo libro ?

          • 👀 ha detto:

            Enrico.🤝🤝

          • Elisa ha detto:

            Ringrazio Stilumcuriale Emerito e Anonimo Verace per aver difeso il nostro Dio. Ebbene sì associare il Dio Giudaico Cristiano ad Allah è una vera e propria bestemmia. Chi non crede in Yahweh non può considerarsi cristiano.

  • Milli ha detto:

    I talebani in Afghanistan hanno distrutto importanti monumenti buddisti, in Siria le milizie jahidiste hanno distrutto i resti della città di Palmira, in Armenia c’è in atto un vero e proprio genocidio culturale (vedi : https://www.marcotosatti.com/2021/04/10/fermare-il-genocidio-culturale-azero-in-artsakh-nagorno-karabakh/ ) , in Europa bruciano le chiese (non ultimo il Duomo di Torino dov’era conservata la Sacra Sindone).
    A Istanbul abbiamo visto l’imam entrare brandendo la spada ottomana in Santa Sofia riconvertita in moschea. Il messaggio era chiaro, altro che fratellanza!
    Mi dispiace per la sinagoga , ma è solo un altro simbolo religioso e culturale finito sotto lo schiacciasassi jihaidista.

  • Milli ha detto:

    I talebani in Afghanistan hanno distrutto importanti monumenti buddisti, in Siria le milizie jahidiste hanno distrutto i resti della città di Palmira, in Armenia c’è in atto un vero e proprio genocidio culturale (vedi : https://www.marcotosatti.com/2021/04/10/fermare-il-genocidio-culturale-azero-in-artsakh-nagorno-karabakh/ ) , in Europa bruciano le chiese (non ultimo il Duomo di Torino dov’era conservata la Sacra Sindone)

  • IMMATURO IRRESPONSABILE ha detto:

    Le categorie politiche con cui il mondo contemporaneo crede di comprendere, e di risolvere, i conflitti umani (impressionante la conversione dei marxisti, dalla lotta di classe alla ” cittadinanza”) impedisce ai nostri intellettuali di accettare la realtà. Ai cristiani NSGC non ha promesso altro se non che la Sua Chiesa sopravviverà, ma non ci ha detto nulla sul rapporto tra Essa e il mondo. Al contrario, nell’ Islam, mancando la distinzione tra le “due città “, la certezza dei suoi fedeli riguarda anche la conquista politica, giuridica, economica ec ; i mussulmani possono esser molto diversi tra loro, a seconda della maggior inclinazione alla “conquista” interiore o “territoriale”, ma quest’ ultima è, alla fine, attesa da tutti, perchè intrinseca alla parola e alla vita di Maometto.

    • stilumcuriale emerito ha detto:

      Perfetto. E mentre l’Islam si fa strada nel mondo con la violenza e l’invasione strisciante, la Chiesa si sottomette, Bergoglio twitta, bacia i piedi agli Imam e proclama la condanna del proselitismo cattolico.

  • Sherden ha detto:

    Carissimo David Gerbi,
    mi dispiace enormemente ma la vedo brutta.
    Non molto tempo fa la cattedrale cristiana di Santa Sofia, con poco meno di mille anni di storia, è stata definitivamente “convertita” in moschea dal sultanello di turno. E dopo il (finto) stracciamento di vesti, naturalmente a favore di telecamere, nessuno dei potenti – sedicenti tutelatori dei diritti delle minoranze – se n’è più occupato.
    Mi creda: se si fosse trattato (per pura ipotesi) di un centro sociale per gay si sarebbe scatenato l’inferno sui social e nelle alte sfere dei pretoriani del mainstream .
    Siccome però queste faccenduole riguardano ebrei e cristiani, più o meno gravemente in ogni parte del globo terracqueo, possono tranquillamente crepare in silenzio. Tanto più che non vanno in giro a sgozzare passanti, fedeli, professori o poliziotti.
    Accolga la mia affettuosa vicinanza.

    • In aggiunta ha detto:

      Accanto a Santa Sofia, dobbiamo aggiungere anche San Salvatore in Chora chiesa cristiana ricca di splendidi mosaici, sembra ,se ricordo bene, ben conservati perché coperti per lungo tempo durante la sua prima trasformazione in moschea . Ora siamo alla seconda trasformazione in moschea, ma, non avendo notizie recenti, mi taccio. PER chi non lo sapesse, siamo sempre a Costantinopoli, oggi Istanbul.